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23.10.25

Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco punta n LIV PERCEPIRE E PREVENIRE UN PERICOLO CON L’OLFATTO ?

Anche l’olfatto può avere un ruolo importante nella prevenzione di un’eventuale aggressione. Non si tratta di un segnale d’allarme “diretto” come un rumore oppure un movimento sospetto, ma rientra comunque in quella sfera di percezioni molto sottili che sono in grado di aiutare il cervello a percepire
possibili cambiamenti nell’ambiente e a valutare eventuali situazioni di rischio. Gli odori, infatti, sono in grado di arr"ivare la memoria e l’istinto. Il nostro cervello ha una parte strettamente connessa all’olfatto, che gestisce emozioni e istinto di sopravvivenza. Un odore particolare, come quello di alcol, di benzina, di fumo o di sudore, può segnalare in maniera inconscia la presenza di una persona vicina o di un comportamento anomalo, come quello di chi si nasconde, di chi ha paura o di chi è agitato. Per quanto riguarda ambienti poco illuminati o silenziosi come garage e scale, l’olfatto è in grado di anticipare gli altri sensi come la vista o l’udito. Sentire per esempio il fumo di una sigaretta accesa da poco può dirci che vicino a noi c’è qualcuno, anche se ancora non lo vediamo, così come accorgersi di un profumo riconoscibile. Gli odori aiutano a leggere la tensione, perché le persone che vivono un momento di stress o paura possono comunicare pur involontariamente la loro presenza e a!ivare uno stato di allerta tramite il su￾dore. Ancora, gli odori sono importanti per quanto riguarda l’orientamento. In situazioni di pericolo, quando la vista e l’udito possono fallire, l’olfa!o resta vigile. Significa che saremo in grado di riconoscere gli odori che ci circondando, contribuendo a mantenere lucidità e orien￾tamento. Meritano una menzione a parte gli odori che noi stessi possiamo emanare: un profumo molto marcato può a!irare l’a!enzione. Al contrario, mantenere un odore neutro riduce la probabilità di essere notati, sopra!u!o in contesti a rischio. Ecco perché allenare l’olfatto è una delle misure preventive che andrebbero praticate con costanza: percepire gli odori che ci circondano, notare quelli nuovi o fuori contesto può fare la differenza.
 
Ora  è vero   quello   che    dice   Bianco  , ma bisognerebbe     considerare   il  fatto    che  l’olfatto, in sé, non è un senso che la letteratura scientifica o criminologica riconosca come strumento diretto di prevenzione della violenza soprattutto   quella  di genere o del femminicidio. Infatti  se lo consideriamo in senso più ampio — come percezione sensoriale, come intuizione corporea, come “fiuto” emotivo —può aprire una riflessione interessante. Dipende  se       consideriamo

🧠 L’olfatto come metafora di percezione

  • Fiutare il pericolo: In senso figurato, molte persone parlano di “sentire puzza di guai” o “avere il naso per certe situazioni”. Questo può indicare una sensibilità ai segnali premonitori—comportamenti controllanti, manipolazioni, cambiamenti d’umore improvvisi.

  • Odori e memoria emotiva: L’olfatto è il senso più direttamente collegato al sistema limbico, che regola emozioni e memoria. Un odore può evocare ricordi traumatici o segnali di allarme, ma anche confondere, se associato a momenti di apparente intimità.

oppure  

⚠️ L’olfatto come rischio di fuorviamento

  • Normalizzazione olfattiva: L’abitudine agli odori di una persona può creare una falsa sensazione di familiarità e sicurezza, anche in contesti abusanti.

  • Romanticizzazione del pericolo: In alcune narrazioni tossiche, l’odore dell’altro viene idealizzato (“mi manca il suo profumo”), anche quando è legato a dinamiche violente.

Ma    comunque  tenerlo  in considerazione  e  svilupparlo  a  volte    può esserci utile  . Non  possiamo mai saperlo  . 

