Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
25.3.12
la lotta imperterrita di monti all'articolo 18 nonostantre le critiche di confindustria
8.9.09
In mutande e in pantaloni



30.5.08
Contributi regionali al mutuo per le giovani coppie
Contributi regionali al mutuo per le giovani coppie
Cosa ne pensate della seguente iniziativa che favorisce l'insediamento delle giovani coppie dando dei contributi regionali sui mutui!!!
visitate per approfondimento il sito
29.11.06
Una lettera da dove

"Cari esponenti del mondo politico,dell'imprenditoria, del sindacato, della società civile. Sono una persona di circa venticinque-trentaanni, cittadinanza italiana, vivo in Italia. Scrivo questa lettera, che non avrò mai il coraggio di inviare a nessuno, sia esso Direttore di giornale o telegiornale,parlamentare, sindacalista quant'altro, perché capisco che la questione che sottopongo non è di nessuna importanza e solo l'egoismo che mi contraddistingue mi porta a riversare la mia pochezza su questo foglio. Sono un lavoratore precario, cioè uno dei tanti fortunati che possono cambiare anche quattro cinque volte l’anno il loro posto di lavoro, se lo trovano, spaziando dalla pasticceria all’azienda tessile, dalla copisteria alla pizzeria. E’ bello, perché non mi annoio mai, non mi lego stabilmente ad un ambiente di lavoro, con il rischio di incontrare sempre le stesse facce, di frequentare lo stesso ambiente, stringere rapporti che dalla cortesia travalichino all’amicizia. Penso con sincera tristezza a quei poveracci che da trent’anni sono impiegati nello stesso posto, si costruiscono un mestiere, fanno carriera. Sì, perché questi poveri cristi sono a quel punto costretti a sposarsi, farsi una famiglia, fare dei figli, comprarsi una casa, un’automobile, insomma tutte quelle cose terribilmente noiose che a me, per fortuna, sono impedite.Penso all’orrore di avere davanti a me una stabilità, la possibilità di impostare la mia vita nel medio lungo termine, ho i brividi all’idea di andare a vivere con qualcun’altro, ipotizzare di allevare dei figli, progettare le vacanze, ecc…. No, per fortuna ci siete voi che pensate a me e al mio benessere, mi avete fatto crescere in un paese dove non ho quasi più diritti sul lavoro, devo chiedere sempre e sperare che ci sia qualcosa da fare. E mi avete regalato il paese con un numero smisurato di lavoratori non in regola (che spesso hanno anche la fortuna di crepare sul posto di lavoro, così non hanno il problema di come sopravvivere con quella pensione da fame che si ritroveranno da vecchi) con un volume di precariato degno dei paesi de terzo mondo, con salari e stipendi che crescono con la velocità delle lumache mentre i prezzi volano a velocità supersonica. Insomma, non ho davvero nulla di che lamentarmi, ed hanno ragione quelli che sui giornali parlano male della mia generazione, una generazione di debosciati scansafatiche e senza la spina dorsale di assumersi le proprie responsabilità, tanto poi ci sono i genitori a sobbarcarseli che loro di casa non se ne vanno mai… Ecco, vengo al punto della mia assurda ed egoistica richiesta. Cari, carissimi esponenti della classe dirigente di questo straordinario paese di cielo di sole e di mare, vi chiedo di sospendere per un attimo le vostre difficili, faticose ed utilissime occupazioni per occuparvi di una mia richiesta. Potreste, cortesemente, eliminare gli ultimi difetti a questa mia vita perfetta, facendo sparire il mio papà e la mia mamma (che stanno per andare in pensione, diventando così dei pesi morti per la patria) e, contemporaneamente, evitando ai miei futuri datori di lavoro il fastidio di pagarmi lo stipendio, che hanno già tanti guai, poveretti, tra l’aumento dello 0,1% del bollo sul loro mega SUV e la minaccia di dover (che scandalo!) addirittura mettersi a pagare anche loro le tasse.Scusatemi, davvero, se vi ho importunato. Una vostra, affezionatissima, persona nata in Italia di circa 25-30 anni”Vi abbiamo riportato integralmente il testo della lettera.Se il fumetto di fianco vi sembra poco leggibile, potete andare a leggerlo in formato maxi (se vi va) ciccando qui, però attenzione, questo link vi porterà ad un sito che non è CdV, ma è il nostro web comic . Se non vi va, quindi, non fatelo.
Buon tutto!
31.5.06
Senza titolo 1308
Nel mercato dell'oro sta avvenendo un fenomeno particolare: dopo dieci settimane di rialzi consecutivi, il biondo metallo ha infatti superato la soglia dei 730 dollari l'oncia, quota non più raggiunta dal gennaio 1980, quando lo choc petrolifero provocato dalla rivoluzione in Iran, portò l'inflazione americana al 12%.
Ma la differenza fondamentale rispetto al passato è che, globalmente, trascurando le vicende italiane ed europee, non ci troviamo in periodi di crisi finanziarie, in cui l'oro funge da bene rifugio. Anzi il PIL mondiale cresce del 5%.
Da cosa è causata l'impennata dei prezzi, comuni a tutte le materie prime, compreso il rame, tanto che in Inghilterra due penny ne valgono effettivamente tre ?
Impennata, che ad esempio a Roma, porta a far scomparire i tombini dalle strade e i cavi di alimentazione delle linee ferroviarie.
I motivi sono simili a quelli del petrolio:
1) I prezzi bassi dello scorso decennio, che hanno tolto la motivazione alle industrie del settore ad investire in infrastrutture, causando una serie di colli di bottiglia che si riflettono sul prezzo finale;
2) Il meccanismo perverso degli hedge found, che paradossalmente ha creato una condizione tale che il prezzo virtuale determina quello reale, invece del contrario
3) La maggior domanda dovuta all'aumento della produzione delle leghe specializzate, un esempio è quanto è successo con Airbus per il titanio, il moltiplicarsi dei ricchi in Brasile, India e Cina, con l'incremento della richiesta di gioielli per testimoniare lo status symbol, il deprezzamento del dollaro e la mancata fiducia nell'euro, che porta a ribilanciare le proprie riserve interne verso l'oro, come sta facendo Pechino
29.5.06
Eredità
Senza titolo 1304
Uno dei problemi che prima o poi bisognerà affrontare è quando avverrà il picco del petrolio, ossia il momento dopo cui la sua produzione comincerà a declinare. Declino che più che una crisi energetica generale provocherà la penuria dei combustibili utilizzati per i trasporti, tranne che in Italia.
Conoscere approssimatamente quando avverrà il picco, permette di modulare le azioni per mitigarne gli effetti. Agire troppo tardi le rende inutili. Anticiparle eccessivamente, dato il costo sopportato per tutto il tempo in cui non ce n'è bisogno, inciderebbe in modo marcato e negativo sullo sviluppo economico.
In questo campo esiste un modello matematico che permette di eseguire delle previsioni, la cosiddetta curva di Hubbert, lo studioso utilizzandolo per la prima volta, riuscì a prevedere il raggiungimento del picco negli Stati Uniti all'inizio degli anni '70, come effettivamente avvenne.
Ora, perchè non utilizzare lo stesso modello su scala globale ? Per un semplice motivo: Hubbert aveva a disposizione dati di input consistenti. Noi allo stadio dell'arte non li abbiamo.
Ci sono idee chiare su queste variabili d'ingresso:
1) Riserve certe, quelle che potrebbero essere commercialmente prodotte dai giacimenti noti, con un margine, anche abbastanza ampio legato alla modifica delle tecnologie estrattive.
2) Riserve probabili, le quantità stimate con ragionevole probabilità sulla base delle condizioni tecniche, economiche ed operative esistenti al momento in cui si dovrà prendere una decisione. Anche qui è un margine dovuto all'evoluzione tecnologica.
