Visualizzazione post con etichetta prevenzione. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta prevenzione. Mostra tutti i post

1.2.25

Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco puntata XVII In cui di violenza 0sicologia e alle prime avvisaglie di quella fisica ovvero ABUSI DOMESTICI, REGISTRATE E FOTOGRAFATE TUTTO



punta precedente e url alle altre



Anche se per il momento , a parte quello tentato qualche giorni fa a Malta , non si registrano casi femminicidi e di violenza ( dal punto di vista fisico ) di genere , la guida di autodifesa ripresa dal settimanale Giallo coninau a essere l'unica " arma " da usare in mancanza di una " politica " di prevenzione culturale \ antropologica uniforme ed unitaria , davanti una "politica " repressiva ed azzeccagarbugli " fatta di grida manzoniane . Dopo questo spiegone introduttivo veniamo alla puntata XVII del Manuale di autodifesa : I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco sul settimanale Giallo ormai diventata anche nostra



“OMAGGIO AD ILENIA” L’opera dello scultore Alessandro Galanti intitolata “Omaggio ad Ilenia”.
La scultura è stata realizzata in memoria della ventinovenne Ilenia Graziola uccisa il 23 novembre 2008 e di tutte le altre donne vittime di violenza




La violenza domestica è una piaga che purtroppo afliige molte persone, di gran lunga più di quanto si possa immaginare. Numeri ufficiali non ce ne sono, ma soltanto stime: del resto è un fenomeno difficile da tracciare perché non tutte le le vittime denunciano quello che subiscono.La violenza domestica porta con sé conseguenze devastanti, sia dal punto di vista fisico sia da quello psicologico, e richiede interventi su più livelli. Gestire lo stress, in questo tipo di contesto, soprattutto per chi vuole interrompere questi comportamenti di natura abusiva, può essere un passo importante non semplice da mettere in atto da soli. Una delle principali sfide per le vittime è superare lo stress cronico che si sviluppa in seguito all'esposizione costante a situazioni di abuso.La gestione di questo stress è fondamentale per riprendersi e intraprendere un percorso di guarigione. Vediamo ora alcune soluzioni efficaci per affrontare lo stress legato alla violenza domestica e come trovare una soluzione. Prima di tutto, è fondamentale riconoscere il problema ed elaborare come il comportamento abusivo non sia mai giustificabile e la consapevolezza che la violenza non è mai colpa della vittima. Tra le tecniche di gestione dello stress abbiamo l’attività fisica e il prendersi pause consapevoli per ritrovare la calma durante i conflitti. Ancora, poiché soprattutto con quella psicologica , Non sempre è facile dimostrare una violenza psicologica con prove valide. Per agire per vie legali può essere utile avere testimoni della violenza disposti a parlare ma anche registrazioni audio e video che dimostrino le violenze psicologiche subite.documentate sempre la violenza conservando le prove, che possono andare da fotografie di lesioni a e-mail o messaggi minacciosi, fino a certificati medici. Gestire lo stress è importante, ma il passo cruciale è rompere il ciclo della violenza, grazie anche a professionisti e a una rete di sicurezza. Presentate una denuncia, allontanatevi dal pericolo, chiamate il numero di emergenza o rivolgetevi ai centri antiviolenza e stalking chiamando il numero 1522.Ora come diceLo stesso Bianco L’abuso psicologico è molto comune. Questa forma di violenza comprende qualsiasi comportamento non fisico che indebolisca o sminuisca la vittima, oppure che permetta a chi compie tale violenza di controllare la vittima. L’abuso psicologico può comprendere linguaggio abusivo, isolamento sociale e controllo finanziario. L’aggressore degrada, umilia o minaccia la vittima ed , aggiungo io il passaggio dalle parole ai fatti può essere breve . Oltre ai metodi da lui indicati  in questo  articolo     che devono essere usati se dopo aver provare a difendersi senza : con i metodi non violenti , da soli , senza usare le mani ,  la  situazione  peggiora  .  Ecco alcuni consigli suggeriti da questo interessantissimo articolo Violenza psicologica: come difendersi di www.serenis.it

[....]

In un articolo dell'Osservatorio sulla Violenza si legge che possono essere utili, al fine di preservare la propria incolumità fisica e psicologica, le seguenti tecniche:Cercare di stabilire un rapporto verbale con l’aggressore;Calmare la rabbia dell’aggressore coinvolgendolo in una conversazione e rendendosi credibili ai suoi occhi.

oppure  riassumendo   e d  approfondendo  quanto  già  detto  nelle  puntate precedenti  da  lui e  da  noi  



1 Riconoscere il problema

Il primo passo per difendersi dall’abuso verbale sottolineato da ogni professionista è riconoscere che si è vittime di tale comportamento. Spesso, le persone possono minimizzare o giustificare le parole offensive o la situazione, ma è importante accettare che non è amore, non è qualcosa di normale, e soprattutto non è detto che passi. Il carnefice, molto probabilmente, insisterà se si trova di fronte a una vittima condiscendente.

2 Autostima

Ricorda che chi ti attacca o denigra cerca di metterti in testa una narrazione di sconfitta, di farti sentire debole, incapace o impotente. Devi essere consapevole che questa è, appunto, una narrazione, e che in realtà non c’entra nulla con le tue reali capacità e possibilità. In una parola: non farti condizionare. Chi ti aggredisce lo fa spesso per avere maggior controllo su di te e spingerti a rinunciare a fare qualcosa.

3 Stabilire confini chiari

Imparare a stabilire confini chiari e a fermare, dire alt, all’aggressore è vitale. Comunica apertamente e assertivamente che certi comportamenti o commenti sono inaccettabili. Sii deciso e fermo nei tuoi confini, senza lasciare spazio a interpretazioni ambigue.
Se possibile, fallo in un contesto sociale, dove tutti sentono. Il contesto deve essere ovviamente neutro o amico, e non composto dagli amici del tuo aggressore.
Se sei in pieno contesto nemico, meglio scappare, magari con una scusa, o rispondere con il silenzio in attesa di trovare una via di fuga. Non si può mai sapere cosa può succedere.

4 Mantenere la calma

L’abuso verbale spesso mira a provocare una reazione emotiva. Per questo motivo in molti viene perpetrato a sorpresa, in modo da cogliere la vittima impreparata. Come in tutte le forme di aggressione, mantenere la calma può essere una potente forma di difesa. Respira profondamente, focalizza la tua mente su pensieri positivi e cerca di rispondere in modo razionale piuttosto che emotivo.
Soprattutto se avviene in contesti dove sono presenti altre persone, mantenere la calma e il controllo può essere di grande aiuto, in quanto potrebbe essere visto dagli altri come una tua caratteristica positiva e crearti dunque del sostegno, se non attribuirti doti di leadership.

5 Non reagire

Rispondere a un insulto con un altro insulto non è detto che sia la scelta migliore, perché potrebbe generare un escalation dagli esiti imprevedibili. Ad esempio, l’aggressore potrebbe insultarci apposta per provocarci e poi accusarci di essere noi l’aggressore, o avere amici pronti a sostenerlo che escono fuori all’improvviso o peggio passare alle mani  e  ai coltelli .
Reagire vuol dire sovrastimare le proprie capacità di controllo di situazioni in cui è spesso impossibile avere informazioni chiavi sulle reali intenzioni e capacità del nostro avversario.

6 Imparare a rispondere

Sviluppa abilità nel rispondere all’abuso verbale in modo assertivo, ma senza ricorrere a tua volta alla violenza verbale. Usa frasi come “Non accetto essere trattato in questo modo” o “Non tollero linguaggio offensivo”. Mantieni la tua risposta chiara e concisa.
Un modo di rispondere può anche essere una semplice domanda: “Non capisco perché mi tratti in questo modo. Cosa ti ho fatto?” Questo può costringe l’aggressore a una risposta articolata e a riconoscere implicitamente l’aggressione.
Un altro modo spesso consigliato è l’ironia: “Hai ragione, ma posso fare peggio” “E pensa che oggi è uno di quei giorni che sono meno scemo del solito” e così via. Attenzione però, perché l’altra persona potrebbe irritarsi ancora di più o non avere il nostro senso dell’umorismo. A mio avviso, meglio una risposta neutra e secca, tipo: “Ti ho fatto qualcosa? Ne vuoi parlare?”

