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9.12.24

non sento l'atmosfera del natale e voi ?

  in sottofondo   
 canto  di natale  dei  Mcr 


Dopo  anni  e fare   guide e  post  natalizi , da  un paio  d'anni  più precisamene  dal covid  non riesco a farmi coinvolgere e  poi   non sapevo cosa  inventarmi  e che  consigli originali dare  , visto  che  ormai  tutte leriviste  e le trasmissioni  tv    facevano la  stessa   cosa  . Infatti  anche  se  ho  già  regalato a  " mio


figlioccio "  l'abbonamento  al  settimanale  topolino  , quest'anno   , nonostante  :  la  pubblicità  tv  ,  gli  addobbi delle vetrine  e le luminarie dei comuni   e  dei supermercati  ,  f ilm ,  le  pubblicità delle  associazioni  Ong   che stranamente   si  risvegliano  a  Natale  ,ecc    non sento  quell'atmosfera  caramellosa      che  si respira    già dalla  fine di  novembre   . Starò visto che mi  sto avvicinando a  i 50    vecchio e   ho ucciso lo spirito natalizio    come  suggerito   dal fumetto  a  babbo morto di zero calcare   da me  precedentemente recensito  https://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2024/11/spettliliana-segre-ipocrisia-culturale.htm ( è l'ultimo  post   della    rubrica  diario di Bordo   )  sono il solo a  pensarla cosi  ?

21.12.23

il mio Canto di Natale



Questa canzone rispecchia il mio stato d’animo ... profonda ... bellissima. L’ ho sempre amata tanto.., oggi ancora di più


Contro l'ipocrisia del natale,il capitalismo sfrenato che gli gira attorno,contro le ingiustizie che in quei giorni (altro che la favoletta del siamo tutti più buoni) aumentano a dismisura...... Vi voglio regalare questo splendida canzone !

20.12.23

Le feste di Natale sono una tortura: ci salverà Pasqua di Massimo Fini e le sedie vuote a Natale, del male che fanno di Roberta broccia di Madre terra amici di cuore

 due  articoli  che descrivono il scrunge  natalizio di cui  avevo parlato   nel post   : <<  mi  avvicino ai  50 e inizio a sentirmi    come    Ebenezer Scrooge  di Charles Dickens  >>

