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22.4.22

le curiosità e le domande stupide a Samantha Cristoforetti ed al sua risposta sorprendente che gli spiazza

 Accade che, a distanza di sette anni dall’ultima volta, Samantha Cristoforetti si prepari a tornare nello Spazio.Con qualunque astronauta uomo quei pochi che ancora non hanno mandatoil cervello all'ammasso e non si sono defilippilizzati e si basano sul gossip si sarebbero concentrati unicamente sui dettagli della missione.A lei, la prima donna negli equipaggi dell’Agenzia spaziale europea, il giornalista del “Messaggero”
decide di rivolgere questa domanda surreale per essere educati . << Quanti post-it ha messo sul frigorifero, visto che starà assente cinque mesi e comunque qualcuno a casa la famiglia la manda avanti? >> . La risposta di Cristoforetti è da incorniciare. << Ho un partner, il papà dei miei figli, che si occuperà sia di mandare avanti la casa che i nostri bambini. Lo fa già, da sempre. È sempre stato lui la figura di riferimento principale sia per la cura dei figli che per tutte le cose domestiche. Non è un cambiamento così radicale.>> Una risposta --- come fa notare Lorenzo Tosa --- perfetta nella sua normalità a una domanda semplicemente imbarazzante, mentre in tanti (e tante) tra i commenti addirittura la insultano perché “non fa la mamma” e “non dedica abbastanza tempo ai figli”. Questo Paese retrogrado e oscenamente sessista ., anche se con delle poche resistenze una eccellenza assoluta come Samantha Cristoforetti davvero non se la merita. . Nella forma cartacea dell’intervista questa parte è stata edulcorata, ma nel VIDEO pubblicato dalla stessa testata romana il virgolettato letterale è quello riportato ( dal minuto 8.55).
Video


 Infatti l'amico     ed  il  compagno  di strada    Francesco Trento , ed  è  questo   è uno dei  casi in  cui  qualcuni  dei tuoi contatti non solo  social   ti  tolgono le parole  di bocca   ed  arrivano   a pensarla  come  te  a perfettamente   ragione   anche   se pessimista  . Ma  purtroppo    in casi   come  questo    il pessimismo  corrisponde  alla   realtà  . Ecco  cos'ha  scriitto in merito 

Ecco  cos'ha  scriitto in merito 

Quand'ero piccolo mio zio, che è un fisico, partiva per delle missioni lunghissime in Antartide, e se qualcuno lo intervistava gli chiedeva come si resisteva al freddo, cosa si mangiava, com'era stare sei mesi lontano da tutto, se era pericoloso, che animali potevano incontrare, ma soprattutto gli facevano delle domande sulla spedizione: sul buco nell'ozono, sulla criosfera, i ghiacciai, i cambiamenti climatici, insomma su quel che andavano a studiare. A nessuno veniva in mente di dire: ehi, ma come, stai mesi lontano da casa? E chi pensa alla prole ? Adesso abbiamo un'astronauta che va nello spazio, non proprio una che esce a comprare una pizza, e tra le migliaia di domande possibili, di curiosità profondissime che si possono avere su un mondo straordinario a cui noi non avremo mai accesso, la prima cosa che viene in mente a chi la intervista è: ma chi pensa ai tuoi figli ? "'sto cazzo" sarebbe già stata una risposta fin troppo diplomatica, a mio avviso. Comunque, ricordo che mio zio una volta era tornato giusto per Natale. Ci siamo seduti a tavola e dopo un po' di convenevoli qualcuno ha iniziato a parlare del capitone e di come si cucinava. Allora zio è sbottato: "Cristo, sono stato sei mesi in un posto in cui nessuno di voi andrà mai e state parlando del capitone? Ma non siete curiosi?". E lui era andato in Antartide. Pensa una che esplora lo spazio per noi e in cambio si becca 'ste domande. P.S.: ho cercato "Samantha Cristoforetti" su Google per scegliere una foto per il post.Nella zona "ricerche correlate" è uscito:"le persone hanno chiesto anche:chi è il fidanzato della Cristoforetti?quanto guadagna la Cristoforetti?"Non ce la possiamo fare, mai.



