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11.4.21

come riprendersi da un urto della vita il caso di Michela Medda .

 Conoscevo , per le  sue  foto   e  la   sua   vicenda    di cronaca  ritornatami in mente     con  questo articolo    della nuova  Sardegna    del  6\4\2021 , la protagonista   della storia   che  mi  accingo  a  raccontare    tramite intervista  \ chiacchierata     .


 
 Ricordo d'aver letto   a suo tempo   dell'incidente   accadutogli   ma   non immaginavo  , che     le  conseguenze  dell'incidente    fossero state  cosi   gravi  . Ed  ecco  che  essendo  appassionato  di fotografia  e  di   fotografia e  avendo visto   le  sue    foto    ,  ed  il  suo  stile 


Mi chiamo Michela e sono una fotografa professionista specializzata in fotografia di matrimonio e in ritrattistica. Vivo e lavoro in Sardegna, ma sono disponibile anche per servizi in tutta Italia e all’estero. Nel mio periodo di formazione è stato fondamentale il
contatto con la natura, di cui ogni suo elemento diventava un soggetto da intrappolare nei miei primi scatti. Nel corso degli anni ho maturato una particolare passione per la tecnica
dell’autoritratto, sviluppandola in tutte le sue particolari forme e peculiarità. Da anni porto avanti vari progetti che mi hanno condotta nel 2014 a partecipare alla Rassegna fotografica “Camponogara fotografia” nel Veneto, esponendo una tesi sul Self-Portrait analizzandolo sotto l’aspetto tecnico, emotivo e psicologico .

 

                                     dal suo facebook  https://www.facebook.com/michelapurple


ma  soprattutto colpito   oltre    che dalle sue foto non solo  quelle professionali    ( trovate in questi  collegamenti ipertestuali   dii suoi album istangram :  1) michelapurple ., 2)  michelamedda_studio  .,  3)  michelamedda_weddings  da  cui  ho preso insieme   a quelle    del suo  sito   le  foto     per l'articolo   in particolare  questa sezione del  sito https://www.michelamedda.it/blog/  )  e      dalla  sua   grandissima  forza  di volontà  e  il  suo  spirito    tenace  ed  ostinato  come  dimostra   questa  intervista  da lei  rilasciata , che mi  da  la  forza  di  andare  avanti   per lottare  contro i miei problemi di salute invalidanti  ,  ho deciso di farne   un articolo intervista  che  spazierà   su  di lei   a  360   gradi    cioè non soltanto     sulle  sue ultime  vicende   . 
 Ma  prima    qualche   altro   cenno   su di lei   ,  perchè    sarebbe  troppo banale  e frustante per me  e  per  lei   fare  un articolo solo sulla  sua vicenda  . Infatti  hi diviso  l'intervista  in due  parti 


si  vede     che    con i suoi scatti   tende  ad  esaltare la spontaneità delle emozioni ponendo particolare attenzione alla composizione e alla ricerca dell'attimo giusto, lavorando con discrezione senza forzare nelle pose e sfruttando la luce ambiente
 Infatti     gli  << piace raccontare il matrimonio  >>    e  non solo    << attraverso immagini spontanee dove gli sposi non vengono messi in posa ma fotografati in modo non invasivo con uno stile più vicino al reportage foto-giornalistico che permette di cogliere attimi, momenti ed espressioni in modo molto naturale. >>  Un metodo non   invasivo e  stressante     far  si che  i  soggetti    e le persone  che  fotografa  si sentano    a loro  agio senza essere  obbligati  a mettersi in posa     cioè   << senza sentire la presenza di un “intruso”. >> . Mi piace  lo stile    da   "semi-reportage" nel   realizzare qualche scatto di coppia   e non  più creativo e scenico  al fine di ottenere fotografie d'impatto, fotografie che in un servizio di "reportage puro" non sarebbe possibile ottenere. Infatti come   si descrive    sempre  sul  nel suo  sito  <<  [...] La mia missione è quella di realizzare immagini con il giusto mix di autenticità e creatività, in cui gli sposi possano riconoscere loro stessi e rivivere la gioia della giornata. >>   dichiarazione    che  trova     conferma      sia  dalle sue foto sia dalle risposte alle mei domande all'intervista   fattagli    .
 Ma ora lasciamo che sia l'intervista a parlare


1) autodidatta o hai fatto qualche scuola ?

