
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
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11.8.17
legge del contrappasso vai a .boicottare le ong che salvano i migranti e poi lanci un SOS perchè sei in avaria e ti soccorrono loro
Ricordate la legge del contrappasso? La nave fascista C-Star, in mare per fermare i salvataggi dei migranti da parte delle Ong, è in panne. Il centro di coordinamento della Guardia Costiera manda la nave di una Ong tedesca Sea-Eye ad aiutarli

4.8.16
STORIA DI URBANA UMANITÀ
tra le tanti storie di solitudine degli anziani , questa , a differenza d'altre si è conclusa bene .
#ROMA: STORIA DI URBANA UMANITÀ
È un’estate afosa quella romana. Jole è a casa. Come tutte le sere. Ormai da troppo tempo.
Al Tg scorrono distrattamente le notizie. Attentati, bimbi maltrattati in un asilo… Jole si chiede il perché di tanta cattiveria…
Ma la tv le fa compagnia…
Ancora una sera solitaria da passare con Michele.
Si, perché Michele, 94 anni, è il suo uomo da quasi settanta.
Lei, che di primavere ne ha 89, ne avrebbe di ricordi da raccontare!
A chi poi? È tanto che nessuno passa a salutarli…
Non è sempre facile la vita.
Specie quando la città si svuota ed i vicini sono via in vacanza.
A volte la solitudine si scioglie in pianto.
A volte è come un temporale estivo. Arriva all'improvviso e ti travolge.
Jole e Michele si amano. Ma quando la solitudine è un peso sul cuore, può accadere che perdano la speranza.
Può accadere, come questa volta, che urlino così forte la loro disperazione che, alla fine, qualcuno chiami la Polizia di Stato.
Non c’è un reato. Jole e Michele non sono vittime di truffe come spesso accade agli anziani e nessun ladro è entrato in casa. Non c’è nessuno da salvare.
Questa volta, per i ragazzi delle Volanti c’è un compito più arduo da svolgere.
Ci sono due anime sole da rassicurare.
Una volta dentro l’appartamento, tutto racconta di quella lunga vita insieme.
Ma parla anche di quella desolazione per la quale gli agenti sono lì.
Un misero raspo, da cui pendono avvizziti tre acini d’uva, sul tavolo della cucina, racconta di un digiuno che dura già da troppo tempo.
I poliziotti sono pervasi dalla tenerezza.
Capiscono che questa volta è diverso.
Non ci sono moduli da compilare. Questa sera i codici non servono.
Serve essere uomini.
Essere veri.
E mentre attendono l’ambulanza per verificare che i coniugi stiano bene, capiscono che solo un po’ di calore umano potrà ridare tranquillità a Jole e Michele.
Chiedono il permesso di accedere alla dispensa.
Improvvisano una cenetta. Un piatto di pasta con burro e formaggio. Niente di particolare. Ma con un ingrediente prezioso: c’è, dentro, tutta la loro umanità.
Andrea ai fornelli e Alessandro, Ernesto e Mirko ad intrattenere i due nuovi amici.
Questa sera si cena in famiglia!
Anche questo è #essercisempre e si trova ogni volta che qualcuno ci chiede aiuto.
La Cronaca Italiana ha condiviso il post di Questura di Roma.
Jole
e Michele, 89 anni lei, 94 lui, sono sposati da settant'anni. Una
storia di solitudine che da silenzio si è trasformata in pianto e alla
fine in urla di disperazione. I vicini hanno chiamato il 113, pensando a
una lite in famiglia o all'irruzione di un ladro. Niente di tutto
questo. Gli agenti hanno trovato Jole e Michele. E hanno cucinato per
loro
È un’estate afosa quella romana. Jole è a casa. Come tutte le sere. Ormai da troppo tempo.
