Cerca nel blog

Visualizzazione post con etichetta Pubblicità. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Pubblicità. Mostra tutti i post

13.8.25

diario di bordo n 141 anno III Maria Ermakova crolla a pochi metri dal traguardo, nessuno la può toccare: vince e perde conoscenza., Fiorello fa la spesa al supermercato, elogio all’umiltà nei commenti: “Gira con la lista di sua moglie”


Cos'è altro lo sport se non lo spingersi a toccare i propri limiti dando il massimo per onorare la competizione cui si sta partecipando? Se poi si vince pure, le circostanze drammatiche in cui lo si è fatto aggiungono quell'aura di epos che si ricorderà per l'intera vita. Nelle ultime ore tutti i media russi hanno esaltato l'impresa di Maria Ermakova, che ha vinto i 10000 metri nei campionati nazionali di atletica leggera a Kazan.



                          Maria Ermakova crolla a pochi metri dal traguardo, 




Maria Ermakova crolla, si rialza e vince i 10000 metri ai campionati russi di atletica leggera

La giovane mezzofondista aveva un vantaggio abissale sulle altre concorrenti nell'ultimo giro della prova, quando all'ingresso del rettilineo finale ha iniziato a rallentare sempre di più, fino a caracollare quasi al passo e infine crollare a pochi metri dal traguardo. Sono stati momenti drammatici, in cui nessuno poteva toccare la Ermakova per rialzarla o aiutarla in qualche modo, pena la squalifica immediata, visto che tutti speravano che ce la facesse a fare in qualche modo quei pochi passi che la separavano dall'arrivo e da una vittoria ormai certa.
In quel momento Maria ha pensato a tutti i sacrifici fatti per arrivare fin lì e ha attinto a quello che le era rimasto dentro: muscoli, nervi e cuore. Si è rialzata e barcollando ha superato il traguardo, accasciandosi poi sulla pista. Completamente sfinita, a quel punto ha perso conoscenza. Gli operatori sanitari sono intervenuti rapidamente e hanno portato via la Ermakova dallo stadio su una sedia a rotelle.


"Sono felice di essere viva, mi sento immortale"

"Quattro giri prima, mi sentivo come se le mie gambe fossero di ovatta – ha raccontato la Ermakova successivamente ai media russi, scherzando anche un po' – Non ricordo com'è stato il mio arrivo. Sono felice di essere viva, mi sento immortale. Solo dopo ho realizzato cosa avevo fatto, perché alla fine non ho capito niente".
Maria Ermakova si era presentata ai campionati russi come una delle atlete più promettenti del Paese. Ai Giochi BRICS del 2024 ha vinto il bronzo nei 5000 metri per la Russia, nello stesso anno ha ricevuto il titolo di "atleta dell'anno" nella categoria "Stella nascente". Lo scorso febbraio ha battuto il record nazionale Under 23 nei 3000 metri indoor. Adesso arriva questo successo di grande peso, col suo nuovo personale (32'24"44): la seconda classificata, Albina Gadelshina, è arrivata dopo quasi un minuto (33'10"15), un'eternità.





................


Fiorello fa la spesa al supermercato, elogio all’umiltà nei commenti: “Gira con la lista di sua moglie”




"Ma quel viso non mi è nuovo?". Conoscerete benissimo la sensazione di aver visto un volto familiare in luogo pubblico, magari proprio come è accaduto a questa utente su TikTok tra gli scaffali della pasta e dei sughi pronti. Fiorello incontrato casualmente al supermercato e tutto si è trasformato in un fenomeno virale.
Dove si trovava Fiorello
È quanto successo a un'utente di TikTok che, nella notte tra l'11 e il 12 agosto, ha pubblicato un video che ritrae Fiorello durante una normalissima spesa a un supermercato che si trova nella cittadina di Santa Margherita di Pula, in Sardegna.
Una normalità che fa notizia
Nel filmato, lo showman siciliano passeggia tra le corsie del supermercato con la lista della spesa alla mano. Un'immagine di quotidianità che ha colpito gli utenti: Fiorello in versione casalinga, lontano dai riflettori e dalle telecamere, intento in una delle attività più comuni al mondo. Il dettaglio che più ha attirato l'attenzione? La lista scritta a mano che tiene ben salda tra le dita, presumibilmente compilata dalla moglie Susanna Biondo. Un particolare che ha scatenato una valanga di commenti affettuosi da parte dei fan. Fiorello e Susanna Biondo sono degli habitué della Sardegna, e in particolare di Santa Margherita di Pula.
Le reazioni dei fan al video pubblicato su TikTok
Le reazioni dei fan non si sono fatte attendere. Grandi commenti positivi per questa "normalità". "Fiorello è un uomo semplice, gira tra le corsie del supermercato con in mano la lista fatta dalla moglie", scrive un utente. Altri aggiungono: "Lui è un grande. Si è formato dal nulla, famiglia umile e non si è montato la testa", "Anche lui con la lista scritta dalla moglie, è un essere semplice come tutti". Ci si sorprende, e sembra strano, che anche Fiorello faccia la spesa proprio come tutti. Strano, vero? Eppure, è così.

22.4.25

diario di bordo n 117 anno III ormai anche i cantautori si vendono alla pubblicità .,Vive in una cella foderata di libri e si laurea da dietro le sbarre: «Una rivincita per me» ., Storia di un ragazzo adottato: «Così ho saputo tutto sulla donna che mi abbandonò»

  Concordo    con   l'intervento  pubblicato il   19\4\2025   dal il  Fatto    quotidiano  ma

Sempre più frequentemente il cantautore, un tempo rigidamente schierato contro la commercializzazione della sua musica, rompe il confine fra tradizione e tradimento e vende i suoi diritti alla pubblicità riducendo brani storici a jingle per aziende.
Niente di nuovo, lo fece anche Modugno con “Nel blu dipinto di blu”, prestandola a Fiat e Alitalia.
Ma quella di De Gregori, Vecchioni, Ligabue, e indirettamente Gaber, è una rivoluzione copernicana non tanto per questioni di opportunità di monetizzazione ma perché toglie alla più nobile canzone d’autore il ruolo di sentinella e testimone del nostro tempo, così come proprio loro l’avevano sempre voluta intendere e trasmettere.
È precipitato improvvisamente il senso critico, quel fare
le pulci alla Storia che connotava nel profondo il loro verbo e la loro azione. L’indignazione e la protesta hanno lasciato il posto a teneri e rassicuranti sguardi sul mondo.
Forse i nostri cantautori si sono distratti, ma i percorsi storici delle aziende con le quali flirtano sembrano per loro improvvisamente essere solo costellati di operai di buona volontà che illuminano case al crepuscolo, di automobili romantiche custodi dei primi amori giovanili e di grandi strade sulle quali sfrecciano famiglie felici verso le vacanze.Tali itinerari invece sono stati anche spesso illuminati dai riflettori della cronaca e della magistratura. L’associazione così leggera di frasi come“la storia siamo noi”, “sogna ragazzo sogna” o “la libertà è partecipazione” a percorsi tanto controversi, sorprende non poco.Gli eredi di quelli che a buona ragione Umberto Eco definiva “cantacronache”, sembrano aver perso la loro stella polare e quel rigore nel procedere in “direzione ostinata e contraria” indifferente all’hit parade.Vasco Rossi tempo fa fece “mea culpa” dopo aver concesso due brani alla pubblicità, ricordando che la canzone non è solo di chi l’ha scritta ma anche di tutti coloro che l’hanno amata e magari impugnata in stagioni complicate per il nostro Paese.Forse questo messaggio nessun grande cantautore che abbia avuto il merito di non allinearsi dovrebbe mai dimenticarlo.

aggiungo     che    bisogna     distinguere     fra     chi    fa  il canta autore   o  cantante   per  mestiere  cioè vive solo  di  quello  e  è  quindi  è costretto a  prestare  il suo  ingegno  per  opere  d'indubbio gusto e   a

 [...] Colleghi cantautori, eletta schiera
che si vende alla sera per un po' di milioni
voi che siete capaci fate bene
a aver le tasche piene e non solo i coglioni
Che cosa posso dirvi? Andate e fate
tanto ci sarà sempre, lo sapete
un musico fallito, un pio, un teorete
un Bertoncelli o un prete a sparare cazzate!
Guccini  -L'avvelenata  


e   fra    quelli   che    lo  fanno  per hobby  e passione    che posso o  essere   coerenti   o totalemente    cioè  a non vendersi   e imanete indietro o di nicchia oppure   ad  aprirsi al   al mondo circostante   cercando    di.  farlo  in maniera  etica    come  i caso  di  Blowin' in the wind' di Bob Dylan diventa uno spot  :  « [... ] della pubblicità del Co-operative Group; è la prima volta che Dylan concede un suo brano al mercato pubblicitario britannico. Il Co-operative Group gestisce vari servizi, tra i quali viaggi e pompe funebri, ma anche una rete di supermarket simile a quella delle Coop italiane; il rappresentante di Dylan ha riferito che la scelta dell'artista è stata influenzata dalla politica del Co- operative Group, che pone l'accento sul mercato equo e solidale e sull'impatto ambientale. »

