di Alessandro Vinci
La 23enne Giulia Grasso,
neodottoressa in Lettere Antiche, ha sofferto di ansia durante gli
studi: «Mi sono immedesimata in chi ha preferito dire basta. La colpa è
anche dei media e all'estero è diverso»
Più e più volte Giulia Grasso, 23 anni, ha pensato di gettare la spugna. L’ansia, le notti insonni, l’emozione a tradirla sul più bello. Alla fine però non ha mollato,
laureandosi mercoledì scorso in Lettere Antiche all’Università di Bari.
Memore delle difficoltà incontrate, tuttavia, ha voluto mettere nero su
bianco sulla sua tesi – «La censura nel cinema italiano da Totò e Carolina a Totò che visse due volte» – una dedica speciale:
«A chi non ce l’ha fatta, a chi ha mollato, a chi non si è sentito
all’altezza, a chi ha trovato solo porte chiuse, a chi non crede più in
se stesso, a chi ha pianto notti intere pensando a quell’esame, a chi
non è riuscito a respirare per l’ansia, a chi si è dato la colpa di ogni
fallimento, a chi ha preferito morire invece che fallire ancora. A me,
che alla fine ce l’ho fatta».
Il post sui social
Sì,
Giulia ce l’ha fatta. Ed è anche riuscita a dare ampio risalto al suo
messaggio. È stata infatti lei stessa a farlo diventare virale su Instagram, con oltre 2.700 «Mi piace» e centinaia di commenti (in continua crescita): «Nessuno parla mai di loro
– ha scritto in riferimento ai destinatari della dedica –. Perché
nessuno pensa mai a chi non ce la fa più, a chi si porta quell’esame
dietro per anni e non perché non studia, ma perché qualcuno ha deciso
che quella domanda sulla nota a piè di pagina di uno dei tre libri da
500 pagine a cui non ha saputo rispondere, vale la bocciatura». E
ancora, come un fiume in piena: «La mia tesi, la mia laurea, tutti i miei sacrifici, li ho dedicati a chi ha passato notti intere a piangere,
notti insonne a domandarsi: “ne vale davvero la pena?”, giornate a
studiare sui libri per poi sentirsi dire che non era abbastanza. Ma non è così».Nelle righe successive Giulia si è poi rivolta direttamente agli studenti in difficoltà: «Non siete l’opinione di uno sconosciuto
– si legge –. Non siete il voto che vi dà un docente che arriva stanco
alla fine dell’appello e vuole tornare a casa. Non siete la performance
che date all’ultimo appello di luglio, dopo aver atteso 10 ore il vostro
turno. Voi siete quel pezzo di focaccia barese che avete bramato per
così tanto. Siete quei fiori che i vostri cari vi danno in mano. Siete i
sorrisi dei vostri amici. Siete i vecchietti che vi fermano per strada
per farvi gli auguri. Siete il profumo di alloro che sentirete per
giorni. Siete la sensazione di libertà che provate quando vedete
l’ultimo esame convalidato sul libretto. Siete l’ultimo sguardo che date
a quel posto che per anni è stato il vostro incubo. Siete tante cose, ma non siete quel fallimento che vi fanno pensare di essere. Perché la colpa non è sempre dello studente. E un bravo docente sa anche questo».
«Mi sono immedesimata in chi ha detto basta»
Se la 23enne è arrivata a maturare queste riflessioni, è anzitutto perché lei stessa ha incontrato determinate difficoltà: «Da persona molto ansiosa quale sono ho sempre vissuto in maniera terribile l'avvicinamento a ogni esame – racconta al Corriere –.
Anche io, quindi, mi sono spesso chiesta "Ma chi te lo fa fare?". Anche
a me è capitato di essere bocciata solo perché l'emozione dell'esame
aveva improvvisamente cancellato tutto quello che avevo studiato. Al
momento di scrivere la dedica mi sono quindi immedesimata in chi ha preferito dire basta». A contribuire a questa particolare sensibilità, anche la sua esperienza Erasmus a Zara (Croazia): «Lì mi sono resa conto che le cose non devono per forza andare così
– spiega –. L'ho visto nel rispetto che i professori portano nei
confronti degli studenti. Nello sviluppo di rapporti che in Italia non
ci sono. Poi certo, non faccio di tutta l'erba un fascio: qui per
esempio mi sono trovata molto bene con il mio relatore Federico Zecca,
ma dovrebbe trattarsi della regola, non dell'eccezione».
La pressione del confronto
A giudizio di Giulia, a contribuire al problema è anche il mondo dei media:
«Sui giornali capita spesso di leggere di studenti che si laureano più
volte e/o in tempi record – osserva –. Questo tipo di confronto crea
molta pressione, perché ognuno ha i suoi tempi e le sue difficoltà.