Al Tg scorrono distrattamente le notizie. Attentati, bimbi maltrattati in un asilo… Jole si chiede il perché di tanta cattiveria…
Ma la tv le fa compagnia…
Ancora una sera solitaria da passare con Michele.
Si, perché Michele, 94 anni, è il suo uomo da quasi settanta.
Lei, che di primavere ne ha 89, ne avrebbe di ricordi da raccontare!
A chi poi? È tanto che nessuno passa a salutarli…
Non è sempre facile la vita.
Specie quando la città si svuota ed i vicini sono via in vacanza.
A volte la solitudine si scioglie in pianto.
A volte è come un temporale estivo. Arriva all'improvviso e ti travolge.
Jole e Michele si amano. Ma quando la solitudine è un peso sul cuore, può accadere che perdano la speranza.
Può accadere, come questa volta, che urlino così forte la loro disperazione che, alla fine, qualcuno chiami la Polizia di Stato.
Non c’è un reato. Jole e Michele non sono vittime di truffe come spesso accade agli anziani e nessun ladro è entrato in casa. Non c’è nessuno da salvare.
Questa volta, per i ragazzi delle Volanti c’è un compito più arduo da svolgere.
Ci sono due anime sole da rassicurare.
Una volta dentro l’appartamento, tutto racconta di quella lunga vita insieme.
Ma parla anche di quella desolazione per la quale gli agenti sono lì.
Un misero raspo, da cui pendono avvizziti tre acini d’uva, sul tavolo della cucina, racconta di un digiuno che dura già da troppo tempo.
I poliziotti sono pervasi dalla tenerezza.
Capiscono che questa volta è diverso.
Non ci sono moduli da compilare. Questa sera i codici non servono.
Serve essere uomini.
Essere veri.
E mentre attendono l’ambulanza per verificare che i coniugi stiano bene, capiscono che solo un po’ di calore umano potrà ridare tranquillità a Jole e Michele.
Chiedono il permesso di accedere alla dispensa.
Improvvisano una cenetta. Un piatto di pasta con burro e formaggio. Niente di particolare. Ma con un ingrediente prezioso: c’è, dentro, tutta la loro umanità.
Andrea ai fornelli e Alessandro, Ernesto e Mirko ad intrattenere i due nuovi amici.
Questa sera si cena in famiglia!
Anche questo è #essercisempre e si trova ogni volta che qualcuno ci chiede aiuto.
29.1.16
Policlinico San Matteo, viaggio nel reparto fantasma Pavia. Al quinto piano del Dea 8 stanze, 16 posti letto, ambulatori: attrezzati e pronti da due anni e mai utilizzati
Sperando che news come queste non si limitino a creare solo indignazioni e post commenti incazzosi che poi sfoceranno ( nessuno , sottoscritto compreso n'è immune ) da populismo e qualunquismo .Ma portino ad agire e a usare l'unica arma che abbiamo per chi ancora ci crede il non votare e rivotare politici idioti e fare gruppo di pressione onde evitare simili sprechi e quindi debiti per i quali bisogna poi tagliare anziché sui rami secchi e non sulle cause dello spreco
da http://laprovinciapavese.gelocal.it/pavia/cronaca del 29\1\2016
Policlinico San Matteo, viaggio nel reparto fantasma
Pavia. Al quinto piano del Dea 8 stanze, 16 posti letto, ambulatori: attrezzati e pronti da due anni e mai utilizzati
di Donatella Zorzetto

PAVIA. È un reparto pronto da due anni, ma non funziona. O meglio: non è mai stato fatto funzionare. È un reparto “fantasma” con posti letto, attrezzature, ambulatori, spazi comuni. Peccato che tutto questo non abbia mai accolto un solo paziente, perchè la direzione generale del San Matteonon ha garantito ad esso alcuna operatività.
