il countdown natalizio ormai agli sgoccioli; inizierà a regalarci sempre più il luccichio delle luminarie e quell'atmosfera via via più calda e ovattata che anche i Grinch come il sottoscritto finiscono col respirare facendosi inevitabilmente influenzare- Ma non passivamente . Infatt come ho già detto in « Malinconia Natalizia » e « ormai a quasi 50 anni sto iniziado ad avere un rapporto complicato con il natale lo vedo più come un obbligo sociale e commerciale più che una festa vera » reagisco condivenendo video come questi due dei I sansoni
Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
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16.12.25
mancano 15 giorni a natale e anche i Grinch s'inteneriscono e cedono o quasi all'atmofera natalizia
9.12.25
ormai a quasi 50 anni sto iniziado ad avere un rapporto complicato con il natale lo vedo più come un obbligo sociale e commerciale più che una festa vera
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| Ebenezer Scrooge dal Canto di Natale di Topolino |
Sono quasi certo di quanto affermavo l'anno scorso .L'anno scorso infatti ecco cosa è risultato dal test di natale di https://www.wired.it/
Tu il Natale lo vivi come un dovere sociale: fai l’albero (magari un po’ storto), sorridi agli inviti in famiglia e scarti i regali con diplomazia. Anche se ricevere l’ennesimo paio di calzini ti fa un po’ storcere il naso. Tu il Natale lo vivi come un dovere sociale: fai l’albero (magari un po’ storto), sorridi agli inviti in famiglia e scarti i regali con diplomazia. Anche se ricevere l’ennesimo paio di calzini ti fa un po’ storcere il naso. Per te la vera gioia arriva il 6 gennaio, quando torni alla routine e puoi finalmente smettere di rispondere ( o di farne ) ai messaggi di auguri preconfezionati o riciclati . Ovvero sei
É Da un paio d'anni ( ormai non sono più bambino che aspettava il natale già da novembre prima per desiderare i regali di babbo natale / Gesù bambino poi per fare regali poi con le guide di auto aiuto su come sopravvivete alle feste di natale ) le persone attorno a me mi credono una specie di Grinch che odia il natale infatti da un biennio non trascorre autunno senza che inizi a lamentarmi in modo molesto dell'ormai imminente Natale. Comincio di solito già a metà novembre i dopo halloween ( le festività dei santi e dei morti ) in contemporanea alle prime pubblicità e decorazioni natalizie delle vetrine . IL primo step è l'autoconvincimento: “ Quest'anno a Natale nessun regalo ! ". A questa fase per lo più istintiva ne segue una più razionalizzante: “Non sarà certo un problema... E chiaro a tutti che sono molto impegnato ... Capiranno non posso occupare le mie giornate a scegliere regali... E poi con tutte le persone che conosco la lista sarebbe infinita”... oppure che sto invecchiando e vedo il natale solo come un qualcosa di commerciale di capitalistico .Mi convinco in genere con relativa facilità. Una volta persuaso, passo alla fase due: l'attacco. Mi prodigo nel far sapere a tutti che “Quest'anno vi avviso, niente regali!". A seconda dell’interlocutore decido se buttarla sul filosofico e quindi sulla “perdita del vero e originario significato della festa" oppure venare i miei discorsi di critica sociale puntando il dito sulla sua “eccessiva mercificazione" o altre banalità simili. Con alcun la sincerità non ho soldi Con gli amici viaggiatori è più facile“... sai, dovrò organizzare il viaggio di fine anno... e tempo non ne avrò!"Di solito tutti mi assecondano. Annuiscono e non replicano direttamente . Cortesia, credo. Ma poi Le mie granitiche certezze iniziano a scricchiolare verso inizio dicembre. Il mondo attorno è ormai costellato sempre piu di lucine colorate e vetrine apparecchiate, pacchetti luccicanti e alberelli innevati. Tutti sono indaffarati a scegliere, comprare, incartare. Tanto da dimenticarsi degli altri vedi l'esperimento sociale fatto l'anno scorso dalla dottoressa
Che altro dire visto che mancano 14 giorni A Natale ? Buon Natale a tutti/e/* voi ! a voi decidere se accettarli o meno , se farli o non farli a chi e a chi non , come . Trovate tratto da queste due guide di sopravvivenza alle festività natalizie la prima del 2010 e la seconda mi pare del 2015 alcuni link e alcuni suggerimenti
29.11.25
diario di bordo n 156 anno III libertà d'opinione e conflitto israeliano palestinese il caso Mohammed Shahin., chi ha rubato il natale gli islamici secondo i. leghisti ed affini , i buonisti d'accatto , i centri commerciali ?., l'arte del kintsugi-arte-giapponese-metafore
....
