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18.11.24

il discorso di Valditara alla Fondazione per Giulia Cecchettin : «Il patriarcato è finito. Violenze in aumento per l’immigrazione illegale» se stava zitto faceva più bella figura


«Occorre non far finta di vedere che l’incremento dei fenomeni di violenza sessuale è legato anche a forme di marginalità e devianza, in qualche modo discendenti da immigrazione illegale». Così il ministro dell’Istruzione,Giuseppe Valditara, nel suo videomessaggio trasmesso durante la presentazione alla Camera dei deputati della Fondazione Giulia Cecchettin, in presenza del pare Gino. Di solito  non  mi    meraviglio di  niente , ma  stavolta   anch'io    : ‹‹ Trovo francamente sconcertante ›› come   Irene Manzi,  del Pd  ‹‹ che il Ministro dell’Istruzione, davanti alla famiglia di Giulia Cecchettin e nel giorno della nascita di una fondazione che meritoriamente vuole lavorare con le scuole sul tema dell’affettività e della violenza, sulla qualità delle relazioni e sugli abissi che ci interrogano, banalizzi (per non dire rovini) tutto con uno spot di inutile violenza ideologica, con molte falsità e trovando anche il tempo di additare il solito nemico esterno.Questa volta se lo sarebbe dovuto risparmiare »
Una frase che si è inserita, quasi come chiosa finale, in un discorso durato una manciata di minuti e che ha toccato vari altri temi. Dalla Costituzione italiana all’inesistenza, almeno come fenomeno giuridico , del patriarcato .
Non è mancata la replica di Gino Cecchettin che, a margine della presentazione, ha glissato così: «Le parole del ministro Valditara?.
L'intervento del ministro  è il classico  esempio  di come  rovinare  un buon  discorso . Infilandoci  gli
immigrati  coem  capro espriatorio  . IL  ministro   ingnora o magari loo  sa  benissimo  ma  pee  propaganda    nasconde    che secondo i dati ISTAT e del Ministero dell'Interno aggiornati al 2023, gli stranieri rappresentano il circa 32-33% degli arresti per reati di violenza sessuale e molestie. Gli italiani rappresentano circa il 67-70% dei responsabili dei reati sessuali, che rimane una maggioranza significativa. Gli italiani sono inoltre più spesso soggetti a processi per reati di violenza sessuale domestica o in ambito lavorativo, aree meno denunciate per gli stranieri​. Ci sono anche differenze nel trattamento legale: Gli stranieri hanno meno accesso a misure alternative alla detenzione, il che aumenta la loro visibilità nelle statistiche carcerarie.Pregiudizi: Esiste una tendenza, confermata da studi sociologici, a denunciare più frequentemente crimini attribuiti a stranieri.Quindi  qualcuno può dire a Valditara che l'80% dei femminicidi è ad opera del compagno/ex compagno e che non è un fenomeno etnico ma sociale? Vogliamo parlare del "denunciate donne che tanto poi tornate a casa da sole", del codice rosso o di come funziona male il braccialetto elettronico che avvisa la vittima di stalking? IL patriarcato  c'è ogni volta che negate che esiste il problema o date altrove la colpa di quanto sta accadendo. Voi non avete paura quando uscite la sera, non sapete cosa vuol dire vedere donne adulte dire: "Ma l'importante è che non lo contraddico quando ha una giornata storta" ai corsi di difesa personale.Inoltre  si contraddice   in quanto si.  è vero    dal  punto  di vista legale il  patricarto  è stato    abolityo  per  legge  con  il nuovo  diritto  di  famiglia del  1975  che ha sostituito alla famiglia fondata sulla gerarchia la famiglia fondata sulla eguaglianza.  ma   esistono    ancore  le scorie    culturali  come   ammette Valditara, «nel nostro Paese ci sono ancora residui di maschilismo, diciamo pure di machismo, che vanno combattuti». Si tratta di quelli che «portano a considerare la donna come un oggetto, una persona con minore dignità, che deve subire». E questo maschilismo “moderno” «si manifesta in tanti modi»: dalle discriminazioni lavorative, al catcalling fino alla violenza vera e propria» . Ecco  quindi che  il discorso partito bene  è  stato  rovinato  dall''affermazione   che esiste un legame tra violenza sessuale e immigrazione senza uno straccio di dato, evidenze, prove, ha un solo nome: razzismo. Ovvero, discriminazione e ideologia (a proposito) allo stato puro.Il ministro chieda scusa a quest’uomo coraggioso, Gino Cecchettin, alla famiglia di Giulia, alle cento donne morte ammazzate ogni anno per mano di uomini spesso mariti, compagni, conviventi, fidanzati ITALIANISSIMI. Questa è pura propaganda per fomentare odio, oltre che grave ignoranza relativa al problema di cui si parla senza conoscerlo. Ed è grave da parte di una figura istituzionale  ch ha  in mano  il ministero dell'istruzione .In pratica  è   Il solito e ampiamente sfruttato riflesso di riportare sempre ogni argomentazione al flagello degli immigrati irregolari oramai é automatico nei discorsi di questi figuri. Ma tant' é. Evidentemente ad un certo elettorato queste deformazioni della realtà piacciono. Che tristezza !