Il “reparto fantasma” si trova al quinto piano del Dea. Oltrepassata la divisione di Urologia, è sufficiente fare pochi passi per trovarsi di fronte ad una porta spalancata e ad un corridoio vuoto. Metri e metri sotto le luci a neon, senza un paziente, un infermiere o un medico. A destra le camere da letto: sono otto in tutto, con 16 posti complessivi. Camere nuove, come del resto in tutto il Dea, in stile americano: due letti, altrettanti tavolini, un bagno, attrezzature moderne e all’avanguardia. Ma tutte rigorosamente chiuse a chiave. Al di là delle tendine abbassate si intravedono i letti e le sedie ancora avvolte dal cellophane. Sono stanze fotocopia; qua e là un po’ di disordine perchè qualcuno, da altri reparti, si è preso qualche seduta perchè ne aveva bisogno. Solo una camera, rimasta aperta, a luci accese svela tutta la sua desolante assurdità: i due letti supermoderni sistemati al centro, il resto allestito tutt’intorno, il bagno che sa ancora di pittura. Tutto pronto per nessuno.
Ogni tanto all’imbocco del corridoio sbuca una figura in camice bianco: sono soprattutto tirocinanti per i quali in una stanza è stato allestito uno spogliatoio. Quello è l’unico spazio utilizzato da due anni. Il resto è lì, aspetta che qualcuno decida. E mentre nelle altre divisioni del Dea le liste d’attesa si allungano perchè i posti letto non sono sufficienti, al quinto piano c’è un’ala che nessuno fino ad ora ha occupato. Eppure i pretendenti ci sarebbero: attualmente sono ancora fuori dal Dea i reparti di Otorinolaringoiatria, Ematologia, Oculistica, Cardiochirurgia. Ma mentre per quest’ultima sembra si sia arrivati alla decisione del trasloco, per le restanti divisioni è ancora buio fitto.
I sindacati sull’argomento non spendono molte parole. E per ora non fanno barricate. Gli unici a prendere posizione sono gli esponenti della Uil. Marco Grignani, responsabile Uil San Matteo, sottolinea: «Non escludiamo che quell’ala sia destinata a Cardiochirurgia, ma di certo i trasferimenti dei reparti andavano completati. Abbiamo aperto un ospedale nuovo e non c’è ancora una clinica vecchia completamente vuota». Per la Uil, che nelle prossime settimane incontrerà il nuovo direttore generale Nunzio Del Sorbo, insieme ai colleghi delle altre sigle sindacali, sono diverse le cose da chiarire. «Gli sprechi si moltiplicano – prosegue Grignani –, e un trasferimento un po’ più oculato e veloce certo non farebbe male. Siamo preoccupati soprattutto
perchè l’assistenza che si presta all’interno di diverse unità operative è al limite». E conclude: «Il 3 febbraio, come abbiamo convenuto nell’ultimo incontro tenuto in Prefettura, cominceremo ad analizzare quanto personale serva per organizzare i nuovi turni di lavoro. Noi ci saremo».
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da http://laprovinciapavese.gelocal.it/pavia/cronaca del 29\1\2016
Policlinico San Matteo, viaggio nel reparto fantasma
Pavia. Al quinto piano del Dea 8 stanze, 16 posti letto, ambulatori: attrezzati e pronti da due anni e mai utilizzati
di Donatella Zorzetto

PAVIA. È un reparto pronto da due anni, ma non funziona. O meglio: non è mai stato fatto funzionare. È un reparto “fantasma” con posti letto, attrezzature, ambulatori, spazi comuni. Peccato che tutto questo non abbia mai accolto un solo paziente, perchè la direzione generale del San Matteonon ha garantito ad esso alcuna operatività.
