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14.7.19

La Luna 50 anni fa 1969-2019

Ieri  notte  Partecipando all'annuale appuntamento con l'osservazione astronomica della Sardegna  organizzato dall'associazione culturale  GDV  ( Gallura  da  Valorizzare  )  è dedicato, quest'anno, alla LUNA in occasione del 50° anniversario dello sbarco dell'uomo sulla d'essa    ho vissuto  la stessa emozione    : <<  è un piccolo passo per [un] uomo, un gigantesco balzo per l'umanità. >>  provata   da Neil Armstrong, nel compiere il primo passo sulla superficie lunare, 21 luglio 1969 (   anche  se  secondo altri non furono le  parole esatte  .  ma   poco cambia  )  .
 Ottima  l'iniziativa di  Gvi ( Gallura  da  valorizzare  )   per coinvolgere chi vuole consolidare la consapevolezza di essere una piccola componente del cosmo.Infatti  ha tenuto in collaborazione  con l'associazione astronomi  sardi   una  lezione   scientifica    sulle caratteristiche  della  luna   ,  che poi si andava  a vedere  ad uno dei telescopi  professionali  .  Ecco  alcune mie  foto  mi scuso  per la non brillante  qualità  di alcune  d'esse  ma non so usare  il flash   nel  cellulare  sono abituato a quello della macchina  fotografica


L'immagine può contenere: una o più persone

L'immagine può contenere: schermo

Una lezione  anche  ai  terrapiattisti *  nel  smontare ( per  non dire altro  )  la loro assurda teoria   della terra piatta   con questa  foto

Risultati immagini per foto delLA LUNA

 nel mostrare oltre  il lato oscuro
Risultati immagini per il lato oscuro della luna

  non visibile  con i telescopi neppure  i  più potenti .

  tra  gli approndimenti     trovate   :  film , musiche  ,  ed   altri  link che  mi hanno   affascinato

FILM
STREGATA  DALLA LUNA Regia di Norman Jewison.Usa 1987
cosmonauta Susanna Nicchiarelli italia  2009
  2001  odissea   nello spazio Stanley Kubrick 1968

Musica
il disco  the  dark said  of  the  moon  (1973 ) pink floyd
Hardvest Mon   Neil Young
La luna  eduardo bennato
Luna  Gianni Togni
Zig Zag  Renè Aubry
La luna Tetes de Bois
Meravigliosa (La Luna) francesco renga
Space  Oddity  ( bonus track)   Chirs Hadfield


Link
https://www.avvenire.it/agora/pagine/anniversario-luna-complotto
https://it.wikipedia.org/wiki/Flat_Earth_Society



1.12.18

il natale è alle porte e già si respira quell'ariaatmosfera di gioia mista a caramello e sdolcinature ipocrite

L'immagine può contenere: testosfogliando  l'aggiornamenti   dei quotidiani  che mi arrivano  via messanger  ho trovato  , e   che  ......  ad  un messe da  natale  ,  questo  articolo  https://d.repubblica.it/life/2018/11/24/news/Che avevo  messo da parte  per  quella  che  sarebbe    stata la mia  conseuta  guida   guida    di come  sopravvivere  alle  feste natalizie . Poi   leggendo  in rete  e     sui media tradizionali  articoli e speciali    natalizi  e  guide  di soppravivenza  ,  ho deciso  da quest'anno (  ma  mai  dire  mai  , in quanto  l'atmosfera     di  gioia   mista   a    caramello  e   sdolcinature   ipocrite  per  lo piu' possono addolcire  anche il più burbero   e pessimista  vedi  il racconto di Charles Dickens Canto di Natale   con i relativo  cartone disney ) di non fare visto  che  ormai   è  una  battaglia   contro i mulini  a  vento  visto che  il (  scusate   la parafrasi  fusariana  )  il  turbo capitalismo  o  capitalismo selvaggio  a   sta rendendo inutile  . ù
Concludo   con questa  canzone




Lo so che,  come  ho  già  detto  sulla  bacheca  di  facebook  ,  è ripetitiva visto che la posto ogni natale . ma è sempre più attuale in tempi




Nasir Karim1 h il bambino Gesù in una grotta al freddo e al gelo per scappare da chi faceva leggi allora. Sono trascorsi millenni e millenni,piano, piano, siamo tornando ai tempi del passati.

il cui il turbo capitalismo ( perdonatemi la parafrasi fusariana ) op capitalismo selvaggio lo ha ucciso viosto che già dalla scorsa settimana sono comparse le prime vetrine e decorazioni natalizie

2.9.17

uso ipocrita dell'indignazione si per una pubblicità d merendine no per i manifesti xenofobici ispirati alla Rsi di Mussolini dei fascisti di Forza Nuova

clonna  sonora
quelli che benpensano - Frankie Hi Nrg
Vaffanculo  - Marco Masini  

la gente ha mandato , salvo i pochi che ancora resistono , il cervello all'ammasso \ in OFF e s'indigna per un semplice humor nero .Segnalando alla http://www.aiart.org ( l’associazione dei telespettatori e dei cittadini mediali )