Ormai novembre volge al termine e dicembre è alle porte ma già dall'inzio del mese , neppure in tempo di una trequa che subito dopo i morti ed santi il cosidetto hallowen iniziano i prodromi della melensa atmosfera natalizia con pubblicità e decorazioni ed vetrine , luminarie nelle vie cttadine iniiza ad appiccarti addosso
| Pippo e l'ultimo viaggio di Babbo Natale (Mignacco/M. De Vita) - TL n°1569, del 1985 |
! Ma almeno fosse solo questo .
tutto si ripara prima o poi basta volerlo ed impegnarsi . cioè apllicare alle relazioni ( non solo sentimentali ) L’antica arte Kintsugi viene dal Giappone e si ispira ai vasi riparati . Infatti Abbiamo come suggerisce il sito https://cultura.biografieonline.it/kintsugi-arte-giapponese-metafore/ da me consultato e a da cui ho preso foto e notizie riortate sotto tanto da imparare dai popoli dell’Oriente. L’antica arte giapponese del Kintsugi trasmette una preziosa lezione di vita rivolta a tutti, prendendo spunto dalla sapiente e antica tecnica di mettere in evidenza le fratture dei vasi rotti.
Kintsugi: i cocci di una ciotola riparati con l’oroKintsugi: in cosa consiste?
Noi occidentali siamo soliti buttare un vaso quando questo cade e si rompe, seppure a malincuore perché trattasi di un oggetto prezioso. In Giappone, invece, la rottura di una ciotola, di un vaso o di una teiera diventa un’occasione per renderli ancora più pregiati.
Proprio grazie alle fratture provocate dalla rottura, la pratica giapponese del Kintsugi aggiunge valore all’oggetto, evidenziando le linee e restituendogli una nuova opportunità.
Il termine giapponese “kintsugi” deriva da “kin” (che significa letteralmente “oro”) e “tsugi” (che sta per “ricongiunzione, riunione, riparazione”).
Kintsugi: due vasi riparati con polvere d’oro. (Foto dal sito: francinesplaceblog.com)Per rimettere insieme i pezzi di un oggetto rotto i giapponesi utilizzano un metallo prezioso (di solito oro o argento liquido oppure una lacca di polvere dorata). Quando i cocci si riuniscono vengono fuori alcune nervature che rendono più originale il pezzo.
Le cicatrici, anziché privare l’oggetto del suo valore, gli conferiscono un aspetto unico ed irripetibile. Le ramificazioni che si formano per la rottura vengono esaltate con l’applicazione del metallo. La tecnica del Kintsugi permette di realizzare vere e proprie opere d’arte partendo da un oggetto rotto, che per definizione è imperfetto.
Le origini del Kintsugi
Alcuni oggetti laccati sono stati rinvenuti circa 5.000 anni fa. Ciò significa che la tecnica Kintsugi affonda le sue radici nell’antichità. Da millenni i giapponesi utilizzano come sostanza collante la lacca urushi, che si può ricavare dalla pianta “Rhus verniciflua” (Albero della lacca, chiamata anche Lacca cinese).
Alcuni documenti accreditati fanno risalire l’origine di tale tecnica artistica al XV secolo. Si racconta che l’ottavo shogun Ashikaga Yoshimasa ruppe la propria tazza da tè e decise di farla riparare da alcuni esperti artigiani.
Questi applicarono alla tazza dello shogun la tecnica del kintsugi, riempiendone le fessure con resina e polvere d’oro.
Per riparare gli oggetti con questo metodo sono necessarie diverse fasi e inoltre il tempo di essiccazione può consistere in un mese o più.
Kintsugi: dettaglio di una saldatura con l’oroQuante lezioni di vita possiamo apprendere dall’antica e sempre attuale arte del kintsugi! La prima, più importante di tutte, è che non si deve buttare un oggetto perché si rompe.
Recuperare un rapporto
Come il kintsugi restituisce nuova vita ad un oggetto rotto impreziosendo le fratture con il metallo prezioso, così nella vita dobbiamo cercare di recuperare le relazioni o i rapporti prima che si logorino del tutto.
