Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
14.2.23
È Natalino il re della spiaggia: «In mare sfido le onde e il freddo
2.1.23
Ischia, un pescatore ritrova 10 milioni di vecchie lire
repubblica.it
di Pasquale Raicaldo
Le banconote, distrutte o deteriorate, rinvenute lungo il litorale di Sant'Angelo: i risparmi di un'isolana, il bottino di un contrabbandiere o l'incasso di un peschereccio naufragato?


Quanto basta per alimentare una nuova leggenda, tra le tante che qui resistono all'era dei social, nutrendosi delle confessioni sussurrate, rigorosamente "face to face". Quanto ai piccoli tesori che arrivano dal mare, Ischia ha per la verità - come tutte le piccole isole - una lunga teoria di storie - queste sì, assolutamente inconfutabili - che appartengono alla cronaca di questi anni: nel luglio del 2018 ai piedi del Castello aragonese fu recuperata una bottiglia con un messaggio in lituano, la donna che la ritrovò impiegò qualche giorno per farlo tradurre. Diceva: "Con il desiderio che ciascuno resti, per l'altro, la persona più importante al mondo, amanti e amici". Romanticissimo. Un paio di anni prima sulla spiaggia di Citara un bagnino raccolse, stropicciandosi gli occhi, un'altra bottiglia proveniente dalla Corsica. Recitava: "Ciao, Hello, Bonjour, Hola. Siamo Betta, Francesco, Lella, Marco, Mauro e Pietro. Affidiamo questo messaggio al mare. Se lo state leggendo è perché il mare ve l'ha fatto trovare". Storie romantiche, in antitesi con l'istantaneità di Facebook, che richiamano episodi certo più celebri, come quello del soldato Thomas Hughes che nel 1914 affidò proprio a un messaggio in bottiglia il saluto alla moglie: il messaggio fu ritrovato da un pescatore 85 anni dopo.

7.3.18
sorprese del mare Australia, il mare restituisce il più antico messaggio in bottiglia della storia: risale al 1886
Lucio Dalla - Come è profondo il mare da(Live@RSI 1978) - Il meglio della musica Italiana
Francesco De Gregori - Mira mare
Fossati De André De Gregori - Questi posti davanti al mare

"Una ricerca d'archivio in Germania ha trovato il Giornale di bordo originale della nave Paula, nel quale c'è una nota del 12 giugno 1886 scritta dal capitano che registra il fatto che una bottiglia era stata gettata in mare, alla deriva. La data e le coordinate corrispondono esattamente a quelle sul messaggio della bottiglia", ha affermato il dottor Ross Anderson, del Western Australian Museum.
Il ritrovamento ha una rilevanza da guinness: finora, il il tempo più ampio trascorso tra il lancio e il ritrovamento di un messaggio in una bottiglia era di 108 anni. La famiglia Illman - protagonista dello storico recupero - non aveva capito cosa gli fosse capitato tra le mani. Erano solo incuriositi dalla bottiglia dalla forma strana. Poi hanno visto il messaggio, che era anche bagnato. Per asciugarlo lo hanno messo nel forno, per cinque minuti. "Quando lo abbiamo srotolato, ho visto un messaggio scritto a mano con una grafia minuta su un modello prestampato. Chiedeva al lettore di contattare il consolato tedesco", ha raccontato la signora Tonya Illman. Suo marito Kym - che è un fotografo professionista - ha effettuato ricerche sul web e ha scoperto che tra il 1864 e il 1933 l'Osservatorio navale tedesco ha compiuto un esperimento sulle rotte oceaniche. È scattata così la ricostruzione storica che ha permesso di individuare le origini del messaggio. La famiglia Illman ha ora prestato il messaggio al Western Australian Museum, dove resterà esposto al pubblico per i prossimi due anni assieme alla sua bottiglia.
31.1.16
Una storia di mare e d'amicizia
Trinacria selvaggia
Una storia di mare e d'amicizia

