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7.3.23

«Caro Platone, noi donne non siamo mele dimezzate alla ricerca dell’altra metà» se devo essere una mela di Emma saponaro

colonna sonora del libro
 https://open.spotify.com/playlist/4gccjUuGjF82khbJ1QMAgI?si=03f11af0fc724c2e

per l'8 marzo vorrei parlare oltre che , vedere post precedente , delle storie ormai note ( non per questo poco importanti ) una lotta quotidiana. Contro stereotipi, aspettative e luoghi comuni che rafforzano il divario di
genere , di un  romanzo  che le  riassume  .  Esso    è  il   romanzo (  foto  a  destra  )  Se devo essere una mela  pubblicato da Les Flâneurs Edizioni, seconda prova di autrice di Emma SaponaroNel libro, in esergo, la dedica è « A chi ha sacrificato anni di vita per una cosa che credeva amore ». Un argomento difficile ma reso con estrema leggerezza e ironia dall’autrice, senza sottovalutare mai gli aspetti più complessi e duri.
 Può essere   definito  secondo  quest'articolo    di  Annalina Ferrante  per    settimanale https://left.it/  – a tutti gli effetti – un viaggio di formazione.
Quello di una giovane donna che si sveglia dall’incubo di un rapporto in crisi, di un amore forse ma esistito, che le impedisce di realizzarsi.  Infatti   Nella bella prefazione, Marina Pierri scrive che «nelle pieghe di un romanzo ricco di ironia… si annidano la fatica e la pena quotidiana di moltissime donne. … costrette in matrimoni fatti di rabbia, nervosismo e prepotenza, molte più sorelle di quante riusciremmo mai ad immaginare chiedono di essere viste».    

  concludo   il post  letterario      con   questa poedia  dell'untente  

Son Donna. Mi sento viva... Viva d'amore e di esistere per il nostro amore. Donna dannata donna giudicata e non mi far sentir troppo male per il nostro vivere magico che piano è scomparso.
Vivo l'attimo come fosse anni,
grido al mondo che credo solo a me essere unica cosa, scorrono di buon senso nell'anima il tuo pensiero e la tua parola... Ma non voglio che tu abbia voglia di me solo di comodo goloso. Va.. Ma non ti ho mai detto che non è stato possibile mandarti a fan culo al momento giusto, ora lo è.
Diritti Donatella@Camatta
Foto da web

8.3.22

8 marzo festa della donna o giornata internazionale della donna ?

 come    dice  questo  interessante articolo preso da https://inews.io/32377/

  

Foto di Ginevra Abeti


da 

      Giovanna Toma

L’8 marzo non è la “festa della donna”. Si chiama così solo in Italia. La Giornata internazionale della donna – questo il suo vero nome – è nata in ambito socialista ed è dedicata in origine alle battaglie di cui le donne furono protagoniste all’inizio del Novecento. Nel corso degli anni la festa della donna italiana è diventata una stucchevole liturgia a cadenza annuale in cui le donne vengono omaggiate con fiori e cioccolatini. Anche se spesso la chiamiamo Festa della Donna in realtà la ricorrenza non nasce come
una festa ma un’occasione di riflessione sulle questioni sociali che riguardano la parte femminile della popolazione. Come mai si celebra proprio l’otto marzo? La Giornata della Donna non è sempre stata la stessa negli anni. Nel 1908 tra le donne socialiste si iniziò a parlare dell’istituzione di un “Women’s Day“, per dare risonanza alle proprie
istanze. L’anno dopo gli Stati Uniti furono la prima nazione a celebrare una giornata dedicata alle donne per chiedere il diritto di voto. Ma in quell’occasione si scelse il 28 febbraio, non l’8 marzo. In Italia la giornata fu celebrata per la vita volta nel 1922, ma il 12 marzo. Dopo la seconda guerra mondiale fu l’Unione Donne libere italiane a organizzare la prima giornata della donna nell’Italia liberata, l’8 marzo 1945.


Il consiglio di iNews ed mio   dunque è quello di non limitarsi a regalare:  mimose o cioccolatini,  trucchi  ed  altre   amenità  varie   bensì di passare una giornata cercando di capire il significato più profondo di questo giorno

quindi  ma    quale  festa  


per  chi    non crede    faccia qualche  altra  iniziativa  laica  . ma  soprattutto evitiamo come      ogni anno    frasi  del genere  . 



Ha sollevato un vero e proprio polverone il tweet pubblicato dal giornalista e conduttore di Che tempo che fa Fabio Fazio che, in occasione della Giornata internazionale della donna, ha scritto: «Oggi è l’8 marzo, festa della donna. La donna è colei che dà la vita. La guerra è l’esatto contrario. Non si può non pensare a tutte le madri e le mogli straziate per il dolore di questa e di tutte le altre guerre».

Un post che ha provocato diverse reazioni. A partire da quella della scrittrice Giulia Blasi secondo cui «non è una festa, non siamo funzioni della vita degli uomini, e molte donne ucraine in questo momento sono al fronte come combattenti attive».

Per la giornalista Rula Jebreal, invece, «il miglior modo di celebrare le donne è l’inclusione. Serve che ogni giorno, non solo oggi siano coinvolte più giornaliste, inviate di guerre, analiste e attiviste… La parità va implementata, non elogiata»

«Ragazze, mi raccomando, o date la vita o niente – ha dichiarato invece l’artista Ella Marciello – O siete appendici e funzionali di qualche maschio o non siete donne. Madri e mogli. Questa retorica è pericolosissima per la sicurezza delle donne, riusciamo a mettercelo in testa?». «L’ 8 marzo non è una “festa” – ha concluso Beatrice Covassi, capo della rappresentanza in Italia della Commissione Europea – Considerare le donne solo come madri e mogli non fa giustizia a tutte noi né alle combattenti ucraine e a tutte le donne che nel mondo lottano per i diritti».




emergenza femminicidi non basta una legge che aumenti le pene ma serve una campaga educativa altrimenti è come svuotare il mare con un secchiello

Apro l'email  e tovo  queste  "lettere "   di  alcuni haters  \odiatori  ,  tralasciando  gli  insulti  e le  solite  litanie ...