Visualizzazione post con etichetta errori. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta errori. Mostra tutti i post

31.3.24

“Gli errori sono necessari, utili come il pane, e spesso anche belli, per esempio la Torre di Pisa.” è il caso di Storie di errori memorabili di Piero Martin

Edizione: 2024, II rist. 2024
Pagine: 200
Collana: i Robinson / Letture
ISBN carta: 9788858153499
ISBN digitale: 9788858154670
Argomenti: Attualità culturale e di costume,Scienze: storia e saggi 
In questi tempi in cui ogni cosa deve essere presentata nella luce migliore, di cui i social in particolare Instagram sembra la vetrina ideale, l’imperfezione e l’errore non sono ammessi e sono mal visti tanmto d'essere consierati fallimento . Eppure sbagliare è spesso una grandissima occasione di imparare, di fare nuove scoperte e di crescere o
per dirla ( vedi citazione nel titolo alla Gianni Rodari ) : «In questi tempi in cui ogni cosa deve essere presentata nella luce migliore, di cui Instagram sembra la vetrina ideale, l’imperfezione e l’errore non sono ammessi. Eppure sbagliare è spesso una grandissima occasione di imparare, di fare nuove scoperte e di crescere. Ce lo racconta il fisico Piero Martin che ha dedicato un libro alle storie degli errori memorabili ». Ce lo racconta il fisico Piero Martin che ha dedicato un libro alle storie degli errori memorabili .  

 

Da  https://www.laterza.it/scheda-libro/

Non si tollera, non si riconosce, non si perdona, ma non si può evitare. È l’errore, prezioso compagno di quel meraviglioso errare che è la vita. Un viaggio sorprendente tra memorabili incidenti di percorso della scienza: sbagliare non solo è umano ma spesso è anche molto utile! Spesso si considera la scienza il regno della certezza e della verità. Invece, il dubbio e l’errore sono fondamentali per il progresso del sapere in ogni settore. E, come accade nella vita di ogni giorno, anche nella scienza l’errore si presenta sotto molteplici forme: c’è l’errore che è motore di nuove conoscenze, ma anche quello frutto dell’ideologia o della fretta. C’è l’errore riconosciuto e quindi fecondo, ma anche quello testardo.In questo libro scopriremo storie affascinanti di chimica, biologia, medicina e soprattutto di fisica, dal punto di vista di chi sbaglia. Incontreremo scienziati come Fermi, Einstein e Pauling e studiosi quasi ignoti. Scoprire che anche i grandi della scienza hanno sbagliato sarà una iniezione di ottimismo. Viviamo in un mondo che con l’errore ha un rapporto difficile. Oggi più che mai è importante rivalutarlo: lunga vita all’errore!








oltre la scheda del libro riporto , non sono riuscito a sintetizzarla , la recensione fattta daalla newsletters <altrestorie@mariocalabresi.com>


«L'errore fa parte delle nostre vite. Tutta la nostra vita è fatta di scelte, è fatta di bivi. Qualche volta prendiamo la strada giusta, altre quella sbagliata. Ma l’errore non va lasciato da solo, riconoscerlo è fondamentale per capirlo e per farci pace».
A parlarmi di quanto sia importante cambiare il nostro rapporto con gli errori è un professore di Fisica sperimentale all’Università di Padova, si chiama Piero Martin e l’ho cercato perché ha scritto un libro, intitolato “Storie di errori memorabili”, in cui racconta che la ricerca è piena di errori che sono stati utilissimi, perché hanno fatto fare grandi progressi alla scienza. Mentre leggevo il libro pensavo che il suo ragionamento potesse essere valido anche per tutto quello che ci accade nella vita, perché se gli errori li riconosciamo e li comprendiamo questo ci fa crescere e forse anche diventare persone migliori.
Anche Piero Martin ne è convinto, tanto che nella nostra chiacchierata – che potete ascoltare nella nuova puntata del podcast “Altre/Storie” – lo chiarisce subito: «A me piace molto pensare come anche di fronte agli errori più gravi, quelli che purtroppo talvolta capitano e ci portano davanti alla giustizia, la nostra Costituzione nel suo articolo 27 preveda la pena come momento di rinascita. Perché anche dagli errori peggiori si può rinascere, si può ricostruire».
La verità è che viviamo in una società e in un mondo in cui i fallimenti e gli errori sono considerati sentenze inappellabili, non incidenti di percorso; invece dovremmo imparare a trattarli come tali, perfino ad apprezzarli, perché, sottolinea Martin, «sbagliare non solo è molto umano ma spesso è anche molto utile».
Ma gli errori e le imperfezioni preferiamo rimuoverli, fingere che non esistano. Basta aprire Instagram per rendersene conto: le vite sono tutte belle, levigate, mai stanche, persino i tramonti e i panorami sono perfetti. «Succede perché oggi la nostra narrazione è tipicamente una narrazione di successi, eppure accettare di essere fallibili ci darebbe un’enorme libertà e anche un po’ di felicità. Perché vuol dire che uno si sente libero di poter essere quello che è, senza essere giudicato. Anche nella ricerca scientifica è così: le pubblicazioni presentano tutto ciò che è andato bene, ma spesso dietro una cosa che è andata bene ce ne sono tante che non hanno funzionato. Raccontare anche questo sarebbe molto utile, perché permetterebbe ad altri di evitare di fare gli stessi errori».


