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19.5.25
l'amore può anche essere schiavitù "Ho sposato un nazista", la storia di Hilde Keller: "Mi diceva di frequentare solo la razza ariana"
Giuseppe Brindisi, conduttore di "Zona Bianca", intervista Hilde Keller, coautrice e protagonista del libro "Ho sposato un nazista", nel quale ripercorre la sua esperienza di convivenza con un uomo divenuto parte di una rete internazionale di estremisti. "Insieme a un gruppo di ex soldati, oltre 95enni, voleva formare il quarto Reich" racconta la donna.
"Il gruppo adescava ragazzi giovani con l'idea di ricreare la grande Europa fondata sui valori del "Blut und Boden" ovvero "sangue e suolo" tanto cara ai nazionalsocialisti - prosegue. - Nel gruppo anche ragazzi italiani adolescenti stanchi della mancanza di eleganza, finezza e cultura presente in CasaPound, e in cerca di qualcosa di più rigoroso ed estetico. Si tratta di un'ideologia militare suprematista pericolosa".
E sulla vita che conduceva accanto al marito neonazista confida: "Una vita di pura devozione totale all'ideale, ogni cosa che io facevo era per glorificare questa idea utopica che avevo del terzo Reich. Ero convinta di fare la cosa giusta ma in realtà stavo abnegando a me stessa, ero succube di una relazione tossica e malvagia. In me ricorreva il sogno idilliaco di un mondo di contadini guerrieri con i bambini felici che ballano sulle canzoncine folkloristiche, era diventata una sorta di ideale che mi permetteva di sopportare una situazione di grande violenza. Mio marito mi trattava come una schiava reclusa, mi aveva sequestrato il telefono e mi lasciava frequentare solo la razza ariana, neanche la mia famiglia era degna di me".
21.9.24
Marta ritrova l'uomo amato dalla nonna anni prima e li riunisce: la telefonata è commovente. «Un lieto fine»
Rintraccia il vecchio amore di sua nonna e lo contatta telefonicamente, poi le passa il cellulare: è stato questo il gesto toccante di Marta Oliete e di sua cugina. Capita spesso che con il passare degli anni si perdano i contatti con persone care che in qualche modo hanno segnato il nostro passato. Per questo le due nipotine hanno deciso di regalare alla nonna un momento indimenticabile, una chiamata con l'uomo di cui era innamorata. Dopo una ricerca impegnativa, Marta è riuscita infine a trovare il numero di telefono di José, l'uomo che sua nonna aveva amato anni prima. Superato il naturale nervosismo, Oliete ha deciso quindi di fare il grande passo, ha chiamato José, riprendendo il tutto in un video che ha poi condiviso su TikTok.
La ricerca
Le uniche informazioni in loro possesso riguardavano il nome dell'uomo. Per qualche istante hanno temuto il peggio, ma dopo averlo rintracciato hanno scoperto che José non solo era vivo, ma era anche pronto a riprendere i contatti.
La reazione
L'emozione della nonna è stata palpabile. Quando ha preso in mano il telefono, incredula di sentire di nuovo la voce di un amore di gioventù, viene ripresa mentre sorride e scherza con una genuinità che ha toccato il cuore di milioni di spettatori. «Un video con lieto fine», scrive Marta in didascalia Il video ha rapidamente accumulato oltre un milione e mezzo di visualizzazioni su TikTok, commuovendo il pubblico e scatenando una pioggia di commenti che sottolineano la dolcezza di questo momento. «Torni sempre nel luogo in cui eri felice. Che bel gesto», scrive qualcuno, e ancora:«Adoro vedere i nonni felici. Sono un esperto nel piangere per persone che non conosco. Grazie per averci regalato questo momento bellissimo ed emozionante».C'è chi si augura di avere persone accanto che possano dimostrare un affetto così grande: «Spero che i miei nipoti facciano questo quando sarò più grande. Non mi accontenterò di meno», e chi vorrebbe un seguito, «Chiediamo più parti per vedere dove finisce questo bellissimo romanzo d’amore. Non dimenticare chi ti rende felice nella vita».
