Recentemente mi sono imbattuto in
alcune pubblicità alquanto inquietanti. In certi noti settimanali si
sponsorizza la vendita di una bambola che riproduce realisticamente le fattezze
di un neonato. Per ovvi motivi non posso citare l’azienda né riprodurre
l'immagine dell’oggetto in questione, ma sono lontani parenti di Cicciobello e
probabilmente più eleganti. Forse questi macabri bambolotti alti circa 50 cm
riusciranno a placare il desiderio di maternità e paternità insito negli umani?
Cullando fra le mie braccia un pupazzo senz'anima mi potrò definire padre? Qual
è allora il senso di questa stramba operazione di marketing? A quanto pare
l'artista che ha realizzato tale 'creatura' intende donare ai genitori mancati
la gioia di tenere fra le braccia un piccolo corpicino con lo sguardo
imbambolato. Ovviamente la pubblicità ci tiene a sottolineare che il prodotto
non è un giocattolo, bensì un oggetto da collezione unico, quasi raro. Non è un
prodotto per bambini, ma per adulti desiderosi di figliolanza. Per carità, il
bambolotto è un prodotto raffinato e ben fatto ma rimane pur sempre un oggetto
inanimato. Esistono anche bambole "speciali" che ti stringono il
dito. Queste sensazioni però mi inquietano. L'essere umano solletica la propria
immaginazione con prodotti di qualità che riproducono qualcosa o qualcuno che
esiste già in realtà. In altre parole si concedono istanti di felicità con
surrogati di realtà. Diceva David Hull: "L'ipocrisia è il lubrificante
della società". Questi pupazzi bambini, questi feticci del desiderio umano
non potranno mai supplire quel vuoto che si crea in noi. Ben scriveva Pier
Paolo Pasolini nel libro Lettere Luterane: "Il fondo del mio insegnamento
consisterà nel convincerti a non temere la sacralità e i sentimenti, di cui il
laicismo consumistico ha privato gli uomini trasformandoli in bruti e stupidi
automi adoratori di feticci". Noi umani temiamo i sentimenti ma siamo
preda del sentimentalismo. Non siamo buoni, ma buonisti. Adoriamo gli oggetti
che riproducono qualcosa, vedi alcune pratiche cattoliche dove si venerano
statue raffiguranti santi e madonne. I feticci sono utili per comunità umane
non evolute, quasi primitive ma non certamente per persone dotate di
raziocinio. Se la vita non vi ha resi genitori non lo diventerete di certo
acquistando dei bambolotti!
In Jane Eyre Charlotte Brontë
scrive: "Mi portavo sempre nel letto la bambola; gli esseri umani hanno
bisogno di amare qualcosa e, in mancanza di un oggetto più degno di tenerezza,
mi studiavo di provare piacere amando e vezzeggiando un piccolo idolo sbiadito,
malridotto come uno spaventapasseri". Dunque smettiamola di confondere
l'apparenza con la realtà, e dedichiamo il nostro tempo ad emozioni e
sentimenti reali. Nel mondo esistono tanti bambini in carne e ossa che
aspettano un nostro abbraccio vero e sincero. Per una volta smettiamo di vivere
sentimenti posticci, e ripiombiamo nella monotona ma concreta quotidianità.
Cristian Porcino
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