 Ecco quibìndi che   invece di andare avanti stiamo regredendo come società e  << [....] quando ero piccola non l'avrei mai immaginato possibile. Cavoli, siamo nel 2022 non nel medioevo. È una donna straordinaria e da ammirare, che fa un lavoro importante, nonché da sogno, e non è da tutti. Per i suoi figli sarà un esempio, come dovrebbero essere tutte le mamme che lavorano oggi e spesso sono assenti, ma non per questo meno mamme e donne.>> ( Emina Ristovic) .

8.4.14

intervista a Francesco Trento autore di La guerra non era finita - I partigiani della Volante Rossa

Per  le  interviste  ad  autori  \  autrici   oggi   propongo  un intervista  a  (  foto a lato presa dal suo account di facebook ) a  Francesco Trento autore  del libro   :   La guerra non era finita - I partigiani della Volante Rossa   alla terza ristampa in un mese e mezzo .
Finalmente  un libro che s'oppone  "civilmente" agli ingigantimenti delle ultime opere di Pansa , suggerendo  sul suo account  dfi facebbok    : <<   lo hanno consigliato il Washington Post, Newsweek, El Paìs, Le Figaro. Insomma non è che abbiate bisogno che ve lo consigli io. Però è una lettura fondamentale per capire la storia del dopoguerra. Fondamentale. Uno di quei libri di storia imperdibili, come "Il secolo breve" di Hobsbawm. Una lettura seria e rigorosa della violenza in Europa subito dopo la seconda guerra mondiale, antidoto a tutte le Pansane di pseudostorici, controstorici e politici coi "giorni della memoria" selettivi, che ricordano la vendetta di uno senza dire cosa c'era prima e cosa c'è stato dopo, e cosa succedeva durante. Qui invece c'è tutto. Chiunque voglia oggi parlare di dopoguerra, deve ripartire da questo libro. >>.

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Proprio  per  questo   volevo chiederli come si sentiva  ad  essere definito dalla recensione di Angelo D'orsi su La Stampa che lo definisce come "il Pansa di sinistra". 
Ma  l'autore   ha  già risposto  a  nel video  delle librerie    Arion, la prima catena di librerie indipendenti a Roma.  qui ulteriori  news   su di loro 