Resilienza
Altra lezione fondamentale del kintsugi consiste nell’applicare la Resilienza. Questa è la capacità di reagire alle avversità della vita con coraggio, considerando le esperienze dolorose come occasioni di crescita. Come il kintsugi mette in evidenza le crepe di un vaso rotto, così noi dobbiamo imparare ad esibire e valorizzare le cicatrici della nostra vita, senza vergognarci di esse. Anzi, secondo la metafora del kintsugi sono proprio le cicatrici a rendere un’esistenza unica e preziosa.
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| Simbolo dello Yin e Yang |
Secondo la moderna psicoterapia, il kintsugi giapponese è un ottimo spunto di riflessione per imparare la resilienza. Una dote che non è innata e che serve a tutti per vivere meglio anche le peggiori avversità che la vita riserva.
9.12.24
non sento l'atmosfera del natale e voi ?
in sottofondo
canto di natale dei Mcr
Dopo anni e fare guide e post natalizi , da un paio d'anni più precisamene dal covid , non riesco a farmi coinvolgere e poi non sapevo cosa inventarmi e che consigli originali dare , visto che ormai : tutti i quotidiani ,tutte le riviste e le trasmissioni tv fanno la stessa cosa . Infatti anche se ho già regalato a " mio
figlioccio " l'abbonamento al settimanale topolino , quest'anno , nonostante : la pubblicità tv , gli addobbi delle vetrine e le luminarie dei comuni e dei supermercati ,
21.12.23
il mio Canto di Natale
Questa canzone rispecchia il mio stato d’animo ... profonda ... bellissima. L’ ho sempre amata tanto.., oggi ancora di più
20.12.23
Le feste di Natale sono una tortura: ci salverà Pasqua di Massimo Fini e le sedie vuote a Natale, del male che fanno di Roberta broccia di Madre terra amici di cuore
L’imperativo categorico è: sopravvivere alle Feste. Non sarà facile. Un’impresa, anzi.
C’è innanzitutto la cerimonia degli auguri. A chi farli? Al tuo amico Sempronio, ma Sempronio è anche amico di Caio che è pure tuo amico ma in tono minore e se Caio viene a sapere che hai fatto gli auguri a Sempronio ma non a lui si incazza. E in che forma poi gli auguri? Per telefono no, è seccante e quello ne approfitta per attaccarti un bottone. Per mail o sms? Troppo freddi. Ci sono poi le persone importanti che conosci. Per telefono è escluso, troppo confidenziale. Con un biglietto da visita? A parte che non ce
l’ho, come dev’essere il biglietto? Di cartone spesso? Troppo volgare. Di carta esile? Troppo sparagnino, troppo genovese, troppo ‘stundaiu’.
Finita la cerimonia degli auguri, che può essere risolta solo con difficili algoritmi, viene quella ben più insidiosa e difficile dei regali. Si sa da tempo che il Natale non è più una festa spirituale, ma è una festa del consumo, così si aiuta anche il Pil.
Scendere in strada, a Milano, per i regali vuol dire entrare in una bolgia infernale di persone, di automobili, di ambulanze perché la gente ha il cattivo gusto di ammalarsi a Natale, direi anzi a causa del Natale. La commessa carina, che ti ha sempre trattato bene, con cui c’era un inizio di flirt, è troppo stanca per darti la dovuta attenzione.
Se sei in strada c’è poi il rischio del borseggio. Una mano abile ti strappa dal braccio stanco il miserabile sacchetto di plastica dove hai messo i tuoi faticosi regali. Ma su questo sono preparato. Parto alla controffensiva. Lo scippo l’ho imparato dalla mala milanese che un tempo frequentavo, piccola mala s’intende, non Vallanzasca, perché Renato era al di là della mia portata. A scippo quindi contro scippo. Anche se non potrò beneficiare della benevolenza della Giustizia che è riservata a ‘lorsignori’, corrotti e corruttori, mentre per i delinquenti da strada vale il detto di madama Santanchè: “In galera subito e buttare via le chiavi”. La garantista.
E poi cosa regalare e a chi regalare? Qui si pone il problema, gravissimo, del nonno, che ha perso tutti i cinque sensi. Un quadro, non lo vede. Un disco, non ci sente. Una bella fanciulla, non gli interessa più. Un cavallo a dondolo, ecco questa potrebbe essere la soluzione, sempre che non cada.