16.10.25

Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione di Antonio Bianco puntata n LIII PER DIFENDERVI USATE CIÒ CHE AVETE, ANCHE LE CHIAVI

Le donne   e  non solo [  corsivo mio  ] che praticano arti marziali sono sicuramente avvantaggiate rispetto alle altre, nel malaugurato caso in cui si dovessero ritrovare costre!e a fare i conti con un potenziale aggressore. E tutte le altre? Le opzioni sono numerose, per fortuna, tanto più che imparare a difendersi non richiede necessariamente la pratica di arti marziali, ma piuttosto una combinazione di consapevolezza, tecniche di base e strategie di sicurezza. Per esempio, c’è la possibilità di seguire un corso di autodifesa dal vivo, durante il quale vengono insegnate tecniche di difesa e strategie per affrontare situazioni di pericolo. Ancora, è possibile esercitarsi con le tecniche di base: imparare [  sempre  corsivo mio  ] praticare  anche   una  forma  in  caso d'aggressione   verbale  \ psicologica una  forma di  difesa   o  di

 e altre  forme   non violente  a gridare, a correre, a usare oggetti comuni come armi di difesa, come per esempio una chiave di casa. Anche un ombrello può essere utile. È poi fondamentale imparare l’arte della consapevolezza: essere consci della situazione e dell’ambiente circostante può aiutare a prevenire la violenza e a ridurre il rischio di aggressione. Può risultare utile anche l’utilizzo di dispositivi di sicurezza: allarmi personali o spray al peperoncino possono essere un’opzione preziosa, per alcune donne. Importantissima è anche la formazione: partecipare a corsi o a workshop sulla sicurezza può aiutare a imparare come prevenire e rispondere al meglio a situazioni di pericolo. Sempre a proposito di corsi di autodifesa e sicurezza, attualmente molti sono disponibili online e possono essere seguiti da donne di tu!e le età e di tutti i livelli di esperienza. Molte organizzazioni locali offrono poi corsi di autodifesa e sicurezza per donne, senza dimenticare che è possibile praticare anche l’istruzione personale, dove alcune donne possono interagire in maniera individuale con un istruttore di autodifesa o sicurezza. Insomma, le soluzioni non mancano e sono declinabili in tempi e in modalità alla portata di tutti, a conferma di come la sicurezza sia una questione trasversale, indipendentemente dall’età, dallo stile di vita e dalla propria quotidianità.


In aggiunta    a quanto  dice   Bianco       affermo cosi  rispondo   a chi  mi  dice   perchè   condivido     sui social  video come  questi    o  post  in cui  manifestavo   giudizi favorevoli  su  la  serie   karate kid       sequel   dei      4  film  dei karate kid   


. Vero la violenza soprattutto quella gratuita non mai assolutamnte giustificabile a meno che non ti debba difendere e non hai altra scelta \ opzione . Infattti ecco cosa dice maestro Francesco Cuzzocrea a   https://www.citynow.it/ più precisamente   in  Arti marziali, una difesa non violenta per crescere come persona e cittadino   in cui si parla del progettto   di qualche  anno  fa   all’istituto scolastico “Cassiodoro-Don Bosco” di – Pellaro (RC)   : 

Le arti marziali non solo come strumento non violento di autodifesa, ma anche come filosofia interiore e civile. [... ] « Con l’approdo delle arti marziali al cinema c’è stata una distorsione dell’originaria non violenza. Sono una difesa personale da applicare come estrema ratio, ma anche nel caso di necessario utilizzo, la filosofia orientale impone il limite morale dello stretto indispensabile per rendere inoffensivo un aggressore che va salvaguardato nella sua integrità fisica» è l’incipit del commento del sensei Cuzzocrea, anima della scuola nazionale di arti marziali giapponesi “Seigokan Goju Ryu Karate” e docente di difesa personale della Polizia di Stato sull’insegnamento psico-pratico portato avanti insieme ai suoi allievi Casciano, Aloi, Spinelli, Fedele e Puntillo, grazie anche al direttore della scuola pellarese Marcianò, alla professoressa Serini, al presidente del Consiglio d’istituto Caserta, del consigliere d’istituto Pellicanò e del consigliere di classe Pellabruni.
«Le arti marziali non sono solo autodifesa, ma anche non violenza e tolleranza universale, rispetto dell’altro, dell’ambiente e delle leggi che regolano la società civile. Dunque, il loro aspetto filosofico va tenuto in considerazione perché evolve anche la psiche oltre che il corpo.
Ciò è fondamentale davanti a nuove generazioni sempre più orientate verso un vuoto materialismo privo di valori e ideali» è un altro passaggio del maestro su questa positiva sinergia fra società sportiva ed istituto scolastico.
«Inoltre, le arti marziali infondono nel praticante la salvaguardia dalle aggressioni, limitando al massimo danni fisici attraverso tecniche volte ad immobilizzare l’aggressore nelle quali la forza individuale appare irrilevante. In tal modo un soggetto debole con giuste conoscenze tecniche riesce a sfuggirgli o a sopraffarlo rendendolo innocuo. In uno scenario di crescente violenza, ciò consente a figure deboli di potersi difendere» afferma ancora il sensei che ha alle spalle svariati analoghi progetti.
«Ovviamente non sottovalutiamo l’aspetto tecnico ed agonistico e siamo ben felici di diffondere questa disciplina . [...]  . 
 con questo è tutto  