Posso capire   l'ndignazione  del cattivo  gusto  , il cinismo e ...  bla  ... bla   .Ma  quello  che  mi fa  incazzare  è : 1)  la mancanza  di una educazione   all'ironia  , al  sarcasmo  ,  all'humor  nero  ., 2) l'indignazione  facile  per le  minchiate   ma  non per  cose  serie  e  l'invocazione  alla censura  .  e  le polemiche  inutili  Infatti in spagna    è stato fatto   uno spot  simile  , senza  arrivare  alla morte   
ma  nessuno  si è indignito ed  ha  protestato  cosi tanto  per esso  .
Ma  soprattutto   la  stranezza    dell'associazione suddetta    che si batte  (  o almeno cosi  dovrebbe  )  contro  il lato oscuro dei social media / o contro il cyber  bullismo  mentre  andando  a leggere  il loro sioto    non ho visto    nessun  intervento   contro le pagine  social  e d  internet    oltre  che  canali   video   ed  manifesti  nelle  vie  cittadine  del  gruppo (  denunciatemi  esponenti  o simpatyizzanti   di FN  che  leggete  i miie  scritti    tanto ci sono dben  due sentenze  di cassazione    che  lo afermano  )  neofascista  di  Forza Nuova   che   usa  
Vecchie immagini della propaganda fascista e xenofoba per una campagna anti-migranti. Nel post di Forza Nuova del 29 agosto si vede una donna bianca aggredita da un uomo di colore con vestiti coloniali: “Difendila, dai nuovi invasori. Potrebbe essere tua madre, tua moglie, tua sorella, tua figlia” recita la scritta sottostante. Nell’immagine, che ha suscitato non poche polemiche sul web, l’associazione di estrema destra ha ripreso un manifesto utilizzato dalla Repubblica di Salò nel 1944 contro le truppe alleate L’operazione di restauro e riadattamento delle immagini del Ventennio di Gino Boccasile, propagandista del ministero della Guerra, viene accompagnata da un post in cui viene specificato che gli “stupri si sa, sono il barbaro e infame corollario di ogni guerra di conquista”. Secondo il movimento neofascista “le violenze contro le donne dell’epoca” sono da contestualizzare “all’interno della sconfitta che chiamarono ‘liberazione'”, dove nelle file francesi marciavano anche militari coloniali provenienti dal Marocco. Le violenze vengono affiancate strumentalmente a “quelle di questi anni e di questi giorni”. L’invettiva è contro quelli che “le occultano spudoratamente, tacendo il fatto che sono attuate da nuovi invasori a cui paghiamo vitto, alloggio, bollette, schede telefoniche, cellulari e sigarette”. Il riferimento è ai fatti di cronaca di questi giorni, come gli stupri di Rimini. Il post si conclude affermando che “i nuovi barbari sono peggiori di quelli del ’43/’45, oggi come allora fiancheggiati dai traditori della Patria”. Il messaggio, all’interno della retorica xenofoba di Forza Nuova, è dunque questo: i migranti sono degli invasori e dei barbari che vengono a rubare il lavoro e a violentare le donne. Quindi bisogna “difenderle dai nuovi invasori”.
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Il post in pochi giorni ha ottenuto oltre 9mila like, 11mila condivisioni e un flusso senza fine di commenti, molti di natura razzista. Ma non solo, un ragazzo scrive “per prima cosa, fare di tutta un’erba un fascio è non solo da ignoranti in piena regola, ma che messaggio volete trasmettere? Cos’ è sta locandina?”. Se un utente specifiche che “lo stupro è un atto becero da chiunque sia compiuto”, non manca chi dà “la responsabilità anche a molte donne che accettano amicizia e legami con questi stupratori”. Sul post è intervenuto anche l’Osservatorio democratico per le nuove destre che ha denunciato una la palese istigazione all’odio razziale chiedendo l’intervento di magistratura e istituzioni “di fronte a una notizia di reato così evidente”. In una nota Claudia Bastianelli coordinatrice nazionale socialdem sottolinea come ormai è “una moda quella di ricorrere all’istigazione all’odio razziale messa in campo da alcune forze politiche. Peccato che si tratti di un reato, esattamente come è reato l’apologia del fascismo in ogni sua forma”.
Ma il partito di estrema destra non è nuovo a questo tipo di comunicazione. Già per una manifestazione milanese Già per una manifestazione milanese avevano fatto ricorso ad alcune immagini delle camicie nere dipinte

 da Gerardo Dottori nel Polittico della rivoluzione fascista. E ancora, 
contro le unioni gay, avevano resuscitato una madre del Ventennio con la scritta: “L’Italia ha bisogno di figli non di unioni gay e migranti”.

qui   svegliatevi   

18.1.13

cosa non si fa e si dice per farsi vedere Belen contro le donne che approfittano della gravidanza per stare a casa "Se stanno bene devono lavorare".

cosa  non si  fa  pur  di  far parlare di  se
 da  www.virgilio.it  del  18\1\2013
Belen Rodriguez  attacca le donne che approfittano della gravidanza per non andare a lavorare e rimanersene a casa. L'argentina si sta preparando a diventare mamma e ha svelato i suoi progetti futuri per i primi mesi dopo il parto alle sfilate di Pitti Bimbo a Firenze, dove è stata ospite speciale. La conduttrice di Italia's got talent, al lavoro in tv con il pancione, si è detta contraria "alle donne che lavorano e approfittano della gravidanza perstare a casa ed essere pagate mensilmente". Ma non è sempre così, ha precisato: "Quando la gravidanza è a rischio sono contenta che la persona stia a casa, è giusto, ma se le donne stanno bene... una volta si zappava la terra, con la pancia".
Belen ha rivelato che dopo la nascita del suo primo figlio con Stefano De Martino si prenderà una pausa dal mondo dello spettacolo. "Per cinque mesi mi ritirerò dalle danze per stare col mio bimbo, e poi comunque lo porterò con me dove potrò". In veste di madrina di Bimbus, l'argentina ha spiegato di essere "contentissima" del sesso del nascituro: "Volevo proprio un maschio. Mia madre mi ha detto che preferiva la bambina perché c'erano un sacco di cose che voleva comprare, quindi è molto delusa".   "Lo vestiro molto easy non tutto addobbato  - ha continuato Belen - mi piacciono i tessuti di cotone, ho comprato un sacco di tutine,anche quella da ginnastica".
Belen si vede benissimo nella veste di mamma e non ha intenzione di fermarsi al primo figlio: "Speriamo arrivi la femmina - ha aggiunto - perché se arriva un altro maschio mi inc...!".
 E'vero che   ci possono essere donne che  s'approfittano  di questo diritto  cioè quello  alla maternità e quindi al riposo   cosi duramente  guadagnato  con le lotte  sociali   avvenute  negli ultimi due secoli  .  ccome  testimoniano  questi due  video  di  Mondine  (  donne che raccoglievano il riso nelle  risaie   fino a  gli anni  '60  )










