Policlinico San Matteo, viaggio nel reparto fantasma Pavia. Al quinto piano del Dea 8 stanze, 16 posti letto, ambulatori: attrezzati e pronti da due anni e mai utilizzati

Sperando che news come queste non si limitino a creare solo indignazioni e post commenti incazzosi che poi sfoceranno ( nessuno , sottoscritto compreso n'è immune ) da populismo e qualunquismo .Ma portino ad agire e a usare l'unica arma che abbiamo per chi ancora ci crede il non votare e rivotare politici idioti e fare gruppo di pressione onde evitare simili sprechi e quindi debiti per i quali bisogna poi tagliare anziché sui rami secchi e non sulle cause dello spreco

  da  http://laprovinciapavese.gelocal.it/pavia/cronaca del  29\1\2016

Policlinico San Matteo, viaggio nel reparto fantasma
Pavia. Al quinto piano del Dea 8 stanze, 16 posti letto, ambulatori: attrezzati e pronti da due anni e mai utilizzati
di Donatella Zorzetto




PAVIA. È un reparto pronto da due anni, ma non funziona. O meglio: non è mai stato fatto funzionare. È un reparto “fantasma” con posti letto, attrezzature, ambulatori, spazi comuni. Peccato che tutto questo non abbia mai accolto un solo paziente, perchè la direzione generale del San Matteonon ha garantito ad esso alcuna operatività.

Il “reparto fantasma” si trova al quinto piano del Dea. Oltrepassata la divisione di Urologia, è sufficiente fare pochi passi per trovarsi di fronte ad una porta spalancata e ad un corridoio vuoto. Metri e metri sotto le luci a neon, senza un paziente, un infermiere o un medico. A destra le camere da letto: sono otto in tutto, con 16 posti complessivi. Camere nuove, come del resto in tutto il Dea, in stile americano: due letti, altrettanti tavolini, un bagno, attrezzature moderne e all’avanguardia. Ma tutte rigorosamente chiuse a chiave. Al di là delle tendine abbassate si intravedono i letti e le sedie ancora avvolte dal cellophane. Sono stanze fotocopia; qua e là un po’ di disordine perchè qualcuno, da altri reparti, si è preso qualche seduta perchè ne aveva bisogno. Solo una camera, rimasta aperta, a luci accese svela tutta la sua desolante assurdità: i due letti supermoderni sistemati al centro, il resto allestito tutt’intorno, il bagno che sa ancora di pittura. Tutto pronto per nessuno.

Ogni tanto all’imbocco del corridoio sbuca una figura in camice bianco: sono soprattutto tirocinanti per i quali in una stanza è stato allestito uno spogliatoio. Quello è l’unico spazio utilizzato da due anni. Il resto è lì, aspetta che qualcuno decida. E mentre nelle altre divisioni del Dea le liste d’attesa si allungano perchè i posti letto non sono sufficienti, al quinto piano c’è un’ala che nessuno fino ad ora ha occupato. Eppure i pretendenti ci sarebbero: attualmente sono ancora fuori dal Dea i reparti di Otorinolaringoiatria, Ematologia, Oculistica, Cardiochirurgia. Ma mentre per quest’ultima sembra si sia arrivati alla decisione del trasloco, per le restanti divisioni è ancora buio fitto.

I sindacati sull’argomento non spendono molte parole. E per ora non fanno barricate. Gli unici a prendere posizione sono gli esponenti della Uil. Marco Grignani, responsabile Uil San Matteo, sottolinea: «Non escludiamo che quell’ala sia destinata a Cardiochirurgia, ma di certo i trasferimenti dei reparti andavano completati. Abbiamo aperto un ospedale nuovo e non c’è ancora una clinica vecchia completamente vuota». Per la Uil, che nelle prossime settimane incontrerà il nuovo direttore generale Nunzio Del Sorbo, insieme ai colleghi delle altre sigle sindacali, sono diverse le cose da chiarire. «Gli sprechi si moltiplicano – prosegue Grignani –, e un trasferimento un po’ più oculato e veloce certo non farebbe male. Siamo preoccupati soprattutto
perchè l’assistenza che si presta all’interno di diverse unità operative è al limite». E conclude: «Il 3 febbraio, come abbiamo convenuto nell’ultimo incontro tenuto in Prefettura, cominceremo ad analizzare quanto personale serva per organizzare i nuovi turni di lavoro. Noi ci saremo».


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