7 Cerca supporto

Non affrontare l’abuso verbale da solo. Parla con amici fidati, familiari o professionisti. Trovare un sostegno emotivo può essere fondamentale per affrontare la situazione e rafforzare la tua resistenza.
Se l’abuso verbale persiste, considera la possibilità di cercare consulenza professionale. Uno psicologo o uno psicoterapeuta possono fornire un ambiente sicuro in cui esplorare i problemi e sviluppare strategie più avanzate per affrontare l’abuso
Infine, ricordati che l’abuso verbale può essere un reato, e che in certi casi ricorrere a un avvocato può essere una buona idea.

8 Scappare

Se si può evitare una situazione di abuso verbale,o la  situazione  diventa  insostenibile  ,  la cosa migliore è la fuga. L’abuso verbale, infatti, nel tempo impatta seriamente sulla propria salute. Tuttavia, vi sono situazioni (lavoro, famiglia) in cui questa strategia non è possibile e purtroppo la situazione va affrontata.

9 Prendersi cura di sé

Concentrati sul tuo benessere generale. Mantieni uno stile di vita sano, fai esercizio fisico, dormi a sufficienza e dedica del tempo alle attività che ti portano gioia. Rafforzare il tuo benessere generale può aiutarti a essere più resilienti di fronte all’abuso verbale.
Il problema con l’abuso verbale è proprio l’effetto che cerca chi lo attua, renderti infelice e chiuso agli altri, in modo da farti non solo soffrire, ma anche di isolarti socialmente tagliandoti l’erba sotto i piedi. Cerca invece di mantenere e ampliare i tuoi legami sociali e sforzati di restare positivo, solare e aperto, contrastando ciò a cui chi attua l’abuso vuole portarti a fare o a essere.

In conclusione, difendersi dall’abuso verbale richiede consapevolezza, assertività e il coraggio di stabilire confini sani. Ricorda che nessuno ha il diritto di trattarti con mancanza di rispetto, e prendere misure per proteggerti è un passo fondamentale verso una vita più sana e appagante.




15.12.24

L'Italia dealfabetizzata: la complessità si disperde nella semplificazione mediatica e se accorgono adesso mentere prima deridevano come cassandre o complottisti i come Giulietto chiesa o Tullio de Maiuro lanciava l'allarme

leggi  prima   
premetto che non sono antropologo o specializzato quelle che un tempo si chiamavano scienze umane , ma ma certi media e sociologi si svegliano adesso ? sono quasi 20 anni che si sapeva e già si parlava di questo pericolo e che prima o poi si sarebbe arrivati a tale situazione . Riprendendo quanto ho già detto in precedenza  (  vedere  gli  url  inizio  post  )  
 mi chiedo ma un minimo di prevedibilità no ?. Se invece di giudicare complottisti , cassadre e deridere , chi come Giulietto Chiesa ed altri lo ipotizavano ed lanciavano l'allarme si fosse intervenuto prima . Non staremo a piangerci addosso e in questa sitiuazione Infatti solo ora ci s'accorge , come fa notare : « L'Italia dealfabetizzata: la complessità si disperde nella semplificazione mediatica » di HuffPost Italia del 14\12\2024 che è Diventato di fondamentale importanza ripensare in termini etici il sistema e ridare senso e valore all’educazione come principale strumento per favorire il cambiamento e promuovere l’emancipazione . Stiamo assistendo a una pericolosa dealfabetizzazione degli adulti, quella che già alcuni decenni fa denunciava con preoccupazione il linguista Tullio De Mauro, uno di
quelli che venivano cosierati gufi e cassandre . Ora dagli ultimi dati Ocse emerge un quadro dell'Italia , a dir poco allarmante , ma in realtà niente di nuovo che nel nostro Paese un terzo degli adulti risulta analfabeta funzionale.Questo significa, molto semplicemente, che il 33% degli italiani non è in grado di comprendere un testo più lungo di qualche riga, non sa valutare, usare e farsi coinvolgere dalle riflessioni profonde e dalle problematiche che richiedono tempo di studio e riflessioni prospettiche. Questo accade in ogni versante e rappresenta un grande problema che apre interrogativi inquietanti in un'epoca in cui la maggior parte delle informazioni vengono veicolate sui social senza controlli sulla qualità e sull’attendibilità di ciò che viene diffuso. E il  covid l'ha  dimostrato  ampiamente  .  
Oggi, infatti, la comunicazione di massa, senza adeguate mediazioni e  senza   un  aproccio  critico  , spinge i cittadini a seguire anche dei ciarlatani e i loro messaggi semplificati e disintermediati.
 Ma rappresenta anche un problema di produttività e innovazione: nel nostro Paese cresce il tasso di occupazione ma non assistiamo a un eguale processo di sviluppo. E questo richiede risposte a molti interrogativi. Perché occupazione senza sviluppo? Forse mancano le competenze necessarie? Come si insegna a scuola? Cosa  fanno  oltre  chge   contributi  a  pioggia    ed  mancanza  di politiche   salvo uso elettorale  e propagandistico )  giovanili    post     scuola dell'obbligo  o post  se    va bene   post  diploma  ?  Come si sviluppano le competenze professionali? Questo deficit di alfabetizzazioni impedisce di crescere, economicamente e culturalmente, induce a cercare nelle soluzioni più semplici e veloci il rimedio ad ogni problema. Siamo di fronte ad una ignoranza della complessità che riduce qualsiasi spazio di evoluzione socio-culturale ma anche economica e per molti aspetti si traduce anche in un indebolimento della conoscenza dei propri diritti di cittadini e di lavoratori. Si  tratta  secondo  gli  scaricabarile  e  di un problema che nasce evidentemente dalla scuola, un sistema che non sembra essere più in grado di generare e diffondere competenze e valori con le famiglie che sono quasi rassegnate di fronte alla perdita di ruolo nell'educazione a favore di una sempre più diffusa "conoscenza" che si diffonde distorta sui social media, spesso un ricettacolo di informazioni superficiali e, talvolta, errate. Ma se le scelte delle persone nascono da informazioni scorrette e illusorie, basate su pregiudizi e slogan, la stessa dimensione di sviluppo perde la sua forza e si trasforma in un sistema inefficace. Se l’educazione smarrisce il suo valore come strumento di rinascita culturale, etica, civile, esistenziale dell’umanesimo sociale, lasciando aperta la via del pensiero unico \  all'omologazione   condizionato da una comunicazione distorta.ed  alla repressione    del dissenso   critico    che   ancora  c'è anche se  sempre più ridotto  ad  un lumicino .  Ecco quind  che  diventa  sempre  più   di fondamentale importanza ripensare   anche    se  in ritardo  in termini etici il sistema e ridare senso e valore all’educazione come principale strumento per favorire il cambiamento e promuovere l’emancipazione. Altrimenti siamo destinati a una deriva  ancra  peggiore     di quella  che  stiamo attraversando   in cui la mancanza di coscienza critica aumenterà in un Paese che non saprà cogliere le sfide della modernità im un mondo del lavoro che sta profondamente cambiando i suoi connotati. Un Paese inchiodato e senza prospettive preda di pericolosi algoritmi gestiti dalle prospettive di un crescente potere dell’intelligenza artificiale. Uno scenario inquietante per il futuro a cui non possiamo e  non dobbiamo   rassegnarci.

21.11.24

SE QUALCUNO VI SALE IN AUTO, TAMPONATE QUELLO DAVANTI Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco punta X°

  puntate  precedenti 

Ipotizziamo che vi troviate in una situazione di pericolo ogge!ivo, con un aggressore davanti a voi, pronto a farvi del male. ComeCome dovete comportarvi per uscire dalla situazione? Se non avete vie di fuga e non avete modo di allontanarvi, cercate di colpirlo con una ginocchiata. Nel caso in cui l'uomo dovesse cadere a terra, continuate a colpirlo cercando di rimanere comunque a una distanza di sicurezza. Ricordate: ginocchia e gomiti sono i mezzi migliori per difendervi. Se dovesse succedere, comunque non fermatevi. Cercate di richiamare l"a!enzione di altre persone urlando “No, no, no, no!”. Meglio ripetere la parola “no” invece di “aiuto”, perché si tra!a di una sola sillaba capace di a!irare l"a!enzione del prossimo e perché ribadisce – e non soltanto a livello psicologico – la vostra contrarietà assoluta a
qualunque forma di aggressione. Nel caso in cui vi troviate in automobile e un malvivente si introduca nella vostra vettura, magari minacciandovi con un coltello e costringendovi a guidare indipendentemente dalla vostra volontà, voi fate finta di obbedire ma nel fra!empo guardatevi intorno. Se per esempio vi trovate fermi al semaforo, tamponate la vettura che avete davanti a voi per richiamare l'attenzione del suo guidatore. Non abbiate paura di farvi male o di fare male: basta anche solo una piccola bo!a. Anche mentre state guidando all"improvviso potreste avere la possibilità di sterzare e provocare un incidente. Ma attenzione: procedete in questo modo solo nel caso in cui abbiate so!o controllo la situazione e siate ragionevolmente certi di non farvi male. Non ci stancheremo mai di ripeterlo: sono la prevenzione e la prudenza le vostre armi migliori per difendervi dalle aggressioni e dalla violenza. Senza diventare paranoici ed eccessivamente condizionati nella vostra quotidianità, è fondamentale che facciate di tutto per evitare queste situazioni di potenziale pericolo.

