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24.12.22

Certi uomini di © Daniela Tuscano

Adesso che il Mondiale è archiviato, è tempo di riflettere. Si è trattato - l'abbiamo ripetuto più volte - di una delle peggiori edizioni di sempre: per l'avida pavidità della Fifa, pronta a eludere diritti umani e '"inclusività" davanti ai fiotti di denaro d'un Qatar sbrilluccicante d'intolleranza, fasti sardanapaleschi e tormento di lavoratori-schiavi. Abbiamo assistito al dramma dell'Iran, subito eliminato, non dal gioco ma dalla vita: molti calciatori persiani sono stati incarcerati, a volte giustiziati, per aver manifestato solidarietà ad Ahsa Amini e a tutte le donne e ragazze oppresse dagli ayatollah. Perché l'ombra che incombeva su questi match virili era un'ombra, anzi un velo, femminile. Sono stati Mondiali brutti ma simbolici, Mondiali di traverso, Mondiali non detti: dove chi ha vinto, non necessariamente sul campo, è stato uomo solo grazie a donne. Sono stati uomini i già nominati iraniani (ma pure l'equivalente squadra di pallamano, muta per protesta durante l'inno nazionale); e sono stati uomini i marocchini, che il podio l'hanno sfiorato, ma hanno conquistato il cuore di tutti. Ballando con la madre, come Sofiane Boufal. Ma altri se le sono spupazzate alla grande, quelle loro mamme insostituibili, da Achraf Hakimi a Hakim Ziyech.






 E il bello è che tutto, nell'apparente contraddittorietà, è parso logico, spontaneo, ovvio: fede e bellezza, foulard e musica, pudore e fisicità. Chi vede losco, vede male; e lo vede per invidia. Infastidito/a da un'esplosione di gioia familiare, da un Dio che vorrebbe annoverare tra le anticaglie della storia e che viene invece invocato e amato. Non ci sono ambizioni tarpate, nulla da insegnare a nessuno. Non a Sofiane, per cui la madre è "tutto" e "ci ha cresciuti da sola", compresa la bimba a capelli sciolti che la donna prende in braccio per unirla alla festa assieme a fidanzate/mogli, artiste perciò visibilissime. "Un giorno le dissi: lasciami il 100% al calcio  - ricorda Sofiane - e fra un anno e mezzo smetterai di lavorare". E la madre di Achraf rimanda: "Siamo un sostegno molto grande, più dell'allenatore, di suo
padre o dei suoi amici". Che ne sanno di questi ibridi, nati in Europa, frullato di culture e sogni periferici, gli altezzosi dirittisti, i lacchè del neopositivismo edipico? Ma non ricordano il braccio levato di Marco Materazzi ai Mondiali 2006, da dove la Nazionale uscì vincente? In verità, Materazzi quel braccio lo allungò in maniera telescopica, e ci aggiunse il dito quasi ad agguantare babelicamente il cielo. Ma cercava solo di ricongiungersi alla madre (ancora lei), persa a 15 anni. Madre-Dio: binomio inestricabile. L'atleta smisurato percepiva la sua piccolezza, la distanza siderale che ormai lo separava dalla genitrice. E la chiamava a gola spiegata: "Questa vittoria è per te". Per una volta uomo, non smargiasso o divo. Fu uomo il Balotelli deluso e piangente del 2012, consolato da Prandelli, esattamente come il Mbappé di dieci anni dopo



 fra le braccia di Macron e Foyth. E sono uomini due campioni di passate stagioni, Sinisa Mihajlovic e Gianluca Vialli. Sinisa non è più tra noi, Vialli sta lottando, ma non nasconde la paura. 



