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28.5.25

diario di bordo n 123 anno III .Al colle un tenore muto , A che serve vivere se dobbiamo morire ?, boiate del riformista sui sudari per gaza , picchiato dalla moglie davanti ai figli scatta il codice rosso

Pino Cabras
 22 maggio alle ore 01:00 ·
 AL COLLE UN TENORE MUTO

 
La vita di Sergio Mattarella, come quella di tutti, è fatta di priorità che seguono una gerarchia di valori e interessi, nel suo caso molto precisa, al limite della maniacale prevedibilità. Su certi temi, come la contrapposizione alla Russia, potete scommettere a colpo sicuro che ne parla tantissimo e sempre, fino a prodursi in analisi storiche acrobatiche e sconcertanti su materie per lo meno controverse: insomma se c'è da perorare il riarmo quasi si mette a cantare, come nel suo "Nessun dorma" che tanto è piaciuto alla santa patrona degli sprechi e dei rischi militari, Ursula Guerrafonderleyen. Viceversa, se si tratta di Israele, anche quando i soldati di Bibi il Genocida sparano ai soldati italiani anziché alle solite decine di bambini al giorno, come qualche mese fa, o anche quando regalano sventagliate di mitra ai nostri diplomatici, come ieri, le corde vocali dell'uomo del Colle si inaridiscono, senza che mai gli esca di bocca la parola Israele, senza una critica, un monito, un comunicato severo, una condanna, nulla di nulla. Su quella materia - trovandosi in mezzo ai lussi del Quirinale - finisce per ispirare la voce ai pezzi più sottilmente pregiati degli arredi: gli scendiletto in seta. E lì, sui crimini genocidi e sugli attacchi ai nostri, altro che "Nessun dorma"! Dormire, dormire sempre, invece, su ogni canale, a reti mummificate.
ho trovato, anche se  mediato   e quini non da  solo  ,   una  risposta  serie    i riposte  alla mia domanda   A che serve vivere se poi dobbiamo morire? fatta  su  Quora .   in  particolare   quelle  di :  Nico dottori  ,Giovani progi , re  artu,  milena colona  , vana ,  marina  ugolini  ,  GiuSi ,  tirrannoide , Franca  errani .   cioè  una  strada  \    e scegliere    come nel  Film Matrix: nella  Scena Pillola Rossa O Blu (Verità O Illusione) oppure  se  continuare,tra  alti e bassi    come  faccio sempre, a  usare   :  cuore &mente  ,  ying e  young , il  dolce  e  l'amaro  .   IL  viaggio continua  .


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Leggendo pur non condividendo per niente tale faziosita giornalistiche ( vedere prime righe dell'articolo sotto della fogna del riformista ) E' più blasfemo invece quello che sta facendo Netaniau con l'estrema destra religiosa . Che 💩👿 scusate la volgarita ma simili i idiozie o sono accettabili . Infatti questo gioralista o pseudo tale ignora o fa finta d'ignorare che israele non fa entrare a gaza nessuni gioralista ( maistream o non maiestream ) e rende impossibile la vita alle organizzazioni internazionali . Quindo è ovvio che i giornalisti di debbano basare su quello che gli dicono fonti palestinesi ( hammas compresa ) . quindi prima di scrivere boiate negazioniste pensiamoci bene e che le atroicità non sono mai da una parte .



Sabato scorso a Milano c’è stata una manifestazione – indetta da un noto personaggio presente in molti talk show, conosciuto per le sue posizioni pro Gaza – a cui hanno aderito anche molte amministrazioni comunali, il cui esito sarà devastante per gli ebrei e per Israele: lo slogan è “50mila sudari per Gaza”. Il numero viene dal fantomatico ministero della Salute di Gaza e non fa distinzione tra civili e combattenti (a conferma del fatto che Hamas combatte “tra” i civili e non “per” i civili). L’altra cosa grave è l’uso della parola “sudario”, che richiama la morte di Gesù e, quindi, rievoca immediatamente la millenaria accusa rivolta agli ebrei, come anche il più ingenuo e incolto vede.  ......  segue  qui 


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 da  questa   pagina  di    Quora  Storie di donne, croce e delizia