21.8.24

il caso sinner e la disinformazione



 la  mi  figuraccia odierna   la faccio sempre   cioè 


  ringrazio   chi  civilmente     chi meno   me lo  ha  fatto notare   vedere   commenti

ma  soprattutto  ringrazio     Lorenzo Tosa    che   smonta   le  varie  fesserie     che   circolano su sinner   e   a  cui ha creduto  anche il sottoscritto 


Nelle ultime ore ho letto una tale quantità di sciocchezze, inesattezze, in buona e in pessima fede, sul caso Sinner che vale la pena rimettere dall’inizio i puntini sulle i. Basterebbe leggere le trentatré - non 1200, 33 - pagine della risoluzione del tribunale per smontare una ad una tutte le fake news e l’odio gratuito che stanno piovendo su Sinner. Ma, siccome non nutro molte speranze, proviamo con un agile riassuntino.
“Ha preso un farmaco dopante”.
Falso. Jannik Sinner è stato sottoposto a quella che tecnicamente si definisce una contaminazione. Un fisioterapista del suo staff, Umberto Ferrara, ha acquistato in una farmacia italiana un farmaco per le ferite, il Trofodermin, senza sapere che contenesse il Clostebol, uno steroide anabolizzante considerato dopante, e lo ha portato a Indian Wells, torneo nel quale in quei giorni (6-17 marzo) era impegnato Sinner. Lì il farmaco è stato utilizzato da un altro fisio, Giacomo Naldi, per curare una sua ferita al dito. Lo stesso Naldi che, proprio in quei giorni, ha praticato vari massaggi anche di un’ora e mezza a Sinner a mani nude, venendo a contatto con altre varie ferite che Jannik aveva a sua volta al piede, provocando così la contaminazione e l’assunzione involontaria del Clostebol.
“Che sia intenzionale o meno, ha avuto un vantaggio. Deve pagare almeno 2 anni”.
Balla anche questa. Sostenuta, per altro, da vari “esimi” (si fa per dire) colleghi di Jannik.
Vediamola.
Nel corpo di Sinner sono stati trovati metaboliti del Clostebol in quantità infinitesimali: 86pg/mL la prima volta il 10 marzo e addirittura 76pg/mL la seconda, il 18 marzo. Valori assolutamente compatibili con la versione fornita da Sinner (che lo ha quindi scagionato) e assolutamente insignificanti in termini di vantaggi sportivi. Non lo dico io ma tre diversi esperti medici indipendenti chiamati dal tribunale a valutare il caso.
“Lo hanno fatto giocare da dopato”.
Assolutamente no. Sinner è stato rilevato positivo la prima volta il 10 marzo, durante Indian Wells, e la seconda il 18, a torneo finito. Sinner è stato effettivamente sospeso (provvisoriamente) due volte in aprile, ma in entrambi i casi ha fatto appello urgente al tribunale indipendente nominato da Sport Resolutions, che si occupa di questi casi specifici. E in entrambi i casi a Sinner è stata revocata la sospensione con effetto immediato, potendo continuare a giocare e incamerare soldi e punti, con la sola eccezione di Indian Wells (il torneo incriminato), dove Sinner ha accettato - o sarebbe più corretto dire patteggiato - di perdere i 400 punti della semifinale conquistata e i 300.000 dollari di premio. Nell’unico torneo in cui era tecnicamente positivo, è stata cancellata qualunque vincita in punti o denaro.
“Sì, ma se fosse stato il numero 300 al mondo, lo avrebbero squalificato…”
Interessante tesi, ma falsa anche questa.
Abbiamo un precedente tutto italiano, quello di Marco Bortolotti, onesto tennista con un best ranking proprio di 355 e oggi doppista. Bortolotti è stato trovato positivo in gennaio alla stessa sostanza di Sinner, il Clostebol, più o meno con le stesse modalità e quantità, e con la stessa rapidità è stato scagionato da ogni accusa. Cavandosela con 440 euro e 16 punti Atp decurtati. Esattamente come Sinner, con le dovute (enormi) sproporzioni. Nessun trattamento di favore, dunque, nessun privilegio. Nessun complotto.
“Jannik Sinner trovato positivo al doping”
strillavano ieri nei titoli molti giornali web (con alcune sane eccezioni).
In realtà la notizia è esattamente quella opposta.
“Jannik Sinner è stato assolto dall’accusa di doping e considerato innocente”.
Ma mi rendo conto che non avrebbe avuto né lo stesso impatto, né lo stesso numero di click, men che meno avrebbe provocato lo stesso odio che questo ragazzo di 23 anni PULITO (in tutti i sensi), numero uno al mondo (!!!!), attira quotidianamente da orde di odiatori professionali che sanno di tennis come io di edilizia acrobatica.
Riportare i fatti, metterli in fila, contestualizzarli, costa fatica, lavoro, ore (un post così richiede ore di ricerca), non porta click e men che meno like, anzi attira anche la bile dei soliti disagiati, ma ne vale sempre, sempre, la pena.