3) Riserve contingenti, i giacimenti scoperti, ma non sfruttati commercialmente a causa degli eccessivi costi che momentaneamente si dovrebbero affrontare
Ci sono idee confuse su:
4) Riserve possibili, quantità che si stima poter recuperare con probabilità molto inferiori rispetto alle probabili.
5) Riserve prevedibili, i giacimenti ancora non scoperti.
Ci sono idee molto vaghe su:
6) Riserve potenziali, le fonti di petrolio diverse dai classici giacimenti, come scisti e sabbie bituminose.
Di conseguenza c'è troppo rumore sui dati per azzardare previsioni attendibili. In più, vi è anche un altro fattore. Il calo del prezzo di petrolio avvenuto negli anni '90, ha portato ad investire poco nelle ricerche di nuovi giacimenti. Dato che nessuno dei vertici delle società petrolifere, cosa incredibile a dirsi, aveva previsto il boom della domanda di Cina e India, queste si sono concentrate più nell'ottimizzazione dei costi e nella reingegnerizzazione dei processi, che negli investimenti.
Di conseguenza,poche scoperte di nuove giacimenti, scandali come quello della Shell, che aveva gonfiato il valore delle riserve in effettivo suo possesso, per far ipotizzare maggiori attivi e rendere più appetibili ed il problema delle raffinerie, che incide sul prezzo finale della benzina.
In USA le raffinerie lavorano al 100% della loro capacità. Basta un guasto o la minaccia di un uragano a far schizzare il alto il prezzo della benzina al Nymex. In Europa, al 95%. Nei paesi dell'est, teoricamente al 60%, in realtà gli impianti, risalenti ai tempi del socialismo reale, sono certi catorci che difficilmente possono essere maggiormente utilizzati
6.1.06
Senza titolo 1075
Radiocor - Milano, 03 gen - Il gigante americano McDonald's costretto a chiudere i battenti per la concorrenza 'leale' di un piccolo panettiere pugliese. Il fatto, ripreso e commentato in prima pagina dal quotidiano francese 'Liberation', e' avvenuto ad Altamura, in Puglia, dove il gigante della ristorazione e' sbarcato nel 2001 e dove ha abbandonato il campo di recente, smontando l'insegna della grande insegna 'M' di notte. L'apertura di McDonald's era stata vista come un segnale di modernita' dai 65mila abitanti di Altamura e i 550 metri quadrati era ben frequentati, finche' nella stessa piazza non ha aperto bottega il giovane panettiere Luca Digesu' senza alcuna intenzione bellicosa. Digesu' ha subito allineato i prezzi dei suoi prodotti a quelli applicati dal gigante degli hamburger, moltiplicando la composizione delle focaccine e insistendo sulla qualita' e la diversita' del prodotto. Nel giro di qualche settimana la 'corrente' dei clienti s'inverte a scapito di McDonald's che per tentare di recuperare le perdite moltiplica le sue promozioni, le feste per bambini, cambia direttore. Nulla da fare. Anzi, alcuni clienti di Digesu' acquistavano i prodotti dal fornaio e andavano a consumarli sui tavoli della catena americana, fino alla debacle totale di Mc Donald's costretta ad andarsene da un piccolo paese della Puglia e soprattutto ai prodotti di qualita' di un piccolo fornaio.
6.12.05
Senza titolo 1022
unico commento che mi sento di fare suquello che stà succedendo in Val Susa è lasciato a questa canzone proveniente da una musicassetta o vinile adesso non ricordo bene con esattezza dei miei , trovata mentre rimettevamo apposto il solaio .essa s'intitola Questa democrazia di Mario Pogliotti ecco il testo
che l’italiano medio è un poco fesso
è democratico, ma è un gran pericolo
lasciar permettere troppe libertà.
di esporre i panni al vento
nell’ore consentite
dal regolamento
Abbiam la libertà
di attraversare i viali
fruendo delle strisce pedonali.
D’appenderci sui tram
al mancorrente
di scendere e salire
ripetutamente.
Di far firmare il padre
o chi ne fa le veci
ed innalzare al cielo
laudi e preci.
dove la mettiamo
d'emettere un assegno,
di sporgere reclamo,
d'evadere le pratiche
emarginare i codici
estendere le analisi
estinguere i depositi?
che l’italiano medio è un poco fesso
dovete credere è un gran pericolo
lasciar permettere troppe libertà.
di mistificazione
d’accattonaggio
di supposizione.
La libertà di moto
e, questo ci conforta,
la libertà di palpo e manomorta.
La libertà di fumo
la libertà d'ingresso
quella d'affermare
«c'accà nisciuno è fesso!»
Di stendere verbali
spedire contrassegno,
la libertà di nuoto
e tiro a segno.
D’emettere cambiali
condurre cani sciolti
di tutelar minori capovolti.
Di battere primati
di catturare vermi
di far votare suore, frati e infermi.
Ammesso e non concesso
che l’italiano medio è un poco fesso
è democratico, ma è un gran pericolo
lasciar permettere troppe libertà.
E non abbiam parlato
di libertà di stampa
la carta ed i caratteri
nessun vi mette zampa.
E poi la libertà cosiddetta di pensiero:
poter pensare un gatto od un veliero!
La libertà di sogno: sognare donne nude
d'andare in aeroplano alle Bermude,
eppoi la libertà che a queste s'accompagna
è di salir lassù sulla montagna.
E là in questa Italia
che al rosso dei vulcani
accosta il verde degli ippocastani
e il magico candore delle sue nevi annali
che cosa ci consentono
le autorità centrali?
La libertà più bella
potete qui trovare
è quella di sciare
sciare sciare sciaaareee !!!
proprio mentre finivo di ascoltare questa canzone e di scrivere questo post mi è venuta in mente una domanda con una domanda ( sperando che susciti dibattito e discussioni ) ma la democrazia esiste ? significa ancora qualcosa ? se esiste perchè continuiamo ad andare a votare gente che indipendentemente dallla parte\ideologia politica permette tali cose e tali aberrazioni .