Vero  ha  ragione la prudenza  non è  mai troppa   però  non bisogna  esagerare  .ma  trovare  una via di mezzo . Infatti   Egli  propone 
 Nel caso in cui la vostra macchina dovesse essere in panne, diffidate dell’aiuto di chi si offre di prestarvi soccorso.Meglio essere malfidenti e non rischiare brutte avventure che possono diventare pericolose. Rivolgetevi alle forze dell’ordine o contattate  persone che conoscete  e di cui sapete di potervi fidare.

Si può  accettare  un aiuto  di un estraneo  con prudenza  : 1) usando le  tercniche   sopra  elencate  ,  o lo spray  al peperoncino  nei casi più pericolosi ., 2)  stando a debita  distanza   e  con il cell in mano  fingendo  i giocare  o  vedere in internet  ,  e poi in caso  di pericolo chiamare i n  di emergenza o  un  amico\a  fidato mettendo il viva voce  o  video  chiamata  

31.10.24

Manuale di autodifesa I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco puntata VII SE VIAGGIATE IN TRENO, EVITATE GLI SCOMPARTIMENTI VUOTI e COME DIFENDERVI SE VIVETE DA SOLI

 puntate precedenti 

Non ci stancheremo mai di ripetervi che la prevenzione è fondamentale. Ecco alcuni consigli che potranno tornarvi utili, a seconda del contesto in cui vi trovate. In strada, non frequentate le zone deserte
e buie, camminate portando la borsa dal lato interno del marciapiede, se possibile nel senso contrario alla marcia dei veicoli. Tenete le chiavi di casa e i documenti in due posti separati, per esempio nella borsa e nelle tasche. Fino a quando non siete entrati in casa oppure in auto, tenete le chiavi in mano. Quando siete in macchina, tenete sempre la sicura abbassata, parcheggiate in zone frequentate e illuminate, lasciando un oggetto che faccia supporre una presenza maschile, come per esempio una cravatta. Non date passaggi a persone che avete conosciuto da poco e fate il pieno di carburante durante il giorno, per evitare di dovervi fermare a un distributore self-service di sera. Se qualcuno vi segue, nonandate direttamente a casa, ma chiamate un amico oppure il 113. In alternativa, fermatevi in una zona affollata e chiedete aiuto senza scendere dall'auto. Se siete costrette a guidare so!o minaccia, cercate di attirare l'attenzione eventualmente con un leggero tamponamento al semaforo. In treno, evitate gli scompartimenti vuoti e prenotate un posto vicino al corridoio, se possibile. Non date il vostro nome e l'indirizzo a persone sconosciute e non prestate attenzione a chi potrebbe chiamarvi dal finestrino, perché potrebbe essere il complice di un malvivente che cerca di derubarvi. In discoteca muovetevi sempre con un gruppo di amici o amiche e se qualcuno vi guarda in modo poco piacevole o fa apprezzamenti insistenti, avvertite il servizio d'ordine, custodendo sempre il vostro drink e sulla segreteria telefonica lasciate un messaggio assieme a una voce maschile. Se vivete in casa da soli, non mettete il vostro nome completo sul campanello e sulla cassetta della posta (    quest'ultimo consiglio   secondo me è un po' troppo esagerato,a meno che non sia concordato con i vicini, perchè rende  difficile   ai corrieri individuare  il vostro appartamento specialmente  se  abitate  in un  palazzo  a  più piani   .  E poi se  ci si pensa  bene   se  uno  che  vi conosce anche sommariamente  e  vuole molestarvi  \ stalkerizzarvi    troverà sempre il modo per farlo purtroppo )  , non aprite a visitatori inaspettati e, se dovete aprire, fate capire che c’è qualcuno con voi. Fingete di parlare con qualcuno mentre aprite e tenete il cellulare in mano.

19.10.24

I consigli dell’esperto anti aggressione Antonio Bianco per il settimanale giallo . tecniche di autodifesa puntata V di SE PENSATE DI ESSERE SEGUITI FERMATEVI CON UNA SCUSA


Quando vi avvicinate a casa non aspettate a cercare le chiavi quando vi trovate davanti al portone, ma preparatele in anticipo. Fate lo stesso quando andate a prendere la vostra auto, in modo da non perdere tempo prezioso per mettervi al sicuro da un’eventuale aggressione. Se davvero vogliamo sentirci al sicuro, è fondamentale saper riconoscere le condizioni di pericolo che possono presentarsi nel quotidiano e che potrebbero sfociare in un’aggressione a scopo di violenza fisica o sessuale. Le
statistiche dicono che i luoghi maggiormente a rischio sono il portone di casa, i parcheggi deserti o quelli sotterranei, le strade senza illuminazione e i parchi pubblici. In questi casi sarà il vostro istinto a comunicarvi che c’è qualcosa che non funziona o che non vi convince, mandandovi un segnale di allerta che vi farà prestare maggiore attenzione a quanto accade accanto a voi. Pensiamo al nostro comportamento, per esempio, quando guidiamo un’automobile. Su un’autostrada deserta in un giorno di sole la nostra guida sarà in totale relax, ma se la stessa autostrada è avvolta da una nebbia fittissima, allagata per un violento t e m p o r a l e , trafficata per auto e camion in un’ora di punta, i nostri sensi saranno t o t a l m e n t e concentrati sulla strada, sulle condizioni dell’asfalto e sul comportamento degli altri automobilisti. Questa concentrazione estrema può arrivare a rendere impossibile dialogare con qualcuno seduto al nostro fianco o ascoltare la musica. Questo non significa che ogni volta che ci si siede alla guida della propria auto si debba essere sotto tensione, ma soltanto che il nostro atteggiamento cambia in presenza di situazioni che possono comportare pericolo di incidente. Così deve essere anche se il pericolo che sentiamo o che identifichiamo è quello di una situazione di possibile aggressione. Se avete l’impressione che un uomo vi stia seguendo, cambiate strada, fermatevi di fronte a una vetrina illuminata o fingete di parlare al cellulare. In questo modo avrete la possibilità di capire se sta davvero seguendo voi e se la condizione di allarme è giustificata. Attenzione e prevenzione sono due armi potentissime . Usatele.



conquesto è  tutto   caroi  amici  vicini e  lontani   alla   prossima  puntata  

2.8.24

perchè non dobbiamo tacere sui femminicidi e andare oltre le maifestazioni smboliche

 



Le   polemiche sul discorso del padre  a Filipo Turreta  per  quali  si  è poi  scusato e la  risposta   di Elena  Cecchetin   mi hanno    fatto  cambiare  idea dopo la  fiuguraccia  con Stefi\ Stefania  Pastori  " 

Gloss " che mi cosrinse  a  modificare post  (  ma  non bastò  perchè Stefi Pastori s'offese  togliendomi il contatto  e chiedendomi  di  non cercarla  più )  e   per  una volta  smetto di delegare  totalmente     ad  altri\e il mio pesiero  sul  femminicidio    \ violenza  di genere  .

