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20.4.25

l'italia che non cambia o che cambia in peggio . Daniela Coli, il tweet sessista della prof filo-dem contro Meloni: "Lei si tocca" Bufera sulla Lega per immagini create IA, Pd e Avs “Rappresentano immigrati come criminali, alimentano odio e paura”.,


Daniela Coli, il tweet sessista della prof filo-dem contro Meloni: "Lei si tocca"


l post contro Meloni in foto con Trump: "Si tocca la f*** per l'eccitazione"

Un contenuto postato su un profilo X che porta il nome di Daniela Coli ha scatenato le reazioni degli utenti: cosa è successo

La visita di Giorgia Meloni a Washington, alla Casa Bianca per incontrare Donald Trump, è stata molto commentata sui social. Un post in particolare ha attirato l'attenzione per i toni utilizzati. Il nome del profilo si riferisce a Daniela Coli e nella descrizione si intuisce che si tratta di una docente universitaria. Nel post in questione c'è la foto di Meloni accanto a Trump in cui i due fanno il simbolo "ok" col pollice. La didascalia è evidentemente esplicita: "Lei si tocca la f*** tutta bagnata per l'eccitazione", alludendo alla posizione dell'altra mano della presidente del Consiglio. 

Il post di Daniela Colli con la foto di Meloni e Trump
Il post di Daniela Colli con la foto di Meloni e Trump

Il post è diventato virale in poco tempo, con centinaia di utenti che hanno commentato anche per insultare l'autrice. Persino il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha ripostato il contenuto commentando: "Insegna".

Guido Crosetto commenta il post di Daniela Coli su Giorgia Meloni e Trump
Il commento del ministro della Difesa, Guido Crosetto, al post di Daniela Coli su Giorgia Meloni e Donald Trump

Daniela Coli ha risposto a numerosi utenti, difendendosi e definendo le sue parole una "battuta". A chi la "accusava" di essere comunista, Coli ha risposto: "Mai stata comunista, neppure di sinistra. Per i supporter di Meloni chiunque faccia una battuta è un comunista e/ o una zecca rossa".

Le risposte di Daniela Coli che si difende su X
Le risposte di Daniela Coli

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Chi è Daniela Coli

La descrizione del profilo recita: "PhD EUI, docente universitario, libri su Croce, Gentile, Hobbes, saggi e articoli su "900 e '600". Cercando referenze su Daniela Coli, su "Pensiero storico", rivista internazionale di storia delle idee patrocinata dell'università di Siena, si legge che "Daniela Coli è PhD EUI, docente universitario, ha pubblicato: La modernità di Thomas Hobbes, il Mulino, 1994; Il filosofo, i libri, gli editori. Croce, Laterza e la cultura europea, ES, 2001 (1° ed. il Mulino); Giovanni Gentile, il Mulino, 2004", più altri libri che sembrano coincidere con la descrizione del profilo. Nel sito "Lettere.it", risulta un profilo autore in cui si può leggere che "Daniela Coli insegna Storia della Filosofia all'Università di Firenze". Sul sito dell'università fiorentina il profilo non è attivo.Già in passato, nel 2018, Coli aveva fatto parlare di sè con un altro tweet, stavolta su Marcello Foa, all'epoca presidente Rai: "Ci sono sempre stati ebrei alleati del fascismo, anzi fascistissimi, onorati e remunerati. #Foa non è una novità. Ma si ricorda come finirono gli Ovazza? Bruciati in una stufa".  

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Pd e Avs denunciano l’uso di immagini generate con AI da parte della Lega: “Rappresentano immigrati come criminali, alimentano odio e paura”.
L’opposizione accusa la Lega: “Uso distorto dell’intelligenza artificiale”


Si accende il dibattito politico sull’uso dell’intelligenza artificiale in ambito comunicativo. La Lega, guidata da Matteo Salvini, è finita al centro di una segnalazione formale presentata all’Agcom dal Partito Democratico e da Alleanza Verdi e Sinistra, che accusano il partito di aver pubblicato immagini artificialmente generate, contenenti messaggi a sfondo razzista, xenofobo e islamofobo.
Le immagini in questione, diffuse attraverso i canali social ufficiali del partito, mostrano presunti criminali – quasi esclusivamente uomini stranieri, con particolare riferimento a persone nere – nell’atto
di compiere furti, aggressioni e stupri, spesso ai danni di donne.
Nicita (Pd): “Si crea un clima di paura e odio”  Secondo i partiti promotori della segnalazione, il problema non riguarda soltanto la rappresentazione violenta, ma soprattutto l’uso della tecnologia per enfatizzare l’etnia degli aggressori. “Stanno usando l’intelligenza artificiale per prendere di mira categorie specifiche di persone, immigrati, arabi, rappresentandoli sistematicamente come ladri, stupratori o aggressori”, ha dichiarato il senatore Antonio Nicita (Pd) al Guardian, firmatario della denuncia.
Nicita ha poi aggiunto: “Si tratta di un uso strumentale e pericoloso delle nuove tecnologie, che contribuisce a creare un clima di paura e di odio nei confronti di chi ha origini straniere”.
La replica della Lega: “Fatti ispirati alla realtà”
Da parte della Lega, la replica non si è fatta attendere. Il partito ha difeso l’uso delle immagini affermando che esse “si basano su fatti accaduti realmente”. Una giustificazione che però non ha placato le polemiche, soprattutto alla luce del fatto che le immagini non riproducono eventi documentati con materiale fotografico autentico, ma sono costruite con strumenti di generazione visiva artificiale, potenzialmente capaci di influenzare la percezione pubblica.