 Completamente autodidatta.
 2) come mai visto il tuo potenziale artistico hai scelto di specializzarti , ovviamente senza fossilizzarti in esso, nel settore matrimoni ?
 Quando ho iniziato a fotografare, nel 2009, mi occupavo principalmente di fotografia naturalistica, in particolare macrofotografia. Purtroppo per mantenere una Partita IVA e pagare le tasse non è stato possibile continuare con quel genere fotografico. Ho iniziato quindi a specializzarmi nel reportage di matrimoni e nei servizi fotografici di maternità e famiglia. Il reportage è senza dubbio il mio genere fotografico preferito ma la situazione covid mi ha permesso di riavvicinarmi alla fotografia naturalistica e sono felice per questo. Il primo amore non si scorda mai!
3) una domanda che faccio sempre ad amici fotografi professionisti , vedendo gli altri account instagram oltre quello ufficiale \ professionale , ti vedi di più fotografa o antropologica ?
Sicuramente antropologica.
 4) scatti d'stinto o in modo razionale , oppure come mi sembra dalle tue foto in entrami i modi ?
Esatto, in entrambi i modi. Dipende dalla situazione e dal tipo di lavoro commissionato. 5) automatico o manuale ? Sempre e sono in manuale. Sono io a decidere come deve uscire una foto, non la macchina fotografica. 6) analogico digitale ? Sono nata con il digitale. Colleziono macchine fotografiche analogiche ma ho sempre scattato in digitale. 7 ) . quando fai una foto ad una persona gli dici pronto oppure scatti all'improvviso ? Anche qui dipende, se sto lavorando ad un servizio di moda ovviamente dovrò gestire le pose. Ciò che però più mi piace e mi riesce meglio è senza dubbio la fotografia spontanea.

ora veniamo alla   seconda  parte  ovvero   alla sua vicenda di rinascita dopo l'incidente ( vedere  screen short dell'articolo della nuova   riportato   all'inizio del post ) 


1) oltre in te stessa dove hai trovato la forza per non finire in sedia a rotelle ? Ho trovato la forza in me stessa e sicuramente nella voglia di riprendere a fare il mio lavoro. 2) come hai influito sulla tua attività avere un invalidità ? Non è facile, ma il corpo si adatta. Sicuramente ho dovuto ridurre drasticamente la mole di lavoro e soprattutto i carichi. Ho dovuto alleggerire gli zaini di lavoro e per fare questo ho dovuto cambiare tutta l’attrezzatura optando per macchine fotografiche, obiettivi e cavalletti più leggeri. Inoltre non posso più correre e non sono più agile e forte come prima. Durante i matrimoni si corre parecchio, letteralmente. 3) sei credente o spirituale ( come penso vedendo le tue foto non professionali ) Né l’uno né l’altro. 4) hai fatto tutto da sola o hai avuto aiuti ed incoraggiamenti ? L’aiuto più grande l’ho avuto dalla fisioterapista e dall’educatore postulare che hanno seguito per undici mesi la mia riabilitazione e riatletizzazione. Gli incoraggiamenti li ho aviti senza dubbio dalla mia Community su Instagram. In famiglia invece tendevano a demotivarmi costantemente o farmi notare e pesare la mia zoppia o il fatto che io non volessi più riprendere a guidare. 5) di solito quando si sceglie un cammino per sciogliere un voto si sceglie quello di Santiago di compostela , tu invece hai scelto quello meno noto , ma non per questo intriso di storia , identità ed cultura come di santa barbara ? Ho scelto il cammino di Santa Barbara perché è l’unico che in questo momento posso fare in pandemia. Appena si potrà farò sicuramente quello di Santiago e altri Cammini italiani. Non cammino però per motivi religiosi ma solo perché mi piace stare da sola in mezzo al nulla e perché voglio dimostrare alla mia gamba che, anche se con qualche difficoltà e dolore in più, può fare le stesse cose che fanno le altre gambe (e anche di più).

3.2.20

Camminare è decisivo per noi umani, ma purtroppo lo scopriamo tardi o smettiamo presto



in sottofondo 
  CAMMINARE- Modena City Ramblers  la prima  di  questa  play  list  https://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20130613075834AAZkC7O