Enrico Fermi, premio Nobel per la fisica nel 1938 (© Wikipedia)


Gli chiedo quale sia per lui “l’errore degli errori” nella ricerca scientifica, quello che preferisce. «Quello che a me piace di più, per tutte le implicazioni che ha avuto è stato quello di Enrico Fermi. Vuoi perché Fermi è un grande maestro per tutti noi, vuoi perché l'ha fatto come Antonio Cabrini quando ha sbagliato il famoso rigore durante i Mondiali di Spagna del 1982. L'ha fatto in quella che era la sua finale mondiale, ovvero la consegna del premio Nobel. Nella lectio magistralis che tenne nel dicembre 1938 al ricevimento del premio Nobel raccontò i suoi risultati e tra questi la scoperta dei presunti elementi transuranici, cioè più pesanti dell'uranio. Era una scoperta assai importante, salvo che pochi mesi dopo altri fisici scoprirono che non era così, ma che Fermi aveva scoperto, senza accorgersene, la fissione nucleare. Qualcosa di davvero troppo grande anche per lui da immaginare. Ebbene, Fermi non solo riconosce l’errore, ma chiede di inserire un’errata corrige nel testo della sua lezione in cui riconosce di aver sbagliato e questo ai miei occhi ne eleva ancora di più la grandezza».
Nel libro c'è una frase bellissima di Karl Popper che dice: «Evitare errori è un ideale meschino. Se non osiamo affrontare problemi che siano così difficili da rendere l'errore quasi inevitabile non vi sarà allora sviluppo della conoscenza. Nessuno può evitare di fare errori. La cosa più grande è imparare da essi». A me sembra una frase fantastica perché ci ricorda che se non corri il rischio dell'errore allora sarai paralizzato e costretto ad accontentarti di fare sempre le stesse cose.


Piero Martin, professore ordinario di Fisica sperimentale all’Università di Padova


Martin mi racconta il caso di un errore che si è trasformato in una grande opportunità, anche economica, per chi lo ha commesso. Si tratta di un errore collaterale: «È molto noto nel campo della medicina ed è il caso del Viagra. La storia è che la Pfizer stava studiando un medicinale per curare l'angina pectoris quando è emerso che in realtà faceva un effetto diverso. La storia mi sembrava un po’ esagerata e inverosimile e allora sono andato a cercare e ho trovato un'intervista radiofonica dell'allora direttore della ricerca e sviluppo che raccontava come un giorno un'infermiera fosse andata da lui a segnalare che tutti i pazienti maschi al momento del controllo dopo l'assunzione della pastiglia si mettevano a pancia in giù. Inizialmente non capivano il perché, ma poi fu chiaro che quella pastiglia faceva un altro effetto, e quei pazienti erano imbarazzati. Così da un errore di progettazione nacque uno dei farmaci di maggior successo e di certo una grande ricchezza per la casa farmaceutica».
Mentre il professor Martin parla, io penso che nelle scuole si dovrebbe tenere un corso di storia degli errori e insegnare a non fare drammi se si sbaglia: «È fondamentale lasciare i più giovani liberi di sbagliare. Dovremmo uscire dalla tentazione di giudicare e di incasellare ogni cosa con un voto: sotto il 6, sopra il 6…
C'è una grande figura della matematica italiana, Federigo Enriques, che ha scritto: “Un maestro sa che la comprensione degli errori dei suoi allievi è la cosa più importante della sua arte didattica».


30.6.22

ma gli influencer sono tutti ingnoranti o fanno finta d'esserlo per cercare visibilità ? il caso di elisa esposito


Leggi anche 

E'  vero come    dicono i miei    che   ci  sono  cose  più  importanti   di cui  occuparsi   e  che   più spazio diamo a questi personaggi più    essi\e cercheranno   qualcosa  per mettersi in mostra  . Ma ,  sono

un pericolo   per le  nuove  generazioni   senza  più  punti  di riferimento seri  e   senza  ( o  quasi  spirito critico  sempre   come sembra  dimostrare questo studio di Maura Manca psicologa e psicoterapeuta. Infatti   tale  brutta    figura   sembra   dovuta  ad  un misto   tra  ignoranza  (  evidentemente  a  scuola  faceva il minmo  oppure  la promuovevano    per  levarsela  ... di  torno )  ma  leggendo   come  risponde  : <<  Comunque state facendo un dramma sulla Divina Commedia quando il 90% degli italiani non sa manco fare due per due. >> e  anche dal  video  

  una     trovata   per  smarcarsi ed  non farsi ricordare  solo come  quella che  parla in corsivo  . Si  può  essere  comici e   colti   come   questa  qua  


  a  cui     vanno i miei  grandi complimenti   

8.9.21

Spagna, il dramma di Maria scambiata in culla: chiede 3 milioni per la vita d'inferno che le è capitata

  Credevo che tali  cose avvenisero solo nei film  o nella letteratura   o che  fosserro rari   come quello  avvenuto  quasi 20 anni fa  in italia invece ..... .  A volte certe realtà ci sembrano lontane, come quelle scene dei film che mai al mondo ti aspetteresti di rivivere davvero, ecco a volte tutto questo accade, accade così, com’è successo a queste famiglie, d’improvviso, come un fulmine a ciel sereno.  Infatti  anche se sembrano situazioni ormai superate, continuano ad accadere. Per quanto lo scambio in culla, come accade nel film “Il 7 e l’8” diretto dal duo comico Ficarra e Picone,per  citare  il più recente  ,  possa sembrare un evento ormai superato, a quanto pare i neo-
genitori devono ancora prestare molta attenzione. Questo perché, nonostante l’avanzare della tecnologia, errare resta pur sempre umano.Diviene, però, preoccupante quando di mezzo ci vanno dei bambini che, non consapevoli di essere stati scambiati al momento della nascita, crescono in famiglie che non sono quelle biologiche.Ed  i alcuni vasi   con problemi  ed  in altri    vedi il caso citato nell'url  all'inizio del post   Purtroppo i casi registrati negli ultimi anni, sia in Italia che all’estero, sono stati molti: ciò dimostra quanto questo equivoco possa ancora essere attuale.