21.8.25

Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco . - puntata n puntata XXXVII ANCHE LA RESPIRAZIONE PUÒ ESSERE UN’ARMA DI DIFESA

l'articolo    sull'ultimo n  di Giallo   di Antonio Bianco   

Quando ci si trova in situazioni di pericolo, come per esempio un’aggressione, il corpo umano reagisce
avviando quello che viene chiamato “sistema di attacco o fuga”. Questo comporta che in pochi secondi il cuore acceleri, i muscoli si tendano e la mente si focalizzi sull’unica cosa
che conta, vale a dire sopravvivere. In tutto quessto, spicca un elemento cruciale, che può fare la differenza tra il panico e il controllo, ed è la respirazione. Respirare in modo controllato e soprattutto consapevole è il primo passo per avere il comando della propria mente e del proprio corpo. Quando si è vittima di un’aggressione, si tende a trattenere il respiro o a respirare in modo rapido, quindi superciale. Questo tipo di respirazione peggiora la tensione dei muscoli, alimenta lo stato di confusione mentale e fa lievitare il senso di paura. Rallentare la frequenza del respiro, invece, è utile per ridurre l’ansia, mantenere un maggiore livello di lucidità e reagire in maniera più efficace. Per riuscirci, una delle tecniche più effiaci è quella della respirazione con il diaframma,che prevede di inspirare lentamente con il naso contando fino a 4, tra"enere il $ato per un paio di secondi, e poi espirare lentamente attraverso la bocca. Questo tipo di respirazione è in grado di stimolare il nervo vago e di abbassare la frequenza cardiaca, andando a inviare al cervello un senso di sicurezza. Ci aiuta a pensare con una maggiore chiarezza, anche quando ci si trova nel caos.Senza contare che respirare bene non signifca soltanto ossigenare il corpo in maniera adeguata, ma anche prepararsi mentalmente a scegliere la strategia più efficace e più sicura per la nostra incolumità. Ecco che in qualche modo la respirazione diventa un’arma di difesa, perché, pur non bloccando la paura, la rende in qualche modo più gestibile e quindi meglio affrontabile. Per non trovarsi impreparati nel malaugurato caso in cui si sia vittime di un’aggressione, è fondamentale allenarsi a respirare nel modo corretto anche in condizioni di stress. Del resto, chi controlla il respiro controlla anche se stesso.
  trovano  conferma da  quanto  ho  trovato    sul web  in un Ecco un "vademecum" pensato per le partecipanti al corso InDifesa, organizzato dall'associazione Lei.Si tratta di una serie di suggerimenti pensati per gestire al meglio eventuali situazioni aggressive in cui potreste essere coinvolte:più precisamente su : Quest articolo del Centro Ànemos - Lesmo (MB) il quale oltre agli argomenti già trattati òrecedentemente e ripresi dal link sopracitato ( che puo essere consultato per chi fosse interessato e non vuole fare un viaggio a ritroso a cercare le ostre puntate precedenti della guida ) e in particolare sule tecniche non violente come quell a della Descalation , Utilizzare un comportamento assertivo, ecc
 
[....]

Controllare la respirazione

Quando ero bambina si faceva un gioco “stupido” e pauroso … ma spesso i bambini vanno alla ricerca delle sensazioni di paura: metterle in atto rappresenta un modo per inscenarle, quasi per esorcizzarle. E così i bambini più grandi si nascondevano in vari punti delle cantine del mio condominio, che erano un una specie di labirinto, ed il malcapitato, solitamente i bambini più piccoli, dovevano attraversarle e subire gli agguati dei “mostri” nascosti. Solitamente accadeva che i bimbi attraversassero la cantina di corsa, col cuore in gola, in preda ad una vera e propria sensazione di panico.