Risultato immagini per macchina fotografica digitale canon"
Rileggendo l'articolo di Enzo Bianchi  che  trovate  sotto mi    sa  che  dovrei  riprendere  a  camminare  senza  i miei compagni di strada  elettronici e non (  cellulare  ed  macchine fotografiche   digitali e  power point  ) .  
Riprendere  come un  tempo , in particolare quando ero all'università   che  venivano preso in giro   perchè    non prendevo  mezzi pubblici    e mi facevo  fra  andare  e tornare  40  minuti al giorno di   cammino  , a  volte anche  di più   quando tornavo   a piedi  by  night tornando  da  cene  fra  studenti  compaesani    facendo spaventare  i colleghi  sassaresi   fissati  con la sicurezza  .
Secondo questo articolo  8  ( vedere  sotto) www.perquelchevale.it/  che  riporto nella  sua  quasi integrità in quanto a  differenza di quello che  trovate  sotto i repubblica  e  free     Ippocrate non sbagliava quando affermava che “il camminare è la miglior medicina per l’uomo“.  Infatti  secondo http://www.perquelchevale.it/il-senso-della-vitascoprilo-camminando


Ricordate sempre che le cose più semplici nascondono la verità. Dove troviamo risposte complesse e si aprono spazi interpretativi, ci allontaniamo dalla verità. Sforziamoci di riconoscerne l’artificiosità. La nostra filosofia si sviluppa attorno a tutto ciò che è naturale. Nessuna scorciatoia. Le risposte sono sempre chiare, limpide ed oggettive.
Se in questo momento dovessi darmi una martellata sul pollice, non vi è dubbio alcuno che avrei fatto un danno al mio corpo. Qualcuno potrebbe però ribattere “Se il martello fosse di gomma, non ti saresti fatto nulla”. Chiaro. Ma quindi di cosa stiamo parlando? Di un giocattolo a forma di martello o di un martello? Questo esempio sciocco può farvi comprendere come si possa essere facilmente deviati. Questo vale per ogni aspetto dell’esistenza. La relatività intellettuale sembra possedere ormai tutte le fonti comunicative ed il sentire comune viene quindi virato a piè spinto senza nessuna difficoltà. Questo per dire: tenete sempre d’occhio l’obbiettivo. Semplicità è la parola d’ordine.
Torniamo al camminare. Sicuramente l’atto più semplice e naturale che possiamo compiere. Vi è mai capitato di dover sostenere una telefonata importante e particolarmente stressante? Ecco, penso che tutti, nessuno escluso, in quel frangente si sarà ritrovato a girare nella stanza come una trottola. Attraverso il movimento fisico traduciamo ed espelliamo quelle forze interiorizzate che possono causare uno squilibrio del sistema. Non ci metteremo a fare piegamenti o salti. Ci limiteremo a camminare. Ed in maniera inconscia. Il nostro cervello B, quello che ci permette di guidare la macchina mentre parliamo con il nostro compagno di viaggio, per intenderci, attiva il pilota automatico. La natura prova a farci smaltire l’eccesso di energia.
In un contesto lavorativo e sociale particolarmente stressante, dove tutta la comunicazione verte ad allontanarci dal nostro sentire più intimo attraverso distrazioni di ogni genere, è ancora più importante incentivare l’atavico bisogno di movimento. Se prendessimo l’abitudine di scaricare la tensione fumando o concentrando l’attenzione su apparecchi tecnologici, per esempio, capite bene che si innescherebbero meccanismi sgraditi al corpo e che nulla hanno a che fare con lo stato naturale. Parliamo di martelli o giocattoli a forma di martello? Avete compreso la differenza? Il camminare risulta la panacea di ogni male. E per diversi motivi. Non vi immaginereste mai quanti. 

Eccone  alcuni  

–È a costo zero. Il primo fattore da considerare, soprattutto in epoca di crisi, è che camminare è gratis. Non richiede nessuna iscrizione e particolari attrezzature. Un paio di scarpe comode, un abbigliamento a strati e via.

–Rende più intelligenti. Uno studio dell’Università del Kansas ha dimostrato come la pratica di esercizi aerobici a basso impatto possa prevenire l’insorgenza precoce di demenza. Ha altresì riscontrato un volume maggiore dell’ippocampo (porzione di cervello deputata alla memoria ed all’apprendimento).

–Aiuta la vista. Camminare comporta un aumento delle capacità del corpo di richiamare ossigeno. L’attivazione dell’apparato respiratorio ha la capacità di sviluppare i vasi sanguigni e le cellule celebrali. Abbiamo quindi una miglior efficienza di tutti gli apparati con conseguente alleggerimento della pressione generale e della pressione oculare. Questo determina una minor insorgenza di glaucoma.

–Fa bene al cuore. Come già detto, richiamando più ossigeno, vi è l’attivazione anche della pompa che rende il ciclo sanguigno più efficiente. Con conseguenze positive che potete ben immaginare a livello di stato generale e prevenzione di malattie cardiache.