 Ma  ora  bado alle  ciancie      e  veniamo    ala storia  recente  


Spagna, il dramma di Maria scambiata in culla: chiede 3 milioni per la vita d'inferno che le è capitata
di Natasha Caragnano su repubblica  08 SETTEMBRE 2021


Una ragazza spagnola, oggi 19enne, ha scoperto di non avere alcuna relazione biologica con quelli che considerava i suoi genitori, una famiglia difficile. Dopo un'indagine è emerso l'incidente in ospedale che ha cambiato per sempre il suo destinoAna e Maria, nomi di fantasia scelti dal quotidiano spagnolo La Rioja per le protagoniste di questa storia che hanno chiesto di restare anonime, si sono incontrate per la prima volta nel 2002 nell’ospedale San Millán di Logroño, città nel nord della Spagna bagnata dal fiume Ebro. Ana nasce per prima, ma pesa poco più di 2,5 chilogrammi e i responsabili dell'area maternità decidono di trasferirla subito dalla sala parto all’incubatrice. Cinque ore dopo la raggiunge Maria, che con la prima condivide la sorte di essere nata sottopeso.Un incontro fortuito, ma che deciderà la vita delle due bambine. Ana verrà consegnata alle cure dei genitori di Maria e viceversa. Uno scambio di culla, ma anche di destini. E quello scelto, per caso, per Maria non sarà affatto semplice. Una famiglia instabile e genitori incapaci di prendersi cura di lei porteranno un giudice a nominare la nonna come tutrice legale della piccola.Nel 2017, Maria aveva 15 anni e, come molti adolescenti, tante domande. Suo padre si rifiutava di pagare gli assegni per gli alimenti, presumeva persino che Maria non fosse sua figlia biologica. Un capriccio, secondo il giudice che seguiva il caso in quegli anni, a cui si poteva facilmente rimediare con un test del Dna. 


Con lo stupore di tutti, o quasi, i risultati confermarono che non c’era alcun legame tra i due. E poco dopo un altro esame chiarì che non esisteva relazione genetica neanche con quella che la ragazza considerava sua madre.È così che è iniziata la ricerca di Maria per una risposta a quelle uniche domande che non pensava nemmeno di doversi porre. L'avvocato che gestisce il caso, José Sáez-Morga, ha raccontato al quotidiano spagnolo El País che la ragazza si è rivolta allo studio legale con una richiesta: "Ditemi chi sono". L’indagine, partita dall'Ispettorato Sanitario di La Rioja, ha scoperto che 17 ragazze potevano coincidere con la denuncia. Il campo dei sospettati si è ristretto fino a fornire il nome dell’unica bambina che 16 anni prima era stata portata dalla sala parto all’incubatrice, accanto a Maria.Le ricerche hanno portato alla luce incidenti nelle annotazioni di controllo del peso di entrambe le bambine durante i primi due giorni. Secondo l’avvocato di Maria, lo scambio sarebbe avvenuto nel momento in cui le bambine sono state portate dalle incubatrici alle culle, numero 6 e 7, prima di essere allattate dalle “rispettive” madri.La ragazza, ormai 19enne, ha così iniziato una battaglia legale per farsi riconoscere i danni subiti e ha chiesto un risarcimento di tre milioni di euro al ministero della Salute per quella vita che è stata costretta a vivere, ma che non le spettava. “Un errore umano per cui non è stato possibile individuare il responsabile”, ha detto l’assessora regionale alla Salute de La Rioja, Sara Alba, e che oggi sarebbe impossibile che accadesse di nuovo viste le procedure “sicure e affidabili”.Un errore per cui il ministero si è offerto di pagare 215 mila euro, mettendo in standby la richiesta della ragazza almeno fino a quando il test del Dna non confermerà la relazione biologica con il papà di Ana. Il governo riojano, dice Sáez-Morga, si nasconde dietro alla convinzione che non ci sia "nessun nesso di causalità o atti lesivi" in quanto accaduto e che Maria dovrebbe sopportare la situazione attuale in cui si trova.Secondo El País, da parte di Ana non c’è stata alcuna denuncia o volontà di parlare con Maria. Il loro unico incontro resta quello nella sala incubatrice di quell’ospedale ormai 19 anni fa, quando un errore di negligenza ha cambiato le loro vite per sempre.


https://www.panorama.it/news/lo-scambio-culla-ci-ha-reso-inseparabili?rebelltitem=1#rebelltitem1