4.11.05
Senza titolo 951
La Teoria dei Giochi permette di stimare gli scenari politici a breve termine, ma è inadeguata nel caso di orizzonti temporali più ampi.E' possibile quindi definire una metodologia di analisi che ne stimi l'evoluzione in periodi medio-lunghi ? A prima vista, la Politica può sembrare descrivibile tramite funzioni di tipo lineare, basate sul legame di causa, l’esigenze specifiche dell'elettorato, ed effetto, la soluzione che gli viene proposta dai chi detiene il potere. Eppure, riflettendoci a fondo, il modello più efficace può far riferimento al principio di retroazione ed alla cibernetica di Wiener.Un soggetto esegue un’azione. Questa modifica il contesto. Per adattarsi a tale cambiamento, il soggetto dovrà a sua volta modificare il suo comportamento. Ossia, adeguando il tutto al nostro contesto,qualsiasi richiesta dell'elettorato costringe i politici a dei cambiamenti; chi esegue la modifica più adeguata alle aspettative del cittadini instaura la relazione, guadagnandone fiducia e quindi voti. A loro volta le scelte compiute dal politico modificano dinamicamente l'opinione pubblica.Già così la situazione è più complicata; e linearizzazione delle funzioni decisionali è valita soltanto per un intervallo ristretto. Ma anche qui si ha un eccessiva semplificazione della Realtà; le decisioni del politico non influenzano soltanto l'elettore, ma anche i suoi alleati ed i suoi avversari e viceversa.Si avrà un network di sistemi retroattivi, l'uno influenzato dall'altro. Le modifiche ad un singolo feedback non saranno limitate alla coppia politico/elettore, ma si propagheranno a tutto il sistema. Alcune di queste si smorzeranno immediatamente, altre, che scherzando potremmo definire rivoluzioni, cambieranno lo stato della globalità.Per utilizzare un approccio tratto dalla Fisica, tale modello non genera nè un sistema stazionario, altrimenti saremmi rimasti allo stato di Natura, né completamente stocastico, il che equivarrebbe all'Anarchia, ma un sistema dinamico non lineare, a regime caotico, descrivibile nello spazio delle fasi dal suo Attrattore Strano.Caratteristica principale dei sistemi dinamici in regime caotico è la presenza di dipendenza sensibile dalle condizioni iniziali: prese due condizioni iniziali arbitrariamente vicine fra loro, le traiettorie che da esse si sviluppano divergono ad un tasso esponenziale risultando in breve tempo totalmente incorrelate. Ciò significa che, volendo prevedere perfettamente la storia futura del sistema, è necessario conoscere con precisione infinita lo stato attuale del sistema e occorre disporre di uno strumento di calcolo dotato anch’esso di precisione infinita.Qualsiasi errore di approssimazione porterà a individuare una traiettoria del tutto diversa da quella vera, costringendo a inaccettabili errori di previsione. Parallelamente, una perturbazione arbitrariamente piccola delle condizioni iniziali può avere effetti determinanti sulla storia futura del sistema, dirottandolo su percorsi evolutivi totalmente nuovi e difformi.Di conseguenza, è impossibile compiere previsioni a lungo periodo in Politica. A latere, la stessa modellizzazione vale per il clima; tutte previsioni a due o tre secoli hanno la stessa attendibilità della lettura dei tarocchi.Di conseguenza, nelle piccole dinamiche di tipo caotico, decisioni apparentemente banali possono causare grandi effetti. All’interno della teoria del caos, tale fenomeno è chiamato estrema sensibilità alle condizioni iniziali o effetto farfalla. Ciò ha diverse conseguenze. La prima la spiegazione teorica del fenomeno della casualità degli eventi rivoluzionari. La seconda l’impossibilità di fare previsioni a lungo periodo nel marketing. Inoltre decisioni che hanno portato a risultati ottimali nel passato non necessariamente porteranno a risultati positivi nel futuro; per questo in politica bisogna sempre reinventare le proprie strategiaFacciamo un altro piccolo salto concettuale: sostituiamo alla parola politico azienda, ad elettore cliente, alleato partner e avversario concorrente.Gli stessi meccanismi che negano la previsione nella Politica, rendono impossibile la pianificazione in Economia, rendendo fallimentare, nei confronti del libero mercato, le ipotesi stataliste
10.10.05
Senza titolo 869
dalla nuova del 10\10\2005
Con i laboratori di Guspini torno a casa e apro bottega
Li chiamano “Laboratori di transizione” e sono unici in Sardegna e in Italia. Un’esperienza analoga è stata attivata solo a Bologna e ha per nome “Le botteghe di transizione”. A Guspini questi “laboratori” sono una bella realtà produttiva partita due anni fa, bisognerebbe clonarla in tanti altri villaggi dell’isola dei nuraghi. Gli amministratori non si sono limitati a creare zone artigianali e industriali confidando poi nel “si arrangi chi può”. No, sono stati ostetrici di impresa, hanno consegnato chiavi in mano un locale di tot metri quadrati a chi era in grado di produrre. E poco importa che sforni mobili, coltelli o ripari la carrozzeria delle macchine. Può anche occuparsi di verde pubblico e privato ma anche di cablaggio multifilo e di automazione industriale. L’importante è accumulare fatturato, contribuire a mettere in moto la macchina lenta dell’economia. Meglio ancora se a far richiesta di questi laboratori sono emigrati di ritorno. Sì, perché a Guspini gli emigrati tornano a casa e si industriano mettendo su bottega. Non staranno vita natural durante in questa pianura dominata dalla collina di Urràdili, nella zona detta Cortes’e Muccu. Firmano un contratto di cinque anni, pagano l’affitto, poi dovranno lasciare il posto ad altri imprenditori. E se apriranno un negozio, un’officina all’interno del paese riavranno il 70% del canone versato nel quinquennio. Il sindaco, Francesco Marras, 45 anni, diploma di assistente sociale, emigrato tra l’Olanda e la Lombardia prima di vincere un concorso per vigile urbano a San Gavino, è soddisfatto di questa scelta: «L’amministrazione, da sempre, crede nella validità del creare posti di lavoro produttivi, il Comune deve sostenere e incoraggiare chi vuol fare impresa e anche la consegna di un locale attrezzato è utile. Chi più a lungo sta nei laboratori comunali più paga. Noi ci auguriamo che tra qualche anno ci siano nuovi arrivi, abbiamo già oggi alcune richieste. Anzi, ne siamo convinti: perché gli imprenditori che si sono insediati in questi laboratori, dopo il rodaggio e la messa a punto, sono decisi a transitare verso attività autonome». E per il futuro? «Abbiamno avviato un progetto per realizzare altri laboratori, ne faremo tredici, la richiesta c’è e noi dobbiamo assecondarla». I “Laboratori di transizione” sono nati con i fondi del primo Pip (Piano di insediamenti produttivi) decollato in Sardegna e sono rappresentati da un grande edificio a due piani nella zona di Cortes’e muccu, sulla strada verso San Nicolò d’Arcidano. All’interno diversi stand, uno per ogni azienda. C’è di tutto, a dimostrazione della versatilità di chi ha voglia e capacità di creare impresa. I fratelli Simone e Matteo Muscas, 33 anni il primo 28 il secondo, hanno un laboratorio di falegnameria e sono soddisfatti. «Il lavoro non manca, è importante essere professionali e puntuali nelle consegne». Simone ha lavorato in Piemonte e in Emilia dove si occupava di panfili e barche: «A Torino presso la Azimut, a Rimini presso il cantiere navale della Sagittarius off shore. Ero addetto alle rifiniture, ai trafori delle plancie. Qui ho imparato la precisione, la cura dei dettagli, è stata un’ottima scuola. Appena ho saputo di questi laboratori messi a disposizione dal Comune sono rientrato al volo». È emigrato di ritorno anche il fratello Matteo, andato a cercar reddito in Toscana, alberghi e trattorie, pulizia di camere e aiuto in cucina. Vicino ai Muscas falegnami c’è innovazione tecnologica con la”Elettrosolar System” di Marco Marongiu, 51 anni. Qui lavora la figlia Marcella, 22 anni, qualifica di operatrice elettronica conseguita all’Ipsia. «Papà era in cassa integrazione dopo aver lavorato per anni nella Sarda Telecomunicazioni, alla Sielte e alla Catel. Dopo il licenziamento è andato nella penisola dove fu impiegato in una ditta che costruiva impianti di fibra ottica. Questo laboratorio gli ha ridato fiducia e le commesse arrivano, c’è da sgomitare con la concorrenza ma siamo fiduciosi».
