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4.2.24

non sapevo che le poesie fossero anche filosofia .Quel che resta di niente di Cristian porcino

non pensavo che con la filosofia si potesse fare poesia   . Cristian Porcino  Ferrara   Attraverso ricercate metafore, Cristian A. Porcino Ferrara ci traghetta, come un navigato Caronte, attraverso i sentimenti umani. Anche in questo ventottesimo libro, nel viaggio tra le emozioni dell’anima ci accompagnano

musicisti come Mozart e Battiato, musa ispiratrice del nostro Autore, ma anche personaggi come Jung, Dante, Diogene, i Belletristi, la Bella e la Bestia, e figure come la madre dispensatrice d’amore, oppure la minuta nonna al balcone.In un altalenarsi di trepidazioni, smarrimenti, turbamenti, suggestioni, paure, amori, inquietudini, zone erogene ed ansie, Cristian A. Porcino Ferrara ci guida in questa danza Lakota che lo unisce – e ci unisce - al corpo pulsante da cui tutto ebbe origine.Infatti leggere  i cobntenuti  di  questo  libro  di  poesie  , anche per chi  ha letto i suoi preceentiu lavori e  lo segue  d'anni  ,  è come  immergersi  in un caledoscopio  di   : emozioni , umori  , odori    di un universo  variegato  e complesso . Infatti <<  [...]    Cristian.A. Porcino ferrara  non insegue certezze  ma   ci donna  piccole  chicche  brevi  perle di sagezza  che  descrivono , a volte   con  lucida  crudeltà e  disillusa  consapevolezza [...] (  introduzione  di  Stefano  Benaglia )   esplora  i  nostri stati  'animo   contradittori   che  coiascuno\a   di noi   prova o  ha  provato  nel corso   della vita  e nella  sua  opera  d'arte  . Infatti   tale  caratteristica   trova  conferma  nella  pregebvole e bellissima   nota  critica      della   poliedrica Barbara  Cavazzana   che  riporto  integralmente  sotto    e  vi consiglio  di leggere  







consiglio le poesie :

Io e io dove è riuscito a dare un senso positivo all'orgoglio
il patto violato dove ha ucciso il proprio grillo parlente o io interiore
arcipelaghi di nuvole dove sembra sia riuscito ad avarcare le porte della percezione
un magnifico niente dove mi sembra palese l'ispirazione a La storia infinita (titolo originale tedesco Die unendliche Geschichte) è un romanzo fantastico dello scrittore tedesco Michael Ende, pubblicatonel 1979 dalla Thienemann Verlag e ai primi due film (la storia infiita uno 1984 del produttore Bernd Eichinge con la sceneggiatura del regista Wolfgang Petersen una trasposizione della prima parte del romanzo — corrispondente al viaggio di Atreiu ., La storia infinita 2 1990, diretto da George Trumbull Miller) della triologia omonima

28.10.23

a volte basta poco per smettere di elucubrare inutilmente ( farsi le seghe mentali )

questa poeia suggeritami dal contatto Maria Patanè




Vivere significa scegliere.
Dovremmo fare come gli alberi.
Sfrondare, potare i rami secchi,
rinunciare alle zavorre
che ci appesantiscono
e non ci fanno crescere.
Solo così la linfa può salire,
restituirci nuovo entusiasmo,
nuova passione
nella corsa verso il cielo,
verso la luce.

Agostino Degas


Una risposta bellissima alla mia elucubruzazione / sega mentale : a che serve vivere se poi dobbiamo morire ?  

7.3.23

«Caro Platone, noi donne non siamo mele dimezzate alla ricerca dell’altra metà» se devo essere una mela di Emma saponaro

colonna sonora del libro
 https://open.spotify.com/playlist/4gccjUuGjF82khbJ1QMAgI?si=03f11af0fc724c2e