–Migliora la digestione. Niente di meglio di quattro passi per facilitare la digestione. Il camminare contribuirebbe ad una miglior digestione dei cibi ed a regolarizzare il movimento intestinale. Una bella abitudine che potrebbe addirittura prevenire il tumore al colon.

–Previene il diabete. Migliora sensibilmente la tolleranza al glucosio. Uno studio durato sei mesi della Duke University ha riscontrato una miglior tolleranza al glucosio fino a 6 volte maggiore rispetto a chi pratica la corsa.

–Tonifica la muscolatura. È dimostrato che 10000 passi al giorno, con tratti di salita, possono migliorare sensibilmente il tono muscolare. Questo aggiungerebbe una miglior resistenza articolare e scheletrica.

–Aumenta la vitamina D. La produzione endogena di vitamina D avviene tramite esposizione ai raggi solari. La pratica all’aperto è un buon metodo per spendere il tempo libero in qualcosa che non solo apporta benefici a livello di struttura ma che può essere un vantaggio anche a livello di sistema immunitario.

–Contrasta la depressione. La concomitanza di fattori metabolici legati al movimento ed alla produzione di vitamina D, correlata con livelli ottimali di ormoni endogeni, fanno riscontrare un migliore stato mentale.

–Si può praticare ad ogni età. Camminare è l’unica pratica sportiva che si può praticare ad ogni età. Anche la corsa, che sicuramente apporta benefici simili, possiede dei fattori negativi che, a lungo andare, possono provocare danni.

Insomma, camminare è tutto questo ma anche molto di più. Oltre che una grande valvola di sfogo ed una medicina efficacissima, è anche filosofia, passione e socialità. E’ un qualcosa che unisce ai nostri simili, come i compagni di camminata con cui condividiamo ore di relax e chiacchiere infinite  o  almeno dovrebbe     vist che  siamo   schiavi   della tecnologia   da non farne  a meno neppure camminando  . Unisce a comparse estemporanee in cui ci si può incappare per caso e che sanno donare un valore aggiunto al camminare. Ma soprattutto unisce l’uomo alla natura. E quindi apre le porte all'essere più profondo ed intimo. Ci spogliamo di ruoli e doveri e siamo noi stessi. Camminare è democratico e  rivoluzionario . Siamo tutti sullo stesso livello. E rappresenta , sempre  secondo il sito citato prima  , <<  per me una forma di ribellione e di uscita nei confronti di un sistema che ci vuole addomesticare la domenica pomeriggio al centro commerciale. >> Camminare è sentire. E’ vita. 


   


Nel cammino il senso della vita

Camminare è decisivo per noi umani, ma purtroppo lo scopriamo tardi
Ho camminato tanto nella mia vita, e ora che sono vecchio non posso più camminare a lungo, ma paradossalmente in me si è molto accresciuto il desiderio di fare passeggiate. Camminare significa mettere un piede davanti all'altro e spingersi verso un altrove, lasciando che il proprio corpo si muova e percorra un tragitto segnato da altri che hanno camminato prima di noi, fino a lasciarne le tracce. "Camminando si apre cammino", aveva ben intuito il grande poeta M Machado. Camminare è decisivo per noi umani, ma purtroppo lo scopriamo tardi, così come tardi ci accorgiamo che la vita è un cammino da percorrere giorno dopo giorno, verso una meta che non sempre abbiamo chiara davanti a noi. Non rifletto dunque sul cammino dei pellegrini sulle vie sante, che portano a Compostela, Roma o Gerusalemme.
Oggi il camminare non è più una pratica quotidiana necessaria, perché ricorriamo all'auto o ai mezzi pubblici. Un tempo, invece, lungo la strada c'era sempre gente che camminava con i suoi bagagli, con i suoi "fagotti" e i suoi pesi da portare, a volte schiaccianti.
Oggi i medici raccomandano di dedicare almeno mezz'ora al giorno al camminare spedito, perché è un esercizio benefico per la salute del corpo, ma secondo me lo è soprattutto per la salute della mente e dello spirito. Anche perché, se si cammina veloci, lo si fa da soli, e allora, nella concretezza del mettere un passo dietro l'altro, silenzio e solitudine diventano fecondi, stimolati da tutti i sensi accesi dal camminare. Non a caso il filosofo greco Diogene ripeteva, di fronte agli interrogativi più difficili: "Solvitur ambulando", "camminando il problema sarà risolto". E quando si passeggia in due, allora la conversazione, gli sguardi incrociati, diventano linguaggi carichi di complicità, affettività e tenerezza.
Camminare insieme a un altro è mai inutile, mai tempo perso, ma guai a fare passeggiate, in mezzo alla natura, eliminando il silenzio con musiche o voci immesse direttamente nei padiglioni auricolari. Solo nel silenzio, infatti, si può fare l'esperienza che "niente è senza voce", come scriveva Paolo di Tarso. Sì, quando cammino e non resto distratto o chiuso in me, ogni cosa ha un messaggio da offrirmi, anzi diventa essa stessa una parola. È così che emergono presenze insospettate, domande essenziali, e avvengono anche dialoghi immaginari con una volpe che ci osserva o un corvo che ci saltella davanti...
Nel camminare, soprattutto in campagna e tra i boschi, c'è un'adesione del corpo alla terra che ci fa sentire più che mai terrestri. Camminare su questa terra è immergersi in un flusso di vita in cui siamo co-creature, tutte conviventi - umani, animali, alberi, muschi, fiori, sassi - e in questo fiume spetta a noi farci loro voce e loro pensiero, in una reale comunione. Mi diceva un monaco dell'Athos: "Ho camminato tanto nella mia vita, e ora che sono vecchio e paralizzato alle gambe posso dirmi: "Siediti e cammina!"