25.7.19

Notte da incubo per una coppia piemontese dopo la fiction su Rosy Abate e la mafia

ma si può essere cosi coglioni ( sottoscritto  compreso perchè a volte ha creduto in una cosa simile , facendo le  sue  classiche  figure 💩 e prendendosi i relativi insulti   ed improperi . Ma a  differenza  loro non è mai arrivato a minacciare stupri o violenze )
Concordo salvo che nella  chiusa     perche'  ci sono casi  ,  come  è capitato  a me  ,   lo fa  perchè  è in buona fede   visto  che è sempre più  difficile   distinguere  quando  una  cosa  scritta sui muri  con relativo n  di cellulare ,    nel  mio caso  ,  per  esempio  sia  vera  o  falsa  . Anchje  se  un minimo d'analisi   a freddo o dubbio    non guasterebbe e non farebbe male  prima d'agire  ad  impulso  cioè  a caldo      con  questo articolo   di   https://www.bufale.net/

Notte da incubo per una coppia piemontese dopo la fiction su Rosy Abate e la mafia


Ci sono segnalazioni che ci lasciano, francamente, sconvolti. Stupefatti, perplessi, a volte confusi.Storie che mostrano il peggio dell’umanità indinniata, il coacervo di individui che formano una vera e propria folla manzoniana 2.0: confusa, precipitosa, incline all’ira ed all’azione violenta ma poco usa a scusarsi delle conseguenze provocate.E che tendono a mostrarci un ritratto a tinte fosche di alcuni di coloro che interagiscono casualmente con la nostra pagina, pronti a giurare sulla veracità del “corrieredelcu*o” o altre testate del tutto anonime quando descrivono improbabili parenti del politico di turno, facili all’ira e pronti alla ribellione contro improbabili storie chiaramente inventati, ma improvvisamente scettici fino all’inverosimile e pronti a chiederci di “scoprire le bugie dei giornali”… che stanno semplicemente riportando una notizia.  ci è stato più volte chiesto di dimostrare che questa notizia fosse una bufala, solo in quanto pubblicata da La Stampa [  vedi articolo sotto   ] ,non solo non ci siamo imbattuti in alcun elemento di mendacio o falsità, ma abbiamo ulteriormente approfondito ulteriori dettagli.
La storia, del tutto vera, è quello che si ottiene quando ad un pubblico ottenebrato, incapace di distinguere la realtà dalla finzione in una sorta di delirio permanente indotto da dosi da cavallo di videodipendenza, analfabetismo funzionale e bisogno di rissosità, viene eccitato da stimoli immaginifici comprensibili per una mente comune.
Siamo a Domodossola, all’alba della trasmissione della fiction Rosy Abate, spin off di Squadra Antimafia che racconta le avventure dell’omonimo personaggio immaginario, una ex capomafia in cerca di una nuova vita al nord.
In una scena della fiction dei mafiosi contattano la protagonista con un pizzino, un minaccioso bigliettino con un numero di telefono da contattare per interagire con una cosca particolarmente ostile.
Problema: il finto numero di telefono corrisponde ad un numero di telefono reale, ed è stato appena passato in TV ad un pubblico di veri e propri videodipendenti in perenne delirio.
Persone che, naturalmente, non hanno trovato di meglio da fare che chiamare ripetutamente il numero di telefono, aspettando di trovarsi di fronte un mafioso immaginario, se non l’eponima “Regina della Mafia”, e minacciare di morte chiunque avessero di fronte.
In questo caso, una coppia di Domodossola, peraltro composta da un uomo di origini siciliane ed una donna incinta all’ottavo mese in una gravidanza difficile, subissati sin dalla prima serata di minacce di morte di ogni tipo.
Ci vuole davvero una folle dose di delirio per chiamare una sconosciuta di notte urlandole che siccome lei è “Rosy Abate” andrai ad ucciderla: ma ancora peggio per chiamare in branchi, terrorizzando una donna incinta.
Per questo, a parte l’ovvio consiglio di cambiare numero di telefono, la coppia di Domodossola non intende fermarsi: l’avvocato della donna è stato già contatto, e qualcuno pagherà per questa grave colpa.
Nelle grandi produzioni americane infatti, salvo alcuni sporadici casi in cui viene usato un numero di un call center, nel quale un nastro registrato ripete ai chiamanti uno spirito easter egg, uno scherzo relativo alla trasmissione, viene usato un numero preceduto da un prefisso inesistente, per rendere eventualità come questa impossibili.
Pertanto, vi confermiamo che sì, è una storia vera e sì, chi chiama numeri di telefono reali minacciando di morte personaggi immaginari si espone a gravi conseguenze.
A parer nostro, tutte meritate.