7.8.24

polemiche olimpiache , richieste di matrimonio , fair play sportivo non slo tamberi , bufera sui commentatori Rai del volley: risatina e battuta indegna sull’inquadratura di un pallavolista morto recentemente

leggendo   ell'ennesima      richiesta    \  promessa    di matrimonio    all'olimpiade   mi    chiedo  ma  sta  diventando  una mania  😲😂❤😜 oppure    si è  stregati  da  Parigi   città dell'amore  .

Parigi, Alice Finot chiede al compagno di sposarla: la proposta a bordo pista dell'atleta francese dopo il record europeo




Arrivata al traguardo al quarto posto, si è avvicinata a bordo pista, si è inginocchiata e ha chiesto al compagno di sposarla emozionando la Francia e il mondo intero. L'atleta francese Alice Finot dopo aver conquistato il primato europeo nei 3000m siepi a Parigi 2024, per la prima volta nella sua carriera ha fatto registrale il tempo di 8’58”67, ha approfittato del personale giro d’onore per fare la proposta di matrimonio al suo compagno spagnolo.
La proposta di matrimonio era ad una condizione: che fosse battuto un record. Per Alice Finot il 9 coincide con il numero di anni trascorsi insieme al suo fidanzato e correre sotto il tempo prestabilito di 9 minuti è stato un segno del destino.

 «Non mi piace fare le cose come tutti gli altri. Gli ho dato una spilla con cui avevo corso, con la scritta ‘L’amore è a Parigi’. Volevo che mi desse quella forza per correre sotto i 9 minuti», ha dichiarato l'atleta dopo la gara. Parigi città dello Sport per le Olimpiadi, ma rimarrà sempre e soprattutto la città dell'amore. 


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Nel corso dei decenni, i Giochi Olimpici hanno conosciuto un gran numero di controversie, soprattutto perché ognuno di essi è accompagnato da una propria politica. I Giochi di Parigi del 2024 non sono da meno e, mentre alcune delle polemiche che hanno scosso l'evento quest'anno con ogni probabilità svaniranno nel dimenticatoio, di certo ci sono alcuni momenti eclatanti di cui si parlerà per gli anni a venire  e  che    forse  saranno  ricordati nella storia    dell'olimpiadi  .  Infatti  oltre  alla  cerimonia  d'apertura     , l'attacco coordinato alla rete ferroviaria ad alta velocità della Francia , le  condizioni del villaggio  olimpico    ce ne  sono state  altre   .  ecco le principali  

                acque  inquinate    della  senna  


 alle  acque  inquinate  della senna  che  nonostante siano stati investiti 1,5 miliardi di dollari per ripulire la Senna di Parigi, lo sforzo di bonifica si è rivelato apparentemente inutile, dato che l'acqua era ancora gravemente contaminata   tanto    che  la squadra olimpica belga

ha dovuto rinunciare al triathlon di nuoto dopo che una delle sue triatlete, Claire Michel (nella foto  a destra  ), si è ammalata di infezione da E. coli a causa della sua nuotata nella Senna il 31 luglio.





