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La storia del nivuriddu, Michele Antonio Scigliano di Longobucco (CS) figlio del Ras etiope Ubie Manghescià.

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La  storia     che riporto  oggi è    la tragedia personale di un giovane che paga due volte il prezzo del sanguinario colonialismo italiano. Nato da  un etiope  al confino   e  una donna  locale  nella Sila degli anni Trenta, quando finalmente sembra arrivare il momento del suo riscatto la sorte gli predispone una trappola beffarda. E gli fa saldare un conto rimasto in sospeso tra due popoli.      fonti  La storia del nivuriddu, Michele Antonio Scigliano figlio del Ras etiope Ubie Manghescià – Antica Biblioteca Corigliano Rossano  con  video testimonianze  STORIE CALABRESI – Micael Mangascià di Longobucco – Orsomarso Blues il  podcast  SOTTOTRACCIA: NASCOSTI NELLA STORIA ,  purtroppo  a pagamento ,  della  repubblica  \  la stampa    Il ras di Longobucco - Michele Scigliano e l'eredità africana  Durante il fascismo a Longobucco vennero confinati 35 personaggi di primo piano del regno di Etiopia. Tra questi il ras Ubie Manghescià, ex ambasciatore etiope a Roma ed ex governatore del

Ludovico Spròcani, detto Vico, il ragazzo che s'oppose alle leggi razziali italiani

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di Alessandro Marzo Magno L'eroe del liceo Marco Polo, il ragazzo che si oppose alle leggi razziali, riemerge dalle brume della storia. FinalmenteLudovico Spròcani, detto Vico, ha un volto e una storia. D'altra parte niente di strano che i suoi familiari non sapessero nulla di cosa fosse accaduto all'esame di maturità classica del 1939: da uomo riservato qual era, non l'aveva mai raccontato. L'ebrea veneziana protagonista di quell'episodio era Giuliana Coen, che dopo aver sposato Guido Camerino ed esser divenuta una stilista, sarebbe diventata famosa come Roberta di Camerino.Nel suo libro di memorie, R come Roberta, pubblicato nel 1981, spiega com'era andata: «Quella mattina entriamo in classe e assisto alla prima sorpresa. Tutti i banchi sono in fila, come sempre. Ma ce ne sono due in un canto, un po' scostati. Io faccio per sedermi a caso, quando mi arriva alle spalle un professore e mi dice: No, laggiù per favore, e indica uno dei banchi m

italiani brava gente il massacro dei monaci etiopi a Debrà Libanòs massacrati da Graziani Hailé Selassié (1892-1975)

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Tutti i media nazionali ,  con eccezioni come quello  qui sotto e se  non ricordo male  anche il programma  di  rai3\ rai storia  " il tempo e  la storia  in  due  puntate   ( I II )  ha  ricordato l'evento in questione   una delle  tante  atrocità commesse  da noi Italiani  . E Graziani massacrò i monaci etiopi Ottant’anni fa la feroce strage di Debrà Libanòs che seguì l’attentato contro il viceré italiano ad Addis Abeba. I responsabili di quelle atrocità non hanno mai pagato  GIAN ANTONIO STELLA disegno di Achille Beltrame per la copertina della «Domenica del Corriere», 27 dicembre 1936 shadow «Feci tremare le viscere di tutto il clero, dall’Abuna all’ultimo prete o monaco», ringhiava quel macellaio di Rodolfo Graziani. Rimorsi? Zero: rivendicava anzi la strage di Debrà Libanòs, dove aveva affidato agli ascari islamici lo sterminio di tutti i preti e i diaconi del cuore della Chiesa etiope, come «titolo di giusto orgoglio». E giurava: «Mai dormito t