Delusioni di Bronzo

"Re Obama I", incoronato dai media di tutto il mondo come il monarca assoluto della giustizia e della non belligeranza, come l’artefice di una nuova rivoluzione culturale che avrebbe portato in primo piano i diritti dei “diversi”  e le innumerevoli  istanze progressiste, ha deluso non pochi suoi sostenitori della prima ora. I sinistri non hanno mandato giù, né sono ancora riusciti a digerire, le strette di mano e le pacche sulle spalle (non solo formali) fra il leader “abbronzato” e il presidente del consiglio italiano. Avrebbero auspicato, viceversa, un comportamento più risoluto, un “redde rationem”  che avesse ridato alla sinistra il ruolo di guida morale per un Paese percosso dalle catastrofi naturali. Fra queste “catastrofi”, i progressisti nostrani annoverano la perseveranza del Presidente del consiglio a rimanere in carica, nonostante tutto e tutti, quasi si trattasse di un terremoto a cui non si può fornire il debito rimedio. Infatti, nemmeno sul clima si può rimanere soddisfatti. L’accordo sulle politiche per la non emissione di gas inquinanti, raggiunti all’Aquila, si limitano a dichiarazioni di intenti totalmente surrettizie. Per non parlare poi della richiesta di “truppe fresche” da destinare in Afghanistan, prontamente accolta dal Premier Silvio Berlusconi. Avevano auspicato una sorta di spartiacque che avesse confinato Berlusconi nell’alveo nazionale dell’acqua sporca. Insomma, una specie di “leader dimezzato” così come “profetizzato” dal baffino nazionale. In tal modo, una volta privato il Premier di una qualsiasi credibilità a livello internazionale, si sarebbe potuti passare alla fase numero due: quella del suo allontanamento dalla vita politica italiana, al punto da giustificare qualsiasi operazione, anche la più antidemocratica e antipopolare. In questo deprimente contesto si sarebbe inserita benissimo la paventata ipotesi di “Governassimo”, artatamente messa a punto da astute mosse di palazzo.  Si voleva, in parole povere, affibbiare l’etichetta (sempre valida) di parvenu della politica ad un Leader che invece detiene ancora la maggioranza del consenso popolare. Questo sarebbe servito sicuramente ad imprimere una decisa inversione di marcia, nel senso indicato dalla stampa scandalistica, capitanata da Repubblica & Co.  Avrebbero, insomma, voluto che il presidente Obama, sia pure seguendo il rigido protocollo diplomatico, avesse preso le distanze dall’uomo Berlusconi, soprattutto attraverso una buona dose di “ghiaccio istituzionale” che, viceversa, non si è ne visto ne minimamente avvertito.

Commenti

pietroatzeni ha detto…
La sinistra se vuole ritornare al potere dovrà riprendere a fare la politica di sinistra. Tutto il resto è aria fritta e la gente, quella di sinistra che diserta ormai i seggi elettorali, non sa più cosa farsene... Ciao, Pietro.

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