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26.3.19

COME MANTENERE INTATTO LO SPIRITO DI UN BESTSELLER ADATTANDOLO ALL'OGGI IL NONE DELLA ROSA UNA FICTION TRA STORIA E FANTASY

Della bellezza e del profumo di una rosa quello che rimane, quando il fiore appassisce e muore, è soltanto una parola: il suo nome.


A me , la  fiction  #ilnomedellarosa  , che sono nato a metà degli anni '70 e quindi aver letto il libro dopo : il film omonimo di Jean-Jacques Annaud interpretato da Sean Connery (Guglielmo da Baskerville), il fumetto parodia disney Il nome della mimosa (1988) storia apparsa originariamente sul settimanale  “Topolino” n. 1693 (8 maggio 1988) e scritta da Bruno Sarda e disegnata da Giampiero Ubezio ed appassionato del genere fantasy e distopico in particolare Martin mystere non è dispiaciuta .



La fiction è interessante e ben fatta,molto attinente  al  romanzo  e  soprattutto ne sviluppa alcune storie accennate marginalmente nell'opera di Eco . 
Ha sviluppato ulteriormente il tema già presente nel romanzo di Eco ovvero : << La conoscenza contro il totalitarismo, cioè il potere in qualunque sua forma, la forza della ragione e del ragionamento contro i fanatismi, la logica contro la mistificazione (oggi potremmo dire il reale contro l’inventato), ma anche l’accoglienza contro il rifiuto, l’empatia contro l’arroganza, la forza dell’eresia contro l’ordine precostituito o imposto. >> Infatti è confermato q
uando diceva  sempre    questo  interessante  ed  premonitore articolo  della pagina  culturale  de  https://www.ilsole24ore.com/ << Se la sfida di Giacomo Battiato e dei suoi sceneggiatori era di fare de Il nome della rosa, la serie in quattro puntate che andrà in onda dal 4 marzo, un racconto fitto che enfatizza, così come è nel romanzo di Umberto Eco, gli snodi della modernità, questa sfida ci pare vinta.[...] >> 
Infatti , come dico nel titolo ha mantenuto lo spirito del libro di Eco , rendendolo  ancora  più attuale  , un opera  contro in  fondamentalismi    religiosi   e  le regressioni dei cattolici  ultra  conservatori  (  i  quali l'hanno attaccata  già dalle prime puntate    senza  neppure  aspettare la  fine     e  dare  un giudizio  globale  )     pur adattandolo a chiave di lettura all'oggi .
 
Giacomo Battiato è stato onesto perchè lo aveva già detto in una intervista mi pare per raiplay extra sul nome della rosa che   c'era  un ispirazione  al Il trono di spade . E  poi lo  si  capisce  ( specie  per  chi ha molta  dimestichezza   con e  serie TV    degli ultimi  20 anni  )    fin dai titoli di testa si capisce che il libro è stato preso con lo stesso atteggiamento con cui si affronta un fantasy
Unici limiti    è uno dei motivi  per  cui non è piaciuta  ai  puristi  \  lanacaprinosi   è  quello  d'essere  troppo  accessibile e quindi non lasciare ( o  quasi  )   spazio all'immaginazione      (  infatti in alcuni punti   sbadigliavo   o  mi distraevo  con il cellulare   forse  perchè  no sono abituato completamente  a film  de o  opere  cinematografiche  \ televisive  lente  o  forse perché  ho letto  ,  vero dopo il film omonimo    e la parodia  fumettistica  e quindi  sapevo  già  dove  sarebbe  andato    in alcuni momenti a parare    ) anche  a  chi   non ha  letto   il   romanzo   ne  visto  o letto   le opere   d'esso derivate  . Interminabilmente pesante...lungo....  a tratti   Troppo pesante.

rai nomedellarosa fiction 2 web1280

Ma  Ottimo cast    ed   ottima  fotografica  . 
Ecco quindi  che Nonostante   gli   
errori storico-artistici disseminati nella fiction 'Il nome della Rosa' in onda su Rai Uno.  Trovati   , in una caccia al tesoro tra statue e affreschi, sono stati gli studenti del corso di Storia della critica d'arte tenuto da Alessandra Galizzi Kroegel, nell'ambito del corso di laurea in Beni culturali dell'Università di Trento, che nel loro blog riportano le sviste puntata per puntata. Infatti   ecco   i  più macroscopici      segnalati   da  https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/03/25/
[.....]