                                           Spionaggio con i droni
                                      ©Shutterstock

Prima ancora che iniziassero le Olimpiadi di Parigi, la squadra di calcio femminile canadese è stata coinvolta in uno scandalo che riguardava i droni. 

Durante un'esercitazione per la squadra neozelandese, un analista canadese è stato sorpreso a pilotare un drone e a usarlo per spiare la squadra. La Federazione Internazionale del Calcio d'Associazione (FIFA) ha avviato un'indagine  sulla vicenda e ha emesso pesanti sanzioni, tra cui un'ingente multa per il Canada Soccer e l'interdizione di un anno per tre allenatori canadesi, tra cui il capo allenatore Bev Priestman  ( foto a  sinistra  ) 


                                                          Scandalo doping cinese


©Getty Images


Nei giorni precedenti le Olimpiadi di Parigi, è stato rivelato che decine di nuotatori cinesi d'élite erano risultati positivi a una sostanza proibita prima dei Giochi di Tokyo del 2020, e sono stati comunque autorizzati a gareggiare. Molti altri atleti hanno condannato la decisione, resa più severa dopo le rivelazioni.

Divieto di hijab

Gli olimpionici di tutto il mondo si sono espressi pubblicamente contro la decisione della Francia che vieta agli atleti francesi di indossare l'hijab o il velo religioso durante alcuni eventi olimpici. Alle atlete è stato detto che non sarebbero state autorizzate a partecipare se avessero indossato l'abbigliamento.Il divieto francese di indossare l'hijab per le atlete ha suscitato critiche da tutto il mondo e molti hanno messo in discussione non solo la sacralità della libertà religiosa, ma anche l'innato sessismo che esiste nello sport



Altri Paesi, tra cui l'Egitto, si sono rifiutati di piegarsi all'obsoleta decisione della Francia. Anche la squadra femminile di beach volley del Paese si è espressa contro la Francia dopo aver gareggiato contro la Spagna con il proprio abbigliamento religioso.

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Oltre  al  caso di tamberi   un altro caso di fair play  è  ( magari ce  ne sono altri che mi saranno sfuggiti , segnalatemelo se volete 😜😇 ) questo avvenuto Al termine del match Italia Giappone di pallavolo maschile, in cui i nipponici sono stati ad un millimetro dalla vittoria, il nostro Gianluca Galassi, ancora prima di festeggiare il clamoroso successo  con  la  squadra  , va a consolare gli avversari.


Questo è lo spirito olimpico, esattamente questo.