Io prendevo per mano mio fratellino più piccolo e gli dicevo di respirare piano e di non correre, ma di attraversare la cantina camminando, respirando piano e con calma … il semplice calmare il respiro e controllare il tono muscolare, l’interrompere la reazione di fuga, trasformava quel gioco in qualcosa di divertente, quantomeno di più gestibile, e non più in qualcosa di terribilmente spaventoso (c’erano bambini che si facevano pipì addosso ed io non volevo che succedesse anche a mio fratellino). Ora, indubbiamente io lo facevo in maniera inconsapevole, il mio cervello si era “ingegnato” in maniera istintiva. 

-Aggiungo qui una piccola curiosità: sapete perché il mio cervello si era così ingegnato? Perché dovevo “proteggere” il mio fratellino. Lo sapete che il cervello delle madri -o comunque di chi si deve prendere cura di un individuo che percepisce come più debole- cambia? Ci sono esperimenti (vedi Ammaniti) che dimostrano come i neuroni del cervello delle madre diventino più grandi e che se alcune topoline-cavie vengono messe in un labirinto, le prime a trovare la soluzione per uscire sono priprio le topoline gravide, le quali hanno come un cervello “amplificato”, che deve pensare al benessere di due persone e non più solo di una. 

In questo caso cosa si osserva? Che il cercare di controllare delle reazioni fisiologiche, che nella fattispecie erano quelle relative alla risposta di fuga, riuscivano a fare mantenere una certa capacità di controllo sulla situazione.

Tra le varie cose che è efficace tenere monitorato c’era la RESPIRAZIONE.
Fattore che sembrerà banale, ma in realtà importantissimo. Abbiamo visto prima che tra i vari effetti dell’adrenalina sul corpo si osserva anche un’alterazione della respirazione. Che si può avere in 2 modi: 

Respirazione accelerata o affannosa: l’organismo mette in atto la risposta di attacco/fuga, quindi il cuore batte più forte, il sangue viene spinto nei muscoli degli arti per sostenere la reazione “attiva” ed i polmoni accelerano per sopperire all’aumentato fabbisogno di ossigeno. Una reazione di questo tipo può portare a conseguenze quali iperventilazione e, in casi estremi, allo svenimento.

Respirazione irregolare o interrotta: alcune persone, di fronte al pericolo, tendono a trattenere il respiro, e questo è ancora una volta in linea con il percorso evolutivo: il cervello arcaico mette in moto il meccanismo di difesa primitivo per cui trattenere il respiro è funzionale al fingersi morto/mimetizzarsi/nascondersi/stare immobili. Questo tipo di reazione è chiaramente disfunzionale, ci fa restare in apnea, riduce l’apporto di ossigeno ed in casi estremi porta allo svenimento, alla perdita dei senso o ad eccessiva rigidità muscolare.Queste modalità di respirazione entrano in gioco in maniera involontaria, sollecitate dall’adrenalina, impattano negativamente sulla capacità di autocontrollo, di coordinazione e sul Sistema Nervoso in generale (la respirazione infatti è correlata ed in grado di REGOLARE il nostro SN), MA POSSONO ESSERE CONTROLLATE. 

Quindi, se è vero che il nostro Sistema Nervoso può influenzare la nostra respirazione, è altrettanto vero che esercitare un controllo cosciente sulla nostra respirazione può influenzare il nostro SN e quindi il rendimento psicofisico. 

Entrambi i tipi di respirazione disfunzionali sono caratterizzati dell’essere centrati nel petto (l’apnea trattiene il respiro ingrandendo il petto, l’affanno è caratterizzato da evidenti e frequenti movimenti di questa zona del torace). L’esercizio da fare è quello fatto nella prima parte del nostro incontro: portare il respiro nella pancia.

Il respiro nella pancia è in grado di calmarci psicologicamente, di diminuire notevolmente la frequenza cardiaca, di diminuire la sudorazione. Il respiro nella pancia è tipico del meccanismo n° 3, del sistema vagale mielinizzato, attivo durante gli stati di quiete e di interazione sociale, quindi portare il respiro nella pancia permette di disattivare i meccanismi di difesa arcaici e disadattivi promuovendo l’intervento del sistema più evoluto, che ha a che fare con l’autocontrollo e la consapevolezza.

