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9.10.24

Diario di bordo n 81 anno II . lode ai 130 soldati israeliani che si sono rifiutati di combattere per proteggere gli ostaggi , il 7 ottobre non è solo il vigliacco atacco di hamas , cento anni della radio , in rai non sarebbe mai successo che Flavio Insinna dia al ministro Salvini una sottilissima bordata.

stavo iniziando questo  n  dellla rubrica ( strana 😁😲🤔✍🏼🎙🎵 coincidenza visto che uno dei post parlerà de 100 anni della radio ) e  quindi cambio   l'ordine dei post  d'apertura  . leggo  su  msn.it   che 130 soldati israeliani , a cui va tutto il mio appoggio e la mia solidarietà   anche  se  pur  critica  perchè l'hano  fatto  per  gli ostaggi  e  non per   la  pace ,  ma   è  già un  qualcosa anche  se  una  goccia  in mezzo  al mare   delle operazioni militari   , si sono

Gaza, 130 soldati israeliani si sono rifutati di combattere per salvaguardare gli ostaggi
Storia di agi
• 3 ora/e 



AGI - Si rifiutano di combattere a Gaza per non "sottoscrivere la condanna a morte" degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas. Un gruppo di 130 soldati dell'esercito israeliano si sono opposti alla continuazione dei combattimenti nella Striscia poiché rappresentano una "sentenza capitale" per i 101 ostaggi ancora nell'enclave palestinese."E' chiaro che la continuazione della guerra a Gaza non solo ritarda il ritorno degli ostaggi ma mette anche in pericolo la loro vita" si legge in una lettera inviata alle autorita' israeliane "molti sono stati uccisi dai bombardamenti dell'Idf, molti di più di quelli che sono stati salvati nelle operazioni militari". "Noi, che abbiamo servito e continuiamo a servire con dedizione, rischiando la vita, annunciamo che se il governo non cambia immediatamente rotta e non si adopera per raggiungere un accordo per riportare a casa gli ostaggi, non saremo in grado di continuare a combattere", prosegue il testo. 

 Adesso veniamo a  quanto  programmato  .   Iniziamo con  una mia  riflessione  a  freddo    sul #7ottobre  

 
Manifestare (pacificamente) per la Palestina non significa negare l’atrocità ingiustificabile degli attacchi del 7 ottobre né essere filo-Hamas o non riconoscere l’enorme complessità di una questione in cui tutti a turno hanno sbagliato con vari gradi di colpe e di responsabilità. Infatti    ciascuno dei  protagonisti  in causa :  Dall'impero  turco\ottomano al Mandato britannico della Palestina, detto anche Palestina mandataria (in inglese Mandatory Palestine; in arabo الانتداب البريطاني على فلسطين?Filasṭīn al-Intidābiyah; in ebraico המנדט הבריטי על פלשתינה (א״י)?haMandát haBríti ʿal Palestína (E.Y.), dove "E.Y." significa Erétz Yisra'él) o semplicemente Palestina  1917\1920-1948  dall'Onu  ,  dagli Arabi   ,  dagli Israeliani e  dai Palestinesi  ha   commesso  come  dicevo  prima   degli errori  e  delle atrocità  .  Significa non piegarsi all’unica e sola voce martellante e a media unificati che dal 7 ottobre scorso ci vuole convincere che Israele ha “diritto di difendersi” con qualsiasi forma e mezzo.Significa ricordare ai sordi e agli indifferenti che dal 7 ottobre scorso, in nome del diritto alla difesa e con la scusa di Hamas, il criminale di guerra Netanyahu ha provocato e s ta  provocando  la morte di oltre 40mila civili innocenti, tra cui un numero incalcolabile di donne e bambini, per la sola colpa di essere nati.Significa rivendicare il diritto e il DOVERE di chiamare le cose col loro nome: e questo si chiama genocidio.Significa distinguere chiaramente la maggioranza silenziosa di israeliani che chiede solo pace, due popoli e due Stati e l combatte  ’oligarchia politica, militare e mediatica di Netanyahu.  e  vuole  vivere  e  coesistere  gli uni  con gli altri  


Domenica 6 ottobre, Pescara per la Palestina.
Foto di Piero Rovigatti
«Siamo qui nella fede che ci sarà la possibilità di costruire una Terra Santa migliore, un Israele, una Palestina in cui si può vivere in pace e nella mutua accoglienza. Certamente non sarà facile e ci vorrà tanto tanto sforzo ma è l’unica vera soluzione possibile.
E i segnali ci 
sono, piccoli, nascosti… La continua amicizia tra individui e gruppi israeliani e palestinesi, la lotta non violenta dei rabbini per i diritti umani che sostengono e accompagnano famiglie e villaggi beduini minacciati, il rifiuto alle armi di alcuni giovani israeliani che preferiscono la prigione all’uccisione, l’impegno delle chiese cristiane nel dialogo con ebrei e mussulmani…»
da La forza del popolo di Gaza - Comune-info di (Giovanna Sguazza, missionaria comboniana)