l primo  è  di Massimo fini      da  il FQ  dl 20\12\2023


L’imperativo categorico è: sopravvivere alle Feste. Non sarà facile. Un’impresa, anzi.
C’è innanzitutto la cerimonia degli auguri. A chi farli? Al tuo amico Sempronio, ma Sempronio è anche amico di Caio che è pure tuo amico ma in tono minore e se Caio viene a sapere che hai fatto gli auguri a Sempronio ma non a lui si incazza. E in che forma poi gli auguri? Per telefono no, è seccante e quello ne approfitta per attaccarti un bottone. Per mail o sms? Troppo freddi. Ci sono poi le persone importanti che conosci. Per telefono è escluso, troppo confidenziale. Con un biglietto da visita? A parte che non ce
l’ho, come dev’essere il biglietto? Di cartone spesso? Troppo volgare. Di carta esile? Troppo sparagnino, troppo genovese, troppo ‘stundaiu’.
Finita la cerimonia degli auguri, che può essere risolta solo con difficili algoritmi, viene quella ben più insidiosa e difficile dei regali. Si sa da tempo che il Natale non è più una festa spirituale, ma è una festa del consumo, così si aiuta anche il Pil.
Scendere in strada, a Milano, per i regali vuol dire entrare in una bolgia infernale di persone, di automobili, di ambulanze perché la gente ha il cattivo gusto di ammalarsi a Natale, direi anzi a causa del Natale. La commessa carina, che ti ha sempre trattato bene, con cui c’era un inizio di flirt, è troppo stanca per darti la dovuta attenzione.
Se sei in strada c’è poi il rischio del borseggio. Una mano abile ti strappa dal braccio stanco il miserabile sacchetto di plastica dove hai messo i tuoi faticosi regali. Ma su questo sono preparato. Parto alla controffensiva. Lo scippo l’ho imparato dalla mala milanese che un tempo frequentavo, piccola mala s’intende, non Vallanzasca, perché Renato era al di là della mia portata. A scippo quindi contro scippo. Anche se non potrò beneficiare della benevolenza della Giustizia che è riservata a ‘lorsignori’, corrotti e corruttori, mentre per i delinquenti da strada vale il detto di madama Santanchè: “In galera subito e buttare via le chiavi”. La garantista.
E poi cosa regalare e a chi regalare? Qui si pone il problema, gravissimo, del nonno, che ha perso tutti i cinque sensi. Un quadro, non lo vede. Un disco, non ci sente. Una bella fanciulla, non gli interessa più. Un cavallo a dondolo, ecco questa potrebbe essere la soluzione, sempre che non cada.
La cerimonia delle cene. Oggi impera la famiglia allargata, ma in abitazioni metropolitane sempre più ristrette. Se invita la tua fidanzata, non può ignorare la tua ex moglie, madre dei tuoi figli. Le due ovviamente si detestano. All’inizio cercano di tenere una certa compostezza, come in Carnage di Roman Polanski, ma progressivamente è battaglia aperta. Si strappano l’un l’altra i capelli, si dan botte e a volte si arriva persino all’omicidio che, essendo donna su donna, non può nemmeno essere classificato come “femminicidio” per la disperazione dei compilatori di statistiche. Prevedo un considerevole aumento dei crimini durante le Feste di Natale.
Poi nel periodo 24 dicembre – 6 gennaio ci sono le torpide domeniche “di sole a tradimento”, come direbbe Ivano Fossati, peccato che siamo in inverno, in cui non sai che fare. Se vuoi andare a pranzo o a cena, dai più grandi ristoranti alle bettole più sordide, ti dicono che devi prenotare una settimana prima e che ne so se tra una settimana son vivo, soprattutto dopo le fatiche del Natale? E poi son domeniche senza calcio. E che può fare un pover’uomo senza nemmeno il calcio?
Se poi hai la disgrazia di essere un editorialista il giornale ti chiede dei pezzi particolari sul Natale, e tu non puoi spiegare al tuo Direttore, Marco Travaglio, cattolico, apostolico, romano, che del Natale e della nascita del Cristo non te ne importa un cazzo. Per quanto liberale il Marco Nazionale ci resterebbe male.
Arriva finalmente a liberarci l’Epifania che “tutte le Feste le porta via”. Ma i pericoli sono sempre in agguato. Perché incombe il Carnevale, altra festa che ha perso di senso perché ormai è carnevale tutto l’anno. Solo la Pasqua, giorno della resurrezione del Signore, e anche nostra, verrà a salvarci perché vale ancora la massima: “Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi”.

 il  secondo della    sagace    

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L’altra mattina la mia mamma mi ha chiamato e mi ha detto: “Ho letto un articolo che parlava delle sedie vuote a Natale, del male che fanno”, e le tremava la voce mentre parlava. Io, poi, a queste sedie vuote ci ho pensato per tre giorni, un po’ anche di notte, e mi ci è venuto perfino il mal di pancia, perché a me la tristezza si accumula tutta lì, nemmeno nel cuore o nella testa. Nella pancia.
A un certo punto, però, mi sono detta: “se tutti stiamo a pensare alle sedie vuote, a quelli che non ci sono, a chi non c’è mai stato, a chi non c’è più, chi ci penserà a chi è rimasto? A chi c’è ancora, chi ci pensa?” A me il Natale non fa tanto bene, perché mi ricorda quanta magia perdiamo per strada, mi ricorda quante speranze mandiamo al patibolo senza nemmeno accorgercene, e insomma: ci sono giornate che mi piacciono di più, tipo il primo giorno di primavera, il giorno in cui cambia l’ora e ci regalano un po’ di luce, il giorno in cui mi sveglio e gli alberi del mio viale sono arrossiti e si preparano a spogliarsi davanti a tutti. Eppure quest’anno voglio provare a viverla meglio, quest’anno ho un buon proposito per oggi (mi piace andare per gradi, un giorno alla volta, perché poi domani chissà). Oggi voglio pensare alle sedie piene, a quello che è rimasto, a tutto quello che è sopravvissuto, a tutto quello che c’è. Alle sedie vuote rivolgerò un sorriso, e non si offenderanno...
Chi non c’è più non si offende se ogni tanto proviamo ad essere felici.