2.4.16
cosa non s fa per amore
Si fa un selfie e il cellulare finisce in canale. Si cala e lo recupera
È successo a un turista americano venerdì 1 aprile: mentre si faceva un selfie da un sandolo nel campiello dei Meloni ha perso il telefonino da 900 euro nel canale.
Grazie all'aiuto del cuoco del ristorante “La Rivetta”, Roberto, che gli ha prestato una improbabile, ma efficace, muta da sub lo ha recuperato.
Ecco le curiose immagini inviateci dal nostro lettore Matteo Napoletano che ha ripreso la coraggiosa “spedizione” dell’uomo nei canali del centro storico.
«Quel telefono me lo ha regalato la mia fidanzata», ha spiegato il ragazzo, 28 anni, residente a Brooklyn, «ho preferito affrontare qualsiasi pericolo che dover aver a che fare con una fidanzata arrabbiata durante la nostra vacanza a Venezia. Ora lo metto in acqua dolce e poi lo asciugo. E speriamo bene».Non è la prima volta che un oggetto di grande valore sentimentale finisce in canale. In uno degli ultimi casi era capitato a una coppia di ragazzi: lui aveva deciso di dichiararsi durante la loro vacanza a Venezia e per farlo aveva voluto presentare il suo anello di fidanzamento sotto il ponte di Rialto, ritenendolo uno tra i luoghi più romantici al mondo: neanche a farlo apposta l’anello era però sfuggito dalle mani della ragazza emozionata ed era finito in acqua. Davanti alle lacrime di lei, disperata, i vigili del fuoco hanno compiuto una “operazione di salvataggio del matrimonio in programma”, immergendosi in canal grande e recuperando il prezioso pegno d’amore.
Il recupero dell'anello a Venezia: le foto dei vigili del fuoco
Decide di dichiararsi in uno dei luoghi più romantici di Venezia. Ma l’anello con l’apertura della scatola rimbalza fuori e cade in acqua. Coppia in ansia per più di un’ora. Leggi l'articolo
(foto Vigili del fuoco)
leggi anche:
24.3.15
ahi l'amore compra l'anello di fidanzamento per lei lei lo tradisce e lui lo rivende via web ., l'amore ( ? ) scocca al semaforo
"Era per una ragazza seria
che si è rivelata una b..."
| il testo dell'annuncio |
.
"Ragazza con bici nera ti cerco"
L'amore scocca fermi al semaforo.Salutista)
IL cartello in via Massarenti
E' stato poco vispo e per nulla intraprendente. Oramai ha perso il treno. Le bici nere.............saranno milioni !!!!!!!!!
14.2.14
Gubbio L'harakiri di uno studente modello: farsi bocciare apposta per amore
uniuone sarda
Desta clamore e stupore il proposito di un liceale di Gubbio che vuole perdere apposta l'anno per stare in classe con la fidanzata più piccola.
Farsi bocciare per poter così frequentare la stessa classe della fidanzata di un anno più piccola. Questo il dichiarato proposito di uno studente liceale di Gubbio, che sta accumulando assenze apposta per perdere

foto simbolo
l'anno. E, per fargli cambiare idea, è scattata ora una vera e propria mobilitazione. In prima linea, ovviamente, i suoi genitori, ma anche gli insegnanti, i compagni e la preside dell'istituto, Maria Marinangeli. "Stiamo cercando di fargli capire - ha spiegato la docente alla stampa - che questa decisione è dannosa e che, comunque, nessuno vuole frapporsi ai loro sentimenti". Negli ultimi tempi lo studente ha frequentato a singhiozzo le lezioni. Il suo obiettivo è quello di totalizzare 55 assenze, quota che fa automaticamente scattare la bocciatura. Eppure, continua la dirigente, "è in gambissima. Un ragazzo amorevole - aggiunge -, studioso e senza alcun problema di profitto". Chissà se San Valentino, patrono degli innamorati, e le pressioni di docenti, amici e compagni riusciranno infine a farlo venire a più miti consigli.

