31.7.09

Odio gli indifferenti


Davanti a tali news che sis tanno ripetendo  con più frequenza  mi  viene d'aggiungere  a " odio  gli indifferenti  " Gramsci  febbraio  1917  qui  il testo  . odio gli indifferenti che non aiutano , almeno chiama  il soccorso e che  ......  e fanno finta di niente   che  vengano sanzionati   a pene  pecuniarie   per  ommissione di soccorso  . Idem per  gli amministratori del demanio marittimo che  non hanno messo  bagnini  .


 


 


Napoli L’uomo di 73 anni è affogato davanti a «Mappatella beach», nel centro della città


Sotto l’ombrellone accanto a un morto


L’indifferenza dei bagnanti: c’è chi spalma la crema e chi si tuffa













Il cadevare di Antonio Sommaripa nella spiaggia della Mappatella
Il cadevare di Antonio Sommaripa nella spiaggia della Mappatella

C’è un ombrellone rovesciato sulla battigia sotto il quale è adagiato il cadavere di un uomo interamente coperto da un lenzuolo e da un asciugamano. A un paio di metri, una borsa e una sedia da bar vuota. Siamo sulla cosiddetta Mappatella Beach, pieno lungomare di Napoli, su via Caracciolo, dove ai napoletani piace fare il pic nic.



Quel che è successo, si può anche raccontare dopo, ma sono le fotografie a colpire per prime. Intorno al corpo senza vita, c’è una spiaggia estiva moderatamente affollata: una donna dalla schiena abbondante di pieghe che spalma la crema sulle spalle di una signora con cappellino bianco, un gruppetto di uomini che sembra chiacchierare le mani incrociate sul dorso, chi continua a prendere la tintarella, chi si sistema sulla sdraio, chi stende il suo telo sulla sabbia, chi si bagna i piedi, chi legge, un ragazzino che corre a tuffarsi nel mare calmissimo. C’è anche un cane accucciato dietro una sedia. Agghiacciante normalità da solleone. Normalità con morto. Solo un bambino e un anziano poco distanti gettano uno sguardo a quell’uomo disteso sotto il lenzuolo, con un’aria di attesa, le mani sui fianchi.

la seguenza







Il resto sono occhi che guardano altrove, anzi che fanno di tutto per evitare di incrociare l’immagine della morte così sfacciatamente immobile. O forse no, non evitano niente, non la vedono e basta. L’ombrellone rovesciato li aiuta a schermare uno scandalo tanto intollerabile. L’uomo aveva 73 anni, si chiamava Antonio Sommaripa, abitava nel quartiere Miano e in mattinata i bagnanti hanno visto galleggiare il suo corpo (che per quanto ne sapevano poteva essere ancora in vita) su quell’innocuo e piccolo specchio d’acqua chiuso dagli scogli, dove dicono che non annegherebbe neanche un bambino lasciato solo. Invece di soccorrerlo, hanno preso un telefonino e hanno chiamato il 118, perché ci pensassero i medici del Pronto Soccorso a fare il possibile (l’impossibile).Solo dopo, qualcuno ci ha ripensato e ha deciso di trascinarlo a riva. I medici non hanno potuto che constatarne il decesso per annegamento. Niente bagnini, sulla spiaggia centrale di Napoli? Niente bagnini, a quanto pare. Ma soprattutto, nessuna pietà sulla spiaggia centrale di Napoli? Nessuna pietà. A giudicare dall’agghiacciante normalità di quelle scene, dove nulla riesce a turbare i sacri rituali preagostani, un morto vale una sedia vuota, una borsa abbandonata, un cestino dei rifiuti. Rifiuto esso stesso, se si può continuare a leggere un libro o il giornale con un cadavere a due passi, se si riesce ad aprire un tubetto per spalmarlo sulle spalle arrossate dell’amica, se si può rimanere sdraiati pancia all’aria e gambe divaricate ad abbronzarsi.Neanche i sassi che circondano la Mappatella Beach sembrano capaci di tanta indifferenza di fronte a un uomo morto. C’è una famosa poesia di Ungaretti, intitolata «Veglia», in cui un soldato evoca una nottata di guerra del ’14 passata a fianco di «un compagno / massacrato / con la sua bocca / digrignata / volta al plenilunio / con la congestione delle sue mani»: ricorda che in quella notte, disteso a fianco della morte («penetrata nel mio silenzio »), non si è sentito mai «tanto attaccato alla vita» e ha cominciato a scrivere «lettere piene d’amore». Ci vuole il massacro di una guerra per avere tanto rispetto della morte, e perciò della vita? O lo si può avere non solo sotto il plenilunio ma nel solleone, non solo al fronte ma anche su una spiaggia, non solo in divisa ma anche in costume da bagno? Con le pance sporgenti, con le gambe adipose? Insomma, in tempo di pace. E di benessere.



Paolo Di Stefano
31 luglio 2009 corriere dela sera 




3 commenti:

luglio09 ha detto...

Quest'uomo è vissuto per 73 anni. Avrà amato, avrà avuto una moglie e dei figli, avrà lavorato, si sarà inquietato, avrà urlato e forse pianto in cuor suo, avrà guardato il cielo, avrà regalato dei fiori e dei sorrisi, ha vissuto una vita intera per poi rimanere immobile, coperto da un telo e riparato solo da un ombrellone dall'indifferenza degli uomini. Pensava di finire così la sua vita? misericordia cosa succede agli uomini? Nonostante i pensieri tristi che mi attraversano la mente le auguro una buona giornata.

Francesca

Marilicia ha detto...

Quanta tristezza nell'apprendere questo episodio! Ma dove stiamo arrivando, mio Dio? Possibile che siamo diventati dei mostri di indifferenza? Si trattava di un uomo, mica di un cane. Ma forse per un cane si sarebbero mossi a pietà...

Ma cosa sta succedendo al famoso "cuore" dei napoletani? Anche il vostro cuore, napoletani, si sta inaridendo? Peccato!

temporanigra ha detto...

Ma dai... avranno pensato dormisse, no? :)

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