Quindi attenzione  ⚠️  a giudicare un opera o un cantante

 ----- 

Vive in una cella foderata di libri e si laurea da dietro le sbarre: «Una rivincita per me»


La sua è una resurrezione metaforica dall'inferno della galera, grazie allo studio, che ben si inquadra nel clima dei giorni di Pasqua. Accusato di mafia, anche se lui si è sempre dichiarato innocente, condannato a quasi dieci anni di carcere, è riuscito ad ottenere la laurea magistrale in Scienza della Formazione «frequentando» l'università da dietro le sbarre di un penitenziario di massima sicurezza. Lunedì scorso, 14 aprile, la discussione della tesi e la proclamazione del titolo di dottore nel campus di Arezzo dell'università di Siena.
Il titolo della ricerca con la quale il protagonista si è presentato davanti alla commissione è già significativo dell'intento con il quale lui ha affrontato gli ultimi due anni dei corsi accademici: «La formazione e il lavoro rendono l'uomo libero». La sintesi di un lavoro che nella sua seconda parte è in gran parte autobiografico, come spiega il professor Gianluca Navone, responsabile del polo universitario penitenziario senese, cui sono iscritti un centinaio di detenuti, che lo ha seguito da vicino nel suo percorso universitario.
Nome e cognome restano coperti dal segreto per ragioni di privacy e anche di sicurezza. Di lui si sa che è sulla cinquantina, siciliano della parte occidentale dell'isola, rinchiuso nel penitenziario di massima sicurezza di San Gimignano, provincia di Siena, dove sta scontando l'ultimo anno di una pena inflittagli per associazione mafiosa. Non ha mai commesso delitti di sangue ma sarebbe stato nella cerchia di un boss di prima grandezza, circostanza che lui ha sempre negato. In primo grado i giudici gli avevano dato ragione, ma in appello è invece arrivata la condanna, pesante, che gli è costata la reclusione in alcuni dei carceri più duri della penisola.
Molti, nella sua stessa condizione, avrebbero affrontato la pena con protervia o con disperazione, oppure con la cupa depressione dalla quale si fanno distruggere i tanti che non resistono all'esperienza carceraria, specie quella dei penitenziari di massima sicurezza. Non lui che invece ha trovato nell'università un'alternativa di vita capace di restituirgli la speranza.
Diploma di scuola superiore tecnica alla mano, ottenuto quando era ancora un libero cittadino, il detenuto senza nome aveva già conseguito la laurea triennale all'università di Urbino, quando era ancora rinchiuso in un altro istituto di massima sicurezza, quello di Fossombrone, nelle Marche.
Poi il trasferimento a San Gimignano e la decisione di arrivare fino al massimo grado degli studi, quello magistrale: Scienza della formazione, uno dei dipartimenti nati dalla vecchia facoltà di magistero che per l'ateneo di Siena si trova nel campus del Pionta ad Arezzo. Lo hanno seguito il professor Navone, il dottor Gioele Barcellona, che gli ha fatto da relatore di laurea, e alcuni studenti tutor, quelli cioè che hanno curato più da vicino il percorso universitario del neo-dottore facendogli da tramite con l'ateneo e il dipartimento. Anche loro meritano di essere ricordati: Mattia Esposito, Simone Pietrolati e Matteo Burdisso Gatto.Gli esami, spiega Navone, li ha affrontati in parte dentro il carcere, con il professore di turno che entrava nel penitenziario, dove c'è un'ala apposita, e in parte al campus aretino, con dei permessi speciali. «Ma quello che mi ha emozionato di più – racconta il docente – è stato l'impegno che ci ha messo. La sua cella è foderata di libri e anche quando, di recente, si è dovuto ricoverare in ospedale per un intervento piuttosto serio ha continuato a studiare. Siamo andati a trovarlo alla vigilia dell'operazione e lo abbiamo trovato immerso fra gli appunti, le dispense e i volumi. Dico al verità. Al suo posto non ce l'avrei fatta e mi sarei piuttosto preoccupato della malattia».
Poi finalmente, il gran giorno della laurea, nel quale gli si è stretta intorno tutta la famiglia: c'erano la moglie, una delle figlie anche lei in dirittura di arrivo all'università, l'anziano padre, i fratelli e i nipoti. L'altra figlia doveva affrontare l'ultimo esame universitario ed è stato lui a chiederle di rimanere in Sicilia a prepararsi. Davanti alla commissione il laureando si è presentato da solo, senza scorta di agenti penitenziari, con un permesso speciale previsto per occasioni come questa, doveva solo rientrare a San Gimignano entro un determinato orario.
C'è stata anche una festicciola con i parenti, l'hanno incoronato con il lauro come da tradizione per tutti i neo-laureati. «Ce l'ho fatta - tra le sue poche parole – ed è una rivincita pure per ribadire la mia innocenza. Nella tesi ho voluto raccontare la mia esperienza dentro il sistema carcerario, con dati oggettivi e pure con il mio vissuto personale».
Se la storia del detenuto con la laurea finisce qui, il professor Navone ha un altro cruccio: «Di recente – spiega – il Dap (il dipartimento per l'amministrazione penitenziaria del ministero della giustizia) ha introdotto una stretta sulla base della quale i detenuti nei carceri di massima sicurezza devono rimanere in cella almeno 16 ore al giorno. Il che significa la fine dello studio che prima i detenuti iscritti all'università conducevano in comune. Uno scambio di punti di vista ed esperienze che era utile a tutti, impedito adesso da questa norma inutilmente punitiva. Mi auguro che sia cambiata al più presto».




-----

Storia di un ragazzo adottato: «Così ho saputo tutto sulla donna che mi abbandonò»



Questa storia inizia a Bologna, anno 2018. Michael Petrolini compie 25 anni. È l’età, secondo la legge n.184/83, in cui ogni figlio adottato riconosciuto alla nascita può richiedere informazioni sui genitori biologici. Michael, quei nomi, li vuole sapere. Ma ci tiene soprattutto a
sapere che cosa abbia spinto sua madre a lasciarlo. Fa richiesta al tribunale per i minorenni di Bologna. Sul sito sono riportati i costi: 27 euro per la marca da bollo più 98 euro contributo unificato per la pratica. Lui paga, compila i moduli e aspetta: giorni, mesi. «Le tempistiche sono bibliche. Dopo quasi un anno, il tribunale finalmente mi contatta per dirmi che ho la possibilità di accedere al fascicolo. Vado e sembra di essere in edicola, ricevo un papiro di fogli con le informazioni sul mio passato e stop… Aiuti psicologici? Zero. Assistenti sociali? Zero. Dovevo cavarmela da solo, ero io e il mio passato».