È importante quindi respirare con la pancia evitando i grandi respiri di petto tipici di coloro che hanno paura/terrore o di chi ha fatto un grande sforzo; inspirare profondamente cercando quasi di spingere lo stomaco verso il basso, fare una piccola pausa, e poi espirare lentamente (solitamente l’espirazione dovrebbe durare più dell’inspirazione). Tenendo una mano sul petto ed una sulla pancia, quella sul petto dovrebbe rimanere piuttosto ferma e quella sulla pancia invece muorsi. 

È possibile esercitare questa pratica, magari inizialmente a casa in tranquillità, facendo 12 respiri profondi di pancia prima di dormire. E poi anche in tutte quelle situazioni di panico o paura che affrontiamo nella vita quotidiana. 

Anche qui aggiungo un piccolo aneddoto: ho provato ad esempio questo metodo durante l’arrampicata. Situazione tipo: ho paura dell’altezza, entro in panico, la respirazione diventa più veloce ed affannosa. Riconosco i sintomi, agisco un controllo sul pensiero, mi calmo grazie alla respirazione, mi riapproprio dell’autocontrollo.

Si tratta di un metodo antistress e antipanico rapido ed efficace: non avevo molto tempo per pensare, dovevo agire in fretta per muovermi e procedere. 

Riconoscere i "sintomi della paura"

Come spiegato nel precedente articolo, saper riconoscere i segnali dell'adrenalina (occhi sbarrati, movimenti rapidi degli occhi, respirazione alterata, ecc), che colpiscono non solo aggredito, ma anche l'aggreossore, aumenta la sensazione di padronanza di noi stessi e permette di riconoscere in tempo l’imminenza di un attacco, per poter predisporre una reazione efficace.





per approffondire   
Traduzione, riadattamento e ampliamento, a cura di Bruno Carmine Gargiullo e Rosaria Damiani di “Neurocriminology: implications for the punishment, prediction and prevention of criminal behaviour”, di Andrea L. Glenn & Adrian Raine, 2014, volume 15, Nature, Macmillan Publisher.

7.8.25

Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco puntata XXXVI In una situazione di pericolo,In una situazione di pericolo, lo sguardo può diventare uno strumento prezioso.

A differenza della puntata scorsa questa è in tono in quanto il modo di vedere una persona  può  depotenziare un eventuale aggressione  o una situazione  poco chiara / ambigua pronta a degenerare

 Eco l'articolo 

In una situazione di pericolo, lo sguardo può diventare uno strumento prezioso. Non si tratta solo di vedere, ma di comunicare qualcosa. Il modo in cui guardiamo un potenziale aggressore può infatti incluenzare l’esito di qualunque tipo di situazione. Uno sguardo troppo diretto può essere percepito come provocatorio, mentre uno troppo sfuggente può trasmettere paura, vulnerabilità, sottomissione. La chiave, come spesso accade, sta nella via di mezzo, un equilibrio che non è sempre facile daraggiungere.
 Prima di tutto tenete a mente che lo sguardo deve essere vigile. Chi è attento a quello che lo circonda, chi guarda negli occhi senza fissare e chi osserva il contesto con prontezza sa trasmettere sicurezza e
consapevolezza, a prescindere. Gli aggressori, in genere, individuano le loro vittime tra chi sembra distratto, spaesato o impaurito. Mostrarsi attenti, anche semplicemente con un passo deciso, senza 
guardare il cellulare, può scoraggiare un a#acco prima ancora che questo inizi. Se davanti a voi avete qualcuno che potrebbe essere pericoloso, mantenete un contatto visivo non ostile: lanciate uno sguardo breve e stabile, per fargli capire che siete presenti e attenti, anche se non lo volete sfidare. 
Occhi aperti, fermi, ma mai duri. Guardare la persona negli occhi, senza "ssarla con insistenza, può bastare per far capire che non siamo un bersaglio passivo. Al tempo stesso, non abbassate lo sguardo, perché equivarrebbe a una resa silenziosa. Evitate anche lo sguardo fisso, perché potrebbe 
scatenare una reazione aggressiva. Usate gli occhi per leggere al meglio il comportamento di chi avete di fronte e individuare una possibile via d’uscita.Infine ricordate che con gli occhi potete anche chiedere aiuto. Guardare qualcuno negli occhi tra i passanti o tra chi è accanto a voi può creare un’alleanza silenziosa, ma importante. Uno sguardo, anche nei momenti di massima tensione, è in grado di darvi la voce, anche se non aprite bocca.