Ma  la sudetta   signora  ignora   che  spesso   le donne  oltre ad avere  gravidanze  difficili fanno sia  i doppi  lavori  e  spesso  (  anche    se non è più  il tempo , ma  se  continua  con questa  .... di  crisi    non ci vorrà molto  )    lavori faticosi  come quelli degli uomini    se non peggio  .
Esempio   la moglie  di un mio collega   che lavora  con in una cooperativa  che  s'occupa  d'assistenza  agli anziani non autosufficenti    è al  3  mese  e  visto il lavoro difficile   ha  ottenuto  l'aspettativa  .
Tu ( permetti  di  darti del tu  )  Bele
mia  cattura  schermata  del video  linkato sotto di  http://www.youtube.com/user/Kiows di youtube 
n  parli  per  dar fiato alle trombe  e   far  si  che i media  , ma  anche   chi  ancora  s'indegna  ( come  il sottoscritto  )   parlino  di  te  e    e  dele tue  ...... . Se proprio voleviusare  \  applicare  il  metodo  , molto in voga  nel gossip  e  adesso  [  sic  ]    nela politika ( da  non confondere con politica  )  ,  basti che  si parli di  me  bene o male  purchè  si parli oppure  come diciamo  dalle mie parti   se  non ci  socu  metteticimi  , basta  che pagassi un fotografo   o un cameran  tanto i gli  € non vi mancano a  vip e  ti facevi   vedere  zappare  .
Quindi  un Bel   sonoro  Vfncl  non te lo toglie  nessuno  alla  tua prossima trovata  pubblicitaria e mi raccomando  escogitane   qualcuna di  nuova  ed  originale


3.6.12

rabbia e delusione del sistema giudiziario e investigativo delle forze dell'ordine italiane [ aggiornamento post cellulare rubato ]

fncl sia a me che butto butto chne butto le cose importanti e conservo le fesserie . Infatti avendo buttato via la scatola del mio c5-03 nokia e non avendo estrapolato d'essa nè dal cellulare ( sta scritto sull'etichetta dietro il cell o sul telefono digitando *#06# ) .  peccato era un regalo della laurea . Fncl anche   al sistema giudiziario ed investigativo italiano ( ovviamente senza generalizzare e condannare in toto perchè ci sono persone competenti ed in gamba ) . sono andato da caramba con i numeri in chiaro delle chiamate fatte con la mia scheda ( da coloro che mi hanno rubato il cellulare )stampati dal sito della wind e loro anzichè registrare prendere la denuncia e poi chiamare le persone sono solo 3 ( per giunta una è stata chiamata più volte nel carso di questi tre giorni e per ben quasi 3 mila secondi di conservazione ) mi dicono : senza il codice imei non possiamo fare niente . le ipotesi sono due o hanno le amni legate da questa burocrazia di .... oppure non hanno voglia d'indagare e sentire le persone interessate . 
Poi si scandalizzano per l'alto astensionismo elettorale o per i discorsi qualunquistici dei bar e non solo o se si vota Grillo e company . Scommetto che se fossi un potente o un alto papavero dai sepolcrio imbiancati , la denuncia sarebbe stata presa . Ma pazienza    sempre  allegri bisogna  stare perchè : 


mettiamoci l'anima  in pace ed  impariamo da questa  vicenda  ad mettere le cose   sempre in un posto le cose  , a lavorare   quando c'è da  lavorare  e non a coglionare , ad  essere meno distratto ( chiudere  , tasche di giubbotti e  di zaini  . 

12.11.09

Crocifisso e poveri cristi

 

Poveri cristi, minuscoli e con la minuscola, sono i cassintegrati e i licenziati cui nessuno bada. Irrisi con la corona di spine dell'indifferenza e, addirittura, dell'inesistenza; di loro non si parla, anzi, la crisi sarebbe addirittura finita: la loro vita, quindi, non è. "Nell'area dove lavoro - mi scrive un'amica di Sesto San Giovanni - ci sono lavoratori fuori dai cancelli in continuazione, gente che aspetta gli stipendi da mesi... come se fossero fatti d'aria". "Fatti d'aria", un'immagine potentissima proprio per il suo evocare l'inconsistenza; eppure l'aria è presente, l'aria fluttua nell'aria, cova, scalcia, strepita, grida. L'aria può esplodere. E, concretissimamente, distruggere tutto. Guai a chi uccide l'aria.







E tentano di uccidere l'aria quando quest'ultima si fa colore, lampo. Le squadracce fasciste che organizzano raid punitivi contro i manifestanti dell'Ex-Eutelia non sono teppisti isolati, ma rappresentano, sempre più, la tragica normalità. Anche nel 1919 i ras locali, capitanati dal giovane Benito, andavano all'assalto di sindacati, operai e contadini, col beneplacito degli industriali del tempo e il tacito assenso delle autorità, politiche e religiose: i principi dei nuovi farisei. E, come allora, i poveri cristi erano costretti al silenzio.


Poveri cristi sono i precari della scuola che, giunti laceri alla soglia dei cinquant'anni, mai potranno sperare in un posto fisso. Assieme a loro, altrettanto poveri, gli ex-studenti del liceo serale Gandhi, ai quali, più che agli altri, la cultura serve come il pane; il pane quotidiano. Ma meglio tacitarlo, questi bisogno; renderlo inesistente, aria. Himmler, il teorico dell'ignoranza scientifica, aveva ben chiaro questo concetto, già settant'anni fa: "Per me, basta che la gente sappia contare fino a cento".