In quei fogli, Michael rintraccia parte della sua infanzia. Scopre il nome di sua madre e quello di suo padre. Scopre che sua madre è napoletana, suo padre tunisino e non lo ha riconosciuto. Scopre di avere due fratelli e due sorelle. Racconta: «In quel momento ho completato un piccolo pezzo di puzzle, era pura curiosità sapere le mie origini, però si era aperto un altro capitolo. Mi chiedevo: e adesso, che cosa devo fare?». Fino a quel momento Michael-adulto conosce poco di Michael-bambino piccolo: sa che è nato a Torino, che ha vissuto con la madre biologica due anni e poi in una casa di accoglienza. Si interroga sulle sue origini già a scuola quando i compagni gli domandano: «Sei nordafricano? Sei brasiliano?». Lui è consapevole di avere dei lineamenti diversi, ma non risponde altro che «sono di Parma», città dove abita allora con i genitori e una sorella. Spiega agli amici che è stato adottato e ne va fiero.
Iniziare un viaggio dentro (e fuori) sé stesso significa sentire meno quel vuoto, che lui definisce durante l’intervista «buco da colmare». Come lui, sono in tanti e tante a chiedersi il perché dell’adozione. Un’indagine dell’Istituto degli Innocenti di Firenze e Regione Toscana inquadra il fenomeno prima del Covid. I dati risalgono al 2019. Non ci sono studi recenti a livello nazionale, assicurano a 7. Delle 226 persone che si sono rivolte allo sportello Ser.I.O. – il Servizio per le informazioni sulle origini – 140 sono uomini e donne adottate.
Il motivo prevalente: ricerca dell’identità familiare e la comprensione delle ragioni dell’abbandono (153 persone su 226 contatti). Altre ragioni: sapere l’identità della madre biologica (53 persone), conoscenza di eventuali fratelli e sorelle (12 persone), ricerca del luogo/regione di provenienza della famiglia (6 persone). Altre ancora: indicazioni sul padre «che non si è fatto carico del suo ruolo» (2 persone). Oltre a conoscere la famiglia naturale, in molti chiedono l’anamnesi familiare. Domandiamo a Michael perché è stato così importante per lui ricercare le origini. «Ognuno di noi ha il diritto di sapere chi è per costruire la sua identità, non mi sentirei mai completo se non sapessi che cosa è successo nel mio passato, è un buco da colmare che rimarrebbe vuoto, mentre obiettivamente la madre biologica lo sa, conosce le motivazioni per cui ti ha lasciato». Adesso sente di aver chiuso il cerchio? «Non del tutto, ma so che cosa è successo nei primi tre anni della mia vita, non è banale».
Per scoprirlo, appena riceve il fascicolo, Michael va a uno degli indirizzi segnati. Parte da Bologna e arriva a Reggio Emilia. Si ricorda che lì si trova anche la sua casa di accoglienza. La via riportata nel documento però non esiste più. Lui entra in un bar del quartiere e chiede se qualcuno conosce sua madre. Un tizio si ricorda di lei e della sorella. Dice a Michael di aspettare un altro cliente del bar. Questo signore arriva, lo riconosce, gli dice che lo guardava sempre da bambino, che conosce sua zia e sua madre. «Quel signore mi dà il contatto di mia zia, io la chiamo e in 20 minuti lei si precipita al bar». Sua madre è l’ultima persona che Michael incontra. Lei si presenta con il figlio più piccolo. «Non avevo ricordi insieme a lei, non me la ricordavo. Mi ha fatto piacere sapere come fosse fatta fisicamente. I miei parenti biologici per me erano stranieri, degli estranei, mi sono difeso molto a livello emotivo», ammette.
Michael abbassa appena la voce, fa un accenno su suo padre - «uno spacciatore di Reggio Emilia, che entra ed esce di galera» - e si sofferma invece a lungo su sua madre: «Le somiglio molto. Ho gli occhi, il naso e la bocca uguali ai suoi. Lei è una senzatetto, vive in una roulotte abbandonata, è cresciuta a Scampia e ha fatto parte della camorra. Mi hanno prelevato gli assistenti sociali perché vivevamo in mezzo alle macchine. Mia madre ha cinque figli da cinque uomini diversi, solo il minore è rimasto con lei, gli altri sono tutti stati adottati. Vive a Torino. Ora mia madre ce l’ha a morte con gli assistenti sociali, ancora crede che avrebbe potuto tirarmi su da sola. Però lei è una persona buona, cresciuta in un contesto disagiato, e questo aspetto mi ha fatto avvicinare». Vi sentite? «Abbiamo instaurato un rapporto, se la vedo ci abbracciamo, mi sono affezionato. Mi scrive per chiedermi soldi per pagarsi le visite o la ricarica telefonica. Io se posso l’aiuto, altrimenti no. Le ho fatto capire sin da subito che non sono qui per darle supporto economico». Michael spesso va a Torino a trovarla, lui è un regista e sta facendo le riprese per un documentario sulla sua storia.
Cita spesso i suoi genitori «che sono quelli adottivi». «Mi hanno fatto sentire amato, mi hanno lasciato spazio per indagare sul mio passato. Da loro ho preso l’umiltà e l’educazione. Ma ho preso tanto senza volere anche da mia madre biologica: il bisogno di spostarmi, la creatività, l’adattamento in situazioni difficili». Anche sua sorella aspetta di conoscere i nomi dei genitori biologici. Ricorda: «Sono quasi tre anni che è in attesa del fascicolo dal tribunale per i minorenni di Bologna. C’è molto menefreghismo. Si parla tanto dell’accompagnamento alle famiglie, ma dovrebbe esserci anche un percorso per i giovani-adulti alla ricerca delle proprie origini».
Quest’altra storia invece comincia a Bergamo, anno 2021. Sara (nome di fantasia) cerca le sue origini vari anni dopo la morte dei genitori. È per loro che ci chiede di proteggere la sua identità con l’anonimato, «una questione di rispetto». In tutta l’intervista ripete molte volte di essere fortunata. «Ho avuto una storia adottiva felicissima». Lei, il vuoto descritto da Michael, non lo ha mai sentito. «Non mi sono mai sentita abbandonata, i miei genitori mi hanno adottata neonata e mi hanno detto quel poco che sapevano sulla famiglia d’origine». Il suo è stato un parto in anonimato, sua madre biologica non l’ha riconosciuta quando è nata. Varrebbe il comma 7 dell’articolo 28 della legge 184 del 1983 che impedisce a figli e figlie di conoscere il nome della madre biologica che ha deciso di «non voler essere nominata», a meno che la madre non sia deceduta.
Ma quanti sono i bambini abbandonati alla nascita? In Italia se ne contano quasi 300 ogni anno, secondo un vecchio studio della Società italiana di Neonatologia. Contattata da 7, la Sin evidenzia che adesso «non ci sono dati abbastanza aggiornati» e quei numeri non comprendono i neonati lasciati fuori dalle strutture ospedaliere.
Il caso di Sara pone sotto un cono di luce una questione molto discussa: il diritto della madre di non voler essere nominata prevale sul diritto del figlio di conoscere le proprie origini? Nel 2012, la storia di Anita Godelli, che a 69 anni si oppone al divieto della legge 184 di conoscere l’identità della madre, segna un prima e un dopo nella giurisprudenza. In quell’anno, la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo condanna l’Italia per aver violato l’articolo 8 della Convenzione, definendo la normativa italiana più a favore della tutela dell’anonimato della madre biologica. L’anno dopo, un’altra sentenza della Corte costituzionale dichiara in parte illegittima la legge perché non consente al figlio di fare interpello.
Nel 2024 l’associazione ItaliaAdozioni (italiaadozioni.it) depone una proposta di legge in Senato per modificare la normativa sulle adozioni. Tra i vari punti c’è anche quello di uniformare gli iter in tutti e 29 tribunali per i minorenni e consentire l’interpello della madre biologica nei casi non riconosciuti alla nascita. «Adesso chi è nato con parto in anonimato e vuole andare alla ricerca della propria storia può recarsi in tribunale e chiedere di interpellare la madre biologica per sapere se è ancora intenzionata a mantenere l’anonimato. Questa però non è una legge, è una soluzione che hanno trovato i tribunali e si applica in modo diverso da Regione a Regione», spiega Ivana Lazzarini, presidente di ItaliaAdozioni. Poi sottolinea: «Adesso in tanti portano avanti ricerche sulle proprie origini in totale autonomia. Vanno sui social e cercano nomi e cognomi dei familiari. Questa pratica è pericolosa, potrebbe diventare un gesto violento nei confronti di chi non vuole essere rintracciato. Online si possono comprare anche i test genetici che fanno scoprire le provenienze. Che cosa si aspetta a cambiare la legge italiana? Ormai è anacronistica».
A 51 anni Sara vuole chiudere il cerchio. Quando avvia la ricerca assicura di non avere nessuna urgenza. Da Bergamo parte per Milano, città dove è nata. «Vado all’archivio storico e chiedo di accedere ai miei dati personali per ragioni sanitarie. Non mi interessavano i dati sensibili di mia madre o di un eventuale padre. L’archivista mi dà il fascicolo sanitario e mi propone di fare la domanda al tribunale per i minorenni. Mi dice: “La vedo così risolta che dovrebbe provarci”». Sara usa più volte le parole «risolta» ed «equilibrata» quando si descrive. «Risolta» ed «equilibrata» glielo dice anche la giudice onoraria con cui fa il colloquio conoscitivo al tribunale per i minorenni di Brescia (il tribunale di riferimento per chi vive nella provincia di Bergamo).
«A quella giudice racconto della mia vita felice di figlia adottiva, le dico che essere adottata non era né un assillo, né un problema. E le preciso anche che vorrei sapere le circostanze per le quali mia madre biologica avesse deciso di lasciarmi», racconta. Sara aspetta due anni prima di avere delle risposte, la sua pratica rimane a lungo nei cassetti del tribunale. Lei chiede aiuto a un avvocato. «Loro ti dicono che non serve un legale, invece io lo consiglio: al tribunale si erano dimenticati del mio caso perché la giudice era stata trasferita. Poi si sono scusati». Nel 2023 ottiene il fascicolo e scopre che sua madre biologica è lombarda ed è morta molti anni prima che lei iniziasse la ricerca. Scopre che lei, Sara, è nata in casa e quando sua mamma è rimasta incinta lavorava fuori dal paese e non era coniugata.
Sara abbassa gli occhi per leggere qualche appunto che tiene sotto il mento. Dal fascicolo scopre di avere un fratello più grande, anche lui deceduto molti anni prima. Le chiediamo quali emozioni le abbia suscitato. Risponde prima «dispiacere», poi «gratitudine»: «Dopo un po’ di tempo sono andata al cimitero del paese di mia madre e le ho portato un fiore sulla tomba, almeno ho visto una sua foto. Un gesto così vuol dire doppia gratitudine, significa grazie per avermi dato la vita potendo decidere diversamente e grazie per avermi permesso di avere i miei genitori».

