L'argomento del post d'oggi avrebbe dovuto essere un altro , ma lo riproporrò prossiamente , ma le news sui fuochi ( sotto il telegiornale sardo di videolina d'ieri )
e gli incubi notturni che ne sono derivati mi hanno riportato alla mente quello ( di curraggia nella mia cittadina ) e a quell'anno che fu da quel poco che ricordo ( elicotteri e aerei quotidiani ) terribile per tutta la sardegna come dimostra il video soto riportato
IMMMAGINI CRUDE ED AD ALTO IMPATTO EMOTIVO
si tratta del trailler \ promo del documentario CURRAGGIA una ferita ancora aperta di Gianluca medas presentato a tempio 28\7\2007 da L'ASS.FOR. ONLUS (Associazione dei Forestali della Sardegna http://www.28luglio.eu da cui è tratta la locandoina qui a sinistra ) che organizza l'attività del progetto INTERREG III C OCR Incendi sottoprogetto "Sensibilizzazione degli scolari e del grande pubblico",la Prima giornata europea di sensibilizzazione contro gli incendi boschivi. dagli incendi d'ieri sembra che la lezione del 1983 non sia servita a niente . Pproprio ora iniziano a sgorgare le lacrime agli occhi ripensando a quei giorni di lutto e dolore soprattuto per delle morti i che , qesto da quello che mi hanno raccontato la gente vedendo il pericolo e i blocchi stradali si sono voluti a tutti i costi avvicinaare chi in buona fede per aiutate chi per per curiosare .., se il comune allora come oggi pulissse bene ( invece di limitarsi solo alla zona del monumento \ cippo dedicatoaai caduti ) tutta la panoramica e la gente la smetta di fare l'indiferrenziata a c...o e i vigili controllino meglio e multino gettando plastica e carta e altre materie pericolose in tale luogo . Infatti ricordo e ho sentito raccontare da suspertiti e feriti \ mutilati che l'aria era irrespirabile perchè il fuoco brucio tali materie , e che non si riusci ad individuare e a soccorrere in tempo le persone per ui sudetti motivi . Ricordo ancora ( nonostante avessi 7 anni all'epoca , ma certi ricordi rimanggono indelebili ) : ciò che vidi durante la veglia a tappe lungo al panoramica 4 \7 giorni dopo sul luogo dell'incedio ., la nostra attività quasi interamente distrutta , e senza fondi regionali ( risarcirono solo chi aveva perduto bestiame e non serre ) dovemmo rincominciare da capo ., le lacrime e la tristezza dei miei ., Le ferite sui corpi sdei sopravvisuti ( vedere l'url della trasmissione di videolina ) che vedo ogni volta che l'incontro in paese . ., gli alberi piantati dale scuoel verso ottobre \ novembre doi quell'anno per ricordare i amrtiri e che ogni goiornoi mi ritrovo quando vado a correre \ cammianre lungo la panoramica il racconto su tale evento di Simone Olla che riporto sotto ( ringrazio antonella Mu mia amica di fb per avermelo fatto riscoprire ) ., E i ricordi indiretti citati prima .
concludo questo post dedicandolo a morti di currraggia 28 luglio 1983 eccone la storia dell'evento tratta dal sito più volte citato oggi
E' già da diversi giorni che il furore del fuoco sospinto dal maestrale imperversa in varie località della Gallura (Viddalba, Aggius, Trinità d'Agutlu, Aglientu, Luogosanto, Bortigiadas) attaccando la collina di Curraggia a Tempio Pausania. Il bilancio è catastrofico, muoiono: Salvatore Pala, 40 anni, maresciallo del Corpo Forestale; Diego Falchi, 43 anni, maresciallo del Corpo Forestale, Mario Ghisu, 35 anni, operaio forestale; Tonino Manconi, 50 anni ex segretario comunale di Aggius e Bortigiadas; Tonuccio Fara, 36 anni, muratore; Claudio Migali, 37 anni, vigile urbano; Luigi Maisto;24 anni, operaio tessile; Sebastiano Visicale, 32 anni, impiegato; Silvestro Manconi, 44 anni, muratore. Il bilancio finale è disastroso: sugli oltre 18.000 ettari di territorio incenerito si raccoglieranno le salme di 9 uomini, e tra i quindici feriti iniziali che si recheranno in ospedale, 5 di questi riporteranno gravissime ustioni, amputazioni in parti del corpo e traumi psicologici difficilmente riassorbibili. Tra gli eroi di Curraggia ci sono anche loro: AZARA ANTONIO; BISSON VANNI; FORTELEONI ANTONELLO; MARCHESI MARIO; SOTGIU GIUSEPPE.