Significa scegliere di difendere e sostenere la parte in causa in assoluto più debole, abbandonata, dimenticata, sradicata, deumanizzata e perseguitata della Terra negli ultimi decenni. Che non è né Israele né Hamas. È la popolazione civile palestinese di Gaza.Questo non vuol dire né odiare Israele e meno che mai - con quel ricatto insopportabile che prima o poi esce fuori - essere antisemiti.Significa solo essere, e possibilmente restare, umani. E mi aspetto, anzi pretendo, che una sinistra (  ed  eventualmente  anche se ci credo poco )  degna di questo nome abbia ancora la forza, la capacità e la credibilità per urlarlo anche in piazza, civilmente e a testa alta. Senza paura.Questo post, come tutti quelli che parlano di Israele e Palestina, avrà una portata organica prossima allo 0 virgola.Se volete, possiamo diffonderlo maggiormente condividendolo, col potere del passaparola, e questo vale per tutti i contenuti sul tema prodotti da chiunque, non importa quanto la pagina sia seguita.

......

In questi   giorni   ricorrono   i   100  anni dellaradio  . A  differenza dei rispett a vari bla.. bla ... bla che sentiamo in tv o sui giornali non saprei cosa dire lascio che a parlare per me ed a testimoniare di come la radio nonostante i. cambiamenti epocali a ci essa a dato origine e partecipato sia ancora viva ed infliuisca sulle nostre vite e creazioni , sono ( io ne ho trovato solo tre magari ci saranno altre , se le avete segnalatemele nei commenti o qui sulle appendici social )







il film radio freccia 


e l'albetto voci dall'incubo allegato al n 457 di dylan l'anteprima contemporanea di Prix Italia speciale Dylan Dog alla Radio: Voci dall'Incubo Un evento di pura sperimentazione multimediale e



multipiattaforma, ideato e scritto da Armando Traverso e realizzato in collaborazione con Sergio Bonelli Editorie, Rai Radio e RaiPlay Sound che andrà in onda il 12 ottobre
A vestire i panni dell'indagatore dell'incubo Lino Guanciale, che insieme ad un eccezionale cast di doppiatori propone un medley delle sceneggiature a fumetti più iconiche di Dylan Dog : Grand Guinol e Ghost hotel firmate da Tiziano Sclavi, riadattate per l'occasione.  IL  che  dimostra      che la  radio  ha  ancora     la  si  ascolti in  internet   \  cellulare , dalla macchina  ,  dalla  tv ,  dallo  stereo   ,  radio   è  un mezzo  che   lascia  molt  o spazio all'immaginazione   e  alla   fantasia e     ti  fare  certi viaggi con la mente   più  che    le  droghe   ed i paradisi artificiali   oltre che  di denuncia  politico sociale 
 da : Radio Sardegna che   fu  la prima radio libera in Italia dopo venti anni di dittatura.
Nacque a Bortigali nel 1943 ed è stata la prima radio al mondo ad annunciare, da Cagliari il 7 maggio 1945, la fine della guerra in Europa. radicalle  radio   dei  movimenti   e  delle  battagli e  civili     degli  anni  60\80  (    radio alice del  movimento  del 77  ,radio out di peppino impastato , radio sherwood  dei   centri sociali  del nord  est  ,  radio   gap   del movimento  no  global  genova2001 ,   radio radicale  , ecc  )   e   tutte le  altre radio  private   e  locali    


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Ieri sera Flavio Insinna ci ha regalato una piccola perla delle sue, dando al ministro Salvini una sottilissima bordata.Rivolgendosi scherzosamente a un giovane concorrente, ha detto:“Loro fanno dei lavori veri. Tu, invece, Manuel, sei un tiktoker… Fai video su TikTok?”“Esatto”.“E da
grande vuoi fare il ministro? Che poi vai in giro a fare i tiktok con i salami.”
Uno scherzo, ma neanche troppo.Immaginatevi solo cosa sarebbe successo se Insinna avesse detto un quarto di tutto ciò in Rai: denunce, post, interrogazioni parlamentari In fondo, è anche la ragione per cui uno come Insinna piaccia o non mi piaccia ( a me per esempio non piace granchè ) , uno con un pensiero proprio e uno spirito critico, in questa Rai non c’è e non ci sarà mai. Un po' pessimista ma purtroppo al di là delle commento ideologico del Tosa è vero conoscendo la storia dei 70 anni della Rai e del suo asservimento e lottizazione ai partiti governativi prima e poi ai vari presidenti del consiglio dopo la fine della prima repubblica

15.9.24

la vita può far male . ma si deve andare avanti i casi La storia di Mattia, un bambino di 8 anni che ha perso la vita in un’alluvione nelle Marche rivisitata in un fumetto dal titolo “La mamma mi stringeva forte”.,Veronica e Paolo Origliasso: “Ecco chi era la nostra Laura, uccisa a cinque anni da una Freccia Tricolore. Per vivere ci serve giustizia” .

