Preghiera Punk
Considerato
il messaggio, il luogo, la "follia" provocatoria del gesto di 3 ragazze
contro una dittatura potente e feroce come il freddo dei Gulag,
ritengo questa la foto più bella della storia del Rock
E le Pussy Riot?
di Matteo Tassinari
Ricordate le Pussy Riot? Quel folle quanto curioso ed eccentrico trio punk geniale tutto al femminile incarcerato per
"teppismo motivato da odio religioso" per una imprudente performance anti-Putin
nella cattedrale di Cristo Salvatore di Mosca, la chiesa che fu teatro della canonizzazione dell'ultimo Zar e della sua famiglia, la culla della divina liturgia Ortodossa? Eravamo rimasti all'incirca a questo punto: ora diventa vincolante non lasciarle sole, scrivere
di loro, parlarne, bypassare loro notizie al mondo, le loro foto,
chiedere, cercare in rete, anche i siti esteri, affinché non subiscano
torture, sevizie o maltrattamenti di cui i Servizi dell'ex Armata
sovietica, tanto i livelli sono ancora quelli, meno rumorosi ma forse
più feroci e capaci di una volta. Maria Aliokhina e Nadia Tolokonnikova, le due componenti della band punk Pussy Riot,
sono state condannate a due anni di carcere per aver fatto un paio di
salti a suon di musica nella cattedrale di Mosca ed aver pregato la Madonna di
liberare il loro Paese dal tiranno Putin, sono state trasferite in due
differenti colonie penali lontano da Mosca, famiglie, figli. Isolate,
almeno due di loro.
Dicevamo di non dimenticarci di loro
Ora, non lasciamole sole
Scrissi così quando
capitò il fatto, perché sentivo che
sarebbe accaduto, si sarebbe avverato. Ora, due di loro, sono in carceri
di
massima sicurezza o "colonie", come le chiamano qui, ma sempre gulag
rimangono. Per creare distanza, strappare fisicamente da ogni contesto
sociale e
pubblico i soggetti ritenuti scomodi ai potentati dello Zar degli Zar,
Vladimir
Putin. Luoghi spettrali, che nulla di diverso hanno dai campi di
sterminio
nazisti, stesso sangue immolato all'altare del dio guerra, stesso fluido
che
determina ogni nostra azione o pensiero. Stessi posti di tortura, dove
spruzzano quando meno te l'aspetti il peperoncino negli occhi, ti
schiacciano
le dita nei cassetti, il panno bagnato in bocca a testa in giù in modo
di
scatenare l'istinto-panico provando la sensazione di annegare e le
torture più
disumane che non conosciamo e che preferiamo non conoscere. Per ora, le
tre
giovani attiviste hanno conquistato la scena internazionale e sono
diventate
famose in tutti i paesi dell’occidente, il simbolo della protesta contro
un
regime soft con le unghie affilate come quelle di una tigre di Владимир
Владимиров, meglio noto come Vladimir Vladimirovich Putin.
Se questo è un uomo
Reset. Nella canzone, le Pussy Riot,
hanno invocato il nome della Vergine Maria, esortandola a liberarle dal
primo ministro russo Vladimir Putin e di diventare un femminista. Hanno
usato, certamente, un linguaggio crudo e originalissimo per attaccare
Putin e Kirill I, patriarca di Mosca e della chiesa Ortodossa russa,
denunciando e
descritto gli stretti "legami" tra KGB e la chiesa russa. I crescenti legami tra Stato e Chiesa, sono stati un
bersaglio di critiche e proteste da parte di molti attivisti. Il Patriarca russo Kirill , aveva
apertamente sostenuto Putin nella rielezione del 2012 al Cremlino. Dopo lo spettacolo in cattedrale, le Pussy Riot dissero: "In Russia, succede che la chiesa possa diventare un'arma sporca in campagna elettorale".