30.10.21

il mondo è impazzito ed la censura ed i divieti anacrostici non risolvono certo la cosa .

colonna  sonora
CCCP Fedeli alla linea - Morire
Articolo 31 - Fotti la censura

Come  dicevo  sia  nei post  precedenti    in cui parlavo del fenomeno  SquidGame   (   I  II  )   sia   nel titolo  del post   : i  divieti  ,  le  censure  , ecc.    oggi  con la nuova  rivoluzione  digitale  e  con  il  facilissimo accesso alle  tecnologie  (   brutto vezzo   di  padrini  , genitori  di regalare e  comprare 

 :  smartphone , tablet , iPod , ecc. ai figli o nipoti fin dalle elementari ) dove tutti minori compresi accedono a tali contenuti servono ben poco e risultano vista la facilità con cui vengono dribblati ed elusi a ben poco ed addirittura il famoso \ famigerato Facebook pur di guadagnare con la pubblicità diffonde e alimenta l'odio come dice l'articolo di  repubblica     del  30\10\2021   intervista aWalter Quattrociocchi,  capo del Center of Data Science and Complexity for Society (Cdsc) dell’università La Sapienza di Roma. È uno dei ricercatori europei più importanti nello studio delle piattaforme della Silicon Valley .

Ora  E' vero che  un mondo     sempre  più  impazzito   vedere    oltre  all'allarmante    diffusione  di    :  femminicidi  e\  violenza  di genere  ,    stupri e  violenze  di  branco  contro i  più deboli  ed   i recenti     casi  di  cronaca  : 

  • Cagliari  un  cuoco  \  panettiere   sgozzato   per  motivi  sentimentali  da  un marito  geloso  
  • Ercolano       due  ragazzi  uccisi  ( a  mo'   di  esecuzione  mafiosa  )   dallo stesso proprietario  perchè scambiati  per  ladri   visto che  stazionavano  in macchina  vicino   alla  sua  villetta  

e  quindi  si tratta  di un  emergenza  sociale    ma   la   censura  ed  i  divieti  non servono  . Serve  una  battaglia  culturale   e di legalità .  Una  guerriglia  contro  culturale  .
 Infatti     concordo con   la risposta  di Francesco  merlo   

Caro Merlo, come ha ragione la Signora Acciarito!
Se si dà retta ai moralisti la televisione e il cinema sarebbero chiusi oppure ci farebbero vedere le vite dei Santi. La Signora Acciarito cita Fellini, io Gualtiero Jacopetti ¹ che, all’epoca, con i suoi film di “notte” eccitò la fantasia di noi adolescenti. Non erano “capolavori” per l’epoca (dovremmo aprire un dibattito sul termine capolavoro) ma oggi sono cult per cinefili, “saccheggiati” da molti registi e lascio perdere Tarantino. L’oscenità e la violenza sono nell’occhio di chi guarda. La censura democristiana stoppava Fellini ma non si pronunciava sui porno e li lasciava passare.
Qualcosa, a proposito di censura, si è fatto. Ma poi si vieta ai minori di 18 anni l’ultimo film di Mordini, “La scuola cattolica”. Squid Game passerà. Lascerà traccia? Vedremo.
Non esiste la buona censura. E “Squid game” lascerà molta più traccia del suo Jacopetti.


Scommetto che   mi chiederete  cosa  proponi  .   Ho già    risposto più volte    ai vecchi tromboni  e ai censori   vedere   archivio del blog   in particolare   questo post : << La nuova pubblicità Dietor Dietorelle è all’insegna del bacio  sotto    tutte le  sue  forme    crea    rigurgiti  bacchettoni   e dei soliti  ben pensanti  >>   ed  il   secondo  post  (    il secondo   url   di quelli citati     nelle  prime   righe del post  d'oggi  )   sulla serie Squidgame     ma poiché  potreste  scambiare   i miei rimandi  per  una  via  di fuga   ed  eludere la risposta alle   vostre  domande    ecco    che rispondo pubblicamente   anziché  privatamente  ad  una  email  giuntami  da poco  ( N.B   per  rispettare richiesta  di   privacy   il nome  riportato sotto è un nome  di  fantasia  )  



Spett Giuseppe
Lei qualche tempo fa ha condiviso su twitter un post in cui si paragonava la censura di un capolavoro come la Dolce vita all’eventuale censura di una serie violentissima come quella coreana ? Un adulto può vedere quello che vuole, ma dare in mano ad adolescenti e bambini materiale esplosivo come Squid Game è un vero reato. E non si dica che spetta ai genitori e a i nonni controllare. I ragazzi trovano sempre il modo di eludere la sorveglianza.
Anna


Gentile Signora \ ina Anna  
Forse il paragone riportato nel post che ho condiviso è un po' improprio visto i contesti culturali e storici totalmente diversi . Ma è utile per capire come in Italia si faccia ricorso in maniera ipocrita alla censura ed a divieti ormai sempre più vetusti con le innovazioni tecnologiche . Infatti basti vedere che si chiede la censura o i divieti a senso unico . Io che sono per la libertà e contro ogni proibizionismo sono sono fra quelli che pensano , con buone ragioni , che una sola puntata del Grande fratello e simili faccia più danno di tutta la serie Squid Game . E' vero sarà pure inadatta ai ragazzi sotto i 14 , ma non mi sembra il caso di proibirla o censurarla . Certo concordo parzialmente : con lei quando dice : << dare in mano ad adolescenti e bambini materiale esplosivo come Squid Game è un vero reato.>> cosi come lo è dare senza filtri il cellulare con internet e i social a bambini di 8\12 anni senza prima averli educato all'uso . Nei miei post non sto dicendo << che spetta ai genitori e a i nonni controllare. I ragazzi trovano sempre il modo di eludere la sorveglianza. >> non mi fraintenda , ma prima di lasciarli liberi educarli criticamente . Quindi Aiuti i suoi figli e i suoi nipoti a capire senza : tabù , altarini , quello che vedono o leggono ma lasci perdere la censura che, tra l’altro, alla fine promuove tutto ciò che vuole proibire . Infatti tali serie e tali programmi hanno successo , indipendentemente dalla loro  bellezza o bruttura ( dipende dai punti di vista ) ma dalla grandissima pubblicità che gli stata fatta sia con le recensioni e le critiche

