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20.1.25

Latino contro schwa, il meme di FdI fa infuriare Loescher Editore del vocabolario IL: «Strumentalizzazione politica inaccettabile»

va bene ci può anche stare fa parte della politica la contrapposizione con l'avversario ma va    fa saputa fare e  non  improvvisata , Infatti è accaduto che per celebrare l’introduzione del Latino alle medie, il partito della Presidente del Consiglio Meloni si lanci entusiasta in un post in cui confronta il più famoso dizionario di latino, l’IL, con la schwa voluta da “loro”, cioè la sinistra.Gli   è andata malissimo perché gli ha risposto nientemeno che la Loescher, ovvero la casa editrice di quel dizionario, invitando caldamente Fratelli d’Italia a rimuovere il post anche se ormai circolano già in rete Screenshot dell'immagine incriminata ( vedere foto a destra ) Ecco La risposta è stata esemplare.
“Loescher Editore ha sempre evitato le strumentalizzazioni politiche dei suoi prodotti editoriali, concepiti esclusivamente per la scuola e l’educazione Non possiamo pertanto accettare che un nostro prodotto sia associato ad un partito, di qualunque indirizzo esso sia. Pertanto, abbiamo chiesto la rimozione di ogni riferimento alla nostra opera "IL vocabolario della lingua latina".
È finita così, con i social media manager di Fdi costretti a far sparire in fretta e furia l’immagine incriminata, modificando il post. Pensavano di attaccare la sinistra. Hanno finito per attaccarsi da soli. facendo L’ennesima brutta figura.

18.11.24

il discorso di Valditara alla Fondazione per Giulia Cecchettin : «Il patriarcato è finito. Violenze in aumento per l’immigrazione illegale» se stava zitto faceva più bella figura