27.10.13
l'amore non è solo sesso o storie stucchevoli baci e bacetti ( pussy pussy ) ..... .. ma anche storie del genere Stati Uniti, ragazza gli donò un rene lui la sposa tre anni dopo il trapianto
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| I due sposini |
10.7.13
Storia d'amore, di isolamento e di una società che (non) cambia
unione sarda 10\7\2013
di ANTHONY MURONI
«Anni fa ho battezzato sette figli di una vedova avuti da due uomini diversi. Pensava di essere in peccato mortale. Ci siamo incontrati, e alla fine abbiamo fatto tutto con due padrini soli. Dopo una piccola catechesi li ho battezzati»*.
Si fa presto a dire misericordia. Eppure nell'Anno Domini 2013 per chi esce dal gregge ci sono ancora poche speranze di una vita normale. Quella di Annagiulia (ma il nome è di fantasia), cagliaritana, cristiano cattolica fino al midollo, un figlio adolescente, un matrimonio in fase di annullamento presso la Sacra Rota, un posto di rilievo all'interno dell'amministrazione pubblica, è cambiata radicalmente qualche anno fa. A rivoluzionarle l'esistenza è stata una freccia scagliata con chirurgica precisione da un Cupido particolarmente in vena di scherzi. «Era il primo giorno del mio pellegrinaggio annuale in una terra che è crocevia del cattolicesimo. Appena il mio sguardo ha incrociato quello di un uomo fin lì sconosciuto, mi sono innamorata». Il fato ha voluto che il sentimento venisse ricambiato all'istante.
Una storia di felicità, letizia e fecondità, a prima vista. Con una piccola complicazione: il bel signore che incontra lo sguardo della sua nuova amata è un sacerdote, anche se veste gli abiti borghesi.
Esercita in una parrocchia molto lontana da Cagliari, in una piccola Diocesi dell'Isola. La sua vita cambia quel giorno, 35 anni dopo essere entrato in Seminario e aver scelto di indossare la tonaca. La storia va avanti in maniera clandestina, parallela rispetto alla vita da parroco, per almeno un biennio. Finché non si rende conto di non poter più convivere con quel segreto e con quell'ipocrisia, al cospetto di Dio e degli uomini. Risolve di andare a parlare col suo vescovo, per annunciargli di aver intenzione di lasciare il suo ministero sacerdotale per intraprendere una nuova vita.
«In quel momento cambia davvero tutto», racconta Annagiulia, «attorno a lui prima, e a me poi, si è aperto una sorta di solco. Siamo stati scomunicati da gran parte dei nostri parenti, alcuni dei quali molto vicini. E il mio nuovo compagno, che desidero diventi presto mio marito, è stato condannato a uno scientifico ostracismo, anzitutto dall'ambiente nel quale ha vissuto per decenni».
Il racconto di Annagiulia, a tratti, ha dell'incredibile: «Pensi che qualcuno, molto in alto, arrivò a suggerirgli di non andare via dalla parrocchia, di evitare lo scandalo. Al massimo avrebbe potuto gestire il rapporto con me in maniera segreta, parallela. Insomma, una cosa ipocrita».
Da poco meno di due anni vivono assieme, incontrando poca solidarietà e trovando più porte sbarrate che socchiuse: «Da un giorno all'altro si è trovato senza sostentamento e gli è stato precluso anche di poter puntare a ottenere un posto di insegnante. Molte delle limitazioni che ci sono piovute addosso risultano incomprensibili. A causa degli iniziali ritardi, anzi dell'inadempienza di chi era preposto ad avviare le pratiche, è stato finora persino privato della dispensa che ha chiesto da molti mesi. Quell'atto, necessario per fargli ritrovare lo stato laicale, gli avrebbe consentito di accedere a un matrimonio religioso e a una nuova vita all'interno della società. Nel frattempo va avanti anche la mia pratica di annullamento, presso il Supremo Tribunale ecclesiastico romano, visto che a Cagliari le cose sono state concluse a tempo di record».
«Lo dico con dolore, se suona come una denuncia o un'offesa perdonatemi: ci sono presbiteri che non battezzano i bambini delle madri non sposate perché non sono stati concepiti nella santità del matrimonio. A me non piace questa visione burocratica della religione, non mi piacciono i sacerdoti farisei. Questi sono gli ipocriti di oggi, quelli che clericalizzano la Chiesa, quelli che allontanano il popolo di Dio dalla salvezza».