Poveri cristi sono i giovani e i senza diritti, come denunciano don Ciotti e don Andrea Gallo. Già altrove scrissi che la nostra società esalta astrattamente la gioventù (esiste anche un Ministero apposito) ma annichilisce i giovani; spezzandone i sogni, costringendoli a navigare a vista nel mare fangoso d'una quotidianità avvilente, consci che nulla potrà cambiare, che la parola futuro è loro preclusa. Gli immigrati, degradati a non-persone, vengono evocati a mo' di spauracchio in un'altra categoria di individui: i nemici, in genere, si ignora se oggetti o bestie, o qualche indistinta entità, ma comunque fuori dell'umano consesso.


Povera crista è quella che don Bottoni chiama democrazia in agonia, e di cui Salvatore Borsellino tratteggia un quadro inquietante. Le cronache dovrebbero esserne piene. Ma ben altri, invece, sono gli argomenti gridati quotidianamente dai media. Parola d'ordine, la mancanza di parola. Abbiamo letto le dichiarazioni di mons. Crociata, secondo cui "i mafiosi non possono appartenere alla Chiesa". Bene, sembrerebbe una tautologia, di fatto però non lo è, quindi accogliamole con piacere, benché assai intempestive. Peccato che poi si precisi che proclamare la scomunica per i mafiosi è "inutile, perché un mafioso si colloca già fuori della Chiesa". In teoria, solo in teoria. Infatti la scomunica "automatica", sempre scrupolosamente attuata, e sonoramente ribadita, nel caso di aborto, per i mafiosi non scatta affatto, se un vescovo non la applica. E certuni evitano di farlo. Mons. Bregantini, da due anni "promosso" a Campobasso, quando si trovava a Locri era uno di quei prelati coraggiosi che scomunicavano gli "uomini d'onore" (...). Ma quanti ne abbiamo visti, di questi ultimi, a fianco dei religiosi nella processione per il santo patrono? Quanti mandanti di stragi sanguinarie hanno giurato e spergiurato sulla Bibbia?


Poveri cristi sono i milioni di morte per fame, un record negativo mai toccato da settant'anni a questa parte. Si sostiene che la speranza può arrivare dalle donne. Ma le donne sono le povere criste per eccellenza.


Marinella, infatti, è stata violentata da bambina; bambina lo è ancora. E' accaduto in Italia, ad opera di italiani. Il suo paese e il "primo cittadino" (Pd), però difendono gli stupratori. D'altra parte, una donna non è nemmeno degna di rappresentarlo, il crocifisso; per la sua stessa natura, peccaminosa e imperfetta, ne è esclusa. Qualcuno di voi ancora ricorderà la querelle sulla crocifissa di Milano, lo scorso anno. Il manifesto venne poi censurato perché il corpo femminile, esclusivamente materiale e inferiore, non poteva in nessun modo raffigurare "il" Cristo. Solo, appunto, "le" povere criste, che non commuovono nessuno.


Ma in questi giorni le cronache, a malincuore, straripano di colui che è diventato, suo malgrado, il povero cristo per eccellenza: e ne avrebbe fatto volentieri a meno. Stefano Cucchi aveva gli occhi persi e fragili fin dall'inizio. Vagolava impercettibile, confuso tra mille altre anime, lontano dal tramestio di qualunque riflettore. Stefano era uno sconfitto in partenza; un martire per caso, come il nome che fatalmente gli era piombato addosso quel giorno, all'anagrafe. Non desiderava testimoniare niente, e le fotografie che ce lo restituiscono ora, col volto tumefatto poco prima di abbandonare per sempre quella periferia d'esistenza da qualcuno chiamata vita, ci raccontano d'un uomo spaurito, indifeso, svaporante in un labirinto incomprensibile. Che ci faccio qui?, sembrava chiedersi. Già: che ci faceva lì? E soprattutto: perché in quel modo? Perché lo si è dato per vinto a 31 anni? Perché lo si è ucciso, ben prima che il suo corpo divenisse la sagoma legnosa che ormai tutti conosciamo, per nulla diversa, tranne che nel colore, dalle salme dei deportati di Auschwitz?


Perché Stefano era, appunto, un povero cristo. La cui appartenenza al genere umano non era per nulla scontata, anzi. Stefano era altro: un drogato, un anoressico, un sieropositivo. Altro. Fatalmente, per forza, nell'ordine delle cose, poteva finire solo così. Perché stupirsene? Il ministro Giovanardi riteneva la sua fine normale, è probabile si sia pure stupito di tanto clamore. Poi Giovanardi ha chiesto scusa. Un sussulto di pietà in un mondo che ha perso l'elementare percezione delle nostre comuni radici. Oggi, quando si parla di radici, non è per unire, ma per separare. Le radici cristiane tanto invocate da Giovanardi a tutela della nostra tradizione gli hanno impedito di vedere in Stefano il volto di quel (povero) Cristo davanti alle cui immagini (in gesso) piamente s'inchina. E l'hanno reso dimentico del fatto che il primo santo della Chiesa, quella Chiesa che tanto gli starebbe a cuore, era un altro povero cristo più disgraziato di Cristo: era un ladro; una nullità, uno sconfitto anche lui. Spazzatura umana, decretano gli americani in questi casi.


Eppure, mai come ora quel corpo infimo, quel rifiuto senza storia, quell'inesistenza così anonima secondo Giovanardi, mai come ora quel silenzio è possente, carnale, vivido. Adesso Stefano finalmente parla e accusa, senza odio, col suo semplice nome. E costringe anche chi voleva silenziarlo a occuparsi di lui. E' stato percosso e umiliato, testimonia un suo compagno di sventure, un nero, un vinto anche lui, che però no, ora "non vuole più tacere". E si scoprono, vieppiù, tanti altri Stefani, tanti altri anonimi confinati nell'anonimato: come quel Giuseppe Saladino defunto a Parma in circostanze oscure. Coetaneo di Stefano, coetaneo di un povero cristo che si credette Cristo duemila anni fa.