per l'8 marzo vorrei parlare oltre che , vedere post precedente , delle storie ormai note ( non per questo poco importanti ) una lotta quotidiana. Contro stereotipi, aspettative e luoghi comuni che rafforzano il divario di
genere , di un  romanzo  che le  riassume  .  Esso    è  il   romanzo (  foto  a  destra  )  Se devo essere una mela  pubblicato da Les Flâneurs Edizioni, seconda prova di autrice di Emma SaponaroNel libro, in esergo, la dedica è « A chi ha sacrificato anni di vita per una cosa che credeva amore ». Un argomento difficile ma reso con estrema leggerezza e ironia dall’autrice, senza sottovalutare mai gli aspetti più complessi e duri.
 Può essere   definito  secondo  quest'articolo    di  Annalina Ferrante  per    settimanale https://left.it/  – a tutti gli effetti – un viaggio di formazione.
Quello di una giovane donna che si sveglia dall’incubo di un rapporto in crisi, di un amore forse ma esistito, che le impedisce di realizzarsi.  Infatti   Nella bella prefazione, Marina Pierri scrive che «nelle pieghe di un romanzo ricco di ironia… si annidano la fatica e la pena quotidiana di moltissime donne. … costrette in matrimoni fatti di rabbia, nervosismo e prepotenza, molte più sorelle di quante riusciremmo mai ad immaginare chiedono di essere viste».    

  concludo   il post  letterario      con   questa poedia  dell'untente  

Son Donna. Mi sento viva... Viva d'amore e di esistere per il nostro amore. Donna dannata donna giudicata e non mi far sentir troppo male per il nostro vivere magico che piano è scomparso.
Vivo l'attimo come fosse anni,
grido al mondo che credo solo a me essere unica cosa, scorrono di buon senso nell'anima il tuo pensiero e la tua parola... Ma non voglio che tu abbia voglia di me solo di comodo goloso. Va.. Ma non ti ho mai detto che non è stato possibile mandarti a fan culo al momento giusto, ora lo è.
Diritti Donatella@Camatta
Foto da web

1.1.23

PABLO NERUDA Il primo giorno dell'anno




ringrazio l'amica  Maria Patanè  per  aver segnalato  nel suo post  d'auguri   questa     poesia    ,, 
 




 PABLO NERUDA Il primo giorno dell'anno

Lo distinguiamo dagli altri
come se fosse un cavallino
diverso da tutti i cavalli.
Gli adorniamo la fronte
con un nastro,
gli posiamo sul collo sonagli colorati,
e a mezzanotte
lo andiamo a ricevere
come se fosse
un esploratore che scende da una stella.
Come il pane assomiglia
al pane di ieri,
come un anello a tutti gli anelli...
La terra accoglierà questo giorno
dorato, grigio, celeste,
lo dispiegherà in colline
lo bagnerà con frecce
di trasparente pioggia
e poi lo avvolgerà
nell’ombra.
Eppure
piccola porta della speranza,
nuovo giorno dell’anno,
sebbene tu sia uguale agli altri
come i pani
a ogni altro pane,
ci prepariamo a viverti in altro modo,
ci prepariamo a mangiare, a fiorire,
a sperare...

16.12.22

Fumo di caffè. di donatella camatta

 


Fumo di caffè.
Stringo la tazza di caffè per poter sentire dentro fino alla viscere il calore e malumori.
Un groviglio di sentimenti, dobbiamo comprendere cosa desideriamo.

Un amore assoluto non può essere soffiato via come fumo di caffè al vento.
Avvolgo pensieri,
ricordi
cosa resta?
L'aroma del sentimento. come un buon caffè.









Diritti Donatella@Camatta Opera Pepe Lozano

2.5.21

LA VITA

 

il Mahtma Ghandi diceva "Vivi come  se dovessi morire domani - Impara come se dovessi vivere per sempre", ed io aggiungo, non sognare con gli occhi degli altri, non piangere per quello che ti sei lasciato alle spalle, vivi con fiducia il domani.  Questa poesia descrive quello che per me è la vita


LA VITA


Nella mia vita ho raccolto molto e molto ho dato, felicità, tristezza, sono dentro di noi ma abbiamo sempre bisogno di qualcuno che venga a ricordarcelo. La vita offre opportunità che vanno colte, gioie, delusioni e dolori. Occorre alzarsi una volta e poi un'altra, senza perdere la speranza. La vita offre sorrisi, fiori che sbocciano in un ramo, risate giocose di bambini, occasioni per amare ed essere amati. Cosa altro puoi chiedere senza avere il coraggio di osare?
 
