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1.7.16

Il pastore che ha sconfitto Berlusconi: stop alla cementificazione in Sardegna Le sue pecore potranno restare sui terreni di Capo Ceraso per 8 anni. In quel pezzo di paradiso dovrebbe sorgere un villaggio turistico

Vittoria di Davide contro Golia da   www.tiscali.it  del  1\7\2016 di I. Dessì   -   Facebook: I. D.


                                  La zona dove dovrebbe sorgere il villaggio turistico di Costa Turchese
 
I pastori sardi rifilano un altro colpo a Silvio Berlusconi e al suo progetto di Costa Turchese (ex Olbia2), futuro villaggio turistico in un incantevole zona dell’Isola. A metterlo in risalto Giandomenico Mele nell'ultima edizione de la Nuova Sardegna. Dopo il “famigerato” Paolo Murgia - morto a 80 anni nel 2010 e salito alle cronache per aver bloccato 500 ettari di Costa Turchese destinati al faraonico progetto della famiglia Berlusconi con la sua richiesta di usucapione – un altro allevatore ottiene una vittoria attraverso il Tribunale di Tempio Pausania. Potrà restare infatti col suo gregge su due ettari di terreno a Capo Ceraso fino al 2024.

Il caso Murgia

Nel caso Murgia l’ex premier cercò di affrettare la soluzione proponendo un accordo extragiudiziale. Il pastore si mise in tasca – a quanto dicono i media – circa un milione di euro per abbandonare i terreni dove le sue pecore brucavano l’erba. Il caso destò però l’attenzione di altri pastori in cerca di generosi accordi similari. E i problemi per Silvio e famiglia aumentarono.

L'affitto agricolo

In questo caso non è stato però il possesso ultraventennale ad essere tirato in ballo, ma l’esistenza di un contratto di affitto agricolo. Il pastore aveva stipulato l’accordo con il precedente proprietario e quel rapporto permane ora in capo al nuovo proprietario dopo l'acquisizione dei terreni da parte della Edilizia Alta Italia, società dei Berlusconi.
Dunque, ad avviso dei giudici, il pastore di cui non si fa il nome, ha diritto di continuare a condurre il suo gregge al pascolo a Capo Ceraso e Li Cuncheddi per altri 8 anni. Dovrà solo pagare una rata d’affitto simbolica all’ex Cavaliere che avrà la piena disponibilità dei terreni solo a partire dal 2025.

Villette e alberghi

La decisione del Tribunale non dev’essere stata gradita al Cavaliere e ai suoi familiari che hanno previsto un intervento edilizio su circa 380 ettari con 250mila metri cubi a base di villette e alberghi. Su quel progetto - ricorda il giornale locale - lo scorso anno era arrivata anche una pronuncia del Tar Sardegna “che aveva respinto il ricorso degli avvocati dell’Edilizia Alta Italia, dopo 8 anni di battaglie contro il Piano Paesaggistico regionale varato nel 2006 dalla Giunta regionale guidata da Renato Soru”.
Fu Soru infatti a volere una legge che imponeva il divieto di edificazione a una certa distanza dalla costa. Tutto all'epoca fu bloccato dai Berlusconi in attesa di tempi migliori. Poi saltò fuori anche il grande grattacapo dei pastori.

Il pericoloso ulteriore precedente

Adesso il riconoscimento dato a quest'altro pastore potrebbe rappresentare un nuovo ulteriore pericolo, non tanto per il caso specifico quanto per il precedente che potrebbe rappresentare. Ovvero rivelarsi una strada aperta anche ad altri allevatori che si trovano in condizioni analoghe. Anche perché la grande estensione di territorio oggetto della vicenda, tra Murta Maria e Capo Ceraso, risulta priva di recinzioni in molte sue parti.

La mancanza di recinzioni

Proprio il fatto di non aver recintato completamente i terreni diede infatti ai pastori - in precedenti occasioni - la possibilità di sostenere che da anni pascolavano lì le loro pecore. Forse per questo poco tempo fa la società dei Berlusconi ha presentato un piano per la chiusura di tre fondi, ma il tutto è stato bocciato dal comune di Olbia, perché si parla di una Zona a protezione speciale (Zps) e qualsiasi intervento è subordinato a una procedura molto rigida.

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