I poveri cristi non possono essere oscurati dal crocifisso in legno, o gesso. Per me, quindi, la falsa polemica di questi giorni sarebbe chiusa, anzi, non avrebbe nemmeno dovuto esser aperta. D'altro lato, a parte i già menzionati Ciotti e Gallo, sono stati più esaustivi di me, pur nella diversità di pensiero, Aurelio Mancuso, don Farinella e, soprattutto, Marco Travaglio, nel cui intervento m'identifico del tutto. Riguardo alla famiglia "offesa" dalla presenza della suppellettile, e ai "laici razionalisti libertari" che ne lodano il "coraggio" (naturalmente in Italia, al sicuro e al calduccio) non occorrerebbe spendere neppure una parola, se non fosse per precisare che i fondamentalisti, da qualsiasi parte arrivino, non mi garbano. Li invito a rileggere, anzi a leggere Pasolini in proposito, e per me è chiusa qui.


Qualche parola in più la spendo, invece, dopo aver assistito, su Youtube, alla sarabanda del trittico Santanché-Sgarbi-Meluzzi-Parietti, con la complicità compiaciuta della conduttrice Barbara D'Urso, andata in onda domenica scorsa durante il contenitore per famiglie (!) Domenica Cinque. Anch'essa, come la puntata sullo stupro di Marinella, trasmessa in fascia protetta, in orario di massimo ascolto e alla presenza di bambini.


Il video, certo, si commenta, o dovrebbe commentarsi, da sé, anche perché sia la D'Urso sia gli autori del programma sia i protagonisti di quell'immonda canea hanno artatamente omesso di puntualizzare che, nella diatriba sul crocifisso, i musulmani non c'entrano nulla. La Corte europea ne ha ordinato la rimozione non per loro, che venerano Gesù come profeta dell'Islam, pur giudicando un falso la sua crocifissione; ma per venire incontro alle rimostranze d'una laicissima e perseguitatissima famiglia italo-finlandese, sdegnata dalla presenza di "quell'acrobata sulle pareti" (è uno dei commenti che mi è toccato leggere da parte di uno dei "voltairiani" assertore della "causa"). In effetti qualche parola conviene spenderla, specie dopo aver passato in rassegna - schifati - le "osservazioni" di alcuni utenti. E allora ripenso a Pasolini, un laico autentico (e, per questo, religiosissimo), totalmente alieno dalla parodia dei "razionalisti libertari" alla pastasciutta dei nostri giorni. Rammento le sue pagine sull'arte medievale e rinascimentale, il suo Vangelo secondo Matteo. Il suo Usignolo della Chiesa cattolica, le ultime, terribili pagine sulla Fine della Chiesa nell'incompiuto Petrolio. Quanto ci manca, un empirista eretico sano come lui.


E Pier Paolo l'aveva già individuato, quello scadimento della religione da cultura a tradizione (oggi diremmo: radici cristiane), che inevitabilmente rivelava l'anima pagana del popolo italiano. Oggi un'animatrice del Billionaire, fascista dichiarata, rappresentante d'una formazione politica apertamente antisemita, la paladina delle donne che milita in una combriccola di machisti fin nelle ossa, gorgheggia su "Maometto pedofilo" precisando, per rimarcare la differenza, che "per la NOSTRA cultura questo è inammissibile". E il Meluzzi, il filosofo berlusconiano del Vangelo secondo don Gelmini, assente rumorosamente col capoccione squassato dai lunghi capelli, "che Gesù non era palestinese ma ebreo, e Paolo un cittadino romano". Testuale.


La Bibbia, di cui è innervata la NOSTRA cultura, mette in piazza sacrifici umani dei propri figli (Isacco), patriarchi incestuosi (Lot che giace con le proprie figlie per garantire la continuità della specie dopo la distruzione di Sodoma), lapidazioni d'adultere, roghi di streghe e maghi, ostracismo dei lebbrosi (trattati peggio dei cani rognosi e costretti a munirsi d'un campanello ogni qual volta si avvicinavano a un villaggio abitato, per annunciare la loro orribile presenza), sterminio di omosessuali, schiavismo, legge del taglione, imposizione del velo e del silenzio alle donne (proprio il "romano" Paolo, pur se il passo andrebbe, ovviamente, contestualizzato). Eccetera eccetera per quasi settantasette libri.

 

 


Cristiani, ebrei e musulmani nel grembo dell'unico Dio, miniatura del XII sec. (Istanbul, museo Topkapi).




La Billionairina ne è all'oscuro, per il semplice e banale motivo che l'unico testo sacro esistente a casa sua è il catalogo delle protesi di chirurgia estetica. Il filosofo secondo don Gelmini pure, perché lui è convinto che gli ebrei provengano da Alzate Brianza e i palestinesi, invece, appartengano a un'"altra razza"; quanto a Paolo, nato Saul in quel di Tarso, autodefinitosi "ebreo per nascita e, per cultura, fariseo", credete che tutto questo importi? Non siamo più nel campo della cultura; qui, veramente, siamo nello sterco, ma i Meluzzi e le Billionairine crescono e prosperano proprio nel pantano dell'ignoranza, delle radici marce, di tradizione e distinzione senza passato e prive di futuro.


"L'uomo di Nazareth, Gesù il crocifisso, è figlio integro di una cultura e di una civiltà non occidentale, - ricorda don Farinella - Ebreo, figlio di madre ebrea, cresciuto nella dimensione civile palestinese [checché spiaccia a Meluzzi] e nella cultura semitica del suo popolo, egli è latore di una cultura palestinese-semitica che ancora oggi possiamo assaporare negli scritti del NT. Molti difensori d'ufficio del crocifisso, politici e anche cristiani, se prendessero consapevolezza della ebraicità di Gesù, lo crocifiggerebbero per la seconda volta su una croce più alta e più sicura della prima" (il grassetto è mio).


Il messaggio di Gesù è, al tempo stesso, specifico e universale; in una parola, umano. Nel senso pieno. Per i "laici razionalisti" come per i devoti alla triade "Silicone, Fascio e Billionaire", resta una pietra d'inciampo e mai una testata d'angolo, di cui sbarazzarsi o da usare come arma contundente in nome di radici, identità, tradizione e carote varie.



