la democrazia in Iran chiama... l'EUROPA non risponde!
GIOVEDì 2 LUGLIO ALLE 19 ..A MILANO IN PIAZZA DELLA SCALA
CON GLI STUDENTI IRANIANI PER LA DEMOCRAZIA E LA LIBERTA'
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da testimonianze e dibattito oltre letture di articoli, partecipato e presi contatti per continuazione collaborazione come Umanista!
Torture sessuali ad alcuni studenti iraniani
Lo scorso maggio un gruppo di studenti dell'Amir Kabir University è stato arrestato, con il pretestuoso motivo di aver distribuito un notiziario studentesco che insultava il Leader Supremo. Sin dall'inizio sono iniziate a circolare con insistenza voci che asserivano che il giornalino era stato contraffatto ad arte per creare il pretesto per l'arresto degli studenti. Per i retroscena di questa vicenda, e le vignette incriminate, potete leggere questo articolo (in inglese, ndr). Più di recente, sono iniziate ad emergere alcuni dettagli sconvolgenti sulle torture subite da questi studenti, che hanno provocato l'indignazione della blogsfera iraniana. I nomi di alcuni degli studenti arrestati sono Ahmad Ghasaban (احمد قصابان), Majid Tavakkoli (مجید توکلی) and Ehsan Nansouri (احسان منصوری). In base alle informazioni trapelate, gli studenti sarebbero stati sottoposti a pesanti torture sessuali. Gli agenti del Ministero per l'Informazione (Intelligence Ministry, nell'articolo) avrebbero violentato gli studenti utilizzando bottiglie, uova bollenti etc. Le urla dei ragazzi sarebbero state sentite in tutte le stanze del carcere. Alcuni dei detenuti si sarebbero suicidati, per sfuggire alle torture, i cui segni sono ben visibili sui loro corpi. I genitori degli studenti, in una lettera, sostengono che i ragazzi sarebbero stati torturati fino a 12 ore di seguito, da gruppi di sette persone, nel cuore della notte. Inoltre, tra i torturatori vi sarebbero anche alcuni medici, con il compito di mantenere gli studenti in vita per provocare loro la maggiore sofferenza possibile. Agli studenti sarebbe inoltre stato vietato l'accesso ai gabinetti, per essere poi picchiati quando non sono più riusciti a trattenersi. Si rinvia anche al comunicato di Human Rights Watch.
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Le manifestazioni di dissenso, in Iran, ultimamente sono diventate molto più rare a causa del pugno di ferro mostrato da Teheran
Almeno settanta studenti iraniani sono stati arrestati oggi in seguito a una protesta antigovernativa che si è svolta presso la prestigiosa università Amir Kabir, a Teheran.
La protesta è stata scatenata dalla decisione del governo iraniano di seppellire i corpi di alcune delle persone morte in seguito al conflitto tra Iran e Iraq nel terreno dell'università. Durante la cerimonia di tumulazione, diversi studenti hanno esibito striscioni sui quali era scritto che il campus universitario si sta trasformando in un cimitero e che, di contro, il carcere Evin di Teheran si sta trasformando in un'università, per quanti studenti vi sono rinchiusi. Diversi testimoni hanno raccontato che durante la cerimonia vi sono stati violenti scontri tra gli studenti contrari, le forze dell'ordine e gli studenti favorevoli alla decisione governativa. Questo tipo di proteste è divenuto sempre più raro da quando Ahmadinejad è salito al potere, a causa della durezza con la quale le autorità pubbliche hanno mostrato di essere intenzionati a rispondere alle
Clima ancora teso in Iran. Il governo in carica, mentre procede al riconteggio parziale delle schede elettorali, riduce le possibilità di mobilitazione dei cittadini che chiedono il ripristino della pace e nuove elezioni. Scarcerati i funzionari del consolato britannico, sono molte le persone arrestate e ancora in carcere o dispersi, mentre proseguono le violenze e la restrizione delle libertà. Testimoni raccontano che per diverse ore oggi sono stati bloccati i cellulari e rallentate le connessioni web.
Una situazione critica che oggi tocca il popolo iraniano, ma che mette in luce la fragilità e l'importanza della democrazia.