 In occasione del secondo anno dalla tragica alluvione nelle Marche del 15 settembre 2022, che ha causato 13 decessi e ingenti danni, è stato rilasciato un fumetto in memoria di Mattia Luconi.



 Mattia, un bambino di soli 8 anni, era uno dei 13 sfortunati che persero la vita nel disastro, rapito dalla furia delle acque del fiume Nevola mentre si trovava in

macchina con la madre nel territorio di Senigallia, Ancona. Silvia e Tiziano, i genitori di Mattia, hanno voluto questo tributo per dare un significato alla tragedia che ha sconvolto le loro esistenze. L’intero fumetto, intitolato “Le avventure di Mattia”, è disponibile su Instagram tramite l’account “Mattia a matita” e l’intera striscia è opera dell’artista Veronica Janise Conti, amica di famiglia.
Il piccolo Mattia viene rappresentato nel fumetto insieme ai suoi adorati gatti, che parlano per lui. Una delle scene più commoventi descrive Mattia che racconta l’ultimo ricordo della madre, i suoi occhi: “Mi teneva stretto, poi… – continua – poi sono arrivato qui”, “dopo un lungo viaggio”. La scena finale mostra Mattia in compagnia dei suoi due gatti sulla riva di un fiume pacifico, un dettaglio enfatizzato dall’illustratrice attraverso le parole del ragazzino stesso.La tragica notte del 15 settembre 2022 vide un torrente inghiottire Noemi Bartolucci, una ragazzina di soli 17 anni, che nel fumetto viene raffigurata sorridente mentre accanto a Mattia, lo rassicura dicendogli: “Non ci hanno dimenticato”. Le comunità dei paesi di Barbara e Ostra, tra i più afflitti dall’alluvione, insieme a tutta la regione delle Marche, “non dimenticheranno mai lei o le altre vittime”, affermano gli abitanti di questi due paesi che commemorano la tragedia con momenti di preghiera e contemplazione.
“Mi premeva creare un manifesto. Per me sia Mattia che Noemi, – afferma l’autrice del fumetto introducendo il suo lavoro – rappresentano il simbolo di un’infanzia e una giovinezza strappate via per negligenza, disinteresse, mancanza di previsione del futuro. Dovevo sottolineare che no, non tutti gli adulti sono negligenti, disinteressati e con gli occhi serrati. Ed è per questo che il fiume scorre pacifico e limpido, perché ci sono persone che non dimenticano ciò che è accaduto. È un modo per dire che la vostra memoria è protetta e quindi voi siete al sicuro”.“Poi, – continua – avevo bisogno di sentire il peso del loro sguardo su di me. Quando Noemi dice al piccolo: ‘Guarda, Mattia’, sta rassicurando lui e nella stessa occasione sta parlando a noi: ‘Vedete, ci siamo e vi osserviamo, che cosa state facendo? Perché il mondo sia degno di noi'”.“E queste 15 illustrazioni – conclude Veronica Janise Conti – sono un richiamo alla nostra coscienza, un avvertimento ma anche una carezza, un abbraccio, un sentimento di presenza”.Due anni addietro, l’orribile nottata portò rovina e decesso: 13 individui persero la vita, 50 rimasero feriti, 150 costretti a spostarsi e lesioni pari a due bilioni di euro. Mattia, che era stato sommerso dalla violenza del Nevola, venne scoperto otto giorni successivi, disteso nel fanghiglia, con addosso la sua favorita maglietta verde e gialla, a una distanza di 13 chilometri in discesa dal luogo dove era stato sommerso dal fiume straripato.


......

Come una gran tempesta/ noi scuotemmo l’albero della vita/ fino alle più occulte fibre delle radici/ ed ora appari cantando nel fogliame/ sul più alto ramo che con te raggiungemmo. –

                        Pablo Neruda (Il figlio)

Paolo dice che non è riuscito a fare il miracolo. Non si era reso conto che le fiamme avevano già invaso la sua auto. Ha estratto dall’abitacolo prima sua moglie Veronica paralizzata dallo choc. Poi Andrea, il figlio più grande. Erano pieni di ustioni tutti e due. E lui, con il corpo che esplodeva dal calore, ha provato ad aprire lo sportello posteriore per mettere in salvo anche la piccola Laura legata al seggiolino. Il fuoco ha sigillato la lamiera e il suo sforzo sovrumano non è servito a niente. Non ce l’ha fatta a salvarla. Laura e i suoi cinque anni sono scivolati via per sempre davanti ai suoi occhi.
Paolo non se lo perdona. Come se questo disastro fosse colpa sua e non dell’Aermacchi