«Occorre non far finta di vedere che l’incremento dei fenomeni di violenza sessuale è legato anche a forme di marginalità e devianza, in qualche modo discendenti da immigrazione illegale». Così il ministro dell’Istruzione,Giuseppe Valditara, nel suo videomessaggio trasmesso durante la presentazione alla Camera dei deputati della Fondazione Giulia Cecchettin, in presenza del pare Gino. Di solito  non  mi    meraviglio di  niente , ma  stavolta   anch'io    : ‹‹ Trovo francamente sconcertante ›› come   Irene Manzi,  del Pd  ‹‹ che il Ministro dell’Istruzione, davanti alla famiglia di Giulia Cecchettin e nel giorno della nascita di una fondazione che meritoriamente vuole lavorare con le scuole sul tema dell’affettività e della violenza, sulla qualità delle relazioni e sugli abissi che ci interrogano, banalizzi (per non dire rovini) tutto con uno spot di inutile violenza ideologica, con molte falsità e trovando anche il tempo di additare il solito nemico esterno.Questa volta se lo sarebbe dovuto risparmiare »
Una frase che si è inserita, quasi come chiosa finale, in un discorso durato una manciata di minuti e che ha toccato vari altri temi. Dalla Costituzione italiana all’inesistenza, almeno come fenomeno giuridico , del patriarcato .
Non è mancata la replica di Gino Cecchettin che, a margine della presentazione, ha glissato così: «Le parole del ministro Valditara?.
L'intervento del ministro  è il classico  esempio  di come  rovinare  un buon  discorso . Infilandoci  gli
immigrati  coem  capro espriatorio  . IL  ministro   ingnora o magari loo  sa  benissimo  ma  pee  propaganda    nasconde    che secondo i dati ISTAT e del Ministero dell'Interno aggiornati al 2023, gli stranieri rappresentano il circa 32-33% degli arresti per reati di violenza sessuale e molestie. Gli italiani rappresentano circa il 67-70% dei responsabili dei reati sessuali, che rimane una maggioranza significativa. Gli italiani sono inoltre più spesso soggetti a processi per reati di violenza sessuale domestica o in ambito lavorativo, aree meno denunciate per gli stranieri​. Ci sono anche differenze nel trattamento legale: Gli stranieri hanno meno accesso a misure alternative alla detenzione, il che aumenta la loro visibilità nelle statistiche carcerarie.Pregiudizi: Esiste una tendenza, confermata da studi sociologici, a denunciare più frequentemente crimini attribuiti a stranieri.Quindi  qualcuno può dire a Valditara che l'80% dei femminicidi è ad opera del compagno/ex compagno e che non è un fenomeno etnico ma sociale? Vogliamo parlare del "denunciate donne che tanto poi tornate a casa da sole", del codice rosso o di come funziona male il braccialetto elettronico che avvisa la vittima di stalking? IL patriarcato  c'è ogni volta che negate che esiste il problema o date altrove la colpa di quanto sta accadendo. Voi non avete paura quando uscite la sera, non sapete cosa vuol dire vedere donne adulte dire: "Ma l'importante è che non lo contraddico quando ha una giornata storta" ai corsi di difesa personale.Inoltre  si contraddice   in quanto si.  è vero    dal  punto  di vista legale il  patricarto  è stato    abolityo  per  legge  con  il nuovo  diritto  di  famiglia del  1975  che ha sostituito alla famiglia fondata sulla gerarchia la famiglia fondata sulla eguaglianza.  ma   esistono    ancore  le scorie    culturali  come   ammette Valditara, «nel nostro Paese ci sono ancora residui di maschilismo, diciamo pure di machismo, che vanno combattuti». Si tratta di quelli che «portano a considerare la donna come un oggetto, una persona con minore dignità, che deve subire». E questo maschilismo “moderno” «si manifesta in tanti modi»: dalle discriminazioni lavorative, al catcalling fino alla violenza vera e propria» . Ecco  quindi che  il discorso partito bene  è  stato  rovinato  dall''affermazione   che esiste un legame tra violenza sessuale e immigrazione senza uno straccio di dato, evidenze, prove, ha un solo nome: razzismo. Ovvero, discriminazione e ideologia (a proposito) allo stato puro.Il ministro chieda scusa a quest’uomo coraggioso, Gino Cecchettin, alla famiglia di Giulia, alle cento donne morte ammazzate ogni anno per mano di uomini spesso mariti, compagni, conviventi, fidanzati ITALIANISSIMI. Questa è pura propaganda per fomentare odio, oltre che grave ignoranza relativa al problema di cui si parla senza conoscerlo. Ed è grave da parte di una figura istituzionale  ch ha  in mano  il ministero dell'istruzione .In pratica  è   Il solito e ampiamente sfruttato riflesso di riportare sempre ogni argomentazione al flagello degli immigrati irregolari oramai é automatico nei discorsi di questi figuri. Ma tant' é. Evidentemente ad un certo elettorato queste deformazioni della realtà piacciono. Che tristezza !

7.2.22

IL caso Drusilla Foer tirata per la giacchetta da Lgbt e dai pro vita

 Sapete bene che non guardo , se  non facendo zapping  o  a  blob un determinato  tipo    di televisione, quindi ho solamente letto   , sui  social  e  sui  giornali  ed   sentito qualche passaggio   ai tg ,  di lei.

Ed ho letto cose bellissime: una donna intelligente, simpatica, ironica, colta, ecc. Ma molto di più: un inno all'anticonformismo e inclusione, contro i bigotti. 