13.5.19

domernica solitaria fra camminata e cinema

L'immagine può contenere: albero, pianta, cielo, spazio all'aperto e natura
Visto che nessuno mi cerca o non risponde quando lo chiamo e o mando messaggi di whatsapp per uscire a camminare oppure mi riponde che ha mille impegni  (  famiglia  , ragazza ,  lavoretti alla propria  alcova o nido  d'amore 🤣❤🤔😳😛😜) esco da solo.    Prima  una  breve   camminata lungo  il  viale   \  salòotto estivo    cittadinoi  fino  al  bosco   compatibile   con il mio problema  di salute  alle  anche  .  Da essa  ho appreso  che molto sopesso  Camminare in solitudine che si scopre meglio la bellezza della vita, ma  soprattutto  : << a me mi cercano solo quando serve qualcosa, quindi ritieniti fortunato >> ( come mi ha scritto ***** su fb .
Proprio  come  questa  citaziomne filosofica letterara di i  Friedrich Nietzsche, “Così parlò Zarathustra

O solitudine! Tu patria mia, solitudine! Troppo a lungo vissi selvaggio in selvaggi paesi stranieri, per non tornare a te con le lacrime!
Ora minacciami solo col dito, come minacciano le madri, ora sorridimi, come sorridono le madri, ora dimmi: “Chi fu che come un vento impetuoso se ne andò da me? (…)
O Zarathustra, io so tutto: anche che tra i molti tu, l’uno, eri più abbandonato di quanto fossi mai stato insieme con me!Una cosa è l’abbandono, altra è la solitudine: questo ora    l’hai imparato? E che tra gli uomini sarai sempre selvaggio e         straniero”.

                                                     

E poi  al  cinema   

La locandina del film Red Joan © ANSA

  a vedere  il discreto Red Joan film   Ispirato alla storia vera della “nonna spia" ovvero Melita Stedman Norwood  (   se  dovessi dargli un voto   da  1   a  5  gli  dò 3.5  ) .Un film che  nonostante  i suoi  limiti non era male , una  prova  cche  un pfilm di spionaggio   può  anche  essere  fatto   senza  azione   come la  saga  di 007  . 

9.11.12

Camminate per 75 minuti e vivrete due anni in più

il problema  non è camminare o  farlo    , ma farlo velocemente   \  a passo svelto per  chi  è  abituato  a  camminare  e  fare m tutto  o  quasi  troppo lentamente



e non  a macchino alla  follia  come  il protagonista del precedente   post :   L'uomo che cammina 24 ore senza mai fermarsi se non...  e spesso     non  ho



Comunque  è utile    vedere sia  l'articolo   sotto riportato da cui  ho tratto il tutolo  del post  d'oggi   sia ( la  trovate  come  secondo    articolo )   la recensione    del libro   Camminare  e rivoluzionario  di Adriano Labbucci   tratta dal sito della  casa editrice   http://www.donzelli.it