Gaza, le donne e le mestruazione L’olocausto dei corpi

A ottobre ho sanguinato per dieci giorni senza avere accesso a un bagno vero e proprio.La casa in cui ci siamo rifugiati – come la maggior parte dei rifugi a Gaza – non offriva privacy.Quaranta persone dormivano in due stanze. Il bagno non aveva porta, solo una tenda strappata.Ricordo di aver aspettato che tutti si fossero addormentati per potermi lavare con una bottiglia d'acqua e pezzi di  stoffa. Ricordo di aver pregato di non macchiare il materasso che condividevo con tre cugini.Ricordo la vergogna – non del mio corpo, ma di non potermene prendere cura.In guerra il corpo perde i suoi diritti,soprattutto il corpo femminile.I titoli raramente parlano di questo, di cosa significhi per una ragazza avere il ciclo sotto i bombardamenti, di madri costrette a sanguinare in silenzio e ad abortire su pavimenti freddi o a partorire sotto i droni. La guerra a Gaza non è solo una storia di macerie e attacchi aerei. È una storia di corpi interrotti, invasi e a cui è stato negato il riposo. Eppure, in qualche modo, questi corpi continuano a esistere.Come donna palestinese e studentessa sfollata che ora vive in Egitto, porto con me questo ricordo corporeo. Non come una metafora, ma come un dato di fatto. Il mio corpo sussulta ancora ai rumori forti. La mia digestione vacilla. Il mio sonno è frammentato. Conosco molte donne – amiche, parenti, vicine – che hanno sviluppato malattie croniche durante la guerra, che hanno perso il ciclo mestruale per mesi, i cui seni si sono prosciugati mentre cercavano di allattare nei rifugi. La guerra entra nel corpo come una malattia e rimane.Il corpo di Gaza è una mappa di interruzioni.Impara presto a contrarsi, a occupare meno spazio, a rimanere vigile, a reprimere il desiderio, la fame, il sanguinamento. La natura pubblica dello sfollamento distrugge la privacy, mentre la paura costante logora il sistema nervoso. Le donne che un tempo custodivano il loro pudore ora si cambiano d'abito davanti agli sconosciuti. Le ragazze smettono di parlare del loro ciclo. La dignità diventa un peso che nessuno può permettersi.Questo è il paradosso della sopravvivenza: lo stesso corpo a cui viene negata la sicurezza diventa lo strumento della resistenza. Le donne fanno bollire le lenticchie a lume di candela, calmano i bambini in cantina, cullano i morenti. Questi atti non sono passivi; sono radicali. Avere le mestruazioni, portare in grembo, nutrire, lenire – in mezzo alla distruzione – significa insistere sulla vita.Torno, ancora e ancora, all'immagine di mia madre durante la guerra. La schiena curva su una pentola, le mani tremanti, gli occhi che scrutavano il soffitto a ogni rumore. Non mangiava finché non lo facevano tutti gli altri. Non dormiva finché non dormivano i bambini. Il suo corpo portava l'architettura della guerra e della maternità allo stesso tempo. Ora mi rendo conto di quanto fosse politica la sua stanchezza – di come il suo lavoro, come quello di tante donne palestinesi, sfidasse la logica dell'annientamento.Non c'è una tenda per il corpo a Gaza.Nessuno spazio sicuro dove il corpo femminile possa dispiegarsi senza paura. La guerra ci spoglia – non solo delle nostre case e dei nostri beni, ma anche dei rituali che ci rendono umane: lavarsi, avere le mestruazioni, elaborare il lutto in privato.Ma anche senza un riparo, i nostri corpi resistono. Ricordano. Resistono.E forse, nella loro tremante perseveranza,scrivono la storia più vera di tutte.𝘔𝘢𝘳𝘪𝘢𝘮 𝘒𝘩𝘢𝘵𝘦𝘦𝘣 - 19 maggio 2025 [ via Doriana Goracci ]


concludo     questa   mia   rassegna     settimanale   con   quest articolo  dell'unione  sarda  del 27\5\2025    delll'aplicazione  su pur rara ,   alla  faccia   di chi    dice  che  è una legge  fatta  solo per  le " nazifemministe  " ,  del  codice  rosso    in un caso   di  stalking    femminile 



con  qiuesto è  tutto   alla prossima   se Dio  e   i carabinieri    lo consentono 






10.6.22

caso incontrada sono i media che fanno bodyshaming o la massa non educata al linguaggio del corpo e ed alle immagini ?

 va bene   c'è  l'abuso   del corpo femminile  ed  un erotizzazione  mercificata     come dimostra  il bellissimo  saggio

Pornocultura. Viaggio in fondo alla carne, il libro di Claudia Attimonelli e Vincenzo Susca. La pornografia non è più eloquente nel descrivere il lecito e l’illecito del nostro campo visivo. La scrittura si rivela goffa dinanzi alle nuove forme dell’oscenità che abitano tra le mura delle nostre case e si fanno socialità corporea.
Pornocultura. Viaggio in fondo alla carne” (Mimesis, 2016; pp. 142) di Claudia Attimonelli e Vincenzo Susca ama parlare delle viscere di ciò che si vede, di come l’ambiente mediatico che ci plasma perde rappresentanza di fronte all’iniziativa individuale e di massa di eros e di contatto. L’autrice e l’autore in questione puntellano di riferimenti storici l’evoluzione dell’immaginario pubblico focalizzandosi sul post seconda guerra mondiale come uno dei momenti nevralgici dell’umanità in cui la tecnica ha esibito le sue tragiche contraddizioni. Carne umana come paesaggio creato da se stessa. L’umanesimo e la scienza che si sposano in modo osceno. 