Anche santa Teresina ha temuto l'"abisso del nulla" e, prima di lei, Cristo: il bimbo che sta per nascere ha manifestato tutto sé stesso nel momento dell'addio. Ma prima c'è stata la prova, perché era "un Dio non Dio" (G. Squizzato) e sapeva che la vita era una sola, e bella, e devastante lasciarla. Uomini nella sconfitta, nella debolezza di fronte a un trauma furibondo, meravigliosi d'imperfezione. Si può essere uomini solo così.
                                       © Daniela Tuscano


2.2.22

Talana, non ha soldi per il mangime: consegna al Comune i suoi 700 maiali. visto che non gli fanno avere i premi europei di cui avrebbe diritto

   nuova  sardegna  01 FEBBRAIO 2022

 GIUSY FERRELI

Talana, non ha soldi per il mangime: consegna al Comune i suoi 700 maiali

Allevatore affida al sindaco le chiavi di un’azienda modello nella lotta alla psa: «Mi spettano 65mila euro di premi Ue ma in assessorato non rispondono» 


TALANA. «Questo è l’ultimo carico di mangime che posso permettermi. I premi comunitari che mi spettano non arrivano, l’assessorato regionale all’Agricoltura tace e io non so come dar da mangiare agli animali la cui sorte, d’ora in poi, è affare dell’amministrazione comunale».
L’ allevatore di Talana Stefano Arzu è un fiume in piena. Non smette di parlare neanche quando dal camion scarica un sacco di granturco e legumi e lo distribuisce ai maiali che gironzolano tranquilli nelle campagne di Arbuleu, la località nel territorio talanese dove, da anni, manda avanti un
allevamento modello, certificato con tutti i crismi nel campo della biosicurezza contro la psa e del benessere animale. Questa è l’incombenza che gli spetta poco prima di recarsi in paese per consegnare i registri e le chiavi dell’azienda al sindaco del paese, Cristian Paolo Loddo. Avrebbe voluto dare tutto ai carabinieri ma, i militari che lo ricevono in caserma alle 10 in punto di una domenica soleggiata, non possono far altro che ascoltare il drammatico resoconto dell’allevatore e la preoccupazione del primo cittadino.
«L’ultima fornitura di mangime durerà non più di una decina di giorni, dopo di che altri dovranno trovare una soluzione al disastro favorito dall’inadempienza della Regione» asserisce Arzu che si trova a dover sfamare oltre 700 maiali tra adulti e lattonzoli, questi ultimi quasi tutti invenduti.
«Molte attività – racconta infuriato l’allevatore – sono ferme e nelle scorse festività natalizie ho venduto solo 49 maialetti a fronte dei 350 del periodo pre pandemia. Anche la vendita degli esemplari per vita, quelli da riproduzione, nel 2021 si sono limitati a 3 mentre gli scorsi anni erano 60, 70». Nel frattempo il costo del mangime continua a salire da 40 a 50 euro a quintale e l’unico ristoro che potrebbe consentirgli di tirare una boccata d’ossigeno stenta ad arrivare: l’ultimo contri-buto è del novembre 2020. «Con i 65mila euro dei fondi per il benessere animale e della Pac riuscirei a dar da mangiare ai maiali per un anno ma in assessorato continuano a non dare risposte. Per questo sono stato costretto a consegnare le chiavi dell’azienda al sindaco». L’alternativa? Finire nei guai lasciando liberi i suini o consentire che la natura faccia il suo corso.
Decisione che equivale a lasciare che gli animali, affamati, si sbranino tra loro. Chiamato in causa dall’iniziativa di Arzu il sindaco Loddo pensa ad un intervento immediato in grado, quantomeno, di tamponare questa emergenza che rischia di trasformarsi in un problema di sicurezza sanitaria.
«Il Comune sta pensando di anticipare una somma per l’acquisto del mangime. Devo verificare con la segretaria che questo passaggio si possa fare, nel frattempo segnalerò la situazione di Stefano e degli altri allevatori talanesi al prefetto di Nuoro» dichiara il primo cittadino, forte delle rassicurazioni dei carabinieri. «Il capitano ci ha assicurato che anche l’Arma si farà carico di segnalare il problema nelle dovute sedi» dice Loddo che, alla guida del picco borgo ogliastrino da pochi mesi, insiste su un ragionamento più articolato. «Questo è uno dei tanti segnali dell’allarme sociale che vive la nostra comunità. I tagli ai servizi ormai non si contano più e anche le attività in regola come quella di Arzu, che da mesi non riesce ad avere quanto gli spetta, non vengono supportate. Se i paesi dell’interno devono morire – è la sua conclusione – ce lo dicano chiaramente».