per approffondire
IMMMAGINI, PAROLE CRUDE \ DOIRETTE ED AD ALTO IMPATTO EMOTIVO
la celebrazione del 2007
http://www.28luglio.eu/Menu.php?menu=4322
il racconto di Simone Olla
Curraggia 1983
Scritto da Simone Olla
sabato 09 dicembre 2006
Brucia dentro perché è una colpa. Brucia se te ne accorgi, se ricordi il fuoco quando era bianco non ancora imbevuto di sangue. La notte, fuori, porta i segni della morte. Il vento racconta ciò che tutti hanno visto, anche lui complice del massacro. A me invece il compito di scrivere, a me che non ho visto, codardo, chiuso in questa stanza lontana dalle fiamme.
Hanno bussato forte che sentissi le loro grida. Le scale a quattro a quattro per arrivare in fretta sul portone che domina la valle.
«Aiuto, acqua, il fuoco. Aiuto.»
E io chiuso, accovacciato sul letto, le lenzuola fino al collo. La porta suona il grido disperato di chi vede la morte in faccia e le braccia sudano fango mentre si distendono per chiedere aiuto. Morte calda che fa cenere alta e fumo per lacrime che non vogliono cadere. Tossire e bussare a tutte le porte e correre, correre, mentre la pioggia di cenere volteggia nel cielo strisciato di scuro. Bruciano i rami secchi, le foglie cadute, il giallo sparso e i campi incolti che nessuno più degna di attenzione. Non c’è scampo per le vigne grondanti grappoli pieni. Non c’è scampo per lecci e querceti e carrubi che strepitano al suono di ghiande scoppiettanti, ma non è un suono di festa. Brucia la macchia bassa, il mirto e il lentisco e il corbezzolo. Su zinnibiri guarda i secoli che l’hanno attraversato. Il fuoco pieno di sangue galoppa su questa valle aiutato dal vento. Raggiunge gli ovili, e le bestie ingannate non hanno scampo. I pastori si bruciano le mani, hanno frasche sottili irrise dal gigante imbizzarrito.
«Aiuto, acqua, il fuoco. Aiuto.»
I visi rossi di calore tornano a bussare, agitoriu. E le grida disumane banchettano nella fortezza che mi chiudo attorno, alta sopra Curraggia che muore. Scappate! Queste sono fiamme che non perdonano i distratti. Le sirene non bastano, non possono, come un elastico indietreggiano dopo aver liberato acqua che non bagna. Il fuoco vince e galoppa e cinge d’assedio le case. Lecca i muri bianchi con il nero di un pittore crudele.
«Aiuto, acqua, il fuoco. Aiuto.»