delle Frecce Tricolore che schiantandosi sulla strada si è trasformato in una bomba, mandando in pezzi la sua esistenza e quella dell’intera famiglia Origliasso.Erano le 16 e 50 del pomeriggio. E domani è passato un anno. Anche il tempo si è bloccato. I ricordi sono un elastico che riporta gli Origliasso sempre nello stesso punto, alla stessa ora, nello stesso inferno. «Ho reagito troppo lentamente», dice Paolo. Sua moglie, Veronica, gli accarezza un braccio. «Non è vero. Senza di te, io e Andrea non saremmo qui. È successo tutto in quindici secondi, lo sai, e tu rimani il nostro eroe». È bella Veronica. Fa la maestra elementare e ha uno sguardo dolce, la voce ferma, le idee pulite, i segni delle fiamme ben visibili sulle braccia e sulle gambe. Anche lei fatica a rimettere il cuore in equilibrio mentre aspetta una giustizia che non arriva, incapace, in 365 giorni, di consegnare anche solo la perizia sul motore del Caccia. Con questo ritmo ci vorranno dieci anni. «Ma noi, per ripartire, per sederci attorno al tavolo da pranzo tenendoci per mano, pronti ad andare avanti, abbiamo bisogno di risposte».Come ti rialzi quando muore un figlio? Come li rimetti assieme i cocci? È l’inimmaginabile, l’inaccettabile. Al punto che nella nostra lingua non esiste neppure una parola per dirlo. Se viene a mancare un marito sei vedova. Se perdi un padre sei orfano. Ma se perdi Laura? Non solo non sai cosa sei, ma non capisci neppure “come” potrai continuare ad essere. Dov’è lo Stato quando hai bisogno di lui? Quando è lui ad averti fatto del male?San Francesco al Campo, cintura elegante di Torino. Villette curate, basse, circondate dal verde. Il silenzio è rotto solo dal rumore degli aerei che decollano dall’aeroporto di Caselle, otto chilometri più in là. È la prima volta che gli Origliasso, accompagnati dall’avvocato Luigi Chiappero, raccontano la loro storia, ripercorrendo le tappe di una via Crucis infinita. Sono piemontesi discreti, abituati alla bellezza delle piccole cose. «Come mille altre famiglie». La pesca, le partite di pallone di Andrea e la felicità di Laura, che invece di camminare saltellava. «Non piangeva mai. Voleva che tutti fossero felici. E quando litigavamo ci sgridava. Dormivamo nella stessa stanza, perché stavamo ristrutturando il piano di sotto. Quando lei si svegliava, alzava la testa e mi guardava con quello sguardo furbetto che voleva dire: mamma posso venire lì a farmi coccolare? Non può capire quanto mi manca quel momento. Il 16 settembre dell’anno scorso è stata l’ultima volta. Eravamo in casa solo io e lei. L’ho tenuta stretta a lungo. Eravamo felici». Il racconto scorre lento, pieno, difficile, doloroso. Impossibile non sentire il battito accelerato di cuori pieni di amarezza.Le finestre abbassate per ripararsi dal sole di mezzogiorno. I nonni seduti sul divano di una sala da pranzo con i mobili in legno. C’erano anche le loro braccia a sostenere la famiglia quando tutto rischiava di andare a pezzi. Adesso il primo pensiero è per Andrea, il figlio grande, una promessa del calcio, che a 13 anni fa i conti con una rabbia che non se ne vuole andare. «È un ragazzo magnifico. Cerchiamo di essere forti anche per lui. Che nei primi giorni, quando mi vedeva andare in bagno a piangere, mi correva dietro e sussurrava: “mamma, come stai? Se vuoi un bacio io sono qui”. Non è facile per lui. Non lo è per nessuno».Paolo, un omone con gli occhi di un azzurro trasparente che lottano con le lacrime, dice che Andrea pretende di sapere perché è successo proprio a loro. È una cosa che lo manda ai matti. «Vorrebbe che qualcuno glielo spiegasse. Ma una spiegazione non c’è. Io a 50 anni lo posso accettare, ma lui come fa? Non è facile gestire questa rabbia fine a se stessa».In attesa che un processo ricostruisca ufficialmente i fatti, gli Origliasso restituiscono i fotogrammi precisi dei minuti che precedono il disastro, ripercorrendo le assurde curve del destino. Erano appena tornati da una partita di pallone di Andrea e Laura non doveva essere con loro. Solo che aveva appena cominciato un corso in piscina e così Paolo e Veronica avevano approfittato dell’uscita in macchina per andare a comprarle un costume. «Arrivati a Caselle ho sentito un boato. Poi le fiamme alte. Il fungo sulla pista d’atterraggio dell’aeroporto. Gli alberi si piegavano. Non sapevo nulla dell’esercitazione delle Frecce Tricolori. Istintivamente ho pensato a un attacco russo. Erano giorni pieni di tensione, mi sono detto: ecco, ci