"Gli idoli delle genti sono argento e oro,/opera delle mani dell'uomo" (Bibbia, salmo 114-115).


Daniela Tuscano







29.10.09

Il serpente antico

 



L'ultima ingiuria, adesso, sarebbe definirla "donna con le palle". L'ultimo, estremo affronto del paganesimo sessista a Roberta Serdoz e, con lei, a tutto il genere femminile.
Negarne l'alterità, quindi la ragion d'essere. "Donna con le palle": cioè coraggiosa, nobile, forte, determinata, razionale. Cioè, maschio. Una donna che dimostra le qualità elencate, secondo la vulgata pagano-sessista, non può appartenere a sé e al suo sesso. Sesso viene da "secare", dividere, e il sesso femminile, per il paganesimo sessista, è di per sé divisione, mancanza. Peggio: nullità.
Il paganesimo sessista procede per sottrazione, poiché teorizza l'esistenza d'un solo vero sesso, quello maschile. Il quale però, contrariamente all'etimologia del vocabolo, è esaltato a paradigma assoluto, parabola suprema, e divinizzata, dell'intera umanità. Relativo che diventa totalità.
Per il paganesimo sessista nessuna donna possiede pertanto qualità positive, né i suoi comportamenti possono essere presi a modello. Se ciò avviene, è perché essa ha rinunciato alla sua femminilità-inesistenza per riempirsi e significarsi (travestirsi?) del divino maschile. "Donna con le palle", quindi: fatta uomo.

Roberta sta reagendo con una dignità che sfiora l'eroismo allo scandalo che ha travolto il marito. Il marito? Lei stessa, in realtà, e, ancor prima di lei, le figlie dei due, in particolare la più piccola, che a otto anni ha visto infrangersi contro il turpe muro d'un'umanità brutta, dentro e fuori, l'idolo paterno destinato a diventare, soltanto e naturalmente, l'uomo più amato.
Roberta reagisce restando al suo posto, continuando a lavorare, intenzionata a non abbandonare il consorte. Il più debole è lui, s'è detto da più parti, il più bisognoso d'aiuto, ed ecco accalcarsi attorno al pover'uomo schiere di psicologi, monaci, amici, politici, anime pie, tuttologi e professionisti della lotta alle discriminazioni. Militanti gay hanno espresso la loro vicinanza all'ex-governatore del Lazio e denunciato l'"imperante clima di transfobia e omofobia"; ma per Roberta e le bambine nemmeno una parola.                                                                     Tanto, è una "donna con le palle"! E' tenace, resisterà.                              Più probabilmente, di lei non s'è curato nessuno.
Nessuno si domanda quanto dolore,quale ale immane catastrofe psicologica si nascondano dietro il volto deciso,il sorriso franco e commovente di Roberta.                       Al paganesimo sessista importa solo l'apparenza, la lacrima esibita, la parodia della sofferenza. In una parola: la sceneggiata. Viviamo o no, nel gran teatro del mondo ?


Soprattutto Roberta e le figlie, in questo momento, necessitano dell'aiuto maggiore. Ne hanno bisogno, anzi, diritto, proprio perché non lo invocano. Perché sono le più umiliate, le più negate. E, si badi bene: l'intenzione di chi scrive non è nemmeno quella di demolire Marrazzo e le sue personali miserie. Che, come dice la parola stessa, in senso stretto meritano soltanto commiserazione. Piero Marrazzo non è più colpevole d'un Cosimo Mele che va a mignotte e coca dopo aver sfilato al Family Day, né d'un Sircana che s'intrattiene - anche lui - con una trans sul marciapiede della capitale, né, naturalmente, di "utilizzatori finali" (elencare tutti i link a questo proposito sarebbe impossibile...) che non solo gozzovigliano con prostitute e minorenni (parola di moglie), ma se ne vantano pure, non sognandosi di dimettersi, bensì elevando a valore il loro degradato stile di vita.


L'uomo Marrazzo risponde soltanto alla sua coscienza (del presidente Marrazzo ci occuperemo più avanti). La donna Roberta Serdoz rappresenta tutte noi.

