qui non si tratta di essere pro o a favore dell'aborto la mia posizione la conoscete se avete o leggete il blog, ma di difendere un diritto delle donne . Perché con la scusa ( tolte le mosche bianche che lo sono davvero e sono coerenti e verso cui non ho niente da rimproverare è una scelta etica condivisibile o meno ) che sei un obbiettore in pubblico e magari no in privato rendi impossibile la vita a chi vuole esercitare il proprio diritto
da www.unionesarda.it Oggi alle 16:02 - ultimo aggiornamento alle 16:39
Foto simbolo
All'undicesima settimana di gravidanza, dopo aver scoperto che il feto aveva una grave malattia genetica, ha chiesto al proprio ginecologo di interrompere la gravidanza.
Ma il medico si è rifiutato, perché "obiettore di coscienza".
E altri suoi colleghi hanno fatto la stessa cosa, costringendola a iniziare un vero e proprio calvario per poter esercitare, entro i termini, il proprio diritto di scelta, sancito dalla legge 194.
Protagonista della vicenda, Benedetta, 35enne di Ascoli Piceno.
La sua odissea sta facendo scalpore in tutto il mondo, perché al centro di un articolo pubblicato sul prestigioso New York Times, dedicato proprio alle difficoltà delle donne italiane a interrompere gravidanze indesiderate o a rischio per via dei medici obiettori (che in Italia sono il 70 per cento, con punte dell'83 in alcune regioni del Mezzogiorno).Ma la storia di Benedetta ha anche particolari inquietanti.
Come il consiglio, ricevuto in ospedale, di rivolgersi a uno psichiatra per farsi certificare di aver minacciato di uccidere il feto così da ottenere una proroga del termine legale (90 giorni) per interrompere la gravidanza.
Tempo in più per cercare uno specialista disponibile all'intervento.
Nell'intervista al prestigioso giornale della Grande Mela, la 35enne si è detta "arrabbiata e incredula" di fronte alla situazione italiana, affermando anche di essersi sentita più volte "come un contenitore, non un essere umano".
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