Potrebbe essere un'immagine raffigurante fiore, natura e albero

29.4.21

cosa è il tempo ? una risposta sembra venire dalla poesia omonima di daniela bionda

A volte capita di bruciare gli stessi utenti e di emttere io anzichè loro ( se vogliono ovviamente ) i loro contenuti . Ed è i caso dell'amica utente Daniela di cui avete ed avrete modo di leggere sui scritti o qui su blog oppure se avete facebok sul suo account https://www.facebook.com/daniela.bionda.77

27.4.21

La natura ammantata di rosso poesia di Daniela Bionda

 Salve compagni di strada voglio parlarvi della Natura 

sono sempre stata affascinata dalla natura, una natura selvaggia, tra terra e cielo, pioggia e mare, tempeste, fiumi,  montagne e torrenti. Una natura fatta di fiori di campo e grida di uccelli, per questo ho scritto questa poesia che spero vi piaccia

buona lettura

La natura ammantata di rosso poesia di Daniela Bionda
 
Io sono la natura ammantata di rosso, che nutre la terra, fa crescere le messi, la frutta odorosa, l' erba ,
che nutre gli armenti. Io sono vento, che piega gli alberi, tempesta, pioggia battente che fa esondare fiumi e torrenti, che annaffia la terra, distrugge i raccolti. In una tavolozza di un pittore, sarei fatta di colori accesi, il rosso, il giallo, l'arancio, ma anche il marrone della terra, l'azzurro del cielo e del mare. Il grigio di un giorno di pioggia, il bianco candido della neve.
Io sono la ragazza vestita di rosso, seduta su un prato, che incrocia fili d' erba per farne corone, che osserva farfalle dalle ali lucenti. Odo un ronzio di api operose attorno ad un favo, cariche di polline, promessa di miele.
 
 Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona e attività all'aperto

25.4.21

Primavera

 

in sottofondo 
Antonio Vivaldi: La Primavera

Il 20 Marzo è arrivata la Primavera, ovvero questo è quello che risulta dal calendario, ma come prima si diceva "Non esistono più le mezze stagioni", oggi a causa dei cambiamenti climatici non c'è più una stagione che rispetti le sue caratteristiche e peculiarietà. Il caldo imperversa in zone che hanno sempre avuto lunghi inverni  e basse temperature, il freddo, invece imperversa in zone a clima temperato, per questo motivo, ho scritto una poesia sulla primavera, una primavera normale, di quelle di una volta. Una primavera calma e serena, una primavera di un piccolo paese che spero vi piaccia.

La primavera poesia di Daniela Bionda
 
 Potrebbe essere un'immagine raffigurante testo
Osserva la ragazza che cammina cantando, senti la sua passione che si trasforma in un inno di gioia, mentre accarezza le corde del suo violino per annunciare la primavera. Dentro uno spicchio di cielo piccole nubi, scrosci d' acqua sulla terra e sui prati. I giardini si vestono di mille colori. Uccelli che intrecciano in volo danze giocose, per poi posarsi sui teli stesi ad asciugare, sui rami degli alberi o sui fili dell' elettricità. Le donne affacciate alle finestre, colgono fiori dai loro balconi. Ogni giorno é diverso, eppure uguale. L'inverno uccide i colori. O amor dai sguardi indiscreti, lievi carezze, timidi baci. Il giorno avanza, il sole batte sui tavolini all'aperto di un bar, dove i ragazzi sorseggiano bevande ghiacciate, osservando la gente che passa con aria annoiata. È aria serena, è aria di paese. Bimbi bevono alle fontane, bagnandosi con i loro zampilli.
Aspetto la notte per dormire abbracciati sotto lenzuola che profumano di lavanda.
 

