I carabinieri di Vasto, provincia di Chieti, hanno cercato Di Lello per alcune ore dopo aver trovato la pistola semiautomatica in una busta di plastica sulla tomba della moglie. Lui si è costituito nel tardo pomeriggio. È stato portato in caserma, guardato a vista, è in stato di fermo. Lo assistono gli avvocati Giovanni Cerella e Pierpaolo Andreoni.
Prima di consegnarsi Fabio Di Lello ha chiamato un amico dicendogli che aveva ucciso l'assassino di sua moglie e che stava andando al cimitero per salutare la sua Roberta. Lo faceva ogni giorno da quando era scomparsa, passava per un minuto, a volte per ore. Dicono che ogni tanto si fermasse perfino a mangiare davanti la tomba. Una volta lì, ha chiamato l'avvocato indicandogli dove si trovava. La Scientifica ha effettuato i rilievi, sul posto è arrivato anche il procuratore capo della Repubblica Giampiero Di Florio.
Il luogo del delitto.
"È una tragedia nella tragedia, questo è lo sconforto" dice il procuratore capo della Repubblica presso il Tribunale, Giampiero Di Florio. Da poco è stata rimossa la salma del 21enne Italo D'Elisa, trasferita all'obitorio dell'ospedale San Pio da Pietrelcina
"È una tragedia nella tragedia, questo è lo sconforto" dice il procuratore capo della Repubblica presso il Tribunale, Giampiero Di Florio. Da poco è stata rimossa la salma del 21enne Italo D'Elisa, trasferita all'obitorio dell'ospedale San Pio da Pietrelcina
Per lei non c'era stato niente da fare, le ferite erano troppo profonde ed era morta pochi minuti dopo il ricovero in ospedale, aveva 34 anni. Solo pochi mesi prima si era sposata con il calciatore Fabio Di Lello, atleta del San Salvo e del Cupello. Sul suo profilo Fb le foto della loro storia, le mani intrecciate, le fedi nuove, il vestito bianco, i sorrisi.
L'episodio aveva destato l'attenzione dei cittadini che avevano chiesto giustizia. La magistratura di Vasto aveva aperto un fascicolo per omicidio stradale. Sarebbero dovute essere le telecamere della videosorveglianza a chiarire chi fosse il responsabile. L'indagine era stata chiusa a fine novembre. D'Elisa a breve avrebbe avuto la prima udienza dal gup. Dopo l'incidente era stato sottoposto a tutte le analisi e non era stato trovato né in stato alcolico né sotto effetto di sostanze. Ma da quel giorno, anche per il fatto che l'imputato della morte della moglie era a piede libero, gli 'scontri' sui social e tra le varie fazioni si erano fatti pesanti.
Attorno a papà Nicolino, mamma Silvana, ai fratelli Simone e Michele e al marito Fabio si era stretta l’intera città. Centinaia di persone avevano reso omaggio alla salma nella camera ardente allestita all’obitorio del San Pio e partecipato al corteo funebre verso la parrocchia dell’Incoronata dove sono stati celebrati i funerali. Una quindicina di giorni dopo l'incidente, una fiaccolata era partita proprio dall'incrocio dove Roberta era stata travolta. In prima fila il marito, il papà, gli altri familiari. Il corteo aveva percorso corso Mazzini per raggiungere l'incrocio con via Ciccarone con destinazione l'area davanti l'obitorio dell'ospedale 'San Pio da Pietrelcina' dove la ragazza era morta.
"C'è stata una campagna di odio da parte dei familiari di questa ragazza. Ora ne vediamo le conseguenze. Vedevamo manifesti dappertutto. Continui incitamenti anche su internet a fare giustizia, a fare giustizia. Alla fine c'è stato chi l'ha fatta. Si è fatto giustizia da sé. Tra l'altro dopo tempo, quindi una premeditazione". A parlare per la famiglia D'Elisa è l'avvocato Pompeo Del Re. "Il percorso della giustizia stava andando avanti. Italo D'Elisa sarebbe dovuto comparire nei prossimi giorni davanti al gup. C'era stata notificata - prosegue il legale - la fissazione di udienza preliminare, nel corso della quale si sarebbe dovuto decidere se disporre o meno il rinvio a giudizio". "Ma a quanto pare - conclude Del Re - Italo è stato seguito, sono stati seguiti i suoi spostamenti e alla fine è stato ucciso. Sono stati esplosi più colpi di proiettile. È chiaro l'intento e la premeditazione da quanto si era verificato l'incidente".