stanno bombardando. Un’idea che mi ha accompagnato per l’intera giornata, anche quando siamo andati all’ospedale ed era chiaro che i russi non c’entravano niente. Volevo salvare la mia famiglia. Ce l’ho quasi fatta. Ma quasi non basta».La voce di Paolo trema, lo sguardo si perde in un punto lontano. Veronica lo osserva con tenerezza. Dice: «Io ho ricordi più confusi. Sono una donna intraprendente, abituata ad affrontare i problemi. Ma in quel momento mi è successo qualcosa. Un black out. Non riuscivo a muovermi. È stato Paolo a tirarmi fuori dall’abitacolo. In mezzo alla strada ho incrociato il pilota dell’aereo. Ricordo di avergli detto che mia figlia stava bruciando in macchina. Si è messo le mani tra i capelli». Il pilota era il maggiore Oscar Del Dò, oggi accusato di disastro aereo e di omicidio colposo. Nessuno sa perché abbia perso il controllo. Si sa che il suo Aermacchi era decollato assieme ad altre nove Frecce Tricolori dirette a Vercelli per le prove dell’Air Show e che dopo pochi secondi Del Dò si è paracadutato all’esterno. Forse un difetto meccanico, forse una manovra sbagliata, forse un Bird strike, uccelli andati a infilarsi nel motore, magari a causa di una disattenzione dell’aeroporto che pure in giornata era intervenuto più volte per allontanare cornacchie e gabbiani. Forse. Nient’altro che forse. Un mucchio di forse.Per ora sono queste le risposte a disposizione di Paolo e Veronica, mentre la procura di Ivrea, titolare non solo di questa indagine, ma anche di quella per il disastro ferroviario di Brandizzo, è travolta da una montagna di fascicoli da smaltire. Quasi duemila per ogni singolo sostituto contro una media nazionale di quattrocento. Per rimediare il ministero, dopo avere definito Ivrea la Cenerentola delle procure nostrane, ha deciso di inviare nel 2025 tre uditori giudiziari di prima nomina. Una barzelletta. Risate incivili sulla pelle di famiglie come quella degli Origliasso. «Io lo vorrei incontrare Del Dò, non c’è stata ancora l’occasione», dice Paolo. «Io non sono pronta», dice Veronica abbassando lo sguardo per la prima volta. Si è ripromessa di non piangere. «Per Laura. Glielo devo. Lei era la nostra luce. Quest’anno sarebbe andata in prima».Anche a Veronica, a scuola, hanno affidato una prima. «Le colleghe mi hanno chiesto se volevo cambiare. Ho detto di no. A volte incontro le mamme delle bambine che erano in classe con Laura. Parliamo. Mi faccio raccontare come stanno. Ci tengo davvero a saperlo. Mi fa un po’ male. Ma è giusto così. Adesso mi dico che in questa nuova classe avrò venti nuovi figli miei. I bambini sono pieni di magia».Paolo sospira profondamente. I ricordi lo assalgono. Tutti tranne uno. «Non mi tornano in mente le ultime parole che mi ha detto Laura». Veronica corre in suo soccorso. Lei li ha presenti gli ultimi istanti. Le coccole. Poi quando papà è arrivato con la macchina per andare verso Venaria è stata lei ad assicurare Laura al seggiolino. «Mi ha chiesto di metterle il suo braccialetto con l’orsetto. Un braccialetto a pressione. Sa cosa mi fa più male?». No. «Che ho mentito ai miei figli». Non capisco. «Ogni volta che erano in difficoltà, che si facevano male, che avevano paura, io dicevo loro: non vi preoccupate, ci sarà sempre mamma a proteggervi. Non sono stata capace».Avrei voglia di dirle che non era possibile. Che ci sono cose più grandi di noi. Che non siamo Dio, qualunque cosa voglia dire. Che nessuno controlla il destino. Che a me lei, loro, i nonni, mi sembrano favolosi e perfetti. Solo che, per fortuna direi, le parole mi restano incastrate in gola. «È passato un anno e noi, seguendo anche i consigli degli psicologi, abbiamo ripercorso ogni singola tappa della nostra vita usuale cercando di attraversare il dolore. Il Natale, i compleanni – quello di Laura era il 30 marzo, le ho fatto la torta anche stavolta – la Pasqua, le vacanze in un camper dove mi sembrava di vederla saltare in ogni angolo, e adesso la ripresa della scuola. È complicato. Lo sarebbe un po’ meno se la giustizia non ci lasciasse in questo limbo».La vita sospesa. Collassata in un attimo eterno. La solita strada per tornare a casa. Tutti assieme. Quella felicità piccola e inarrivabile. «Quando siamo arrivati a Caselle il navigatore ha consigliato a Paolo di andare a destra. Lui lo ha ignorato come sempre perché d’abitudine fa una strada diversa, più rapida. Così ha girato a sinistra. E io l’ho rimproverato. Poi una palla di fuoco ha travolto le nostre vite