Un’altra falegnameria, quella di Davide Porta, 35 anni. «Ho lavorato per vent’anni nella bottega di Gianni Lampis, poi presso la Iter di Giovanni Ruggeri che commercia in legnami. E adesso l’attività in proprio cogliendo al balzo questa occasione offerta dal Comune. Faccio ciò che i clienti chiedono: dalla camera da letto alle cucine, da qualunque tipo di mobile alle scale interne alle abitazioni». Nello stesso filone c’è “Ambiente Casa”, di Denise Fanari, 31 anni. Anche lei è un’emigrata di ritorno: «Ho lavorato per dieci anni in Emilia, a Sassuolo, nel polo della ceramica più intraprendente del mondo. Ero in un’azienda che commercializzava piastrelle in tutte le regioni italiane ma soprattutto verso il Regno Unito e la Francia. È stata un’esperienza importante, mi ha fatto crescere, ho visto l’organizzazione del lavoro su scala industriale e mi è stata molto utile per l’attività che ho avviato adesso. È molto importante che nei nostri paesi riprenda vigore l’artigianato perché è in grado di favorire animazione economica a tutti i livelli». Old e anche new economy. Anche se restiamo sempre nel lavoro manuale, artigianale, ma con una marcia in più, orientata verso i mercati nazionali ed esteri. Onorio Caponi ha 37 anni, a scuola si è fermato alla terza media ma ha frequentato un’ottima pratica aziendale: «Sono entrato nel 1990 in un’azienda di cablaggi, ho frequentato contemporaneamente alcuni corsi di specializzazione a Ivrea ed eccomi qui a Guspini, alla Procol Srl, l’amministratore delegato è Maurizio Ciardelli. Ci occupiamo di cablaggi multifilo». Dove e come vengono utilizzati? «Solo per fare alcuni esempi: per i flash delle macchine fotografiche, per macchine che producono filati, per i quadri elettrici, per le strutture dei bancomat, dei computer, dei telefonini». Altro laboratorio e altra attività tradizionale. Questa è una carrozzeria per veicoli industriali, si fanno riparazioni e sostituzione di vetri, «dai tir all’utilitaria, lavori anche a domicilio», spiega Anacleto Vacca, 36 anni. Lavorava in Corsica, soprattutto tra Aiaccio e Bastia, «ma finalmente sono potuto rientrare a Guspini, questa opportunità non poteva essere sprecata, mi trovo bene, mi auguro di restarci il minor tempo possibile per consentire ad altri di avviare la propria impresa». Un po’ di creatività ha fatto sorgere “Cart’Idea” bottega dove si fa produzione e vendita di scatole di cartone. Forse è l’aziendina più giovane, nata a maggio per iniziativa di Andrea Nicola Cappai, 33 anni. «Facevo un lavoro analogo da un mio zio, sul viale Monastir di Cagliari, sto cercando di acquisire nuovi clienti, il packaging è abbastanza richiesto, gli spazi ci sono, mi auguro di poter crescere per poter creare anche un solo posto di lavoro, ne sarei strafelice». Ed è decollata anche la “Comart” di Marino Pilloni, tecnico di contabilità aziendale. Un altro emigrato di ritorno è Roberto Sibiriu, 46 anni: «Ho collezionato vent’anni di lavoro in Lombardia, soprattutto nell’hinterland milanese. Ero assunto da una ditta specializzata in isolamenti termici e acustici, in coibentazioni. Ero partito nel 1977 e sono rientrato nel 1996. Per un po’ mi sono guardato attorno e adesso ho colto la palla al balzo facendo partire la IsolSib, che sta per isolamenti Sibiriu. Lavoro anche l’alluminio, il rame, ho già due collaboratori. Questo è un settore dove si può crescere anche all’interno di questa nuova Provincia ma senza disdegnare lavori dovunque mi vengano richiesti». Non poteva certo mancare una specialità, anzi un’eccellenza locale. Ed ecco il laboratorio della “Coltelleria artigianale Guspinese” che ha innovato in Sardegna in questo settore che arriva la lontano. I titolari sono due signori di 46 anni, Efisio Spiga e Pietro Cossu. Quest’ultimo commercializzava i coltelli made in Italy, a Scarperia presso Firenze e a Maniago in provincia di Pordenone. Si è chiesto perché mai doveva vendere solo i cortelli prodotti oltretirreno. «Così ho deciso di metter su la bottega per fare anche da noi una produzione di tipo artigianale ma in serie. Naturalmente facciamo anche i pezzi interamente a mano, ci muoviamo insomma in base alle richieste del mercato. La produzione media è di 35 pezzi al giorno, all’anno arriviamo a duemila, abbiamo punti di vendita a Santa Teresa di Gallura, ad Alghero, e poi vendiamo direttamente ai negozi, senza intemediari». Le cose vanno bene. Tanto che in questo laboratorio a lavorare sono già in tanti. C’è Maura Dessì, mamma di due figli, prima di indossare la tuta blu di questa bottega ha frequentato un corso comunale di coltelleria. Con lei ci sono Giancarlo Piccioni, 26 anni, diploma di ragioneria e il fratello Antonello, geometra. Giulio Fanari è l’artista che disegna le sculture sui manici o sulle lame, è uscito dal liceo artistico di Cagliari, ha seguito un corso di intaglio sul legno”. C’è dell’altro. Giuseppe Pilloni e Cristiano Bimbati gestiscono la “Umc” attivandosi nell’automazione industriale. C’è una cooperativa, la “Viviverde” nata nel 2002 con quindici soci ridotti ora a nove. Leader del gruppo è Renato Forte, 49 anni, ex cassintegrato dell’Enichem di Sarroch, ex emigrato in Lombardia tra Milano e Como dove ha vissuto dodici anni. «Anche qui nel campo del giardinaggio c’è tanto da fare, si tratta soprattutto di far capire che il decoro urbano è necessario quando il decoro della casa del singolo cittadino. Il lavoro non ci manca, speriamo di poter consolidare la nostra attività». Nella stessa zona di “Cortes’e muccu” c’è anche un imprenditore - Adis Scopel di 57 anni - che osa già per conto proprio con un suo laboratorio privato. È un mastro birraio giunto in Sardegna da Seren del Grappa in provincia di Belluno. Figlio di una famiglia contadina, diploma all’istituto professionale per birrai, ha lavorato prima alla Pedavena, poi è stato tre anni in Germania, a Monaco presso la Hoffbraeuhaus, alla Kronen di Leverkusen nella Renania settentrionale, poi a Francoforte alla Henninger. Nel 1973 lo adocchia l’Ichnusa che aveva già lasciato lo stabilimento cagliaritano di via Bacaredda per traferirsi a Macchiareddu. E qui Scopel passa dodici anni come responsabile della produzione. Fino a quando decide di mettersi in proprio. Prima a Capoterra, adesso a Guspini «dove l’acqua è più abbondante e qualitativamente superiore». In omaggio all’epopea mineraria ha creato la “Birra Montevecchio”, venduta solo in spina. «Uso l’acqua locale, il malto d’orzo che acquisto a Pomezia dal gruppo Peroni, il luppolo che mi arriva dalla Germania o dalla Cecoslovacchia e il lievito dalla Germania. A Capoterra facevo la birra Dolomiti, ora nel nome l’ho sardizzata, e le cose mi vanno bene, l’attività mi consente di vivere». La birra “Montevecchio” viene offerta anche ai visitatori delle miniere del bacino di Guspini-Arbus. A proporla ai turisti è Ivano Quartu, 46 anni, leader della cooperativa “Promoserapis”, ex emigrato che ora parla bene inglese, tedesco, fancese e spagnolo. Faceva la guida turistica anche a Londra, in Svizzera, ha lavorato alle Seychelles dell’Oceano Indiano per la società On Time, è stato anche a libro paga di Franco Rosso. Ed ora eccolo qui a sperare che il Parco geomineraio diventi una realtà. Questa zona dove oggi sorgono i “Laboratori di transizione” ha una sua storia. Risale ai primi anni dell’Ottocento quando la panura di “Urràdili” era una palude. Un prete progressista di Santulussurgiu, Giovanni Antonio Carta, dottore in Legge, fu prima arrestato e poi esiliato a Guspini perché ritenuto un sobillatore. Anche qui continuò la sua missione cristiana e laica: aiutare i poveri, far prosciugare la palude, realizzare canalizzazioni, si lavorava con i carri a buoi. Bonificata la zona il vicerè ne rivendicò i beni ma “Predi Carta” vinse la causa e i terreni restarono ai contadini che li avevano migliorati. Sono questi i terreni dove oggi sorgono i “Laboratori di transizione”. Con un pioniere: Predi Carta.