Tra i tanti commenti che hanno riempito le pagine dei quotidiani in questi giorni, ne ho trovati tre degni di nota, firmati rispettivamente da Giulia Bongiorno e Marina Terragni ("Corriere della Sera").
"Di fronte a un tradimento, qualunque tradimento, si tende a ritenere che una donna abbia una sola alternativa: tutelare la propria dignità chiudendo il rapporto, oppure custodire l'unità familiare e la sua immagine", annota Bongiorno. Ma quest'ultimo caso - la salvaguardia delle apparenze e il dovere coniugale - è la tipica scelta coatta delle donne sottomesse e tradizionaliste; non certo di Roberta Serdoz che invece, libera ed emancipata, svolge anche una solida professione di giornalista e conduce una vita sua. Nulla di più logico, quindi, dell'abbandono del tetto coniugale. Ma non accade: "Perché lei ha deciso, in piena libertà, che in questo frangente la priorità non è lei stessa. E così ha compiuto una vera scelta di emancipazione: si è emancipata persino dal bisogno di dimostrare la propria dignità. Ci ha rinunciato, sapendo di non esserci costretta", conclude la presidente della commissione Giustizia.
Ci troviamo di fronte a un passaggio fondamentale. Da sempre, e anche in questa particolare situazione, i sacerdoti del paganesimo sessista agitano lo spettro della femmina diabolica, il cui sesso è contemporaneamente nullificato e tenebroso, la cui natura è inesistente ma pericolosa, imperfetta ma temibile. Ancora qualche giorno fa, il cardinale Antonelli ha tuonato contro il femminismo che, assieme a gay, neomarxisti e addirittura "ambientalisti estremi" ( ?!? ) , insidierebbero la sacertà della Famiglia Tradizionale (E anche il suo Papa, spalancando scandalosamente le porte agli anglicani più retrivi e intolleranti - gesto empio reputato, da osservatori accecati e storditi,"Corriere" in primis, addirittura ecumenico... -, si muove nella stessa direzione.)
Secondo Antonelli, Ratzinger e gli alfieri del paganesimo sessista, unico compito della donna, per la sua natura incompiuta e peccaminosa, è stare asservita all'uomo, subire le sue prepotenze senza lagnarsi mai, partorire con dolore, ché questo è lo scotto da pagare per averlo strappato all'Eden. Poiché la donna non si può eliminare, come pure sarebbe desiderabile secondo tale visione, la si deve tenere a bada, negarle una propria e individuale personalità, la quale, se affermata, costituirebbe necessariamente un contro-valore rispetto all'Ordine Costituito, maschile. In questa prospettiva il femminismo, che al contrario esalta la diversità-ricchezza delle donne e si batte per la loro affermazione indipendentemente da chiunque, non può che risultare eretico e perverso, foriero di sovvertimenti e di divisioni.
 La vicenda di Roberta Serdoz smaschera, ancora una volta, la menzogna di queste tesi. Roberta resta accanto al marito non perché deve farlo, ma perché lo vuole; e lo vuole seguendo una sua libera scelta, ascoltando il suo cuore, valutandolo, rispettandolo. E' vero: le donne amano vivere in relazione. Ma non perché non abbiano valore in sé; bensì perché valorizzano gli altri e loro stesse attraverso una spontanea auto-donazione. Gli uomini sono manichei; le donne in tale ottica, forzando il concetto, più "naturalmente" cristiane.
E, sempre in tale ottica, il femminismo aiuta la famiglia (certo, anche quella tradizionale mitizzata dal card. Antonelli), e non la insidia affatto. Tantomeno la distrugge.
 Gli uomini non l'hanno ancora compreso, né sono stati in grado di fornire una risposta altrettanto valida al femminismo. L'hanno dapprima combattuto, poi irriso, infine subìto, ma mai sfruttato come occasione di crescita anche per loro.
Pertanto l'esortazione a "pensarci un po' su", che si legge nel contributo di Marina Terragni, può e deve essere accolta soprattutto dagli uomini; viceversa, frasi come "Dispensatrici di bellezza e di gioia, le donne hanno rinunciato per sempre a questa prerogativa divina... Valgono questo prezzo, i loro strepitosi guadagni?", rischiano di suonare terribilmente ambigue e fuorvianti. Come se l'attuale distorsione maschile sia imputabile, ancora una volta, al femminismo aggressivo ed emancipatore. Terragni continua così: "Mi scrive, straordinariamente sincero, un lettore sul blog: 'Il vero unico desiderio è vivere momenti di bel cameratismo con altri maschi... Anche il travestito, ama esclusivamente il mondo maschile e ritiene che la sua missione sia dare amore ad altri maschi, di cui comprende le sofferenze profonde che nessuna donna potrebbe lenire' [...]. Molti maschi regrediscono a un consolatorio 'tra uomini'. Un mondo a cui le donne non hanno accesso; solo maschere di donne, come sulle scene del teatro medievale; solo pseudo-donne, a misura di un immaginario semplificato e un po' autistico. Un'omosessualità spirituale e culturale che può contemplare anche un passaggio strettamente sessuale". Qui emerge un'altra e, se possibile, più complessa questione, che le analisi attuali, sia per effettiva mancanza di basi culturali, sia per timore d'infrangere il "politically correct", non affrontano mai del tutto. Ci ha provato Umberto Galimberti, che non a caso è stato in malafede accusato, di omofobia, transfobia ecc. ecc.
Poniamoci, innanzi tutto, una domanda. La regressione menzionata da Terragni e Galimberti, e che quest'ultima sembra attribuire all'autonomia e alla libertà femminili, è realmente una malattia contemporanea? In parte, senza dubbio, sì.
Abbiamo accennato all'uomo Marrazzo. Ma il governatore Marrazzo è altra cosa. L'ozio d'un potere molle e sfatto arriva a sfigurare i luoghi più evocativi, sacri e (perché no?) nobilmente "paterni" in cui si riconosce la comunità (Marrazzo consumava i suoi piaceri in via Gradoli, memoria storica del rapimento Moro, B. riceveva la sue cortigiane a palazzo Grazioli; e i carabinieri corrotti e ricattatori, privi di volto e d'anima, hanno persino abdicato alla loro storica ragion d'essere). La mercificazione del corpo; la (in)cultura del qui e ora; l'impotenza da Basso Impero o, meglio da Impero (del) Basso, anatomicamente inteso; il ripiegamento su sé stessi; la serra riscaldata della compagnia d'un proprio simile, anziché la sfida ma anche l'entusiasmo di mettersi in gioco con qualcuno opposto a te; tutto quanto è tipico del nostro tempo. Quanto all'"omosessualità culturale e spirituale" denunciata da Terragni, e che ha ben poco da spartire con l'effettiva condizione vissuta da alcuni uomini e donne, sarebbe più appropriato definirla, con Luce Irigaray, "uomosessualità". Conta relativamente poco, infatti, il sesso dell'altro, perché conta poco l'altro. Conta la sessualità dell'uno, o il suo degrado, la sua insaziabilità e, al tempo stesso, la folle ricerca di piaceri tanto più proibiti quanto più facilmente "degradabili". La donna è accettata solo come prostituta, poiché merce in vendita, sottomessa per contratto. Ma la trans va oltre, donando all'uomosessuale l'illusione d'un potere assoluto, che nemmeno la prostituta donna, per quanto assoggettata, ormai accetta più. Lo scambio non è mai alla pari e non si crea nessuna vera relazione, ma una masturbazione a due (o a più), un moltiplicarsi di specchi che riproducono un'unica immagine.
E' contro questa cultura che si scagliarono san Paolo e Dante. I quali, non per nulla, additavano il vizio in personaggi di alto livello sociale, politico e culturale; nei potenti dell'epoca. E il potere è prevaricazione.
Eccoci tornati, quindi, al punto di partenza. Il disfacimento è senz'altro un "segno dei tempi"; diciamolo senza tema, un rifiuto dell'altro che è anche un rifiuto del totalmente altro: Dio. Una forma di idolatria che però, contrariamente a quanto afferma Galimberti, non è ancora la più grave delle regressioni. Già se ne profila una peggiore, dopo il mercimonio di entrambi i sessi e il prevalere dell'uno sull'altro: la pedofilia. La soglia d'attenzione rispetto all'abuso del minore si sta pericolosamente abbassando. Personaggi noti, spettacoli, giornali e persino annunci pubblicitari veicolano messaggi sempre più espliciti, a cui ci si sta quasi abituando. E niente più della pedofilia dà sfogo al delirio d'onnipotenza e di sottomissione, una "prova di forza" ottenibile senza alcuno sforzo ai danni di un individuo per sua natura debole e non formato. La pedofilia, dunque, è il punto d'arrivo e costituisce un arretramento verso la bestialità.
E' un segno dei tempi. Ma è anche un segno senza tempo; un serpente antico. La tentazione primordiale. Perché fin qui non si è parlato di sesso, ma di violenza, blasfemia, dominio, superbia. Violenza e superbia che, nel corso della storia, si sono manifestate in diverse forme, ma che hanno un'unica origine.
Questi sono i frutti del paganesimo sessista; questo è il risultato del rifiuto del dialogo, della sottomissione forzata d'una metà del genere umano, spesso benedetta persino da rappresentanti della religione (non a caso, uomini). E' fenomeno recente? E' colpa delle femministe? Degli omosessuali? Dei marxisti? Degli ambientalisti? O non è, piuttosto, colpa di tutti noi, quando puttaneggiamo, in misura maggiore o minore, con l'ingiustizia, la soverchieria e il potere?