29.3.20

poesie al tempo del coronavirus - codiv19 INDICAZIONI STRADALI SPARSE PER TERRA di Nedzad Maksumic poeta bosniaco


 poichè  secondo alcuni   considerano  tale  situazione  come una   guerra   mi  è venuta   anzi ritornata   in mente    questa poesia  che  lessi  mi pare    come  introduzione  al   cd  musicale  materiale resistente   poi  diventato  un film   documentario   per  i  50  anni   della  resistenza     


di Nedzad Maksumic  poeta bosniaco e regista del Lik Teatar


INDICAZIONI STRADALI SPARSE PER TERRA




Era un anno fertile per il grano come mai in passato, era tutto in abbondanza...
Quelli che erano malati cronici e che tanto desideravano la morte, consegnarono finalmente con un sorriso l'anima a Dio.
Nei giorni dei grandi temporali il cielo era rosso. La pioggia portava con sé la polvere dei deserti d'oltre mare. I vecchi dissero: ci sarà la guerra! Nessuno prestò credito alle loro parole. E nessuno fece nulle. Giacché, cosa si poteva fare contro la profezia! solo cantammo per intere giornate, fino a restare senza voce, per poter consumare tutte le vecchie canzoni, perché non ne restasse nessuna che venisse sporcata nel tempo.

1. Quando intravedono il primo cadavere per la strada, le persone voltano la testa, vomitano e perdono i sensi. Senti il tremore per primo nelle ginocchia, poi ti manca l'aria, ti gira la testa. Sono di aiuto in questi casi l'acqua fredda, leggeri schiaffi. Se lo svenuto non rinviene, sdraialo sulla schiena e sollevagli le gambe in aria.
Se il cadavere di quel giorno era un suo parente o comunque un vicino, non permettergli di avvicinarsi e di guardarlo. Le ferite causate dalle granate sono in genere causa di un nuovo svenimento. E non si ha tanto tempo a disposizione. E' raccomandabile piangere, fa bene al cuore. Ma neppure per questo c'è tanto tempo a disposizione.

2. Se la città è in stato d'assedio, occorre mandare i più coraggiosi a tentare di portare i sacchi di plastica opachi per i cadaveri. Se questi non tornano, bisogna avvolgere i morti in lenzuoli bianchi. Non è raccomandabile seppellirli senza. Ciò fa diffondere il panico e la paura della morte diventa facilmente la paura di finire sepolti allo stesso modo.

3. La sepoltura si svolge di notte, per motivi di sicurezza. Perciò, prima della sepoltura, bisogna accertarsi per bene dell'identità del defunto. Nel caso di corpi dilaniati, bisogna stabilire con precisione i pezzi che appartengono a ciascun corpo. Se si verificano ugualmente degli errori, è meglio evitare di ammetterlo successivamente. Tanto per i morti è lo stesso. Se vicino alla persona che è stata sepolta, sul posto dell'uccisione, si trovano altre parti di corpo, e si è però già provveduto alla sepoltura, non bisogna gettare i resti nella spazzatura, poiché lì in genere si radunano i cani affamati.
La cosa migliore, se si ha tempo e voglia, è di raccogliere in un sacchetto tutto quello che è rimasto e di seppellirlo in superficie vicino alla tomba. Bisogna stare attenti che non se ne accorgano i familiari, perché loro concepiscono il cadavere come un tutt'uno e tale frammentazione rappresenterebbe per loro una ulteriore dolorosa frustrazione.

4. In guerra nessuno è matto. O almeno ciò non si può asserire nei confronti di nessuno. Molti di quelli che erano matti prima della guerra, in guerra si mettono in mostra molto bene. Come combattenti coraggiosi, convinti delle idee dei loro capi.

5. In guerra nessuno è intelligente. Non devi credere alla verità di nessuno. Le lunghe disquisizioni sull'insensatezza della guerra del professore di una volta, in un batter d'occhio si trasformano in un selvaggio grifo di guerra, appena egli viene a conoscenza del fatto che il suo bambino gli è morto per la strada.

6. Non ricordarti di nulla. Prova a dormire senza sonno. Devi ornarti di amuleti e abbi fede nel fatto che ti aiuteranno. Abbi fede in qualsiasi segno. Ascolta attentamente il tuo ventre. Agisci secondo le tue sensazioni. Se pensi che non bisogna camminare per quella strada, allora vai per un'altra.

7. Non avere paura di niente. La paura genera nuova paura. Ti blocca. Devi crede fermamente di essere stato prescelto a restare vivo.

8. Non lasciare lavori compiuti a metà. Salda i debiti. Devi essere pulito. Non fare nuove amicizie. Già con quelle vecchie avrai abbastanza preoccupazioni.