Penso per esempio a chi ha ridotte disponibilità economiche ed è
costretto a lavorare per permettersi gli studi». Pensieri evidentemente
condivisi anche da numerosissimi utenti del web: «Sono stati
gentilissimi, mi sento davvero grata per tutti i commenti ricevuti – dice –. Qualcuno mi ha perfino scritto raccontandomi la sua storia».
Futuro in Inghilterra?
Nel futuro della neolaureata potrebbe esserci ancora l'estero: «Ho il pallino della scrittura e mi piacerebbe diventare una giornalista o un'insegnante.
Sto già scegliendo la magistrale, ma non essendomi trovata bene in
Italia sto valutando l'opzione di studiare nuovamente fuori. Per via
della lingua mi piacerebbe trasferirmi in Inghilterra,
ma la Brexit e il costo delle università locali sono ostacoli non da
poco. Si vedrà». Forte di aver perseverato fino in fondo, non c'è sfida
che ora senta di non poter affrontare.
https://www.fanpage.it/attualita/dedico-la-mia-laurea-a-chi-si-e-suicidato-per-luniversita-la-scelta-di-giulia-nel-giorno-di-festa/
16 GIUGNO 2022 10:58
“Dedico la mia laurea a chi si è suicidato per l’università”: la scelta di Giulia nel giorno di festa Giulia Grasso, 23 anni, si è laureata in Lettere Antiche all’Università di Bari. La studentessa ha dedicato la sua testi ai colleghi universitari di tutta Italia: “A chi non ce l’ha fatta e si è tolto la vita per gli esami. Non siete il fallimento che vi fanno credere di essere”
A cura di Gabriella Mazzeo
Una dedica per tutti coloro che non ce l'hanno fatta, ma anche per tutti gli studenti che ancora stanno cercando la loro strada. Giulia Grasso, 23 anni, si è laureata nella giornata di mercoledì scorso in Lettere Antiche all'Università di Bari. Memore delle difficoltà incontrate sul suo cammino, ha voluto mettere nero su bianco una dedica speciale. "A chi non ce l'ha fatta, a chi ha mollato, a chi non si è sentito all'altezza e a chi ha trovato solo porte chiuse – ha scritto Giulia sui social network -. A chi non crede più in se stesso, a chi ha pianto notti intere pensando un esame e a chi si è dato la colpa di ogni fallimento".
Il messaggio della 23enne è diventato virale su Instagram con oltre 2.700 "Mi Piace" e centinaia di commenti. Nella sua dedica, Giulia fa riferimento anche alle decine di studenti che si sono tolti la vita a causa del libretto universitario. "Siete tante cose – ha scritto – ma non siete quel fallimento che vi fanno credere di essere. Nessuno pensa mai a chi non ce la fa più e si porta l'esame dietro per anni non perché non studia, ma perché qualcuno ha deciso che quella domanda sulla nota in fondo alla pagina vale la bocciatura". "Non siete l'opinione di uno sconosciuto – ha continuato la neolaureata – né il voto che vi dà un docente stanco alla fine dell'appello o la performance dell'ultimo esame di luglio. Siete quei fiori che i vostri cari vi danno, i sorrisi dei vostri amici, i vecchietti che vi fermano per strada per farvi gli auguri e il profumo di alloro che sentirete per giorni. Siete la sensazione di libertà che si prova quando viene convalidato anche l'ultimo esame sul libretto.
Siete l'ultimo sguardo che date a quel posto che per anni è stato il vostro incubo. La colpa non sempre è dello studente e un bravo docente sa anche questo". La neolaureata ha poi sottolineato di aver incontrato molte difficoltà sul suo cammino. Ha raccontato al quotidiano Corriere della Sera di essere molto ansiosa e di aver vissuto in maniera terribile l'avvicinarsi di ogni esame. "Mi sono spesso chiesta perché lo stessi facendo. Anche a me è capitato di studiare ed essere bocciata solo perché l'emozione aveva improvvisamente cancellato tutto quello che sapevo – ha dichiarato -. Quando ho scritto la dedica mi sono immedesimata in chi ha detto basta. Sui giornali capita spesso di leggere di studenti che si laureano in tempi record o che iniziano a lavorare giovanissimi. Questo tipo di confronto crea pressioni perché nella vita reale ognuno ha i suoi tempi e le sue difficoltà". Dopo la laurea, Giulia Grasso ha intenzione di raggiungere l'Inghilterra. "Sto scegliendo la magistrale, ma non essendomi trovata bene in Italia sto valutando l'opzione di studiare fuori. Mi piacerebbe trasferirmi in Inghilterra ma la Brexit e il costo delle università sono ostacoli non da poco".