Cosa  che  non    Andrea Lucchetta, ex azzurro della generazione dei fenomeni dell’Italvolley, ora  opinionita    rai  non  è  stato capace  di   fare  . Infatti   è incappato in una gaffe durante la telecronaca dell’Italia nell’emozionate successo in rimonta contro il Giappone. Una battuta su una foto portata in panchina dai nipponici ha scatenato il web che già lo paragonava ad Adani per i suoi commenti urlati.I giapponesi avrebbero voluto dedicare la vittoria sull’Italia a un loro ex compagno, Naonobu Fujiiun, morto di tumore allo stomaco nel 2023 a soli 31 anni. La nazionale nipponica ha portato una sua foto in panchina. Le telecamere delle Olimpiadi hanno ripreso l’immagine un paio di volte, poi sono stati i compagni a mostrarla. Dopo il ko con gli azzurri la squadra giapponese ha fatto l’ultima foto sul campo l’ha scattata anche con Naonobu Fujii. La foto con il pallavolista deceduto un anno fa era con tutta la squadra giapponese, e con tutto lo staff tecnico. Quando però la regia ha inquadrato la foto, Lucchetta in telecronaca si è messo a ridere, ignorando la vicenda, e dicendo: “Ma cosa è, un santino?” Video Player
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Lucky – apprezzatissimo nei commenti anche goliardici a “Notti Olimpiche – era stato criticato anche per le sue telecronache urlate, “alla Adani” per intenderci, con il web pronto a bastonarlo: “Lucchetta è un cartone animato vivente” e poi: “Immagino l’Inferno come un luogo pieno di sofferenza, ma con un piccolo svago il fine settimana: due televisori che trasmettono una partita di pallavolo e una partita di calcio, commentate rispettivamente da Lucchetta e Adani” e ancora: “Lucchetta grida agli errori degli avversari, inizia a snocciolare nomignoli e simpatiche fanfaronate sui giocatori della nazionale italiana, è irritante e non fa onore alla pallavolo”Quando l’ex azzurro ha fatto quella battuta sulla foto, però, ecco che sui social è scoppiata la polemica   con commenti  del tipo  : “L’hanno capito tutti tranne lui, non sapevo il nome del pallavolista ma si intuisce che era un amico e un compagno di squadra. Lucchetta irrispettoso” e poi: “Ma come si fa a fare dell’umorismo becero su degli atleti che portano alle Olimpiadi il ricordo di un compagno venuto a mancare così giovane…Lucchetta veramente incommentabile..” e ancora: “Uscita molto male quella frase anche se di base nonostante la storia sportiva a me Lucchetta non mi è mai rimasto proprio super simpatico. Anzi io ho quasi pianto per quella foto e da grandissima appassionata del Giappone ne sono rimasta un po’ dispiaciuta di questa partita”. In tanti però difendono Lucchetta: “Ma lo conoscete Lucchetta ? E’ una brava persona, non sapeva cosa fosse e ha parlato mentre cercava di capire cosa stava vedendo, non se lo aspettava nessuno un santino credo …. State più calmini” e poi: “Lucchetta è sempre uno gioviale, positivo e scherzoso. Penso non gli sia passato nell’anticamera del cervello fosse una roba seria. Non lo sapeva” e anche: “Ma che avete contro Lucchetta? Commentatore serio ed ironico. Neanche io sapevo il perché della foto. Penso non lo sapesse nessuno di voi. Infatti al rientro dalla pubblicità ha spiegato perché ci fosse quella cornice. Siete dei finti moralisti” e infine: “Lucchetta è una persona molto buona e uno sportivo più che corretto. non lo sapeva, non avrebbe mai preso in giro il Giappone, lo aveva scambiato per un giocatore in campo e che lo stessero osannando così”.Hanno   ragione  queli della  prima  schiera  . E' vero   checome  lui  , pure io   mi  stavo  mettedo a  ridere    vedendo  quell'immagine  , ma   mi sono  bloccato in  tempo  ,  dicendondomi ma  che  ....   sto  facendo  quello  è  un morto   e  gli stando dedicando la gara. Posso  capire    che  non sappia il  nome   , ma sei  colleghi la   la  vista   dell'immagine   con il pensiero  lo comprendi     subito  . Ma   se  non ci arrivi    meglio    stai zitto    si fa  più bella fiugura  . Oppure chiedi  scusa 


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IL BELLISIMO GESTO DI NOVAK DJOKOVIC DONMA IL PREMIO DELL'OLIMPIADE IN BENEFICENZA

dopo aver regalato a fine gara la maglia indossata nel match dell’Oro olimpico alla signora delle pulizie. Sua storica fan Novak Djokovic Il campione balcanico che ha raggiunto l'ultimo
grande record della sua carriera, ha vinto l'unica cosa che mancava al suo incredibile palmares, la medaglia d'oro olimpica. In passato Nole ha più volte inseguito questo risultato ma aveva sempre fallito ed è riuscito in quella che probabilmente era la sua ultima volta alle Olimpiadi.
In finale tutti davano Alcaraz favorito ma Nole ha smentito ancora una volta tutti e ha realizzato un'impresa titanica. Emozionanti le lacrime a fine match e l'abbraccio con il resto della famiglia ma il tennista serbo si è fatto riconoscere per un altro particolare motivo. Infatti come riporta il media serbo B92.net Novak Djokovic ha deciso di donare in beneficenza il premio da 200 mila euro che la federazione ha messo a disposizione per la vittoria delle medaglie.Nello specifico la federazione serba ha donato 200 mila euro a Djokovic per la vittoria della medaglia d'oro e il campione ha voluto donarlo ai più bisognosi. L'ennesimo bel gesto che vede protagonista il campione balcanico e che trstimonia quanto sia un campione sia dentro che fuori dal campo da tennis.


