Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
13.2.25
6.2.25
ISCRIVERSI A UN CORSO DI DIFESA? È UNA BUONA IDEA. come difendersi se aggrediti alle spallle Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco puntata n XVIII
1.2.25
anche le donne sono stalker e commettono violenze sugli uomini .
agli analfabeti funzionali e ai maschi alfa non fermatevi al titolo ma leggete tutto l'articolo
Caro Ulisse ,
ignorare o sottovalutare la violenzadelle donne, oltre a determinare un vuoto nelle
riflessioni teoriche e nei dati empirici relativi a una struttura relazionale evidentemente diffusa,
comporta anche il rischio di sottovalutare la necessità di interventi preventivi e di trattamento per tutte le vittime,sia uomini che donne. Non ti pare?
Antonio
Carissimo Antonio, mi trovi assolutamente d’accordo.Dobbiamo superare questo tabù che considera le donne angeli del focolare, creature delicate e dolci e quindi incapaci dicommettere violenze. Guarda ad esempio a copertina qui a sinistra di “Giallo” di questa settimana: c’è Alessia Pifferi, donna e mamma, che ha lasciato morire di stenti la sua bambina. C’è Rosa Vespa, una signora di 51 anni che voleva un bambino, ha !nto una gravidanza e ha rapito quello di un’altra donna. C’è Amanda Knox, che pur di levarsi d’impiccio in un interrogatorio che la stava stancando, ha calunniato Patrick Lumumba, il suo datore di lavoro e amico,
accusandolo di omicidio. E non gli ha mai nemmeno chiesto scusa! E poi la scorsa settimana ci siamo occupati di Chiara Petrolini, 22 anni, capace di nascondere due gravidanze, di uccidere due neonati e di seppellirli nel cortile di casa. E della professoressa che molestava gli alunni in una “saletta” nel modo più subdolo e perverso possibile. Come si può negare che la cattiveria e la violenza siano anche nell’animo delle donne? C’è un grande equivoco, in questi anni. Gli uomini temono che l’attenzione per i femminicidi metta sotto accusa tutta la categoria maschile. Si sentono toccati tutti, ci tengono a dire che loro sono “bravi”. Come se l’immagine degli uomini fosse messa in pericolo dall’innegabile presenza del fenomeno.
Spesso ti rispondono: ma anche le donne uccidono gli uomini.Ecco, sì, può capitare, ma molto più raramente. Perché gli uomini sono più forti fisicamente, ma anche perché di solito levittime sottomesse sono più facilmente femmine. Nel femminicidio scattano meccanismi di possesso e di volontà di prevaricazione che affondano le loro ragioni in qualcosa che ci
santo. Abbiamo decine di madri assassine, abbiamo ragazze che hanno ucciso i genitori, o le amiche, e per!no qualche serial killer femmina. E anche senza arrivare a questi estremi,molte donne maltrattano i loro compagni, i loro figli, sfruttano le persone, rubano, truffano, mentono, sono vendicative,stalkerizzano e tutto il resto. Per questo diciamo che siamo tutti uguali, nel bene ma anche nel male.
Non è una gara a chi è più buonoo più cattivo , e loro : non siamo a scuola con le due liste sulla lavagna . Questa “guerra” tra uomini e donne non ha e non dovrebbe avere davvero senso. Siamo tutti sulla stessa barca, tutti interessati a che sia fatta giustizia e che ci sia rispetto da ambo le parti . A prescindere da che sesso abbia chi commette violenza.
18.1.25
Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco puntata n XV colpire i punti deboli dell'aggressore ( tecnica da usare in casi eccezionali )
Non tutti reagiscono nello stesso modo quando si trovano davanti a un pericolo. Ci sono diverse componenti che condizionano la nostra capacità di reazione e la scelta che andremo a prendere, anche se si tratta di decisioni che apparentemente vengono prese in tempi brevissimi. Ma ci sono dei test per tentare di fare una previsione delle nostre reazioni.
Guardiamo per esempio l’immagine qui sotto
Infatti ecco cosa suggerisce https://www.corsi.it/blog/come-imparare-autodifesa/
[...]
Cosa si può fare per difendersi e cosa dice la Legge?
Esistono diverse misure che puoi adottare per accrescere la tua sicurezza personale. Ecco alcune utili raccomandazioni generali:
- Consapevolezza situazionale: sii cosciente dell’ambiente che ti circonda e presta attenzione a possibili minacce o comportamenti sospetti.