Scappate, non è tempo di eroi, gli ultimi sono stati inghiotti, travolti dal destriero infuocato. Nemmeno domani si accorgeranno di voi. Nemmeno domani i giornali canteranno il vostro nome, forse un fiore in questo deserto di cenere. Entrate nelle case, ognuno nella propria, e ricordate quando il fuoco era bianco e non bruciava, quando l’acqua alimentava le sue lingue senza spegnerlo. Entrate nelle case e chiudete le imposte così che non si vedano sui vetri le impronte delle mani bruciate
alla prossima con un più allegro
e gli incubi notturni che ne sono derivati mi hanno riportato alla mente quello ( di curraggia nella mia cittadina ) e a quell'anno che fu da quel poco che ricordo ( elicotteri e aerei quotidiani ) terribile per tutta la sardegna come dimostra il video soto riportato
IMMMAGINI CRUDE ED AD ALTO IMPATTO EMOTIVO
si tratta del trailler \ promo del documentario CURRAGGIA una ferita ancora aperta di Gianluca medas presentato a tempio 28\7\2007 da L'ASS.FOR. ONLUS (Associazione dei Forestali della Sardegna http://www.28luglio.eu da cui è tratta la locandoina qui a sinistra ) che organizza l'attività del progetto INTERREG III C OCR Incendi sottoprogetto "Sensibilizzazione degli scolari e del grande pubblico",la Prima giornata europea di sensibilizzazione contro gli incendi boschivi. dagli incendi d'ieri sembra che la lezione del 1983 non sia servita a niente . Pproprio ora iniziano a sgorgare le lacrime agli occhi ripensando a quei giorni di lutto e dolore soprattuto per delle morti i che , qesto da quello che mi hanno raccontato la gente vedendo il pericolo e i blocchi stradali si sono voluti a tutti i costi avvicinaare chi in buona fede per aiutate chi per per curiosare .., se il comune allora come oggi pulissse bene ( invece di limitarsi solo alla zona del monumento \ cippo dedicatoaai caduti ) tutta la panoramica e la gente la smetta di fare l'indiferrenziata a c...o e i vigili controllino meglio e multino gettando plastica e carta e altre materie pericolose in tale luogo . Infatti ricordo e ho sentito raccontare da suspertiti e feriti \ mutilati che l'aria era irrespirabile perchè il fuoco brucio tali materie , e che non si riusci ad individuare e a soccorrere in tempo le persone per ui sudetti motivi . Ricordo ancora ( nonostante avessi 7 anni all'epoca , ma certi ricordi rimanggono indelebili ) : ciò che vidi durante la veglia a tappe lungo al panoramica 4 \7 giorni dopo sul luogo dell'incedio ., la nostra attività quasi interamente distrutta , e senza fondi regionali ( risarcirono solo chi aveva perduto bestiame e non serre ) dovemmo rincominciare da capo ., le lacrime e la tristezza dei miei ., Le ferite sui corpi sdei sopravvisuti ( vedere l'url della trasmissione di videolina ) che vedo ogni volta che l'incontro in paese . ., gli alberi piantati dale scuoel verso ottobre \ novembre doi quell'anno per ricordare i amrtiri e che ogni goiornoi mi ritrovo quando vado a correre \ cammianre lungo la panoramica il racconto su tale evento di Simone Olla che riporto sotto ( ringrazio antonella Mu mia amica di fb per avermelo fatto riscoprire ) ., E i ricordi indiretti citati prima .
concludo questo post dedicandolo a morti di currraggia 28 luglio 1983 eccone la storia dell'evento tratta dal sito più volte citato oggi
E' già da diversi giorni che il furore del fuoco sospinto dal maestrale imperversa in varie località della Gallura (Viddalba, Aggius, Trinità d'Agutlu, Aglientu, Luogosanto, Bortigiadas) attaccando la collina di Curraggia a Tempio Pausania. Il bilancio è catastrofico, muoiono: Salvatore Pala, 40 anni, maresciallo del Corpo Forestale; Diego Falchi, 43 anni, maresciallo del Corpo Forestale, Mario Ghisu, 35 anni, operaio forestale; Tonino Manconi, 50 anni ex segretario comunale di Aggius e Bortigiadas; Tonuccio Fara, 36 anni, muratore; Claudio Migali, 37 anni, vigile urbano; Luigi Maisto;24 anni, operaio tessile; Sebastiano Visicale, 32 anni, impiegato; Silvestro Manconi, 44 anni, muratore. Il bilancio finale è disastroso: sugli oltre 18.000 ettari di territorio incenerito si raccoglieranno le salme di 9 uomini, e tra i quindici feriti iniziali che si recheranno in ospedale, 5 di questi riporteranno gravissime ustioni, amputazioni in parti del corpo e traumi psicologici difficilmente riassorbibili. Tra gli eroi di Curraggia ci sono anche loro: AZARA ANTONIO; BISSON VANNI; FORTELEONI ANTONELLO; MARCHESI MARIO; SOTGIU GIUSEPPE.
