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13.1.25

Anche la ministra Roccella si indigna per la sentenza dei giudici di Modena: «Nella sentenza elementi preoccupanti» p


ma guarda tu ogni tanto la Roccella dice delle cosa condivisibili . Infatti la stessa ministra si indigna per la sentenza dei giudici di Modena: «Nella sentenza elementi preoccupanti» 
Uno che aveva già picchiato diverse volte moglie e figlia che lo avevano già denunciato e quello che noi chiamiamo STATO è rimasto fermo... e scrivono pure queste sentenze che danno giustificazioni alla violenza..che sentenza squallida .  Infatti   è Particolarmente inquietante come motivazione; esistono gli psicologi per gestire rabbia e conflitti di coppia, esistono gli avvocati per separarsi, ed esiste ovviamente il divorzio e il rifarsi una vita! Chi gli diceva di rimanere incollato a loro ? oltretutto le ha massacrate davanti al figlio minore!
Ora   Concordo   ,nonostante   le  notevoli differenze  politico  \  culturali      , una volta  tanto  , con quanto   ha  dichiarato   sempre   a  Open  dalla   stessa ministra 


«Leggeremo ovviamente il testo integrale della sentenza, ma se ciò che emerge dagli stralci pubblicati oggi venisse confermato, il pronunciamento della Corte d’Assise di Modena nei confronti dell’uomo responsabile dell’uccisione della moglie e della di lei figlia conterrebbe elementi assai discutibili e certamente preoccupanti che, ove consolidati, rischierebbero non solo di produrre un arretramento nell’annosa lotta per fermare i femminicidi e la violenza maschile contro le donne, ma anche di aprire un
vulnus nelle fondamenta che reggono il nostro ordinamento». Queste le parole della ministra per la famiglia Eugenia Roccella in merito alla decisione dei giudici della Corte d’Appello di Modena nei confronti di Salvatore Fusco. L’uomo è stato condannato a 30 anni di carcere e non all’ergastolo per aver ucciso sua moglie Gabriella Trandafir, 47 anni, e la figlia di lei Renata, 22 anni. Un duplice femminicidio, avvenuto il 13 giugno 2022 a Cavazzona di Castelfranco Emilia, in provincia di Modena, per cui l’uomo ha agito perché spinto «dalle nefaste dinamiche familiari che si erano col tempo innescate». Una decisione che ha fatto indignare anche il giornalista televisivo Gianluigi Nuzzi, che tratta da sempre casi di cronaca nera 
«Non credo sfugga a nessuno la pericolosità di ragionamenti di questo tipo»
«Il problema – prosegue la ministra Roccella – non è la comminazione della pena, non è la sua entità, non sono le valutazioni processuali proprie dell’esercizio della giurisdizione. Ciò che colpisce è il ragionamento a monte che sembrerebbe aver orientato la Corte, per la quale, a quanto si legge, ‘la situazione che si era creata nell’ambiente familiare‘ avrebbe ‘indotto‘ l’imputato ‘a compiere il tragico gesto‘, con la conseguenza di una ‘comprensibilità umana dei motivi che hanno spinto l’autore a commettere il fatto reato’». «Non credo sfugga a nessuno – sottolinea la ministra – la pericolosità di ragionamenti di questo tipo, fondati su un nesso causale in grado di ‘indurre‘ per motivi ‘umanamente comprensibili‘ una duplice uccisione. Se si affermasse un principio di questo tipo – conclude Roccella -, lo sforzo di promozione di quel cambiamento culturale che tutti vogliamo non compirebbe certo un passo avanti ma ne farebbe molti indietro».


Questo   è   uno  dei  casi  in cui   il  voler  comprendere    s'avvicina  a  giustificare  un crimine  .  

1.9.24

Ogni speculazione politica sul delitto è un'offesa a Sharon Verzeni,Il legale della famiglia di Sharon: 'Non si parli di raptus

 ritorno    dopo  il  post precedente   ancora  su    rispondendo    cosi a  chi  mi  accusa  di  buonismo   ed  altre menate  simili .  Riportando:   un  articolo    che nonostante  le  divergenze  culturali  (  quello che  un tempo  si chiamava ideologia  )   la  pensa  come me   sperando  di non doverci ritornare  sopra    ogni qualvolta      a commettere   dei  reati e  dei  crimini  , non solo violenza  di genere  o  femminicidi  ,  sia  un  immigrato o    un  nuovo italiano .,   ma  soprattutto   le 