Se  il buongiorno si vede dal mattino, nella scena della prima puntata ambientata nella stanza dell'abate appare una statua raffigurante la Madonna stranamente priva di basamento, con parti rifatte con un legno diverso forse per effetto di un restauro, e caratterizzata da una posa serpentinata che non è tipica del Trecento ma che appare solo dal Cinquecento in poi. Nella seconda puntata, quando Guglielmo da Baskerville va dal mastro vetraio per farsi fare un nuovo paio di occhiali, il novizio Adso adocchia il disegno preparatorio per alcune vetrate, dove si notano due angeli: uno risale ai primi del Quattrocento mentre l'altro alla fine dell'Ottocento.Si passa così alla terza puntata, dove Adso si imbatte in due miniature che raffigurano una donna e un uomo frutto dell'immaginazione di un disegnatore moderno. Effetto 'minestrone' invece per la facciata dell'abbazia della quarta puntata, che al centro presenta una statua in una posizione insolita per l'epoca, oltre che una una sirena a doppia coda nella lunetta sopra la porta che è fuori contesto in quanto simbolo di peccato o fertilità: simili sirene si possono trovare nelle chiese romaniche, ma sui capitelli.Nella quinta puntata compare un ciclo di affreschi sulla Maddalena, soggetto inusuale per una sala capitolare dove si tiene una disputa teologica, mentre nella sesta puntata pullula di errori anche la sala del refettorio. "Umberto Eco si rivolterebbe nella tomba a vedere che nella sua storia ambientata nel 1327 appaiono vetrate ottocentesche prese da chiese americane", commenta Alessandra Galizzi Kroegel.




Ma Errare humanum est, perseverare autem diabolicum', direbbe il Guglielmo da Baskerville nato dalla penna di Umberto Eco, e soprattutto si  vede  la pagliuzza  nel  'occhio del vicino  e  non la  trave  che    hai  nel  tuo    dimenticandosi   di come  lo stesso Eco   un medievalista ja  non solo  molto rigoroso  fino alla pignoleria  fece  secondo   alcuni di proposito   ( proprio   come  gli autori della  fiction  ) in  quanti  alcuni errori storici presenti sono molto probabilmente parte dell'artifizio letterario, la cui contestualizzazione è documentabile nelle pagine del libro che precedono il prologo, in cui l'autore afferma che il manoscritto su cui è stata successivamente svolta la traduzione in italiano corrente conteneva interpolazioni dovute a diversi autori dal medioevo fino all'epoca moderna[ Eco inoltre ha segnalato di persona alcuni errori ed anacronismi che erano presenti nelle varie edizioni del romanzo fino alla revisione del 2011
                                         
                        da  l https://it.wikipedia.org/wiki/Il_nome_della_rosa



  • Nel romanzo si menziona una ricetta a base di peperoni ("carne di pecora con salsa cruda di peperoni"), ovvero un "piatto impossibile". I peperoni furono infatti importati dall'America oltre un secolo e mezzo dopo l'epoca in cui si ambienta il romanzo. Lo stesso errore si ripropone più avanti quando Adso sogna una sua rielaborazione della Coena Cypriani, nella quale tra le diverse vivande che gli ospiti portano alla tavola compaiono, appunto, anche i peperoni[19]. Un anacronismo simile si ritrova quando nel romanzo viene citata la zucca, che viene confusa con la cicerbita, menzionata in un erbario dell'epoca[19].
  • Durante il settimo giorno-notte, Jorge dice a Guglielmo che Francesco d'Assisi "imitava con un pezzo di legno i movimenti di chi suona il violino", strumento che non esisteva prima dell'inizio del XVI secolo[19].
  • In un punto del romanzo Adso afferma di aver fatto qualcosa in "pochi secondi" quando quella misura temporale non era ancora utilizzata nel medioevo[19].

edi alcune  incongruenze    come segnalato   in questa  discussione su questa pagina  fb  dedicata  ad il nome della rosa    


Barbara Rurale Quello che trovo incoerente e assurdo è il bosco, dove Adso si incontra con la ragazza: palesemente estivo, verde e mite...mentre nell'abbazia regna un gelo siberiano🤔 Brina e ghiaccio ovunque...Anche i monti che si intravedono sono innevati. Innevati fino a valle. Ma quando Adso esce dall'abbazia e fa poca strada a piedi, magicamente è estate..😒
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Gigi Cara Barbara Rurale è vero 🤣
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Sarah Colombo-Crespi Barbara Rurale credo sia voluto...almeno io L ho visto come un mondo bello rispetto al cupo brutto mondo del convento ...
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Barbara Rurale Sarah Colombo-Crespi In un primo momento l'ho pensato anche io ma allora perché, nelle inquadrature dentro l'abbazia, si vede neve e gelo fino alle cime montane all'orizzonte e fino a valle? Fuori dall'abbazia. Certo che, se questa cosa non è voluta, ma è sfuggita, è una bella stupidata perché è troppo evidente.


Ecco   che  come potete vedere nessuno è immune da errori e sviste sia fatte di proposito o a sproposito . Anche se pur alcuni gravi nulla toglie all'ottimo lavoro fatto con questa fiction che ha portato riportato in auge facendoli segnare un aumento delle vendite e delle prenotazioni su amazon del romanzo di eco . E qui concludo È una bellissima storia che si può raccontare in diversi modi, sempre bella è, qualche dettaglio che cambia non toglie niente. Peccato  che   come  dice   questa  discussione   su facebook  

Fabrizio Ingitti Bello o non bello, vedere un film interrotto ogni 15 minuti per pubblicizzare un dentifricio o un’auto, o la presentazione di quello schifo di porta a porta è un delirio! La Rai fa vomitare

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Rispondi22 h

Marcello Tanca non parliamo dell'interruzione nel mezzo della scena clou dell'incendio in biblioteca che ne ha smorzato del tutto la tensione.



siamo alle solite ma   pazienza   che  ci possiamo  fare 






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