9. Proteggi i tuoi ricordi, le fotografie, le prove scritte del fatto che sei esistito. Se tutto brucia, se perdi tutto, se ti prendono tutto... dovrai dimostrare anche a te stesso che una volta eri.
Ammassa tutto nei sacchi di plastica, seppellisci nella terra, mura nelle pareti,, nascondi, e solo ai tuoi più cari svela la mappa per raggiungere il tesoro.

10. Non ti legare alle cose, alla terra, ai muri, alle case, ai gioielli, alle automobili, agli oggetti d'arte, alle biblioteche... Trasforma in denaro tutto ciò che ha ancora un prezzo. E tuttavia, non legarti in alcun modo al denaro. Appena puoi, scambialo con la tua libertà.

11. Adoperati per il bene delle persone. Sempre. Il più delle volte non lo meritano, ma tu fallo ugualmente. Non aspettarti alcuna riconoscenza. Non chiedere per chi fai il bene. Non legarti alle tue azioni.

12. Non dire ciò che pensi. Non essere così stupido a tal punto. Perché appena pensi non appartieni più a loro. Non tacere, perché non possano pensare che pensi a qualcosa. Parla, così, giusto per parlare.

13. Se ti imbatti nel pericolo, non essere coraggioso, anche spinto dalla disperazione. Tenta di sopravvivere. Fai tutto quanto è nelle tue possibilità. Soltanto devi stare attento a non mettere altri in pericolo con i tuoi tentativi. Finché non sei morto sei vivo. Sembra comprensibile. Non togliertelo mai dalla testa. Se devi sacrificarti, fallo per le persone cui vuoi bene, non farlo mai, in nessun modo, per delle idee. Il tuo sacrificio verrà giudicato dagli altri sempre in maniera scorretta, a seconda della loro coscienza e della loro prospettiva. Le idee passeranno, si rovineranno, diventeranno comiche. Se resti vivo, vedrai quanto sarà difficile continuare a credere in loro.

14. Non supplicare per nessun motivo. Non supplicare nessuno. Neanche se c'è di mezzo la vita. E' una questione di buon gusto. Pensa solo cosa vuol dire vivere sullo stesso pianeta con una persona che ti ha risparmiato la vita.


16. Non devi stupirti di nulla. Di ogni possibile prodigio. Non devi farti deprimere da nessuna cosa. Anche prima erano tutti fatti così, solo che le condizioni erano diverse da quelle di adesso. Questa è la prima occasione per mettersi alla prova. Così tanti sono delusi da sé stessi che in confronto la tua delusione è un nonnulla. Se qualcuno ti tradisce una volta, non lasciargli la possibilità di farlo un'altra volta.

17. Cerca di essere sempre prudente. Se hai bisogno di una buca in cui ripararti, scavatela da solo. Se qualcun altro lo fa per te, la buca potrebbe rivelarsi troppo piccola.
 18. Non hai il diritto di adirarti con nessuno. E tuttavia, non devi dimenticare nulla. Quando tutto è finito, decidi di cosa non vuoi più ricordarti. Se tutto è passato. Non dimenticare gli esami che alcuni non hanno superato.

19. E però, non fondarti su questo. Non aspettare l'occasione per poterti rivelare. La vendetta ti deve essere estranea. Una questione che appartiene ad altri. Se sopravvivi, vivi per te e per quelli che sono sopravvissuti insieme a te.

20. E ancora, non credere mai di essere il Signore della Verità. Nessuno lo è. A te è sembrato in questo modo. A un altro è sembrato diversamente. Mantieni per te il pezzetto della tua verità. Servirà soltanto a te. Rinuncia al diritto di scrivere al diritto dell'assedio. Non contrapporti ai nomi di quei morti che sono stati scelti come eroi. Non sperare di riuscire a mettere a posto qualcosa, neanche un'ingiustizia rimasta in sospeso. In quel momento, quando hai intravisto il primo cadavere sulla strada, la storia del dopoguerra era già scritta. Poi ci metteranno solo i nomi delle persone, delle città, delle montagne, i baluardi che si sono gloriosamente difesi e i baluardi che sono gloriosamente caduti. Non c'è posto qui per la tua verità.
Ora che sai tutto questo, prova a proteggere te stesso e forse a salvarti la testa. Se non ti riesce, almeno non ti annoierai.