da   avvenire   online  d'ieri  

                        di Andrea Lavazza


Ogni speculazione politica sul delitto di Terno d’Isola, adesso che il presunto assassino è stato arrestato, è un’offesa a Sharon Verzeni, una donna che ha avuto in modo assurdo (forse il più assurdo, se vere le prime ricostruzioni) la sua giovane esistenza spezzata, e a tutti coloro che l’amavano, colpiti da un enorme dolore. In premessa, va detto questo: alle vittime dovrebbe essere orientata la maggiore sollecitudine. Ma c’è chi ha subito approfittato di quel nome, Moussa Sangare, dato in pasto ai social media prima ancora che emergessero elementi forti del suo coinvolgimento nel delitto - e in totale spregio della presunzione d’innocenza - per alimentare una meschina polemica sulla cittadinanza.
Sarebbero questi gli italiani che vogliamo?, si è detto in sostanza, soprattutto da parte di esponenti della Lega. Se Sangare risulterà colpevole, dovrà pagare senza sconti il reato abietto compiuto. Ma che c’entrano la sua origine maliana e i documenti italiani poi ottenuti? Che dire allora delle donne massacrate dai loro italianissimi compagni e dei genitori fatti scomparire o dei neonati maltrattati da nativi della Penisola dai caratteri “caucasici”? Ripugna fare questi confronti, ma si deve chiaramente affermare che c’è una vittima da rispettare insieme a un razzismo risorgente da evitare e, se ricompare, da condannare senza alcuna esitazione.Infatti  se  a  un lato   Rossano Sasso, deputato leghista, comincia invece un post accusatorio nei confronti della sinistra e delle sue politiche migratorie, chiamando in causa la vittima: “Oggi piangiamo l'ennesima sorella italiana ammazzata con brutale violenza”. E  quindi Definire Sharon Verzeni ‘sorella italiana' è un modo per attribuire alla nazionalità della vittima l'ambito nel quale cercare la matrice del delitto. Sharon diventa importante in quanto ‘sorella italiana', non in quanto Sharon punto. Lo sottolinea molto bene Alessandra Mussolini: “Cercare di trasformare un efferato delitto ai danni di una donna in un tiro all'africano è, oltre che indegno, anche una mancanza di rispetto alla vittima. Quasi la sua morte non facesse abbastanza notizia e ci volesse una nota di discriminazione per interessare questi incauti commentatori”. L'idea che una volta eliminato il mistero dell'identità dell'assassino, sia necessario ricorrere ad un elemento ideologico per coinvolgere l'audience, è uno degli aspetti più deprimenti del dibattito pubblico.

P.s
leggo   proprio in questo istante  mentre  sto   per  riportare  il secondo articolo     che   a permettere  la  cattura   dell'assasino    è  stata la  testimonianza  di alcuni  immigrati  anch'essi  marocchini  


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E'  vero   che     anch'io  , quando  iniziai ad appassiornarmi i cronaca  nera  , usavo per delitti  el genere  il tremine  raptus  ma  poi   da letture ,  chiacchere  e discussioni con amici    psicologici e  pschiatri  mi sono accorto    che  è come ho detto     nel  post  precedente  ( url  inizio post  )    che  è  un termine  ambiguo  e  quasi  assolutorio  e   giustificazionista    verso il carnedice  .  Ma  soprattutto   perchè Si fa presto a dire raptus o a parlare di infermità mentale. A volte quello che scatta nella testa del killer è talmente incomprensibile da lasciare ancora più sgomenti. Perché se un qualsiasi delitto, è ingiustificabile, quando a muovere una mano criminale non c'è nemmeno un motivo scatenante, per assurdo che possa essere, si va oltre ogni soglia del comprensibile. 
  Infatti  concordo  con   il   legale della famiglia di Sharon Verzeni, Luigi Scudieri, respinge



l'idea del raptus che potrebbe aver colto l'omicida reo confesso della donna."Ho sentito parlare in queste ore di 'raptus improvviso', di 'scatto d'ira' e assenza di premeditazione.
Tuttavia faccio notare che il signor Moussa Sangare sarebbe uscito di casa con ben quattro coltelli e prima di uccidere Sharon ha avuto tutto il tempo di minacciare anche altre due persone. Queste farebbero bene a farsi avanti". "Mi ha molto stupito - aggiunge - che si sia parlato di 'verosimile incapacità' subito dopo il fermo, prima ancora di un esame completo di tutti gli atti".