[... ] Ricezione critica
Rotten Tomatoes ha assegnato alla serie una valutazione media di 8,1 su 10, basata su 43 recensioni.[25] Su Metacritic, la serie ha un punteggio medio ponderato di 75 su 100 basato su 10 critici, indicando "recensioni generalmente favorevoli".[26]
Risposta pubblica
Joel Keller del New York Post affermò che la serie è «creativa». La descrisse come avente «una narrativa serrata e una storia che ha il potenziale per essere tesa ed eccitante» e concluse la recensione dicendo che «[Squid Game] prende una nuova idea e la trasforma in un dramma elettrizzante; speriamo che continui a creare la tensione che abbiamo visto negli ultimi venti minuti, durante tutta la stagione».[27] Jonhaton Wilson, recensendo per Ready Steady Cut, affermò: «a parte l'essere allungato un po' troppo sottile in alcuni punti, direi che [Squid Game] merita tutti gli elogi che sta per ottenere».[28] Pierce Conran, del South China Morning Post, assegnò un punteggio di 4,5 stelle su 5 e affermò: «nel complesso, questa è ancora una schiacciata selvaggiamente divertente da parte di Netflix Corea, che (probabilmente) sarà adottata in tutto il mondo, come lo sono stati i suoi predecessori».[29] Hidzir Junaini, del New Musical Express, assegnò un punteggio di 4 stelle su 5 e affermò: «intelligenza tematica a parte, Squid Game è una serie che mette grande tensione ("a white-knuckle watch"), grazie al suo elemento di competizione viscerale».[30] La serie venne però anche criticata per la sua somiglianza con il film giapponese As the Gods Will, uscito nel 2014. In risposta alle accuse di plagio, il regista Hwang Dong-hyuk dichiarò di aver iniziato a lavorare alla sceneggiatura della serie già nel 2008 e che la somiglianza della serie con il film (di cui era venuto a conoscenza durante le riprese) era soltanto casuale.[31][32] . [...]  segue  su    https://it.wikipedia.org/wiki/Squid_Game

sia con " terrorismo mediatico da vecchi tromboni e retrogradi ( ovviamente sto facendo un discorso in generale non sto parlando di lei ) censori che per paura o incapacità non sanno fare i genitori i nonni e chiedono la censura ed i divieti anziche cercare di capire cosa attira tali figli /nipoti di tali programmi e cosi facendo amplificano lo stato di trasgressione ed il fascino del proibito ( soprattutto nei per i ragazzi e ragazzini ) il desiderio \ curiosità del vedere perchè è stata richiesta la censura . Quindi <<è evidente che >> secondo quanto dichiara a https://www.agi.it/cronaca/news/2021-10-30/squid-game-garanti-a-genitori-non-lasciare-soli-i-bambini-14368399/ Carla Garlatti, presidente dell'Autorità Garante per l'Infanzia << esiste un problema di controllo da parte degli adulti e, insieme, la necessità di trovare una risposta, in questo caso, a una serie di successo su scala planetaria. I genitori, trattandosi di video diffusi da una piattaforma di streaming, possono attivare sistemi di parental control, ma questo argine può saltare se le stesse sequenze sono condivise sui social, anche se va ricordato che sotto i 14 anni i bambini non dovrebbero poter accedere a tali piattaforme".>> Infatti <<< è plausibile - prosegue Garlatti - che possano comunque venire a contatto con tali contenuti, magari per il tramite di compagni di classe o di giochi>>. Per questo, conclude, sarebbe ( ed necessario ) opportuno che genitori ed educatori , invece di limitarsi a raccogliere petizioni che invitano a proibire o a cancellare dai palinsesti tali serie inizino a discutere insieme ai ragazzi ed ai genitori i motivi per i quali sono affascinati dai temi della competizione, della crudeltà, delle differenze sociali e della morte. << [... ] è infatti essenziale cogliere quali sono gli aspetti importanti di cui sentono la necessità di parlare e affrontarli con loro>>.
 
                    Cordialmente Giuseppe Scano

1.12.18

red land - rosso d'istria censura \ boicottaggio o pessima distribuzione ? vittimismo o incapacità d'agire ?

red land
Inizialmente ero un po' incerto sia se parlarne e farci un post dedicato al film red land - rosso istria , a causa degli articoli vittismisti del tipo al lupo al lupo presenti sui giornali destra e d'estrema destra che invocano la censura ed il boicotaggio , quando a mio avviso è ancora prematura tale cosa , in quanto si tratta di una pessima e disorganica distribuzioone ( vedere url cosa successe a nuovo cinema paradiso ) . Ma poi dopo aver visto tra i risultati di una mia ricerca su google sia questo articolo de ilfattoquotidiano sia questa scheda sul  film  di    wikipedia . Infatti eesa dice che : << Mymovies ha dato al film 3 stelle e mezzo su 5 scrivendo che: "Maximiliano Hernando Bruno è riuscito a trovare in buona misura la chiave giusta per raccontare quei giorni e quelle vicende, cioè per adempiere ad uno dei molteplici compiti del cinema: fare memoria. Diciamo in buona misura perché qualche accentuazione melodrammatica non manca (il capobanda titino è il Male assoluto così come al comunista italiano vengono offerti i tratti del traditore della propria gente, anche per risentimento amoroso, con possibilità di riscatto finale come nell'opera lirica). Nel complesso però la sceneggiatura sa mostrare con equilibrio sia la sensazione di smarrimento conseguente all'8 settembre, sia ciò che anima nell'intimo le varie parti in causa. Il generale Esposito espone tutte le perplessità dell'Esercito dinanzi a una guerra sbagliata voluta dal fascismo così come non viene taciuta l'italianizzazione forzata dell'area condotta negli anni dal regime." >> . Ora concordo con l'articolo  prima linkato  de ilfattoquotidiano perchè  quando  certi dolorosi  eventi storici    che  ancora  dividono e  su  cui le  rispetive parti in causa  non  sono riusciti  o   non vogliono fare  completamente  fare  i conti  con quello    che  hanno fatto      ed    tali  vicende   vengono strumentalizzate è come se le vittime    (   dirette  e  indirette    delle  pulizie  etniche    e delle violenze    sia  di una parte  sia  dell'altra   )   venissero uccise due volte. Lo stesso accade quando vengono ignorate e condannate all’indifferenza  o relegate in libri  di nicchia  per  specialisti e    non scolastici o per  il grande  pubblico  . 
Anpi e Anppia danno voce alle vittime delle Foibe
 Infatti  le celebrazioni ufficiali    del  10 febbraio giornata     del ricordo   dimenticando    quello che   succedesse  prima    e  se   e  parla   o se  ne accena    si viene accusati   d'essere  anti italiani      o revisionisti   .  E quindi  ci   si concentra  solo     sulle orribili    e  crudeli    vicende  che   sul finire della Seconda Guerra Mondiale, furono circa 7.000 gli Italiani vittime delle Foibe: donne, vecchi, bambini, partigiani italiani, intellettuali e contadini, militari e civili. Si stimano in 350.000 gli italiani che dovettero abbandonare le loro case e la loro terra. Iniziata come una rivalsa contro il regime fascista, l’ondata di esecuzioni portata avanti tra il 1943 e il 1947 dai partigiani Titini si trasformò in un’operazione di vera e propria pulizia etnica.Dmenticando     che     essa  ci fu  anche prima   ad  iniziare   dal  primo  dopo guerra  . 
red land
Per oltre settant’anni questa pagina della storia è stata posta sotto silenzio  per  motivi  politici   interni     ed  internazionali    dovuti  alla  guerra fredda   ed   utilizzata in modo fazioso da una singola parte politica. Non puo' più consentire che  simili tragedie   come  quelle   sul  confine    orientale  e  di cui le  foibe    e l'esodo   sono  la parte  culminante  venga usata per scopi certamente non disinteressati, non possiamo più permettere che   tali vicende  siano soffocate dal timore di incrinare facili stereotipi manichei, o  memoria  e     ricorrenze  a  senso unico   negando la possibilità   e l'evidenza   che il Male possa annidarsi ovunque.
Concludo  non riuscendo  a spiegarmi    , come dicevo  dal  titpolo  ,  del  perchè gli autori invece di lamentarsi , non provino come ha fatto il film documentario su riace , a metterlo free per tre quatro giorni in rete o  nelle  web tv  a  pagamento  come  netflix  cosi lo si possa guardare e magari creare opinione pubbllica per fare pressioni sulla ri perchè lo trasmetta o magari ottenga una maggiore e capillare diffusione nelle sale italiane . 


22.11.18

mancanza del senso del pudore parte II . confusione fra sensualità e volgarità

canzone  cosnigliata 
nostra  signora  dell'ipocrisia  -  Francesco  Guccini

 potrebbe essere  utile
https://www.facebook.com/GiorgiaVezzoliVitaDaStreghe/
http://www.retedelledonne.org/mappatura/blog-di-donne-e-per-le-donne-altri/blog-su-temi-femminili
http://www.retedelledonne.org/mappatura/blog-di-donne-e-per-le-donne-altri/blog-su-temi-femminili/page2
http://www.retedelledonne.org/mappatura/blog-di-donne-e-per-le-donne-altri/blog-su-temi-femminili/page3


discutendo su fb del mio precedente post riguardante il senso del pudore oggi mi sono accorto che ha ragione  questo  commento:
******
 un mio contatto fb quando risponde al mio post ri portato su fb https://bit.ly/2OSdThn Se metti una foto provocante sei sessista.
Ma se la trovi provocante sei bacchettone.
Non se ne esce.

ecco  la  mia  risposta   \   il mio pensiero in merito  . 