- Misure preventive: prendi precauzioni per evitare di essere vulnerabile. Ciò può includere l’utilizzo di misure cautelative, come ad esempio porte e finestre ben chiuse e luci esterne accese (se ce ne sono).
- Autodifesa di tipo verbale: oltre alle tecniche fisiche, che vedremo a breve, puoi praticare tecniche di autodifesa verbale, che includono l’uso delle parole per allontanare una situazione di pericolo o disinnescare un conflitto.
11.1.25
Dopo 31 anni a subire violenza, la fuga dalla città per rinascere ed altre storie sarde
talmente abituata a quello schema di violenza subìta, che la deviazione, anche per uscirne, non era contemplata. E in più, la paura di diventare come lui. Mi dava uno schiaffo? Lo restituivo. Prendeva il coltello in mano? Lo prendevo anche io. Stavo diventando una bestia come lui».

Raoul Chiesa, l’ex hacker più famoso d’Italia ha scelto di vivere in Sardegna
L’informatico ha sempre lo zaino in spalla, il suo lo definisce un modo di lavorare atipico: i clienti sono «Governi, enti, forze dell’ordine, multinazionali o singoli privati». Capita che voli a Sydney, Stoccolma o Singapore ma senza nemmeno il piacere di godersi del tempo libero. Il relax lo trova in Sardegna. Che è diventata il suo rifugio. «La mia storia con l’isola inizia nel 2020, un amico mi invitò a passare settembre in Gallura, ed ero ben felice di scappare dal caos di Roma, dove vivevo al tempo». Ora vive di fronte al mare, in una località vicino a Olbia. «Adoro il cibo, il vino, l’accento delle persone, l’apparente leggerezza, i panorami mozzafiato, le passeggiate con il mio cane, Lupo, e le letture in spiaggia». Ecco, appunto, e Raoul Chiesa fa un grande sorriso quando parla di Piergiorgio Pulixi. «Uno scrittore che adoro. L’ho scoperto attraverso Massimo Carlotto», e di Pulixi attende impaziente l’uscita di ogni libro. Ma è anche un’ispirazione: «Mi piacerebbe prendermi un anno sabbatico, vorrei scrivere un romanzo, una sorta di cyber-thriller».
Uso consapevole «Adesso è il periodo in cui va di moda l’Intelligenza artificiale, i big data e le criptovalute, tutti i convegni nell’ultimo periodo trattano questi temi, spesso a sproposito». Dal canto suo, Raoul punta sulla formazione, «per insegnare i comportamenti corretti e l’approccio al web». Che piaccia o no, l’informatica in senso ampio oggi gestisce la routine quotidiana, «il bancomat è un computer, l’automobile è una smart-car e tutto questo ha un prezzo». Gli Stati sono sempre più impegnati nella creazione di leggi che ridefiniscano i perimetri giuridici sull’uso del digitale. Chiesa era nel team di esperti che si è occupato del caso di Tiziana Cantone, la ragazza che nel 2016 si tolse la vita dopo che un suo video intimo era stato diffuso online. Da lì il revenge porn è entrato nel codice penale.Sul nostro uso del web ogni giorno c’è molto da rivedere: «Se smettessimo di cliccare ovunque, di credere alle fortune cadute dal cielo, ai post ossessivi-compulsivi, di pubblicare sui social qualunque cosa facciamo e dovunque andiamo, utilizzare password banali, potremmo allora evitare di esporci a determinati rischi».
Il fotografo dei re e degli emiri è il sardo Antonio Saba
Partito da Cagliari, adesso vive a Dubai e lavora per la famiglia reale. Scatta per grandi marchi e la sua ultima antologia è stata curata da Sgarbi
Maestro, parliamo subito dei suoi clienti più illustri: le famiglie reali. Ci può dire chi sono e che tipo di lavori le hanno commissionato?
«Ho un rapporto di amicizia e collaborazione da diversi anni con una delle persone più importanti della famiglia reale di Dubai. Sono persone straordinarie e di grande cultura. Le mie collaborazioni con loro sono riservate e non posso raccontarle nel dettaglio, posso comunque dire che si tratta di progetti artistici e fotografici ai massimi livelli».
Ci racconti un po’ il suo percorso artistico e professionale.
«Ho preso la mia prima reflex in mani a 15 anni, sottraendola a mio padre. Ho coltivato la passione come tanti altri stampando in casa in b/n etc… Ho poi avuto la fortuna che lo Ied aprisse a Cagliari proprio nell’anno del mio diploma. Questo mi ha permesso di studiare Fotografia Pubblicitaria a livello universitario e acquisire la forma mentis di un professionista della fotografia, e quindi iniziare a esserlo dai 21 anni in poi».