25.8.16

Cagliari, prove di integrazioneed coesistenza a Monte Claro: cristiani e musulmani pregano insieme in moschea

Questo post   è una  risposta   a    tutti  quelli che  , vedere  il miei post  sul  burquini  ,  mi dicevano che  perché  ....    ti ostini a difenderli   e  dialogare    con loro  ,    quando   ti daranno una  coltellata    gridando Allah è grande , ecc.  sarà troppo   tardi .  
Io  non sto difendendo   nessuno   ,  qualunque  condanna    verso   i  fondamentalismi   e  pregiudizi da  qualunque  tipo  di religione  \  fede  provenga  . Sono   convinto   che l'unica via contro il terrorismo religioso ,  ma  soprattutto   sottrarre  giovani  non solo islamici  all'indottrinamento  estremista sia  proprio il dialogo   e  il cercare dei tratti in comune  
Infatti ben vengano iniziative  come quelle di luglio  i mussulmani  alla funzione  cattolica  e  ora  i cattolici   che pregano   con i Mussulmani ,  o  il papa  che  visita  una  moschea  o  se mai avverrà in futuro  un iman  in  vaticano   

  da l'unione  sarda del 20\8\2016   per  la gentile concessione dell'autore 

Era scocciato, e non ha fatto niente per nasconderlo. Anzi, la discussione con l’anziano Mohamed è servita solo a richiamare l’attenzione di tutti. E lui, il giovane
arrabbiato, dopo aver fatto notare che in moschea non si entra con le scarpe e che chiunque deve avere lo stesso rispetto per un luogo di culto, alla fine è rimasto
fuori, a pregare sotto il porticato sul tappetino che si era portato da casa.
Un prologo non previsto, e subito superato, in una giornata che è stata di gioia, di pace e di tolleranza. Quella di ieri pomeriggio, appuntamento alle 13.30,
era la prima volta in cui cristiani e musulmani assistevano insieme a una salat al zuhr - la preghiera del mezzogiorno. Addirittura, quella del centro culturale nel
parco di Monteclaro, che ogni settimana si trasforma in moschea per accogliere le migliaia di fedeli della provincia, è stata la prima in assoluto in Italia.


