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Visualizzazione dei post con l'etichetta crisi economica

Sulcis, 'invisibili' Rockwool proseguono occupazione in miniera

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forse  se  viene  in loro soccorso qualche politicante  nazionale   (  ogni riferimento  è puramente  casuale  )  regionale o italiano o gli  bloccano  l'arrivo degli aerei  o delle navi  allora  i media nazionali ne  parlano da la nuova sardegna del 11\1\2014  Sono in 13 e dalla notte tra giovedì e venerdì si sono asserragliati nella galleria Villamarina di Monteponi per chiedere di essere stabilizzati come i 54 colleghi che hanno trovato sistemazione nella società Ati-Ifras dopo l'entrata in mobilità a seguito della chiusura definitiva della fabbrica di lana di roccia. Mobilità scaduta il 31 dicembre IGLESIAS - Nuova giornata di protesta per gli "invisibili" ex Rockwool di Iglesias, fabbrica di lana di roccia chiusa dal 2010. Si tratta di 13 lavoratori interinali penetrati nella notte tra giovedì 9 e venerdì 10 gennaio nella galleria Villamarina della miniera di piombo e zinco di Monteponi, in Sardegna. Questa mattina il sindaco di Iglesias Emilio Ga

Un altro suicida, ma non era gay e non merita le prime pagine

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fra le tante fesserie e storture che scrive questo portale finalmente ne dice una giusta anche se detta in modo quasi razzista e omofobo e  parla  alla pancia della gente da http://www.qelsi.it/2013/ 14 agosto, 2013 | Permalink | Archiviato in: Giustizia e Società Un muratore di 52 anni si è ucciso in una vallata del Piemonte. Non era gay, dunque nessuna prima pagina dei quotidiani. Non è stato ucciso da un’amante. Dunque nessuna informazione televisiva. Non era un immigrato in arrivo dalla Libia. Dunque nessuna solidarietà da ministri o presidente della Camera, nessuna preghiera del Papa. Ha lasciato un biglietto in cui ha spiegato che non ce la faceva più economicamente. Dunque da non far sapere in giro. Perché i media son tutti impegnati a raccontare che l’Europa è uscita dalla recessione, che tutto va bene purché il governo resti in carica. Giorgio Napolitano assicura che aprire una crisi politica sarebbe fatale. Per il muratore piemontese è stato fatale

Le scelte per avviare un'impresa nella crisi

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Le scelte per avviare un'impresa nella crisi di  Marco Liera (*)  - 26/05/2013 La grave crisi occupazionale spinge non pochi italiani a valutare l’alternativa imprenditoriale. In contemporanea all’ondata dei fallimenti (oltre 6mila da inizio anno)  quotidianamente aggiornati dal Sole-24 Ore, nel primo trimestre 2013 il saldo tra iscrizioni e chiusure di società di capitali è stato positivo e pari a 8.793 unità (fonte: Unioncamere). Insolvenze e cessazioni colpiscono soprattutto le ditte individuali e le società di persone. Il totale delle società di capitali attive a fine marzo è aumentato a quota 1,417 milioni.  Dal punto di vista macro, sembra di assistere a una schumpeteriana distruzione creativa, i cui eventuali effetti positivi tuttavia sono ancora da vedere. E a livello micro? La mancanza di opportunità più o meno interessanti di lavoro dipendente o quasi-dipendente non è di per sé una premessa sbagliata per l’avvio di una impresa. Le difficoltà possono far sprigionar

come sopravvivere alla crisi 3 puntata Carpooling, il passaggio condiviso , l'autostop , lo scambio di casa nell'era dei social network

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Anche questa è una soluzione che sta riprendendo piede e si sta amplificando. Infatti, vedere il video a sinistra preso come le righe che seguono sotto dall'inchiesta di repubblica, c'è una comunità di viaggiatori, abitudinari o occasionali, che si conosce sul web e poi si ritrova nella stessa automobile pronta a percorrere chilometri insieme. Secondo le stime di blablacar.it , uno dei siti leader del settore, i propri utenti hanno risparmiato più di 200 milioni di euro. Un'ottima ricetta anticrisi, ma anche un modo per fare nuovi incontri Roberto Dell'Omo è un ingegnere informatico di 49 anni, vive e lavora a Milano. Almeno due volte al mese rientra a Roma nel fine settimana per riabbracciare le figlie. Lo fa in macchina, mettendo a disposizione i posti ad altri viaggiatori abituali come lui. "Un paio di anni fa - racconta - stanco di spendere cifre folli per un viaggio in treno o in aereo, ho pensato di cercare una soluzione più vantaggiosa&

guida su come sopravvivere alla crisi prima puntata "Aiutarsi come durante una guerra "

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riprendo qui l'inchiesta di repubblica e in alcuni punti , a voi scoprire quali , ci aggiungono del mio e mia esperienza  Co-housing ovvero vivere insieme, co-working ovvero lavorare uniti. E ancora gruppi di acquisto solidale che raggruppano fino a sette milioni di persone, mercatini del baratto e una miriade di orti collettivi nella grandi città. Così sta crescendo un movimento silenzioso che fa fronte alle difficoltà di questi anni  Generazione Co. E questa volta a finirci dentro non sono solo i giovani ma proprio tutti, o almeno chiunque è costretto a fare i conti con budget sempre più ridotti. Perché, ora, in piena crisi economica, un modo per sopravvivere è coalizzarsi, stare insieme, collaborare, condividere. E per farlo si formulano nuovi stili di vita. Si punta sul co-working, per spartirsi le spese d'ufficio, sul co-housing, perché nei condomini solidali ci si aiuta e si tagliano e di molto i costi. Ma anche l'automobile gestita da più fa

LA CRISI SPIEGATA A MIO FIGLIO E AI BAMBINI

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Da la pagina di facebook di Solo in Italia Non riuscendo a spiegare a mia cuginetta di 3 grado ( nipote di un cugino in primo di mio padre ) la crisi economica ricorro a questa ( ovviamente modificandola come avviene , nelle catene di sant'Antonio , nei passaparola , nella cultura orale , ecc visto la sua età --- ha 7 anni --- troppo piccola per certe cose ) questa favola LA CRISI SPIEGATA IN MODO SEMPLICE... Helga è la proprietaria di un bar, di quelli dove si beve forte. Rendendosi conto che quasi tutti i suoi clienti sono disoccupati e che quindi dovranno ridurre le consumazioni e frequentazioni, escogita un geniale piano di marketing, consentendo loro di bere subito e pagare in seguito. Segna quindi le bevute su un libro che diventa il libro dei crediti (cioè dei debiti dei clienti).  La formula “bevi ora, paga dopo” è un successone: la voce si sparge, gli affari aumentano e il bar di Helga diventa il più importante della città.  Lei ogni tanto rialza i prezzi delle

«Quella bambina è povera, le pago io la mensa»

Il bel gesto di una ragazza di Valledoria che studia all’università di Pavia. Il Comune di Vigevano aveva escluso la bimba dalla mensa scolastica e Gloria Spezziga, dopo aver letto la notizia sui giornali, ha versato i 90 euro necessari Gloria Spezziga è una studentessa universitaria, originaria della Sardegna, che studia a Pavia. Quando è venuta a sapere che una bambina delle scuole elementari di Vigevano si è ammalata perché non le è consentito l'accesso alla mensa, ha voluto inviare un messaggio alla famiglia. "I soldi della mensa vorrei versarli io al comune di Vigevano. Rinuncio a una parte della paghetta che mi serve per mantenermi gli studi, per aiutare chi ha meno di me. Non è questo il Paese in cui voglio vivere"