Quanti anni aveva quando ha cominciato a girare il mondo?
«Ho iniziato a viaggiare in maniera seria intorno ai 24 anni, andando spesso negli Stati Uniti. Nel 1995 ho lasciato la mia società in Sardegna per un’esperienza a Los Angeles, dal quel punto in poi ho iniziato a viaggiare in tutto il mondo per riviste di viaggio, di food e di interni. Queste esperienze mi hanno formato per approdare definitivamente al mercato del lusso, settore in cui svolgo ancora oggi la maggior parte della mia fotografia commerciale».
Annovera fra i suoi clienti alcune delle più importanti catene alberghiere a livello internazionale. Ci può parlare di qualche suo lavoro?
«Sono uno specialista raccomandato da Waldorf Astoria, Peninsula, Hilton e ho lavorato per tutte le più importanti catene incluso Marriot, Shangri-la, Intercontinental, tra le altre. Faccio in particolare tanti servizi per le aperture dei nuovi hotel, progetti in cui realizzo tutte le immagini pubblicitarie che vengono poi utilizzate dalle strutture per la promozione. Ho realizzato davvero tanti di questi servizi».
Il suo curriculum è sconfinato, ma se dovesse scegliere uno dei lavori della sua lunga carriera, qual è quello che ricorda con più emozione?
«Ci sono due lavori straordinari. Uno è del 2004, anno in cui sono stato un mese e mezzo in Costa Rica per realizzare le 10 fotografie per la campagna pubblicitaria mondiale del loro Paese. Da allora vado in Costa Rica quasi tutti gli anni, è senz’altro uno dei posti che chiamo casa. La seconda, invece, è l’ultimo lavoro realizzato quest’anno per una nuova apertura del Waldorf Astoria Platte Island, una remota isola selvaggia delle Seychelles, lavoro che ha preso quasi due mesi di lavoro con una crew di 12 persone».
Come funziona il suo lavoro: come sceglie i soggetti, come matura un’idea?
«Riguardo la fotografia commerciale ricevo un briefing dal cliente, si individuano i punti di forza e i selling points del prodotto, mi viene quindi chiesto di elaborare un progetto che visualizzi queste caratteristiche col tono di voce adatto alla tipologia di offerta. Segue un sopralluogo, definizione di luce e inquadrature per le foto di architettura. Invece nel lifestyle la preparazione è più complessa, con casting dei modelli, moodboard per i vestiti e il make up. Per le mie produzioni fine art invece in genere vengo ispirato dai luoghi che incontro in giro per il mondo, dove immagino possa accadere qualcosa di straniante. Il processo creativo dura qualche mese o qualche anno, sino alla definizione dell’idea e alla realizzazione vera e propria. Sono dei veri e propri film dal singolo fotogramma».
Qual è la richiesta più bizzarra che ha ricevuto per un lavoro fotografico?
«Qualsiasi richiesta di fotoritocco esagerato, a cui dico sempre di no». A cosa sta lavorando ultimamente? «Al momento sto completando la postproduzione del mio lavoro per Hilton Seychelles, inclusa una immagine hero che verrà utilizzata in pubblicità sui billboards. In questo caso ho realizzato un’immagine onirica e il cliente se ne è innamorato eleggendola come immagine simbolo della presenza Hilton in Seychelles. Sto anche curando un libro fotografico non mio per un importantissimo publisher di New York e come photoshoot ho avuto un’estate pienissima con lavori in Europa e a Dubai».
Anche lei ha pubblicato dei libri.
«In carriera ho pubblicato diversi libri monografici. L’ultimo in ordine di tempo è uscito qualche anno fa, è un’antologia personale degli ultimi 15 anni, curato da Vittorio Sgarbi e Cristina Mazzantini. Si intitola Chasing Beauty, distribuito da Mondadori. Il libro svolge un percorso: dalle immagini della memoria, agli anni dei viaggi sino alle produzioni oniriche degli ultimi anni che ho esposto con la mia mostra personale “Oneirism” a Bangkok, a Dubai e, spero l’anno prossimo, anche a Milano in versione complete».
Lei parla di “fotografia dei sogni” ci può spiegare cosa intende?