traduzione a cura di Igor Pellicciari

6.8.19

la fine di tutti i guai spiegato da Sergio Cammariere

Cercando un incipit     a post  intervista      a Sergio Cammaniere    mi viene  da  canticchiare  La fine di tutti i guai  che  poi da  il titolo    al suo ultimo  album . Ora        lo  so che  m'ero  promesso    di non citarla    ,  non perchè non sia bella  sia    musicalmente     sia per  il  videoclip  un capolavoro di eleganza, semplicità e originalità ! , in quanto  troppo abusata  a  scapito  dele altre canzoni  in particolare  le mie preferite   : danzando   nel vento , io  so ,  se  conosci il blues  , il  tuo amico di sempre  (  di cui trovaste  sotto  il  video  ) 



Ecco che   finito  di  canticchiarla    ritrovo    l'email con le  sue  risposte    alle mie  domande  . E credo che   bastino    queste    per  il  post    senza  grandi ricami introduttivi . 

1)  parliamo del tuo ultimo disco "La fine di tutti i guai"   uscito lo scorso 10 maggio. Undici tracce che compongono un grande viaggio musicale nei generi e nelle citazioni come  fa  il  tuo  ultiumo  disco  "La fine di tutti i guai" ,  il decimo da cantautore, uscito lo scorso 10 maggio. Come  fa  Un disco un bellissimo  disco    di Undici tracce che compongono un grande viaggio musicale nei generi e nelle citazioni  ad essere  considerato un disco  d'amore     se   dal titolo e  dall'ascolto  del  singolo  fine dei  guai sembra  più  un cd  interiore ? La duttilità che caratterizza questo disco è la naturale evoluzione di alchimie consolidate, a partire dalla storica continuità collaborativa con  Roberto Kunstler, che ha scritto i testi, ma anche da una sapiente chiave strategica perfettamente in linea con i moderni temi dell'ecumenismo interculturale.

2) come sei riuscito a fare una riuscita svolta pop e black, senza tradire l’amato jazz che  ti  aveva   portato alla ribalta a Sanremo 2002 con l'indimenticabile brano Tutto quello che un uomo  ?

La fine di tutti I guai è il mio decimo album da cantautore, ma nel frattempo ho lavorato per il cinema ed il teatro, pubblicando una ventina di colonne sonore e abbracciando tutti i generi musicali. Questo nuovo disco è una sintesi di tutti quei contenuti musicali che appartengono al mio mondo. Ci troviamo le sonorità jazz, i ritmi e le contaminazioni latine, il blues, l’ immancabile 6/8 nel brano “Ma stanotte dimmi dove stai”, ma anche un po’ di country rock e soul. È un disco in qualche modo diverso dagli altri, ma che segue comunque un principio di continuità; alla base sono spinto sempre da una grande curiosità, dalla voglia di sorprendere attraverso gli arrangiamenti dei brani. L’aspirazione e le premesse sono le solite, tutto parte dalle mie composizioni pianistiche 

3) quale testo hai usato di “Io so”, un canto di gioia e di speranza dalle atmosfere pasoliniane, quello  che  avevi suonato nel 1997 al Premio Tenco,  di cui esisteva una versione da studio incisa da Roberto Kunstler ma con un altro testo o   una  nuova  versione  ?