Infatti   l'articolo    di Bianco  trva  conferma   in  7 modi per trasmettere sicurezza  riportato integralmente      sotto    di https://www.hays.it/

Mostra sicurezza in ogni occasione, anche quando non ti senti propriamente così, e rimarrai sorpreso dal clima di positività che creerai intorno a te. Ti stai preparando per affrontare un colloquio, il lancio di un nuovo prodotto o una riunione con un cliente importante? La fiducia in te stesso sarà un fattore determinante per la riuscita di questi progetti.




Dopo aver incontrato molti candidati in questi anni, mi sono reso conto che, anche se avevano CV molto interessanti, durante il colloquio mostravano mancanza di sicurezza. Per questa ragione ho avuto molti dubbi nel portare avanti il loro percorso di selezione.

Le persone che denotano sicurezza crescono più facilmente nell’ambiente di lavoro: esse sono infatti buoni comunicatori e non hanno difficoltà ad affrontare i problemi. Sono anche fonte di ispirazione per i propri colleghi a credere di più in se stessi, creando tutto intorno una atmosfera dinamica ed entusiasta.
Essere sicuri è una scelta

Essere una persona sicura di se’ è un atteggiamento mentale che deriva da dentro ed è accessibile a tutti. Partendo da questo punto, si può acquisire più fiducia nelle proprie capacità in 7 semplici passi:
Convincersi di farcela

Dobbiamo essere noi in prima persona a considerarci una persona con grande sicurezza, anche se questo comporta a volte di doversi auto-convincersi. Assumere tale atteggiamento permette alle altre persone di vederti come un professionista su cui poter contare. E presto, osservando il modo entusiasta con cui ti osservano, anche tu acquisirai più consapevolezza delle tue grandi capacità.
Comunicare in modo chiaro

Molti di noi pensano che la sicurezza in sé dipenda da quello che diciamo. Non è così, dipende da quello che gli altri ascoltano. Ecco perché è importante assumere un modo di comunicare chiaro e trasparente:
- Parlare in modo fermo e comprensibile
- Respirare ritmicamente e a seconda del proprio discorso
- Non “svendere” quello che si sta dicendo, utilizzando parole come “solo”, “sembra”, “forse”
- Mantenere un contatto visivo con chi ti ascolta e ricordarsi di sorridere
Avere il senso dell’humor

Pensa alle persone più divertenti che conosci. Non è forse vero che spesso sembrano anche le più sicure? Questo perché essere spiritosi significa anche assumersi dei rischi. L’umorismo, come la sicurezza in se’, è contagioso: perciò utilizzalo il più che puoi (se e quando è appropriato).
Trova un mentore

Cerca una persona di riferimento, una “guida”, che ti ricordi ogni volta dove vuoi arrivare ad essere e cosa devi migliorare ancora per diventarlo. Questo ti aiuterà molto, perché ti ricorderà ogni volta quanto tu sia ambizioso. Identifica qualcuno che possa aiutarti a crescere, seguendone l’esempio, e dirigi i tuoi sforzi nel creare un solido network.
Interpreta il ruolo

Se ti senti a tuo agio, avrai più facilità nel sentirti sicuro. Un abbigliamento curato è importante, se stai per affrontare un colloquio o se devi presentare una serata; ma quel che conta di più è che tu ti senta comodo e tranquillo. Se indossi abiti non appropriati, non farai altro che agitarti, il che trasmetterà agli altri un tuo stato di nervosismo e comporterà una mancanza di interesse in quel che dici.
Preparati

Prepararsi al meglio prima di un meeting importante o di una riunione ti aiuterà a tener a bada i nervi, a mantenere alta la concentrazione su quello che dovrai dire e, non da ultimo, ad essere più sicuro nella tua esposizione. Evitare questa preparazione significa arrivare insicuri a colloqui, riunioni o presentazioni e certamente non farai una bella figura.
Pensa positivo

Arrendersi ai pensieri negativi è una debolezza che molti hanno. Tuttavia è meglio non cascarci. Quando la tua mente inizia a pensare in negativo, trova un modo per eliminarlo immediatamente. Rinforza la sicurezza in te stesso, focalizzandoti solo su cose positive, e vedrai quanto inizierai ad avere più fiducia nelle tue capacità.

