Della bellezza e del profumo di una rosa quello che rimane, quando il fiore appassisce e muore, è soltanto una parola: il suo nome.
A me , la fiction #ilnomedellarosa , che sono nato a metà degli anni '70 e quindi aver letto il libro dopo : il film omonimo di Jean-Jacques Annaud interpretato da Sean Connery (Guglielmo da Baskerville), il fumetto parodia disney Il nome della mimosa (1988) storia apparsa originariamente sul settimanale “Topolino” n. 1693 (8 maggio 1988) e scritta da Bruno Sarda e disegnata da Giampiero Ubezio ed appassionato del genere fantasy e distopico in particolare Martin mystere non è dispiaciuta .
La fiction è interessante e ben fatta,molto attinente al romanzo e soprattutto ne sviluppa alcune storie accennate marginalmente nell'opera di Eco .
Ha sviluppato ulteriormente il tema già presente nel romanzo di Eco ovvero : << La conoscenza contro il totalitarismo, cioè il potere in qualunque sua forma, la forza della ragione e del ragionamento contro i fanatismi, la logica contro la mistificazione (oggi potremmo dire il reale contro l’inventato), ma anche l’accoglienza contro il rifiuto, l’empatia contro l’arroganza, la forza dell’eresia contro l’ordine precostituito o imposto. >> Infatti è confermato quando diceva sempre questo interessante ed premonitore articolo della pagina culturale de https://www.ilsole24ore.com/ << Se la sfida di Giacomo Battiato e dei suoi sceneggiatori era di fare de Il nome della rosa, la serie in quattro puntate che andrà in onda dal 4 marzo, un racconto fitto che enfatizza, così come è nel romanzo di Umberto Eco, gli snodi della modernità, questa sfida ci pare vinta.[...] >>
Infatti , come dico nel titolo ha mantenuto lo spirito del libro di Eco , rendendolo ancora più attuale , un opera contro in fondamentalismi religiosi e le regressioni dei cattolici ultra conservatori ( i quali l'hanno attaccata già dalle prime puntate senza neppure aspettare la fine e dare un giudizio globale ) pur adattandolo a chiave di lettura all'oggi .
Giacomo Battiato è stato onesto perchè lo aveva già detto in una intervista mi pare per raiplay extra sul nome della rosa che c'era un ispirazione al Il trono di spade . E poi lo si capisce ( specie per chi ha molta dimestichezza con e serie TV degli ultimi 20 anni ) fin dai titoli di testa si capisce che il libro è stato preso con lo stesso atteggiamento con cui si affronta un fantasy ,
Ha sviluppato ulteriormente il tema già presente nel romanzo di Eco ovvero : << La conoscenza contro il totalitarismo, cioè il potere in qualunque sua forma, la forza della ragione e del ragionamento contro i fanatismi, la logica contro la mistificazione (oggi potremmo dire il reale contro l’inventato), ma anche l’accoglienza contro il rifiuto, l’empatia contro l’arroganza, la forza dell’eresia contro l’ordine precostituito o imposto. >> Infatti è confermato quando diceva sempre questo interessante ed premonitore articolo della pagina culturale de https://www.ilsole24ore.com/ << Se la sfida di Giacomo Battiato e dei suoi sceneggiatori era di fare de Il nome della rosa, la serie in quattro puntate che andrà in onda dal 4 marzo, un racconto fitto che enfatizza, così come è nel romanzo di Umberto Eco, gli snodi della modernità, questa sfida ci pare vinta.[...] >>
Infatti , come dico nel titolo ha mantenuto lo spirito del libro di Eco , rendendolo ancora più attuale , un opera contro in fondamentalismi religiosi e le regressioni dei cattolici ultra conservatori ( i quali l'hanno attaccata già dalle prime puntate senza neppure aspettare la fine e dare un giudizio globale ) pur adattandolo a chiave di lettura all'oggi .
Giacomo Battiato è stato onesto perchè lo aveva già detto in una intervista mi pare per raiplay extra sul nome della rosa che c'era un ispirazione al Il trono di spade . E poi lo si capisce ( specie per chi ha molta dimestichezza con e serie TV degli ultimi 20 anni ) fin dai titoli di testa si capisce che il libro è stato preso con lo stesso atteggiamento con cui si affronta un fantasy ,
Unici limiti è uno dei motivi per cui non è piaciuta ai puristi \ lanacaprinosi è quello d'essere troppo accessibile e quindi non lasciare ( o quasi ) spazio all'immaginazione ( infatti in alcuni punti sbadigliavo o mi distraevo con il cellulare forse perchè no sono abituato completamente a film de o opere cinematografiche \ televisive lente o forse perché ho letto , vero dopo il film omonimo e la parodia fumettistica e quindi sapevo già dove sarebbe andato in alcuni momenti a parare ) anche a chi non ha letto il romanzo ne visto o letto le opere d'esso derivate . Interminabilmente pesante...lungo.... a tratti Troppo pesante.