Ma Ora   bado alle ciance  ed ecco l'intervista  

  come mai  hai deciso di rivangare queste storie del passato?
Beh, in realtà ho iniziato a studiare la Volante Rossa molti anni fa.
Uno dei motivi che mi ha spinto a proporre ora questo libro è senz’altro la quantità di fesserie che pseudostorici e “controstorici” scrivono su quel periodo. Ero un po’ stufo di leggere pansane qui e là, e siccome sulla Volante esistevano solo gli ottimi libri di Massimo Recchioni e Cesare Bermani, oltre al volume del 1995 di Guerriero e Rondinelli, ho pensato di dare il mio contributo. Con un libro leggermente diverso, che racconta, attraverso una piccola storia, la storia dell’Italia del dopoguerra, in quei tre anni e mezzo che
hanno deciso le sorti successive di questo paese.
Come scrive Keith Lowe nel suo “Il continente selvaggio”, “I fatti distorti sono molto più pericolosi di quelli reali”, perciò .... 
 quale di queste  due  " definizioni  "  della volante rossa  è quella   più giusta ? http://it.wikipedia.org/wiki/Volante_Rossaita.anarchopedia.org/Volante_Rossa
Allora, la prima pagina, quella di wikipedia, è stata palesemente scritta da qualche “revisionista” ed è in gran parte basata sul libro di Cicchino e Olivo, che sulla Volante Rossa prendono una cantonata dopo l’altra. È poi del tutto inaccettabile la definizione “organizzazione terroristica”, mutuata dal linguaggio odierno ma assolutamente fuori luogo in questo contesto. È piena di inesattezze, e di fatto dimostra come una storia poco indagata generi facilmente miti e leggende. Sarebbe lungo far le pulci a quelle righe qui, ma per farti un esempio è falso che la Volante Rossa abbia mai rivendicato l’omicidio di De Agazio, che peraltro non ha nemmeno compiuto, come spiego nel libro (anche se il giornalista figurava su una lista di persone che gli uomini di Paggio “tenevano d’occhio”).
L’altra pagina è sicuramente più favorevole alla Volante, ma incorre in una lunga serie di inesattezze.
Sei revisionista  o negazionista? Equipazionista? Giustificazionista?
Mi sembra divertente il gioco degli "isti". Sicuramente non sono revisionista né equipa, ne negazionista...  
Ragionerò su una definizione, ma forse "cerco di raccontare la verità" è la miglior risposta.Ma guarda, non ci sarebbe bisogno di tutti questi –isti se gli storici facessero solo il loro mestiere, che è quello di cercare tutte le fonti a disposizione, vagliarle con imparzialità, e cercare sempre la verità. In questo libro ho dovuto mettere insieme fonti diverse, le testimonianze orali le ho confrontate con gli atti processuali, i verbali di polizia, gli interrogatori, gli articoli di giornale, tentando sempre, sopra ogni cosa, di raccontare il meglio possibile un pezzo di storia di questo paese. La miglior dimostrazione che questo è un libro onesto, e anche uno dei premi migliori al lungo lavoro che ha preceduto questa pubblicazione, è stato ricevere nell’arco di 24 ore i complimenti di Nadia Paggio, la figlia del comandante della Volante Rossa, e dei nipoti di De Agazio, che grazie a questo libro hanno scoperto che non furono gli uomini del “tenente Alvaro” a uccidere loro nonno.
 fu un qualcosa di spontaneo oppure furono usati dal Pci?
Fu un fenomeno spontaneo, anche se il gruppo di Paggio dal 1946 stringe legami saldi con la Federazione milanese del Pci, presso la cui sede gli uomini della Volante svolgono a rotazione un turno di guardia notturna per evitare il ripetersi di attentati neofascisti. Se da un lato il Pci nazionale, con Togliatti, non vede di buon occhio fenomeni come quello della Volante, di sicuro a Milano i rapporti con Alberganti e Lamprati sono ottimi. Tanto è vero che dal 1948 la Volante viene in qualche modo legittimata, svolgendo servizio d’ordine al VI congresso del partito. Successivamente partecipa agli scontri durante la durissima campagna elettorale, e il segno dei suoi buoni rapporti con i dirigenti milanesi lo dà la storia dei giorni successivi all’attentato a Togliatti: quando gli uomini di Alvaro decidono di dare l’assalto alla caserma dei carabinieri di Milano, pensando di essere alla vigilia di un colpo di stato e cercando quindi di iniziare una rivoluzione, il Pci li ferma dicendo: “tornate a casa”. E loro, ordinatamente, tornano a casa.
Gli  avevo preparato altre  domande   del  tipo :    le azioni della  volante  rossa  furono azioni  di giustizia proletaria o di vendetta  ?    il periodo   delle loro azioni può essere considerato un appendice  della guerra civile o  un ritorno  agli arditi del popolo  ?    fu un qualcosa di spontaneo oppure furono usarti dal Pci ? 7)  la  volante  rossa  fu terrorismo o leggitima  difesa ?  la  volante  rossa  ha avuto  rapporti  con i Gap  ?   Se  ci sono stati    quali  furono  ? luoghi comuni , ed  errori degli pseudo  storici  e storici di parte  , che smonti nel tuo libro ?  la volante rossa  assolta o condannata  dalla  storia  ?