il  primo articolo    preso da  repubblica del 9\11\2012

 PER SAPERNE DI PIÙ

ELENA DUSI


Roma .Meglio   un peccato di  gola che indulgere all’ozio. Tra i due sentieri che portano a una lunga vita,quello dell’attività fisica è più efficace di quello della dieta,purché sia percorso a passo
svelto e per almeno 75 minuti  alla settimana. A tanto infatti  ammonta l’esercizio fisico capace di regalare 1,8 anni in più  alla nostra vita.ma non a cantare, secondo la definizione tecnica. Se lo sport
prescelto è invece classificato come “vigoroso” (non si riescono a pronunciare più di poche parole), i vantaggi in termini di vita allungata si raggiungerebbero molto prima. Nelle raccomandazioni degli Istituti Nazionali per la Salute americani, infatti, le 2,5 ore a settimana di camminata rapida consigliate
per mantenersi in forma equivalgono a 1,25 ore di esercizio intenso. 
Anche se basati su un campione molto ampio (650 mila persone con almeno 40 anni di età, seguite per un lasso di tempo che arriva fino a 40 anni), i dati di Harvard sono comunque frutto di un’elaborazione statistica, e vanno dunque considerati cum grano salis. Tutte le informazioni su attività fisica svolta e durata della vita sono state ricavate da sei grandi studi (5 americani e uno svedese svolto dal Karolinska) progettati per calcolare il legame fra stili di vita e rischio di ammalarsi di tumore. Ma come
sempre avviene per questi enormi database, che comprendono decine di migliaia di volontari arruolati addirittura per decenni e raccolgono miriadi di dettagli sulla vita quotidiana, ogni ricercatore è libero in seguito di scavare nei dati per estrarne l’aspetto che più gli interessa. In  questo caso è toccato all'esercizio fisico, e al raffronto fra i suoi benefici e quelli della dieta. 
Un dato che sembra comprovato al di là di ogni dubbio sui limiti della statistica è poi quello
che lega l’esercizio fisico alla salute del cervello. Il primo novembre sul giornale dell’American Heart Association è uscito solo l’ultimo fra le decine di studi che indicano come camminare, pedalare, nuotare o andare in palestra mantengano il cervello ben irrorato di sangue, prevenendo la degenerazione delle
cellule e allontanando il rischio di ammalarsi di demenza del 40 per cento. Per chi come motivazione non trova sufficiente il benessere che segue a una bella camminata, da oggi c’è la forza dei numeri a convincerlo che  indossare le scarpe da ginnastica ha i suoi vantaggi. 
da  http://images.google.it/ alla  voce  camminare  
Camminando per 450 minuti nell'arco di sette giorni (poco più di un’ora al giorno) si può arrivare ancora più lontano, guadagnando 4 anni e mezzo al tempo che ci sarebbe stato assegnato se fossimo rimasti fermi. E purché l’esercizio fisico sia stato abbondante, anche permettersi uno stravizio a tavola è concesso. I ricercatori del Brigham and Women’s Hospital di Boston e di Harvard che si sono dedicati a quantificare i benefici dello sport, infatti, hanno messo a confronto sportivi più o meno in regola con la bilancia. Ne è  emerso che un individuo attivo,anche se leggermente sovrappeso, vive in media 3,1 anni in più rispetto a un magro sedentario. Il divario più ampio in termini di età raggiunta si ha quando si confronta uno sportivo magro con un ozioso obeso: ben 7,2 anni di differenza nella durata del la vita. «L’esercizio regolare allunga la sopravvivenza in tutti i gruppi che abbiamo preso in
considerazione: persone che mantengono la linea, in sovrappeso e perfino obese» ha commentato Steven Moore, uno degli autori della ricerca. 
Il ruolo benefico dell’attività fisica è tanto grande da uguagliare quasi quello negativo del fumo. In passato è stato infatti calcolato che l’abitudine della sigaretta toglie in media dieci anni di vita. E una ricerca svolta dal Karolinska Institutet di Stoccolma, pubblicata ad agosto sul  British Medical Journal, aveva individuato fra i fattori che allontanano la vecchiaia una vitasociale intensa, hobby, lavori casalinghi e volontariato. Messi  insieme allo sport, questi fattori possono allungare la vita di un 85 enne di altri quattro anni. Anche limitandosi alla sola ricerca di Harvard, appena pubblicata dalla rivista ad accesso libero Plos Medicine, costi e benefici dell’attività fisica possono essere soppesati. Se camminare 75 minuti a settimana, ovvero 65 ore all’anno (poco più di 2 giorni e mezzo) basta a guadagnare  quasi due anni di vita, il gioco sembra valere la candela. Anche perché i ricercatori americani hanno calcolato i benefici di un’attività fisica piacevole e rilassante come il camminare a passo svelto, in cui il fiato basta a sostenere una conversazione ma non a cantare, secondo la definizione tecnica. Se lo sport prescelto è invece classificato come “vigoroso” (non si riesco-
no a pronunciare più di poche parole), i vantaggi in termini di vita allungata si raggiungerebbero molto prima. Nelle raccomandazioni degli Istituti Nazionali per la Salute americani, infatti, le 2,5 ore a settimana di camminata rapida consigliate  per mantenersi in forma equivalgono a 1,25 ore di esercizio intenso. 
 da  http://images.google.it/ alla  voce  camminare 
Anche se basati su un campione molto ampio ( 650 mila persone con almeno 40 anni di età, seguite per un lasso di tempo che arriva fino a 40 anni), i dati di Harvard sono comunque frutto di un’elaborazione statistica, e vanno dunque considerati cum  grano salis. Tutte le informazioni su attività fisica svolta e durata della vita sono state ricavate da sei grandi studi (5 americanie uno svedese svolto dal Karolinska) progettati per calcolare il legame fra stili di vita e rischio di ammalarsi di tumore.
 Ma come sempre avviene per questi enormi database, che comprendono decine di migliaia di volontari arruolati addirittura per decenni e raccolgono miriadi di dettagli sulla vita quotidiana, ogni ricercatore è libero in seguito di scavare nei dati per estrarne l’aspetto che più gli interessa. In questo caso è toccato all’esercizio fisico, e al raffronto fra i suoi benefici e quelli della dieta. 