7.12.23

mi avvicino ai 50 e inizio a sentirmi come Ebenezer Scrooge di Charles Dickens

Quest'anno  , almeno per  ora , l'atmosfera  caramellosa e  sdolcinata   delle festività natalizie e  di  fine  d'anno  ( soprattutto quelle  del  24\25    31 dicembre  e   del  1   e 6  gennaio )   , non  mi  attrae   , starò  diventando vecchio  scorcubitico  visto  che   macano  2 anni  al mio  giro  di boa .. ehm  ..  ai 50  ? o forse  ho ucciso il bambino che  è  me  e  che  aspettava  fino  a  qualche  anno fa    con ansia il natale    e  inizia a pensare  ai regali   \  ini   da    fine  ottobre   \  primi di novembre    ?
Quest'anno , dopo la  pausa     per  la  pandemia  o per  la serie  di  lutti dell'anno scorso    non faccio la  guida  di sopravvivenza  alle festività natalizie   . Anticipo le  vostre  eventuali   domande  sul  perchè .


  1)  visto tutti  media o pseudo tali  cartacei    e  non   ne  offrono   in ordine sparso  una  guida  oltre  ai classici  consigli    su come feseggiarlo  ,  cosa  regalare  ,   cosa  mangiare  , ecc  è difficile trovare  argomenti o riuelaborazioni      originali     e non ovvie  ed  scontate 2) nessuno di  voi     replicava    con suggerimenti  o   con proposte  alternative    se  non con   un conformistico   mi  piace  \  sono  d'accordo 3) mi  chiedevo   per  chi  lo facessi     come   come questa fasmosa canzone di Rik Gianco .

Magari chissà   all'ultimo   come  nel personaggio di Charles Dickens citato nel  testo prenderà anche  me . la vita   è  strana  ed  imprevvedibile   .  Magari   sarà  un incubo   come   il  romanzo  di natale     di D . Infatti  mi   è rimasto  anmcora   qualche  scoria   degli anni  scorsi    della  mia  gioventù 😁😂🤗 quindi  comunque la pensiate   Tanti auguri  di buone feste 

23.12.22

laicità non è rinunciare alla natività o al presepe nelle scuole per il politicamente corretto e astruse paure di offendere le altre religioni

  canzone  suggerita 

Avanzi Sound Machine - Laico Reggae


IL post     riportato  su  fb e   su queste  pagine  in cui  definivo   la  scelta   di  non far  fare la natività   nella recita   come   un  sorta  di buonismo  d'accatto    ha  creato una  interessante    discussione  ma anche accuse    riassumibili   in questo  botta   e   risposta  



 **** <<buonismo d'accatto? Cosa è che non capisci di questa frese?Dopo un primo scontro sulla composizione del Presepe, la piccola comunità di Belmonte del Sannio si è divisa sulla Natività a scuola tra chi sostiene le rimostranze del parroco e chi, al contrario, approva la scelta laica della scuola.>>

IO  <<  veramente quello non laicità .laicità non è vietare le manifestazioni religiose . buonismo d'accatto significa rinunciare alle proprie per paura d'offendere gli altri che poi in realtà non si offendono mica almeno la maggior parte >>


Ma  allora  cosa  per  te la  laicità ? cosa  intendi  per  buonismo  d'accatto  mi  chiedono   da  più  parti  . Laicità io   intendo  Un  punto d'incontro  tra  fedi  \  religioni   diverse, il  non dover  imporre   agli altri  la propria   il lasciare a gli altri  la  libertà  di  praticare i propri   se non violano le  leggi dello stato