 In tutti questi anni ci ha unito l’amore verso la poesia, oltre che la musica stessa. Insieme cerchiamo di creare delle canzoni che rimangano nel tempo, non pezzi destinati ad una sola stagione, bensì brani che ci auguriamo possano essere ricordati come quelli dei nostri grandi maestri e predecessori. È una nobile ambizione, con “Tutto quello che un uomo” ci siamo riusciti e a distanza di 16 anni dalla sua pubblicazione è uno dei brani più coverizzati in Italia, basta entrare su youtube e cliccare il titolo, vengono fuori migliaia di interpretazioni diverse, anche in altre lingue. Credo che lo scopo di ogni musicista sia proprio questo, fare in modo che le proprie opere siano fruite nello spazio e nel tempo, regalando a più persone possibili un momento di pace e di serenità. In questi anni, spinti dal desiderio che ci accomuna e innamorati dell’endecasillabo, dell’ottonario mascherato, dell’alessandrino, siamo stati molto attenti a non usare accenti errati, evitando le aporie. Trattandosi di musica sappiamo che ogni parola comunque è suono, quindi non ci accontentiamo più solamente di un bel testo, ma vogliamo che i testi delle canzoni suonino al massimo delle loro possibilità. Quando la parola deve stare dentro il periodo musicale, usiamo spesso formule certosine, trattasi di intarsi very e propri. Curiamo le bozze quotidianamente insieme ore e ore su skype cercando la giusta parola che deve entrare in quella specifica misura musicale. Una canzone comunque è fatta di melodia, armonia, tempo e parole. La melodia non è altro che un susseguirsi di note nel tempo una dopo l’altra o di alcune note concomitanti seguite da altre, mentre il tempo scorre. L’armonia è la veste complessiva ed è anche la griglia sulla quale ogni singola nota si appoggia, insieme alla melodia si muove la triade armonica, la prima la terza e la quinta…. L’armonia a volte può avere delle sostituzioni, come accade spesso nel jazz, aggiungendo nuovi accordi…. Le nostre canzoni sono concepite in modo da fornire a chi le risuona la possibilità di fare interventi che cambino l’armonia, il tempo, ma anche la struttura: l’inizio, il centro o la coda del pezzo. Nel ‘ 97 a Sanremo al premio Tenco cantai il brano “Io so”, ma se vai a confrontarlo con il testo che ho cantato ultimamente nell’album noterai che sono cambiate alcune rime e quasi tutte le chiusure delle quartine, è un brano sempre aperto, work in progress.

4) in una recente  intervista https://recensiamomusica.com  tu  hai detto  :  <<  (  ... )   Purtroppo la musica in Italia è finita da quando non ci sono più artisti come Lucio Dalla, Pino Daniele e Lucio Battisti. Nel mio piccolo, attraverso la mia musica, cerco di trasmettere riferimenti e valori a loro affini. >>quindi  vuol  dire  che   non c'è  ormai nessuno\a  che abbia raccolto l'eredità? oppure  qualcuno\a si trova  cercando fuori dai circuiti ufficiali  ?
  La canzone d’autore ormai si rivolge ad un pubblico di nicchia, così come il jazz o la musica classica. Quello che preoccupa sono le nuove mode e tendenze nella canzone pop italica, sempre più lontana dalla tradizione melodica, quella dei Tenco, Modugno, Guccini.

 5) Mi racconti la tua storia con Rino Gaetano?

Eravamo nella stessa casa discografica, la IT di Vincenzo Micocci ed ho scoperto di avere un legame di parentela con lui soltanto dopo la prematura scomparsa. Nella primavera del ‘96, ricordo quel pomeriggio come fosse ieri. Maria, la madre di Rino, mi contattò e mi disse che avrebbe voluto incontrarmi, ci vedemmo per un caffè e mi rivelò che io e Rino avevamo avuto lo stesso nonno, mio padre e lei erano fratello e sorella. Maria Gaetano era figlia illegittima di mio nonno Francesco, per via di quelle articolate vicende che spesso capitano nelle famiglie del sud quando sono troppo numerose. La prima cosa che ho pensato è stata: - allora è vero che la passione per la musica è nel sangue-, poi mi sono tornate in mente le sue canzoni e mi sono accorto di ricordarle ancora tutte, è stato un pomeriggio emozionante, abbiamo parlato di Rino, di quanto avrebbe ancora dato alla musica italiana se quell’alba maledetta non fosse andato incontro ad un destino beffardo. Certamente, lui è stato un precursore dei tempi, una voce fuori dal coro, realista e malinconico, al tempo stesso profondo e auto-ironico. Non per niente canzoni come Gianna o Ma il cielo è sempre più blù sono ancora nella memoria di tutti. Uno dei suoi mitici cilindri, quello con cui si presentò a Sanremo, mi è stata regalato da sua sorella Anna: avrà pensato che quella tuba con me sarebbe stata in cassaforte, ed infatti è così. Rino era un uomo che non cedeva a compromessi, ha scritto canzoni che ancora oggi sono attuali. Avrei voluto conoscerlo ed averlo come amico, per scrivere insieme, ridere e magari tornare ogni estate alla nostra terra e al nostro mare. Una cosa insieme alla fine però l’abbiamo fatta, esiste e si può facilmente trovare. Cercando sul canale Sky on demand il format “33giri master” viene fuori una puntata intitolata “Mio fratello è figlio unico” completamente dedicata all’album di Rino Gaetano. Nel filmato risuono con il mio piano questa canzone sulla voce indimenticabile di Rino.