«Come dicevo prima il mio progetto Oneirism è composto da immagini stampate in grande formato che hanno come soggetto dei frammenti di sogno, o comunque di coscienza alterata, dalla Dea del fiume che nel suo patio fa il bagno in una vasca col suo amante pescegatto, alle Naiadi nel lago sotterraneo di Grotta Giusti, ai miei astronauti viaggiatori del tempo, sino ad un’immagine ispirata da Sergio Atzeni e ambientata in una grotta di Oliena 5000 anni fa. Invito tutti a dare uno sguardo a queste immagini nella sezione conceptual del mio sito www.antoniosaba.com»
Cosa ne pensa dei selfie, e dell’epoca della condivisione massiva di immagini sul web?
«Lo trovo un fenomeno divertente, tante persone hanno trovato il gusto di fotografare e fotografarsi perché il telefonino ha azzerato le difficoltà tecniche, tanti si esprimono concentrandosi solo su composizione e qualcuno fa anche delle immagini gradevoli. Ovviamente nei selfie Narciso la fa da padrone, ma non la trovo una cosa negativa, anzi…».
27.11.24
FEMMINICIDI e violenza sulle DONNE in Italia: cosa ci dicono i dati
24.11.24
la violenza di genere è figlia del patriarcato o del matriarcato?
violenza è figlia del patriarcato o del matriarcato ?>> sia la lettura su tali argomenti dei libri Canzoni contro l'omofobia e sulla la violenza sulle donne e Sulle tracce dell'altrove. dell'amico \ compagno di strada Cristian Porcino . Ma soprattutto La violenza di genere è un fenomeno complesso e multifattoriale che non può essere attribuito esclusivamente al patriarcato o al matriarcato.
Tuttavia, storicamente, il patriarcato ha creato strutture sociali e culturali che hanno perpetuato la disuguaglianza di genere e la subordinazione delle donne, contribuendo alla violenza di genere. Infatti Il patriarcato è un termine che indica una struttura sociale che fa capo al pater familias che incarna e detta legge, che protegge un nucleo in cambio del rispetto della sua regola. Un status che << .... è scomparso in Italia oramai, direi, dal secondo dopoguerra, quando il maschile è stato decimato e la sua presenza, anche nel ruolo, drasticamente confinata. Quello che sta imperversando ai tempi nostri è puro maschilismo. .... >> ( dott Agnese Scappini nel citato articolo dell www.huffingtonpost.it ) . Ma di questo sistema sociale in cui gli uomini detengono il potere e le donne sono in gran parte escluse da esso. ne rimangono le scorie . Questo sistema ha spesso giustificato e normalizzato la violenza contro le donne come mezzo di controllo e oppressione. D'altra parte, il matriarcato, inteso come un sistema sociale in cui le donne detengono il potere, è molto meno comune e non ha storicamente avuto lo stesso impatto sistemico sulla violenza di genere. In sintesi, la violenza di genere è principalmente legata a strutture patriarcali che perpetuano la disuguaglianza e la discriminazione. Tuttavia, è importante riconoscere che la violenza di genere è un problema complesso che richiede un approccio olistico per essere affrontato efficacemente.Infatti un metodo di analisi o trattamento che considera l'intero sistema piuttosto che concentrarsi solo su singoli componenti. In altre parole, si prende in considerazione l'interconnessione e l'interdipendenza di tutte le parti di un sistema per comprendere meglio il contesto complessivo.Ad esempio, in medicina, un approccio olistico non si limita a trattare i sintomi di una malattia, ma considera anche fattori come lo stile di vita, l'ambiente, la salute mentale e il benessere emotivo del paziente. In questo modo, si cerca di promuovere la salute e il benessere generale piuttosto che solo alleviare i sintomi.Allo stesso modo, in ambito sociale, un approccio olistico alla violenza di genere non si limita a punire i colpevoli, ma cerca anche di affrontare le cause profonde della violenza, come le disuguaglianze di genere, le norme culturali e sociali, e le dinamiche di potere.
16.11.23
Davide Ferrerio, l'aggressore (condannato a 20 anni) fa appello: «Quella ragazza era cosa mia, non doveva avvicinarsi»
È passato più di un anno dall'aggressione che ha ridotto in fin di vita Davide Ferrerio. L'11 agosto 2022, il 20enne bolognese è stato massacrato di botte a Crotone. Da quel giorno, non si è più ripreso. Per questa aggressione, Nicolò Passalacqua è stato condannato a 20 anni e 4 mesi di reclusione in primo grado.
L'aggressione sarebbe dovuta a una ragazza, alla quale Ferrerio si sarebbe avvicinato. Il 23enne ha fatto appello contro la decisione dei giudici e ha ribadito che «nessuno si doveva avvicinare a quella donna perché era cosa mia», riporta il Corriere. Il giovane è in coma vegetativo.