, la  dignità umana  , il non  usare  la fede    per  scopo politico    ma  separarla  d'esso  il  più possibile    ecc .  Buonismo  d'accatto   il   rifiutare   di praticarla   per paura  \  ipocrisia dello pseudo politicamente  corretto  o perché  te lo  chiedono  . Comunque   ha  riposto   per  me  la nostra utente  Daniela  Tuscano a chi   dice  : << Noi siamo cristiani, loro musulmani, non cercassero di intimidire chi li ospita e li sfama . Gesù Cristo è nato per tutti, anche per loro che non lo vogliono, ma su tutto non lo meritano . Io credo in Cristo, il resto degli ospiti vadano alla Mecca e non rompano i cosiddetti a noi, come loro pretendono di essere rispettati. Viva Gesù,la grotta e il "cadaverino". È ora di dire: BASTA" . Buon Natale Italia.>>

<<  musulmani non c'entrano niente. Come hanno scritto altri non aprite mai i link. Insegno da più di 30 anni e la mia scuola è molto multietnica, abbiamo tantissimi allievi musulmani (proprio ieri gli ho fatto gli auguri di Natale) e NESSUNO si è mai lagnato per presepi, canzoni ecc. Qui però devo contraddire anche Giuseppe Scano, non sono gli "pseudo cattolici" a voler cancellare il Natale col pretesto di non offendere i musulmani (che, come abbiamo visto, non si offendono affatto). Sono gli occidentali cosiddetti progressisti, inclusivi (quanto detesto questa parola), terzomondisti da salotto. Normalmente sono atei. In verità sono più che altro anticristiani. Cioè: non credono in Dio, questo è sicuro. Però il loro obiettivo ultimo è quello di eliminare il cristianesimo e solo quello. Vi siete mai chiesti perché non abbiano alzato un fiato per Asia Bibi, Huma Younus, Leah Sharibu e tutte le vittime della furia jihadista soprattutto in Nigeria? Primo perché non ne sanno nulla, secondo perché, se lo sanno, se ne sbattono. Anche le persone sopra nominate sono extraeuropee, non bianche. Ma, in quanto cristiane, appartengono alla "concorrenza", e a questi "inclusivi" delle mie pianelle non interessano più. Questi "inclusivi" odiano tutto quanto arrivi dall'Occidente senza capire che 1) il cristianesimo non è "occidentale" bensì universale e, se vogliamo farne una questione geografica, proviene dall'Asia non da qualche anfratto celtico; 2) essi stessi, malgrado gli dispiaccia, sono occidentali come e più degli altri, e ignorano p. es. che i musulmani non hanno alcun rispetto per chi rinnega la propria storia. 3) Senza contare che molti figli di immigrati sono cristiani di confessione ortodossa. Dalle mie parti (Milano e provincia) la comunità egiziana è molto forte. Ma accanto ai musulmani ci sono anche tanti cristiani: in una mia classe se ne trovano cinque, per tacere di due ragazze romene e una albanese, a fronte di quattro islamici (una curda, benché non praticante). 5) I cristiani copti sono generalmente molto devoti, piuttosto conservatori e non molto diversi come temperamento dai musulmani ma anche vivaci e leali. Come la mettono gli "inclusivi" con loro? Come li considerano? Alcuni hanno avuto parenti che nel paese di origine hanno subito violenze dai jihadisti: come accoglierebbero la notizia di abolire una festività cristiana che essi attendono con fervore (festeggiano quando per noi è Epifania ma osservano anche un digiuno prenatalizio di 40 giorni) ? Insomma questo ciarpame politicorretto ha sfracellato i maroni. È una moda dei paesi anglosassoni che cercano di importare qui benché da quelle parti sia già irrancidita. A tutti questi "all inclusive" io pagherei un biglietto di sola andata in uno dei loro "amati" paesi fondamentalisti... Tempo dieci minuti e vedreste come frignano per tornare>>




 