Un dato che sembra comprovato al di là di ogni dubbio sui limiti della statistica è poi quello che lega l’esercizio fisico alla salute del cervello. Il primo novembre sul giornale dell’American Heart Association è uscito solo l’ultimo fra le decine di studi che indicano come camminare, pedalare, nuotare o andare in palestra mantengano il cervello ben irrorato di sangue, prevenendo la degenerazione delle cellule e allontanando il rischio  di ammalarsi di demenza del 40  per cento. Per chi come motivazione non trova sufficiente il benessere che segue a una bella camminata, da oggi c’è la forza  dei numeri a convincerlo che  indossare le scarpe da ginnastica ha i suoi vantaggi. 



il secondo   articolo

da  http://www.donzelli.it/libro/2282
«Non c’è nulla di più sovversivo, di più alternativo al modo di pensare oggi dominante. Camminare è una modalità del pensiero. È un pensiero pratico. È un triplo movimento: non farci mettere fretta; accogliere il mondo; non dimenticarci di noi, strada facendo». 
«Avviso ai lettori. Lasciate stare. Se cercate insegnamenti sul camminare all’ultima moda, con tanto di lezioni, corsi universitari e relativi professori, oppure sul camminare come cura di sé, o infine pagine e pagine di resoconti di camminate che si perdono invariabilmente tra il noioso, l’elegiaco o il paranoico, ripeto a scanso di equivoci: lasciate stare. Questo libro non fa per voi». Inizia così l’itinerario che Adriano Labbucci suggerisce al lettore e che del camminare si serve come di una bussola per percorrere un paesaggio insieme geografico e mentale, alla ricerca di punti di riferimento, alla scoperta di un modo diverso per impostare il nostro rapporto con gli altri e con il mondo che ci circonda, in un tempo invece in cui forse un po’ tutti la bussola la stiamo perdendo. Al punto che il camminare non solo è un’attività ormai poco praticata, ma spesso è anche guardata con sospetto e fastidio; un atteggiamento che può sfociare in frasi paradossali come questa: «Il pedone rimane il più grande ostacolo al libero fluire del traffico». Potrebbe sembrare una battuta di Woody Allen, ma in realtà è stata pronunciata da un gruppo di urbanisti consulenti del sindaco di Los Angeles: si tratta, scrive l’autore, dell’«espressione tragica e surreale di quel mondo capovolto che è il nostro». Così, pagina dopo pagina, scopriamo che

29.4.12

non sempre vado in letargo e sto in mutande a volte esco e cammino


Questo post   è  dedicato a chi di voi mi chiede   come trascorro  i  giorni di festa  o quando non lavoro oltre   che stare davanti  al  pc  a sparare  cazzate  o   



per parafrasare un altro grande poeta  dopo de  Andrè

Ora mentre  cerco di pensare  a come  iniziare il post    della  scarpinata - passeggiata  d'ieri   fra quelle che avrebbero dovuto essere campagne ed ora sono quasi tutte case da vigna e da spuntino , mi riviene in mente , stranezze \ sinestesie della vita questa canzone insieme alla precedente della  mia infanzia  