Ho  Immaginato  che potesse  essere   una donna transgender e cerco su internet qualcosa in più su di lei... e qui la scoperta: Drusilla Foer è un personaggio inventato dall'attore Gianluca Gori.
Non è una donna cisgender. Non è tantomeno una donna transgender.
Al di là della simpatia, intelligenza e bravura del personaggio, mi chiedo, esattamente dove sarebbe l'inclusione e l'anticonformismo ?  che  viene  visto sia  dal  popolo  Lgbt+ e   gli pseudo cattolici   di provita  e  famiglia   (  vedere  foto  sotto della  loro manifestazione   poi  bloccata      con espulsione dal  comune  di San remo  )  

   la  possano definire  in tali categorie  . 
Negli anni '90  (  o  forse  anche  prima   se  la memoria  non m'inganna  )   quindi ben 30 anni fa, c'era la Signora Coriandoli, personaggio femminile interpretato dall'attore Maurizio Ferrini. E nessuno si scandalizzava, perché era un attore che interpretava un personaggio. E nessuno nemmeno l'aveva identificato come icona dei diritti trans o tantomeno come icona femminile, perché, guarda caso, non era né l'uno né l'altro, ma un attore che recitava un personaggio.  Ecco quindi  mi  chiedo   :  ma dopo 30 anni, siamo sicuri di essere progrediti ? 
Ecco  cosa  dice https://www.facebook.com/I.have.a.voice1/

Da donna cisgender, non mi sento rappresentata da un attore maschio che si inventa un personaggio femminile. Mi può sicuramente piacere, così come mi faceva ridere la Signora Coriandoli, ma nessuna
donna, credo, si sentisse rappresentata dalla Signora Coriandoli, essendo un personaggio inventato.
Tant'è vero che, guarda caso, tutte le donne che hanno presentato il festival, nessuna si è mai permessa di avere anche un solo capello bianco, nemmeno passati gli 80 anni, come Iva Zanicchi, perché, diciamoci la verità, alle donne queste cose non sono "permesse".
Non posso parlare per le donne transgender, perché io non lo sono, ma ne conosco qualcuna, e so di per certo che la loro "identità maschile" non esiste, si identificano donne al 100%, non hanno un "alter ego", non si inventano un personaggio femminile. Il loro percorso di transizione è spesso molto difficile, tra ormoni, visite psichiatriche, chirurgia, e soprattutto una battaglia per l'accettazione sociale.
Ho letto il commento di una madre di una ragazza transgender sotto uno dei tanti post che parlavano di Drusilla come icona trans, la quale era frustrata e diceva che la realtà delle persone trans è ben diversa.

Personaggio vero, finto? Reale, costruito? Non ha alcuna rilevanza, come a nessuno interessa sapere dove stia Joaquin Phoenix mentre entriamo e ci perdiamo nella psiche di Joker o cosa pensi Robert De Niro mentre Travis Bickle punta la pistola allo specchio in Taxi Driver.
Conta solo la sua straordinaria capacità di far passare temi complicatissimi con la rapidità fulminea di una battuta, un gesto, un occhiolino, e di fare tutto questo vestendo un’identità in cui si riconosce, diversa dalla propria, non omologata, non contenibile in un involucro convenzionale di genere e persino d’età (sì, l’età, tema fondamentale e sottovalutato nella performance di Drusilla).C’è una parola precisa in italiano che tiene in sé tutto questo: SCELTA. Scegliere di essere chi vogliamo essere, senza chiederci cosa penseranno gli altri, senza paura dei giudizi e dei pregiudizi che fanno male e a volte uccidono. <<Ma, se la presenza di un uomo travestito da donna davanti a 15 milioni di persone può servire - come serve - ad abbattere tabù e stereotipi di un’assurda mascolinità anni ‘50 e a mandare in cortocircuito i pillon e gli adinolfi, sia benedetta Drusilla Foer. >> e [come giustamente fa notare Lorenzo Tosa << [...] Ci vuole, una cultura pazzesca, ci vuole uno studio mostruoso, ci vogliono anni di auto-analisi e consapevolezza di sé per arrivare sino a qui. Non c’è messaggio più potente e più profondamente politico di questo, oggi.>> Infatti

Drusilla Foer e il monologo sull’unicità: “Le convinzioni non siano solo delle convenzioni”

“Quando verbalizzo la diversità sento sempre di tradire qualcosa che penso o sento. Le parole sono come le amanti quando non si amano più vanno cambiate subito. Un termine in sostituzione potrebbe essere unicità, perché tutti noi siamo capaci di coglierla nell’altro e pensiamo di esserlo. Per niente, perché per comprendere la propria unicità è necessario capire di cosa è composta, di cosa siamo fatti. Di cose belle: le ambizioni, i valori, le convinzioni, i talenti”.