N.b
 Ho preferito   usare  il blog   siua perchè sono ancora  legato    al blog  , sia perchè fb      mi sembra  inadatto per  post  tropo lunghi   .


 vero  . il problema  e  che  si   vede  la    provocazione   come qualcosa  di negativo  .  Non si riesce più   a  distinguere  sensualità  e  volgarità .
Per  me  è   volgarità  e  quindi sessismo   quando in  questo caso  mi riferisco  alle foto  alle immagini    il corpo di  una donna  o pose  provocante     viene  usata  "  decontestualizzata  "  in pubbblicità  non attinenti  (   biancheria intima , profumi , assorbenti  , prodotti per  l'igiene intima  )  come quelle citante  nel post    citato prima  . Oppure   l'uso che  se  ne  fa  in certi  programmi  tv   o  in certe pubblicità vedere    IL corpo  delle  donne  di Loredana  Zanardo
Per  il  resto è fuffa


  Ora   per  spiegarmi  meglio     ed  seguendo   l'esempio   di Giulietto chiesa  e   poi  della  Zanardi (n url  )   che   combatttono  gli stereotipi di  genere  ed  educano   alla lettura  delle  imagine    ho  messo  due  tipi  di  foto 
  erotico \  sensuale  il primo  tipo
account   istragram di  @danilo_loriga


Risultati immagini per sensualità

   pubblicità sessiste    e    volgari   a  doppio senso

Risultati immagini per pubblicità sessiste


Risultati immagini per pubblicità sessiste

7.9.14

a quando in italia un freemarket ?



alcune  foto qui presenti  sono   prese dalla galleria  di  repubblica   ( qui la  galleria  citata )   le foto postate sul profilo Instagram del Freemarket, che descrivono le ultime fasi di preparazione del locale, prima della sua apertura



Erano   mesi che un gruppo di giovani danesi lavorava alla realizzazione di un luogo fisico per lanciare la sua startup.
Finalmente a metà agosto è stato inaugurato a Frederiskberg quartiere di Copenaghen  un supermercato che ha adottato un'insolita strategia di marketing: "vendere" prodotti gratis. una fila lunga un centinaio di persone attendeva di entrare nel nuovo negozio  Con lo slogan "prova prima di comprare" Simon Taylor, fondatore di Freemarket, ha accolto i suoi clienti e promosso un nuovo modo di fare la spesa, "vendendo" prodotti alimentari gratuitamente in cambio di pubblicità sui social network. Il suo piccolo negozio è adatto a chi è aperto a sperimentazioni e disponibile a cambiare le regole classiche del "fare acquisti".

Per aderire alla filosofia di Freemarket è necessario registrarsi al sito web del negozio e lasciare i propri dati personali: età, sesso, hobby. Ma la regola più importante è scattare una foto ai prodotti scelti e pubblicarli su Facebook, Twitter o Instagram corredati da descrizione e giudizio. Inoltre, il cliente deve pagare un canone mensile irrisorio - circa 2,50 euro - per il mantenimento del locale (anche le aziende, poi, versano una quota per esporre i propri prodotti). Può scegliere solo dieci prodotti al mese, tutti diversi tra loro. "È una nuova forma di pubblicità", afferma il fondatore, ex dipendente di un'agenzia pubblicitaria, che non ha fatto altro che rimodellare vecchie strategie di marketing, adattandole all'era del 2.0 della condivisione e del passaparola "internettiano". 



Non è più, quindi, un'azienda che convince il consumatore a provare un prodotto (come era nella pubblicità tradizionale), ma è il consumatore a sceglierlo; non è più il marchio a decidere le sorti di un prodotto, ma è il cliente che esprime il suo parere. Infatti  Unica richiesta del punto vendita è quella di registrarsi al sito online del supermercato e lasciare una gran quantità di dati personali a disposizione delle aziende che vendono i propri prodotti nel Freemarket, oltre all'obbligo di postare sui social network Facebook, Twitter o Instagram foto e descrizione degli alimenti "acquistati". E' una "nuova forma di pubblicità" afferma il fondatore, Simon Taylor.









Inoltre sempre  secondo repubblica  .it   


In uno scambio di opinioni e soddisfazioni reciproche, Taylor segue il concetto chiamato "tryvertisin": l'azienda ottiene pubblicità per i suoi prodotti, informazioni sul cliente e allarga il bacino di contatti, mentre l'acquirente fa la spesa senza quasi mettere mano al portafoglio. Un dare e avere reciproco che all'azienda costa qualche alimento-prova da impiegare come test di un "gioco", mentre al cliente la "messa a nudo", ancora una volta, dei propri dati personali. Le norme sulla privacy sono rispettate ma, in un periodo storico in cui proprio grazie ai social network siamo continuamente monitorati, sarà questo un nuovo modo per essere "schedati"? Cloetta, Storck, Läkerol, San Pellegrino sono le aziende che hanno deciso di riempire gli scaffali del negozio. E per loro il Freemarket è un'occasione per testare i propri prodotti e il loro impatto su un mercato ridotto, analizzare il comportamento di acquisto e fare una valutazione prima di lanciarli a livello nazionale. Il negozio - che in principio era un sito online dove si effettuavano ordini recapitati dal postino - sta avendo feedback positivi: in meno di un mese è passato da 5.000 a 10.000 clienti. Dopo aver passato la prova del nove con un paese come la Danimarca, che Taylor definisce "difficile per l'affermazione di questa innovazione per lo spirito conservatore delle aziende", il fondatore sta già pensando di aprire altri Freemarket in Svezia e Finlandia nel 2015 e in Inghilterra nel 2016.

aspettiamo con ansia   l'apertura  in italia    

23.5.14

Cornetto Algida e lo spot con la coppia lesbica VIDEO



musica  in sottofondo
Wild Child -Pillow Talk 

N.b
Ho modificato la  foto originale  che trovate  a fine post    perchè  il paese  è piccolo  e la  gente  non capisce   le  provocazioni  , figuriamoci  se  io (  quello a  destra  )  che  ******   che   siamo  entrambi  Etero  ed lui  è addirittura   sposato  con figli fossimo realmente   omosex  


Anche  nella puritana  Inghilterra  del niente sesso siano in inglesi  avvengono  queste   bellissime   iniziative ij ambito  pubblicitario   .
A quando   nel  clerico   ipocrita  Italia  ?
Fncl  a  chi  dice   che  l'amore  omosessuale  è   solo  volgare

da   http://lezpop.it/

Cupidity Love Stories è la campagna pubblicitaria del Cornetto Algida per quest’estate, ovvero dei corti che Logico#1 con le musiche di Cesare Cremonini, nei paesi anglosassoni, invece, è stato pubblicato 40 Loves, un bellissimo corto ambientato nel mondo del tennis.
raccontano romantiche storie d’amore. In Italia, qualche tempo fa era uscita
Con la voce fuori campo e un cameo di Lily Allen, una colonna sonora indie davvero azzeccata, e due protagoniste adorabili (la bella tennista e la povera giudice di linea che si becca una pallonata sul viso) 40 Loves è un piccolo gioiellino. Enjoy!

concludo  questo   post  con  una mia  provocazione  fotografica  . Intitolata  autoscatto contro l'omofobia ovviamente  modificata  per  i motivi  spiegati all'inizio del post








19.12.13

anche le pubblicità dei prodotti d'oppressione come le banche posso essere fatte bene



un video che pubblicizza una banca ....... ma meraviglioso pure io ho pianto... come mi capita tutte le volte che sento questo pezzo . Infatti fra i tre commenti di questo articolo  di  http://ultimahoradiario.com.ar/?p=17577 del 3\12\2013



Una niña pone una moneda a un músico y lo que sucede a quedado en la historia


Una pequeña le da unas monedas a un músico en la calle y lo que recibe a cambio es algo increíble. Este flashmob ha tocado al mundo entero, no hay duda del poder de la música. El propósito fue rendir homenaje a su ciudad con… mira el vídeo.

e  da   http://video.repubblica.it


Il flash mob orchestrale della banca, l'inno alla gioia in piazza

Basta una monetina e inizia il concerto. Prima comincia a tratteggiare la melodia una piccola sezione di archi ma, a sorpresa, si aggiungono tutti gli altri elementi, fiati, percussioni e il coro delle voci in una progressione monumentale che culmina nel tema principale della Sinfonia di Ludwig Van Beethoven, il celebre Inno alla gioia. Tra lo stupore e il coinvolgimento emotivo di tutta la piazza, che si affolla attorno all'orchestra. Un "flash mob sinfonico", organizzato dal Banco Sabadell, l'istituto di credito della città catalana, per celebrare i suoi 130 anni, dal titolo "Som Sabadell" (Noi siamo Sabadell)

(a cura di Matteo Marini)



che riporto sotto io mi schiero con quello di Renato







Oli Favero · Seguir · Milano
E' solo un video che pubblicizza una banca. Fatto bene, ma niente più...quale potere della musica...questo è il potere dei soldi.
Responder · 20 · Me gusta · Seguir esta publicación · 15 de diciembre a la(s) 12:18


Lucio Maiorano · Mejor comentarista · Università del Salento
il capitale lo ha messo solo la piccolina
Responder · 2 · Me gusta · 16 de diciembre a la(s) 18:59



Renato Gagliardini · Università di Bologna
e chissenefrega se pubblicizza una banca!!! la cultura costa e sewnza soldi non si può fare, se una banca spende qualche soldo per una cosa di questo tipo, tanto di cappello!!