30.8.24

diciamo in modo chiarissimo SALVINI e company smettetela di fare sciacallaggio e usare come propaganda la cronacva nera in questo caso il caso Sharon Verzeni,

finalmente     si  è    trovato     il  colpevole dell'omoicidio a sangue  freddo    di   Sharon Verzeni   ed  ecco     che ,  in quanto   l'omicida  è  un italo - marocchino    secondo alcuni    o  un  afro italian secondo   altri  ,  Salviche  adesso  iniznoi  e  le  sue trippe  cammellate   pronti  a   gettarsi  sopra 
 come  avvoltoi  .
Infatti   usare, come fa Salvini, l’omicidio di Sharon Verzeni per sottolineare le origini nordafricane dell’assassino reo confesso e sventolarlo davanti a orde di razzistelli da tastiera e analfabeti funzionali che lo seguono come propaganda contro Ius soli e Ius scholae è qualcosa che non è neanche più di destra o di sinistra. È semplicemente un vomitevole sciacallaggio.
Di più: si chiama incitamento all’odio razziale.Chiamiamolo  senza  tanti  giri  di parole   col suo nome.Gravissimo da parte di chiunque a prescindere  dall'appartenenza  politica
Ma che arrivi da un ministro della Repubblica, per di più con milioni di seguaci, è di una gravità assoluta e CON precedenti. I suoi.
Alcuni   (  sottoscritto  compreso  che   pensa  che   il  90  %  degli omicidi  di  donne     sia  femminicidio e  si  il  partner    a commettere un  omicidio )  siti   e politici   come   Luana Zanella, capogruppo di AVS alla Camera: << Ovviamente Matteo Salvini ha già sentenziato la colpevolezza di Moussa Sangare, chiedendo pena esemplare, cioè potenziata? Ciò che è orribile nel suo post è il tentativo di accreditare una origine etnica del femminicidio. Questo è inaccettabile perché nega totalmente e colpevolmente la trasversalità di un fenomeno che non riguarda classi sociali, colore della pelle, confini statali e che la maggior parte delle volte nasce dentro i nuclei familiari. Troppo spesso il maschio killer è marito, compagno, partner >> diranno che è femminicidio .  Ma    a  volte  ed  è  questo  il caso    (non che questo renda il tutto meno grave perchè sempre  di un crimine   contro  le  donne  si tratta   cioè violenza  di genere  )  si tratta   almeno dalla  notizie    che  abbiamo  fin  ora   del gesto di un folle \  uno   con gravissimi problemi  psichici   visti  i precedenti   .  Insomma     quello      che    viene  comunmente      chiamato   dai  media  e  dall'opinione    pubblica  erroneamente    un raptus  ma  in realtà 

  da  https://copilot.microsoft.com/  ( IA  di  Bing.com  ) 
L’idea di un “omicidio da raptus” è spesso discussa e controversa. Alcuni esperti, come la criminologa Roberta Bruzzone.sostengono che i raptus improvvisi non esistono realmente e che dietro ogni atto violento ci sono sempre motivazioni più profonde e problemi psichiatrici sottovalutati
In generale , però , un raptus è descritto come un impulso improvviso e di forte intensità che può portare a episodi violenti, inclusi omicidi e suicidi.
Tuttavia, molti professionisti della salute mentale ritengono  che tali episodi non siano mai del tutto immotivati e che ci siano sempre fattori scatenanti che devono essere compresi e analizzati

Ma  sopratutto   il tipo è un cittadino italiano in base alla legge in vigore che non è né jus solis  né jus scholae. Il ministro parla del nulla  e  alla panncia  come  al solito  ! 
Ci  manca  solo  che   , in quanto  è un rapper    che  ha collaborato con Ernia e Izi  alla canzone 'Scusa' di Izi, e il  suo nome  d'arte  è  Moses Sangare,  inizi  la  caccia  alle streghe   a  chi  ascolta   tali genere  musicali 

22.6.24

a che punto è la morbosità sui femminicidi . basta parlare di filippo turretta e giulia cecchetin . lasciamo in pace la famiglia

 stamattina mentre facevo il mio turno nella bottega cittadina ( associazione nord sud del commercio equo e solidale, tra un  cliente e l'altro  , leggo che ancora  , non si sa come allungare il brodo , si continua  senza aggiungere niente di nuovo  a parlare della vicenda  di Giulia Cecchetin  e del suo carnefice e  assasino Filippo Turretta . si tratta della trasmissione  televisiva Quarto  grado  e   dell' agenzia di stampa Agi  ed  a seguire    tutti  gli altri   media  regionali  e  nazionali   . 