per approffondire
IMMMAGINI, PAROLE CRUDE \ DOIRETTE ED AD ALTO IMPATTO EMOTIVO
la celebrazione del 2007
http://www.28luglio.eu/Menu.php?menu=4322
il racconto di Simone Olla
Curraggia 1983
Scritto da Simone Olla
sabato 09 dicembre 2006
Brucia dentro perché è una colpa. Brucia se te ne accorgi, se ricordi il fuoco quando era bianco non ancora imbevuto di sangue. La notte, fuori, porta i segni della morte. Il vento racconta ciò che tutti hanno visto, anche lui complice del massacro. A me invece il compito di scrivere, a me che non ho visto, codardo, chiuso in questa stanza lontana dalle fiamme.
Hanno bussato forte che sentissi le loro grida. Le scale a quattro a quattro per arrivare in fretta sul portone che domina la valle.
«Aiuto, acqua, il fuoco. Aiuto.»
E io chiuso, accovacciato sul letto, le lenzuola fino al collo. La porta suona il grido disperato di chi vede la morte in faccia e le braccia sudano fango mentre si distendono per chiedere aiuto. Morte calda che fa cenere alta e fumo per lacrime che non vogliono cadere. Tossire e bussare a tutte le porte e correre, correre, mentre la pioggia di cenere volteggia nel cielo strisciato di scuro. Bruciano i rami secchi, le foglie cadute, il giallo sparso e i campi incolti che nessuno più degna di attenzione. Non c’è scampo per le vigne grondanti grappoli pieni. Non c’è scampo per lecci e querceti e carrubi che strepitano al suono di ghiande scoppiettanti, ma non è un suono di festa. Brucia la macchia bassa, il mirto e il lentisco e il corbezzolo. Su zinnibiri guarda i secoli che l’hanno attraversato. Il fuoco pieno di sangue galoppa su questa valle aiutato dal vento. Raggiunge gli ovili, e le bestie ingannate non hanno scampo. I pastori si bruciano le mani, hanno frasche sottili irrise dal gigante imbizzarrito.
«Aiuto, acqua, il fuoco. Aiuto.»
I visi rossi di calore tornano a bussare, agitoriu. E le grida disumane banchettano nella fortezza che mi chiudo attorno, alta sopra Curraggia che muore. Scappate! Queste sono fiamme che non perdonano i distratti. Le sirene non bastano, non possono, come un elastico indietreggiano dopo aver liberato acqua che non bagna. Il fuoco vince e galoppa e cinge d’assedio le case. Lecca i muri bianchi con il nero di un pittore crudele.
«Aiuto, acqua, il fuoco. Aiuto.»
Scappate, non è tempo di eroi, gli ultimi sono stati inghiotti, travolti dal destriero infuocato. Nemmeno domani si accorgeranno di voi. Nemmeno domani i giornali canteranno il vostro nome, forse un fiore in questo deserto di cenere. Entrate nelle case, ognuno nella propria, e ricordate quando il fuoco era bianco e non bruciava, quando l’acqua alimentava le sue lingue senza spegnerlo. Entrate nelle case e chiudete le imposte così che non si vedano sui vetri le impronte delle mani bruciate
alla prossima con un più allegro
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