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23.7.19

quanto fango ed strumentalizzazione sui fatti di Bibbiano e di ciui stiamo parlando fin troppo, e in maniera completamente sbagliata

L'immagine può contenere: testo

da  https://www.vice.com/it/article/5977m8/

Non è vero che non se ne parla, anzi: mentre le indagini sono ancora in corso, una vicenda tragica è diventato un meme della destra italiana tra bufale, striscioni e Laura Pausini.

Di Leonardo Bianchi
22 luglio 2019, 12:54pm
UNO STRISCIONE DI CASAPOUND SU BIBBIANO. FOTO VIA FACEBOOK/LUCA MARSELLA.
Di tanto in tanto accade che alcuni casi di cronaca diventino altro—storie gonfiate a dismisura che stravolgono i fatti concreti, clave con cui bastonare i propri avversari politici, ricettacoli di complotti e deliri, o direttamente dei meme.
Gli esempi più eclatanti degli ultimi anni sono sicuramente i due marò e il terremoto del centro Italia (incluso il destino dei terremotati), trasformati appunto in tormentoni anticipati dalla locuzione “e allora…” e seguiti dalla fatidica domanda: “perché non ne parlate?” L’ultimo riguarda senz’ombra di dubbio l’inchiesta “Angeli e demoni” della procura di Reggio Emilia, ossia “Bibbiano.”