25.12.21

Il cibo e il Natale ci ricordano che la religione è una cosa vivae fa fa parte nel bene e nel male di ciascuno di noi

 generalmente  sui media  in questi  giorni   si  è parlato  solo  di  cibo    come  problemi  di salute  e    di  psiche   . Ma  il cibo  è anche  ; spiritualità  ,  religione  ,     convivialità  , scambio culturale  .
Infatti  rimettendo   in ordine le mie  email  ho trovato    questo interessante   articolo   di CLAUDIO FERLAN pubblicato    per     editorialedomani    del  21 dicembre 2021 • 20:48

A family prepares cookies during the first day of Eid al-Fitr holiday in Basra, Iraq, Thursday, May 13, 2021. Eid al-Fitr marks the end of the Muslims' holy fasting month of Ramadan. (AP Photo/Nabil al-Jurani)





  • Siamo prossimi al Natale, una festa che talvolta dimentichiamo essere religiosa, presi dallo shopping furibondo e dalle prospettive d’ingrasso più o meno comunitario.
  • Le scienze umane e sociali interessate alla questione religiosa dimostrano da tempo grande attenzione per il tema ricorrente dell’adattamento culturale nell’esperienza di fede.
  • Che si tratti di come mangiare o bere, di come vivere o di come pregare, la storia è piena di esempi di religioni fai da te.
Siamo prossimi al Natale, una festa che talvolta dimentichiamo essere religiosa, presi dallo shopping furibondo e dalle prospettive d’ingrasso più o meno comunitario. O forse non lo scordiamo affatto, semplicemente ci adattiamo a quella che già sulle pagine di questo giornale è stata segnalata essere una delle più diffuse forme di credenza del nostro tempo: la religione fai da te, raccontata in un bell’articolo firmato da Mark Alan Smith e dedicato agli Stati Uniti d’America. Smith ci racconta come nel bagaglio religioso spirituale individuale siano sempre più presenti «chiromanzia, chiaroveggenza, purificazione dell’aura, lettura della sfera di cristallo, analisi dei sogni, bilanciamento dei chakra, lettura dell’aura psichica, regressione della vita passata e lettura dei tarocchi». Insomma, date delle attitudini religiose, ciascuno sembra libero di amalgamarle come meglio crede. Si tratta di un segnale solo americano? Si tratta di un fenomeno proprio del terzo millennio, storicamente connotato? No e no. Facciamo però un passo indietro per definire meglio l’oggetto del ragionamento. Le scienze umane e sociali interessate alla questione religiosa dimostrano da tempo grande attenzione per il tema ricorrente dell’adattamento culturale nell’esperienza di fede, quella vissuta individualmente prima ancora di quella comunitaria. Antropologia, storia, sociologia, psicologia e teologia riflettono su quella che, con metafora culinaria, è definita religion à la carte o, con immagine differente, patchwork religion. Sono passati dieci anni, per esempio, da quando in un articolo di presentazione di un progetto sulla spiritualità contemporanea guidato dall’università di Bielefeld, la psicologa delle religioni Barbara Keller parlava di «un trend verso una religione patchwork» individuale riconoscibile nelle società europea e americana contemporanee. L’espressione «patchwork religion» valeva (e ancora vale) a descrivere quel fenomeno che induce un sempre più rilevante numero di persone a prendere in prestito elementi dalla tradizione cristiana, dalle religioni asiatiche, da movimenti esoterici e spiritualisti per creare la propria fede/spiritualità individuale.Le convinzioni personali sono sempre meno facilmente identificabili con un sistema di credenze. Tendiamo a costruire la nostra identità religiosa attingendo a insegnamenti provenienti dalle culture e dalle fedi più disparate: lo possiamo fare anche perché è sempre più agevole attingere alle fonti di questa conoscenza; non serve neppure una biblioteca, basta una buona connessione e possiamo consultare una moltitudine di testi considerati sacri.Quanto poi l’interpretazione individuale sia capace di rimanervi fedele, questo è un altro discorso. All’emergere di una spiritualità cucita su misura contribuisce anche la decisione di molti e molte credenti di staccarsi dalle strutture ecclesiastiche religiose organizzate, percepite come inutili perché bastiamo a noi stessi.