La cerimonia delle cene. Oggi impera la famiglia allargata, ma in abitazioni metropolitane sempre più ristrette. Se invita la tua fidanzata, non può ignorare la tua ex moglie, madre dei tuoi figli. Le due ovviamente si detestano. All’inizio cercano di tenere una certa compostezza, come in Carnage di Roman Polanski, ma progressivamente è battaglia aperta. Si strappano l’un l’altra i capelli, si dan botte e a volte si arriva persino all’omicidio che, essendo donna su donna, non può nemmeno essere classificato come “femminicidio” per la disperazione dei compilatori di statistiche. Prevedo un considerevole aumento dei crimini durante le Feste di Natale.
Poi nel periodo 24 dicembre – 6 gennaio ci sono le torpide domeniche “di sole a tradimento”, come direbbe Ivano Fossati, peccato che siamo in inverno, in cui non sai che fare. Se vuoi andare a pranzo o a cena, dai più grandi ristoranti alle bettole più sordide, ti dicono che devi prenotare una settimana prima e che ne so se tra una settimana son vivo, soprattutto dopo le fatiche del Natale? E poi son domeniche senza calcio. E che può fare un pover’uomo senza nemmeno il calcio?
Se poi hai la disgrazia di essere un editorialista il giornale ti chiede dei pezzi particolari sul Natale, e tu non puoi spiegare al tuo Direttore, Marco Travaglio, cattolico, apostolico, romano, che del Natale e della nascita del Cristo non te ne importa un cazzo. Per quanto liberale il Marco Nazionale ci resterebbe male.
Arriva finalmente a liberarci l’Epifania che “tutte le Feste le porta via”. Ma i pericoli sono sempre in agguato. Perché incombe il Carnevale, altra festa che ha perso di senso perché ormai è carnevale tutto l’anno. Solo la Pasqua, giorno della resurrezione del Signore, e anche nostra, verrà a salvarci perché vale ancora la massima: “Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi”.
7.12.23
mi avvicino ai 50 e inizio a sentirmi come Ebenezer Scrooge di Charles Dickens
Quest'anno , almeno per ora , l'atmosfera caramellosa e sdolcinata delle festività natalizie e di fine d'anno ( soprattutto quelle del 24\25 31 dicembre e del 1 e 6 gennaio ) , non mi attrae , starò diventando vecchio scorcubitico visto che macano 2 anni al mio giro di boa .. ehm .. ai 50 ? o forse ho ucciso il bambino che è me e che aspettava fino a qualche anno fa con ansia il natale e inizia a pensare ai regali \ ini da fine ottobre \ primi di novembre ?
Quest'anno , dopo la pausa per la pandemia o per la serie di lutti dell'anno scorso non faccio la guida di sopravvivenza alle festività natalizie . Anticipo le vostre eventuali domande sul perchè .
1) visto tutti media o pseudo tali cartacei e non ne offrono in ordine sparso una guida oltre ai classici consigli su come feseggiarlo , cosa regalare , cosa mangiare , ecc è difficile trovare argomenti o riuelaborazioni originali e non ovvie ed scontate 2) nessuno di voi replicava con suggerimenti o con proposte alternative se non con un conformistico mi piace \ sono d'accordo 3) mi chiedevo per chi lo facessi come come questa fasmosa canzone di Rik Gianco .
Magari chissà all'ultimo come nel personaggio di Charles Dickens citato nel testo prenderà anche me . la vita è strana ed imprevvedibile . Magari sarà un incubo come il romanzo di natale di D . Infatti mi è rimasto anmcora qualche scoria degli anni scorsi della mia gioventù 😁😂🤗 quindi comunque la pensiate Tanti auguri di buone feste
23.12.22
laicità non è rinunciare alla natività o al presepe nelle scuole per il politicamente corretto e astruse paure di offendere le altre religioni
canzone suggerita
Avanzi Sound Machine - Laico ReggaeIL post riportato su fb e su queste pagine in cui definivo la scelta di non far fare la natività nella recita come un sorta di buonismo d'accatto ha creato una interessante discussione ma anche accuse riassumibili in questo botta e risposta
**** <<buonismo d'accatto? Cosa è che non capisci di questa frese?Dopo un primo scontro sulla composizione del Presepe, la piccola comunità di Belmonte del Sannio si è divisa sulla Natività a scuola tra chi sostiene le rimostranze del parroco e chi, al contrario, approva la scelta laica della scuola.>>
IO << veramente quello non laicità .laicità non è vietare le manifestazioni religiose . buonismo d'accatto significa rinunciare alle proprie per paura d'offendere gli altri che poi in realtà non si offendono mica almeno la maggior parte >>
