3.1.25

Beatrice Venezi subissata di insulti: le frasi irripetibili. Ecco perché invece va difesa cosi come Marco Liorni vittima del deepfake, insulti e bestemmie in diretta Rai a Capodanno generate con l’IA

 premetto che non ho  visto  se  non di sfuggita  la  trasmissione in questione  e   non  sono  uno  specialista,  ma  un semplice  profano  e  fruitore   neppure tanto assiduo se non certi pezzi immortali , in tale campo  / genere musicale   tanto da evitare di criticarla e recensirla musicalmente e lasciare  spazio  agli  speialisti  .  Sono   all'apposto    di lei  politicamente e culturalmente  e a pelle  non mi sta  tanto simpatica   . Ma  odiando  le  censure  ,  il sessismo (  con  cui sono  in lotta   anche  contro me  stesso tutti i giorni )  la difendo dagli  haters  \ odiatori  -
Quindi  concordo in linea  di massima  con l'articolo   riportato dotto tranne   per  quello che dice  su  Augias  . infatti https://www.facebook.com/lorenzotosa.antigone



Quella di Corrado Augias all’inizio di “Viva Puccini” su Rai 3 (o quello che ne resta) non è un’imitazione - che è sempre legittima, per tutti - ma un becero tentativo di insultare, offendere e delegittimare uno straordinario professionista come Augias, presentato come una specie di vecchio rincogl***** con lo sguardo vacuo e da accompagnare alla porta.
È la misera vendetta dei servi Rai (lo capisci da quel riferimento a La7) nei confronti di un giornalista libero e un grande uomo di cultura che ha scelto di andare altrove per continuare a fare in autonomia il proprio mestiere e che osa criticare la Presidente del Consiglio.
Tutti possono essere imitati, anche in modo salace, e non a caso lo stesso Augias era stato brillantemente imitato da Ubaldo Pantano proprio in Rai qualche anno fa senza che nessuno abbia alzato un sopracciglio. Perché era stato fatto con intelligenza e satira, da un imitatore serio.
In “Viva Puccini” c’era solo il trionfo della piccineria, del dilettantismo e della raccomandazione (con Beatrice Venezi improvvisamente assurta a novella Muti).
Nessuno è immune alla satira, neanche Augias. Solo che la satira bisogna saperla fare.E su Telemeloni non sanno neanche dove stia di casa.
Certa gente, uno come Augias, non è neanche degna di nominarlo. Altro che imitarlo.

post anzi  ( usiamo per  una volta tanto un termine italiano dovecesistevil corrispettivo linguistico ) articolo preso da  https://www.milleunadonna.it/spettacoli/ del  3\1\2025  preso tramite il portale 

di Massimiliano Lussana


Le critiche a Venezi pare siano sostanzialmente basate su sei circostanze: è donna, è bella, è giovane, è elegante, è bionda ed è di destra

Ogni giorno, aprire i social significa imbattersi in un nuovo “mostro”. E il mostro di Capodanno era Beatrice Venezi, la direttrice - anzi, “direttore” come piace a lei, scelta linguistica che le ha attirato strali di ogni tipo, come fosse un’offesa - d’orchestra lucchese protagonista di “Viva Puccini!”,