Tra le componenti dello stile religioso personale una certa rilevanza la possono acquisire, ed effettivamente lo fanno, le norme alimentari. La stragrande maggioranza delle religioni detta delle regole in relazione alle privazioni della tavola, proponendo ricette che non solo da oggi si mescolano a norme mediche, spirituali, comportamentali. Un buon esempio è la Fastenwoche (settimana del digiuno), ideata da Otto Buchinger (1878-1966) e piuttosto diffusa in Germania e in Austria: ai partecipanti è richiesto di nutrirsi di soli liquidi. L’elenco comprende succhi di frutta, tè e una Fastensuppe (zuppa del digiuno), poco golosamente costituita da acqua senza sale nella quale vengono fatte bollire varie verdure. Si aggiungono alla dieta una significativa attività fisica, una vita in stretto contatto con degli sconosciuti. Ci si affida, in definitiva, a un digiuno per il benessere privo di medicine. Non mancano i rituali di purificazione, come quelli previsti per il cosiddetto “digiuno olistico”, fatto sì del rifiuto temporaneo di qualsiasi cibo solido, ma anche dell’ingestione di importanti quantità di liquidi e dell’uso di pratiche più radicali di lavaggio dell’intestino, come il clistere. Chi ha sperimentato tali esperienze ha parlato di «purificazione rituale», alla quale non sono estranei il rifiuto della società dei consumi e l’impegno ecologico. Quest’ultimo prevede, una volta terminata la Fastenwoche, il rifiuto da ogni tipo di cibo non biologico o a chilometro zero.In Germania ha preso piede anche il cosiddetto digiuno interreligioso, spesso significativamente organizzato nei locali di antichi monasteri sconsacrati: l’aura del luogo probabilmente conta parecchio. Mi limito a richiamarne una in particolare, condotta da una guida spirituale ispiratasi a quattro diverse tradizioni: cristiana, indiana di Sai Baba, buddhista tibetana del Dalai Lama e giapponese del Reiki.
In casi simili non siamo certo di fronte a una riproposizione delle tradizioni monastiche, ma a qualcosa di nuovo, alla trasformazione di una pratica antica che anche grazie al luogo di culto o presunto tale mantiene la propria connotazione religiosa (non solo spirituale), reinterpretandola e riconoscendo a chi propone questo tipo di offerte una dimensione missionaria, intesa come opportunità d’incontro.I
Che si tratti di come mangiare o bere, di come vivere o di come pregare, la storia è piena di esempi di religioni à la carte. La spiritualità degli indigeni nord e sudamericani ne è ricchissima, per come ci è stata raccontata dai coloni e dai conquistatori del nuovo mondo.
L’impatto con la lontanissima cultura cristiana ha dato vita a innumerevoli reinterpretazioni, alcune destinate a sopravvivere (candomblé, vudù, religione del peyote), altre all’oblio (la storia delle Americhe ci narra di molti profeti finiti male come lo shawnee Tenskatawa, il paiute Wovoka, l’inca Túpac Amaru II).Ogni religione, come opportunamente sostenuto da molti studi, è composita, tanto che per gli storici spesso non è possibile definire cosa provenga da una tradizione, cosa da un’altra.Torniamo al Natale, e alla sua assodata origine pagana, legata al solstizio d’inverno e alla festività romana del “Sole invincibile”. Fu l’imperatore romano Aureliano a istituire la festa del Sol Invictus il 25 dicembre 274. E fu Costantino, pochi decenni dopo (330), a mutare la ricorrenza pagana in cristiana, scegliendo quella data per la nascita di Cristo. Fino a quel momento, non vi era uniformità nella comunità cristiane e la celebrazione del compleanno di Gesù si collocava di solito il 6 gennaio, ma la data poteva differire di luogo in luogo. La scelta di un sovrano, però, non è “fai da te” e coinvolge quantomeno tutti i suoi sudditi. Costantino riuscì persino a cambiare nome al giorno del sole (dies solis, come rimane valido per l’inglese sunday o per il tedesco Sonntag), che divenne giorno del Signore (dies dominidimanche, domenica).Il punto centrale che fa di una scelta personale un movimento e non una semplice religione patchwork è proprio questa: l’adesione collettiva. Per quanto possiamo apprendere dai documenti, sono sempre esistiti fenomeni minoritari per cui le e i credenti hanno preso in prestito elementi da più parti per creare la propria fede/spiritualità individuale. Il fatto è che non tutti, non tutte erano sovrane o sovrani, profeti o profetesse, leader carismatiche o carismatici. Per questo non ne sappiamo nulla, a meno che la nostra curiosità o la nostra professione non ci spinga a studiarli, questi fenomeni. Ricordiamoci però di una cosa almeno: nessuno assimila e rappresenta integralmente una tradizione religiosa, una quota di interpretazione personale ci sarà sempre, anche nei più rigorosi difensori di questa o quella fede.È per tale ragione che si moltiplicano i movimenti, che la religione è materia viva, in divenire, è per questo che risulta difficile pensare «Dio (o dio) è morto».