articolo    della stampa  


Un numero di cellulare scritto con un pennarello nero, ben visibile, su un bigliettino di carta. Con tanto di messaggio: "Non avrai un’altra occasione, ciao Rosy" e faccetta sorridente. È andato in onda ieri sera durante la serie tv "Rosy Abate" su Canale 5, la storia di una giovane donna della mafia siciliana che, lontano dalla sua terra, riprova a farsi una vita in Liguria. Un numero di cellulare che doveva essere finto e far parte della fiction, appunto, ma che invece esiste realmente. E che, complice l’averlo mostrato in modo chiaro in televisione in una fiction che ha fatto un boom di ascolti, sta rovinando la vita a una giovane coppia di Domodossola che da ieri sera poco prima delle 22 è stata letteralmente tartassata dalle telefonate.
Il loro numero appare nella fiction "Rosy Abate", notte da incubo per una coppia di Domodossola
locandina  fiction 
Chiamate di fan che, non riconoscendo forse la differenza tra finzione e realtà, pensavano di parlare realmente con Rosy, interpretata da Giulia Michelini. Con tanto di minacce, insulti, qualche parolaccia e qualche richiesta a dir poco strana. "E tanta paura - racconta la donna al telefono - Sono incinta all’ottavo mese inoltrato e ho avuto una gravidanza a rischio. Stanotte non ho dormito. Abbiamo ricevuto decine di chiamate fino a quasi le 4 di notte e ho avuto davvero il terrore che qualcuno potesse arrivare fin sotto casa nostra. Possibile che nessuno abbia controllato che quel numero non fosse attivo e che nessuno si sia preoccupato di nascondere qualche cifra?’’ si chiede. Una domanda lecita visto che quel numero il marito, 38 anni e un lavoro che lo porta spesso all’estero, lo ha da ben 13 anni.     
Il loro numero appare nella fiction "Rosy Abate", notte da incubo per una coppia di Domodossola
Il loro numero appare nella fiction "Rosy Abate", notte da incubo per una coppia di Domodossola
frame della scema  incriminata  
‘’Abbiamo fatto fatica a capire cosa capitasse - racconta - Non abbiamo nemmeno visto quella fiction. Eravamo a cena al McDonald quando abbiamo iniziato a ricevere le telefonate. Ci hanno chiesto se fossimo parenti di Rosy Abate, qualcuno ci dà dei mafiosi e c’è chi ci ha perfino minacciato. Alcuni chiedevano se fossimo della produzione e li potessimo raccomandare. In molti chiamavano con numeri privati e poi, una volta risposto, mettevano giù la chiamata. Uno mi ha addirittura suggerito di rivolgermi alla produzione di Mediaset. Ma a farmi davvero paura è stato un uomo, a notte fonda, che mi ha detto: 'Rosy Abate, non mi fai paura. Io ti ammazzo'”.
È stata lei a rispondere fino a notte inoltrata alle chiamate sul cellulare del marito, che questa mattina doveva partire presto per un viaggio di lavoro fuori dall’Europa. “All’inizio ho pensato fosse uno scherzo di qualche nostro amico, qualcuno che ci voleva prendere in giro. Ma quando ho iniziato a vedere che le chiamate erano continue ho realizzato ciò che stava succedendo: quella fiction da tutti così attesa e seguita per noi è invece diventata un vero incubo che ci sta rovinando la vita. Tra l'altro siamo siciliani, ma ovviamente con la mafia non c'entriamo. Cosa deve pensare chi ci conosce?”.
Catapultati dalla realtà direttamente nella fiction, senza nemmeno volerlo. Per questo la coppia, 30 e 38 anni, che vive alle porte di Domodossola, ha deciso di rivolgersi all'avvocato di famiglia e denunciare sia Mediaset che le persone che li hanno chiamati. “Ho subito scritto a Mediaset per capire come potesse essere successa una cosa simile. Non ho ancora avuto risposta – afferma la donna-. Quello che mi è stato detto però è che la fiction è stata registrata lo scorso anno. Peccato che questo numero noi lo possediamo da almeno 13 anni. Ora i carabinieri ci hanno anche suggerito di cambiarlo. Ma per noi vuol dire perdere tutti i contatti che ci siamo creati. Ci hanno rovinato davvero la vita. Per questo abbiamo deciso di prendere provvedimenti, fare denuncia per violazione della privacy e rivolgerci al nostro legale (l’avvocato Vicini di Domodossola). Perché se c’è stato un errore qualcuno dovrà risponderne”.
Proprio per evitare episodi di questo genere da decenni l'industria cinematografica hollywoodiana ha introdotto un escamotage utilizzato ogni volta che sullo schermo deve apparire un numero telefonico: lo fa precedere dal prefisso "555" (che negli Stati Uniti non è previsto), in modo da creare un numero inesistente e mettersi così al riparo da spiacevoli conseguenze. La produzione di "Rosy Abate" deve esserselo dimenticato.


24.7.09

Incendi in Sardegna

L'argomento del post d'oggi avrebbe dovuto essere un altro , ma lo riproporrò prossiamente , ma le news sui fuochi ( sotto il  telegiornale sardo di videolina  d'ieri ) 





e gli incubi notturni che ne sono derivati mi hanno riportato alla mente quello ( di curraggia nella mia cittadina ) e a quell'anno che fu da quel poco che ricordo ( elicotteri e aerei quotidiani ) terribile per tutta la sardegna  come dimostra  il video soto riportato 
IMMMAGINI CRUDE ED AD ALTO IMPATTO EMOTIVO