Molte le realtà cittadine coinvolte insieme a rappresentanti delle istituzioni. Colore ufficiale il verde, per una maratona di testimonianze e interventi accompagnate da una performance artistica creata dagli studenti iraniani di Milano
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«Esprimiamo la nostra ferma condanna della violenza in atto contro i manifestanti e la nostra vicinanza al popolo iraniano sceso nelle piazze per affermare i propri diritti, battendosi per le istanze democratiche di libertà, partecipazione e autodeterminazione.
Chiediamo ad Ahmadinejad e al governo iraniano di cessare le violenze, liberare le tante persone arrestate, ripristinare la libertà di comunicazione e riammettere nel paese la stampa internazionale per garantire ai cittadini libera e completa informazione» chiede Silvia Gadda, segretario regionale dei Giovani Democratici della Lombardia «Il riconteggio del 10% delle schede non è sufficiente: solo lo svolgimento di nuove elezioni alla presenza di osservatori internazionali potrà ristabilire la legalità in Iran»
«Alla città di Milano in particolare chiediamo un atto concreto a testimonianza del proprio impegno per i diritti umani e della solidarietà con i giovani e gli studenti iraniani che si sono battuti e si battono per la democrazia e la libertà a rischio della loro stessa vita» aggiunge Daniele Nahum, presidente dell'Unione Giovani Ebrei d'Italia e coordinatore del Comitato per l'intitolazione di una via agli studenti iraniani «Sosteniamo perciò la richiesta di intitolare una via agli studenti iraniani avanzata dall’Ugei a partire dalla proposta lanciata lo scorso anno sulle colonne de "Il Riformista" da Nikou-Nesbati, il leader degli studenti iraniani che si mobilitarono nel luglio 1999».
Durante lo scorso mese di giugno il Professore Emanuele Ottolenghi propose, dalle colonne del quotidiano " Il Riformista", di intitolare la Via dell'Ambasciata Iraniana di Roma a Nikou-Nesbati, il leader degli studenti iraniani. Nikou-Nesbati, ora in carcere, aveva espresso pubblicamente i suoi ringraziamenti sulla medesima testata, proponendo inoltre di intitolare quella via alla data del 9 Luglio 1999, in ricordo del giorno in cui si svolse in Iran una grande manifestazione studentesca, durante la quale hanno perso la vita oltre venti studenti.
L'Unione Giovani Ebrei d'Italia, riconoscendo il grande valore di tale iniziativa, ha fatto propria questa proposta ed ha sollecitato il sindaco di Roma a concretizzarla, riuscendo ad ottenere la promessa ufficiale di dedicare, entro l'anno, una via della Capitale al "9 Luglio 1999".
Nel portare avanti questo progetto, l'Ugei ha ritenuto di fondamentale importanza la costituzione di un Comitato che, coinvolgendo il mondo dell'associazionismo giovanile laico e religioso, oltre alle organizzazioni giovanili dei partiti politici, possa essere - anche attraverso quest'iniziativa - uno strumento di difesa dei diritti umani, disconosciuti e costantemente violati dal regime iraniano.
A 60 anni della promulgazione della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, questo Comitato si pone come obiettivo fondante la tutela dei diritti umani, in quanto garanti di un sistema democratico stabile che permetta l'effettivo e stabile esercizio delle libertà personali a qualsiasi essere umano, indipendentemente dal censo, dal sesso, dall'orientamento sessuale, dalla confessione religiosa o dal credo politico, quali che siano gli svolgimenti della politica internazionale.
Daniele Nahum, Presidente Unione Giovani Ebrei d'Italia
Amalia Luzzati, Responsabile Cultura UGEI
Membri del Comitato Promotore: Giovani delle Libertà, Giovani Democratici, Giovani Socialisti, Giovani delle Acli, Studenti Coscioni, Unione Giovani Ebrei d'Italia, Giovani Verdi, Giovani Italia dei Valori, Rete Giovani Arcigay
Per aderire al Comitato: unaviaperidirittiumani@gmail.com
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Nostra patria è il mondo intero e nostra legge è la libertà
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