Quindi, ripeto, il personaggio Drusilla Foer, interpretato dall'attore Gianluca Gori, sarà simpaticissimo, sagace, meraviglioso, ecc. ma rimane un personaggio inventato   ed  non sono  l'unico a farlo notare  , lo dice  anche  il vescovo di san remo  (   qui maggiori  dettagli
Le battaglie femministe e dei diritti LGBT+ sono importantissime, ma tali battaglie, per essere credibili, devono trovare i loro rappresentanti in chi veramente vive quelle situazioni, non solo  da personaggi inventati,   che   poi  diventano  nella  maggior  parte  dei  casi   macchiette  ,  per quando interessanti possano essere.
 << Pare quasi che  >> ,  come dice   ancora Ihaveavoice , <<  per la ricerca disperata di qualcuno a cui ispirarci, abbiamo perso il contatto con la realtà e non siamo più in grado di chiamare le cose con il loro nome.
Drusilla Foer ha contenuti stupendi e utili, e ben vengano, ma è un meraviglioso personaggio inventato. Donne e transgender, invece, sono persone VERE. Cerchiamo di ricordarlo.
ATTENZIONE: Questo post non ha niente contro Drusilla Foer, personaggio stupendo che ha , come ho già detto  , ottimi contenuti. Qui si critica il totale distacco dalla realtà che fa passare un personaggio inventato ed interpretato da un attore, come una persona vera. 
 E ATTENZIONE: non è Drusilla che fa questo, ma molti commentatori che la spacciano per quello che non è, forse in cerca di consensi e like facili. Insomma, cerchiamo di essere obiettivi e dire le cose come stanno.

Infatti   pare che sia troppo difficile da capire - Drusilla NON si dichiara trans. L'attore che la interpreta NON si dichiara trans. Ci sono molte persone che la spacciano per ciò che non è, strumentalizzando la situazione. Questo è sbagliato. >>
I messaggi portati avanti da Drusilla sono giustissimi. Farla passare per quello che non è (non lei, ma altri che strumentalizzano) è sbagliato.

12.6.19

si può avere giiustizia senza scadere nel razzismo ? si è il caso Maria Grazia Carta, mamma di Davide Marasco investito ed ucciso da un Albanese ubriaco



cciso da un albanese al volante, la mamma di Davide: "Voglio giustizia, non avrete il mio odio"
La storia di Maria Grazia Carta , madre di Davide Marasco potrebbe essere a prima vista Un incidente stradale come tanti. Un giovane padre che va al lavoro, in piena notte, come tanti altri panettieri, percorrendo la Casilina su uno scooter.  Come Il caso   il caso  di Andrea  zuddas   titolare  del  distributore carburanti in via dei Carroz arrivava per primo, era la sua creatura e lui doveva controllare che tutto fosse a posto. Così aveva fatto anche quella mattina, alle 6 del 25 marzo di due anni fa. Andrea in sella al suo scooter era quasi arrivato a destinazione quando “il diavolo”, come lo chiamano le sue sorelle, gli è comparso davanti. Aveva assunto le sembianze di una Fiat Punto che sull’asse mediano viaggiava contromano e a fari spenti. Andava avanti così da cinque chilometri, diranno gli accertamenti. [...]  Ecco  come  -----   sempre  secondo  quanto    dice  la  nuova  sardegna  del 14\6\2019  --- Luisa, 47 anni, e Stefania, 51, descrivono il calvario vissuto dalla loro famiglia. 


I mezzi coinvolti nell'incidente...