Metti in pratica questi sette suggerimenti ed inizierai a creare intorno a te una buona impressione su chiunque incontrerai. Le persone saranno trascinate dalla tua sicurezza e ben presto ti sentirai anche tu una persona di successo sul posto di lavoro.

4.4.25

DAVANTI A UN’ARMA, NON REAGITE IN MODO IMPULSIVO . Manuale di autodifesa puntata n XXIII I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco

 

Non ci stancheremo mai di ripeterlo: non sempre è possibile approcciarsi in maniera razionale a una potenziale situazione di pericolo. Quando la tensione e la paura sono alle stelle, è infatti verosimile che le emozioni possano prendere il sopravvento e rendere diffcile mantenere la lucidità. Proviamo per esempio a ipotizzare che vi ritroviate in pericolo perché minacciati da un aggressore con un coltello, con una pistola oppure con una siringa.
Naturalmente, è fondamentale cercare di prevenire queste situazioni di pericolo. Ci sono casi però in cui, pur mantenendo una soglia di attenzione alta, si possa essere sorpresi da un aggressore. Davanti a un coltello, a una pistola o a una siringa, evitate di affrontare in maniera diretta la persona che avete davanti a voi, perché potrebbe aumentare la situazione di pericolo. Se potete, cercate di allontanarvi dal vostro aggressore, senza compiere movimenti troppo bruschi e con grande calma. Nel caso in cui vi doveste muovere in maniera improvvisa, potreste involontariamente scatenare una reazione di ulteriore aggressività in chi vi trovate davanti. Reagite solo ed esclusivamente nell’eventualità in cui voi siate allenati da sempre, almeno cinque ore al giorno, su come affontare situazioni di pericolo anche estremo  o  aggiungo io   se  avete    già  un  po' di pratica   delle   tecniche    di  autodifesa o  le  praticate da  molto tempo     eccone   un esempio   :   «  Come Difendersi da un Attacco di Coltello: 9 Passaggi »  (  da  cui ho  tratto la  foto   del  post  )  
In alternativa, utilizzate lo spray al peperoncino, che potete trovare in libera vendita nelle migliori armerie e  no solo . Ma a questo proposito ricordiamo che è meglio acquistare questo prodotto di persona e non online per le delicate normative che ne regolamentano il contenuto e che sono meglio vericabili all’interno di un’armeria.  




Infatti L’utilizzo dello spray al peperoncino, in Italia, è disciplinato dal decreto ministeriale 103 del 2011. decreto liberalizza il porto in pubblico, l’acquisto e l’utilizzo dello spray urticante, classificandolo come “strumento di autodifesa in grado di nebulizzare una miscela irritante a base di oleoresin capsicum e che non hanno attitudine a recare offesa alle persone“. Ecco  le limitazioni:

  • Età dell’acquirente di 16 anni
  • Capacità dello spray non superiore a 20 millilitri
  • Percentuale di oleoresin capsicum sotto il 10%
  • Non deve contenere sostanze corrosive, tossiche, infiammabili etc…
Prodotto sigillato all’atto di vendita con un sistema di sicurezza L’utilizzo diviene improprio quando ha attitudine a recare offesa alle persone o agli animali, in parole povere quando viene utilizzato in funzione aggressiva e non difensiva.
Due esempi lampanti dei motivi per cui lo spray al peperoncino deve essere usato solamente in caso di estremo pericolo sono la tragedia di Corinaldo che per l’improprio utilizzo in una discoteca ha provocato la morte di 6 persone e decine di feriti, e la tragedia di piazza San Carlo a Torino.
Quindi ricapitolando, se le indicazione sopra riportate non vengono rispettate si può infrangere la legge commettendo un reato, e se utilizzato in modo improprio si rischia l’accusa di “getto pericoloso di cose” o “lesioni gravi“. per approfondire « Lo spray al peperoncino è legale in Italia? » del  sito www.laleggepertutti.it/