Daniela Tuscano

28.10.09

Ira

 

Questo edificante video è andato in onda domenica scorsa, durante il contenitore tv Domenica 5 (Canale Cinque), in fascia protetta e in un orario di massimo ascolto. Ecco come i cittadini di Montalto di Castro (Viterbo) commentano lo stupro di una ragazzina, avvenuto un paio d'anni fa:

Aggiungiamo, a titolo puramente informativo, che uno dei "bravi ragazzi" è casualmente nipote dell'esimio Sindaco, il progressista Salvatore Carai, il quale ha pagato le spese legali per tutti, a partire dal caro congiunto. E i "bravi ragazzi" ora son fuori, a godersi la vita.

D'altro lato, secondo il Primo Cittadino del Pd (la misoginia è molto democratica e se ne impipa del colore politico), non esistono stupratori italiani: chi brutalizza le donne sono solo i romeni, che - testuali parole - "lo stupro ce l'hanno nel sangue". Conclusione del fine sillogismo? La solita: la femmina se l'è cercata. E si divertiva pure!

Su Facebook sono sorti molti gruppi spontanei anche per sostenere Iride Allegri, l'unica cittadina montaltese che, per aver preso le difese della vittima (vale a dire, la ragazza: visto come siamo ridotti, occorre essere precisi), è stata quasi linciata dalla folla inferocita.


Qui di seguito si possono trovare i link dove indirizzare la propria protesta e richiedere le immediate dimissioni del "Sindaco". Finora non abbiamo ricevuto risposta dal novello segretario del Pd, l'on. Bersani, né ci pare d'aver letto proclami di solidarietà da parte di associazioni che si battono per gli emarginati, le minoranze sessuali, ecc. Ma non si sa mai. Non è mai troppo tardi. Il guaio è che lo è già, tardi.


COMUNE DI MONTALTO DI CASTRO: Sindaco (Salvatore CARAI): http://www.comune.montaltodicastro.vt.it/canale.asp?id=288

Proposte e suggerimenti: http://www.comune.montaltodicastro.vt.it/canale.asp?id=8

CARFAGNA - Ministro Pari Opportunità
m.carfagna@governo.it

PAGINE FB DIRIGENTI PD – il partito del sindaco di Montalto

BERSANI – segretario PD http://www.facebook.com/pages/Pierluigi-Bersani-Pagina-Ufficiale/127457477096#/pages/Pierluigi-Bersani-Pagina-Ufficiale/127457477096

ANNA FINOCCHIARO – presidente senatori PD e già oppositrice di Carai http://www.facebook.com/pages/Pierluigi-Bersani-Pagina-Ufficiale/127457477096#/pages/Anna-Finocchiaro/10538186002

ROSY BINDI - http://www.facebook.com/search/?q=rosy+bindi&init=quick#/pages/Rosy-Bindi/59109988600?ref=search&sid=1051504122.470120650..1

ANNA PAOLA CONCIA – duputato PD attiva sui temi violenza, razzismo e discriminazione di genere http://www.facebook.com/home.php#/annapaolaconcia?ref=mf

Nel video qui sopra, al minuto 7.17, l'amico Tony Troja traccia un quadro limpido e spietato dell'italica ignavia di fronte allo stupro di Montalto. E non solo, certo; affronta anche altri temi, su cui anch'io tornerò, statene certi. Ma sono poi altri o non, alla fine, risvolti d'un'unica, sozza medaglia?

Parafrasando un noto aforisma, gran brutta malattia il maschilismo. Più che altro strana: colpisce gli uomini, ma fa fuori le donne.

Daniela Tuscano

9.10.09

Più maschi che uomini

 








Dopo la violentissima aggressione misogina del Supermaschio contro la Bindi, vi sottopongo una rassegna dei suoi più eminenti MEMBRI di sgoverno, dei loro rampolli e dei loro servi con la faccia a pois. Carini, vero?
















 








 






 




 








 









 








 









 










 







 








 







 



 





Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa Agitu Ideo Gudeta, la regina delle capre felici.

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa la regina delle capre felici.È stata ferocemente uccisa Agitu, la regina delle capre felici, con un colpo...