N.B
  spero che  mi perdonerete  per le eventuali   ovvietà   e  per  errori  \  refusi ma  sono mezzo dislessico causa    sordità  e  gravi prblemi alla vista 

  IL  femminicidio  \  violenza  di genere   sta diventando  se  non è   già    sempre  più  allarmante  , cioè  non è più  solo cronaca nera   ma   un fenomeno     al quale   orami riscoiamo d'abituarci ed  assueffarci    visto  che  ormai  siamo  oltre  la  soglia  (   già pesante   )   di una donna  ucciisa  , senza  contare  le  aggressioni   e   le  violeze   ,     ogni  72  ore  . Quindi mi chiedo  ma le  proteste   degli attivisti \e   contro la  violenza  di genere   \  femminicidi     sono davvero efficaci  opppure il solito fuoco  di paglia  ? Sul tali tematiche  si è  ritornati a parlare  oltre  che  l'ultimo ( ?  )  orripilante   delitto    e per  alcuni bliz    dimostrativi ,   che     giustamente  ne     sottolineano  l'urgenza     a livello sociale , come quello orgnizzato dal gruppo     bruciamo tutto , nato in ricordo della povera  Giulia    che ha  colorato di rosso  la  celebre  scalinata  di triità  dei monti a  Roma  .  Ora  queste  dimostrazioni   posso giocare  un ruolo importate nel  processo   di sensibilizzazione  dell'opinione  pubblica    (  soprttutto  giovanile   abbindolata   da programmi tv  introisi di   cultura  misogena  e   da  maschio alfa )   sul tali tematiche   . Ma  loro efficacia  , come fa  anche  notare    Marilisa  d'Amico *     ,   dipende  da  molteplici fattori   Se  da  una parte  tasli  azionoi attiranol'attenzione el pubblico  creando dibattiti   e portasdo tali argomenti al centro delle  scena  -E quindoi la  visibilità ottenuta   mette in luce  problematiche   spesso sottovalutate .  Però    d'altra parte  esse   possono   essere polarizzanti  e d essere  scambiati  \  percepiti come un eccezione  negativa  assimilandoli  al  vandalismo   conil rischio di distogliere   l'attenzione    dal messaggio   che  si vuole trasmettere   e portare  ad  una condanna  dell'azione  piuttosto   a  una riflessione     sul  problema  denunciato  . Quindi  oltre ai bliz  dimostrativi  che  possono  essere  ache mal interpretati  miglio  una  campgna  di sensibilizzazione   ed  educazione   fin dai primissimi anni  di scuola  . In maniera  da   da 'aumentare la  consapevolezza   contro la  violenza  di geere    e  lavorare con le  nuove geerazioni   per  diffondere   un modello relazionale   realmente ispirato alla parità   di genere  .  Ma   allo stesso tempo  fare  pressioni     e  proporre leggi d'iniziativa popolare   per   adeguare   il codici penali e  civili   e il  processi   contro tali crimini 

*Professore ordinario di Diritto costituzionale e Prorettore con Delega alla Legalità, Trasparenza e Parità di Diritti presso l’Università degli Studi di Milano  e  fondatrice       dell'osservatorio   violeza  sulle  donne   https://ovd.unimi.it/profilo/prof-ssa-marilisa-damico/

4.6.24

Come capire se un numero è di un call center o spam senza app antispam oltre la ricerca del numero su Internet

 

leggi anche

oltre  i sistemi    citati   nell post  precedente  ( vei url  sopra  )    e  eventualmente  il registro 
dell'opposizione    un altro modo di    difendersi    dallo spam  è come capire se un numero è di un call center o spam   senza   app con la ricerca del numero su Internet .
Un metodo semplice ma efficace è ricercare il numero su internet. Spesso, se il numero appartiene a un call center, si troveranno recensioni o segnalazioni in forum o siti dedicati. Questo metodo può fornire rapidamente una conferma dell’origine del numero.La ricerca del numero su internet rappresenta uno dei metodi più immediati e accessibili per verificare se un numero telefonico appartiene a un call center. Questo approccio sfrutta la vastità delle informazioni disponibili online per offrire una rapida identificazione del chiamante. Vediamo come ottimizzare questa ricerca per ottenere risultati affidabili.
Come Funziona la Ricerca
Digitare il numero di telefono nella barra di ricerca di un motore di ricerca (come Google, Bing o DuckDuckGo) è il primo passo. È consigliabile inserire il numero in diverse formattazioni (ad esempio, con o senza il prefisso internazionale, separando i numeri con spazi o trattini) per aumentare le possibilità di trovare corrispondenze precise.La ricerca restituirà spesso link a siti web specializzati in cui gli utenti segnalano e discutono numeri di telefono associati a truffe, telemarketing o call center. Siti come WhoCallsMe, Tellows, e Should I Answer? sono esempi di risorse dove gli utenti possono lasciare commenti e valutazioni su numeri specifici, offrendo una panoramica dell’esperienza di altri utenti con quel numero.I social media e le directory online possono essere altrettanto utili nella ricerca. Numeri di telefono associati a imprese legittime sono spesso elencati sui loro profili social o pagine di contatto. Questo può aiutare a distinguere tra chiamate da call center e quelle da aziende con cui si ha già una
relazione.
Come capire se un numero è di un call center facendo attenzione alle false segnalazioni
È importante approcciare le informazioni trovate con un certo grado di scetticismo. Non tutte le segnalazioni o i commenti potrebbero essere accurati o aggiornati. In alcuni casi, numeri precedentemente utilizzati da call center potrebbero essere stati successivamente assegnati a utenti privati o aziende legittime. Durante la ricerca, è fondamentale anche considerare la propria privacy e sicurezza online. Evitare di inserire numeri di telefono in siti web poco affidabili che potrebbero raccogliere dati personali per scopi illeciti.La ricerca del numero su internet è uno strumento prezioso per chiunque desideri identificare rapidamente la fonte di una chiamata sospetta. Con l’uso di motori di ricerca, siti web dedicati, e piattaforme social, è possibile ottenere una buona indicazione sull’origine di un numero. Tuttavia, è essenziale utilizzare queste informazioni con discernimento, tenendo sempre in considerazione la possibilità di errori o informazioni obsolete.
Oppure    c'è  il fai da te 
 Quando riceviamo una chiamata da un numero sconosciuto, è naturale chiedersi chi possa essere dall’altra parte della linea. Identificare se si tratta di un call center può essere più semplice di quanto si pensi, prestando attenzione a determinati indizi durante la chiamata. Questi segnali possono aiutarci a capire rapidamente la natura della chiamata, permettendoci di agire di conseguenza. La tecnica  che  uso io   , per  provare  a distinguere  le  chiamate spam da   chiamate  di lavoro  è quella  di lasciarli squillare   se  vedo   che  richiamano o con lo stesso  n   o  un numero diverso è spam  perchè  prima quando richiamavo mi dicevo che il n    non è  abilitato al  traffico entrante   idem per  sms  .  Oltre quello    suggerito prima    un numero spam o sospetto tale    è   visto  che  prendono  (  ecco perchè quando si cambia  n  è semrpe  meglio  fare la portabilità  del  vecchio  )      usano  un trucchetto legale   cioè aspettano due mesi  o   che  ill n non più reclamato     dall'utente   per  cambio  o per   chìusura  senza portabilità   della  scheda precedente  e  usano come  n    insiuenme  ad  i  nomi identificativi     che  il proprietario precedente  ha  usato per  chiamare  la  sua  scheda   .Durante la chiamata, ci sono alcuni indizi che possono suggerire l’origine da call center. Ad esempio, un ritardo nell’inizio della conversazione dopo aver risposto o la presenza di rumore di fondo tipico di un ambiente di call center. Inoltre, se l’interlocutore , quando non parte  un nastro registrato  , segue uno script o fa domande generiche, è probabile che si tratti di una chiamata da call center.


1. Ritardo nella Risposta
Uno degli indizi più evidenti è un ritardo nell’inizio della conversazione dopo aver risposto. Questo accade perché molti call center utilizzano sistemi di dialing automatici che chiamano diversi numeri contemporaneamente. Il primo che risponde viene collegato all’operatore disponibile, causando così un breve ritardo. Se notate un silenzio insolito prima che qualcuno inizi a parlare, potrebbe essere un segnale.
2. Rumore di Fondo
Prestare attenzione al rumore di fondo può offrire ulteriori indizi. I call center sono ambienti rumorosi, pieni di persone che parlano al telefono. Se durante la chiamata sentite voci indistinte o un costante brusio di sottofondo,  e non risponde  nessuno\a  e  parte un nastro registrato  è probabile che la chiamata provenga da un ambiente di call center.
3. Uso di uno Script
Gli operatori di call center sono spesso formati per seguire script dettagliati durante le loro chiamate. Se l’interlocutore sembra leggere da uno script, facendo pause innaturali o ripetendo le stesse frasi in modo meccanico, è probabile che si tratti di una chiamata da call center. Questo approccio aiuta a mantenere la coerenza e l’efficienza, ma rende anche le conversazioni meno personali.
4. Domande Generiche
Le chiamate da call center iniziano spesso con domande generiche volte a catturare l’interesse o a verificare l’identità del destinatario. Frasi come “Sto parlando con il proprietario della casa?” o “Lei è interessato a risparmiare sulla bolletta energetica?” sono comuni. Queste domande servono a ingaggiare il destinatario prima di procedere con il vero scopo della chiamata.
5. Richieste di Conferma dei Dati Personali
Se l’interlocutore chiede immediatamente di confermare dati personali o informazioni sensibili, è un forte indicatore che la chiamata possa provenire da un call center. Sebbene alcune di queste chiamate possano essere legittime, è sempre meglio esercitare cautela e non fornire informazioni personali a meno che non siate certi dell’identità del chiamante.
Infatti   https://www.spiare.com/blog/come-capire-se-un-numero-e-spamne  aggiunge  altre 

