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25.6.25

a che punto siamo arrivati "Chiuso per paura". La commerciante abbassa la saracinesca per colpa di un immigrato e se invece fosse un italiano avrebbe fatto lo stesso ?




Quando si parla di criminalità legata alle migrazioni, è tale il carico di pregiudizi che qualunque affermazione si presta ad accuse di razzismo o di buonismo. Poi ci sono i fatti. C’è una negoziante del centro storico di Vicenza, Margherita Parolin, che mette il cartello «Chiuso per paura» e dice che non riaprirà fino a quando un extracomunitario che ha già tentato più volte di aggredirla non verrà espulso. Perché ciò accada occorre che cambino le leggi. In base a quelle attuali, una persona in possesso di un
certificato medico che ne attesti un problema di salute non può essere mandata via dall’Italia. 
E così il persecutore della commerciante vicentina, espulso giovedì scorso, sabato mattina girovagava di nuovo intorno al negozio. In questo quadro, che purtroppo non è originale, va segnalata una novità: il giovane sindaco di Vicenza, Giacomo Possamai, ha espresso pubblica solidarietà alla commerciante. Una scelta popolare ma al tempo stesso coraggiosa, perché Possamai è del Pd, quindi rischia la scomunica della sua chiesa politica.Le paure dei cittadini non vanno strumentalizzate per mero calcolo elettorale, a prescindere che l’oggetto sia un italiano o un extracomunitario, però non possono neanche essere etichettate a priori come espressione di razzismo quando riguardano un migrante. Una sinistra moderna dovrebbe assomigliare al sindaco Possamai e, in attesa di trovare soluzioni alternative a quelle della destra, riconoscere almeno che c’è un problema.

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