11.12.21

un portale satirico il comune di bugliano prende in giuro i buonisti e i farisei ipocriti del presepe e delle recite di natale ed loro ci credono e si scannano



 leggi anche   


https://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2018/12/a-rovinare-il-natale-oltre-capitalismo.html
https://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2017/12/come-sopravvivere-ale-festivita.html

https://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2018/01/di-nuovo-auguri.html

https://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2017/12/iniiza-ad-ammorbarsi-laria-sianmo.html


 Anche  quest'anno,  anche  se  con meno  virulenza  (   forse  è ancora  presto visto che  mancano  a  natale om forse      anche     i  sovranisti    e  populisti   \  bufalisti  si  concentrano   sul covid  e  sulle sue  sue  varianti )   ,   come  gli anni precedenti  ,  iniziano    le  bufale  \ fake news  (  vedere  sopra    alcuni  miei precedenti  post  in  cito  \    riporto  quelle  natalizie  più comuni )    e  le prese  in giro   come     quella   del gruppo satirico comune di bugliano    



 se    se  leggendo    tale  nerws  



Michiedo    ma che fine ha fatto lo spirito critico che ci permetteva di distinguere le burle e le prese per il ... sedere . che aveva caratterizzato l'ambiente culturale e comico italiano fra il 1948 \1994 ? avete mandato tutti il cervello all'ammasso o in cassa integrazione se rendete per vere simili prese in giro in questo  caso   ai buonisti d'accatto che    rifiutano  di  fare  presepi  e    e recite  di natale  ,  per  non offendere  i credenti mussulmani  )  e   i   nazionalisti \  sovranisti     e farisei   (  cioè gli ipocriti difensori  della  religione   cattolica e   dei suoi  simboli  )  . Ma  soprattutto   mi  sorprende (  anche  se  non più di  tanto  )    che   un  famoso  portale    che deve  combattere   le  fake  news      false  notizie      metta  (   anche  se    ogni tanto   ammette  che  è  satira   )  un  sito  ironico  tra  i  siti bufalisti    \  di  fake news   .  Ma  soprattutto      i cosi hater  \  odiatori    e  non lo  prendano sul  serio   Infatti  

  corriere  della sera  10 dicembre 2021 | 18:27

[.... ]
Apriti cielo: dall’area sovranista e reazionaria del web è partito un fuoco di fila (di invettive, non di cannoni) che si è allargato a macchia d’olio. Proprio quello che gli autori della pagina satirica si aspettavano o auspicavano. Missione compiuta. Ma ci sono volute ore per ricomporre l’equivoco. E la “notizia” è stata commentata anche da insospettabili frequentatori del web, come il giornalista sportivo Riccardo Cucchi pronto a stigmatizzare e ironizzare su quanti erano caduti nella giocosa trappola. E via con i meme con Mattarella, Giorgia Meloni, il leghista Borghi, tanto per rincarare la dose. Premio alla sintesi e all’ironia a Pippo Civati: “Parlateci di Bugliano”. Ogni riferimento a Bibbiano è tutt’altro che casuale.