 da me recensito      con intervista  agli autori  ( vedere archivio  blog   ) . Infatti mah io ci vedo ,  forse perchè sono cresciuto a sotto il berlusconismo e la defilippi , solo del semplice gossip .Ma dire : << 
(...) Ciò che mette i brividi di questo metodo - perché questo è un metodo - è l’esibizione morbosa del corpo, la ricerca ossessiva dello scoop e del gossip, il body-shaming occulto e ipocrita che fa leva - sapendolo - sugli istinti più bassi di chi guarda (e giudica).[....] >> ( Lorenzo Tosa in questo post >> mi  sembra    esagerati il bodyshaming lo fanno gli altri che non sono educati ad interpretare le immagini o a vedere i corpo di una donna al di la dei consueti canoni estetici di  perfezione assoluta   proposti dai media e dalle tv   di cui ho parlato     più volte    qui  nel post . per il resto hai ragione lo stesso  Tosa  quando dice  

È uno scatto rubato, di quelli da paparazzi e teleobiettivo, che non ha nessuna logica, nessun altro senso o scopo se non quello di mostrare una donna in un momento privato, nella peggior posa possibile, con i chili in più scientemente evidenziati con l’unica

intenzione di esporla ai giudizi, ai commenti maligni, al tribunale social. Non c’è nulla che non vada nell’immagine di Vanessa Incontrada, sia chiaro. Non c’è nulla che non vada in lei, che è e resta una donna straordinariamente bella nelle sue linee, nelle sue imperfezioni (e in qualunque posa). Il corpo di Vanessa è normale, normalissimo. È quella foto, semmai, a non esserlo. Una foto, nella redazione di una rivista di gossip, si sceglie, tra centinaia di scatti. Si seleziona con chirurgica precisione. Nulla è lasciato al caso.

Infatti  La verità è che hanno provato a umiliare una donna, ma hanno finito solo per esaltarne la bellezza. Che col fisico non c’entra nulla o almeno non ci si dovrebbe basare solo su d'esso

22.11.18

mancanza del senso del pudore parte II . confusione fra sensualità e volgarità

canzone  cosnigliata 
nostra  signora  dell'ipocrisia  -  Francesco  Guccini

 potrebbe essere  utile
https://www.facebook.com/GiorgiaVezzoliVitaDaStreghe/
http://www.retedelledonne.org/mappatura/blog-di-donne-e-per-le-donne-altri/blog-su-temi-femminili
http://www.retedelledonne.org/mappatura/blog-di-donne-e-per-le-donne-altri/blog-su-temi-femminili/page2
http://www.retedelledonne.org/mappatura/blog-di-donne-e-per-le-donne-altri/blog-su-temi-femminili/page3


discutendo su fb del mio precedente post riguardante il senso del pudore oggi mi sono accorto che ha ragione  questo  commento:
******
 un mio contatto fb quando risponde al mio post ri portato su fb https://bit.ly/2OSdThn Se metti una foto provocante sei sessista.
Ma se la trovi provocante sei bacchettone.
Non se ne esce.

ecco  la  mia  risposta   \   il mio pensiero in merito  . 

N.b
 Ho preferito   usare  il blog   siua perchè sono ancora  legato    al blog  , sia perchè fb      mi sembra  inadatto per  post  tropo lunghi   .


 vero  . il problema  e  che  si   vede  la    provocazione   come qualcosa  di negativo  .  Non si riesce più   a  distinguere  sensualità  e  volgarità .
Per  me  è   volgarità  e  quindi sessismo   quando in  questo caso  mi riferisco  alle foto  alle immagini    il corpo di  una donna  o pose  provocante     viene  usata  "  decontestualizzata  "  in pubbblicità  non attinenti  (   biancheria intima , profumi , assorbenti  , prodotti per  l'igiene intima  )  come quelle citante  nel post    citato prima  . Oppure   l'uso che  se  ne  fa  in certi  programmi  tv   o  in certe pubblicità vedere    IL corpo  delle  donne  di Loredana  Zanardo
Per  il  resto è fuffa


  Ora   per  spiegarmi  meglio     ed  seguendo   l'esempio   di Giulietto chiesa  e   poi  della  Zanardi (n url  )   che   combatttono  gli stereotipi di  genere  ed  educano   alla lettura  delle  imagine    ho  messo  due  tipi  di  foto 
  erotico \  sensuale  il primo  tipo
account   istragram di  @danilo_loriga