10.2.23

pur di replicare alle ovvietà san remesi si dimenticano del loro cavallo di battaglia che sono le foibe ed l'esodo

 .....  ed    a parlarne    in prima  pagina  è un giornale  della sinistra  comunista  . 


  e poi fanno   pressioni  sul " povero " Amadeus  perchè    modifica    in corsa la  scaletta    pur  di  parlare  di  foibe   ed  esodo   e  rimediare   alle  figure  ....  barbine   e  non scontentare  le  associazioni degli esuli  \ profughi  Istriani   per aver lasciato sui media la prima pagina alla sinistra  comunista.    e  con questo   post     concludo la mia rassegna  del giorno del  ricordo  o   10  febbraio  al prossimo  anno  

P.s
Vado a vedermi il documentario di rai tre sul giorno del ricordo .Sperando che non deluda come il kossal propagandistico Red lander occasione sprecata per ricordare eventi così drammatici senza fare propaganda e strumentalizzazioni

12.9.21

il centro destra distratto il caso delle foibe . criticano i crimini di tito ma usano le foto di una fucilazione fascista

 Lettura consigliata Sull’ ignoranza delle persone colte di William Hazlitt   in particolare   : 

Le cose nelle quali eccelli veramente non contano perché non le possono giudicare. La forza intellettuale non è come la forza fisica. Certe persone non le batti mai”.




 

La  destra   destra    difende  il  giorno del  ricordo  , e  fin qui  niente   d'eccezionale  , visto il suo anticomunismo   ed nazionalismo   


ma  lo fa    male  ,  faziosamente , ed  in maniera   errata  .

Infatti  

DESTRA DISTRATTA?

La destra difende il Giorno del Ricordo
con la fotografia di un plotone di esecuzione
composto da soldati italiani?
____________________________

Loška Dolina, Slovenia meridionale, il 31 luglio 1942. Soldati italiani fucilano Franc Žnidaršič, Janez Kranjc, Franc Škerbec, Feliks Žnidaršič ed Edvard Škerbec, cinque abitanti del villaggio di Dane presi in ostaggio qualche giorno prima. Nell’Italia degli ultimi anni, un’interpretazione frettolosa e “capovolta” di questa foto ne ha innescato la proliferazione virale in rete e sui giornali, sino a farne l’illustrazione per eccellenza di articoli sulle foibe e le vittime italiane della “violenza slava”. (Raccolta fotografica del Muzej novejše zgodovine Slovenije (Museo nazionale di storia contemporanea a Lubiana) - Numero d'archivio pl1818)

- fonte: Internazionale
“La storia intorno alle foibe” di Nicoletta Bourbaki,gruppo di lavoro sul revisionismo storiografico
10 febbraio 2017

#foibe #fascismo #antifascismo #destra #sinistra #storia #memoria #partigiano #revisionismo #negazionismo #giornatadellamemoria #giornodelricordo 

25.7.19

Notte da incubo per una coppia piemontese dopo la fiction su Rosy Abate e la mafia

ma si può essere cosi coglioni ( sottoscritto  compreso perchè a volte ha creduto in una cosa simile , facendo le  sue  classiche  figure 💩 e prendendosi i relativi insulti   ed improperi . Ma a  differenza  loro non è mai arrivato a minacciare stupri o violenze )
Concordo salvo che nella  chiusa     perche'  ci sono casi  ,  come  è capitato  a me  ,   lo fa  perchè  è in buona fede   visto  che è sempre più  difficile   distinguere  quando  una  cosa  scritta sui muri  con relativo n  di cellulare ,    nel  mio caso  ,  per  esempio  sia  vera  o  falsa  . Anchje  se  un minimo d'analisi   a freddo o dubbio    non guasterebbe e non farebbe male  prima d'agire  ad  impulso  cioè  a caldo      con  questo articolo   di   https://www.bufale.net/

Notte da incubo per una coppia piemontese dopo la fiction su Rosy Abate e la mafia