si tratta del trailler \ promo del documentario CURRAGGIA una ferita ancora aperta di Gianluca medas presentato a tempio 28\7\2007 da L'ASS.FOR. ONLUS (Associa
zione dei Forestali della Sardegna http://www.28luglio.eu da cui  è tratta la locandoina qui a sinistra   ) che organizza l'attività del progetto INTERREG III C OCR Incendi sottoprogetto "Sensibilizzazione degli scolari e del grande pubblico",la Prima giornata europea di sensibilizzazione contro gli incendi boschivi. dagli incendi d'ieri sembra che la lezione del 1983 non sia servita a niente . Pproprio ora  iniziano  a  sgorgare le  lacrime  agli occhi  ripensando  a  quei giorni di lutto e dolore soprattuto per delle morti i che , qesto da quello che mi hanno raccontato la gente vedendo il pericolo e i blocchi stradali si sono voluti a tutti i costi avvicinaare chi in buona fede per aiutate chi per per curiosare .., se  il comune  allora  come oggi  pulissse bene  ( invece di limitarsi solo alla zona del monumento  \  cippo  dedicatoaai caduti  )   tutta la panoramica e  la  gente  la smetta  di fare l'indiferrenziata  a c...o  e  i vigili controllino meglio e multino   gettando  plastica   e  carta  e altre materie  pericolose in tale  luogo  . Infatti   ricordo   e ho sentito raccontare da suspertiti  e feriti   \ mutilati  che  l'aria   era irrespirabile perchè  il fuoco  brucio tali materie  , e  che  non si riusci ad  individuare  e  a  soccorrere in tempo le persone  per ui sudetti motivi   . Ricordo  ancora  ( nonostante  avessi  7 anni  all'epoca  , ma certi ricordi rimanggono indelebili  )  :   ciò che vidi   durante  la veglia   a tappe    lungo al panoramica  4 \7 giorni dopo  sul luogo  dell'incedio .,  la nostra   attività quasi interamente distrutta , e senza fondi regionali ( risarcirono solo chi aveva perduto bestiame e non serre ) dovemmo rincominciare da capo ., le  lacrime  e la tristezza dei miei  .,  Le ferite sui corpi  sdei sopravvisuti (  vedere  l'url    della trasmissione di videolina  )  che  vedo   ogni volta   che l'incontro in paese  . .,  gli alberi piantati dale scuoel    verso  ottobre \ novembre    doi quell'anno per  ricordare i amrtiri    e  che ogni  goiornoi   mi ritrovo  quando    vado a correre \  cammianre lungo la panoramica   il racconto  su  tale evento di Simone Olla   che riporto  sotto ( ringrazio  antonella Mu  mia amica  di fb   per  avermelo fatto  riscoprire  ) ., E i ricordi indiretti citati prima  .
 concludo questo post  dedicandolo  a morti   di currraggia  28 luglio 1983 eccone la  storia   dell'evento  tratta     dal sito  più volte  citato  oggi

E' già da diversi giorni che il furore del fuoco sospinto dal maestrale imperversa in varie località della Gallura (Viddalba, Aggius, Trinità d'Agutlu, Aglientu, Luogosanto, Bortigiadas) attaccando la collina di Curraggia a Tempio Pausania. Il bilancio è catastrofico, muoiono: Salvatore Pala, 40 anni, maresciallo del Corpo Forestale; Diego Falchi, 43 anni, maresciallo del Corpo Forestale, Mario Ghisu, 35 anni, operaio forestale; Tonino Manconi, 50 anni ex segretario comunale di Aggius e Bortigiadas; Tonuccio Fara, 36 anni, muratore; Claudio Migali, 37 anni, vigile urbano; Luigi Maisto;24 anni, operaio tessile; Sebastiano Visicale, 32 anni, impiegato; Silvestro Manconi, 44 anni, muratore. Il bilancio finale è disastroso: sugli oltre 18.000 ettari di territorio incenerito si raccoglieranno le salme di 9 uomini, e tra i quindici feriti iniziali che si recheranno in ospedale, 5 di questi riporteranno gravissime ustioni, amputazioni in parti del corpo e traumi psicologici difficilmente riassorbibili. Tra gli eroi di Curraggia ci sono anche loro: AZARA ANTONIO; BISSON VANNI; FORTELEONI ANTONELLO; MARCHESI MARIO; SOTGIU GIUSEPPE.

 per approffondire
IMMMAGINI, PAROLE   CRUDE \ DOIRETTE  ED AD ALTO IMPATTO EMOTIVO

la celebrazione del 2007
 
http://www.28luglio.eu/Menu.php?menu=4322

il  racconto   di Simone Olla

Curraggia 1983
Scritto da Simone Olla
sabato 09 dicembre 2006

Brucia dentro perché è una colpa. Brucia se te ne accorgi, se ricordi il fuoco quando era bianco non ancora imbevuto di sangue. La notte, fuori, porta i segni della morte. Il vento racconta ciò che tutti hanno visto, anche lui complice del massacro. A me invece il compito di scrivere, a me che non ho visto, codardo, chiuso in questa stanza lontana dalle fiamme.
Hanno bussato forte che sentissi le loro grida. Le scale a quattro a quattro per arrivare in fretta sul portone che domina la valle.
«Aiuto, acqua, il fuoco. Aiuto.»
E io chiuso, accovacciato sul letto, le lenzuola fino al collo. La porta suona il grido disperato di chi vede la morte in faccia e le braccia sudano fango mentre si distendono per chiedere aiuto. Morte calda che fa cenere alta e fumo per lacrime che non vogliono cadere. Tossire e bussare a tutte le porte e correre, correre, mentre la pioggia di cenere volteggia nel cielo strisciato di scuro. Bruciano i rami secchi, le foglie cadute, il giallo sparso e i campi incolti che nessuno più degna di attenzione. Non c’è scampo per le vigne grondanti grappoli pieni. Non c’è scampo per lecci e querceti e carrubi che strepitano al suono di ghiande scoppiettanti, ma non è un suono di festa. Brucia la macchia bassa, il mirto e il lentisco e il corbezzolo. Su zinnibiri guarda i secoli che l’hanno attraversato. Il fuoco pieno di sangue galoppa su questa valle aiutato dal vento. Raggiunge gli ovili, e le bestie ingannate non hanno scampo. I pastori si bruciano le mani, hanno frasche sottili irrise dal gigante imbizzarrito.
«Aiuto, acqua, il fuoco. Aiuto.»
I visi rossi di calore tornano a bussare, agitoriu. E le grida disumane banchettano nella fortezza che mi chiudo attorno, alta sopra Curraggia che muore. Scappate! Queste sono fiamme che non perdonano i distratti. Le sirene non bastano, non possono, come un elastico indietreggiano dopo aver liberato acqua che non bagna. Il fuoco vince e galoppa e cinge d’assedio le case. Lecca i muri bianchi con il nero di un pittore crudele.
«Aiuto, acqua, il fuoco. Aiuto.»
Scappate, non è tempo di eroi, gli ultimi sono stati inghiotti, travolti dal destriero infuocato. Nemmeno domani si accorgeranno di voi. Nemmeno domani i giornali canteranno il vostro nome, forse un fiore in questo deserto di cenere. Entrate nelle case, ognuno nella propria, e ricordate quando il fuoco era bianco e non bruciava, quando l’acqua alimentava le sue lingue senza spegnerlo. Entrate nelle case e chiudete le imposte così che non si vedano sui vetri le impronte delle mani bruciate

