Gavino Deidda
Avrei voluto vedere te che sputi sentenze affrontare la morta con l'orgoglio e la dignità di chi quel giorno si ha tolto quel famoso cappuccio
- Mi piace
- Rispondi
- Nascondi
- 16 h
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
Barbara
GENTILE BARBARA, la sua lettera ha il pregio di portare l’attenzione verso il nodo cruciale. La questione della censura dei social, il cosiddetto fact-checking, infatti, prescinde totalmente dal grado di consapevolezza della popolazione, dalla sua crescita culturale e dal discernimento necessario a non farsi abbindolare da notizie false. L’unico modo per fronteggiare un degrado della comunicazione, elemento prezioso per una “sfera pubblica”, è quello di essere dotati di conoscenze adeguate. La nostra scuola svolge sempre meno questo compito e le linee guida che il ministro Valditara ha appena reso note – poesie mandate a memoria e studio delle “saghe nordiche” – non fa certamente ben sperare.
Nella notte tra sabato e domenica l’FBI ha reso pubblico il nome di Thomas Matthew Crooks, l’uomo che ha sparato al candidato Repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti Donald Trump durante un comizio in Pennsylvania e che subito dopo è stato ucciso da agenti della sicurezza.Prima che il nome di Crooks diventasse di pubblico dominio, però, sui social network avevano iniziato a circolare notizie false sull’identità dell’attentatore. In modo piuttosto sorprendente, perlomeno se vista dall’Italia, quella che più di tutte ha attecchito ed è stata ricondivisa (e quindi a cui ha creduto più gente) indicava come attentatore il giornalista sportivo italiano Marco Violi, youtuber con un discreto seguito e direttore responsabile del sito romagiallorossa.it. I post che lo accusavano sono stati visti da almeno da qualche milione di persone e condivisi migliaia di volte, al punto che molti giornali internazionali sono dovuti intervenire per smentire la notizia.Pochi minuti dopo l’attentato, su X (Twitter) aveva iniziato a circolare una foto di Violi accompagnata da un testo che lo definiva «il cecchino di Trump». Nella foto Violi veniva descritto come «un famoso estremista antifa» (contrazione di anti fascist, antifascista, che negli Stati Uniti viene usata per indicare un movimento di attivisti nato in opposizione alla crescita dei movimenti di estrema destra): ha avuto grandissima diffusione soprattutto su X (Twitter) e Gab, una piattaforma social utilizzata da militanti di estrema destra, e su alcuni canali Telegram.La diffusione è stata così ampia che alcune fra le principali testate e agenzie stampa internazionali, come Reuters, Bloomberg e NBC News, hanno pubblicato articoli di fact-checking per smentire che Violi fosse per davvero l’attentatore di Trump. Se fosse circolata solo in Italia probabilmente la notizia sarebbe sembrata immediatamente implausibile, ma in un paese in cui Violi è presumibilmente sconosciuto ha finito per essere molto ricondivisa.Probabilmente, la foto di Violi ha avuto una diffusione così ampia dopo essere stata postata su X da Wall Street Silver, un account seguito da più di un milione di utenti e con cui interagisce spesso anche il proprietario di X, l’imprenditore Elon Musk. La foto postata da Wall Street Silver è stata vista da più di due milioni di persone, poi l’account l’ha eliminata.
Lo stesso Violi ha parlato della vicenda con un post pubblicato sul suo profilo Instagram, arrivando a dover precisare: «Smentisco categoricamente di essere coinvolto in questa situazione». Non è chiaro quale account abbia iniziato a far circolare la foto: Violi ha raccontato di essere stato svegliato a tarda notte dalle «numerose notifiche» ricevute su Instagram e X, e che i primi a postare la sua foto su X sono stati due account italiani, LogikSEO e @Moussolinho (quest’ultimo è stato disattivato da X e Instagram). Ha anche detto che su internet circolano notizie false sul suo conto già da cinque anni, e che lunedì denuncerà gli account che hanno postato la sua foto sulle piattaforme social.
Quella di Violi non è l’unica notizia falsa sull’attentato a Trump circolata nelle scorse ore. Diversi post, tra cui alcuni scritti da politici statunitensi che ricoprono cariche elettive, sostenevano senza prove che l’attentato fosse stato ordinato dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden. Per esempio, subito dopo l’attentato, il deputato Repubblicano del Congresso Mike Collins aveva scritto esplicitamente: «Biden ha dato gli ordini».
Ciao Matteo Salvini,
il secondo caso è questo mio paragone fra la morte dell'autista di Autobus che mentre colpito da un infarto sul lavoro è riuscito a fermare il mezzo senza uscire di strada salvando tutti i passeggeri e quella Fabrizio Quattrocchi (Catania, 9 maggio 1968 – Iraq, 14 aprile 2004) è stato una guardia di sicurezza privata italiana.Fu rapito e ucciso in Iraq, dove lavorava per una compagnia di sicurezza, e venne insignito di una medaglia d'oro al valor civile alla memoria. ... segue Fabrizio Quattrocchi - Wikipedia
repubblica 20 LUGLIO 2023 ALLE 17:34
Apro l'email e tovo queste "lettere " di alcuni haters \odiatori , tralasciando gli insulti e le solite litanie ...