  Ma   lui  , è questo  che mi piace  di lui   e  mi fa   onore  ad  averlo fra i miei contatti di facebook  ,  è stato perspicace    e  "  creativo  "£  e  le  ha riassunte  \  condensate   nell'ultima domanda   : 
    la  volante  rossa  fu terrorismo o la prosecuzione della guerra civile?  
Odio questo uso del termine “terrorista”, sta diventando  ormai una specie di intercalare. Nel suo ultimo libro, “Bella ciao. Controstoria della Resistenza”, Pansa usa addirittura il termine “terrorista” per indicare i gappisti, medaglie d’oro della Resistenza come Giovanni Pesce.
Basterebbe prendere un vocabolario per capire quanto la definizione non sia corretta: un terrorista colpisce indiscriminatamente per seminare il terrore, allo scopo di sovvertire le istituzioni. Attacca lo Stato. I gappisti attaccavano l’invasore tedesco, per liberare il loro paese da coloro che stavano sterminando 6 milioni di ebrei nei campi di concentramento. Attaccavano i loro alleati repubblichini. Attaccavano chi tutti i giorni uccideva, torturava, opprimeva la popolazione dell’Italia del Nord. Ma chiamarli “terroristi”, Pansa lo sa bene, mira a farli percepire come assassini. È buffo come in questi libri in genere anche i più terribili torturatori nazifascisti diventano “uno che aveva inferto duri colpi ai Gap”, che poverini poi stranamente vengono uccisi a guerra finita, poi però se chiudi il libro di Pansa e vai a cercare notizie su quel tizio che aveva “inferto duri colpi ai Gap”, Giusto Veneziani, scopri che torturava sistematicamente i partigiani, che aveva fatto abortire una donna a pugni sullo stomaco, e una sequela di altre ripugnanti azioni che evidentemente Pansa non ha ritenuto opportuno menzionare.
Gli uomini di Paggio sicuramente compiono varie azioni a guerra finita, e lì bisogna distinguere anche tra le varie fasi della storia della Volante Rossa. Le azioni dell’immediato dopoguerra sono assolutamente simili a ciò che accadde in tutta Europa in quei mesi, con la punizione di fascisti e collaborazionisti, mentre gli omicidi del 1949 sono sicuramente fuori tempo, con la formazione che non è più clandestina da tempo, e infatti causano l’arresto di molti dei suoi militanti.
Non va dimenticato che Paggio e i suoi agiscono in un’Italia che più passano i mesi più si rivela un paese alla rovescia, dove fascisti responsabili di incredibili atrocità invece che venire puniti rimangono ai loro posti nelle amministrazioni pubbliche e nelle forze di polizia, mentre i partigiani entrati subito dopo il 25 aprile vengono via via allontanati con una serie di risibili cavilli. Un paese in cui l’unica epurazione che davvero ha luogo con successo è quella dei partigiani dalle forze di polizia. Un paese che vede chi ha lottato per liberare l’Italia incarcerato per azioni commesse durante la guerra partigiana, e per le strade, liberi, i fascisti.
Libero Junio Valerio Borghese, comandante della X Mas, che nel dopoguerra si renderà protagonista di un tentato colpo di stato. Libero il “boia di Genova” Basile. Libero il criminale di guerra Graziani,  inserito dall'ONU nella lista dei criminali di guerra su richiesta dell'Etiopia, per cui l’Italia non concederà mai l’estradizione nonostante sia accusato dell'uso di gas tossici sulla popolazione civile, nonostante sia accusato di aver bombardato ospedali della Croce Rossa. Eccetera eccetera. Parlando della Volante Rossa e di fenomeni simili non si può ignorare questo contesto, o si rischia di ragionare sulla storia senza coglierne il sapore, senza calarsi nel clima di quegli anni. E quindi senza capire.
A Milano in quegli anni non c’è un gruppo di pazzi che si fa giustizia da sé. A Milano in quegli anni c’è una guerra tra i gruppi armati neofascisti da una parte e molti ex partigiani dall’altra (non solo la Volante Rossa, perché come racconto nel libro ci sono almeno altre due organizzazioni armate a Milano in quegli anni, all’interno di sedi del Pci). Perché quello che molti pseudostorici o “controstorici” dimenticano spesso di dire è che i fascisti sono rimasti armati, e nel dopoguerra si riorganizzano in fretta, e colpiscono quotidianamente le sedi dei partiti di sinistra, le attaccano con bombe, esplosivi, colpi di mitragliatrice. Attaccano la sede della camera del lavoro, e la custode, Stella Zuccoletti, ci rimette la vita. Attaccano la sezione comunista di Porta Genova, e un bambino di 5 anni, Franco Flammeni, è dilaniato dall’esplosione di una bomba. Attaccano la Casa del Popolo di Lambrate, sede della Volante Rossa, che solo grazie a un infiltrato riesce a sapere prima dell’attacco e a organizzare una difesa.
Questo è il contesto storico in cui agiscono gli uomini di Paggio, e raccontarlo per quello che era non è una questione di giudizio storico o etico, è semplicemente una questione di fare bene il proprio lavoro. Se uno vuole “revisionare” la storia prima la deve studiare.

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...