Essi stanno   ad  un anno  di  distanza   continuando   , senza  aggiungere niente     di  nuovo    a  parlare  del femminicidio di  Giulia   Cecchetin e dei  particolari  su  come  esso  sia  stato compiuto  .  Pur  d'avere  il  primo  un  ulteriore  numero    di  lettori  , il secondo  un aumento degli spettatori  sono arrivati  a riportare  le foto della fuga di Turetta e il verbale dell'interrogatorio .  Capisco    se  l'avessero  fattto quando  la  vicenda   era  appena  all'inizio   ,   ma   ......  adesso    che  è passato   quasi  un anno ,    riportare  tali  cose  mi sembra   inutile  e mi  sa  tanto  di  morbosità ed  sciacallaggio  mediatico  ,  in  quanto    non  aggiunge niente  di  nuovo   a   quanto  già  si   sà  del  fatto  .   Quindi  Basta  lasciamo in pace  la  famiglia  . Ormai  lo sanno   anche  🙉🐵🙈 cioè  gli  indifferenti  ( e  i  puli  cosicienza   )  a  tali tematiche  che  il  gesto  di  Filippo  Turetta  era  premeditato  , almeno  da quel  che  è   emerso fin ora  . Quindi facciamo  un po'  di silenzio  almeno  fino  al processo   in cui  ,  anche  se   ne  dubito  ,  usciranno delle  novità   . Evitiamo  di parlane  . Con questo    non vuol  dire  , e lo  dice  uno che  è :1)   cotro ogni forma d censura  ., 2)  per la libertà  a 360°  d'informazione  3)  per  l'articolo   21  della costituzione  

5.4.24

DIARIO DI BORDO N 42 ANNO II . finalmente saman abbas può riposare in pace ., vergogna del pd su ILaria Salis ., Il medico legale: “Giulia Tramontano, non si è difesa”. Pubblico escluso dall'aula: "Immagini troppo dure" ., Germania, la Baviera vieta l’uso degli asterichi e dellomschiwa nelle scuole

 






oltre #destraparlamentare ed #extraparlamentare , adesso anche il #PD [ #PDmenoL ] , usa ideologicamente il caso #IlariaSalis .

prima la butta nell'androne politico parlamentare dicendo di volerla candidare( scelta condivisibile se fatta seriamete ) e poi non la mette in lista e la candida . #vergogna . giu le mani da Ilaria salis .






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  da  ILGIORNALE   OLINE   tramite  https://www.msn.com/it-it/ 


Il medico legale: “Giulia non si è difesa”. Pubblico escluso dall'aula: "Immagini troppo dure"

©  da Il Giornale

“Non è emerso alcun taglio di tipo autolesivo. Non si è difesa”. Sono le valutazioni di Andrea Gentilomo, il medico legale incaricato di effettuare l’autopsia sul corpo di Giulia Tramontano, la 29enne uccisa incinta al settimo mese a Senago, nell’hinterland di Milano. Il medico ha spiegato che la morte è da ricondurre a un “processo emorragico derivante da lesioni vascolari, in particolare arterie e la vena succlavia”. Quando in aula sono state mostrate le immagini del corpo, tutti i cronisti e il pubblico presente nell'aula della corte d'Assise (in particolare scolaresche) sono state fatte uscire. [..segue qui msn.com/it-it/notizie/italia/sn.com/it-it/ per  coloro che hano stomac forti e gusto del macabro ] . 
vi  rispiarmo quella   non è  cronaca  ma  morbosità . No importa  come  lo ha  fato ,  ma  che lo abbia  fatto  ,  soprattutto   in maniera  cosi bastarda   ed  atroce  



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Germania, la Baviera vieta l’uso di un linguaggio inclusivo nelle scuole

Banditi da tutte le istituzioni pubbliche asterischi o puntini all'interno di un sostantivo, documenti ufficiali, corrispondenza o lezioni scolastiche.


