repubblica 30\1\2022 di di Marina de Ghantuz Cubbe
Ha trascorso 56 nella lavanderia di via Carducci. Venerdì 4 febbraio sarà l'ultimo giorno di lavoro e per salutarla il presidente dell'VIII
municipio Amedeo Ciaccheri ha deciso di premiarla a nome di tutta la comunità. "Quando sono arrivata a Roma avevo 18 anni e a Garbatella non c'era niente, neanche i marciapiedi"
Una lavoratrice d'altri tempi, Ines Salvador, che ha 94 anni e ne ha trascorsi 56 nella lavanderia a Garbatella, in via Carducci. Venerdì prossimo sarà l'ultimo giorno di lavoro e per salutarla il presidente dell'VIII municipio Amedeo Ciaccheri ha deciso di premiarla a nome di tutta la comunità. In tutti questi anni, racconta la signora Ines, le camice sono rimaste croce e delizia dei romani: non sanno mai come fare per stirarle per bene. Ma una cosa è cambiata: "Ora le persone chiedono consigli, vogliono imparare a prendersi cura delle loro cose".
Il quartiere dove ha lavorato per una vita invece come è cambiato?
"Quando sono arrivata a Roma avevo 18 anni e a Garbatella non c'era niente, neanche i marciapiedi. All'inizio lavoravo sotto padrone, ma insieme a mia sorella ci siamo aperte la nostra attività e poi io sono rimasta a via Carducci con la mia lavanderia, lei si è spostata. Ho visto crescere metà quartiere: mi vogliono tutti bene e infatti il premio che mi hanno dato è una cosa stupenda".
Da dove arriva?
"Da Treviso. C'era già la mia sorella più grande e poi ci ha raggiunte la più piccola che ora ha 90 anni. Noi eravamo 7 fratelli, ma il Piave mormorava quando c'è stata la guerra e nel '42 ho perso un fratello che stava a Corfù e che aveva solo 22 anni. La mia famiglia si è dispersa, abbiamo avuto tanti problemi e chi è sopravvissuto è andato un po' all'estero e un po' a Roma".
Dove lei è diventata una lavandaia storica. Le abitudini dei romani che vengono al suo negozio sono cambiate negli anni?
"Mi hanno sempre portato tante camice e io le lavo e le stiro senza esagerare mai coi prezzi. Una cosa è cambiata: le persone chiedono consigli su come conservare al meglio gli abiti. Io glieli do e anche per questo tantissime persone mi hanno scritto un messaggio perché sono dispiaciute che vada via. L'unica cosa che mi dispiace è che non ho trovato giovani lavoratrici disposte a fare la fatica che ho fatto io: sono troppo distratte dal telefono o dalle sigarette".
Lei è una forza della natura, ci sono stati anche dei momenti di difficoltà?
"Certo, ma li ho superati tutti. Ho avuto 3 incidenti, l'ultimo a ottobre quando una donna al telefono al volante mi ha investito in pieno sulle strisce pedonali vicino a dove abito, sulla Prenestina. Devo prendere 4 autobus e 2 metro per arrivare a Garbatella e mi sveglio alle 4.30 del mattino per aprire il negozio alle 6. Prima degli incidenti stavo fino alle 20, ora fino alle 15. Mi porto il pranzo da casa, me lo cucino io dopo il lavoro. Cibo sano. Infatti sono arrivata a 94 anni".
Cosa farà ora? Ha un sogno nel cassetto?
"Voglio andare dai miei nipoti, a Treviso, ad abbracciarli".