Questo titolo da me scelto per il post d'oggi suggerisce che il contenuto delll'articolo preso da il Fq d'oggi vuole sfidare l’idea che per guadagnare o affermarsi online sia necessario ricorrere a piattaforme come OnlyFans, spesso associate alla monetizzazione dell’immagine personale o contenuti sensuali.
La frase potrebbe sembrare inserirsi ( ed è effettivamente lo è ) in un discorso più ampio sull’autonomia femminile, la trasformazione personale e la critica ai percorsi “standardizzati” di visibilità o successo. Il riferimento al numero di piede potrebbe anche essere una frecciatina al mondo della moda o dell’intrattenimento, dove certi canoni fisici aprono porte che altrimenti resterebbero chiuse.💡 In sintesi La protagonista rivendica un cambiamento: da cassiera (col 39) a mistress (col 36), suggerendo che non serve seguire le strade più battute per affermarsi. Riportando tale articolo e coomentandolo ho voluto riprendere un’alternativa, forse ironica, forse autobiografica, alla narrazione dominante del successo online.
La frase potrebbe sembrare inserirsi ( ed è effettivamente lo è ) in un discorso più ampio sull’autonomia femminile, la trasformazione personale e la critica ai percorsi “standardizzati” di visibilità o successo. Il riferimento al numero di piede potrebbe anche essere una frecciatina al mondo della moda o dell’intrattenimento, dove certi canoni fisici aprono porte che altrimenti resterebbero chiuse.💡 In sintesi La protagonista rivendica un cambiamento: da cassiera (col 39) a mistress (col 36), suggerendo che non serve seguire le strade più battute per affermarsi. Riportando tale articolo e coomentandolo ho voluto riprendere un’alternativa, forse ironica, forse autobiografica, alla narrazione dominante del successo online.
Ma ora basta veniamo all'articolo in questione e co un glossario a fiune post
Bologna
Domani viene uno di 56 anni, vuole stare in gabbia: lo chiudo lì un paio d’ore e mi paga 500 euroNon sono una escort, non mi spoglio mai mentre faccio spogliare loro quasi semprePrima prendevo 7 euro l’ora e tanti insulti, adesso ne prendo 100 e gli insulti li tiro io”. Tutto grazie a una foto pubblicata su Facebook. Una foto di piedi. Numero 36 per la precisione. Un dato fondamentale per questa storia che ha come protagonista Silvia, una procace 53enne dal forte accento bolognese. Per anni, anzi decenni è stata una presenza fissa alla cassa di uno dei supermercati più centrali e grandi di Bologna. Sempre sorridente e cortese nonostante i turni lunghi e la paga scarsa. Poi è arrivato il Covid, uno spartiacque: “La clientela si era stressata, impaurita, mi sembravano tutti più maleducati e aggressivi. Ero stanca e giù di morale, avevo appena chiuso una relazione e un pomeriggio per giocareho caricato una foto dei miei piedi su Facebook”. In poche ore viene sommersa da commenti entusiasti e piccanti. C’è anche quello di un signore, titolare di un negozio in centro che la invita in pausa pranzo: “Ti do 50 euro se me li fai baciare”. Silvia è una pratica. Di solito 50 euro li guadagna in un’intera giornata da cassiera, seduta dietro un rullo trasportatore a guardare le spese, e le vite, altrui che scorrono via veloci. “Perché non provare? Sono andata: per mezz’ora, forse 40 minuti, mi ha massaggiato e baciato i piedi. E mi ha pure pagato! Mi sono sentita come Renato Pozzetto in quel film, Da grande, quando scopre di poter guadagnare dei soldi facendo il babysitter, cioè passando il tempo a giocare. Quel giorno ho capito che il paese dei balocchi esiste anche per me”. Nel giro di alcuni mesi diventa Dea Silvia e lascia il supermercato. I clienti si dividono in due macro categorie: gli schiavi e i feticisti dei piedi. “Lo schiavo si rivolge rigorosamente a me dandomi del lei, mi ritiene un essere superiore e come tale si comporta. Il feticista invece viene solo per il fine, perché per lui il piede è una parte erotica. Neanche la gamba intera, spesso solo il piede. Io in entrambi i casi rimango sempre vestita, non mi spoglio mai mentre faccio spogliare loro quasi sempre”.
Domani viene uno di 56 anni, vuole stare in gabbia: lo chiudo lì un paio d’ore e mi paga 500 euroNon sono una escort, non mi spoglio mai mentre faccio spogliare loro quasi semprePrima prendevo 7 euro l’ora e tanti insulti, adesso ne prendo 100 e gli insulti li tiro io”. Tutto grazie a una foto pubblicata su Facebook. Una foto di piedi. Numero 36 per la precisione. Un dato fondamentale per questa storia che ha come protagonista Silvia, una procace 53enne dal forte accento bolognese. Per anni, anzi decenni è stata una presenza fissa alla cassa di uno dei supermercati più centrali e grandi di Bologna. Sempre sorridente e cortese nonostante i turni lunghi e la paga scarsa. Poi è arrivato il Covid, uno spartiacque: “La clientela si era stressata, impaurita, mi sembravano tutti più maleducati e aggressivi. Ero stanca e giù di morale, avevo appena chiuso una relazione e un pomeriggio per giocareho caricato una foto dei miei piedi su Facebook”. In poche ore viene sommersa da commenti entusiasti e piccanti. C’è anche quello di un signore, titolare di un negozio in centro che la invita in pausa pranzo: “Ti do 50 euro se me li fai baciare”. Silvia è una pratica. Di solito 50 euro li guadagna in un’intera giornata da cassiera, seduta dietro un rullo trasportatore a guardare le spese, e le vite, altrui che scorrono via veloci. “Perché non provare? Sono andata: per mezz’ora, forse 40 minuti, mi ha massaggiato e baciato i piedi. E mi ha pure pagato! Mi sono sentita come Renato Pozzetto in quel film, Da grande, quando scopre di poter guadagnare dei soldi facendo il babysitter, cioè passando il tempo a giocare. Quel giorno ho capito che il paese dei balocchi esiste anche per me”. Nel giro di alcuni mesi diventa Dea Silvia e lascia il supermercato. I clienti si dividono in due macro categorie: gli schiavi e i feticisti dei piedi. “Lo schiavo si rivolge rigorosamente a me dandomi del lei, mi ritiene un essere superiore e come tale si comporta. Il feticista invece viene solo per il fine, perché per lui il piede è una parte erotica. Neanche la gamba intera, spesso solo il piede. Io in entrambi i casi rimango sempre vestita, non mi spoglio mai mentre faccio spogliare loro quasi sempre”.