il programma che ha raccontato il più grande genio della
lirica a cavallo fra Ottocento e Novecento (a parere di chi scrive secondo solo a Mozart, ma questi sono gusti) su Raitre la sera del primo gennaio.
"Scuotimenti di chiome e di anche" Potrei riempire centinaia di righe con le parole riservate alla Venezi, ma mi limito ad alcune, quelle che era possibile trovare sui suoi profili e ve ne propongo alcune, fior da fiore. A partire dal primo commento, che scatena immediatamente il dibattito: “Uno spettacolo sempre più modesto, tra scuotimenti di chiome e di anche. Quanto poi alla pretesa di essere chiamata "maestro", si evidenzia la totale mancanza di conoscenza della lingua italiana, come nel caso della sua amica Giorgia!”. Commenti sempre più cattivi
Insomma, la povera Beatrice è trasformata in una sorta di punching ball vivente, su cui scatenarsi, nemmeno fosse una pericolosa delinquente o un’usurpatrice di ruoli.
E poi, andando avanti: “Pubblicità per lo shampoo”, “Arte totalmente assente”, “Leccaf... della canara albanese” (ho messo i puntini per l’assoluta inconsistenza e volgarità dell’argomentazione), “Se resti in Argentina per sempre ci fai piacere”, “L'assalto è stato ben lanciato e riuscito: il mediocre ha preso il sopravvento. L'abilità principale di un mediocre? Riconoscere un altro mediocre”. E via di questo passo. Venezi come punching ball vivente E poi, anche a livello di critica, legittima per carità, ci mancherebbe altro, ci si è imbattuti nella “giovane Bellicapelli lucchese” e nel “balcone di piazza Venezi” che almeno fa intuire una qualche reminiscenza storica del titolista. Ignobile tiro al bersaglio E invece. E invece vi racconto perché la difendo e perché penso che questo osceno tiro al bersaglio non colpisca affatto il bersaglio, ma anzi in qualche modo la rafforzi ulteriormente, anche perché lei sa essere ironica e autoironica: il giorno prima della
trasmissione su Puccini aveva previsto le stroncature e persino nell’imitazione di Corrado Augias – forse un po’ eccessiva e magari non raffinatissima, ma ad esempio non è mai stato detto niente di simile quando le imitazioni prendevano in giro personaggi non ascrivibili all’area culturale di Augias, penso ad esempio ad alcuni antichi personaggi di Neri Marcorè o a quelli di Maurizio Crozza, entrambi straordinari e vivaddio capaci di prendere in giro indifferentemente gli uni e gli altri – il “simil Augias” ironizzava sul fatto che “dirige solo perché è bionda”. Il perché delle critiche Insomma, sinceramente penso che le critiche a Beatrice Venezi siano dovute sostanzialmente a fattori che con la musica non hanno nulla a che fare. Come direttore può piacere più o meno – a me pare che, nonostante una gestualità un po’ troppo eccessiva sia in crescita continua e, visto che è ancora giovanissima, possiamo aspettarci per il futuro livelli di eccellenza assoluta, ma anche qui siamo nel campo dei gusti personali - ma il punto è che le critiche alla Venezi siano sostanzialmente basate su sei circostanze: è donna, è bella, è giovane, è elegante, è bionda ed è di destra. Le simpatie politiche Credo che nessuna delle circostanze sia una colpa, anzi apprezzo anche il fatto di non aver paura di esprimere anche le sue simpatie politiche, senza vergognarsi delle sue idee, in un mondo dove essere “di destra” non è certamente un valore aggiunto, come quello dello spettacolo. Simpatie che che le sono costate in passato attacchi da parte di musicisti palermitani (“è solo un fenomeno mediatico”) o urla degli spettatori al concerto di Capodanno a Nizza (“Via i fascisti dall’opera”), che fecero giustamente insorgere non solo il governo, ma anche artisti di sinistra illuminati come Alessandro Gassmann. Quindi, uscirei dai pregiudizi per dedicarmi ai giudizi rispetto alla trasmissione di ieri sera, di cui Beatrice è stata non solo direttore d’orchestra e presentatrice insieme a Bianca Guaccero, ma anche ideatrice, forte della sua passione da concittadina lucchese del divino Puccini. Gli ascolti E quindi parto dalla fine, cioè dai risultati d’ascolto con 750mila spettatori pari al 5,02 per cento di share, i televisori accesi su Raitre su cento, e 842mila spettatori per i 13 minuti di anteprima pari al 4,52 per cento di share, che hanno collocato il programma a un passo dal podio dei più visti della serata, ed è un grandissimo risultato considerando che si parlava di lirica, che non è il più facile degli argomenti in televisione e che si era su Raitre e non su Raiuno, sede probabilmente più adatta a questo spettacolo, come mi ha fatto giustamente notare la persona che mi ha fatto amare la lirica. Quindi, non stiamo parlando di un programma perfetto, anzi c’erano alcune ingenuità e i classici problemi connaturati alla contaminazione fra linguaggi diversi; ma la chitarra elettrica di Maurizio Solieri che richiama Jeff Beck su “Nessun dorma”, il brano del “Fantastico” di Franca Rame sullo stupro per raccontare il laido Scarpia nell’approccio a Tosca, così come fare vedere “quanto si era più liberi” quando cantavano in prima serata Mina e Johnny Dorelli, sono effettivamente idee. Così come la raffinatezza di Malika Ayane che emoziona cantando “Adesso e qui (Nostalgico presente)”, la splendida canzone scritta fra gli altri con Gino De Crescenzo, Pacifico, ricordando che fu proprio la “Tosca” il suo approccio alla Scala come provino per le voci bianche. E poi molto ha funzionato bene, a partire da Enrico Stinchelli nei panni di Virgilio attraverso l’opera, ripercorrendo lo stile de “La Barcaccia”, uno dei tanti gioiellini della Radiotre di Andrea Montanari. Ma forse il vero capolavoro della serata è stata l’intervista di Beatrice Venezi a Giordano Bruno Guerri sui rapporti fra Gabriele D’Annunzio e Giacomo Puccini. Ma, soprattutto, un’intervista sui “disorganici”, su quelli che non piacciono alla gente che piace, su quelli che non sono mainstream. Ed è chiarissimo che Guerri e Venezi si identificano appieno in queste categorie, tanto che poi tocca nuovamente a Maurizio Solieri e a “C’è chi dice no”, che è forse la canzone di Vasco Rossi che più fotografa tutto questo. L’altra è “Gli spari sopra”. Perché gli spari sopra sono per Beatrice Venezi. Troppo donna. Troppo bionda. Troppo di successo. Troppo di personalità e diretta. Troppo adatta alla prima serata tv.

stavo fimedo di scrivere questo post quando mi arriva da msn.it la notifica di un uso distorto e d'analfabetismo funzionale di chi prende per oro colatro ogni cosa . Il caso di Marco Liorni
( non sono suo fans in quanto non lo cago neppure tanto da non sapere quasi chi
sia in quanto mi stanno sulle palle tali insulsi programmi e trasmissioni tv )

Anche Marco Liorni è rimasto vittima del deepfake. In rete e sui social è circolato un video in cui rpnuncia insulti e bestemmie, che avrebbe esclamato durante la serata di Rai1 in diretta a L’Anno che verrà, il programma che accompagna il pubblico nell’ultima notte dell’anno. Il conduttore televisivo, che già si è dovuto scusare per le parolacce di uno degli ospiti (  fatto vero   questo si  😛😇  corsivo  mio  ) sfuggite in un fuorionda, ha voluto chiarire che il video diventato virale che lo vede protagonista è un falso. « Sicuramente quasi tutti riconosceranno il falso. Ma ne basta uno che invece ci crede… Altra occasione per farci qualche domanda sulla facilità di creare fake quasi perfetti con l’intelligenza artificiale», ha scritto nei commenti al suo post in cui annuncia il deepfake, «ho già chiesto all’autore di rimuoverlo, mi riservo azione legale».

L'articolo Marco Liorni vittima del deepfake, insulti e bestemmie in diretta Rai a Capodanno generate con l’IA: «Mi riservo di denunciare» proviene da Open.



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