<< Quella mattina Andrea è stato travolto da un’auto guidata da un ragazzo di 27 anni che aveva bevuto. L’alcoltest – dice Stefania – ha dato esito positivo: 1,02. Ed è stato fatto due ore dopo rispetto all’incidente perché l’auto della polizia non aveva l’etilometro in dotazione. Se l’esame fosse stato eseguito subito sono certa che il valore sarebbe stato superiore». Il ragazzo è stato denunciato e processato per omicidio stradale: «Il pm ha chiesto sette anni, lui ha chiesto e ottenuto di patteggiare e la condanna è stata ridotta a 4 anni e otto mesi».Aggiunge Luisa: «Ma in carcere quella persona non ha trascorso neppure un giorno perché il giudice ha disposto gli arresti domiciliari. A casa sua, nel suo ambiente, con la sua famiglia. Sarebbe questa la giustizia? Ma non è finita qui perché il suo avvocato ha presentato ricorso in Cassazione e lui è stato affidato ai servizi sociali. Ha ucciso mio fratello, ha privato una bambina del padre, una moglie del marito, ha rovinato le nostre vite e la sua condanna è tutta qui. Cosa proviamo? Una sensazione di sconfitta, perché da vittime siamo diventati spettatori di decisioni prese da altri senza avere voce in capitolo nonostante fossimo parte lesa».Aggiunge Stefania: «Ci aspettavamo molto di più dallo Stato. E pensavamo che con la nuova legge sull’omicidio stradale sarebbe cambiato qualcosa, invece la giustizia pensa a recuperare chi ha sbagliato e non a rendere giustizia a chi è morto e alla sua famiglia che va a pezzi». E poi: «Mio fratello era una persona perbene che nella vita ha sempre pensato a lavorare. Sapeva divertirsi, ma era responsabile, aveva la testa attaccata al collo». Non come molti giovani di oggi: «A loro – dicono Luisa
e Stefania – lo Stato dovrebbe insegnare il rispetto delle regole e dovrebbe punirli quando sbagliano, quando rovinano la vita degli altri. Nel caso di Andrea questo non è accaduto. E da quella mattina di marzo per noi è iniziato l’inferno»






Risultati immagini per maria grazia cartamadre di  ,davide  marasco

 Un’auto che  va contromano  su quella maledetta consolare con una sola corsia per senso di marcia. Lo schianto, la morte, i rilievi della stradale, l’arresto dell’automobilista sbronzo . Una tragedia che si ripete ogni giorno in ogni angolo del paese e del mondo. Che dovrebbe far riflettere sul modo di vita e di produzione in cui siamo inscatolati, costretti a muoverci correndo, rubando secondi preziosi su percorsi che sarebbero rischiosi anche in condizioni più rilassate.  
 Ma  ha due  caratteristiche  in più  rispetto   al  calvario   , da  cui neppure  lei  è  immune e che deve affrontare    che la rendono speciale   come    sottolineano  siti (che  trovate  a fine post )   segnalatomi  della diretta  interessata    :  1)  quello di rientrare  negli effetti collaterali  d'internet  in particolare    dei social  dove  la  news   hanno una  diffusione   più veloce  della  diarrea   😆😥.  Questo video diventato virale dove un poliziotto tedesco coglie sul fatto un automobilista che si ferma a fare le foto sul luogo di un incidente stradale. Gli dà oltre la multa una lezione che l’uomo non dimenticherà facilmente.


  chiarisce meglio  il  mio concetto  Infatti  apprendo da  questo articolo   di   https://nonelaradio.it/  di  come    essa    ha  saputo  della  morte  del  figlio  


“Ho appreso la notizia dai social network” “Quando ho scoperto la notizia, pensavo fosse uno scherzo. 