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Solo qualche settimana fa, sempre qui su VICE, avevo evidenziato—in un articolo intitolato Il caso di Bibbiano è già grave così, non servono i complotti sul 'gender—come il dibattito fosse sul punto di deragliare tra strumentalizzazioni politiche, teorie del complotto e quant’altro. Bene: ora quel dibattito è proprio saltato in aria, rilasciando un livello di tossicità tale da far impallidire la zona di esclusione di Chernobyl.
Il tutto, meglio scriverlo subito, è avvenuto e sta avvenendo a inchiesta ancora in corso—e quindi nella fase preliminare di un procedimento giudiziario che si preannuncia lungo e tortuoso. Stando gli ultimi sviluppi, comunque, il numero complessivo di indagati si attesta su 29; a uno dei più discussi, il fondatore del centro Hansel e Gretel Claudio Foti, sono stati revocati gli arresti domiciliari. Giusto ieri invece si è saputo che il tribunale dei minori di Bologna sta ricontrollando settanta fascicoli, ben oltre i sei finiti nell’inchiesta dei carabinieri.
Di questi sviluppi giornali e televisioni ne hanno dato ampiamente conto; del resto l’hanno sempre fatto, fin dall’inizio. Si può tranquillamente dire che questo caso giudiziario sia uno dei più discussi e sviscerati dei tempi recenti. Eppure—nonostante le ricerche di “Bibbiano” su Google siano schizzate alle stelle—da più parti si è fatta strada la convinzione che sia in corso una specie di congiura del silenzio da parte di un’imprecisata “sinistra.”
Sui social, infatti, è un fioccare di immagini di politici e giornalisti impegnati a “stare muti”; mentre in televisione abbiamo potuto ammirare scene madri di conduttori che si lamentano—contorcendosi e piangendo, neanche fossimo in Quinto Potere di Sidney Lumet—di una presunta cortina fumogena su Bibbiano, parlando proprio di Bibbiano in una trasmissione in prima serata su Rete4.
La medesima convinzione non è però confinata (si fa per dire) a Mario Giordano o agli account con il tricolore nel nickname; questo fine settimana, anche Laura Pausini e Nek si sono lamentati della scarsa copertura mediatica data alla vicenda. Il secondo ha addirittura postato l’immagine di uno striscione di CasaPound, salvo poi dire che “non mi occupo di politica.” Entrambi sono stati poi ripresi da Matteo Salvini, che li ha elogiati e aggiunto: “Chi tace su Bibbiano è complice!”
Gli strepiti sugli inesistenti insabbiamenti si sono poi accompagnati a ogni tipo di fantasia morbosa sulla vicenda. Non sorprendentemente, su Bibbiano sono confluite bufale a profusione e teorie del complotto su fantomatici piani “gender” per scardinare la “famiglia naturale.”
Partiamo dalle prime. Nei giorni scorsi è girato molto il video—postato da un attivista del M5S—dell’allontanamento di un “bambino di Bibbiano,” accompagnato da questo status: “Mentre Salvini e Zingaretti pensano a distrarre la massa con i barconi, sentite ciò che avveniva ad uno dei bambini tolti dai genitori naturali.” In realtà, l’episodio non c’entra nulla con Bibbiano: risale al febbraio 2017 ed è avvenuto in Sardegna.
Per quanto riguarda i famigerati "complotti gender"—ricamati sull’orientamento sessuale di tre indagate—anche qui gli esempi si sprecano. Il 18 luglio, alla Camera dei Deputati è andato in scena il “Convegno sui figli sottratti” promosso dalla deputata di Fratelli d’Italia Maria Teresa Bellucci e incentrato sul “progetto mondiale” per distruggere la famiglia, di cui Bibbiano è ovviamente un ingranaggio.
Particolarmente interessante il parterre dei relatori, tra cui spiccavano Armando Manocchia, “direttore” del sito bufalaro e xenofobo ImolaOggi; il criminologo Alessandro Meluzzi, noto per diffondere sistematicamente notizie false; e persone vicine alla onlus Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani, emanazione diretta di Scientology in prima linea contro la psichiatria. Il CCDU, tra l’altro, era stato il primo a diffondere il video di cui sopra. 
Il medesimo giorno, a Ferrara e nel consiglio regionale dell’Emilia Romagna, Fratelli d’Italia ha presentato un’interpellanza che chiede di qualificare i genitori affidatari in base all’orientamento sessuale; nella pratica, si tratterebbe di una vera e propria schedatura. L’associazione Famiglie Arcobaleno ha definito questa iniziativa “apertamente discriminatoria,” poiché ha come finalità “quella di calpestare la dignità delle persone Lgbtq.”
Il partito di Giorgia Meloni non è certo l’unico ad aver cercato di fare all-in sul caso, e soprattutto sul coinvolgimento nell’inchiesta del sindaco del Partito Democratico Andrea Carletti—sebbene la sua posizione, come specificato dal procuratore di Reggio Emilia Marco Mescolini, non abbia nulla a che fare con l’affido dei minori.
A tal proposito Fratelli d’Italia è stato nettamente superato dal Movimento 5 Stelle, che ormai si è buttato a corpo morto su Bibbiano. In un’intervista al Corriere della Sera, il vicepremier Luigi Di Maio ha fatto sapere che il M5S “non farà mai alleanze con il partito di Bibbiano” (il Partito Democratico).
L’etichetta infamante di “partito di Bibbiano” è stata poi utilizzata in un video su Facebook, nel quale il ministro del lavoro è andato pure oltre: recuperando il dettaglio scabroso (e smentito) dell’elettroshock, e sostenendo che il PD si è messo a vendere i bambini e le bambine. 
In un post sul Blog delle Stelle, il M5S ha poi accusato il segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti di “ridere” dello scandalo. La ciliegina sulla torta l’ha messa Alessandro Di Battista, con l’annuncio della pubblicazione di un libro su Bibbiano per la casa editrice Fazi (con cui collabora): va ricordato che non siamo nemmeno arrivati alla formulazione della richiesta di rinvio a giudizio, e forse un saggio è giusto un attimo prematuro.
Come ha fatto notare Arianna Ciccone in un post virale su Facebook, siamo di fronte a una modalità di propaganda davvero oscena e ipocrita. Oscena per l’accostamento generalizzato e improprio; e ipocrita perché—applicando la stessa logica—si dovrebbe imputare al M5S una donazione al centro Hansel e Gretel di Foti, nonché la difesa legale di una delle indagate da parte di Rossella Ognibene, ex candidata sindaco del partito a Reggio Emilia (dimessasi da poco).
Ma naturalmente non esiste alcun “Movimento di Bibbiano”; così come non esiste alcun “partito di Bibbiano.” 
Esiste invece una vicenda complessa, ancora in pieno svolgimento, che riguarda un tema delicatissimo e coinvolge dei minori. Un alto grado di cautela dovrebbe dunque essere d’obbligo, perché paradossalmente questo turbinio di propaganda e complottismo non fa altro che distogliere l’attenzione e generare caos.
L’inchiesta Veleno sul caso dei “Diavoli della Bassa modenese” ha dimostrato in maniera molto accurata e dolorosa le devastazioni che può causare un’ondata di panico morale, e quanto lavoro e impegno servono per smontarla. Non a caso, il giornalista Pablo Trincia ha invitato tutti quelli che “creano grande confusione per raccogliere consensi e ascolti”—e sono tanti, ma proprio tanti—a zittirsi un attimo, e soprattutto a studiare per non ripetere gli errori di vent’anni fa.
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21.5.16