Ma allora cosa per te la laicità ? cosa intendi per buonismo d'accatto mi chiedono da più parti . Laicità io intendo Un punto d'incontro tra fedi \ religioni diverse, il non dover imporre agli altri la propria il lasciare a gli altri la libertà di praticare i propri se non violano le leggi dello stato
, la dignità umana , il non usare la fede per scopo politico ma separarla d'esso il più possibile ecc . Buonismo d'accatto il rifiutare di praticarla per paura \ ipocrisia dello pseudo politicamente corretto o perché te lo chiedono . Comunque ha riposto per me la nostra utente Daniela Tuscano a chi dice : << Noi siamo cristiani, loro musulmani, non cercassero di intimidire chi li ospita e li sfama . Gesù Cristo è nato per tutti, anche per loro che non lo vogliono, ma su tutto non lo meritano . Io credo in Cristo, il resto degli ospiti vadano alla Mecca e non rompano i cosiddetti a noi, come loro pretendono di essere rispettati. Viva Gesù,la grotta e il "cadaverino". È ora di dire: BASTA" . Buon Natale Italia.>><< musulmani non c'entrano niente. Come hanno scritto altri non aprite mai i link. Insegno da più di 30 anni e la mia scuola è molto multietnica, abbiamo tantissimi allievi musulmani (proprio ieri gli ho fatto gli auguri di Natale) e NESSUNO si è mai lagnato per presepi, canzoni ecc. Qui però devo contraddire anche Giuseppe Scano, non sono gli "pseudo cattolici" a voler cancellare il Natale col pretesto di non offendere i musulmani (che, come abbiamo visto, non si offendono affatto). Sono gli occidentali cosiddetti progressisti, inclusivi (quanto detesto questa parola), terzomondisti da salotto. Normalmente sono atei. In verità sono più che altro anticristiani. Cioè: non credono in Dio, questo è sicuro. Però il loro obiettivo ultimo è quello di eliminare il cristianesimo e solo quello. Vi siete mai chiesti perché non abbiano alzato un fiato per Asia Bibi, Huma Younus, Leah Sharibu e tutte le vittime della furia jihadista soprattutto in Nigeria? Primo perché non ne sanno nulla, secondo perché, se lo sanno, se ne sbattono. Anche le persone sopra nominate sono extraeuropee, non bianche. Ma, in quanto cristiane, appartengono alla "concorrenza", e a questi "inclusivi" delle mie pianelle non interessano più. Questi "inclusivi" odiano tutto quanto arrivi dall'Occidente senza capire che 1) il cristianesimo non è "occidentale" bensì universale e, se vogliamo farne una questione geografica, proviene dall'Asia non da qualche anfratto celtico; 2) essi stessi, malgrado gli dispiaccia, sono occidentali come e più degli altri, e ignorano p. es. che i musulmani non hanno alcun rispetto per chi rinnega la propria storia. 3) Senza contare che molti figli di immigrati sono cristiani di confessione ortodossa. Dalle mie parti (Milano e provincia) la comunità egiziana è molto forte. Ma accanto ai musulmani ci sono anche tanti cristiani: in una mia classe se ne trovano cinque, per tacere di due ragazze romene e una albanese, a fronte di quattro islamici (una curda, benché non praticante). 5) I cristiani copti sono generalmente molto devoti, piuttosto conservatori e non molto diversi come temperamento dai musulmani ma anche vivaci e leali. Come la mettono gli "inclusivi" con loro? Come li considerano? Alcuni hanno avuto parenti che nel paese di origine hanno subito violenze dai jihadisti: come accoglierebbero la notizia di abolire una festività cristiana che essi attendono con fervore (festeggiano quando per noi è Epifania ma osservano anche un digiuno prenatalizio di 40 giorni) ? Insomma questo ciarpame politicorretto ha sfracellato i maroni. È una moda dei paesi anglosassoni che cercano di importare qui benché da quelle parti sia già irrancidita. A tutti questi "all inclusive" io pagherei un biglietto di sola andata in uno dei loro "amati" paesi fondamentalisti... Tempo dieci minuti e vedreste come frignano per tornare>>
Emergenza medici, nel sud dell’Isola un drappello di veterani ancora in servizio: «Il riposo può aspettare» Al lavoro anche se in età di pensione .,
unione sarda 16\12\2025 estrato Emergenza medici, nel sud dell’Isola un drappello di veterani ancora in servizio: «Il riposo può aspett...
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