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progetti della nuova task force del comune di Osilo «Pronti a trasformare il paese» «Edilizia, artigianato e turismo i nostri fiori all’occhiello»
L’idea è sicuramente ambiziosa ma si riassume in tre parole: trasformare il paese. Nasce da una presa di coscienza collettiva e carica d’allarme sulle condizioni attuali di Osilo lungo due versanti basilari: il fortissimo decremento di popolazione - da seimila a tremilacinquecento abitanti in pochi decenni - e la scarsa visibilità nel territorio. La voglia di “rivoluzione” è venuta a un gruppo di giovani soprattutto, di diversa appartenenza politica: la nuova maggioranza che da metà maggio governa il Comune va dai Ds a Forza Italia, fino ad An. Il sindaco - Nanni Manca - appartiene alla Margherita. «Il coinvolgimento del paese ci rincuora - dice -. Con le forze esterne tentiamo di fare grandi cose, senza di loro potremmo essere solo un’amministrazione mediocre. La collaborazione dei cittadini, nessuno escluso, è la base principale per ottenere buoni risultati». -Il primo obiettivo? «L’edilizia. Da decenni non si può costruire: fin dal 1967 sul nostro paese esiste il vincolo della Sovrintendenza. Sono passati quasi quarant’anni. Noi cercheremo di sbloccare questa situazion». -Ma come, se c’è ancora il vincolo?«Trovando spazi fuori dal centro storico, nelle zone di espansione contrassegnate burocraticamente con la lettera C.» -Che significa visibilità, per voi?«Tornare al centro dell’attenzione attraverso l’offerta turistica alternativa a quella del mare-spiaggia. Abbiamo un bel bacino di utenza che è la città di Sassari, la vicinanza al mare di Castelsardo, di Alghero e della costa di Valledoria. Ai turisti siamo in grado di offrire cultura, ambiente, paesaggio, castello, valle dei mulini, tradizioni equestri, costumi». -E anche formaggio di qualità. O sbaglio?«Noi abbiano ancora venticinquemila pecore. L’idea del formaggio a marchio dop (di origine protetta) era nata dieci anni fa. Nel 1998 avevamo stanziato dei soldi. Oggi abbiamo un consorzio con pochi produttori di cui il Comune è socio, però manca la promozione del nome di Osilo. Ci vogliono le vetrine commerciali. Vetrine di marketing. Oggi le chiamano alla francese, boutiques». -Un’altra delle perle di Osilo una volta si chiamava artigianato. Oro e pietre di pregio. Oggi?«Ancora, perché no? Abbiamo una fortuna, la presenza corposa di artisti in vari settori, dalla lavorazione del legno a quella dell’oro e delle pietre, fino alla pittura e alla creazione di coltelli antichi. Ottime manualità. Anche i nostri artigiani-artisti hanno bisogno di un supporto, ma il privato deve metterci del suo, non può aspettare solo il Comune». -Si parla tanto di turismo, però chi sale fin qui non trova neppure un albergo.Purtroppo è vero. La nostra idea forte è offrire una seppur minima capacità ricettiva. Per mangiare ci arrangiamo, per dormire ancora no. Lavoriamo per la prossima stagione: avremo una ventina di posti-letto come albergo diffuso. Offriremo pacchetti di due-tre giorni, comprenderanno un giro per le bellezze del paese e delle frazioni. Abbiamo acquisito delle case sotto il castello, arriveremo a cinquanta posti-letto». -Questo d’estate. E per l’inverno? Fa freddo, qui.«Pensiamo agli studenti universitari. A Sassari l’Ersu ha molte difficoltà e si rivolge ai paesi limitrofi. Noi abbiamo dato la disponibilità per i mesi invernali. D’estate nei vari pacchetti turistici metteremo questi alberghi». -Agriturismi?
«Ne abbiamo due, ma non dànno alloggio. Sono aziende agricole. I tempi debbono ancora maturare, forse. C’è, in verità, qualcuno che pensa ai bed and breakfast. Se lo fa uno e funziona, probabilmente gli altri seguono». -San Lorenzo, Santa Vittoria, le tanto decantate frazioni. Quali sogni cullate?«Abbiamo bellezze che molti ci invidiano. Purtroppo alcune tra queste attrattive oggi sono impraticabili o invisitabili. Lo diciamo a malincuore, a partire dal castello, un bel pezzo di storia. La valle dei mulini è unica. Ma dalle domus de janas alle tombe dei giganti fino alle chiese campestri, si registra un abbandono completo. Con una sola eccezione: il restauro di un mulino a Santu Larentu. Lo ultimeremo entro l’anno. Dobbiamo partire da un minimo di fruibilità». -Come?«Creando un percorso unico che abbracci tutto o privilegiando gli itinerari tematici: archeologia, ambiente, mulini. Oggi il nostro castello è pieno di erbacce, il turista non trova nulla all’infuori del bellissimo panorama che si può godere dalla cima. Ma non siamo con le mani in mano: il nostro Comune partecipa ad un progetto europeo, Interreg 3 A, transfrontaliero, con la Corsica e la provincia di Livorno tramite la Comunità montana dell’Isola d’Elba. Con noi ci sono altri sette paesi: Codrongianos, Ossi, Putifìgari, Romana, Tissi, Uri e Usini». -Alla fine dell’Ottocento il poeta nuorese Sebastiano Satta cantava i cavalli di queste alture.«Da una quindicina d’anni la passione antica è tornata in auge. Anche troppo, dice qualcuno. Ma l’unico luogo in cui la si può coltivare è l’agriturismo di Antonello Ruiu. Però abbiamo un comitato tecnico equestre, se ne occupa l’assessore Salvatore Sechi: dobbiamo costruire una struttura per tutto l’anno». -Vi è stato difficile formare la lista? «No, a parte qualche momento di confronto. Ma non sulprogramma, su quello erano tutti d’accordo: gli ostacoli venivano dalle appartenenze politiche. Ma li abbiamo superati, siamo persone serie, ci conosciamo bene. All’esterno contiamo su gruppi di giovani che fanno un grande lavoro dal punto di vista sociale. Il nostro obiettivo è di dare risposte a questi ragazzi». -Con quale spirito un sindaco giovane come te affronta la “summa dementia” di occuparsi della cosa pubblica?«Uno spirito combattivo, fatto di grande volontà e di buona consapevolezza: questo lavoro duro farà bene al paese. Dobbiamo dare risposte ai nostri elettori. Siamo però convinti di una cosa: non c’è amministrazione comunale al mondo che possa fare bene senza l’aiuto determinante dei cittadini. In questi cinque mesi di governo quello che stiamo dando ce lo contraccambiano con gli interessi. Oltre centotrenta persone collaborano con noi ogni giorno, a costo zero, con invidiabile spirito di sacrificio. Sappiamo di non essere soli». Lo diceva già Aristotele, nella “Politica”: l’uomo solo o è un dio o è un animale selvatico.