Mi trovavo a scuola, mi ha chiamato mia figlia dicendomi che sul profilo Facebook di Davide c’era scritto che era morto. Non sapevo dove andare a cercare mio figlio, ci siamo recati all'ospedale più vicino ed abbiamo scoperto la notizia. Sono stati attimi terribili” prosegue la Professoressa, che insegna in una scuola di Tor Bella Monaca dedicata proprio ad un’altra vittima della strada.”Nessuno ha telefonato alla famiglia per avvertire dell’incidente e della morte di Davide :“Ma lo Stato dov'è? Le istituzioni dove sono? Ci hanno abbandonato. Neanche una telefonata per avvertirci. Ora non devono abbandonarci in questo momento di dolore, devono immediatamente farsi carico del problema a tutti i livelli, da quello di manutenzione delle strade, a pene più severe per questi criminali, anche con il ritiro della patente a vita, e poi processi più rapidi di Voglio GIUSTIZIA per mio figlio. Aiutatemi a non far spegnere la luce !” [...] .


L'immagine può contenere: 2 persone, persone in piedi e spazio all'aperto


L'immagine può contenere: 4 persone, persone in piedi, nuvola, cielo e spazio all'aperto
2) IL  fatto che la  vittima  o  le  vittime , il giovane padre  in questo caso  ,  è italiano anche di nascita e cognome, e magari l’automobilista è straniero  (  immigrato  o residente  in italia   d'anni  ) , la “pista” viene percorsa a velocità forsennata, quasi come quelle bianche cui gli avvoltoi sono più abituati. E allora eccoli, gli “eroi” di Casa  Pound e Forza Nuova cercare i famigliari, proporsi come “vendicatori politici” pronti a inscenare una pantomima ad uso e consumo di media e ministro delle interiora.
Ma vanno a sbattere contro una madre   fiera  ed  orgogliosa   che incredibilmente riesce a mantenere il senso di lucidità   e  delle cose anche di fronte alla più immensa tragedia che possa vivere un genitore: la morte di un figlio.Ma  hanno  trovato  pane  per  i  loro denti . Infatti   cosa   rara  ( almeno  questa  è la prima volta che  lo sento  e leggo )    che   un familiare  che  ha  subito un lutto  , da incidente  stradale  in questo caso  ,  in cui   il  colpevole d'esso  è uno straniero   o d'origine straniera   s'indigni  contro  gli odiatori  e  sciacalli ideologici  . << Non voglio speculazioni sulla morte di mio figlio, voglio che tutti i post su Facebook che parlano della nazionalità del criminale che me l’ha ucciso siano eliminati, dobbiamo fare tutti insieme una battaglia culturale e io voglio andare a parlare della mia tragedia proprio nei luoghi della cultura e dove sono i giovani” >> .Tanto di cappello ad una madre che accecata dal dolore avrebbe potuto cedere ad una umana debolezza. Non l’ha fatto e ciò dimostra una sua grandezza.
Un donna forte   che   mostra  il coraggio di opporsi agli sciacalli neri :  « Casa Pound e Forza Nuova non avranno il mio odio, non strumentalizzeranno la morte di mio figlio. La nazionalità di chi lo ha ucciso non fa alcuna differenza, ma ora alcuni militanti dell’estrema destra vogliono organizzare una fiaccolata nel nome di Davide. Non lo posso permettere, non voglio la loro presenza ».  Insomma  un vero esempio. di umiltà nonostante il SUO immenso dolore..... .

