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LA CONGIURA DEL SILENZIO SULLA VICENDA DI GIOVANNI IANNELLI SEMBRA CHIUDERSI VISTO CHE ANCHE L'EX CAMPIONE CIPOLINI NE HA DENUNCIATO L'INGIUSTIZIA E E LE GRAVI RESPONSABILITÀ DELLA FCI E DEGLI ORGANIZZATORI INCOMPETENTI

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leggi anche   ingiustizie  ed  insabbiamenti    italiani  il caso    del    giovane  ciclista  di Giovanni Ianelli  Giustizia per Giovanni - 𝕊𝕚𝕔𝕦𝕣𝕖𝕫𝕫𝕒 𝕡𝕖𝕣 𝕥𝕦𝕥𝕥𝕚 | Facebook Finalmente anche all'interno del mondo del ciclismo professinistco , anche se da un ex , qualcuno prende posizione sulla triste ed vergognosa ( vedere URL inizio Post  )  . Infatti non  passano certo inosservate le parole del campione Mario Cipollini, uno dei pochi "coraggiosi" del mondo del ciclismo che si è esposto più volte parlando apertamente dell'incidente avvenuto a Molino dei Torti il 5 ottobre 2019. Un breve riassunto per chi non avesse letto il post precedente ( trovate sopra l'url ) dal sito e facebook Giustizia Caffè il diritto per tutti che a ha creato i video citato Una volata di gruppo ad oltre 60 km/h tra case, recinzioni, cancelli, pilastri, cartelli stradali, insegne, pali della luce, fioriere, cestini, cordoli. La via Roma che cu

“Io e mia sorella perdute e ritrovate dopo ventisei anni” La scoperta di Giulia, iniziata con un pezzo del 1989 di “Repubblica” “Adottate in Italia dal Brasile e separate, ora insieme per sempre”il gioernLE DEL

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A  differenza  di altre  storie  simili  che  ho ripreso sull'aonda  emotiva  o forse  perchè essendo   del '76   sono cresciuto  a  feuilleton \ romanzi d'appendice televisivi  e  letterari  ,  questa  storia  non lo  è  o almeno o  è  in parte   Essa  è piuttosto  un caso alla  Serena Cruz    ( vicenda  raccontata in Serena Cruz o la vera giustizia (1990) , saggio, Einaudi, ISBN 88-06-11749-1 di Natalia Levi Ginzburg  (  1916-1991 ) .  Insomma una  Grande  ingiustizia  e  pessima conduzione  delle  famiglie addottive    delel due  protagoniste  .      la  vicenda  dela madre   http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/09/13/in-italia-la-madre-brasiliana-restituitemi.html   http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/09/10/restituitemi-dilma-debora-sono-mie-me-le.html da repubblica  del  6\2\2015 “Io e mia sorella  perdute e ritrovate dopo ventisei anni” La scoperta di Giulia, iniziata con un pezzo del 1989

Una ragazza autistica con il talento delle percussioni: la storia di Benedetta

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 chi lo ha detto  che   ha un handicap  non possa creare    ?    la  news  sotto  riportata  tratta da http://www.redattoresociale.it/Notiziario Simone Gambirasio è una  risposta  alle tante ingiustizie  ed  abusi che debbono sopportare quotidianamente  .come questa questa lettera di denuncia di  Simone Gambirasio , disabile al 100%, che cerca disperatamente di dare visibilità a una situazione vergognosa, che squarcia il velo dell’accessibilità dei mezzi pubblici per i portatori di handicap in Lombardia (in particolare Milano e Provincia). La pubblico nella speranza che la leggano in tanti e che in tanti la segnaliate a chi di dovere (io lo farò con i miei amici giornalisti). Perché davvero non se ne può più di diritti violati come questo. Ecco cosa  scrive  sul suo facebook   Cari APCOA, SEA e Tenord. Scrivo a tutti e tre, mettendovi in copia. Così magari, dato che vi date la colpa a vicenda, potete anche parlarne tra voi e risolverla più velocemente. Aggiungo anche in copi