23.9.23

uso strumentale della parola cultura dello stupro e attacco nazionalista a rula jebreal perchè ha detto : << Da Palermo a Caivano, la cultura dello stupro dilaga. L'Italia in direzione opposta al MeToo, malgrado una premier donna>>

 leggere 

l'importanza   dei  termini   e dell'uso  parole

  e i due    libri 
  • La manomissione delle parole, a cura di Margherita Losacco, Milano, Rizzoli, 2010, ISBN 978-88-17-04368-7.
  • La nuova manomissione delle parole, a cura di Margherita Losacco, Milano, Feltrinelli, 2021, ISBN 978-88-07-49306-5.



il  termine   Cultura dello stupro


 da  https://it.wikipedia.org/wiki/Cultura_dello_stupro

 usato a partire dagli studi di genere dalla letteratura femminista e postmoderna, per analizzare e descrivere una cultura nella quale lo stupro e altre forme di violenza sessuale sono comuni, e in cui gli atteggiamenti prevalenti, le norme, le pratiche e atteggiamenti dei media, normalizzano, minimizzano o incoraggiano lo stupro e altre violenze sulle donne. La prima definizione del concetto viene attribuita[5] al documentario dal titolo Rape culture[6] del 1975 in cui la regista Margaret Lazarus descrive come lo stupro sia rappresentato nel cinema, nella musica ed in altre forme di "intrattenimento". Patricia Donat e John D'Emilio, in uno scritto del 1992 apparso sul Journal of Social Issues[7], suggeriscono invece che il termine ha origine nel libro del 1975 Against Our Will: Men, Women, and Rape di Susan Brownmiller[8] come "cultura solidale con lo stupro". Le autrici di "Transforming a Rape Culture", testo pubblicato nel 1993, definiscono la cultura dello stupro come

(EN)

«It is a complex of beliefs that encourages male sexual aggression and supports violence against women. It occurs in a society where violence is seen as sexy and sexuality as violent. In a rape culture, women perceive a continuum of threatened violence that ranges from sexual remarks to sexual touching to rape itself. A rape culture condones physical and emotional terrorism against women as the norm. In a rape culture, both men and women assume that sexual violence is a fact of life, inevitable as death or taxes.»

(IT)

«(...) un complesso di credenze che incoraggiano l'aggressività sessuale maschile e supportano la violenza contro le donne. Questo accade in una società dove la violenza è vista come sexy e la sessualità come violenta. In una cultura dello stupro, le donne percepiscono un continuum di violenza minacciata che spazia dai commenti sessuali alle molestie fisiche fino allo stupro stesso. Una cultura dello stupro condona come "normale" il terrorismo fisico ed emotivo contro donne. Nella cultura dello stupro sia gli uomini che le donne assumono che la violenza sessuale sia "un fatto della vita", inevitabile come la morte o le tasse.»

(Emilie Buchwald, Pamela Fletcher, Martha Roth; Transforming a Rape Culture, Minneapolis (1993), MN: Milkweed Editions.)

è , in tempi come  questi  di malafede   e  d'ignoranza  (   soprattutto   crassa  ) è  passato    d'essere  usato  strumentalmente  . Come  potete  vedere  dal   dibattito  facebookiano
La giornalista, docente universitaria e scrittrice a Huffpost: "Le donne vengono brutalizzate due volte: prima dalla violenza e poi dal sistema che le costringe al silenzio. Castrazione chimica? Solo annunci plateali"
Rula Jebreal: "Da Palermo a Caivano, la cultura dello stupro dilaga. L'Italia in direzione opposta al MeToo, malgrado una premier donna"
HUFFINGTONPOST.IT
Rula Jebreal: "Da Palermo a Caivano, la cultura dello stupro dilaga. L'Italia in direzione opposta al MeToo, malgrado una premier donna"


  • Francesca Contini
    Sto mammifero la chiama cultura dello stupro, per favore toglietele il diritto di parola🤮🤮 questi mammiferi non educano e sono la rovina
    La modalità selezionata è Più pertinenti, pertanto alcune risposte potrebbero essere state escluse.
  • Italo Zulberti
    Torna dalle tue parti vedi cosa dilaga!!!
    • Mi piace
    • Rispondi
  • Lalla Rosi
    Appunto, malgrado!



viene usato , quando a parlarne è un\a giornalista araba in termine razzista ed exenofobia . Tale uso purtroppo , a volte soprattutto quando si legge di fretta e con scarsa attenzione ( come potete notare nei mie commenti ) , avviene in maniera subdola . Infatti ho capito dopo che tali commenti della signora e poi dei suoi seguaci erano intrisi d'ignoranza crassa e stereotipi razzisti olltre che un becero ed aggressivo nazionalismo . Ecco quindi che s' è arrivati al solito paragoni del .... menga   misnuendo il fattto che non dovrebbero esistrere stupri \ violenze di serie A e di Serie B e che essi a prescindere dalla nazionalità dell'individuo chi commette tale obrobrio è un criminale e sempre 💩 .
Quindi    a  questa frase  famosa 



     dobbiamo  aggiungere   come  ho  fin qua  scritto  riferendomi  a  quei  commenti   facebookiani sopra  riportati  .Un monito    che  vale  anche   per  me (  vedere  url all'inizio   del  post )   che  usa    spesso  a  sproposito  ed  acriticamente  le  parole  soprattutto  quelle  della neolinqua ormai [sic ]  entrate    nei vocabolario  ed  usate  anche  da  chi  contesta   coloro  la  propongono    per provocare  o  farsi  cercare meglio  dai motori  di ricerca     ed  essere  cosi  letto  da  tutti  anche  dai malpancisti ed  imbelli   e senza  pensare  alle  conseguenze  

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