Florian Herrmann, consigliere del premier conservatore bavarese Markus Soeder, ha affermato che la promozione di un linguaggio sensibile al genere sarebbe guidata dall’ideologia. A suo dire tutto questo rischierebbe inoltre di avere un effetto di esclusione nei confronti di coloro che non lo adottano. “Per noi il messaggio è: il linguaggio deve essere chiaro e comprensibile”. “Ma si tratta anche di mantenere aperto lo spazio di discussione in una società liberale”.  Infatti  ,  pur  essendo  per  una  lingua inclusiva   e per  la libertà linguistica   sono  almeno    nei  canali  ufficiali  (  scuola  , istituzioni , ecc )   non gioisco   e cerco di non farne  una battaglia  ideologica   come  i nostri reazionari      affermando che  << [...]   Hanno rotto le balle: che goduria la Baviera che mette al bando la schwa. [...]  >> da https://www.nicolaporro.it  .  Ora   va bene   una  riforma    \  svechiamento  del linguaggio  ed  adeguamento ai  cambiamenti della  società   ma    :



“ L e professoresse sono convocate in assemblea plenaria per le ore 09.30 di domani. Firmato: la rettrice professor Mario Rossi”. E i professori? Convocati anche loro. Dove? «Nella sala delle professoresse». Per l’occasione «le studentesse avranno un giorno di vacanza». E gli studenti? «Anche loro». Non abbiamo alzato il gomito prima di metterci a scrivere. È l’effetto woke. I pensatori “inclusivisti”, che scrivono con asterischi e schwa, sostengono con grande fracasso mediatico che di molte parole finora è stato fatto un uso irrispettoso e sbagliato. Sono invecchiate male. Vanno adeguate ai tempi moderni, che sono fluidi e vendicativi. Per secoli c’è stato un abuso del maschile “sovraesteso”, ossia comprensivo dei due generi e dei due sessi. D’ora in poi sarà sovraesteso il femminile. Lo ha deciso, ponendosi come avamposto dell’esercito woke in Italia, il senato accademico dell’Università di Trento. Che ha promulgato un documento di cinquanta pagine, di cui il rettore Flavio Deflorian, che ormai dovremo chiamare rettrice, fa questa sintesi: «i termini femminili si riferiscono a tutte le persone». La castrazione delle parole procede. A impugnare i bisturi sono soprattutto gli uomini. Che ora quella menomazione non se la infliggono più, come recita una vecchia spiritosaggine, per fare un dispetto alle mogli. Bensì per appagarle e vendicarle.   

                                        ( tacitus  unione  sarda   4\IV\2024 ) 


Una  soluzione  accettabile     mi  sembra  coome    è stato proposto in germania “Autoren” (scrittori) è stato trasformato in ordine sparso in: Autor*innen, Autor/innen, Autor:innen, Autor_innen o AutorInnen. Oppure la versione boldriniana con dentro entrambe le forme: "Autorinnen und Autoren". Cioè modificare   e svecchiare  la  lingiua    ai cambiamenti    della  società ,   un altro è detrurparla  con    simboli  astrusi   ed  incomprensibili  o   i difficile lettura      soprattutto  agli  stranieri  .  Infatti  gli esperti   sono  divisi   a  loro  la  parola   : <<  
Asterischi, schwa e chiocciole: i rischi di un italiano improbabile  >> da www. avvenire.it    

7.12.23

Assuefazione ai femminicidi

   dopo  ogni  femminicidio o  orripilante delitto    mi  viene    questa    elucubrazione  mentale    la  cui  risposta   la  si  trova  nel vento .  Come  mai   ci s'indigna   della  violenza  di genere  ,  dei femminicidi , degi orrendi  \  macabri delitti    di cronaca  nera  -  Ma  soprattutto per  il modo  morboso    per  come    ne trattano i media . Ma  poi l'odiens  \  indici  d'ascolto di programmi tv  e lettura  dei media  (social  compresi)  dedicati  a tali cronache   è  sempre  alto . non sarà perchè 


voi  come  la  vedete  ?

4.12.23

NEL 1996 IL DELITTO DI VICKY DANJI, GIOVANE MAMMA UNGHERESE ASSASSINATA E DECAPITA DAL FIGLIO DI LUI SU ISTIGAZIONE DELLA EX MOGLIE

le polemiche di cui ho parlato in : << il  femminicidio   e  non solo   di  Giulia Cecchettin nel marketing morboso: dalla vita di Turetta in carcere alle relazioni tossiche trasformate in vanto>> mi hanno riportato alla mente questo fatto di cronaca locale che trovate sotto . Il che dimostra e spiega perchè non sempre i famminicidi o violenza di genere sono   di  tipo  patriarcale . 