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«Un posto per il nostro pecorino nel paniere dell’Euromediterraneo»
OSILO. Nanni Manca ha 37 anni ed è sposato con una ragazza di Fonni, Graziella Piras, che gli ha dato due figli: Alessandro di due anni e mezzo e Marco di otto mesi. Fa una battuta: «Dobbiamo pur combattere il decremento demografico». Funzionario di un’azienda privata, non sa cosa sia il politichese: pane al pane, formaggio al formaggio. Nello specifico, è lecito modificare la forma dell’antico modo di dire, senza chiamare in causa il vino: la caseificazione è un antichissimo sapere osilese. Sapere unanimemente riconosciuto e oggi rinvigorito dalle possibilità di mercato. La più fresca tra le buone notizie viene da Bra, dalla mega fiera del formaggio che si è tenuta dal 16 al 19 settembre: «A Bra, con l’assessore all’agricoltura Pulinas, siamo andati per capire cosa potevamo portare a casa». Ma il viaggio in Piemonte aveva anche lo scopo di stare «vicini ai ragazzi del consorzio che forse negli ultimi anni erano stati trascurati e quindi hanno gradito molto la nostra presenza». L’altro aspetto fondamentale - per Nanni Manca - «è che abbiamo lavorato su tre fronti: il primo con Slow Food, il secondo con una rivista specializzata nel settore dei formaggi, Cheese Time, il terzo riguarda un inizio di rapporti con l’Ersat. C’era il capo, professor Benedetto Meloni». Di Slow Food esistono nove presidi in Sardegna, più uno o due in fase di costituzione. Ancora il sindaco: «Slow Food non ha una struttura che funziona, in Sardegna. I presidi si incontrano nelle fiere, pochissime volte all’anno, senza un coordinamento vero. Non c’è un’associazione che li tenga uniti almeno per promuoversi a livello di presidio. Come Slow Food, hanno fatto un bel lavoro in Veneto, dove un presidio si è fatto capogruppo, costituendo l’associazione regionale».Nanni Manca vorrebbe fare la stessa cosa in Sardegna? Risposta: «Noi ci siamo candidati a farci promotori di incontri preliminari per arrivare all’associazione regionale. Loro sono entusiasti perché finora non avevano grandi contatti con la nostra amministrazione comunale e quindi si lavorava con il consorzio ma solo per il tempo limitato e le possibilità ridotte che i nostri ragazzi avevano». Con la rivista Cheese Time, rivela il sindaco, «specializzata nel settore e curata da Stefano Mariotti, abbiamo iniziato un lavoro che si è concluso proprio pochi giorni fa in Sardegna. Mariotti è venuto ad Ollolai lo scorso fine settimana per il Fiore Sardo, in occasione di Cortes Apertas. Gli abbiamo chiesto di prolungare la sua visita di qualche giorno, ha fatto dei filmati e delle interviste ad Osilo con l’obbiettivo di farci aderire a una loro iniziativa: realizzare un dvd che dovrà essere oggetto promozionale e commerciale anche attraverso la catena di ristorazione. Mariotti scriverà su questa rivista, poi realizzerà i dvd, ce li darà e noi li promuoveremo». Capitolo Ersat. E’ sempre il sindaco a spiegare: «Con il professor Benedetto Meloni abbiamo iniziato un rapporto che fino a ieri non esisteva, parole sue. All’Ersat chiederemo l’assistenza tecnica per la valorizzazione del consorzio del formaggio pecorino. Abbiamo trovato un obbiettivo comune, per il quale ci siamo impegnati entrambi: inserire il pecorino di Osilo nel paniere dell’Euromediterraneo: una vetrina agroalimentare di tutte le regioni che si affacciano sul nostro grande mare». Quello di cui si ripete da sempre che separi il dire dal fare. E qui verrà il bello, ma il sindaco di Osilo è quel che ai tempi di Antonio Gramsci si sarebbe detto un ottimista della volontà
18.5.05
gomma da cancellare
4.4.05
Senza titolo 633
Il delirio dell'olio di colza
di Jacopo Fo
Cari lettori, vorrei porre la questione morale. Anzi la questione mentale.
In questi giorni ho sperimentato direttamente il livello di disturbo mentale di cui soffrono in primo luogo i mass media e in generale il popolo italico.
Scoppia il caso biodiesel, e, come per incanto, ricevo un mucchio di telefonate da parte di giornalisti che mi chiedono di parlare del nostro distributore di biodiesel. Il primo d'Italia.
E io mi diverto a rispondere: "Ma come non ha letto i nostri comunicati stampa? Non segue i nostri siti internet? Legge solo le agenzie di stampa autorizzate?"
Provo un certo gusto a dire: "Guardi, il distributore non l'abbiamo aperto in questi giorni ma cinque anni fa. E l'abbiamo chiuso piu' di due anni fa perche' il governo Berlusconi ha vietato il biodiesel. Abbiamo fatto proteste, raccolto firme..."
Ed ecco il cronista che non ci puo' credere: "Ma come l'hanno vietato? Hanno vietato il biodiesel?"
Non ne sanno niente.
"Si', siamo l'unico paese d'Europa. L'Unione Europea ha praticamente liberalizzato la vendita ma l'Italia ha chiesto di essere esclusa dal provvedimento. Poi il governo ha deciso di vietare la vendita al pubblico del pericoloso carburante.
Se va su www.cacaoonline.it trova tutta la storia dall'inizio..."
Praticamente c'e' da chiedersi a quanti sia arrivata notizia della nostra campagna sull'olio di colza... Proprio pochi...
Unica consolazione e' che ormai sono centinaia di migliaia gli italiani che non si fanno fregare e mettono olio di semi comprato nei supermercati Lidl a 0,65 euro il litro.
Tutti i discorsi sono serviti a poco e tuttavia, in barba a tutti i giornalisti audiolesi, a tutte le censure e i sabotaggi, le idee giuste sono andate avanti.
E crediamo che molti consumatori di olio di semi abbiano provato soddisfazione vedendo che oggi tutti si accorgono di quello che stanno facendo ormai da anni. Chissa' quanti sono stati derisi perche' mettevano l'olio nel serbatoio: "Vedrai che ti scoppia il motore!"
Adesso mi avvicinano al bar e mi chiedono: "Senti, ma e' vera questa storia che metti l'olio nel serbatoio?"
"Si', lo faccio da cinque anni e se tu facevi come me a questo punto avevi risparmiato i soldi per farti una vacanza alle Seychelles, ma e' meglio cosi', perche' sei sfigato dentro e sicuramente ti facevi la vacanza quando c'era lo Tzunami ed eri gia' morto."
Si', lo ammetto, ho un piacere rabbioso a far notare a questi disinformati per vocazione che la loro incapacita' di fare attenzione gli ha causato danni enormi.
Sono loro, la massa amorfa di quelli che non ascoltano, la zavorra dell'Italia.
Ed e' ora di dirlo che oggi la capacita' di agire seguendo schemi diversi e' lo spartiacque della qualita' della vita di tutti.
Chi ha ascoltato Beppe Grillo non si e' fatto fregare dalla Parmalat.
Chi ha ascoltato Cacao sul risparmio etico e il boicottaggio non ha comprato Enron e bond argentini.
Chi ha letto come funziona la ricerca sul tumore sa che, se si ammala, deve iscriversi a un protocollo di ricerca, ottenendo cosi' che il proprio tumore venga identificato. Se non ti iscrivi nei protocolli ti danno la cura standard. Se sei dentro ti danno la cura specifica per il tuo tumore. La differenza e' l'80% di sopravvivenza.
E se il tuo problema e' che ti hanno perduto i bagagli e stai bestemmiando in aeroporto, hai grande vantaggio se hai letto la sintesi delle istruzioni di una nota compagnia aerea ai caposcalo che abbiamo pubblicato due anni fa. Il caposcalo deve recarsi presso l'orda dei passeggeri imbestialiti. Ascoltare per cinque minuti in silenzio tutte le proteste e individuare cosi' i capopolo. Quindi proporre loro di appartarsi in un'altra stanza ("Cosi' parliamo meglio") e dare loro tutto quello che vogliono. Anche piu' del dovuto. E promettere che si fara' lo stesso con gli altri. Cosi' si liquidano i ribelli. E poi ai pecoroni non di dara' niente. Tanto non hanno i coglioni per fare qualche cosa. Sono gentucola che non si espone, non si sbatte, non partecipa. Peggio per loro!