Il “reparto fantasma” si trova al quinto piano del Dea. Oltrepassata la divisione di Urologia, è sufficiente fare pochi passi per trovarsi di fronte ad una porta spalancata e ad un corridoio vuoto. Metri e metri sotto le luci a neon, senza un paziente, un infermiere o un medico. A destra le camere da letto: sono otto in tutto, con 16 posti complessivi. Camere nuove, come del resto in tutto il Dea, in stile americano: due letti, altrettanti tavolini, un bagno, attrezzature moderne e all’avanguardia. Ma tutte rigorosamente chiuse a chiave. Al di là delle tendine abbassate si intravedono i letti e le sedie ancora avvolte dal cellophane. Sono stanze fotocopia; qua e là un po’ di disordine perchè qualcuno, da altri reparti, si è preso qualche seduta perchè ne aveva bisogno. Solo una camera, rimasta aperta, a luci accese svela tutta la sua desolante assurdità: i due letti supermoderni sistemati al centro, il resto allestito tutt’intorno, il bagno che sa ancora di pittura. Tutto pronto per nessuno.
Ogni tanto all’imbocco del corridoio sbuca una figura in camice bianco: sono soprattutto tirocinanti per i quali in una stanza è stato allestito uno spogliatoio. Quello è l’unico spazio utilizzato da due anni. Il resto è lì, aspetta che qualcuno decida. E mentre nelle altre divisioni del Dea le liste d’attesa si allungano perchè i posti letto non sono sufficienti, al quinto piano c’è un’ala che nessuno fino ad ora ha occupato. Eppure i pretendenti ci sarebbero: attualmente sono ancora fuori dal Dea i reparti di Otorinolaringoiatria, Ematologia, Oculistica, Cardiochirurgia. Ma mentre per quest’ultima sembra si sia arrivati alla decisione del trasloco, per le restanti divisioni è ancora buio fitto.
I sindacati sull’argomento non spendono molte parole. E per ora non fanno barricate. Gli unici a prendere posizione sono gli esponenti della Uil. Marco Grignani, responsabile Uil San Matteo, sottolinea: «Non escludiamo che quell’ala sia destinata a Cardiochirurgia, ma di certo i trasferimenti dei reparti andavano completati. Abbiamo aperto un ospedale nuovo e non c’è ancora una clinica vecchia completamente vuota». Per la Uil, che nelle prossime settimane incontrerà il nuovo direttore generale Nunzio Del Sorbo, insieme ai colleghi delle altre sigle sindacali, sono diverse le cose da chiarire. «Gli sprechi si moltiplicano – prosegue Grignani –, e un trasferimento un po’ più oculato e veloce certo non farebbe male. Siamo preoccupati soprattutto
perchè l’assistenza che si presta all’interno di diverse unità operative è al limite». E conclude: «Il 3 febbraio, come abbiamo convenuto nell’ultimo incontro tenuto in Prefettura, cominceremo ad analizzare quanto personale serva per organizzare i nuovi turni di lavoro. Noi ci saremo».
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2.8.14
anche i bambini fanno oh e c'insegnano molte cose
in sottofondo Paola Turci - Bambini
Da contro altare a questa news dei giorni scorsi
Australia, affittano mamma surrogata ma abbandonano un gemellino: è down
Incredibile vicenda in Australia. La coppia ha portato a casa la piccola sana lasciando in Thailandia, alla mamma surrogato il piccolo malato. La donna thailandese aveva detto si alla coppia per risollevarsi economicamente. Con loro aveva pattuito un prezzo di 11.700 dollari ai quali furono aggiunti altri 1.673 quando seppero che la signora aspettava due gemelli.
Il piccolo abbanonato
LA STORIA - La scoperta già all'inizio della gravidanza. Al terzo mese è stato detto alla "mamma in che uno dei due gemellini che portava in grembo era malato. La donna decide comunque di non abortire, convinta della bontà dei genitori adottivi. I due però, quando i gemellini sono venuti alla luce, hanno abbandonato il piccolo perché down e affetto da una patologia congenita cardiaca).