DA  GIALLO   SETTIMANALE  
                                                        Di Silvasna  Giaccobini 

Maria Antonietta Roggio riuscì a convincere il figlio e un suo amico, entrambi minorenni, a compiere l’omicidio e ottenne il suo atroce trofeo. Non accettava che il marito l’avesse lasciata per un’altra, da cui aveva avuto un bimbo Una delle tragedie meno conosciute e più cruente scri!e da Shakespeare è “Tito Andronico”, il cui protagonista è un generale romano del tardo impero. Nella fitta trama in cui s’intrecciano tradimenti e assassini all’ombra del potere, spicca la ferocia con cui i due giovani Chirone e Demetrio a!uano la vende!a istigata dalla madre, la regina dei Goti Tamora, nei confronti dell’indifesa Lavinia, la figlia del generale,e la violano e mutilano nel modo più infame e spietato. Nella tragica vicenda il genio letterario inglese descrive il lato bestiale umano che arriva ad azioni così efferate da renderne impossibile la giustificazione, così crudeli da apparire frutto di una fantasia malata. Eppure la realtà può superare l’immaginazione, compresa l’arte visionaria del drammaturgo inglese. È accaduto nel 1996 con il caso che sconvolse l’opinione pubblica non soltanto italiana a causa dell’efferatezza di cui fu vittima una ragazza
ungherese, Vicky Danji, il cui corpo fu violato e oltraggiato, le fu tagliata anche la testa.  
 IL GIALLO DEL BOTTINO DI 400 MILIONI 
Lo sfondo dell’orribile crimine era un residence situato a Platamona, la località balneare a quindici chilometri da Sassari. I colpevoli furono due minorenni, Riccardo Pintus, quindicenne, e Francesco Nuvoli, diciassettenne, istigato al delitto dalla madre, Maria Antonietta Roggio, che voleva vendicarsi di Vicky Danji. Torniamo allora indietro nel tempo, al 1996. Era l’anno del trionfo dei Pink Floyd, Ron vinceva Sanremo con “Vorrei incontrarti tra cent’anni”, a marzo scoppiava la prima guerra cecena, Mel Gibson sbancava l’Oscar con cinque premi al suo “Braveheart”, i principi del Galles Diana e Carlo divorziavano, la Juventus conquistava la seconda Champion League.
Lo sfondo dell’orribile crimine era un residence situato a Platamona, la località balneare a quindici chilometri da Sassari. I colpevoli furono due minorenni, Riccardo Pintus, quindicenne, e Francesco Nuvoli, diciassettenne, istigato al delitto dalla madre, Maria Antonietta Roggio, che voleva vendicarsi di Vicky Danji. Torniamo allora indietro nel tempo, al 1996. Era l’anno del trionfo dei Pink Floyd, Ron vinceva Sanremo con “Vorrei incontrarti tra cent’anni”, a marzo scoppiava la prima guerra cecena, Mel Gibson sbancava l’Oscar con cinque premi al suo “Braveheart”, i principi del Galles Diana e Carlo divorziavano, la Juventus conquistava la seconda Champion League. Vicky Danji era nata in Ungheria e, bella e disperata, aveva scelto l’Italia in cerca di fortuna e per fare un po’ di soldi trovò lavoro come entraineuse in un locale notturno. Lì era cominciata la sua relazione con Michele Nuvoli, un boss pregiudicato per vari reati. L’incontro era stato casuale, ma la conoscenza si era approfondita fino a sbocciare in una relazione sentimentale stabile. La passione li aveva travolti, anche se lui era sposato e padre di due figli. La moglie di Michele Nuvoli si chiamava Maria Antonietta Roggio, era alla soglia dei quaranta anni ed era accecata dalla rabbia e dalla gelosia, obbligata da Michele a condividerlo con la più giovane Vicky.
Quando la ragazza ungherese rimase incinta aveva da poco compiuto vent’anni, era nel pieno della bellezza e della giovinezza. Mise al mondo un bel maschietto e lo chiamò Michele junior, era il nome del padre Michele Nuvoli e la chiara indicazione che sulla paternità non dovevano esserci dubbi. Maria Antonietta Roggio si sentì sfidata e quasi impazzì, inferocita al pensiero che Michele, il suo uomo, trascurasse non solo lei ma anche i loro figli, Barbara,
 quasi coetanea dell’amante del marito, e Francesco, 17 anni. Non aveva importanza che fossero separati per colpa della ragazza, Maria Antonietta non si rassegnava, l’avrebbe sempre potuto riprendere se non ci fosse stata di mezzo l’ungherese. Maria Antonietta Roggio sospettava che Michele volesse abbandonare definitivamente la famiglia per scappare via da Sassari con la madre di Michele junior. Ma non solo. C’era anche una questione di soldi. Tanti soldi. Dove era finito quel mucchio di milioni di lire, ben qua$rocento, che Michele con la sua banda qualche anno prima aveva rapinato al Banco di Sardegna? Di sicuro potevano essere nascosti in mano alla Danji e invece Maria Antonietta era convinta che quei soldi spettassero a lei e ai suoi figli. Il marito li avrebbe dovuti condividere solo con loro. Nel fra$empo il pregiudicato Michele Nuvoli stava scontando una pena in carcere a Badu e Carros, a Nuoro. Così era fuori gioco, non poteva proteggere la madre del neonato, era il momento buono per agire e stanare i milioni. LI LASCIÒ ENTRARE, ERANO DEI RAGAZZINI... Per di più, la Roggio era venuta a sapere che Vicky stava rinnovando i documenti d’identità, forse stava organizzando il ritorno in Ungheria e quindi Michele poteva espatriare per rifarsi una vita con lei e il "glio di sei mesi. Maria Antonietta Roggio era decisa, pianificò l’omicidio di Vicky, si trattava di una questione di vendetta e di denaro, anche se in seguito la donna volle disperatamente, e inutilmente, negare di averlo fatto. Arriviamo così al 14 agosto. Tanti turisti avevano scelto come meta delle vacanze la bellissima Sardegna,