Ci sono segnalazioni che ci lasciano, francamente, sconvolti. Stupefatti, perplessi, a volte confusi.Storie che mostrano il peggio dell’umanità indinniata, il coacervo di individui che formano una vera e propria folla manzoniana 2.0: confusa, precipitosa, incline all’ira ed all’azione violenta ma poco usa a scusarsi delle conseguenze provocate.E che tendono a mostrarci un ritratto a tinte fosche di alcuni di coloro che interagiscono casualmente con la nostra pagina, pronti a giurare sulla veracità del “corrieredelcu*o” o altre testate del tutto anonime quando descrivono improbabili parenti del politico di turno, facili all’ira e pronti alla ribellione contro improbabili storie chiaramente inventati, ma improvvisamente scettici fino all’inverosimile e pronti a chiederci di “scoprire le bugie dei giornali”… che stanno semplicemente riportando una notizia.  ci è stato più volte chiesto di dimostrare che questa notizia fosse una bufala, solo in quanto pubblicata da La Stampa [  vedi articolo sotto   ] ,non solo non ci siamo imbattuti in alcun elemento di mendacio o falsità, ma abbiamo ulteriormente approfondito ulteriori dettagli.
La storia, del tutto vera, è quello che si ottiene quando ad un pubblico ottenebrato, incapace di distinguere la realtà dalla finzione in una sorta di delirio permanente indotto da dosi da cavallo di videodipendenza, analfabetismo funzionale e bisogno di rissosità, viene eccitato da stimoli immaginifici comprensibili per una mente comune.
Siamo a Domodossola, all’alba della trasmissione della fiction Rosy Abate, spin off di Squadra Antimafia che racconta le avventure dell’omonimo personaggio immaginario, una ex capomafia in cerca di una nuova vita al nord.
In una scena della fiction dei mafiosi contattano la protagonista con un pizzino, un minaccioso bigliettino con un numero di telefono da contattare per interagire con una cosca particolarmente ostile.
Problema: il finto numero di telefono corrisponde ad un numero di telefono reale, ed è stato appena passato in TV ad un pubblico di veri e propri videodipendenti in perenne delirio.
Persone che, naturalmente, non hanno trovato di meglio da fare che chiamare ripetutamente il numero di telefono, aspettando di trovarsi di fronte un mafioso immaginario, se non l’eponima “Regina della Mafia”, e minacciare di morte chiunque avessero di fronte.
In questo caso, una coppia di Domodossola, peraltro composta da un uomo di origini siciliane ed una donna incinta all’ottavo mese in una gravidanza difficile, subissati sin dalla prima serata di minacce di morte di ogni tipo.
Ci vuole davvero una folle dose di delirio per chiamare una sconosciuta di notte urlandole che siccome lei è “Rosy Abate” andrai ad ucciderla: ma ancora peggio per chiamare in branchi, terrorizzando una donna incinta.
Per questo, a parte l’ovvio consiglio di cambiare numero di telefono, la coppia di Domodossola non intende fermarsi: l’avvocato della donna è stato già contatto, e qualcuno pagherà per questa grave colpa.
Nelle grandi produzioni americane infatti, salvo alcuni sporadici casi in cui viene usato un numero di un call center, nel quale un nastro registrato ripete ai chiamanti uno spirito easter egg, uno scherzo relativo alla trasmissione, viene usato un numero preceduto da un prefisso inesistente, per rendere eventualità come questa impossibili.
Pertanto, vi confermiamo che sì, è una storia vera e sì, chi chiama numeri di telefono reali minacciando di morte personaggi immaginari si espone a gravi conseguenze.
A parer nostro, tutte meritate.


