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21.8.25

diario di bordo n 143 anno III non basta la stampa e internet anche gli avvocati difensori insultao la vittima ., tra pace e guerra ., rapporto ta arte e IA .,



Caro Red seguo come te la cronaca nera e su  fb  ho visto lì una fotografia che ho trovato disgustosa. C’era l’avvocato Massimo Lovati, che difende Andrea Sempio, a sua volta difeso dalla famiglia Poggi, con un Fruttolo in mano. C’era scritto che 
era il giorno del suo compleanno, quindi anche l’anniversario della morte di Chiara Poggi. Siccome vedo  , e come    avete  scritto    voi di compagnidistrada  ,  la famiglia di Chiara sempre in prima linea per difendere l’onore di Chiara, giustamente, come mai stavolta non è intervenuta? Come mai nessuno si è sorpreso che unavvocato  difensore   di  un  indagato   sbeffeggi la vittima?
                          Lettera firmata

Carissima ******
come avrai letto su Facebook questa foto ha turbato anche me. Sia per il giorno in cui è stata scattata, sia perché ridere sopra un Fruttolo mi pare un’evidente presa per i fondelli  della Procura di Pavia, che tanto  duramente sta lavorando in questi mesi. L’ironia e il sarcasmo ci 
sempre. Ma qui siamo oltre. Come dici tu, questa immagine è stata scattata, o così c’era scritto, il giorno del compleanno dell’avvocato Lovati, il 13 agosto. Giorno anche del massacro di Chiara Poggi. Forse l’avvocato non ci ha pensato o  forse  vuole creare  un diversivo   visto che tra poco  saranno  , come  si vocifera da più parti , le  carte  della  procura  . Ma ci pare strano, vista la sua grande esperienza, supportata se non altro dall’età. Gli sfottò sono veramente qualcosa che  mai ( almeno  per  me   e credo anhe per glialtri  utenti   e collaboratori diretti o indiretti del blog  ) vorremmo vedere nella cronaca nera: soprattutto verso gli inquirenti e verso la vittima. 
Un conto è scavare   molto spesso esageratamete  al  limite     quando  va  bene    della morbosità e  dello sciaccallaggio  mediatico  nelle vite dei protagonisti per cercare il   bandolo della matassa, un conto è ridere di chi lo fa. Massimo Lovati può anche risultare simpatico, per un po’, con il suo 
modo di fare che sembra sempre in bilico tra l’esserci e il farci. Ma non esageriamo: parla di sogni, di incubi, di sicari, di  pedo!lia internazionale... Tranne che del suo cliente. Ora, se sa  qualcosa di utile alle indagini sulla morte di Chiara Poggi lo  dica. Alla Procura. Dica tutto. Il 13 agosto una ragazza è morta 
con il cranio fracassato in casa sua, e noi vogliamo sapere chi l’ha uccisa. Vogliamo sapere se in carcere c’è un innocente, se c’è un assassino in libertà. Sono temi troppo seri per giocarci   sopra, dopo 18 anni oltretutto. Come se nulla fosse.  << Signori, è tempo di  tornare adulti. Gli indovinelli e i giochini con i 
Fruttoli hanno stancato >>  come   fa notare    Albina  Perri   direttrice del  settimanale  Giallo  


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 editoriale  unione  sarda  21\8\2025

Tutti parlano di pace. Ognuno vuole la sua. Ma appena si intravede uno spiraglio, ancora prima di capire, tutti pronti a criticare, rimproverare, disapprovare, biasimare. Massimamente se gli attori non piacciono politicamente. Proposte di soluzione, nessuna. Tutti a dire: che la pace sia giusta. Quale sarebbe una pace giusta? E giusta per chi? Per Putin o per Zelensky? O per Trump, von der Leyen, Macron, Meloni? Papa Leone XIV indica come soluzione la via del dialogo e ammonisce: «Non serve il fuoco delle armi né quello delle parole che inceneriscono gli altri. I popoli amano la pace». È vero. Ma la amano più in astratto che nel concreto. Ce lo svela la storia dell’umanità. L’uomo, per sua predisposizione naturale ha sempre oscillato fra pace e guerra; non rinuncia alla prima ma non può fare a meno dell’altra: una spinta istintiva che sfugge alla ragione e che James Hillman, psicologo analista di scuola junghiana, definisce «una pulsione primaria e ambivalente della nostra specie». Dall’inconscio collettivo emerge un «Terribile amore per la guerra»: è questo il titolo di un suo saggio, esteso poi a libro, che vent’anni fa ottenne meditati consensi e disapprovazioni feroci. Hillman sostiene che dalla lettura della Storia emerge la «normalità della guerra», che nessun disarmato grido di pace è mai riuscito a contrastare. Tragica verità oggi sotto i nostri occhi.



Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco puntata n LX IMPARATE A “LEGGERE” IL LINGUAGGIO DEL CORPO

 Il linguaggio del corpo da solo non basta a prevenire femminicidi o violenze, ma può essere un segnale precoce utile se integrato con educ...