  e  proprio  a tale proposito consiglio la   prima pietra  il film  di  Corrado  Guzzanti 


  politicamente e scorretto  che non risparmia     le  categorie  prima citate 




4.12.21

IL PRESEPE NON E' SOLO UN QUALCOSA DI RELIGIOSO “ ma un microcosmo, delineato, finito e quindi perfetto, che riproduce il mondo intero nel bene e nel male .”

leggere anche oltre ai colegamenti ed i link a fine post
https://ulisse-compagnidistrada.blogspot.com/2021/12/la-pastora-etiope-uccisa-trova-posto.html


la mia aggiunta Facebook   al precedente post  
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Pina Sechi, Muscitta Aresta Valentina e altri 3
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 per pubblicizzare la nostra appendice ovvero  questo    blog ha creato polemiche tra i puristi ( quelli che vedono il presepe alla maniera classica cioè : Gesù bambino , Giuseppe e maria, bue ed asinello , pastori ed re magi e capanna senza altre contaminazioni ) buonisti d'accatto ( quelli  che  non  lo  fanno   o decidono di non farlo  fare  per non offendere le altre religioni ) del presepe .Ad  entrambi    dico  di ascoltare     quello che  dice  

Erasmo Silvio Storace   autore     di  : << Filosofia del presepe. Manuale laico per la costruzione del presepio perfetto  >> . Infatti    come  ho già  detto    nei  commenti al post   fb  riportato sopra uin particolare  in questa  discussione  


 E a quelli che mi dicono    che mi  contraddico e  mi rinfacciano  la mia laicità  perchè  dissi in passato   che  la  scuola , i  tribunali  ,   devono essere privi    di simboli   religiosi     di qualunque  confessione  essi siano . 
Vero in passato la  pensavo  cosi  perchè  l'istituzione  de crocifisso  nelle  scuole  italiane  era  imposta  dal  regime  fascista   con  i regi decreti 965/1924 e 1297/1928  poi confermata  tacitamente  :     dai patti lateranensi  del  1929 ,  dall'articolo  7  della nostra  costituzione   e  dagli accordi    del 1984   tra stato Italiano  e  Stato  Vaticano   .  Poi  dopo   aver  letto   cosa  disse  Natalia Ginzburg, scrittrice ebrea, a un perentorio ammonimento: «Non togliete quel crocifisso! .C’è sempre stato», disse. «È il segno del dolore umano, della solitudine della morte, dell’ingiustizia. Non conosco altri segni che diano con tanta forza il senso del nostro destino. Il crocifisso fa parte della storia del mondo».
Quindi    lasciarlo  pure       ma   come   dice  una  recente   sentenza  delle  cassazione   la  sua   messa al muro  sia  facoltativa    e  non obbligatoria  .Quindi    per  il presepe  ,  visto  che io  sono cresciuto    tra  i patti lateranensi   ed   l'accordo di Craxi  , ovvero quando   la religione a  scuole a  era  obbligatoria, fare il  presepe     non  mi  sembra  una  cosa  negativa  purché  : 1) non  venga   usato    strumentalmente  come  arma  politica  .È parte della nostra identità. Ma non va usato  per contrapporre noi e gli islamici. Come fanno,  a fine di consenso  propagandistico ed  elettorale certa  destra    2)   il  farlo  a  scuola    non  sia  obbligatorio ma  resti  facoltativo  . Quindi  non mi sembra  una  cosa    buona  cosa  ne  " vietarlo  o  rinunciarci per  una  falsa integrazione    \  falso rispetto   verso gli stranieri  . Infatti   come  noi  quando  andiamo nei loro paesi  ci  adeguiamo alle    loro usanze     \  tradizioni  , anche  loro dovrebbero  fare  cosi     quando  vengono da  noi  ,  magari  trovare  o  forme  di sincretismo   come   si    sempre  trovato  nella storia    o   confronto  dialogo  cercando  ciò  che unisce  \ punti  in comune     e  dialogare    come   sembra  proporre il bellissimo  film  bacio appassionato  di  ken loack .

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