  •   Numeri Sconosciuti o Stranamente Formattati: Uno dei primi indizi è ricevere chiamate da numeri che non riconosci, specialmente se presentano una formattazione insolita. Spesso, i truffatori utilizzano tecniche di ‘spoofing’ per mascherare il loro vero numero, facendolo apparire come se provenisse da una fonte legittima.
  • Frequenza delle Chiamate: Se ricevi chiamate ripetute dallo stesso numero, specialmente in orari insoliti, questo potrebbe essere un segnale di allarme. I truffatori spesso insistono, sperando di catturare la tua attenzione.
  • Messaggi Vaghi o Nessun Messaggio: Un altro segnale di allarme è quando il chiamante lascia messaggi vaghi o non lascia affatto un messaggio. Questo può essere un tentativo di indurti a richiamare, innescando potenzialmente costi nascosti o altre truffe.soprattutto  se  uusano la tecnica     linee all'estero  centrale    in italia  (     come li  numeri erotici  per  i   " pipparoli " cit  fantozzi   )   
  • Richieste di Informazioni Personali: Se il chiamante chiede informazioni personali, finanziarie o di sicurezza, è quasi certamente una chiamata spam. Le istituzioni legittime non chiederanno mai tali informazioni via telefono in modo non sollecitato.
  • Offerte Troppo Belle per Essere Vere: Sii sempre scettico nei confronti di offerte che sembrano troppo vantaggiose per essere reali. Questo include promesse di vincite a concorsi a cui non hai partecipato o offerte di prodotti a prezzi incredibilmente bassi.
  • Pressione per Agire Immediatamente: Un tattica comune usata dai truffatori è creare un senso di urgenza, insistendo che devi agire immediatamente. Questo può essere un tentativo di farti prendere decisioni affrettate senza il tempo di riflettere o verificare la legittimità della chiamata  e della  pposta  .
  • Qualità della Linea Telefonica: A volte, la qualità della chiamata può essere un indizio. Le chiamate spam possono provenire da lontano e presentare ritardi, echi o rumori di fondo insoliti.
  • Tecniche di Manipolazione Psicologica: I truffatori spesso usano tecniche di manipolazione, come lusinghe o intimidazioni, per ottenere ciò che vogliono. Essere consapevoli di queste tattiche può aiutarti a rimanere vigile e a non cadere nelle loro trappole.


ecco  per concludere    che riconoscere questi indizi durante una chiamata può aiutarvi a identificare rapidamente se state parlando con un call center. Questa consapevolezza vi permetterà di gestire meglio la situazione, decidendo se continuare la conversazione o terminare la chiamata,  oppure    non rispondere  affatto 
Ricordate, la cautela è sempre la migliore politica quando si tratta di gestire chiamate da numeri sconosciuti.Identificare se un numero appartiene a un call center è diventato essenziale per proteggere la propria privacy e ridurre le interruzioni indesiderate. Utilizzando metodi come il riconoscimento dei pattern dei numeri, l’uso di app e servizi online, la ricerca su internet e l’ascolto attento durante la chiamata, è possibile distinguere con maggiore sicurezza le chiamate legittime da quelle di call center. Ricordate, tuttavia, che la vigilanza e l’uso di strumenti affidabili sono fondamentali in questo processo.Attraverso l’ottimizzazione di questo articolo, miriamo  a raggiungere coloro che cercano soluzioni a questo problema comune, fornendo loro informazioni utili e pratiche per navigare nel mondo delle chiamate indesiderate.

3.10.23

diario di bordo n°13 anno I . l'abbracio dei motociclisti all'amico malato di leucemia ., ’ultima moda per disintossicarsi dai social Il logo della app Il logo della app Successo della app Freedom che permette di bloccare l’accesso alle piattaforme più viste ., Sesso non protetto tra i giovanissimi: perché c'è bisogno di educazione sessuale



premetto che nn sono amante delle moto e dei raduni ed credevo che i centauri fosse solo gente che crea disturbo alla quiete pubblica . Ma poi vedeno i due film Easy Rider - Libertà e paura (Easy Rider) film del 1969 diretto e interpretato da Dennis Hopper (Billy); ed il prequel Easy Rider: The Ride Back. 2012 ho cambiato in parte idea e quest'articolo conferma la mia visione attuale






--------------
esercitare la forza doi volonta no ? oppure mettere un blocco alle notifiche nelle impostazioni del cellulare invece di decidere che siuano gli altri , in questoi caso un app a decidere per noi e dipendere da loro ?

da Repubblica 3\10\2023

                                                 di Enrico Franceschini
Cresce il numero di chi sceglie la “modalità da monaco”: l’ultima moda per disintossicarsi dai social Il logo della app Il logo della app Successo della app Freedom che permette di bloccare l’accesso alle piattaforme più viste per concentrarsi su una cosa sola, resistere alle distrazioni digitali e aumentare la produttività





                                         Il logo della app


Londra
In gergo la chiamano “modalità da monaco”. Non consiste nel decidere di andare a vivere in un convento, bensì punta a limitare le distrazioni digitali per concentrarsi su una cosa sola: il lavoro o lo studio, per esempio. Il paradosso è che lo strumento per compiere questa scelta radicale si trova anch’esso sul web: è una app chiamata Freedom (Libertà), che ha visto crescere i suoi utenti del 50 per cento nel 2020 e da allora ha continuato ad espandersi fino ad averne oggi 2 milioni e mezzo a livello globale. L’applicazione in questione permette di bloccare sul proprio telefonino l’accesso ai social media, a specifici siti o completamente a internet. Si può decidere il numero di ore o minuti in cui deve durare il blocco, è possibile cambiare idea e cancellare anticipatamente il blocco e lo si può anche “sigillare”, in modo che non possa essere sbloccato per nessuna ragione fino all’orario e al giorno stabilito. Varie app analoghe, come ColdTurkey, FocusMe e Forest, hanno registrato un incremento di utenti analogo negli ultimi anni. Segnalando il fenomeno in un servizio, la Bbc cita il caso di Susie Alegre, un’avvocata dei diritti umani e scrittrice basata a Londra, che blocca il proprio accesso al web quando ha bisogno di maggiore concentrazione. “Penso che sia estremamente difficile resistere da soli alla tentazione di controllare i social mentre si lavora”, dice Alegre. “Uso la app Freedom quando voglio poter essere contatta telefonicamente ma non voglio altre distrazioni”. E il sistema ha funzionato, permettendole di completare senza ritardi il libro che stava scrivendo proprio sull’argomento, intitolato Freedom to think (Libertà di pensare). Non è la prima a sostenere che i social creano dipendenza. Ogni volta che sul cellulare arriva il suono di una notifica, che si tratti di Facebook, Instagram, X (l’ex-Twitter), oppure di un messaggio su WhatsApp o Messenger, o anche soltanto una email, la spinta ad andare subito a leggere di che si tratta è irresistibile, affermano gli esperti in scienze comportamentali. “I social media assumono i migliori scienziati per rendere il proprio uso più stimolante, non è giusto aspettarsi che un individuo riesca a prendere le distanze da sola”, commenta Fred Stutzman, fondatore della app Freedom. Sempre più gente ricorre perciò alle app che aiutano a resistere alle distrazioni digitali, scegliendo per qualche ora o per qualche giorno la “modalità da monaco”, come testimonia la crescente diffusione del termine. Negli ultimi tempi, infatti, l’hashtag #monkmode è diventato virale, con 77 milioni di visualizzazioni in tutto il mondo rispetto a 31 milioni nello scorso mese di maggio. Un altro paradosso è che, come la app per bloccare l’accesso a internet, anche questo dato proviene dal web.

-----------------





Esiste una challenge tra i giovanissimi: si chiama sex roulette e consiste nell'avere rapporti sessuali non protetti, provando a
non incappare in una gravidanza. Questa sfida estremizza una tendenza che esiste da sempre, e non solo tra i giovanissimi, vale a dire il sesso senza protezioni.