Responder · 4 · Me gusta · 16 de diciembre a la(s) 19:04.

26.9.13

ultime cartucce della disney italia prima di passare alla panini \ fantasy bonelli e fantasy disney

Con il n  3018   finisce   l'era   disney  italia e dal  3019  inizia   quella  panini  .  A firmare il passaggio epocale nella  storia  di topolino   - il secondo dopo quello da Mondadori a Disney nel numero 1702 del 1988, è il maestro  Giorgio Cavazzano .

da , tranne  i pezzi non in  corsivo  , dalle recensioni di papersera.net

da  papersera.net
In   questo numero  che  <<  chiude l'era Disney Italia e lascia spazio ad una nuova gestione quella Panini; forse per non impaurire troppo i lettori per questo cambiamento si è deciso di mandare alla stampa un numero mediocre, con storie di un livello piuttosto lontano da quello a cui siamo stati abituati negli ultimi mesi.
L'unica storia che rende il numero degno di essere letto è Bum Bum e l’androide perfetto (Mastantuono/Intini) in cui il tratto di Intini, sempre particolare e gradevole, attento ai particolari ed evocativo nelle espressioni dei personaggi, si adatta alla perfezione al carattere di Bum Bum Ghigno che in questa avventura deve trovarsi in una fase, diciamo maniacale, della sua esistenza. L'affresco che se ne ricava è un misto di divertimento e di riflessione che rende queste pagine molto intense e Bum Bum ne esce come sempre vincitore.>> . Ottima  storia  , mi descrive   alla  perfezione  , visto  che   in molti casi  mi  comporto cosi  .
<< Purtroppo da qui in poi non si riesce a trovare elementi narrativi interessanti; in Topolino, Macchia Nera e l’incredibile viaggio dell’acqua (Bianchi/Soldati) si assiste ad una didascalica avventura che descrive il percorso di una molecola d'acqua. Storia su commissione senza dubbio e questo giustifica in parte la mancanza di verve e di creatività, ma la storia utilizzata non sta in piedi, i personaggi sono caratterizzati in modo poco credibile e l'utilizzo continuo della parola "acqua" e dei suoi derivati invece che incuriosire infastidisce.>> Vero  avrebbe potuto  essere fatta meglio
 << La situazione non migliora con la breve Paperino, Paperoga e il tracciato cittadino (Valentini/Milano),>> la   solita  storia  alla  stanlio ( Paperino  )  ed  Onlio ( Paperoga  ) ,. << nè con Weird West Mickey - Scherzi della memoria (Pericoli/Dalena)  e Weird West Mickey - Il magico west di Pippo (Pericoli/Dalena), che forse non riescono nel loro intento di creare un mondo parallelo che suggestioni il lettore con atmosfere particolari, alla fine della lettura resta poco, non si riesce ad andare più a fondo del piano narrativo e la sensazione è che non ci si riesca perchè non c'è niente.Infine Wizards of Mickey - I custodi della memoria (Venereus/Perina) che non dona di certo smalto al numero, verbosa, prolissa, il cui intreccio si perde creando più confusione che altro. >>  Qui non concordo   completamente perchè  :     non è  solo prolissa e verbosa   , ma  è  interessante  perchè ci fa  capire  le origini ( salvo un aria   di mistero  del rapporto fra  Amelia  e  il ignore degli inganni )   di Amelia  ., le  due storie  di  WWM potevano   essere  raggruppate  in una storia  suddivisa  in due  tempi e  con topolino e pippo che  ricordano tramite  flashback  di come  sono entrati nel gruppo area 41  .
Insomma numero senza  infamia e senza lode che si salva solo per la storia d'apertura e per "Che aria tira..." della Ziche che è davvero esilarante... .  Bof.... giusto se già collezionate la testata...  soprattutto in passaggio cruciale  come questo  da  una casa editrice  ad  un'altra  . Comunque  nella media: non passerà alla storia, ma...  . 

Ora  Mentre terminavo questo post mi sono    venuti   in  mente  questi   due   link   :

il numero  zero di Orfani 
Oltre  a    rileggermi le  prime  2  saghe di WOM  ,   visti  i  continui  richiami  ad esse contenuti  in questa    2  puntata  del  VI  saga  ,  e  mi sono  messo  a  fare  un'analisi    fra  i  due  tipi di  fantasy . 
Mentre   alla Bonelli dopo,se  pur tormenta  ma feconda  (  vedi tutte le derivazioni  e  spin-off da  essa  scaturiti  )  di Zona X  la  Bonelli ha  trovato   : << (...)  la voglia e il coraggio di puntare sul Fantasy. Un genere che nell'ambito letterario è pieno di grandi autori, ma che nel mondo del fumetto è generalmente bistrattato. Dragonero è un titolo davvero eccellente che da giustizia a questo genere >>  (  Fabio Renzetti  )    creando cosi      nuovi  fantasy  ( drago nero  creata da Luca Enoch e Stefano Vietti. In uscita nel giugno 2013.  E Orfani   di  prossima  uscita   )



dalla  pagina facebook  di drago nero  
Da  quello che   ho visto  e  letto  in rete   , in quanto  momentaneamente   in  deficit  € (  compro  già tre  fumetti  ,  Dylan  Dog  , Martin Mystere  e   topolino ) non posso permettemi  ulteriori spese,  sembrano  eccellenti  .  Mentre  alla disney  il  fantasy  sembra    arrancare   sparando  le  sue     su  ultime cartucce l'ultima wizzard  of mickey   e  l'al'tra saga  ( prossima  alla  fine  peccato )  di Weird West Mickey  uno   "scopiazzamento" ( seppur 6 volumi di disney fantasy.
Ora  sto  finendo di leggere anzi rileggere   la  seconda  puntata  di  dell'ultima saga  di WOM . Essa   non  è  male almeno per  il momento , priva   di tutti  quegli  orpelli   che  avevano banalizzato   e fatto  si che   Wom  una storia  potenzialmente  intrigante  e   valida   sia diventata  una  saga   mancata .   Una mezza    delusione   poi passatami  con la  lettura  dei primi due volumi    dei   6 volumi di disney fantasy  
 fInfatti  mi sarai aspettato qualcosa    di  più dopo quasi  2  anni  d'assenza della serie *   di una semplice lotta  tra  il bene  e  il male , di  una  saga  traino alla   riedizione in unico cofanetto  dei    4 volumi comprendenti tutte le puntate della prima e seconda saga, più alcune storie illustrate inedite non a fumetti usciti  in contemporanea  ai  n. 2707-2708, 2740 - 2741  )  .
da  google  
Credevo   che  , vista   l'ormai  prossima   uscita  , per il periodo pre  natalizio ,  secondo  il sito ufficiale, del film  hobbit  II (  il  2  della trilogia  cinematografica  )   tratto dall''omonima  opera  di Tolkien  , ci    fosse    un  riferimento  \  trasposizione   fumettistica  sul modello  di     The Hobbit (Walt Disney Film) , oppure   una  parodia  (  come   quella di paperino  e  il signore  del padello  )  o rielaborazione  alla  Artibani  \  Gagnor . Potevano  farla  così : 1)  con   il  trio ,  di WOM  , ormai vecchio  vecchio   che    durante  una cena    narrano  ai  rispettivi  nipoti  ( qui  quo  qua     e  tip  e  tap  e  gilberto  o   gancio    )    il motivo  che  li spinse  ad intraprendere il viaggio  e  di  come  s'incontrarono ( vedi prima serie  )  spiegando come mai , per  paperino ,  gli incantesimi  di paperino sono ad  effetto  ritardato  o il perchè   clarabella che  dimentica  le visioni premonitrici  della sua  sfera  .  2)   con il mago Nereus che  decide  dire   a  topolino  il vero motivo   ( alla  hobbit  )    per cui  hai scelto lui  , raccontando  un avventura  con il padre di topolino e  i  genitori   di Pippo e   paperino   e  che avrebbe previsto l'incontro  con i loro discendenti  .  
Ora    Speriamo  che  il passaggio   alla panini 
26/09/2013 http://www.paninicomics.it/web/guest/news?id=83660