7.4.24

i fumetti non sono solo fantasia ma anche belissime strorie . il caso del bellissimo Temporale - vite straordinarie di uomini comuni di andrea ferraris .

Canzone suggerita
 Quando ti scrivo -  Vinicio  Caposela  



 
Venerdi tornato dal lavoro di preparazione dell'orto estivo è trovo come regalo questo libro del bravissimo Andrea ferraris .
"Temporale" Tredici storie di ragazzini diventati uomini, traditi dal tempo, ma anche capaci di conservare, nelle forme eccentriche che solo in provincia e nei piccoli borghi sembrano sopravvivere, una straordinaria autenticità .
 << 
I racconti di Temporale superano di rado le cinque o sei tavole. Si tratta di piccoli squarci sulle vite dei personaggi, episodi che si susseguono liberamente, accomunati solo dalle ambientazioni. Pur essendo debolmente legati, non rispondono a una trama orizzontale definita, un po’ come i brani di una playlist.
Mi fa molto piacere che parli di playlist. In effetti il libro è composto come un album musicale, ci sono dei pezzi brevi e qualche ballata dal respiro più lungo che danno lo scheletro del racconto e che fanno viaggiare nelle atmosfere. E musicali sono le ispirazioni che mi hanno accompagnato mentre lo disegnavo, Vinicio Capossela, il Tom Waits di Blue Valentine, i Beach Boys di Pet Sounds.  (....) Questo libro, come pure il prossimo, parlano del tempo e della memoria, di avvenimenti a cui ho partecipato e di altri che mi sono stati raccontati. Naturalmente il tutto è interpretato, si potrebbe dire “inventato”, ma il nocciolo della storia è vero e, per questo motivo, spero possa

pitoli, ciascuno dedicato ad un membro della compagnia, Ferraris racconta il paese, sempre più piccolo, il bosco e i suoi abitanti notturni, la nebbia, una ragazza che conserva un frammento di asteroide sul camino, ricordo del bisnonno navigatore, il cane "Fiume", che si calma
solo con lo scorrere dell’acqua. La fine della scuola, la fuga tra le colline per le vacanze estive. Sono un plotone, i ragazzini. Le corse in bici, la partita a pallone delle sei, le ragazze... e poi la quiete del dolce far niente, sotto il grande castagno, nell’ora più calda. A distanza di anni, ormai adulto, Roberto torna a sedersi sotto quello stesso albero, in attesa che quei ricordi vengano allo scoperto.  Infatti  
Il libro si apre con un apparente movimento retrospettivo. Il narratore sembra lasciarsi andare ai ricordi, ma subito dopo lo vediamo agire nel presente nei luoghi della sua giovinezza, rimasti uguali ad allora. Il dialogo con il passato, da sempre centrale nei tuoi lavori, stavolta pare quasi azzerato perché il tempo della provincia è un tempo fermo. Eppure il trascorso dei personaggi torna a farsi sentire in ogni momento.  <<  Su quali aspetti del passato del Monferrato e dei suoi abitanti ti sei voluto focalizzare, raccontando il loro presente?

La cosa che mi interessava era raccontare come il tempo, apparentemente immobile di cui parlavi, abbia in realtà modellato le vite. Di come questo abbia trasformato la socialità. L’immagine della Cantina Sociale, abbandonata da molti anni, è il simbolo di questi cambiamenti. Getta un’ombra sul fallimento dei rapporti sociali.Mi interessava raccontare di come alcuni dei protagonisti dei racconti combattano la solitudine. Agli occhi degli altri possono risultare bizzarri, strani, eccessivi, sicuramente fuori dagli schemi. Per me, sono i più interessanti, hanno una loro poesia, conservano unicità e forza, una loro bellezza. E ora che sei tornato a vivere in questi luoghi, cosa è cambiato rispetto a un tempo? Il paesaggio, per esempio. La campagna oggi è meno lavorata, le stradine che un tempo portavano i contadini nei campi sembrano sparire invase dall’erba. Sono fantasmi della memoria. Mi piace immensamente disegnarle.>>





Come     ho  scritto     sul mio   facebook  
 
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#dinotte #onirico complimenti ad Andrea Ferraris che è riuscito a mettere in immagini nella storia #balllataperanimalinotturni ( sara ) una delle bellissime #storie \ racconti della sua ultima fatica : #TEMPORALE . Complimenti mi ha fatto respirare le stesse emozioni del film #radiofreccia ( film ed album di #lucianoligabue ) e del libro sempre di luciano #fuoriedentroilborgo

 