Perché avviene questo? Sono davvero giovani “senza sale in zucca”, come commentano molte persone sui social sotto le notizie, oppure questo non fa altro che evidenziare il bisogno di un’educazione sessuale strutturata?
Quanto ne sanno i giovani in termini di contraccezione?
Per rispondere a questa domanda partiamo da alcuni dati, perché non basta parlare per sentito dire, ma bisogna basarsi sulle evidenze.
Lo scorso anno Durex ha presentato il suo annuale osservatorio “Giovani e Sessualità”, in collaborazione con Skuola.net, basato sui dati del 2021. Grazie a questo studio, svolto su un campione di circa 15000 ragazzi tra gli 11 e i 24 anni, possiamo avere uno spaccato su come vivono i giovanissimi il sesso.
Partiamo dal primo dato interessante: il 51% del campione NON è solito usare il preservativo durante i rapporti. Ciò che colpisce è un aumento rispetto al 2018, anno durante il quale era il 43% a non utilizzarlo.
Ma quindi, come mai i giovani non utilizzano il preservativo  e mettono in atto tali comportamenti poco
consapevoli?
Sempre secondo lo studio di Durex, questo è dovuto a uno scarso confronto e dialogo sul tema. Il 54% dei giovani, infatti, dichiara di non riuscire a parlare di prevenzione con la propria famiglia, perché si sente a disagio.
Le informazioni vengono ricercate dal 50% delle persone su internet, mentre il restante non ne parla con nessuno o si confronta semplicemente con gli amici.
Così facendo, chiaramente, le informazioni sono parziali e spesso errate, perché basate su fonti non autorevoli e non controllate.
Siamo proprio sicuri, quindi, che di fronte a notizie come quella dalla quale siamo partiti, ha senso ridurre il tutto alla “stupidità” dei giovani? Io credo di no e credo ci sia bisogno di pensare a una soluzione, affinché quel numero non si alzi ancora di più.
Come informare i giovani sul sesso protetto? Il mezzo migliore, in ogni ambito, per fare informazione è il dialogo. Il dialogo aperto e costruttivo su un tema. Un dialogo che fornisca strumenti e consapevolezza.
Tale tipologia di dialogo si può ritrovare nell’educazione sessuale  volta a promuovere il benessere sessuale.
L’educazione sessuale è un diritto degli individui, come afferma la WAS (World Association for Sexual Health). “Ogni  individuo ha il diritto all’istruzione e il diritto a una educazione sessuale completa. L’educazione sessuale deve essere appropriata all’età, scientificamente accurata, culturalmente adeguata e basata sui diritti umani, sull’uguaglianza di genere e su un approccio positivo alla sessualità e al piacere.”
Ed è proprio per questo che l’Unesco ha inserito l’educazione sessuale negli obiettivi dell’agenda 2030  per l’educazione globale, producendo una guida a riguardo.
Cosa vuol dire fare educazione sessuale?
L'educazione sessuale è uno strumento che guida le persone nel mondo della sessualità. Un mondo che non è fatto solo di rapporti sessuali, ma che è decisamente più ampio. Infatti, la salute sessuale impatta sulla salute generale dell’individuo, perché tocca aree diverse quali l’individualità, le relazioni, le emozioni e non solo. Ed è proprio per questo che va promossa e non dimenticata.
Fare educazione sessuale non significa semplicemente educare alla contraccezione e ai rischi, ma significa, adattando i temi alle diverse fasce d’età, educare le persone alle emozioni, alle relazioni, al rispetto, al consenso, al piacere, alla comprensione delle diverse forme di espressione della sessualità e ai diritti.  L’educazione sessuale, quindi, fornisce gli strumenti per essere più consapevoli e per compiere le proprie scelte responsabilmente e in autonomia.
Chi si deve occupare di fornire un'adeguata educazione sessuale? L’educazione sessuale non è compito semplicemente della famiglia, anzi. Molto spesso le famiglie non hanno le conoscenze e gli strumenti per guidare i figli nel mondo della sessualità. Spesso accade che i ragazzi cerchino risposte da parte dei loro genitori e trovino imbarazzo e silenzio. E questo, per tornare da dove siamo partiti, non fa altro che produrre un effetto negativo sulla sessualità.
Uno degli obiettivi è anche quello di educare le famiglie a fornire un supporto informato e non giudicante. Perché l’educazione che deriva dalle famiglie e dai pari è un elemento importante e utile per i giovani, purché non assuma le caratteristiche di cui sopra.
Ecco che, a fianco delle fonti informali, si rende necessario un intervento strutturato e formale, come quello fornito dai professionisti che si occupano di educazione sessuale.
L’educazione sessuale aumenta l’attività sessuale e i comportamenti a rischio: ma è vero? Spesso, l'educazione sessuale viene ostacolata a causa di una mentalità retrograda secondo cui, questa pratica, aumenterebbe l'attività sessuale e i comportamenti a rischio. Tuttavia, gli studi in materia, così come riassunti nella guida UNESCO, dimostrano il contrario, vale a dire che l’educazione sessuale permette di adottare comportamenti più responsabili. La negazione dell’educazione sessuale e la censura, invece, falliscono nel loro intento di prevenire i comportamenti a rischio.
Come siamo messi in Italia in quanto a educazione sessuale? Come sottolineato di recente al convegno nazionale di AIED (Associazione Italiana Educazione Demografica), l’Italia è una delle pochissime nazioni in Europa a essere priva di programmi curricolari sulla sessualità.
Attualmente esistono dei corsi proposti da associazioni o da liberi professionisti, ma sono sporadici e mai prioritari per gli istituti. Alcune scuole ne promuovono di più e prevedono fondi specifici per tali interventi, altre, invece, si rifiutano. Dipende, quindi, da quale scuola frequenti e cosa decide di approvare. Va a fortuna, quindi. Decide la sorte chi parteciperà a challenge come quella dalla quale siamo partiti.
Ecco che, quindi, lasciare al caso un intervento così importante per la salute delle persone non è più pensabile e nel 2023 è giunto il momento di darle la giusta importanza. E a sostenerlo ci sono i dati scientifici e le linee guida di OMS, ONU, UNESCO e WAS.




------













24.9.23

Viola Ardone: "Vi racconto le mie "matte" e i miei studenti, che grande meraviglia"

È il diario poetico di una quindicenne nata e rimasta chiusa in manicomio con la mamma (finita lì perché incinta e fedifraga), è la storia di un dottore basagliano in trincea in corsia e assente in famiglia.

 È "Grande meraviglia" (Einaudi), il nuovo romanzo di Viola Ardone: parla di donne e diritti negati, ieri e oggi, di paternità e figliolanza, ma anche di cura. Quella che la scrittrice professoressa, insegna latino e italiano in un liceo scientifico di Giugliano (Napoli), mette nei suoi romanzi e in aula, con i suoi studenti.
In dialogo con Giulia Santerini    che  troivate  qui Ardone spiega perché a 45 anni dalla legge Basaglia ha sentito il bisogno di scrivere questo libro e del disagio che avverte anche tra i più giovani. Ma ci dice anche di più sul suo modo di intendere e insegnare la scrittura, lavorare a contatto con le nuove generazioni in un'area non facile. Gli occhi accesi di passione, l'esperienza per ammettere che ogni bocciatura è un fallimento. Ma tutti, ci dice Viola, tutti noi oltre a medici e professori, dobbiamo imparare ad accettare di fallire.