 con tante attrazioni per trascorrere giorni spensierati. Anche Vicky Danji voleva trascorrere il tempo al mare accudendo il piccolo Michelino. Le piaceva Platamona, a pochi chilometri da Sassari, nel golfo dell’Asinara, e aveva scelto come abitazione un residence vicino alla spiaggia con le acque limpide, che adorava. Francesco Nuvoli, il figlio del pregiudicato, il 14 agosto si presentò alla porta dell’apppartamento del residence di Platamona con un amico, il vicino di casa quindicenne Riccardo Pintus. Vicky conosceva Francesco, era il fratello di sangue del suo piccolo che dormiva sereno nella culla, e non ebbe sospetti, l’altro era un adolescente. Li fece entrare. Cominciò una discussione. Francesco l’accusò di volere andare all’estero col padre e i soldi. Lei negò, voleva solo far conoscere il bambino ai parenti ungheresi. Secondo la ricostruzione fatta in seguito da parte della polizia scientifica e basata sulle confessioni dei minorenni, cominciò l’orrore, colmo di dettagli raccapriccianti. Francesco tirò fuori dal giubbotto un coltello affilato. L’aveva portato perché sapeva che gli sarebbe servito. Prese a tirare fendenti a Vicky. Era una donna giovane e forte, ma più forte era Francesco, che era spalleggiato da Riccardo Pintus. Una contro due. Ormai incapace di difendersi, era diventata preda inerme dei complici mentre il piccolo Michelino piangeva disperato. Secondo la ricostruzione dell’inchiesta, Riccardo aveva fatto qualche praticaccia nella macellazione degli animali. Fu lui, Riccardo Pintus, con il coltello insanguinato di Francesco a tagliare la testa a Vicky Danji. Non era facile disarticolare la testa in un mare di sangue e soprattutto richiedeva un’assoluta, crudele, orribile detterminazione. Francesco la mise in un sacco di plastica e la portò alla madre Maria Antonietta Roggio come un macabro trofeo, ma soprattutto come la prova certa che la vendetta era stata compiuta. La testa della povera Vicky sarà ritrovata in un fossato qualche giorno dopo dove l’aveva buttata Francesco. Passeranno sei mesi prima dell’arresto al termine di una complessa indagine delle autorità investigative. Nella tragedia antica di Shakespeare di Tito Andronico i protagonisti erano la personificazione del male, crudeli e spietati nell’infliggere violenza e dolore, nella realtà le grandi spinte del male, l’odio, l’invidia, la gelosia e l’avidità avevano avuto ra￾gione di ogni senso di pietà. Maria Antonietta Roggio è stata condannata all’ergasto￾lo per istigazione all’omicidio e vilipendio di cadavere, Francesco Nuvoli a 19 anni e Riccardo Pintus 8 anni e 6 mesi da scontare in un carcere minorile. La sorella di Francesco, Barbara Nuvoli, 19 anni, aveva testimoniato che era stato proprio Francesco a mostrare la testa della ragazza a sua madre. L’orrore l’aveva provata fsicamente e psicologicamente. Cercò un po’ di pace in un Istituto di suore. Morì giovane nel 2000 nel suo letto per infarto. L’orribile crimine e il suo strascico di dolore avevano fatto un’altra vittima.