Andiamo         commenntare   storia    per  storia

  • ESTATE Un bellissimo racconto . intrinso di nostalgia dei bei tempi andati . ottimo il contesto La fine della scuola, la fuga tra le colline per le vacanze estive che     ancora  rimane  in noi   a  istanza  d'anni come  il  protagonista  seduti  all'ombra  di un cespuglio .  Ricordi assopiti     che     aspettano    di venire   fuori  allo scoperto  <<   convinti  che nessuno  li veda  >> .
  • L'ULTIMA  CASCINA ( SPOK ) Una  riscoperta   della solitudine  della  natura     il bosco e i suoi abitanti notturni, .  un ritorno  al borgo  . Un    ritornare   ad  abitare   e  non solo  a    rifugiarsi quando deve, a suo dire, "staccare la spina". 
  • SPARA   TANTO  VA' IN CULO Mai tale  soppranome  del protagonista (  Bomba )    è   azzeccato  .   un elogio   al peto libero 
  • GIU'  NELLA  VALLE un bel passatempo i  compagnia    quando  non c'erano  :  pc ,  tv di massa  , internet  e  cellulari  .  
  • FIUME ( PONGO ) la storia   del  il cane "Fiume", che si calma solo con lo scorrere dell’acqua.
  •  HAI  VISTO  IL  BOMBA  ( TABACCO )  Una storia    alcolica  in cui il bar  è  centro  di aggregazione e   di  ritrovo . 
  •   LA   BALLATA   PER  ANIMALI  NOTTURNI ( SARA  )   <<  C’è un piccolo >>come dichiarato   da  Andrea       sempre  a  fumettologica   <<   racconto, Ballata per animali notturni, che è il viaggio di una ragazza verso casa a notte fonda, accompagnato da Nightcall di Kavinsky. Mentre lo ascoltavo mi sono reso conto che il testo della canzone parlava di un viaggio tra le colline. Esattamente quello che stavo disegnando! >>.        Allora   o  ho  sbagliato io  a cercare  con google   le  frasi    del testo   riportate    da Adrea   in quanto    google  dice  che  è  una canzone di London Grammar. How Does It Feel    (  trovate  sopra il  video  e  qui la  traduzione italiana )
  • LUNA PIENA    (RUMBA )    come    essa   ti   dà pace interiore   e  ti strega
  •   RISERVA  DI CACCIA  ( KEEGAN ) Non  so  se  è  la  terra funesta  n  451   di  Dylan Dog      abbia    preso ispirazione da   lui   o   sia  ua  casom che  due strade  artistiche si siano incontrate  . Infatti  non siamo  in fondo  tutti\e  anime   perse  nella nebbia  ? 
  • LOVE ,METEORITE ( SPOK, SARA) dal temporale nasce l'amore . un temporale spezza la monotonia .,
  • SERE STANCHE  ( SPADINO )   la belezza  di  camminare nel buio .,
  • CACCIA ALLA VOLPE ( BARBA)   anche la provincia   ha le sue paronoie   d'ordine , sicurezza  , come  quelle  inculcate  dai leghisti  che  ci  chiudono dentro steccati ed cortili in questo  caso . Ma    forse  è  migliore  l'interpretazione che  ne  da  l'autore  : <<  Riguardo al confine, hai ragione, sono affascinato dal tema. In questo caso il muro, come dice molto bene Ivano Fossati, lo abbiamo nella nostra testa.>>
  • VOLLO  origine di  un sopranome .  alcuni sono cosi antichi  che  è difficile  ricordare il nome vero  (  o se  n'è persa la memoria  )  .  Inoltre    nei piccoli paesini  si trasmettono da generazioni   tanto  da  identificare   la persona  ed  la  famiglia  da  quello  più che   dai  dati anagrafici   (  nome  e  cognome  )  .  Basta  un niente    per   farselo   e portarselo diero  anche a  ditanza  d'anni  . 
  • ONDA  DI MARE  ( ONDA  )  quando il viaggio versoil mare  è  un viaggio di libertà  e  d'evasione  della monotonia    e  dalla routine .
  • UISCHI  DI FINE ESTATE (   BOMBA  )    nel  vento    prima   o poi ci finiamo tutti .  polvere  eravamo e  polvere  ritorneremo  .
  • UFO   . Giù nella valle tutto può accadere, anche che un astronave condotta da alieni che bevono Barbera possa portarti a spasso.  Infati   Il temporale del titolo è oggetto di una scommessa, ma è anche elemento di potenza che li travolge fisicamente. . 
un ottimo   fumetto    che  merita  un posto nella  propria libreria   .  Un  vero  gioiello di essenzialità  quello   di Andrea Ferraris   come    lo   ha definito  il  sito   <<  (gliaudaci.blogspot.com)>>









8.2.23

[ 2 giornata del no a San remo ] riciclare un doppione o tenerlo ? il caso del fumetto Stria di Gigi Simeoni