Gammy, questo il nome, non può essere mantenuto dalla mamma naturale. Un medico dell'ospedale dove è nato e che ha seguito la vicenda ha quindi aperto una sottoscrizione online sul sito Gofoundme.
leggo una bella news che Su Twitter circola in modo insistente: è l'hashtag #JewsAndArabsRefuseToBeEnemies, un'iniziativa congiunta di israeliani e palestinesi per la pace in Medio Oriente. Le Foto che ritraggono coppie di giovani sposi, amici, figli di genitori di diversa provenienza e persino bambini
che dichiarano a gran voce di non considerare solo ed esclusivamente l'altro come nemico. Fra queste foto della galleria di repubblica.it ho scelto questa di due bambini perchè rappresentata meglio il messaggio forte contro decenni di guerra irrisolta.
E e sempre dal conflitto arabo israeliano sulla mia bacheca di facebook ho trovato questa
sono d'accordo con Silvia Grandi quando dice : << E' davvero commovente vedere con quanto orgoglio questa ragazzina difenda il suo diritto allo studio e alla vita... quando tanti ragazzi italiani invece sembra vadano al patibolo quando vanno a scuola. In realta' spesso non ci rendiamo conto di essere molto fortunati ! >>
E e sempre dal conflitto arabo israeliano sulla mia bacheca di facebook ho trovato questa
sono d'accordo con Silvia Grandi quando dice : << E' davvero commovente vedere con quanto orgoglio questa ragazzina difenda il suo diritto allo studio e alla vita... quando tanti ragazzi italiani invece sembra vadano al patibolo quando vanno a scuola. In realta' spesso non ci rendiamo conto di essere molto fortunati ! >>
Un altra storia è questa
Unione sarda online di Sabato 02 agosto 2014 16:35
A scuola prendeva buoni voti ma era stata bocciata: aveva fatto troppe assenze. Ma il Tar del Piemonte ha annullato la bocciatura.Ci è voluto l'intervento dei giudici del Tar del Piemonte per permettere a una studentessa di una quinta
![]() |
Esame di maturità |
Il Consiglio di classe, visto che la studentessa aveva superato il monte ore complessivo di assenze, non aveva nemmeno proceduto allo scrutinio dei suoi voti. La ragazza non si è data per vinta, si è rivolta ai giudici e, una decina di giorni dopo, la presidenza della seconda sezione del Tar piemontese ne ordinava l'ammissione all'esame di Stato (che ha superato senza grosse difficoltà). La scuola era a conoscenza della situazione della studentessa e, secondo i giudici, si è macchiata di una "grave" violazione del "principio di proporzione dell'azione amministrativa".
14.2.14
Gubbio L'harakiri di uno studente modello: farsi bocciare apposta per amore
uniuone sarda
Desta clamore e stupore il proposito di un liceale di Gubbio che vuole perdere apposta l'anno per stare in classe con la fidanzata più piccola.
Farsi bocciare per poter così frequentare la stessa classe della fidanzata di un anno più piccola. Questo il dichiarato proposito di uno studente liceale di Gubbio, che sta accumulando assenze apposta per perdere

foto simbolo
l'anno. E, per fargli cambiare idea, è scattata ora una vera e propria mobilitazione. In prima linea, ovviamente, i suoi genitori, ma anche gli insegnanti, i compagni e la preside dell'istituto, Maria Marinangeli. "Stiamo cercando di fargli capire - ha spiegato la docente alla stampa - che questa decisione è dannosa e che, comunque, nessuno vuole frapporsi ai loro sentimenti". Negli ultimi tempi lo studente ha frequentato a singhiozzo le lezioni. Il suo obiettivo è quello di totalizzare 55 assenze, quota che fa automaticamente scattare la bocciatura. Eppure, continua la dirigente, "è in gambissima. Un ragazzo amorevole - aggiunge -, studioso e senza alcun problema di profitto". Chissà se San Valentino, patrono degli innamorati, e le pressioni di docenti, amici e compagni riusciranno infine a farlo venire a più miti consigli.

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