Parole che, nella loro, audacia stravagante e disperata rabbia, non
devono essere piaciute ai due uomini più potenti in Russia:
Putin-Kirill. Intanto il Movimento Pussy Riot cresce e Mosca rimane il centro di vari posti dove si ritrovano Pussy Riot e simpatizzanti. L'80% sono tutte donne molto giovani e laureate ed espertissime di comunicazione multimediale. Il
14 dicembre 2011, per dirne semplicemente una, un gruppo s'è esibito in
cima ad un garage vicino al centro di detenzione di un carcere, il
"Mosca n°1", dove molti degli attivisti dell'opposizione erano detenuti
tra i prigionieri. Performance riuscitissima, e applaudita dai
prigionieri che da dentro sbattevano tutto ciò che era di metallo, dalle
sbarre delle finestre al metallo che c'è in una cella.
Le pulzelle della cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca
che hanno pregato la Madonna che si porti via Putin in solfeggio Punk-Rock
Katia forse si può "rieducare"
Ekaterina Samutsevich, 30 anni è l'unica ad essere stata
scarcerata con la libertà condizionata. La giuria ha accolto le parole della
difesa che sostenevano che Ekaterina avesse partecipato marginalmente alla
performance rispetto alle altre donne, in quanto impedita dalle guardie stesse
intervenute sul posto. Inoltre, non so attraverso quali parametri, i giudici
hanno ritenuto che Ekaterina può essere "rieducata" se non commetterà
altri reati nel frattempo, anche ha ascoltato la lettura della sentenza con il
pugno chiuso alzato in segno di solidarietà con le altre due Pussy Riot
condannate. Probabilmente Ekaterina non ce l'ha fatta e il "No Pasaran"
non è riuscita a portarlo in fondo e le limitazioni mortali che la Siberia
emana
nell'immaginario storico russo e non solo, è qualcosa di devastante,
manicomiale, farebbe paura fottuta a chiunque. E in ogni caso, senza
sapere ancora come siano andate di preciso le cose, è solo bene che Ekaterina non sia in una "colonia" infame siberiana.
Nadia Tolokonnikova, considerata la stratega del gruppo, mentre parte per Perm in Siberia situata sul fiume glaciale Kama ai piedi dei monti Urali
Nadia e Maria in Siberia
Per le altre due movimentiste, sono
stati confermati i due anni di carcere richiesti dall'accusa. Alla
lettura
della sentenza Nadia e Maria sono rimaste impassibili e non hanno
dimostrato di non nutrire alcun rancore contro Katia, che ha ascoltato
la sentenza. Le Pussy Riot (per le quali gran parte dello star-system mondiale, dai Red Hot Chili
Peppers alla Ciccone dagli Abruzzi, s'è mobilitato assieme al campione del mondo di scacchi Gary Kasparov) avevano chiesto scusa ai fedeli della Chiesa
Ortodossa, senza però mai pentirsi del loro gesto, in quanto "l'azione è di stampo politico ed esclusivamente contro Putin, come era stato chiesto loro dalla Chiesa
stessa, senza che questa si degnasse di ascoltare le donne". Per questa ragione Maria Aliokhina, studente di quarto anno presso l'Istituto "Giornalismo e Scrittura Creativa" di Mosca e Nadia Tolokonnikova, che Amnesty International l'ha definita "una prigioniera di coscienza a causa della "gravità della risposte giuridiche delle autorità russe" è quella più esposta e nel centro del mirino di ogni milizia russa. Le due
componenti della band punk femminista Pussy Riot condannate a due anni di
carcere, sono state trasferite in due differenti
colonie penali lontano da Mosca, lontano dalla loro casa, dai loro mariti, dai loro figli. Maria sarà prigioniera in una colonia penale di cui non si sa ancora nulla. Nadia è già stata spedita in Siberia a 2mila chilometri da Mosca, reclusa in una colonia definita dalle altre Pussy Riot, visto
che ormai è un movimento di migliaia di donne molto giovani, la più
dura delle colonie, non si chiamano più gulag, ancora attive.