Nel caso in cui vi trovaste vittima di un’aggressione, sia che  siate  riusciti  a  metterlo in fuga  o nonessendo riusciti a  difendervi nè con  spray  nè con   arti  marziali  nè   con la  tecnica  della  persuazione    (   vedere puntata    precedente )  cercate di memorizzare quanti  più dettagli possibili sulla persona che ha  tentato o  usato violenza e sull’ambiente in cui vi trovate, in modo da poter  fornire il maggior numero di  informazioni , nel  caso decidiate  di  sporgere  denuncia  , alle autorità, utili  a individuare il responsabile\i  

14.11.24

Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco puntata IX SE NON POTETE SCAPPARE USATE I GOMITI E LE GINOCCHIA

 puntate  precedenti 

 Se vi trovate in una situazione di pericolo o semplicemente di disagio e potete scappare, fatelo. Può sembrare brutto da dire e ancora peggio da fare, ma se potete levarvi di torno con una rapida “ritirata strategica”, fatelo. Del resto il vostro orgoglio guarisce più in fretta di una coltellata al fegato o, se volete metterla sul pericolo, meglio un codardo vivo che un eroe morto. Se la situazione che vi si presenta è troppo rischiosa, come nel caso in cui vi troviate davanti un ladro che vi minaccia con una pistola o un coltello, non fate gli eroi e trovate il modo di risolverla pacificamente, anche se questo signica farsi
derubare. Se invece la situazione lo impone, difendetevi. Le tecniche insegnate sono studiate per essere usate in situazioni critiche. Sono banditi calci alti o volanti e tutte quelle mosse coreografiche che servono solo a impressionare gli spettatori al cinema. È meglio usare i gomiti e le ginocchia, armi naturali del corpo che istintivamente sono molto poco usate. Eppure un colpo di gomito, grazie alla leva più corta, è in grado di impa!are sul bersaglio con grande potenza e può essere risolutivo. Le ginocchia, soprattutto se usate contro i genitali o contro lo stomaco, possono arrestare anche energumeni che pesano il doppio di voi. È utile anche applicare leve articolari e manipolare polsi e dita della mano. Si tratta di punti sensibili che, con il minimo sforzo, possono immobilizzare un aggressore. Se il contesto ve lo consente, organizzate una simulazione. Naturalmente non potrete contare su di un copione che necessariamente corrisponderà alla realtà, ma in ogni caso può riprodurre un’eventuale situazione di pericolo in cui potreste trovarvi un domani e consentirvi di misurare il vostro livello di stress e quelle che sono le vostre capacità di reazione davanti a una criticità di questa portata. Tra le altre cose si tratta dell’ennesima occasione per tenere bene a mente il primo comandamento dell’autodifesa: non pensare “a me non capiterà mai”

l'ultimo consiglio    

 Non fate mai entrare sconosciuti in casa. Anche se è una ragazza e vi chiede di utilizzare il telefono per chiamare il suo papà, oppure vi dice che il suo !glio o sua madre è in pericolo: potrebbe essere un trucco. Ditele che chiamerete voi il 113, ma non fate entrare nessuno in casa. Non fate entrare neanche persone che vi vogliono proporre prodotti o “tecnici” di varia natura. 
E' vero che fidarsi  è  bene non fidarsi  è meglio .  Ma    allo stesso tempo    è quasi    cinico . Infatti

In medio stat virtus (o anche in medio virtus stat) è una locuzione latina, il cui significato letterale in italiano è: «la virtù sta nel mezzo». La locuzione invita a ricercare l'equilibrio, che si pone sempre tra due estremi, pertanto al di fuori di ogni esagerazione.Anche nel buddhismo è presente un simile concetto: Il sentiero che conduce alla cessazione della sofferenza si chiama Via di Mezzo, perché evita i due estremi dell’auto-indulgenza e dell’auto-mortificazione, comportamenti eccessivi che non conducono alla pace mentale. Questa via, elaborata nel Nobile Ottuplice Sentiero, consiste nel coltivare la virtù, la serenità meditativa e la saggezza. .  Farlo . Ma  facendo  attenzione  .  ...  dalla voce   In medio stat virtus - Wikipedia

quindi fatelo  con cautela 

Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco puntata n LX IMPARATE A “LEGGERE” IL LINGUAGGIO DEL CORPO

 Il linguaggio del corpo da solo non basta a prevenire femminicidi o violenze, ma può essere un segnale precoce utile se integrato con educ...