Ettore, 74 anni, aveva amici e donne in ogni porto, si faceva voler bene per la sua schiettezza e la sua contagiosa allegria; era un uomo che viveva di poco, ricordo il suo orgoglio nel farmi assaggiare il tonno in salamoia che aveva pescato e preparato
Nel settembre del 2008 mi trovavo a Linosa, il porto era deserto, mi accorsi che nottetempo era arrivata una barca a vela, mi avvicinai , notai che portava un nome inconsueto per un natante marino: ”Alpina”, seguiva al nome il disegno di un fiore,una stella alpina.
Era una barca estremamente vissuta che non concedeva nulla alla ridicola e inutile leziosità dei natanti sportivi. Sul ponte lenze da traino,vestiti consunti stesi ad asciugare sulla corda del boma, un bidone strettamente assicurato alla battagliola , un vecchissimo tender cotto dal sole. Il vento cantava in cima all’albero di randa facendo rollare continuamente l’ ”Alpina” ed io seduto su una bitta ascoltavo il respiro profondo del mare.
Vidi emergere un gagliardo anziano che portava sul canuto capo uno zucchetto di cotone colorato, indossava una maglietta sbiadita, spesse bretelle di cuoio reggevano vecchi pantaloni sbiancati dalla salsedine e dal sole rinforzati, in corrispondenza delle ginocchia ,da spesse toppe di cuoio ,il volto era come terracotta brunita dalla fornace.
Iniziò una grande amicizia; mi parlò della sua vita e del suo sconfinato amore per il mare, un mare alto e profondo lontano dalla costa e non percorso da ‘’marinai domenicali’’, lontano dal rumore e dall’obbrobrio della calca estiva, il mare dove i pesci luna e le tartarughe pigramente si dondolano in superficie e le pinne dei cetacei fendono le creste delle onde.
Mi raccontò di anomali sollevamenti della superficie marina, degli squali e delle balene incrociati nel Canale di Sicilia e poi di tempeste e delle tante regate veliche vinte nel corso della sua intensa vita, regate che duravano giorni e si snodavano per centinaia di miglia lungo il bacino del Mediterraneo ,mare che aveva percorso in lungo e in largo dall’Egeo al mare di Alboran.
Ettore, 74 anni, aveva amici e donne in ogni porto, si faceva voler bene per la sua schiettezza e la sua contagiosa allegria;era un uomo che viveva di poco,ricordo il suo orgoglio nel farmi assaggiare il tonno in salamoia che aveva pescato e preparato.
Piu’ di una volta abbiamo parlato della morte quasi celebrandola, di questa Signora che porta la coscienza e l’anima in una dimensione di eternità, mi disse che avrebbe voluto incontrarla in mare aperto, annuii dicendogli che sarebbe stata una conclusione degna della sua splendida vita . Ci salutammo con un appuntamento per l’estate 2009, dovevamo fare una ricerca sui grandi squali pelagici del Canale di Sicilia, ci tenemmo in contatto per mesi.Un giorno lo chiamai ,il suo cellulare era spento,irraggiungibile.
Tutto accadde in un limpido e terso mattino d’estate,Ettore si trovava in navigazione con amici nel mare in burrasca sulla rotta Capraia -Marina di Carrara, un’ onda di proporzioni inusitate investi’ l’ ‘’Alpina’’a sole 4 miglia dal porto, fece in tempo a sganciare la zattera autogonfiabile permettendo ai suoi amici di salvarsi poi fu’ colpito violentemente al capo dal boma e scaraventato in mare,la barca colò a picco nel giro di pochissimi minuti. Il corpo di Ettore fu avvistato dall’equipaggio di un elicottero e recuperato.
Per sua espressa volontà testamentaria il cadavere fu cremato e le ceneri sparse nell’azzurro scrigno del mare che lui aveva sempre amato. Ho negli occhi e nella memoria la sua radiosa felicità nel sentire lo schiocco secco e sonoro della randa che si gonfiava di colpo sotto il gagliardo morso del vento.
7.2.14
Mare e galera, le spine dei ricci
Sessantasette anni, da più di cinquanta «in acqua», Franco ha iniziato a pescare ricci di mare e venderli per strada in un'epoca che, rispetto al presente, era il Far West: prima del 1987 (quando ottennero la regolarizzazione a forza di scioperi) «eravamo tutti abusivi: io avevo 55 milioni di lire di verbali».Oggi i ricciai di Cagliari, un centinaio, hanno la licenza regionale, molti anche quella ministeriale, ma devono ancora aspettare la bustittedda . La seconda volta sono entrato il giovedì; sono uscito il martedì mattina, e subito in acqua a fare is arrizzonis ». E che doveva fare, rubare?
stagione, entrare in acqua, sperare che non ci sia il maestrale, e nei giorni scorsi erano di nuovo in agitazione. Le nuove regole (etichettatura, provenienza del pescato, Haccp per vendere la polpa in vasetti) sono severe e pensate per dimensioni quasi industriali, e loro continuano a collezionare verbali. Stavolta in euro. Più, quando si spostano fuori città, minacce e gomme squarciate.Franco ha visto di peggio: «Ho anche fatto galera. L'anno del colera era vietatissimo pescare. Mi hanno beccato due volte: una ricci, l'altra bocconi. Mi hanno dato cinque giorni e cinque giorni. Ricordo la prima volta, davanti al portone di Buoncammino, con la
stagione, entrare in acqua, sperare che non ci sia il maestrale, e nei giorni scorsi erano di nuovo in agitazione. Le nuove regole (etichettatura, provenienza del pescato, Haccp per vendere la polpa in vasetti) sono severe e pensate per dimensioni quasi industriali, e loro continuano a collezionare verbali. Stavolta in euro. Più, quando si spostano fuori città, minacce e gomme squarciate.Franco ha visto di peggio: «Ho anche fatto galera. L'anno del colera era vietatissimo pescare. Mi hanno beccato due volte: una ricci, l'altra bocconi. Mi hanno dato cinque giorni e cinque giorni. Ricordo la prima volta, davanti al portone di Buoncammino, con la
emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello
Apro l'email e tovo queste "lettere " di alcuni haters \odiatori , tralasciando gli insulti e le solite litanie ...

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Come già accenbato dal titolo , inizialmente volevo dire Basta e smettere di parlare di Shoah!, e d'aderire \ c...
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Aveva ragione de Gregori quando cantava : un incrocio di destini in una strana storia di cui nei giorni nostri si è persa la memor...