banditi ( o presunti tali ) senza tempo la storia di antonio bossu

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dalla nuova sardegna del 27\5\2013 Le memorie in versi dell’ex detenuto L’orgolese Antonio Bassu scontò un quarto di secolo per la strage di Monte Maore: a 91 anni ha deciso di scrivere un libro ORGOSOLO Antonio Bassu?  ( foto  a  sinistra   )  Innocente. La vox populi non ha mai avuto dubbi, il paese sapeva e lui Graziato dal presidente della Repubblica Giovanni Leone nel 1974, l'ex carcerato affida ora al ritmo dei versi endecasillabi in ottava rima le sue memorie di miele amaro. Ci pensava da oltre trent'anni, ora non ha più dubbi: è giunta l'ora della narrazione poetica. A novantun anni suonati, la libertà per lui è sempre un cavallo veloce che non teme le discese ripide e salva il suo cavaliere intrepido. Lui,   su cadderi   (il fantino) di tante   vàrdias   paesane, è stato derubato di un quarto di secolo della sua esistenza: 25 anni meno 25 giorni. «Mi sarei dovuto presentare prima della strage di Monte Maore, ero latitante, accusato di reati minori

In mutande e in pantaloni

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Due capi d'abbigliamento estremi. I primi ridotti all'osso, i secondi castigati per antonomasia (eppure, come scriviamo più sotto, qualche testa bacata è giunta a considerarli indecenti). I primi, non solo simbolici (alcuni disoccupati e precari della scuola hanno davvero protestato in questo modo); ma sicuramente anche segno d'una spoliazione, d'una perdita non solo del lavoro, ma della di gnità. Ebbene in questi giorni, molti lavoratori, al Nord come al Sud, sono in mutande. Per lo più nel chiassoso silenzio dei media, in tutt'altre faccende affaccendati. "Devi attirare l'attenzione delle telecamere, altrimenti non esisti" : frase che suona grottesca perché non esce dalla bocca di Fabrizio Corona, ma da uno degli operai della Esab di Mesero , alle porte di Milano, che da giorni, coi compagni, grida sui tetti - il Vangelo coglie sempre nel segno - la sua lotta e la sua resistenza ai licenziamenti. Il regime videocratico impone leggi ferree: tanto val

"Ero forestiero, e mi avete imprigionato"

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Don Luigi Ciotti: «Come ai tempi della discriminazione razziale» «Non sic urezza, crudeltà. Non c’è altra parola per definire le misure sull’immigrazione approvate oggi, giovedì 2 luglio 2009, in Senato. Non c’è altra parola per definire questo accanimento contro chi fugge dalla miseria, dalla discriminazione, dall’oppressione, dalle guerre. Sono persone, prima che immigrati, quelle che chiedono di essere riconosciute e accolte nella legalità, nei diritti e doveri di ogni cittadino parte attiva del consorzio sociale. É doloroso constatare come questa legge ci faccia scivolare indietro, ai tempi della discriminazione razziale, negando i valori della Carta universale dei diritti umani, della nostra Costituzione, della Convenzione di Ginevra sui rifugiati. Baluardi contro il ritorno della barbarie e della guerra, antidoti perché legge sia tutela del bene comune a partire dai più deboli, non legge del più forte. Sono vittime della povertà, gli immigrat