Il processo
Il prossimo 24 gennaio si terrà l'udienza d'appello per Nicolò Passalacqua. Il suo avvocato, Salvatore Iannone, ha descritto l’azione del suo assistito come «un’aggressione che voleva solo percuotere, anche con la forza, il giovane antagonista, facendogli capire che quella ragazza era “cosa sua” e nessuno poteva avvicinarsi».Anche la gip ha confermato le intenzioni di Passalacqua di voler "marcare il territorio" intorno a quella ragazza. «L’aggravante dei motivi abbietti — scrive la gip — è avvalorata, infatti, dal voler difendere ciò che è suo, infliggendo una punizione esemplare a colui che aveva cercato un approccio con la ragazza che stava frequentando».
Come sta Davide Ferrerio
Attualmente Davide Ferrerio è in coma vegetativo in ospedale, costantemente assistito dai genitori e dal fratello. Recentemente la mamma, Giusy Orlando, si era sfogata riguardo all'ultima perizia disposta dai giudici in merito alla connessione tra l'aggressione e le condizioni di Davide: «La cosa che mi strugge ulteriormente è che dopo 15 mesi, nonostante i filmati, le intercettazioni, le perizie, i giudici si chiedono se ci sia connessione fra i pugni sferrati dal mostro e le sue condizioni», perché «hanno disposto una perizia per valutare se le lesioni provocate a Davide siano legate all'aggressione, oppure se Davide cadendo se le sia provocato da solo. E’ un’ingiustizia», le sue parole riportate da Repubblica.
6.6.23
quando si continua a parlare di femminicidio e ci sono tutti gli elementi perché se ne occupi esclusivamente la magistratura non è informazione: è voyeurismo sconcio
infatti concord con il mio contatto Facebook
dalla loro vanagloria.
CHE BELLI TUTTI QUEI VERBALI, SE NON C’ENTRA NESSUN POTENTE
- Il Fatto Quotidiano
- » Vincenzo Iurillo il Fatto Quotidiano
Dove sono i garantisti, tra commentatori e politici, che invocavano ispettori e sanzioni quando le fughe di notizie (presunte) riguardano i politici, come è accaduto – solo per citare uno dei casi più recenti – per i giornali che hanno riportato i nomi degli indagati nell’inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid della Procura di Bergamo? Dove si sono rintanati i sacerdoti della tutela della privacy, che fine hanno fatto i loro anatemi contro la pubblicazione di verbali e intercettazioni? Saremmo curiosi di capire le ragioni del loro silenzio di fronte allo stillicidio dell’ostensione di ogni particolare della vita e della morte della povera Giulia Tramontano, il cui massacro e le cui vicende intime, e quelle del suo assassino Alessandro Impagnatiello, sono sviscerate in ogni dettaglio tramite le carte giudiziarie.
Come sapranno i nostri più affezionati lettori,
DOVE SONO GLI ALFIERI DI PRIVACY E GARANTISMO
sostiene che le notizie vadano pubblicate sempre e comunque, appena se ne viene a conoscenza, e specie se di rilevanza pubblica, come quando riguardano i rappresentanti delle istituzioni. Chi scrive nell’estate del 2015 fu perquisito due volte dalla Procura di Napoli come conseguenza della pubblicazione di un’intercettazione dell’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi. Era contenuta in un’informativa di un’inchiesta di quella stessa procura, consegnata agli avvocati dai magistrati medesimi. Quindi nessun un atto non ostensibile. Eppure in quel caso fu avviata, con enorme dispendio di mezzi e di uomini dell’antimafia (addirittura?), una controinchiesta che aveva un unico scopo: scoprire come quelle carte fossero finite nelle mani di un giornalista, tentando pure di individuarne le fonti. Forse perché in quel caso l’intercettazione riguardava l’uomo più potente d’italia e non un privato cittadino, pur se accusato di omicidio? L’articolo sull’intercettazione dell’allora premier suscitò grande indignazione, secondo quello strano principio per cui i diritti e le garanzie di un politico valgono più di quelli di un assassino.
2.3.23
Uomini maltrattanti e come recuperarli

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello
Apro l'email e tovo queste "lettere " di alcuni haters \odiatori , tralasciando gli insulti e le solite litanie ...

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Come già accenbato dal titolo , inizialmente volevo dire Basta e smettere di parlare di Shoah!, e d'aderire \ c...
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