  Maria Grazia è un’insegnante precaria, come decine di migliaia di altre. Un cronista attento noterebbe che è diventata nonna, e da diversi anni, senza mai diventare “assunta a tempo indeterminato”, ossia di ruolo. Scherzi fatti da tutti i governi che si sono succeduti negli ultimi 30 anni, attenti a “tagliare la spesa pubblica” e anche le vite delle persone che lavorano per lo Stato (forze armate e di polizia a parte, ci mancherebbe …).La sua scuola è a Tor Bella Monaca, dove pure qualche mese fa i fascisti avevano provato una sceneggiata analoga, a cavallo di un altro episodio di cronaca locale, letto sui giornali, venendo cacciati a furor di madri che riconoscevano tra loro diversi degli spacciatori responsabili di aver rovinato i propri figli. Sa come funziona il mondo della periferia, ci vive e la vive, sa con chi arrabbiarsi e chi “comprendere”, lottando per «togliere i ragazzi dalla strada».«Basta sciacallaggio, basta con queste guerre tra poveri. Stanno solo cercando di usare le disgrazie altrui. Decidiamo noi come commemorare mio figlio, con i nostri ideali, che non sono di odio ma di giustizia».Conclude la professoressa. Una maestra vera sa come dare lezione, anche di vita.  

Questo carattere   trova   conferma   , nel primo articolo che  ho etto  sulla  vicenda  e  che  qui    riporto integralmente .

 da Roma today   del 5\6\2019

                            Veronica Altimari  


Ucciso da un albanese al volante, la mamma di Davide: "Voglio giustizia, ma non avrete il mio odio"
L’intervista a Maria Grazia Carta, mamma di Davide, che in occasione della fiaccolata organizzata per suo figlio indossò la maglia: “Non avrete il mio odio”











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La telefonata di una delle sue figlie intorno alle 9 del mattino, mentre era a scuola dai suoi alunni. La corsa al Policlinico Tor Vergata. Il riconoscimento del corpo. Le lacrime e la rabbia. Quel drammatico 27 maggio, quando Davide Marasco viene travolto e ucciso da un’auto mentre era bordo del suo scooter, è impresso nella mente di sua madre. Ma per Maria Grazia Carta, 57enne originaria di Nuoro, insegnate precaria a Tor Bella Monaca da più di dieci anni, non finisce qui. La sua battaglia di giustizia si è dovuta accostare a quella contro chi potesse “cavalcare l’onda dell’odio” dal tragico fatto che ha coinvolto la sua famiglia. Al volante dell’auto che ha ucciso suo figlio Davide, 31 anni il prossimo 8 giugno, c’era un 49enne di origini albanesi, tratto in arresto: “A me non interessa la sua nazionalità, è un verme che deve pagare, sputare in faccia alla sua stessa immagine riflessa”, dice con rabbia Maria Grazia. “Io però non sono in vendita, decido io come e quando onorare la memoria di mio figlio - continua - ho saldi i miei valori, insegno ai miei ragazzi la necessità del non essere schiavi, ma liberi nel pensiero. E chi tocca Davide avrà le mani sporche del suo sangue”.
A fare andare su tutte le furie questa madre, già fortemente provata nell’affrontare un dramma tanto grande come quello di perdere un figlio in questo modo, un post pubblicato da Emanuele Licopodio, esponete della Lega in VI municipio, già membro del movimento fascista Azione Frontale, in cui metteva in evidenza la nazionalità albanese dell’uomo che uccise Davide. Il tutto, pubblicando una foto di Davide insieme al figlio (senza nemeno oscurargli il volto), di soli 9 anni e che in quel momento non aveva ancora appreso della morte di suo padre. “Un post rimasto li, malgrado gli avessi chiesto di toglierlo - dice Maria Grazia -. Questi fomentatori d’odio devono stare alla larga da me e dalla mia famiglia. Io so scegliere, e scelgo di lottare per avere giustizia per mio figlio e gli altri ragazzi morti in questo modo, ma non mi faccio strumentalizzare”.
Un dolore tanto forte da non poterlo spiegare. Una forza spinta da quella rabbia che la obbliga a non non abbassare la guarda: "Sono cresciuta con dei valori e sono saldi - conclude Maria Grazia -. Le istituzioni devono prendere posizione contro questi omicidi, troppo facile ridurre tutto ad una questione razziale". E con grinta rimanda al mittente il tentativo inqualificabile, come quello di appropriarsi della vita e dei drammi delle persone, a scopo politico.

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...