Canzone consigliata
Lo so che è ovvia è.p scontata ma non ne ho trovate altre di cosi incisive più pessimista della classica di Guccini riportata " per par condicio "
Lo so che precedentemente ( vedere qui il post ) fino al 27 gennaio mi avrei garantito il silenzio . Ma davanti a sifatto articolo , in cui viene spiegata in maiera cosi nintida e senza ipocrisie \ tabù inutili cosi sia la malvagitù e cosi sia stato l'olocausto , non ci sono riuscto .
Da http://www.lastampa.it/2015/01/23/cultura/
“Piuttosto che di crudeltà, accuserei i tedeschi di allora di egoismo, di indifferenza, e soprattutto di ignoranza volontaria perché chi voleva conoscere la verità poteva conoscerla e farla conoscere”
Torino
Gli avevo chiesto:come potevano essere così cattivi?
A 11 anni, nel 1983, avevo appena finito di leggere Se questo è un uomo.
L’avevo letto durante le vacanze di Natale, e riletto pochi giorni dopo
l’Epifania. Ma restavano domande senza risposta: esiste la malvagità?
Se questo è un uomo era nella lista dei
libri da leggere stilata dalla professoressa di italiano, Maria Mazza
Ghiglieno. Neanche lei, che pure aveva sempre le domande e le risposte
giuste, poteva risolvere il dilemma. Così, spinta dalla logica senza
curve di un’undicenne, mi parve ovvio andare alla fonte. Cercai
l’indirizzo di Primo Levi sulla guida del telefono per chiedere
direttamente a lui: perché nessuno ha fatto niente per fermare lo
sterminio? I tedeschi erano cattivi?
Nemmeno per un attimo pensai che stavo scrivendo allo scrittore di
fama planetaria. Per me era «solo» Primo Levi e il suo libro era anche
un po’ mio. Chiedere conto a lui mi parve la cosa più naturale del
mondo. Lui doveva sapere per forza. Presi la mia carta da lettere
preferita, zeppa di fiori e pupazzi, e scrissi una paginetta di lettere
tozze. Già che c’ero lo invitai nella mia scuola.
La risposta arrivò, datata 25 aprile, e non colsi subito la
coincidenza fino in fondo. Il concetto di «ignoranza volontaria» non era
la spiegazione che mi aspettavo. Io volevo sapere se il male esisteva.
Smisi di rileggere la lettera tre anni dopo, l’11 aprile 1987, quando
trovarono il corpo di Primo Levi nella tromba delle scale. Ero rimasta
senza l’uomo che avrebbe potuto darmi spiegazioni. La lettera finì in un
cassetto, assieme ad altre. Ora, 32 anni dopo, è rispuntata durante un
trasloco, con tutte le sue risposte.
25/4/83
Cara Monica,
la domanda che mi poni, sulla crudeltà dei tedeschi, ha dato molto filo da torcere agli storici. A mio parere, sarebbe assurdo accusare tutti i tedeschi di allora; ed è ancora più assurdo coinvolgere nell’accusa i tedeschi di oggi. È però certo che una grande maggioranza del popolo tedesco ha accettato Hitler, ha votato per lui, lo ha approvato ed applaudito, finché ha avuto successi politici e militari; eppure, molti tedeschi, direttamente o indirettamente, avevano pur dovuto sapere cosa avveniva, non solo nei Lager, ma in tutti i territori occupati, e specialmente in Europa Orientale. Perciò, piuttosto che di crudeltà, accuserei i tedeschi di allora di egoismo, di indifferenza, e soprattutto di ignoranza volontaria, perché chi voleva veramente conoscere la verità poteva conoscerla, e farla conoscere, anche senza correre eccessivi rischi. La cosa più brutta vista in Lager credo sia proprio la selezione che ho descritta nel libro che conosci.
Ti ringrazio per avermi scritto e per l’invito a venire nella tua scuola, ma in questo periodo sono molto occupato, e mi sarebbe impossibile accettare. Ti saluto con affetto
Primo Levi
<< [...] il male, quello vero, non esiste. >> come dice di Ilenia Gullo sul sito http://www.orticalab.it
più precisamente qui << Si maschera proprio sotto il falso spettro della superbia dell’egoismo, dell’indifferenza e della volontaria ignoranza in cui l’umanità, da sempre, continua a specchiarsi. Volontariamente o involontariamente, non importa.
A confermare questa grande verità, non sono io. È stato uomo di nome Primo Levi, in una lettera inedita, dimenticata e ripescata per caso in un cassetto, resa pubblica al mondo dal quotidiano “La Stampa” la scorsa settimana, scritta quasi 32 anni fa, il 25 aprile del 1983.
Come spiegare a Monica, una bambina di undici, che cos’è stato l’Olocausto? Come ammetterle l’esistenza del male? E che cos’è il male? Di chi è stata la colpa di tanto orrore? >>