Ecco  ora  sono pronto  al post


Dipende   dalla  stagione . Come  tutti ( per  chè l’uomo  è  un animale  non dimentichiamolo  )  da  novembre   fino ad  marzo \  aprile   vado in letargo   ed  esco  solo per  andare  a lavorare o  qualche  volta  € ed amici ( visto   che   hanno famiglia sono sposati e con figli   o sono un po’ poltroni   come il sottoscritto d’altronde  ) permettendo    si esce il sabato  pizzeria   e\o locali  oppure   si  va  da qualche amico  /( quando non si rimane   a casa   con i matusa   \  vecchi  )  a vedere  film scaricati o noleggiati  . 




 con il pc  portatile  sulle  ginocchia o davanti alla  tv  quando  c'è  ( sempre più raro  ) qualcosa  d'interessante  o  a  vedere  dvd  )  o al  caldo del mio  " eremo  " ( la mia stanza  ) ad ascoltare musica    di zanfaraioli  come  chiama  mio padre  al  musica  moderna   o  in mansarda (  lo studio di mio padre  )   da mio padre  quando   c'è qualcosa  d'interessante  sul  satellite in particolare  i programmi di http://www.arte.tv/fr  



ma  a volte   come  ieri    quando fa  bella  giornata  esco   a  godermi  il cielo  sempre  più blu per  parafrasare la canzone  ma    il cielo è sempre  più blu'  di  Rino Gaetano ( Crotone, 29 ottobre 1950 – Roma, 2 giugno 1981 )


 Di solito   quando esco in compagnia   ed  andiamo nelle campagne  (  zona  mista     come preferisco chiamarla  visto il fenomeno  molto diffuso  nel sud    delle  case  da vigna  e  orto  )   di tempio  o  nei dintorni  andiamo in macchina   fino ad  un certo punto  e  poi andiamo a piedi  . Ma  ieri    essendo  solo   ed  essendo  una bella  giornata mi  è capitato   d'andare da  solo  è quindi   sono andato completamente  a piedi    facendo ( devo attraversare metà paese  )   un po' più dio strada  .
Dopo   aver  attraversato   via  valentino  e  parte  della via  di  della  chiesa  San Giuseppe 



 andando avanti  s'arriva   alle ultime  case   e poi  ai quartieri sub urbani  . e alle  chiese  campestri   della  S.s Trinità  e di mezzaustu.
Prima  d'arrivare   alla  chiesa  della Trinità  si percorrere  un bel tratto di strada   asfaltata  ( frea  case  in abbandono o abitate  per  il  fine settimana o vendemmia  o   da  qualche  residente  \ pensionato   od   allergico  alla vita  di città'  )


 e poi in terra battuta    ,  con qualche fermnata     a mangiare   merendare   : asparagi , tarassaco, l'aglio selvatico o  altre  erbe  selvatiche
Dopo    dopo    qualche discarica    abusiva  ,   carcasse  d'auto  (    erano troppo lontane   per usare lo zoom  della  digitale  )  


qualche  allevamento di  pecore

 e   visto che sono strade  inter ponderali    e  si  sta  vista la crisi  riprendendo con il ritorno ala campagna   l'allevamento   bovino  (  vedere  anche foto vicino alla  chiesa  di Mezzaustu )   capita  di calpestare    (  chi sa  se mi porterà fortuna sorridente  )

dopo  un sentiero di sughere   ecco    che arrivo alla  S.Trinità




poi  tornando indietro aprendo  un cancello  che mi sono dimenticato  , li per li  non ci ho pensato a  fotografarlo attratto   dalla sensazione  di pace    che proveniva  dai  :   rumori  dei campanelli  delle  vacche , dalle rondini ed  altri uccelli ,  grilli e  cicale ( vedere  il finale   cioè  gli ultimi  30  secondi  di questa   famosissima   mi vergogno   a  di dire  il titolo ed  il nome dell'autore talmente  è  nota  canzone   ) a cui noi  villici salvo i vecchi o  chi  ha  o ha  avuto la campagna  ,  siamo diventati allergici





poi  sulla  via   del  ritorno  ho visto   un maneggio  equestre    e  gatti selvatici  \  randagi  





  sbagliando  strada   perchè  una  volta   passato il passaggio  a  livello     da  sotto San Giuseppe   10\15  minuti   ed  ero a  casa   , invece   ho fatto  , sosta  d'amici   che  abitano  vicino al cimitero ( una birrozza  e   qualche  nocciolina  )  e  20 \30  minuti  di camminata  fra le vie  del centro storico 


emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...