30.3.22

FEMMINICIDIO DI CAROL MALTESI: UCCISA E DEMONIZZATA MEDIATICAMENTE IN UNA SOCIETA’ MORALISTA

Carol Maltesi ( foto a centro  da https://www.infoaut.org/femminismo-genders   ) , 26 anni, di origine metà italiane e metà olandesi, cresciuta nella provincia di Varese, poi trasferitasi vicina a Milano, ritrovata cadavere nei giorni scorsi, a pezzi, in un dirupo della Val Camonica in Provincia di Brescia.



Finalmente ,almeno mi sembrava  dal video che riporto sotto


 i giornali o almeno  la maggior parte  descrivessero il turpe fatto , senza giudicare la sua scelta o concentrarsi solo su il fatto che fosse una pornostar , ma  invece

@EugenioCardi
·15h

È stata ammazzata e fatta a pezzi. Aveva solo 26 anni e un bambino di 6. Ma non si parla di lei in quanto persona, in quanto donna, in quanto vittima di femminicidio e di vile e violenta sopraffazione maschilista. No, si guarda solo al fatto che fosse una pornostar. Che schifo.

Sono_Mia
@K_a_t_i_a_M
·19h

Una donna muore ammazzata, fatta a pezzi. Ma la notizia è che era una pornostar. #femminicidio

Marvi
@hazsmyall
·4h

come sempre, purtroppo, nei casi di femminicidio le vittime sono sempre vittime due volte, Carol Maltesi è stata fatta a pezzi, tenuta in un congelatore e poi messa in sacchi gettati in un dirupo, ma la notizia è che faceva filmini hard
Infatti  :<<  Più che una denuncia sembrava lo sfogo di una donna, una madre, che per il mestiere che aveva scelto subiva critiche, attacchi e violenze psicologiche da lei giudicate altrettanto gravi di quelle fisiche. L'uomo che l'ha uccisa è un impiegato di banca con il quale aveva avuto una relazione.>>
( repubblica  ).  


Oltre all'efferatezza di questo gesto, a lasciare stupiti è anche il fatto che nessuno sembrerebbe essersi accorto della scomparsa della 26enne. come  fa   notare  quest  articolo  di https://www.fanpage.it/milano   L'ennesima dimostrazione di come, in una #societàpatriarcale, ci siano uomini che vedono il corpo delle donne come un oggetto di dominio. Come qualcosa di loro proprietà che possono deliberatamente distruggere, cancellare, ridurre in pezzi e gettare come spazzatura. Un femminicidio che – così come gli altri – ha lasciato rabbia, tristezza, ma soprattutto amarezza perché Carol, purtroppo, è stata vittima due volte: di chi l'ha brutalmente ammazzata e di chi non si è nemmeno accorto che fosse sparita.
 Non sto  a  dilungarmi ulteriormente    sulla  vicenda  perchè  è  stato  (ed  sarà  scritto    nei  prossimi  giorni )  abbastanza   di questa vicenda,  mentre i giornali (  la  maggior  parte  😢😖) si concentrano sui dettagli della sua vita da modella e attrice hard, noi insieme  a 
https://www.infoaut.org/femminismo-genders/ vogliamo concentrarci sul femminicidio, su sicurezza e diritti nelle nuove forme di lavoro e sul ruolo della società con Pia Covre, attivista e fondatrice del Comitato per i diritti civili delle prostitute. Ascolta o Scarica.

  00:33            22:31         
 

Sulla narrazione tossica di alcuni media italiani che stanno affrontando in queste ore il femminicidio di Carol Maltesi l’intervista a Renata di Non Una di Meno Brescia. Ascolta o Scarica.

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Da Radio Onda d'Urto

Non so cos'altro dire se non  sto  andando  a  prendere  un fazzoletto  per  asciugarmi le  lacrime   e  che per rispetto non guarderò e non userò i suoi video per ..... Ci siamo capiti 😏🧐😜 al  prossimo  post    spero  più allegro e  meno  triste

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...