C'e' chi va in vacanza in posti inquinati e affollati quanto una citta' e passa meta' della vacanza in coda e chi no. C'e' chi compra le camice da 100 euro al figlio e chi gli paga una vacanza a Londra per imparare l'inglese. C'e' chi gioca con i figli e chi gli compra solo videogames.
C'e' chi ingurgita sonniferi, tranquillanti, antidepressivi e chi cerca di farsi nuovi amici. C'e' chi continua a piangere per un lutto anche a dieci anni di distanza e chi cerca di rifarsi una vita. C'e' chi va per terra e non si rialza mai piu' e chi, con fatica, cerca di capire i propri errori. C'e' chi sbadiglia, si gratta, si stiracchia, scambia massaggi e chi non fa niente di tutto questo perche' e' sconveniente.
C'e' chi legge libri divertenti e guarda film comici e chi consuma solo prodotti violenti e terrificanti. C'e' chi coltiva hobby, impara cose nuove, sperimenta cibi sconosciuti, prova nuove posizioni. C'e' chi fa i conti con l'idea della morte e chi cerca di non pensarci.
C'e' chi ogni tanto ammette di sbagliare e chi non sbaglia mai.
C'e' chi ogni tanto cerca di non prendere le cose con pesantezza e chi passa la giornata a parlare male degli altri.
C'e' chi continua ad avvelenare i propri figli con la bistecchina agli ormoni, c'e' chi accetta di venire separato dal figlio subito dopo il parto. C'e' chi dorme insieme ai bambini piccoli e chi preferisce farli dormire da soli fin da neonati e poi si stupisce se piangono per tutta la notte.
C'e' chi allatta e chi no, anche se potrebbe.
C'e' chi fa l'amore tre volte la settimana e chi tre volte l'anno.
C'e' chi ogni tanto fa una passeggiata mano nella mano con qualcuno e chi ha deciso che non vuole piu' innamorarsi.
E c'e' chi, addirittura, accetta di vivere con una persona che non ama perche' "conviene".
C'e' chi ha ancora speranze e chi ha solo rancori.
C'e' chi sogna un mondo migliore e chi ha smesso di dormire per non avere incubi.
C'e' chi quando si ammala partecipa al processo di cura, si informa, cambia abitudini, sogna di guarire e chi aspetta passivamente le medicine del dottore (o l'infuso del mago). E' risaputo che chi partecipa emotivamente e intellettualmente alla cura, diventa soggetto del proprio mantenersi vivo, ha molte piu' probabilita' di guarire. Ma questo e' il meno, prima o poi dobbiamo morire tutti, ma chi vive passivamente non riesce a affrontare la morte in nessun modo che vada al di la' del terrore e della disperazione.
C'e' chi invece e' disposto a imparare che bisogna morire e magari, prima, prova a non sprecare l'esistenza.
C'e' chi vive a Milano e campa sei anni meno di chi vive a Macerata.
C'e' chi cerca buone notizie, c'e' chi gode con quelle cattive.
C'e' chi fa il corteo per la pace e poi si compra le Nike, spreca calore, acqua e energia elettrica, dice che il commercio equo e solidale e' radical-chic e beve solo Coca Cola.
C'e' chi fa volontariato, isola la propria casa termicamente e cerca di diminuire il proprio contributo alla guerra per il petrolio e chi va al bar a dire che lui a Berlusconi altro che un treppiede gli avrebbe tirato.
C'e' chi cambia la propria vita e chi aspetta che gliela cambi Prodi.
La follia del sistema danneggia la gente e solo chi usa il cervello evita parte dei danni.
Si tratta di un vero e proprio stile di vita.
Oggi, per la prima volta nella storia del mondo, il fattore culturale ha un peso pari ai mezzi economici nel determinare la qualita' della vita.
Non parlo qui delle persone che sono vicine alla soglia di poverta'. Parlo dei milioni di italiani che hanno un tetto sulla testa, due pasti al giorno, l'auto, la lavatrice, internet e il cellulare.
Se questa gente che ne ha la possibilita' iniziasse a ragionare ne avrebbe un grande vantaggio individuale e l'Italia rinascerebbe.
Possiamo dire che non e' colpa loro, poverini, non hanno avuto le occasioni per imparare a ragionare. E' vero, non si puo' fargliene una colpa. Se nascevo in una famiglia diversa neanche io avrei saputo certe cose. Non e' un merito saperle, e' un caso. E certamente chi ha la fortuna di aver capito certe idee ha il dovere di cercare di comunicarle a chi e' stato meno fortunato.
Pero' dobbiamo iniziare a dirlo. C'e' chi ha la fortuna di sapere e chi no.
E questo fa la differenza nella vita piu' di una laurea, piu' di uno zio alla Regione. Dobbiamo dirglielo che la tv mente e partecipare ai quiz e fare sesso con le veline e i velini non e' il massimo della vita.
Dobbiamo dirglielo che ci fa tristezza vederli sprecare la loro vita, crescere figli senza amore, avvelenarsi con grande dispendio di mezzi, scegliere sempre la cosa piu' precotta. Mangiare il doppio delle medicine prescritte dal medico. Maciullarsi con decine di esami clinici e di radiografie inutili. Comprare sempre tutto al massimo del suo prezzo perche' gli acquisti collettivi "fanno povero".
Dobbiamo dirglielo che la loro vita e' priva di fascino perche' non sono loro a viverla.
Dobbiamo raccontargli di quanto e' diverso quando inizi a fare scelte, a capire che, in qualche modo, puoi influire sul tuo destino.
Spiegargli che e' vero che e' piu' duro, rischioso, a volte deludente, ma che comunque, prendere in mano la propria esistenza rende la vita appassionante, colorata, degna di essere vissuta.
Dobbiamo fargli capire che esiste l'onore di aver vissuto, di aver lottato, di essersi applicati con passione a un mestiere (la professionalita'!!!) e averlo usato per costruire qualcosa.
Pero', perdonatemi, a volte, dopo anni che continui a ripetere ovunque (tv, radio, giornali, internet, libri) le stesse identiche cose e ti accorgi che davvero in pochissimi hanno capito, ti viene da urlare e da dire: ma cazzo, gente, aprite le orecchie. State vivendo come polli in batteria! Svegliatevi! Fate qualche cosa!
Convincetevi che esistete veramente.
E questa che state buttando nel cesso e' la vostra unica vita!
PS: Visto che fai parte dell'infima minoranza che arriva a leggere i miei articoli fino in fondo vorrei ricordarti che c'e' la petizione per Prodi sull'ambiente da firmare su www.politicando.altervista.org .
Fonte: www.alcatraz.it
31.1.05
Senza titolo 550
WIDE-ANGLE: L'INCHIESTA AMERICANA SU BERLUSCONI
Un incredibile documentario-inchiesta prodotto da una rete televisiva americana su Berlusconi è oggi disponibile per tutti, tradotto, a questo indirizzo
http://www.controcorrente.info/Dossier/Berlusconieilsuopotere.htm
Chiunque può scaricare gratuitamente questo filmato (che in italia non sarebbe mai potuto andare in onda, e di cui infatti finora nessuno ha fatto parola), in cui si mettono in mostra i retroscena del suo potere e si sottolinea l'impossibilità, per uno che concentra nelle sue mani una quantità abnorme di interessi (economici, finanziari, televisivi, politici) di guidare un paese democratico. Un documentario utile soprattutto a chi sostiene che Berlusconi è vittima di una persecuzione, di un accanimento politico e giudiziario ordito dalla sinistra italiana. Ripetiamo: il filmato è stato prodotto e trasmesso negli Stati Uniti... che certo non sono mai stati un covo di comunisti. Buona visione.
http://www.controcorrente.info/Dossier/Berlusconieilsuopotere.htm
8.1.05
Senza titolo 518
«Negli anni del governo Berlusconi l’economia è cresciuta meno rispetto agli altri Paesi europei, le promesse non sono state mantenute, il debito è superiore al Pil, sono ripresi gli scandali finanziari».