Latest news Topolino alla Panini!
Comunicato stampa
Panini S.p.A. è lieta di annunciare di aver perfezionato l’accordo con The Walt Disney Company Italia per l’acquisizione del ramo di azienda dei periodici Disney in Italia: a partire dal 30 settembre 2013 sarà quindi Panini l’editore di Topolino, Violetta, I Classici Disney, Paperino, Principesse, e di tutto il variopinto parco di testate sino ad oggi pubblicate da Disney Italia, assicurando continuità rispetto al patrimonio e l’alta qualità di storie e fumetti che hanno accompagnato e divertito intere generazioni di italiani.Questi titoli vanno a integrare il già vasto portafoglio del publishing Panini, che sotto i marchi Panini Comics, Panini Magazine e Panini Books edita oltre 1.700
 pubblicazioni all’anno in Italia, da Naruto a Cioè, da Rat-Man a Star Wars, da Hello Kitty a World of Warcraft, oltre all’intero parco titoli Marvel, che Panini gestisce con successo da quasi due decenni.
Attraverso questa acquisizione, entra a far parte di Panini lo staff di Topolino e dei periodici Disney, che da una nuova sede ubicata a Milano continuerà a produrre i contenuti del settimanale Topolino e degli altri titoli disneyani, leader assoluti in Italia nel settore dei periodici per ragazzi.
Il primo appuntamento in edicola è fissato per mercoledì 2 ottobre, giorno in cui uscirà il primo numero di Topolino targato Panini Comics, il 3019, un albo da collezione che avrà una copertina da consegnare agli annali della storia del fumetto, in cui Mickey Mouse interpreta la mitica “rovesciata Panini”, iconico simbolo degli album di figurine “Calciatori”. Il maestro Giorgio Cavazzano ha voluto così marcare nel suo disegno questo epocale passaggio di testimone, il secondo nella vita della testata dopo quello da Mondadori a Disney Italia nel 1988 con il numero 1702.
Per tutti i collezionisti, uscirà anche una preziosa versione “variant” dell’albo, con una copertina in materiale speciale color verde, che sarà disponibile allo stand Panini Comics durante le principali fiere di settore di ottobre e novembre, e nelle migliori fumetterie.
Aldo H. Sallustro, amministratore delegato Panini S.p.A., ha così commentato l’acquisizione: “E’ con grande soddisfazione che accogliamo Topolino e le testate Disney all’interno delle attività editoriali Panini. Da sempre Panini è in prima linea per divertire, intrattenere e anche educare i ragazzi di tutte le età, ed è motivo di orgoglio poter continuare a farlo attraverso periodici che già sono nelle storia dell’editoria e della cultura di questo paese, e continueranno a esserlo negli anni a venire grazie all’impegno nostro e di tutta la nostra squadra, Questa acquisizione consolida il nostro ruolo di editore leader in Italia nel publishing per ragazzi, e rende ancora più saldi i rapporti con Disney, di cui siamo licenziatari esclusivi per le figurine da decenni, e con cui siamo già in relazione nel settore publishing grazie alle licenze Marvel e Star Wars”.


 confermato anche  da  :  A)  da  https://www.facebook.com/luana.ballerani  della  Disney  .,  B )  da http://topoinfo.org/topolino/3018/  : <<    questo numero è da tenere d'occhio, perché -storicamente parlando- si tratta dell'ultimo numero edito dalla Disney Italia, che passerà il testimone alla Panini.
Quindi, in parole brevi, finisce un'era  e ne  inizia  un'altra  .Speriamo che  :  

  1. continui  la linea  editoriale  del direttore  (   sempre   che rimanga lei  )   Valentina  de Poli  nel recuperare  autori      che  disney  non ne  volevano sapere  .
  2.  che  gli autori  siano pagati meglio  onde evitare   casi ( qui e nel  pagine seguenti  la  querelle  con la disney  )  di    bruno concina  e  Carlo chendi
  3. migliori  e sia  più efficiente       nella distribuzione  in edicola  vedere  polemiche   sul n 3000 e  sulla  cattiva  distribuzione del cofanetto  prima  citato    e  la  distribuzione solo  nei super  ed ipermercati  di certe   edizioni  \ raccolte  di  topolino   e l'uso massiccio  delle ristampe  ( volgarmente   riciclo  )  con le rese    come  il  cofanetto  di cui si è parlato in questo post  
  4. si liberi   dal  "giogo "  tedesco  \ nord  europa  per  quanto riguarda le storie  straniere   e  torni come  un tempo a  pubblicare  anche  all'interno del  settimanale  altre storie  straniere  come  quelle  con  Josè carioca  e la  combriccola  d'amici    
  5.  riprende    o faccia  ritornare    vecchi come  Carlo Chebdi  che ancora   hanno  delle storie  inedite   vedi   3  collegamento del  punto 2 

E  che  si possa avverare  l'ottimismo di 


21 settembre tramite cellulare vicino a Vimodrone, Lombardia
Per me questo 2013 è un anno di nuovi inizi. E a me i giorni zero, i giorni uno, piacciono tantissimo. La vita è proprio questo, per me: ripartire, ripartire sempre, finché puoi, finché hai una possibilità. I giorni nuovi, carichi di idee, di ottimismo. Per questo, non vedo l'ora di ripartire. Con una redazione e un gruppo di colleghi così. Con una copertina così. Panini, giorno uno!
e
         
cliccare  sopra per  ingrandire 

 e  gli auspici  di 
Immagine Avatar Andrea autore k3vin  utente  di  topo info


  


Beh, eccoci dunque al "passaggio"... Non so bene cosa pensare, da una parte sono molto fiducioso nei confronti di Panini, sperando che voglia mantenere il percorso di aumento della qualità intrapreso in questi anni, magari dando una spinta in più con nuove testate e progetti innovativi. Dall'altra sono un po' preoccupato, ovviamente, verso questo futuro "sconosciuto". Per ora quindi sono neutrale, aspetto a vedere cosa succederà.
So due cose però. La prima è che mi fa molta impressione vedere il logo di un diverso editore in copertina, la seconda è che questa copertina non mi piace proprio. Capisco che le figurine dei calciatori Panini siano il prodotto di punta di Panini e un buon modo per presentarsi, ma a me del calcio non me ne può fregare di meno e anzi, mi infastidisce un po' vederlo associato così tanto a Topolino. Nel senso, non è uno speciale sul calcio, che ci potrebbe anche stare, è una copertina di presentazione di una nuova era di Topolino... .Noon partiamo prevenuti... In realtà la Panini è un colosso nella pubblicazione di fumetti e manga, possiede anche una rete di negozi fisici... Non si sa mai che la nuova distribuzione porti vantaggi per gli abbonati o la possibilità di chiedere arretrati, per esempio! Inoltre Panini è solita mantenere in vita anche testate che non vendono molto, quindi potrebbe decidere di lanciare qualche nuovo progetto... Riguardo alle storie puoi stare tranquillo, la redazione e gli autori rimangono gli stessi ! 

Non so  più  c....  caspita dire  , se  non  arrivederci  in edicola   con il  nuovo corso 



*  In ordine cronologico (non di pubblicazione), le saghe sono:

  • Wizards of Mickey - Le leggende perdute del 2009 (Topolino nn. 2796-2809-2810)
  • Wizards of Mickey  del 2006 (Topolino nn. 2654-2663)
  • Wizards of Mickey II - L'Età Oscura del 2007 (Topolino nn. 2680-2689)
  • Wizards of Mickey III - Il male antico del 2008-2009 (Topolino nn. 2725-2726, 2739-2740, 2773-2774)
  • Wizards of Mickey IV - Il nuovo mondo del 2009 (Topolino nn. 2802-2805)
  • Wizards of Mickey (Gulp) del 2009 (da Topolino n. 2820)
  • Wizards of Mickey V - Lemuria del 2011 (Topolino nn.2909-2911)

  

Destinazioni lontanissime da raggiungere a velocità moderate: viaggiare in scooter è un’esperienza unica, diversa da tutte le altre

in sottofondo Vespa 50 special - Cesare Cremoni Culture Club - Karma Chameleon