BUFALA 100 euro di multa per chi indossa leggins e pantaloni attillati, sono considerati atti osceni in luogo pubblico

per  la  bufala  d'oggi eccone  una veramente  divertente



BUFALA 100 euro di multa per chi indossa leggins e pantaloni attillati, sono considerati atti osceni in luogo pubblico

  daBufale maggio 19, 2016maggio 19, 2016 David Tyto Puente


bufala-leggins-illegali-boschi

Pubblicata il 15 maggio 2016, la bufala pubblicata dal sito “Larespublica.altervista.org” dal titolo “100 euro di multa per chi indossa leggins e pantaloni attillati, sono considerati atti osceni in luogo pubblico” ha superato largamente le 12 mila condivisioni Facebook.
I leggings vengono ufficialmente dichiarati fuorilegge”: il capo vestiario femminile è stato oggetto di un decreto legge di tipo restrittivo. Il motivo? Sono considerati osceni, volgari ed equiparabili ad ‘Atti osceni in luogo pubblico’. Se pensate che la proposta venga da qualche paese con radicati fondamentalismi religiosi mussulmani, vi sbagliate di grosso: la proposta di legge arriva dal ministro della pari opportunita Maria Elena Boschi, la quale,  infatti, ha emanato una normativa, “che vieta gli “yoga pants” – così chiamati perché usati dalle donne per fare yoga o ginnastica – in quanto abbigliamento “indecente” da non indossare in luogo pubblico perché metterebbero troppo in evidenza il lato b. In futuro la legge potrà interessare anche altri indumenti che mettono in bella mostra il seno o altre parti del corpo femminile.
Non esiste alcuna proposta di legge di questo tipo in Italia, nemmeno a firma del ministro Boschi. La bufala, tuttavia, ha un’origine nel mese di febbraio 2015 che riguarda però gli Stati Uniti e lo Stato del Montana:
La table House Bill 365, promossa dal repubblicano David Moore, potrebbe essere una legge che farà la storia dello Stato del Montana anche se, probabilmente, di breve durata. Pare infatti che la legge 365 dichiari illegali gli yoga pants, la versione sportiva dei leggins, quei pantacollant amati dalle donne e, soprattutto, dalle sportive che ne apprezzano la versatilità, l’aderenza e la confortabilità. Caratteristiche che hanno portato David Moore a dichiararli illegali nel Montana considerandoli abbigliamento indecente, ovvero atti osceni in luogo pubblico.
La proposta presentata dal consigliere repubblicano, e votata all’unanimità dalla commissione legislativa dello Stato, mira a espandere la definizione di abbigliamento indecente verso quegli indumenti che mostrano o mettono in evidenza i genitali, il pube o i capezzoli femminili.
Insomma, una storia vera riguardante gli Stati Uniti ripresa per raccontare una bufala in Italia. Il testo della bufala pubblicata da “Larespublica.altervista.org” è stato copiato, incollato e modificato da quello pubblicato il 20 febbraio 2015 da Direttanews.it:
“I leggings veranno messi fuorilegge”: il capo vestiario femminile potrebbe essere soggetto ben presto ad un restrittiva norma di legge. Il motivo? Sono considerati osceni ed equiparabili ad ‘Atti osceni in luogo pubblico’. Se pensate che la proposta venga da qualche paese con radicati fondamentalismi religiosi mussulmani, vi sbagliate di grosso: la proposta di legge arriva dallo stato americano del Montana.
Il repubblicano David Moore, infatti, ha proposto una normativa, la table House Bill 365, che vorrebbe vietare gli “yoga pants” – così chiamati perché usati dalle donne per fare yoga o ginnastica – in quanto abbigliamento “indecente” da non indossare in luogo pubblico perché metterebbero troppo in evidenza il lato b. Se passerà, la legge potrà interessare anche altri indumenti che mettono in bella mostra il seno o altre parti del corpo provocanti.
Anche il sito bufalaro Ilmessaggio.it pubblicò una bufala simile il 10 febbraio 2016, ma senza fortuna:
“I leggings sono illegali”. E per questo vanno aboliti. A sostenerlo è il deputato della lega M.C.P. che ha promosso la table House Bill 365, una legge che potrebbe essere approvata prossimamente in Italia
La norma considera illegali gli yoga pants, la versione sportiva dei leggins. Il motivo di tanta avversità nei confronti dei pantaloni è che vengono considerati abbigliamento indecente, cioè atti osceni in luogo pubblico.
Come potete notare la differenza è sostanziale: la bufala senza successo veniva associata ad un “deputato della Lega” mentre quella di successo viene associata al ministro Boschi.


emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...