1.9.23

Basta retorica sugli stupri di gruppo e sul femminicidio , guardiamo in faccia il nostro fallimento solo cosi posssiamo iniziare a fare prevenzione

dopo il post  : <<  il problema degli stupri  specie  quelli condotti da minorenni  non va   affrontato di pancia  di  Gennaro Pagano  >>  su come fare risolvere   ed  asffrontare  il problema  degli stupri e  della  violenza  di genere , ecco da http://www.huffingtonpost.it/ un  articolo -a Storia di Antonella Boralevi

Ansa© Fornito da HuffPost Italia





Forse[  è  già arrivata  corsivo  mio   ] sta arrivando una valanga. Forse questa valanga ci  [ ha  sommerso sempre  aggiunta mia   ] sommergerà. Di certo, ci cambierà [  speriamo ]. Il coraggio della ragazza di Palermo, che ha denunciato, a rischio della vita, i 7 maschi che l’hanno stuprata, ha aperto un buco nell’omertà che circonda l’orrendo reato di usare la donna come un pezzo di carne. Ogni giorno, o quasi, la cronaca racconta nuovi casi, nuove coraggiose denunce. Il gruppo dei maschi che cattura la preda, e la usa come sfogatoio bestiale. Parole dure, parole di cui mi scuso. Ma credo che le parole siano pietre. Vanno pronunciate. Anche se sono pugni.
È in atto una guerra dei maschi (alcuni, ma troppi) contro le donne. Il padre di Saman che la fa uccidere perché vuole essere libera. Il barman che avvelena col veleno per topi la compagna incinta, e siccome non funziona rapidamente come dovrebbe, la accoltella, sventrandola. Insieme al loro bambino. I bravi ragazzi di buona famiglia che scelgono la preda in discoteca e ne fanno carne da macello. La Terrazza Sentimento dove le urla della ragazza violentata per due giorni di fila, sono presidiate da guardie del corpo dietro una porta imbottita, in una stanza piena di telecamere. Quando non si prevede l’omicidio, si fa un video. E il video diventa virale in rete.

Primo fatto: chi cerca e guarda e diffonde un video di uno stupro a mio parere deve essere chiamato a correo e incriminato.

Secondo fatto: finora, evidentemente, non ha funzionato nulla degli apparati che abbiamo messo in atto, noi “buoni”, per proteggere le vittime ed educare gli aguzzini. Forse bisognerà chiederci se quello che da anni ci raccontiamo: “Serve l’educazione sentimentale nelle scuole” sia una favoletta rassicurante? L’educazione sentimentale a scuola c’è già. Da un secolo. Si fa senza psicologi, bensì con gli insegnanti. Che sono, quelli veri, educatori. La letteratura e la storia, persino la biologia e la chimica, sono “educazione sentimentale”. La Monaca di Monza e il “Buio oltre la siepe”, Eurialo e Niso e “Se questo è un uomo”. Il testosterone e la gravidanza. Credo che delegare, a uno specialista psicologo, il ruolo che fonda la qualità dell’insegnante sia mettere la testa sotto la sabbia.

Terzo fatto: i ragazzi hanno da anni scelto un unico punto di riferimento. Non i genitori, ma il gruppo. Ogni gruppo ha un leader, la sua autorità è inappellabile. Il leader agisce tramite i suoi devoti, e si assegna il ruolo di regista. Dell’agguato e del video che lo documenta. In modo che diventi una medaglia dell’orrore, dove l’orrore diventa vanto e onore.

Questi sono i fatti, secondo me. Brutali, insostenibili. Ma non è una ragione valida per continuare a raccontarci favole. Bisogna guardare il nostro fallimento negli occhi.


ed  attuare  una  politica  una  guerriglia  contro culturale  perchè  di  combattere  ed  contrastare  tale  cultura  tossica  si tratta     

26.6.22

Tre anni fa salvarono il compagno, crollato durante l'allenamento di basket per un arresto cardiaco: decisive le mosse di primo soccorso imparate durante il corso blsd. Oggi per sensibilizzare sull'utilità dei corsi girano le regioni del Nord

 da  repubblica  

"Giriamo l'Italia su una Fiat 127 per raccontare come si salva una vita"



ROMA — Carlo è crollato a terra durante l'allenamento di basket. All'improvviso. Un compagno di squadra lo ha salvato: due settimane prima aveva seguito uno di quei corsi che si dovevano fare per forza, per avere l'autorizzazione a giocare le partite di campionato. Che noia le lezioni, ma alla fine è risultato decisivo. Carlo è vivo, dopo un intervento d'urgenza, e a luglio, per una settimana, girerà il Nord Italia con tre amici a bordo di una Fiat 127 del 1982 e tre motorini 50 degli Anni 90. Un modo simpatico per far capire l'importanza vitale dei corsi Blsd, la sigla sta per Basic life support-early defibrillation, le prime manovre da seguire quando una persona viene colpita da arresto cardiaco. Quelle fatte da Andrea, che hanno salvato l'amico. "Siete stati bravi", aveva detto un'infermiera alle tre e mezzo, nel freddo di una notte di fine ottobre del 2019, alla squadra che fuori dall'ospedale aspettava notizie. "Vogliamo raccogliere fondi per pagare a tutti i giocatori di basket di Pordenone corsi Blsd - spiega Fabio Pessotto, insegnante di 38 anni ed ex presidente di YouBasket, squadra cancellata dalla pandemia - e sensibilizzare la Federazione. Il sogno è che la Fip paghi il corso a tutti i tesserati. Per chi vuole aiutarci, abbiamo aperto un crowdfunding".

Tour del Nord Italia per spiegare l'importanza dei corsi Blsd

Partenza da Pordenone, poi Bologna, il livornese, Lerici, la provincia di Piacenza e ritorno a casa. Ma il viaggio tra i campetti di pallacanestro potrebbe cambiare. "Siamo emozionati e felici per la reazione del mondo del basket - racconta Pessotto -. Da quando la nostra idea è stata lanciata sulla pagina Facebook 'La Giornata Tipo' abbiamo ricevuto centinaia di messaggi. Ancora devo leggerne buona parte. Società, avversari, appassionati: c'è chi ci ha offerto posti per dormire, birre, pranzi. Qualcuno ci vorrebbe sfidare, ma siamo arrugginiti perché non giochiamo da tempo".

Pronti per la partenza col cognome e numero di Carlo Sist sulle maglie
Pronti per la partenza col cognome e numero di Carlo Sist sulle maglie 

Il malore di Carlo Sist e le mosse che gli hanno salvato la vita

La storia di Carlo Sist, 26 anni, operaio e giocatore amatoriale di pallacanestro, non può lasciare indifferenti. Perché può capitare a chiunque, in qualsiasi momento. Il 28 ottobre 2019 la YouBasket, che l'anno prima aveva dominato il campionato di prima Divisione con 18 vittorie e nessuna sconfitta, ha iniziato l'allenamento da poco. Carlo all'improvviso crolla al suolo, arresto cardiaco. Andrea Colussi, impiegato di 38 anni, che da pochi giorni ha concluso il corso Blsd, con lucidità esegue le prime manovre di soccorso. Nel frattempo i compagni di squadra liberano l'uscita della palestra per permettere all'ambulanza, che arriva in 4 minuti, di intervenire. L'ha chiamata il coach, Stefano Misuraca, con una telefonata usata oggi dalla Regione Friuli Venezia-Giulia come modello durante i corsi di primo soccorso. Senza farsi la doccia, tutti corrono all'ospedale di Pordenone dove Carlo viene operato d'urgenza: ha bisogno di un defibrillatore sottocutaneo. Fuori dalla Cardiochirurgia ci sono anche i suoi genitori, sotto shock. "Colussi era a pezzi - racconta Pessotto - temeva di aver sbagliato qualcosa e di aver fatto qualche danno irreparabile. Invece è stato bravissimo: Carlo non ha subito traumi e oggi deve rinunciare solo all'attività agonistica. Io, da presidente, mi stavo disperando anche per la mia posizione: Carlo, dopo aver ricevuto l'idoneità medica, aveva firmato il tesseramento proprio quella sera, prima dell'allenamento. Ma non si sa mai, il responsabile ero io e ho vissuto ore angoscianti".

Il viaggio a bordo di una Fiat 127 del 1982 e di tre scooter 50cc degli Anni 90. Carlo Sist &egrave; il primo da sinistra
Il viaggio a bordo di una Fiat 127 del 1982 e di tre scooter 50cc degli Anni 90. Carlo Sist è il primo da sinistra 

Il secondo compleanno di Carlo

Carlo ce l'ha fatta, il 28 ottobre è il suo secondo compleanno, quello della rinascita. Durante l'ultima festa, l'anno scorso, è nata l'idea del viaggio. "Ci ha dato la scossa - scherzano gli amici sul defibrillatore sottocutaneo dopo la paura passata - . Vogliamo dimostrare che anche le persone normali come noi, se si impegnano, possono fare una cosa utile per tutti. Speriamo che i protagonisti dello sport italiano ci diano una mano mettendoci la faccia. Un giocatore di Serie A1, o magari Tamberi, chissà". Intanto Carlo è pronto a guidare la 127 con cui sei anni fa ha corso il Mongol Rally, perché con i motorini non ha gran feeling. Gli altri lo seguiranno in scooter: con lui Pessotto, Colussi e Giacomo De Chiara, 33 anni, giardiniere, altro compagno di squadra. In questo viaggio pieno di vita, quattro amici insegneranno sui parquet d'Italia come salvaguardarla.

