fra le storie della settimana ecco quelle che mi hanno colpito di più ed alcune la prima ed l'ultima corrispondo al mio percorso di cui ho parlato qui in : << un vagabondo stanco sa che deve andare avanti >>
Gino Cecchettin: «Volevo vendicarmi di Filippo Turetta, quando sento la rabbia che cresce mi concentro su Giulia
Il dolore dentro, per sempre. Gino Cecchettin lo affronta ogni giorno dalla morte di sua figlia Giulia Cecchettin, uccisa dall'ex fidanzato Filippo Turetta. «Dopo il fatto avevo voglia di vendetta, ma poi mi sono concentrato su di lei che era amore ed è scomparso tutto il resto. Quando sentimenti di rabbia e vendetta iniziano a palesarsi mi concentro su di lei e ogni sentimento di odio svanisce. Per questo non ho voluto nominare Filippo. Nel libro volevo lasciare solo il bello. E non faccio “il firma copia”, scusatemi, perché per me è un memoriale», le sue parole dialogando con Viola Giannoli nel cortile d'Onore del Palazzo Reale a “Repubblica delle Idee”.
Cecchettin e il dolore per Giulia
«Mi sveglio tutte le mattine e passo davanti alla camera di Giulia. Soffro tantissimo, ma poi divento più forte e quando esco da quella stanza sono in grado di salire su un palco come questo e sono in grado di parlare, di contattare le Università per la Fondazione e sono in grado anche di andare a mangiare una pizza e di essere felice. Ho altre due figli e ho il dovere di essere forte. Voglio ricordare la mia Giulia e questo mi permetterà di essere potente e nessuno mi potrà dire di come vivere il mio dolore. Ognuno deve capire come vivere il suo», le parole di Cecchettin riportate da Repubblica.
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© Web
Una persona transgender ha condiviso la propria esperienza dopo aver ricevuto un intervento chirurgico sperimentale che prevede la rimozione totale dei suoi genitali esterni. Adrian, 27 anni, della Florida, non è binario – nel senso che non si conforma né al maschio né alla femmina – ed è stato operato in una controversa clinica in Texas, soprannominata “il laboratorio di Frankenstein”. È uno dei pochi ospedali degli Stati Uniti che offre un intervento chirurgico di annullamento genitale, una procedura che prevede la rimozione di tutti i genitali esterni per creare una transizione graduale dallo stomaco all’inguine.
Rimane una piccola ma nascosta apertura affinché l’urina possa uscire dal corpo. Le nate biologicamente femmine vengono sottoposte a un’isterectomia, che interrompe loro le mestruazioni. “Ho dovuto usare un catetere nelle prime due settimane, ma ora faccio pipì normalmente”, ha detto Adrian due mesi dopo l’operazione. Adrian ha documentato la sua esperienza con la procedura di rimozione dei genitali, nota anche come procedura Nullo, o procedura dell’eunuco, su Reddit.
Per l’operazione che viene descritta dalla clinica come la trasformazione in un “essere umano non normativo” servono almeno 10mila dollari di anticipo. La motivazione per sottoporsi alla procedura, eseguita al Crane Center l’anno scorso, era la “disforia”, definita come una sensazione di disagio o angoscia subita da coloro la cui identità di genere non corrisponde al loro sesso. Hanno optato per l’annullamento perché non potevano permettersi una falloplastica (intervento chirurgico per costruire un pene artificiale) o una metoidioplastica, che utilizza un clitoride ingrandito ormonalmente come corpo del pene.
Adrian è nata donna e ha iniziato a prendere gli ormoni testosterone all’età di 23 anni nell’agosto 2020. Nel 2021, ha subito un intervento chirurgico superiore e rimosso i capezzoli. Anche l’asportazione dei capezzoli “ha avuto un ruolo nel mio desiderio di annullamento”, ha detto Adrian. “Ho dichiarato di essere un uomo trans binario e queer poco dopo l’intervento chirurgico”, ha scritto su Reddit. Ovviamente il racconto di Adrian ha aperto un dibattito molto acceso tra gli utenti dei social, molti dei quali erano commenti negativi sulla procedura e soprattutto sulle autorizzazioni “facili” a questo tipo di intervento.
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BigMama a Domenica In: l'amore per la fidanzata Ludovica
Durante l'intervista, Big Mama ha toccato argomenti delicati e profondamente personali, come la sua sessualità e il sostegno cruciale ricevuto dalla sua compagna, Ludovica Lazzerini. "Amo la mia compagna, Ludovica", ha confessato apertamente, spiegando come prima di incontrarla avesse difficoltà a vivere apertamente la sua identità. Ludovica non solo ha scritto il brano sanremese che poi la cantante ha portato sul palco dell'Ariston ma è stata anche un pilastro nella vita di Marianna, aiutandola a superare il trauma dell'abuso sessuale subito a soli 16 anni e rafforzando la sua autostima. Big Mama ha descritto come la loro relazione l'abbia aiutata a comprendere il valore dell'amore e del meritare di essere amata, un messaggio potente per chiunque abbia affrontato simili difficoltà.
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BigMama e la lotta contro il bullismo
L'intervista ha inoltre offerto a Marianna l'occasione di parlare anche del suo impegno contro il bullismo, argomento che l'ha vista protagonista in una significativa conferenza all'ONU. L'artista ha raccontato di come da ragazzina è stata vittima di bullismo per il suo aspetto fisico. Il suo passato ha lasciato cicatrici profonde ma anche la forza di utilizzare la sua voce per fare la differenza. Raccontando di come fosse stata fisicamente attaccata da giovane, Marianna ha sottolineato l'importanza della sua musica e della sua visibilità pubblica come mezzi di lotta e sensibilizzazione. Ma la forza che ha usato per superare questo passato difficile, l'ha usata anche per combattere un cancro maligno al sangue che le è stato diagnosticato all'età di 20 anni: la giovane infatti ha dichiarato che non ha mai pensato alla possibilità di morire perché era concentrata a guarire per poi tornare a fare musica, motore della sua vita. Con la sua prossima partecipazione al concertone del primo maggio e l'annuncio del suo nuovo libro, Cento occhi, Big Mama continua a trasformare le sue ferite in simboli di speranza e cambiamento.