articolo    della stampa  


Un numero di cellulare scritto con un pennarello nero, ben visibile, su un bigliettino di carta. Con tanto di messaggio: "Non avrai un’altra occasione, ciao Rosy" e faccetta sorridente. È andato in onda ieri sera durante la serie tv "Rosy Abate" su Canale 5, la storia di una giovane donna della mafia siciliana che, lontano dalla sua terra, riprova a farsi una vita in Liguria. Un numero di cellulare che doveva essere finto e far parte della fiction, appunto, ma che invece esiste realmente. E che, complice l’averlo mostrato in modo chiaro in televisione in una fiction che ha fatto un boom di ascolti, sta rovinando la vita a una giovane coppia di Domodossola che da ieri sera poco prima delle 22 è stata letteralmente tartassata dalle telefonate.
Il loro numero appare nella fiction "Rosy Abate", notte da incubo per una coppia di Domodossola
locandina  fiction 
Chiamate di fan che, non riconoscendo forse la differenza tra finzione e realtà, pensavano di parlare realmente con Rosy, interpretata da Giulia Michelini. Con tanto di minacce, insulti, qualche parolaccia e qualche richiesta a dir poco strana. "E tanta paura - racconta la donna al telefono - Sono incinta all’ottavo mese inoltrato e ho avuto una gravidanza a rischio. Stanotte non ho dormito. Abbiamo ricevuto decine di chiamate fino a quasi le 4 di notte e ho avuto davvero il terrore che qualcuno potesse arrivare fin sotto casa nostra. Possibile che nessuno abbia controllato che quel numero non fosse attivo e che nessuno si sia preoccupato di nascondere qualche cifra?’’ si chiede. Una domanda lecita visto che quel numero il marito, 38 anni e un lavoro che lo porta spesso all’estero, lo ha da ben 13 anni.     
Il loro numero appare nella fiction "Rosy Abate", notte da incubo per una coppia di Domodossola
Il loro numero appare nella fiction "Rosy Abate", notte da incubo per una coppia di Domodossola
frame della scema  incriminata  
‘’Abbiamo fatto fatica a capire cosa capitasse - racconta - Non abbiamo nemmeno visto quella fiction. Eravamo a cena al McDonald quando abbiamo iniziato a ricevere le telefonate. Ci hanno chiesto se fossimo parenti di Rosy Abate, qualcuno ci dà dei mafiosi e c’è chi ci ha perfino minacciato. Alcuni chiedevano se fossimo della produzione e li potessimo raccomandare. In molti chiamavano con numeri privati e poi, una volta risposto, mettevano giù la chiamata. Uno mi ha addirittura suggerito di rivolgermi alla produzione di Mediaset. Ma a farmi davvero paura è stato un uomo, a notte fonda, che mi ha detto: 'Rosy Abate, non mi fai paura. Io ti ammazzo'”.
È stata lei a rispondere fino a notte inoltrata alle chiamate sul cellulare del marito, che questa mattina doveva partire presto per un viaggio di lavoro fuori dall’Europa. “All’inizio ho pensato fosse uno scherzo di qualche nostro amico, qualcuno che ci voleva prendere in giro. Ma quando ho iniziato a vedere che le chiamate erano continue ho realizzato ciò che stava succedendo: quella fiction da tutti così attesa e seguita per noi è invece diventata un vero incubo che ci sta rovinando la vita. Tra l'altro siamo siciliani, ma ovviamente con la mafia non c'entriamo. Cosa deve pensare chi ci conosce?”.
Catapultati dalla realtà direttamente nella fiction, senza nemmeno volerlo. Per questo la coppia, 30 e 38 anni, che vive alle porte di Domodossola, ha deciso di rivolgersi all'avvocato di famiglia e denunciare sia Mediaset che le persone che li hanno chiamati. “Ho subito scritto a Mediaset per capire come potesse essere successa una cosa simile. Non ho ancora avuto risposta – afferma la donna-. Quello che mi è stato detto però è che la fiction è stata registrata lo scorso anno. Peccato che questo numero noi lo possediamo da almeno 13 anni. Ora i carabinieri ci hanno anche suggerito di cambiarlo. Ma per noi vuol dire perdere tutti i contatti che ci siamo creati. Ci hanno rovinato davvero la vita. Per questo abbiamo deciso di prendere provvedimenti, fare denuncia per violazione della privacy e rivolgerci al nostro legale (l’avvocato Vicini di Domodossola). Perché se c’è stato un errore qualcuno dovrà risponderne”.
Proprio per evitare episodi di questo genere da decenni l'industria cinematografica hollywoodiana ha introdotto un escamotage utilizzato ogni volta che sullo schermo deve apparire un numero telefonico: lo fa precedere dal prefisso "555" (che negli Stati Uniti non è previsto), in modo da creare un numero inesistente e mettersi così al riparo da spiacevoli conseguenze. La produzione di "Rosy Abate" deve esserselo dimenticato.


emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...