10.6.21

Maria Grazia Carta, sopravvivendo al dolore che conosce solo una madre alla quale muore un figlio in un OMICIDIO STRADALE , è riuscita a rendere questa terribile esperienza sorgente di nuova vita. educando i bambini delle scuole all'educazione stradale

N.b
Per  chi leggesse   di questa  storia    può  o  andare  in archivio   visto    che ne   abbiamo  parlato  precedentemente  ma se   non avete  voglia  o tempo  trovate il racconto (  e non solo )   qui sotto in questo video   



oppure         qui     dalla  nuova Sardegna del  10\6\2021


N.b 2
le  foto   salvo la  1  centrale  presa dall'articolo sotto  citato   , aono prese dalla pagina  fb  di Maria Grazia 


Ora la madre Maria Grazia Carta, sopravvivendo al dolore che conosce solo un  familiare   alla quale muore un figlio, è riuscita a rendere questa terribile esperienza sorgente di nuova vita. Ed ha  incanalato il suo dolore  non nell'odio e nella vendetta (  e sta ancora lottando  visto che attende  la sentenza  , ormai  vicina    della cassazione  ,  vedere   secondo articolo sotto  )  ma in programmi  di prevenzione   nellle  scuole  .Infatti dopo la morte del figlio ha deciso di portare la sua esperienza nelle scuole. Parla ai ragazzi Maria Grazia, ai loro genitori, agli insegnanti e alle istituzioni che lei stessa giudica 
locandina  della  sua iniziativa  

giustamente   assenti.
E proprio nelle scuole, ai bambini e ai ragazzi che chiama “semi”, la signora Carta parla di sicurezza stradale, di rispetto della legge, di amore per la vita; lo fa per ricordare Davide e per evitare che ci siano altre famiglie colpite da tragedie come la sua .
 << [...]Sono sarda e come tale tenace e sin dall’inizio, dal momento in cui ho saputo che mio figlio è stato ammazzato, ho giurato che avrei fatto prima la battaglia giudiziaria e poi ho voluto fare qualcosa di buono per il futuro, per le giovani vite ma anche per chi è sordo e non vuole ascoltare.
Sto portando un messaggio all’interno delle scuole perché serva a scuotere le coscienze di tutte quelle istituzioni che non si fanno carico di quella che è la sicurezza stradale.
Oggi più che mai si muore sulle strade tra l’incuria istituzionale, ma io ho fatto un giuramento a Davide  perché quello che gli è successo non capitasse più.La vita è bella, è una sola e rivolgo un appello: non ammazzatevi e non ammazzate: salite in macchina consapevoli che anche un solo bicchiere di birra o di vino vi può togliere la lucidità >> ( da https://www.castedduonline.it/automobilista-educazione-stradale/ 


«Davide travolto da un ubriaco
ora insegno le regole ai bimbi»

di Silvia Sanna

SASSARI
In fila tra i percorsi tracciati nel cortile, attenti a rispettare la segnaletica e le distanze con le loro macchinine di cartone. Poi alla domanda "cosa si indossa appena si entra in auto?" rispondono in coro "il cervello", perché è la testa l'elemento più importante, ancora più della cintura di sicurezza. Hanno dai 3 ai 13 anni, sono gli scolari di un istituto comprensivo di Roma, quartiere Tor Bella Monaca:





 tutti gli alunni, dall'infanzia alla secondaria di primo grado, conoscono l'insegnante Maria Grazia Carta, maestra quest'anno della prima elementare. Nuorese di 59 anni, da 26 vive a Roma: è la mamma di Davide Marasco, investito e ucciso due anni fa - il 27 maggio del 2019 - da un automobilista ubriaco mentre in sella al suo scooter, di notte, andava a lavorare nel panificio. Da quando Davide non c'è più la mamma Maria Grazia non si è fermata nel portare avanti la sua duplice battaglia: ottenere giustizia per la morte del figlio

ed evitare altre croci come la sua. «Educare i bambini e gli adolescenti è fondamentale: imparano presto le regole e le insegnano ai genitori, agli adulti che usano l'auto ogni giorno - spiega Maria Grazia - e troppo spesso si dimenticano che al volante bisogna essere lucidi: niente distrazioni, come il telefono cellulare, e niente alcol. Se la persona che ha travolto Davide avesse usato la testa, mio figlio sarebbe ancora qui con noi, con la sua famiglia, con il suo bambino». E proprio ai bambini, "i semi" come li chiama Maria Grazia Carta, si rivolge la campagna di educazione stradale che tante scuole, sull'esempio di quella in cui lei insegna, vogliono inserire nel Ptof, il Piano triennale dell'offerta formativa. «Io ci sono, l'ho promesso il giorno in cui è morto mio figlio: voglio impegnarmi perché altre madri non debbano piangere come me».Lezione speciale. Il progetto si chiama "Una scuola sulla buona strada" e punta a diffondere «la cultura del rispetto e della legalità tra i bambini e i ragazzi - spiega Maria Grazia Carta - per veicolare il messaggio anche gli adulti. I piccoli sono gli automobilisti di domani e devono crescere con la consapevolezza che un'auto può trasformarsi in un'arma potenzialmente pericolosissima per se stessi e per gli altri. Abbiamo insegnato ai bambini che non ci si può mettere al volante dopo avere bevuto alcolici o assunto droghe, e che è vietato telefonare o mandare messaggi. Loro hanno capito e lo ricorderanno a qualche genitore distratto». L'iniziativa ideata da Maria
Grazia, presidente dell'associazione sportiva e culturale Davide Marasco, è stata accolta con entusiasmo dalla scuola in cui lei insegna, l'Istituto comprensivo Via Acquaroni, e tutti gli alunni hanno partecipato con elaborati e prove pratiche «sulla base delle diverse fasce d'età». Il 27 maggio, giorno del secondo anniversario dell'incidente in cui Davide perse la vita, i piccolini hanno letto i temi e i pensieri dedicati a lui e a tutte le vittime della strada, hanno piantato alberi, illustrato le regole imparate alla perfezione. «Sono stati bravissimi, alunni, colleghi e dirigenti hanno dimostrato da subito una sensibilità straordinaria. Avere loro accanto mi ha aiutato ad affrontare il momento più doloroso della mia vita, in cui mi sono sentita abbandonata dalle istituzioni. Invece la scuola è presente e dimostra ancora una volta di essere capace di grandi cose, arrivando a sensibilizzare su temi cruciali come la sicurezza stradale sui quali lo Stato invece è assente. Non c'è infatti alcuna campagna di educazione, non si fa abbastanza per fare capire che chi guida deve essere lucido, perché bere anche un solo bicchiere di birra può rivelarsi fatale».I testimonial. Accanto a Maria Grazia, in alcune iniziative nelle scuole, c'è Omar Bortolacelli: è anche lui una vittima della strada, sopravvissuto a un incidente che gli ha lasciato una infermità gravissima. Operatore del 118, aveva 27 anni quando l'ambulanza su cui viaggiava si schiantò: un colpo di sonno del collega alla guida e l'esistenza di Omar cambiò per sempre. «Gli avevano dato poche ore di vita - dice Maria Grazia - invece è sopravvissuto. Ha perso l'uso delle gambe ma nonostante questo non si è mai arreso: è diventato un campione di motociclismo, fa immersione subacque ed equitazione. E continua ad aiutare gli altri, come operatore del
118, sempre con il sorriso. Dice che lo sport lo ha salvato e per i ragazzi è un ottimo esempio di coraggio e determinazione. Sono fiera che mi accompagni in questo viaggio, perché so che Davide ne sarebbe felice».Il futuro. Maria Grazia Carta ha lasciato la Sardegna molti anni fa «ma l'isola resta casa mia, sono sarda e tenace come tutte le donne sarde. Non ci pieghiamo mai e andiamo avanti a testa alta, come diceva Grazia Deledda. Nuoro è la mia città, il luogo del cuore. Lì ho le amicizie più care e i ricordi più belli. Anche Davide, che era nato a Sassari, amava tanto Nuoro: era tifoso della Nuorese, la squadra gli ha dedicato gol e striscioni bellissimi. Saremmo tornati insieme d'estate. Invece ci andrò da sola o con gli altri miei figli. E mi piacerebbe ricordare Davide anche lì, portare la testimonianza di una madre che ha perso un figlio per colpa del comportamento insensato di un'altra persona: solo così riesco a dare un senso alla mia vita e ad aiutare altri a salvare la propria».

emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...