Ma Ottimo cast ed ottima fotografica .
Ecco quindi che Nonostante gli errori storico-artistici disseminati nella fiction 'Il nome della Rosa' in onda su Rai Uno. Trovati , in una caccia al tesoro tra statue e affreschi, sono stati gli studenti del corso di Storia della critica d'arte tenuto da Alessandra Galizzi Kroegel, nell'ambito del corso di laurea in Beni culturali dell'Università di Trento, che nel loro blog riportano le sviste puntata per puntata. Infatti ecco i più macroscopici segnalati da https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/03/25/
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Se il buongiorno si vede dal mattino, nella scena della prima puntata ambientata nella stanza dell'abate appare una statua raffigurante la Madonna stranamente priva di basamento, con parti rifatte con un legno diverso forse per effetto di un restauro, e caratterizzata da una posa serpentinata che non è tipica del Trecento ma che appare solo dal Cinquecento in poi. Nella seconda puntata, quando Guglielmo da Baskerville va dal mastro vetraio per farsi fare un nuovo paio di occhiali, il novizio Adso adocchia il disegno preparatorio per alcune vetrate, dove si notano due angeli: uno risale ai primi del Quattrocento mentre l'altro alla fine dell'Ottocento.Si passa così alla terza puntata, dove Adso si imbatte in due miniature che raffigurano una donna e un uomo frutto dell'immaginazione di un disegnatore moderno. Effetto 'minestrone' invece per la facciata dell'abbazia della quarta puntata, che al centro presenta una statua in una posizione insolita per l'epoca, oltre che una una sirena a doppia coda nella lunetta sopra la porta che è fuori contesto in quanto simbolo di peccato o fertilità: simili sirene si possono trovare nelle chiese romaniche, ma sui capitelli.Nella quinta puntata compare un ciclo di affreschi sulla Maddalena, soggetto inusuale per una sala capitolare dove si tiene una disputa teologica, mentre nella sesta puntata pullula di errori anche la sala del refettorio. "Umberto Eco si rivolterebbe nella tomba a vedere che nella sua storia ambientata nel 1327 appaiono vetrate ottocentesche prese da chiese americane", commenta Alessandra Galizzi Kroegel.
Ma Errare humanum est, perseverare autem diabolicum', direbbe il Guglielmo da Baskerville nato dalla penna di Umberto Eco, e soprattutto si vede la pagliuzza nel 'occhio del vicino e non la trave che hai nel tuo dimenticandosi di come lo stesso Eco un medievalista ja non solo molto rigoroso fino alla pignoleria fece secondo alcuni di proposito ( proprio come gli autori della fiction ) in quanti alcuni errori storici presenti sono molto probabilmente parte dell'artifizio letterario, la cui contestualizzazione è documentabile nelle pagine del libro che precedono il prologo, in cui l'autore afferma che il manoscritto su cui è stata successivamente svolta la traduzione in italiano corrente conteneva interpolazioni dovute a diversi autori dal medioevo fino all'epoca moderna[ Eco inoltre ha segnalato di persona alcuni errori ed anacronismi che erano presenti nelle varie edizioni del romanzo fino alla revisione del 2011
da l https://it.wikipedia.org/wiki/Il_nome_della_rosa
da l https://it.wikipedia.org/wiki/Il_nome_della_rosa
- Nel romanzo si menziona una ricetta a base di peperoni ("carne di pecora con salsa cruda di peperoni"), ovvero un "piatto impossibile". I peperoni furono infatti importati dall'America oltre un secolo e mezzo dopo l'epoca in cui si ambienta il romanzo. Lo stesso errore si ripropone più avanti quando Adso sogna una sua rielaborazione della Coena Cypriani, nella quale tra le diverse vivande che gli ospiti portano alla tavola compaiono, appunto, anche i peperoni[19]. Un anacronismo simile si ritrova quando nel romanzo viene citata la zucca, che viene confusa con la cicerbita, menzionata in un erbario dell'epoca[19].
- Durante il settimo giorno-notte, Jorge dice a Guglielmo che Francesco d'Assisi "imitava con un pezzo di legno i movimenti di chi suona il violino", strumento che non esisteva prima dell'inizio del XVI secolo[19].
- In un punto del romanzo Adso afferma di aver fatto qualcosa in "pochi secondi" quando quella misura temporale non era ancora utilizzata nel medioevo[19].
edi alcune incongruenze come segnalato in questa discussione su questa pagina fb dedicata ad il nome della rosa
Ecco che come potete vedere nessuno è immune da errori e sviste sia fatte di proposito o a sproposito . Anche se pur alcuni gravi nulla toglie all'ottimo lavoro fatto con questa fiction che ha portato riportato in auge facendoli segnare un aumento delle vendite e delle prenotazioni su amazon del romanzo di eco . E qui concludo È una bellissima storia che si può raccontare in diversi modi, sempre bella è, qualche dettaglio che cambia non toglie niente. Peccato che come dice questa discussione su facebook
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