Rapporto Wall Street Journal-Heritage Foundation
30.11.04
Senza titolo 417
Taglio Irpef, il 60 per cento degli italiani non vedrà un euro
Una prima verità. Una verità ufficiale e certificata dal governo. A rivelarla è la relazione tecnica che accompagna l’emendamento alla Finanziaria presentato al Senato. I numeri, dunque, numeri che anche Berlusconi e soci non possono nascondere.
Il taglio delle tasse riguarderà soltanto il 40,7 per cento dei contribuenti, in tutto 15,6 milioni di persone. Non pochi, certo, ma cosa dirà il restante 59,3 per cento, 22,7 milioni di persone che non vedranno un euro? E cosa diranno quei malcapitati 13mila che, invece di guadagnarci, dovranno pagare 50 euro in più all’anno? Difficile che la propaganda governativa li commuova.
Il risparmio medio di imposta pro-capite sarà di circa 369 euro, il che naturalmente vuol dire che sarà superiore a quella cifra per i pochi ricchi e inferiore per gli altri. Ovvero ampiamente riassorbito dai tagli ai servizi e dall’aumento delle altre imposte.
Fonte: www.unita.it
15.11.04
Senza titolo 392
Constatazione amichevole.
Ripetiamolo tutti insieme.
C O N S T A T A Z I O N E A M I C H E V O L E.
Non fa ridere? Non porta sana allegria?
“Che fai stasera?”
“Mah…pensavo di uscire con gli amici, pizza, birra e qualche constatazione amichevole”.
In fondo il richiamo è quello.
Ci si ritrova e si passa una serata “constatando” che si è tra amici, in un clima quindi molto “amichevole”, si ride, si scherza, si parla, si balla, ci si diverte in una tranquilla serata.
E invece no. Constatazione amichevole ‘sti cazzi.
Per i profani o per chi non l’ha mai saputo questa constatazione amichevole, o detto anche modulo C.I.D. (secondo me “Coglioni In Diatriba”, ma ci sarà un’altra spiegazione per la sigla), è un foglio multicolore dove si mettono allegramente dati delle persone e delle vetture implicate in un qualsiasi tipo di sinistro, nel quale intervengono in successione le varie assicurazioni, rappresentate da avvoltoi che amano depredare i poveri malcapitati (o Coglioni In Diatriba, come volete).
In seguito vengono ripagati eventuali danni fisici o morali. I soldi chi li mette? Le assicurazioni! E da dove li prendono queste assicurazioni? Dai soldi che i contribuenti versano ogni santissimo anno che Dio mette in Terra per poter circolare con un veicolo autorizzato, motorizzato e legalizzato.
Ci ripenso. Mi viene da ridere, non ci posso fare niente.
Analizziamo un classico tamponamento.
Le due vetture, dopo l’incidente, accostano al lato della strada.
Scendono i passeggeri. Via con gli effetti speciali: il vento si alza, un lampo illumina la notte, la folla radunata comincia con i cori da stadio “alè, dacci dentro, alè…alè molto sangue alè”, alcuni lampioni emettono luce fioca a causa di improvvisi cali di tensione.
I passeggeri si guardano, si studiano come animali feroci. Poi parlano perché in fin dei conti siamo esseri umani con il dono della parola…in linea generale dico…poi ci sono le eccezioni.
Si accende una discussione. Le parole volano come petardi nella notte di San Silvestro, o come proiettili nelle giornate tipicamente solari della città di Falluja.
Non si è d’accordo. Qualcuno ha fatto una cazzata, ma magicamente non si sa chi. Altro che Houdini, altro che David Copperfield. Questo è un x-file.
Peccato che non arrivino Mulder e Scully a risolvere il caso.
Fermi tutti.
Tranquilli.
Si risolve.
Si risolve tutto con la constatazione amichevole.
Sì, perché esiste e bisogna utilizzarla come bravi cittadini che raccolgono le merde dei cani.
Sì, questo modulo viene estratto e già si sente la vena sul collo che comincia a pompare sangue.
Sei già incazzato come un bisonte in calore e vedi questo foglio.
Non si sa com’è uscito o chi l’ha estratto. Il foglio esiste. Appare.
Il primo pensiero che viene in mente è: “Questo qui non è un amico e non voglio constatare nulla, se non la sua faccia sul mio paraurti…o magari è meglio il cric?”.
Il secondo in sequenza è: “Meglio il cric”.
Il terzo è infine: “Ma chi cazzo ha messo un nome così idiota a un modulo da compilare?”.
Fermi tutti. Sulla prima pagina del certificato vi è scritto: “Calma. Siate cordiali. Non siate avventati. Siate bravi cittadini”.
Calma.
Giusto.
“Tranquillo bello, abbiamo fatto danni da 500 euro, ma stiamo calmi, sorridi alla vita e la vita ti sorride! Dai, constatiamo amichevolmente che non è successo nulla di serio! Ridiamo!”
Calma.
Sbagliato.
Nella mente viene trasmesso un gustoso film mentale.
Vedi te stesso che cominci a prendere a schiaffi l’ “amico”, per poi finirlo con il cric e infine prendere la constatazione amichevole, un accendino e dare fuoco al tutto. Semplicemente perché la carta prende fuoco bene e i vestiti dell’ “amico” meno. Il finale è squisito: l’ “amico” prende fuoco, cerca di scappare, tocca la macchina che prende fuoco, tutti prendono fuoco tranne te. Esplosioni immancabili che aumentano drasticamente l’entropia del pianeta e anche quella delle balle che ti girano ancora.
Che soddisfazione però.
Purtroppo no, bisogna compilare questo fantastico e mirabolante modulo dei bravi cittadini, che però la merda di cane in quel momento hanno voglia di raccoglierla solo per tirarla addosso. Così, con simpatia ed allegra goliardia, ben intesi!
In tutto questo bel discorso non possiamo dimenticarci delle automobili.
Certo, perché ora la sicurezza è d’obbligo.
Dei veri geni hanno inventato il modo di assicurare sicurezza e capitali.
Le macchine vengono ora costruite infatti che al minimo urto, partono in mille pezzi, si scheggiano, si crepano. Naturalmente per un minimo danno, bisogna cambiare tutto un pezzo.
Grande! Così siamo più sicuri perché questi materiali ci proteggono! Ottimo! Dobbiamo pagare 500 euro perché la crepa non fa chiudere bene la portiera e bisogna cambiare tutto!
Magari si inventeranno una cosa simile anche per la medicina ed il corpo umano.
“Dottore sto male…mi aiuti…credo di avere una colica renale…”
“Non si preoccupi, risolviamo tutto! Davvero, non ci pensi, adesso cambiamo tutti e due i reni! D’altra parte mica possiamo aggiustarne uno solo! Vanno in serie, sa? Purtroppo devo dirle che visto che fanno contatto con i polmoni, dovremo cambiare anche quelli, non può ritrovarsi assolutamente a non respirare più per un contatto della centralina! Per i soldi non si preoccupi…è coperto dall’assicurazione?”.
E di certo spunterà fuori anche qui una sorta di constatazione amichevole.
Sì, perché il mondo è bello e tutti ci vogliamo bene.
Constatiamo tutti insieme molto amichevolmente che la vita è bella.
È tutto il resto che è un’emerita stronzata.
emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello
Apro l'email e tovo queste "lettere " di alcuni haters \odiatori , tralasciando gli insulti e le solite litanie ...

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Come già accenbato dal titolo , inizialmente volevo dire Basta e smettere di parlare di Shoah!, e d'aderire \ c...
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