Risultati immagini per sensualità

   pubblicità sessiste    e    volgari   a  doppio senso

Risultati immagini per pubblicità sessiste


Risultati immagini per pubblicità sessiste

23.9.15

meglio morire di fame o vendere anche la propria dignità \ amor proprio per un lavoro ?Si sbottona: assunta. L’imbarazzante provino della conduttrice di Tg: “Mondo competitivo”



“Ho chiesto prima ai miei genitori cosa ne pensassero, e quando ho scoperto che mi sostenevano nella mia decisione, non è stato un problema per me di propormi in questo modo”. E’ la spiegazione che un’aspirante presentatrice ha dato del provino sostenuto per condurre il notiziario del canale all-news albanese ‘Zjarr‘. La donna si è presentata con la camicia completamente sbottonata, e ha ottenuto il posto. “Molti erano d’accordo sul fatto che lo stile della sua presentazione era un po’ imbarazzante, ma – ha detto un portavoce del canale ha dichiarato – ci stiamo lavorando e ad essere sinceri non sembra stia facendo male, visti i dati di ascolto”. Candida, la neo-assunta ha messo a tacere tutte le malelingue: “E’ stato un modo di mettermi in mostra in un settore competitivo”

6.12.13

Hostess "natalizie" in Comune Bufera sul sindaco di Taranto

se i movimenti femministi  s'occupassero  di cose  più  serie   anzi  che  di un semplice  fiocco   che porta  una donna   farebbero meglio




Hostess "natalizie" in Comune bufera sul sindaco di Taranto

Le due hostess



se i movimenti femministi  s'occupassero  di cose  più  serie   anzi  che  di un semplice  fiocco   che porta  una donna  


Le loro foto ormai spopolano sui social network: da Facebook a twitter, passando per Instagram. Miriam e Francesca sono le più cliccate sui siti web, non solo di Taranto.
La loro presenza, durante la conferenza stampa di presentazione delle iniziative natalizie del Comune di Taranto, non è rimasta certo inosservata. Le due ventenni, studentesse universitarie, indossavano un mini tubino nero con una generosa scollatura e un grande fiocco rosso legato in vita, cucito sui vestiti dalle loro mamme. E' bastata questa immagine della donna oggetto, agghindata come un pacco pubblicitario, per scatenare la polemica che via internet ha presto superato i confini della città. Le foto delle due testimonial della manifestazione denominata 'A Natale regalati Taranto' hanno suscitato soprattutto reazioni di sdegno.
CRITICHE AL SINDACO - E non sono mancate aspre critiche rivolte al sindaco Ippazio Stefàno, che guida una coalizione di centrosinistra, e agli assessori presenti. Da Palazzo di città sostengono di essere stati all'oscuro di tutto e che gli attacchi sono strumentali. Anche Giuseppe Fornaro, titolare dell'agenzia a cui è stata affidata l'organizzazione dell'evento, assolve il primo cittadino. "Il Comune - spiega - non era al corrente di tale iniziativa da noi programmata all'ultimo minuto. Detto ciò, teniamo a sottolineare che le graziose hostess, cui va il nostro massimo rispetto e riconoscimento dell'opera professionale manifestata nell'occasione, non vanno paragonate a 'veline' o altro genere di lettura 'scollacciata' che provoca danno all'universo femminile". Ma sono state proprio le donne, per prime, ad adirarsi: dall'assessore comunale ai Servizi Sociali Lucia Viafora (che si è detta "rattristata per aver visto due ragazze, vestite in maniera così succinta a pochi passi dal sindaco e da altri due assessori") alla consigliera di parità Barbara Gambillara ("l'idea che la donna possa essere infiocchettata come un pacchetto non va bene: è uno stereotipo che stiamo cercando di scardinare"). Ci sono poi anche le organizzatrici del convegno sul Femminicidio, Mary Luppino e Marianeve Santoiemma, che hanno scritto una lettera aperta al sindaco ("Da padre non ritiene almeno inopportuno quell'abbigliamento e quei fiocchi soprattutto in sede di conferenza stampa?"). Una querelle che non accenna a placarsi.
LE HOSTESS - Ma le due hostess (una studia biologia, l'altra giurisprudenza e sogna di fare il magistrato) non ci stanno. "E' stato creato - dicono all'unisono - un polverone inutile. Dovremmo sentirci noi indignate per gli insulti ricevuti. Abbiamo indossato un tubino nero, con la scollatura, che avevamo negli armadi e ci è stato suggerito di utilizzare un fiocco rosso. Cosa c'è di male?"

Infatti  dove  sarebbe   lo stereotipo  o un uso ,malsano del corpo femminile ? nel  fiocco rosso ?  ma fatemi ridere  . C'è  di peggio  

Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco puntata n LX IMPARATE A “LEGGERE” IL LINGUAGGIO DEL CORPO

 Il linguaggio del corpo da solo non basta a prevenire femminicidi o violenze, ma può essere un segnale precoce utile se integrato con educ...