Una sorta di scambio di cortesia dopo l’invito della Chiesa agli imam delle settimane scorse.
L’incontro, voluto e organizzato dalla comunità islamica cagliaritana, si è poi svolta nella più assoluta normalità. Così come voleva il messaggio di apertura e di  confronto tra religioni e culture diverse. Una risposta agli attentati registrati in Europa e, in particolare, all’episodio di Rouen del 26 giugno scorso, quando un sacerdote,padre Jaques Hamel, era stato sgozzato in chiesa da due giovani fanatici auto indottrinatisi su internet quali soldati del califfato dell’Isis.
«Sappiamo quante bugie si dicono in nome del nostro profeta - ha spiegato nella sua introduzione Hicham Mjidila, marocchino, in Italia da sette anni - la cui caratteristica fondamentale era l’onestà. Ed è su questa base che noi condanniamo ogni gesto di violenza perché non ci appartiene ». All’esterno della moschea una distesa di calzature, all’interno i tappeti, dove hanno preso posto un centinaio di fedeli musulmani, davanti a qualche fila di sedie per gli ospiti, tra i quali don Franco Puddu, vicario dell’arcivescovo Arrigo Miglio, e padre Stefano Messina.[  foto a sinistra   ]
Oltre, naturalmente, a una trentina di cattolici, con le donne che hanno dovuto coprirsi il capo .
Nascoste da una tenda, dietro il predicatore, le donne musulmane, anche questo fa parte della tradizione. «Dio non vuole guerra e violenza - ha ammonito Mohamed Mjidila, l’imam arrivato dal Marocco per un periodo di vacanza In Sardegna - perché queste vengono dal cuore dell’uomo non da Dio. Chi mente sulla religione non è corretto». Parole ed enunciati
che hanno trovato d’accordo don Franco: «Non c’è un Dio di odio e di vendetta. Il profeta Isaia immaginava un solo popolo per tutte le genti e il momento in
cui nessuno avrebbe alzato un’arma per rivolgerla contro qualcuno ».
Hassan Laoudini, è stato tra i promotori di un evento finora unico a livello nazionale. «Ma c’è stata la condivisione di tutta la comunità musulmana», precisa: «Mi auguro che questi incontri possano ripetersi con costanza anche in futuro». Il portavoce della comunità Omar Zaher aggiunge: «Dobbiamo lavorare per combattere i pregiudizi che ancora ostacolano i rapporti di comprensione e di fratellanza».
Insomma, il centro di Monteclaro diventerà laboratorio di idee. Qui, ogni mercoledì, i fedeli si riuniscono per la preghiera del mezzogiorno. Il locale è della Provincia ed era stata Angela Quaquero, all’epoca assessore alle Politiche sociali, ad assegnarlo, per un’ora alla settimana e a titolo gratuito, ai musulmani. Da quando gli
enti sovracomunali sono stati cancellati, e anche per esigenze di bilancio, adesso per il centro si paga un affitto da mille euro all’anno. Una cifra pressoché
simbolica che rivela disponibilità. «Questo lo avevamo capito da subito», ammette Hassan. La prima prova di integrazione religiosa sul campo è andata bene. Ne è convinto anche don Franco Puddu: «Ho apprezzato molto l’iniziativa e infatti son qui. La relazione è un dono di Dio, se non riusciamo ad accoglierla come tale è finita. Ma io sono convinto che questo di oggi sia solo il primo incontro di una serie che ci conduca a una unità di intenti nel perseguimento della pace e dell’amore. Ho pregato
con loro per la fratellanza e contro il terrorismo perché è giusto che lo si faccia insieme» A Monteclaro, giovani e meno giovani si infilano di nuovo le scarpe e prima di
incamminarsi salutano con una stretta di mano e un sorriso. Il sole del pomeriggio è caldissimo ma nessuno se ne preoccupa dopo un’ora e mezzo di preghiera. Tutti a casa o al lavoro, il sasso è stato lanciato e adesso occorre che altri lo raccolgano.

                                              Vito  Fiori.


Questo fatto non è altro  che  la continuazione  e l'applicazione   di quanto iniziato  da Giovanni paolo II  ad Assisi  e   continuato  anche   se  in un diverso contesto politico  , ma sempre   di contrasto all'odio  ed  ai pregiudizi   \ preconcetti   verso chi prega  e   crede  in maniera  diversa, della visita   di  Bergoglio  (  Francesco I  )  qualche tempo fa  in una moschea in Turchia


sempre   dallo stesso link

Dio è uno e unico, le religioni sono solo diverse strade X arrivare alla medesima cosa.
Personalmente mi fanno più schifo gli ignoranti che disprezzano il prossimo e gli eventi che dovrebbero ispirare pace e concordia o  quanto meno   una  coesistenza fra  religioni leggete  i  commenti  spesso  a  senso unico ed  ignoranti all'articolo versione web   sulla pagina fb dell 'unione sarda eccone alcuni



Mario Aresu
Ovviamente i musulmani pregano in arabo e non si capisce che minchia dicono.. vanno estinti anche quelli che ci pregano insieme.. per la loro stupidaggine..

Andrea Puddu Che onore, un medievale tra noi.

 
Mario Aresu No no è alla' e che ci rimanga..
Mario Aresu Andrea Puddu..tra noi..non credo proprio..se non ti senti onorato..prega in silenzio i tuoi feticci e non commentare..anzi porgi l'altra guancia che il musulmano evoluto che ti sta a fianco e che prega la tua morte prima o poi te la stacca..in quel momento capirai chi è veramente il medioevale

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...