Perm, in Siberia, Colonia abbandonata. In realtà è solo
Propaganda per dire che in Russia i Gulag non ci sono più
L'infinito cosmo siberiano
Si, la più dura, considerati i tanti morti dissidenti dal
governo Centrale del Pcus morti nel vento e nel gelo del silenzio siberiano. Forse
ce l'hanno così tanto con Nadia perché è così bella e intelligente, speriamo che non le
tolgano intelligenza e bellezza. Condannate, giovani madri, con un'accusa
ridicola, beffarda per quanto miserabile nel suo caustico e corrosivo
significato storico che si cerca di passare alla sinfonia di regime: “teppismo motivato da
odio religioso”.
Mi chiedo cosa dovremmo scrivere allora di tutti i preti, suore, al
chiuso di seminari pedofili sparsi nel mondo? Adolescenti vittime di
soprusi e vessazioni sessuali? Che dovremmo dire del
padre messicano Marcial Maciel Degollado, potentissimo prelato del
Vaticano negli anni '80 e intimamente amico di molti cardinali tutt'ora
in servizio al fianco del Papa e fondatore di Regnum
Christi, ma anche stupratore seriale di tanti minori, relazioni
mantenute con almeno due donne, da cui ha avuto sei figli che ha
violentato e morfinomane? Per questo ritengo sia utile che ci sia
un'equità davvero imparziale e che non conosciamo. Dura, ma molto più
dolce in quanto totalizzante ed eterno. Vera, poiché è l'origine di
tutto, al punto che noi umani non siamo in grado di percepire. Ora ci
spaccherebbe il cuore. Un amore così immacolato capace di perdonare ciò
che è macchia, non lo reggeremmo.
*Il vero orrore*
Odio religioso? Semmai,
odio politico! L’odio
religioso spinge i terroristi a incendiare le chiese o a farle saltare
in
aria, magari assieme ai fedeli in preghiera dentro e non ad andarci a
danzare dentro.
Si può parlare invece senz'altro di vera crudeltà da parte di chi ha
avuto il
coraggio di dare tanta sofferenza a due giovani donne e ai loro
familiari.
Una sanzione pecuniaria sarebbe stata una giusta pena, al limite, ma non
carcere, basta con gli individui rinchiusi senza sapere di preciso
dove, come, perché e fino a quando. La crudele condanna alle tre
ragazze,
secondo la veterana e attivista per i diritti umani Lyudmila Alexeyeva, è “una misura
deterrente” per intimidire il movimento d’opposizione delle Pussy Riot,
molto prolifico a Mosca e anche nei paesi limitrofi, grazie a questi
movimenti di attiviste e alla Rete. Spesso sono composte solo da donne
che non accettano di subire inerme la spudoratezza di un uomo che con i
dittatori dell'Unione Sovietica o Pcus, non ha nulla di diverso l'ex
presidente del Kgb ora primo ministero della Federazione Russa. "L’offesa alla religione
è solo un pretesto. La ragione vera è l’intolleranza dei potenti verso coloro che amano la libertà e
la giustizia" conclude in un articolo Lyudmila Alexeyeva.
Il bel Movimento Pussy Riot mentre manifesta a Mosca
Video sui maltrattamenti delle polizia russa contro attivisti e Kasparov
L'ultima mossa di Garry
Il campione del mondo
di scacchi Garry Kasparov, da sempre, è un attivista contro Putin e non
perde occasione per denunciare le violazioni perpetue del presidente
russo contro la popolazione. Fuori dal Tribunale, oltre a lui, c’erano
almeno 3mila persone che protestavano contro la sentenza di condanna
emessa contro la banda femminile Punk Rock. Tra i manifestanti, gli
arrestati sono 30, tra cui Kasparov. La polizia ha presentato un esposto
assicurando che un giovane agente è stato morso proprio dal genio
storico dello Scacco e che ha avuto necessità di ricevere cure mediche.
Tuttavia esiste un video, che anche per questa volta dovrebbe servire a
scagionare Kasparov e che mostra come di fatto Kasparov sia stato
vittima dell’aggressività della polizia russa. Ora occorrerà attendere
la conclusione delle indagini e capire se anche per lui il Tribunale
russo stabilirà un esemplare sentenza di condanna. L'impressione è che
questa volta Putin si voglia togliere un sassolino dalla scarpa che lo
tallona da diverso tempo. L'occasione gli è propizia.
Io ho mosso, forza, ora tocca a te