In rete si era innescato un clima d'odio
nei confronti di D'Elisa. "Non mi parlate di Internet - dice il
procuratore capo della Repubblica presso il Tribunale, Giampiero Di
Florio - perché sono assolutamente contrario a tutte queste forme di
comunicazione. Vedo una gioventù malsana che non parla più e si affida a
questi commenti spregiudicati. Sono forme di violenze anche quelle.
Sono veramente stufo di queste comunicazioni in rete dove cova l'odio"
concordo oltre ciò che dice Lo psicoanalista Massimo Recalcati nel video sopra anche quanto commenta
posso solo immaginare il dolore di quest'uomo, 3 vite distrutte per un semaforo rosso non rispettato è assurdo da credere, lui ha sbagliato a vendicarsi cosi, questa non era la soluzione, anzi ha ammazzato un ragazzo di 20 anni che aveva ancora una vita intera davanti a se ...
Anche la vittima aveva una vita davanti e probabilmente voleva bambini e una famiglia con cui vivere
Quella non gliela porta indietro nessuno, purtroppo. Questo atto, spinto sicuramente dalla disperazione, porta solo altra sofferenza. La soddisfazione della vendetta dura molto poco, probabilmente è già passata. E chi dice che la moglie avrebbe voluto vedere suo marito marcire in carcere per 20 anni come omicida ed è "fiero di lui"... chi vorrebbe questo per la persona che ama??
Io non me la sento nè di giudicare nè di criticare perchè
ma soprattutto perchè non riesco a mettermi nei suoi panni cio+ a fare come dic e la canzone ci ta prima : << (....) non mi aspettavo un vostro errore \ uomini e donne di tribunale \se fossi stato al vostro posto...\ma al vostro posto non ci so stare\ se fossi stato al vostro posto...\ ma al vostro posto non ci sono stare.(...) >>
Giuseppe PalmucciSecondo alcuni
Quante chiacchiere da quattro soldi. Se avesse ottenuto giustizia non avrebbe ucciso nessuno. Invece chiedetevi a quello livello d'inciviltà è arrivato lo Stato. Tutti siamo esasperati dalla mancanza di giustizia. Siccome questi problemi non toccato i tanti potenti d'Italia, a nessuno importa nulla. Se lo stato rinuncia alla pretesa punitiva pubblica, come detto altrove, è inevitabile che la giustizia privata prenda il suo posto.
posso solo immaginare il dolore di quest'uomo, 3 vite distrutte per un semaforo rosso non rispettato è assurdo da credere, lui ha sbagliato a vendicarsi cosi, questa non era la soluzione, anzi ha ammazzato un ragazzo di 20 anni che aveva ancora una vita intera davanti a se ...
Anche la vittima aveva una vita davanti e probabilmente voleva bambini e una famiglia con cui vivere
Quella non gliela porta indietro nessuno, purtroppo. Questo atto, spinto sicuramente dalla disperazione, porta solo altra sofferenza. La soddisfazione della vendetta dura molto poco, probabilmente è già passata. E chi dice che la moglie avrebbe voluto vedere suo marito marcire in carcere per 20 anni come omicida ed è "fiero di lui"... chi vorrebbe questo per la persona che ama??
Io non me la sento nè di giudicare nè di criticare perchè
ma soprattutto perchè non riesco a mettermi nei suoi panni cio+ a fare come dic e la canzone ci ta prima : << (....) non mi aspettavo un vostro errore \ uomini e donne di tribunale \se fossi stato al vostro posto...\ma al vostro posto non ci so stare\ se fossi stato al vostro posto...\ ma al vostro posto non ci sono stare.(...) >>