3.1.25

non sempre è necessario che un fumetto o un cartone continui dopo la morte degli autori fondatori per essere grande il caso dei Penauts di Schulz venticinque anni fa l’ultima striscia. L’uscita di scena del loro papà fu indimenticabile


 

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A volte  per ragioni diverse (  fama   duratura   del  suo  creatore  , indotto  economico  ,  desideri  dei fans    di   continuare  a  vedere \ leggere  ciò  che riguarda  i  loro  beniamini , ecc    )   i personaggi dei fumetti o  dei cartoni animati    tendono   generalmente  a sopravvivere ai loro creatori . Dal seriale a quello d’autore, dai manga ai supereroi, capita sempre più raramente di vedere un pronipote di Yellow Kid abbandonare il palcoscenico delle nuvole parlanti e ritirarsi a miglior vita seguendo le orme del proprio creatore verso il Walhalla delle storie.Infatti  negli ultimi anni abbiamo infatti visto tornare a popolare gli scaffali delle librerie un Corto Maltese in grandissimo spolvero, anche se per opera di autori ben diversi da Hugo Pratt, mentre gli invincibili galli armoricani, nemesi delle legioni romane di Cesare non li hanno mai abbandonati, seppur senza le storie di Goscinny prima e ora privi anche delle matite di Uderzo. E se il 2024 ha reso orfani anche il Martin Mystere del compianto Alfredo Castelli e l’invincibile Goku di Akira Toriyama, vendite alla mano si può essere abbastanza sicuri che il pubblico preferisca evitare di veder calare il sipario sui loro personaggi preferiti per poterne seguire le orme ancora un altro po’.Ma come  dicevo nel  titolo , ci sono  anche  delle  eccezioni   ed  una  di    queste  è appunto  quella  dei Penauts  . Se infatti i suoi personaggi continuano a godere di ottima salute in nuove avventure declinate attraverso media diversi che vanno dai cartoni animati ai videogiochi, grupppi  social   , ecc   la loro dimensione naturale, ossia le strisce, li ha visti salutarci una volta e per sempre proprio per volontà del loro autore.Dopo aver disegnato l’ultima striscia di una cinquantennale carriera il 3 gennaio del 2000, poi pubblicata 40 giorni dopo, il geniale papà di Snoopy, Linus e Charlie Brown, in accordo con la famiglia, decise di ritirarsi dall’impegno causa mzle incurabile al colon che lo aveva assorbito quotidianamente per tutta la vita, e di portarsi via il pallone, convinto che i suoi personaggi avrebbero approvato.Per un bizzarro tiro del fato infatti, la striscia in cui Charlie Brown rispondeva al telefono indicando che Snoopy/Schulz stesse scrivendo venne pubblicata proprio il giorno successivo alla sua morte. Un’uscita di scena indimenticabile e tempestiva, perfettamente in linea con la puntualità dell’autore che, convinto di non poter più sostenere l’impegno nei confronti di lettori, editore e personaggi, si accomiatava da quel mondo di “noccioline” che, in ogni lingua e a ogni latitudine, aveva accompagnato generazioni e generazioni di lettori con una soave, intelligente leggerezza

Lucy, Linus, Woodstock, Patty, Schroeder e tutti gli altri personaggi continuano, un quarto di secolo dopo quell’addio, a vivere nelle strisce dei Peanuts che hanno continuato ad essere ristampate, ma mai aggiornate da altri autori, perché solo il loro creatore sarebbe stato in grado di portarle avanti nel modo giusto. E non per l’assenza di una formula, perché in tempi di intelligenza artificiale tutto può essere replicato (a eccezione del genio), ma perché non sarebbe stato possibile ottenere un effetto sincero.Oggi il repertorio di quei personaggi, scolpito eternamente nell’immaginario collettivo mondiale, suscita ancora le stesse emozioni, pur essendosi ormai allontanato dal tempo in cui veniva concepito. Perché il tempo dei Peanuts è una dimensione di non-tempo, un presente eterno in cui l’infanzia dura per sempre riflettendo le penurie del mondo adulto per addolcirle, in cui un bracchetto vestito da Barone Rosso può sempre spiccare il volo pilotando la sua cuccia, o in cui una partita di baseball che non può essere vinta viene comunque giocata all’infinito come memento della visione dell’autore. Un autore che però, almeno una volta, ha concesso a Charlie Brown di colpire quella maledetta palla e di fare un home run, anche se non ha fatto in tempo a fargli calciare, nemmeno una volta, il pallone da football. Che dispetto!In quella che potrebbe quasi essere considerata un’accogliente, serena rassegnazione c’è tutto un mondo filosofico, ironico e titanico, capace di farci vivere ancora oggi le storture di ogni quotidianità con un sorriso malinconico che può riassumersi tutto, ma proprio tutto, in una battuta capace di stare dentro un’unica vignetta: misericordia ! .  Infatti    come fa  notare  https://downtobaker.com/2019/08/24/come-i-peanuts-hanno-creato-uno-spazio-per-pensare/   essi  sono ancora   , nonostante  siano   passati    quasi 80 anni più precisamente  dal 2 ottobre 1950 al 13 febbraio 2000 (giorno dopo la morte dell'autore) , immortali   e ricchi  di  spunto 

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