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Reggio Emilia, si presenta ai carabinieri: "Arrestatemi prima che ammazzi la mia ex moglie". Arrestato per atti persecutori

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  E'  la  prima  volta   che  io  ricordi  che  uno stalker si auto denunci e  riesca  a fermarsi  prima  di  fare   un femminicidio Tragedia sfiorata? Forse, ma questa volta è finita diversamente. Un uomo di 50 anni della provincia di Reggia Emilia è stato arrestato con l’accusa di atti persecutori. In caserma, davanti ai Carabinieri ha chiesto testualmente di essere arrestato perché viceversa avrebbe ammazzato l'ex moglie. Sotto casa di lei l'aveva riempita di minacce ("ti ammazzo", "ti taglio la gola", "ti taglio la testa"), poi - una volta convocato in caserma dai Carabinieri di Scandiano (Reggio Emilia) - ha confermato tutto riferendo testualmente: "Se non mi arrestate adesso lo farete quando l'ho uccisa, mi dovete arrestare altrimenti la uccido, se non mi ammanettate la uccido". E alla fine l'uomo, 50enne, è stato arrestato con l'accusa di atti persecutori. Dapprima si era presentato sotto l'abitazione dell'e

Santa Teresa detenuto arrestato con la pistola davanti a casa del rivale chiede << voglio restare in carcere altrimentio mi rovino >>

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unione  sarda  del  30\11\2014 mentre provavo a cercare  con gooogle  prima di  copia e  incollare tramite   il file  png   la news  dall'edizione  cartacea dell'unione  sarda   ,  leggo queste altre due  storie  La prima   da  http://www.liberta.it   (  giornale di Piacenza  e dintorni  )  del 27 maggio 2013 “Voglio rimanere in carcere perché ho sbagliato”. Parla l’assassino di Angelica       “Ho sbagliato e voglio rimanere in carcere”. A parlare è Maurizio Ciceri, 49 anni, operaio di Guardamiglio che venerdì scorso ha ucciso a coltellate la sua ex convivente Angelica Timis, 35 anni, di origini romene. L’altro pomeriggio davanti al Gip del tribunale di Lodi, Alessandra del Corvo, Ciceri ha parlato per quindici minuti. Ad assisterlo c’era il suo avvocato Paolo Aliprandi, del foro di Lodi. L’operaio ha spiegato di non aver retto la fine della relazione con l’ex compagna, aggravata dalla precaria situazione economica e lavorativa. L’azienda per cui lavorava