I prìncipi di questo mondo

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Qui non c'è molto da dire. Se non due sole parole, ferme, decise, chiare, irrevocabili: LIBERATELA SUBITO. Non intendiamo pregare, stavolta, ma pretendiamo. Urliamo. Troppo intollerabile è l'ingius tizia. Troppo macroscopico il male. Dietro la farsa dello scandaloso nuovo processo ad Aung San Suu Kyi scorgiamo il terrore, il furore e, più che mai, la voglia di sangue, di vendetta. Di farla finita, una volta per tutte, con i diritti umani, la nonviolenza, la dignità. Un caso che questi nobili ideali siano incarnati da una donna? No. La talebanizzazione del mondo è evidente. In Italia, che ovviamente ben si guarda dal muovere una minima protesta per quanto sta accadendo, siamo al livello più basso, e quindi più incancrenito e stomachevole, di tale processo. Il nostro esimio Presidente, col (tacito) benestare della Chiesa, ha fatto regredire la condizione femminile di una settantina d'anni. E oggi quei pochi ancora animati da un senso etico, quegli illusi che si ostinano a

Vrindavan, in India, la città-lager delle vedove bambine....

Nella CASA DELLE VEDOVE, le più coraggiose vi arrivano da sole, sognando di raggiungere il paradiso dove saranno   liberate dal ciclo della morte e della rincarnazione. Ma la maggior parte viene accompagnata, o meglio «scaricata» a sua insaputa, dalla famiglia del marito, ormai defunto. Con lui del resto hanno perso tutto, persino il cognome da sposate. Eppure a portare a Vrindavan migliaia di donne ogni anno non è tanto la fede, ma la disperazione. Questa cittadina dell' Uttar Pradesh, 150 chilometri a sud-est di Nuova Delhi, da 500 anni è un rifugio per le donne spogliate di tutto che qui vivono, se va bene, di elemosine e offerte.   Un lungo purgatorio in terra, un viaggio senza ritorno verso l' oblio: a casa non arriverà neanche la notizia della loro morte. Vrindavan, una città santa quasi tutta per loro: su 56 mila anime, quasi 15 mila sono vedove. Un abitante su quattro. Cinquemila in più rispetto a dieci anni fa. A lanciare l' allarme è il rapporto del Fondo di svilu

Giorgio Cremaschi: "Al capitalismo piace questa crisi"

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Dobbiamo smetterla di discutere delle chiacchiere e guardare alla sostanza dei provvedimenti che vengono presi. Per ora non c'è un solo paese occidentale che abbia deciso misure per far aumentare i salari e fermare i licenziamenti. Anche Obama tace sul salario minimo di legge, che negli Usa è fermo al 1998. Al contrario tutte le decisioni che vengono concretamente varate servono a sostenere le banche, la finanza, i programmi d'investimento, di ristrutturazione, di licenziamento delle imprese . Sotto l'onda dell'emergenza globale si affermano criteri sociali che sono quelli di una vera e propria economia di guerra . E anche gli investimenti militari veri e propri aumentano. Mentre i poveri reali crescono a dismisura, si definiscono ristrette categorie di poveri ufficiali . In Italia stiamo sperimentando l' elemosina di Stato che tocca, con la carta sociale del governo, un milione e duecentomila persone. C'è del metodo in questa follia. Si usa la crisi per sele

scontata 30 anni di carcere e poi scoprono che è innocente

Spesso sui giornali  regionali  si leggono news   che    o non   vengono trattati dai media nazionali  ( o se   vengano trattat  lo è solo  in brevissimei trafiletti )   .   Ecco  una  dei  casi  più gravi   tratto  dalla  nuova sardegna del 16\11\2008 dall’inviato Piero Mannironi Riconosciuto innocente dopo 30 anni di carcere Il calvario dell’orunese Melchiorre Contena accusato del sequestro-omicidio Ostini Assolto in primo e secondo grado fu condannato nel terzo processo disposto dalla Corte di Cassazione *SIENA. ** L’inferno può essere fatto di sbarre che sembrano imprigionare perfino il cielo, di muri spessi e grigi e di cancelli di ferro che rinchiudono in uno spazio immobile e claustrofobico anche i sogni e il dolore. Ma l’inferno è soprattutto nella lucida consapevolezza di essere vittima del furto più atroce, quello della libertà. E di vivere l’interminabile divenire di giorni grigi, sempre uguali, al posto di qualcun altro. Questa è la storia del calvario di un uomo che ha vi