Fin qui un racconto che è certamente di parte, figlio di un disagio indotto dalla reazione di una società - anche di quella laica e laicista - che, nonostante i proclami, tarda a uscire da vecchi stereotipi. Nel senso che la non condivisione di una scelta - che è legittimo osteggiare o persino condannare - continua a far rima con emarginazione e indifferenza.
«Eppure sa quanti sono i sacerdoti ancora in servizio che sono nella stessa situazione del mio attuale compagno? Tantissimi, mi creda. Solo che hanno paura di rivelare la loro scelta. Perché sanno che verrebbero condannati all'isolamento. Ne ho conosciuto uno, giusto qualche mese fa, che ha avuto il coraggio di abbandonare la tonaca solo dopo che il figlio nato dal suo rapporto segreto con una donna aveva ormai compiuto un anno».
Ho detto allora ai sacerdoti: «Se potete, affittate un garage e, se trovate qualche laico disposto, che vada! Stia un po' con quella gente, faccia un po' di catechesi e dia pure la comunione se glielo chiedono».
Un parroco mi ha detto: «Ma padre, se facciamo questo la gente poi non viene più in chiesa». «Ma perché?», gli ho chiesto, «adesso vengono a Messa?». «No», ha risposto. «E allora! Uscire da se stessi è uscire anche dal recinto dell'orto dei propri convincimenti considerati inamovibili se questi rischiano di diventare un ostacolo, se chiudono l'orizzonte che è di Dio».
Tutto è cambiato, non solo la vita sociale, le amicizie, l'accesso a un posto di lavoro. «Beh, ad esempio, l'associazione con la quale facevamo i pellegrinaggi religiosi ci ha chiesto, con discrezione e grande educazione, di evitare di iscriverci. Da allora andiamo per conto nostro, mischiati agli altri semplici pellegrini». Non saltano mai la Messa né la domenica né nelle altre feste comandante: «Ma, com'è previsto dagli attuali canoni, non possiamo accostarci all'Eucarestia. Non è sufficiente vivere secondo i dettami della religione, aiutando gli ultimi, perdonando le offese, cercando di non fare agli altri quello che non vorremmo fosse fatto a noi. Il nostro Peccato, per i sommi sacerdoti del Purismo, non è perdonabile. È un qualcosa che ci ha corrotto definitivamente, senza possibilità di poter più accedere né a una vita normale né a un'esistenza a contatto con la religione». Eppure l'ostracismo non arriva solo dai fedelissimi a Santa Romana Chiesa. «Le cose sono cambiate anche per me, persino sul lavoro. Se fino a due anni fa ero al centro di tutte le questioni del mio ufficio, pian piano sono stata messa in un angolo, trattata come una persona da non stimare». Prodotto di una società che si commuove per lo stupendo gesto di un Papa che si scomoda per andare ad accarezzare i migranti che sbarcano avventurosamente a Lampedusa o che condanna l'ipocrisia di una Chiesa opulenta e spesso lontana dai problemi quotidiani della gente. Si commuove, si costerna, s'indigna, s'impegna, ma poi getta la spugna senza nessuna dignità, voltando le spalle a chi ha scelto di uscire dal gregge per assecondare la sua natura o il suo istinto d'amore.
«Ma non tutti ci hanno abbandonato al nostro destino. Ci sono alcuni sacerdoti, anche cagliaritani, che ci trattano come persone, come gente che può essere ammessa alla conversazione e alla condivisione di alcuni importanti momenti. Sono loro a darci la forza di continuare. Di sperare che questo mondo, questa società, questa Chiesa, possano davvero cambiare».
* le frasi in corsivo sono state pronunciate
negli anni scorsi da Jorge Mario Bergoglio,
dal 13 marzo 2013 Papa Francesco
unione sarda 10\7\2013
di ANTHONY MURONI
6.5.12
Mezzo secolo per chiedere scusa, storia di un italiano a Parigi
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| GIAMPAOLO MAINAS - FOTO MAX SOLINAS |
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