  alla prossima  con un più allegro

27.10.08

Pensiero del Giorno

“Si dice che la sofferenza educhi gli esseri umani. Ma allora,
visto che soffrono da tanto tempo, perché non sono diventati più
saggi? Nel momento in cui sono travolti dalla tormenta, prendono
la risoluzione di non commettere più determinati errori, e
pregano anche il Signore, proprio loro che non pregavano mai! Ma
non appena le cose si sistemano un po', dimenticano velocemente i
loro buoni propositi. Sì, perché soffrire non basta, e se essi
non comprendono perché soffrono né ciò che bisogna fare per non
soffrire più, ricadono nelle stesse debolezze e negli stessi
errori, e ricominciano a soffrire.
Chi soffre ha bisogno di luce per essere illuminato sulle cause
della sua sofferenza e sui mezzi per porvi rimedio, ed ha anche
bisogno d'amore per essere riconfortato e incoraggiato. Si
possono dunque guarire gli esseri dalle loro sofferenze soltanto
sapendosi manifestare nei loro confronti con saggezza e con
amore”.


Omraam Mikhaël Aïvanhov

11.10.08

non si finisce mai d'imparare e di sbagliare e chiedo scusa awomanaman

Qualche  giorno fa  avevo  cancellato awomanaman (  dimenticandomi che tale  nik  e  usato  da due persone diverse  uno  xenofobo  e un po' razzista  e l'altra no )   dagli utenti   del blog  perchè  il suo pensiero non aveva  più punti  di contatto con i valori  il mio  \   nostro blog    , ma  sopratutto per il metodo  spocchioso , vanaglorioso  ,  fallacciano  con  cui si  vantava    di  tale affermazioni . infatti nei commenti  ai suoi due post   1 2
oltre  le  soliti slogan fallacciani e  leghisti  egli scrive in un commento     :<<.>> , nel secondo  : << shente, questa discussione ha alimentato la mia parte violenta che nel virtuale può sfogarsi senza troppe conseguenze.
Comunque, il problema esiste e non ho alcun timore ad ammettere la mia intolleranza per questa importazione di islam da accattoni barbuti wahabiti. La religione è l'oppio dei popoli e questi sono drogati marci. Il problema è che le loro sciocche convinzioni basate sul nulla fanno un sacco di danni. Ora, a secolarizzazione ancora del tutto insufficiente per quanto riguarda i nostri cattocattolici, dobbiamo importare 'sti zeloti fanatici? E' solo questione di tempo e poi le tensioni sociali esploderanno, specie nelle zone a contatto colle enclavi mussulmane che si stanno formando in più punti.

La xdenofobia è studiata atrmpologicamente e sociologicamente e pensare di demonizzarla con impeto moralista-buonista è solo la preparazione per la prossima carneficina che avverrà quando le risorse disponibili subiranno un drastico calo per esaurimento.


Abbiamo imposto l'imperialismo consumista e coloniale? ci becchaimo quello religioso demografico di ritorno  >> , poi  la  sua  compagna  scrive  : << Se esiste un conservatorismo laico, noi siamo neocon.
Stiamo ciarlando quando servono azioni. Azioni contro la metastasi integralista (che ora è essenzialmente islamica).

La superiorità della civiltà occidentale è una cagata pazzesca, considerato ciò che stiamo perpetrando al mondo. E ancora una volta il germe peggiore è quello di aver esportato questo modello idiota e sciocco sulla gratificazione personale attraverso il consumo di oggetti. Talmente grave e epidemico che ora, le seconde generazioni di islamici fondamentalisti vanno a fare il rafting (invece di salire a piedi lungo il greto) e poi si vanno a far esplodere su un bus. L'apoteosi dell'incoerenza, il bastardismo marcio culturale (ma è marcio non perché bastardo, ma perché anacronistico e privo di logica, incoerente). Non molto diverso dai casseur francesi, dovrebbero essere francesi e invece sono... commento troncato...
La superiorità della civiltà occidentale è una cagata pazzesca, considerato ciò che stiamo perpetrando al mondo. E ancora una volta il germe peggiore è quello di aver esportato questo modello idiota e sciocco sulla gratificazione personale attraverso il consumo di oggetti. Talmente grave e epidemico che ora, le seconde generazioni di islamici fondamentalisti vanno a fare il rafting (invece di salire a piedi lungo il greto) e poi vanno a farsi esplodere su un bus. L'apoteosi dell'incoerenza, il bastardismo marcio culturale (ma è marcio non perché bastardo, ma perché anacronistico e privo di logica, incoerente). Non molto diverso dai casseur francesi, dovrebbero essere francesi e invece sono maghrebini di 2a o 3a generazione in Francia, o dai black block che devastano le città col telefonino UMTS e le Nike nuove di pacca ai piedi (famosa quella foto che apparve sul Manifesto dopo i fatti di Genova)

Il marcio si deve potare perché altrimenti manda in cancrena il resto del corpo. >> .