Dopo    aver   passato  la  serata  d'ieri  a non guardare  e  cercando  di non sentire   il  festival  della  canzone  (  credo che   cambierò  titolo      e  lo chiamerò  mio  festival   o  contro festival  visto  che  il boicottaggio è troppo    difficile  ed  utopistico  talmente   è radicato , vedere  post  precedente    nella  nostra  tradizione  nazional popolare  ) oggi  continuo  nel proposito  di  non  guardare   e  se  riesco   a  non parlare  di San  remo  . 
 Oggi  la mia non   seconda  giornata    , del  festival  della  canzone   italiana  ,nonostante   condividendo  la  stanza   più  riscaldata  della  casa   capita  che  un  tuo familiare  o qualcun altro   lo   guardi  o  ci  capiti    facendo zapping   quando  sull'  atro  c'è  pubblicità    persona  antipatica ,    è  iniziata  come   ho    detto   nel  post  : <<  quest'anno provo  a  dire basta   al  detto  \  lo  slogan    e il detto  San remo  è  San remo  >> la mia   dalla  manifestazione canora  .
Essa  iniziata proprio come la storia   del  numero  scorso  del  settimanale  topolino  :  del Paperino e la moda del pavone  contenuta  sull'ultimo n  di topolino  disegnata da Francesco Guerrini   SPOILER   in cui  si  vede  paperino  in fuga    dalla  moda   di vestirsi   come  i  pavoni ,  come arma distrazione sia dal festival e dall'opzione  scelta   da mia  madre  la  trasmissione di martedì su la 7 mi sono letto la riedizione in volume di " Stria " Romanzo a Fumetti”, del poliedrico \ autore completo Gigi Simeoni che racconta una terrificante vicenda di amicizia, gelosia, e violenza. Un viaggio nel profondo della mente umana dove si annidano i mostri peggiori.
finche il sonno ha preso il sopravvento . Sono riuscito a non vederlo anche se mia madre nostalgica e legata alla tradizione nazional popolare , d'altronde essendo del 1943 ci è cresciuta con il festival ci faceva zapping .





Stria è una di quelle opere che lascia nel lettore un senso di malessere e inquietudine, facendo desiderare ardentemente che la Stria esista davvero e sia la vera ed unica colpevole di quello che è
accaduto. Certe volte è meglio combattere contro quelli che noi definiamo mostri piuttosto che contro quello che l’animo umano può nascondere, perché come diceva Nietzsche:  Chi lotta contro i mostri deve fare attenzione a non diventare lui stesso un mostro. E se tu riguarderai a lungo in un abisso, anche l’abisso vorrà guardare dentro di te.

Visto    che    la riedizione    è  ,  salvo   una  riscrittura    nei riferimenti culturali  delle  aquile  ( a  compagnia  dei protagonisti  )  ambientanti    nn  più  negli anni  70\80     come  la  prima  edizione  ma  negli anni 90    , uguale   alla prima edizione  , mi     chiedo   come  da  titolo        tenerli entrambi    o   riciclare  il  vecchio   e tenermi il  nuovo   .  L'avevo  comprato  : 1)  perchè  distratto  come   sono    nel  marasma    di liri  ,  fumetti  ,  ecc     non riuscivo a trovarlo subito     e  credendolo  perso  un  un ripulisti    m'ero comprato la  nuova  edizione ., 2) credevo che l'autore lo avesse riscritto modificando i difetti che si ritrovano
 
 [...]verso la fine del racconto si nota qualche passaggio un po’ forzato, dove sembra che l’autore avrebbe avuto bisogno di ancora qualche pagina per chiarire le dinamiche di quello che è accaduto alla Pocia Negra e, sopratutto, per esaminare meglio il personaggio di Chiara, che alla fine rimane ambiguo e non sembra spiegare del tutto le sue reali motivazioni.
Sono, comunque, piccoli difetti che non inficiano il valore generale dell’opera. Anzi, proprio il finale ideato da Simeoni, così aperto e privo di giudizi morali, lascia libero il lettore di considerar
e il comportamento dei protagonisti e farsi la sua idea in proposito.  [...]
dall'articolo   prima  citato   de Lo Spazio Bianco

Ma  credo  che   lo terrò , visto     che  è  una  delle  poche    storie  preferite   che  non  siano  :  topolino  , dylan  dog   martin mystere   preferite  ,   entrambe , non  si  sà  mai  distratto  come   sia  perda   uno  dei   volumi ,   come  ricordo in cui  le  crisi  erano  più  dure  di  ora      e  come  punto di riferimento    in cui    i  fantasmi del mio passato    ritornano    a  tormentarmi  

dopo  aver  sentito    e  [ sic  ]  ,  visto ,  ero  troppo  vicino  alla    tv  e poi  mia madre   non sapendo usare  il telecomando  della  smart  tv  mi aveva  chiesto aiuto  per  aumentare  il  volume   ,  il  trio  Morandi  , Ranieri  , Albano    ed  attratto  dal  testo   la  canzone  degli    articolo  31  .  Poi sono  andato     a letto  .

  P.s

     questo diario  cambierà titolo    visto    che   non sono riuscito  ad  non  farmi ammaliare  dal  canto delle    sirene  

 

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa Agitu Ideo Gudeta, la regina delle capre felici.

Il 29 dicembre 2020 veniva uccisa la regina delle capre felici.È stata ferocemente uccisa Agitu, la regina delle capre felici, con un colpo...