Poi qualche  ieri o avant'ieri mi scrive un messaggio in cui una  trolla aveva parlato di me  . Fra i tanti commenti   si affrmava  : << No, no, man. Il cambiamento nel profilo di awomanaman è cui mi riferivo nell'#1, è che ti hanno sbattuto fuori dal blog "cvd" (compagni di viaggio) di cui awomanaman era collaboratore. Ma come te la spieghi questa cosa?
Il bello è che è stata una cosa improvvisa: la mattina è arrivata a "cvd" la segnalazione che facevi dei post razzisti (pardon, volevo dire dei post xenofobi), e il pomeriggio... BAM ti hanno sbattuto fuori senza troppi complimenti.
Ora man, mentre ti vedevo rotolare nella polvere, mi chiedevo: "ma "cvd" avrà capito la differenza tra razzismo e xenofobia?"
Credo proprio di sì aman, perchè non ci ha pensato 2 volte a metterti alla porta.
Ora man, la morale di tutto questo qual'è? Tu sei razzista? Tu sei xenofobo? Noooooooooo. O forse sì, un po'. Anzi tanto. Ma la cosa fondamentale è che tu sei solo uno a cui piace essere al centro dell'attenzione, e scriverebbe QUALSIASI COSA, pur di brillare come una moneta falsa.
E il brutto è che appena te ne esci dal tuo recinto, tutte le tue belle chiacchiere con cui pensi di gabbare l'ascoltatore lasciano il tempo che trovano, perchè subito vieni etichettato. >> . 
 Orta  la risposta  .
Un conto è esserlo per  ignoranza  e poi dopo che si conosce  senza pregiudizi , stereotipi ,   il fenomeno  \ la copsa \ la persona   si cambia idea   , un altro  è   l'andarne fieri il vantarsene come  ha  fatto  il Lui  .
Lo  sò si  . pero  , e qui ecco spiegato il titolo deòl post  d'oggi  ,  credevo  fosse  solo una differenza  etimologica   , mentre nel sociale  \  nella realtà  fossero simili  . Ma poi  sia  con le risposte datemi  alla mai domanda  : << Che differenza oltre quella etimologica c'è fra razzismo ed xenofobia ?


un ex utente del mio blog mi ha accusato di non sapere la differenza fra razzismo ed xenofobia . Io gli ho detto che la differenza è solo etimologica , ma nei comportamenti sono uguali . secondo voii chi ha ragione ?n >> fatta  su answers di yahoo
  sia  alla risposta  che ha dato  il cdv esterno  ( chiariamo una cvolta per  tutte  cosa  intendo per  cdv  esterno  :  un utente  di  internet , di blog  non splinder i cui proprietari non voigliono farsi un account  in splinder   ,  o splinder  che non vogliono  scrivere su blog  collettivi o non hanno tempo \ voglia d'accettare un altro invito  )   mario domina via email   :



Da: giuseppe scano redbeppe@gmail.com
Inviato: ven 10/10/2008 16.38
A:mario domina **********
Oggetto: aiuto per il nostro blog

Che differenza oltre quella etimologica c'è fra razzismo ed xenofobia ? un ex utente del mio blog mi ha accusato di non sapere la differenza fra razzismo ed xenofobia . Io gli ho detto che la differenza è solo etimologica , ma nei comportamenti sono uguali . secondo te  chi ha ragione ?  e  in chiave  filosofica  come posso rispondergli  ?


da Mario domina   *************
a redbeppe@gmail.com
titolo R  :  aiuto per il nostro blog 

Beh sì, in effetti la differenza c'è, se ci si pensa bene, anche se nella società globale i due concetti tendono inevitabilmente a sovrapporsi e a con fondersi.
Direi che il "razzismo" ha più a che fare con una teoria/ideologia che stratifica la specie umana, la gerarchizza, ecc.; mentre la "xenofobia" ha più a che vedere con reazioni psicosociali istintive e può avere manifestazioni diverse: anche chi  non vuole la colonizzazione del proprio paese in ultima analisi è uno xenofobo (basti pensare alla rivolta cinese dei Boxer).
Oggi però i due concetti possono persino essere intercambiabili: chi è sano di mente non può più dire che esistono le razze (la biologia che un tempo lo affermava oggi, in epoca biogenetica, lo smentisce categoricamente), e dunque si fanno strada altre forme di gerarchizzazione: quella della differenza di cultura o dei gradi di civilizzazione, ad esempio, o del radicamento ad un territorio: lo "xenos" allora, che un tempo era l'ospite, diventa oggi l'alieno, l'elemento estraneo.
Ma l'argomento richiede un'analisi un  po' più approfondita - e non escludo di farlo a breve nel mio blog.
A presto.
                    md






emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...