6) Come si fa a mandare avanti il cantautorato italiano, con le case discografiche che invece spremono come un limone l’artista? Come contemperare questo sistema attuale

Ad un giovane aspirante cantautore potrei portare il mio esempio e dire che per raggiungere l’ obbiettivo si devono compiere sacrifici necessari, nel mio caso ho lasciato la mia terra e pian piano son riuscito a creare una certa indipendenza, non solo suonando ma anche facendo lavori più svariati: dall'aiuto orafo al runner per una agenzia di assicurazioni, dal pianista nei posti più strani al venditore di frutti di mare appena pescati. Fondamentale e, quindi determinante, è vivere alla giornata, senza rincorrere la notorietà, e poi fare la gavetta, quella che mi ha portato prima a suonare in tutti i locali, dalla Lombardia alla Calabria isole comprese, e dopo alla consacrazione. Il successo comunque e qualcosa che si costruisce nel tempo, con l’esperienza, ascoltando quelli più bravi, soprattutto la Musica dei grandi Maestri, con umiltà. 

8.6.19

Lu tempu

Oggi    sono molto malinconico     e lascio  le mie  emozioni  a questa  poesia  di   Gavino Pes (Don Baignu) (Tempio Pausania31 luglio 1724 – 24 ottobre 1795


Risultati immagini per tempo passato


                                                             Palchì no torri, di', tempu passatu?

Palchì no torri di', tempu paldutu?
Torra alta 'olta, torta a fatti meu,
tempu impultanti, tempu priziosu,
tempu, chi vali tantu cant'è Deu
par un cori ben fattu e viltuosu.
Troppu a distempu, tempu caro, arreu
a cunniscitti, oh pesu aguniosu!
Cantu utilosu mi saristi sta tu,
tempu, haènditi a tempu cunnisciutu!
Tempu, ch'in un cuntinu muimentu
poni tutta la to' stabbilitai,
chi la to' chietù, lu to' assentu
cunsisti in no istà chietu mai,
ritruzzedi pal me ch'era ditentu,
candu passesti, da un sonnu grai:
Ah! Si tuffai, tempu malgastatu,
chi bè, chi t'haarìa ripaltutu!
Tempu, chi sempri in ghjusta prupulzioni
di lu to' motu in ghjru andi a la sfera,
n'hagghj di me, ti precu, cumpassioni,
ritorrami a prinzipiu di carrera;
di l'anni mei l'ultima stasgioni
cunveltil'alta 'olta in primmaera.
L'esse lu ch'era a me sarà nicatu,
ch'insensibili tanti hani uttinutu?
L'alburu tristu senza fiori e frondi,
vinendi magghju, acchista frondi e fiori:
a campu siccu tandu currispondi
un beddhu traciu d'allegri culori;
supelvu salta d'invarru li spondi
riu d'istìu poaru d'umori:
e l'anticu vigori rinuatu
no sarà mai in un omu canutu? .
La salpi 'ecchja chidd'antichi spoddhi
lassa, e si 'esti li so' primi gali;
da li cìnnari friti, in chi si scioddhi,
chiddha famosa ceddha orientali
rinasci, e tantu spiritu rigoddhi,
ch'agili come prima batti l'ali:
e l'animu immultali rifulmatu
no vidarà lu so' colpu abbattutu?
La notti è pal vinè, la dì s'imbruna
candu lu soli mori in occidenti;
a luci poi torTa tutt'in una
candu rinasci allegro in orienti:
e la sureddha, la candida luna,
da li mancanti torTa a li criscenti:
e un omu cadenti in chiddhu statu
no de' turrà, da undi è dicadutu?
Tempu dispriziatu, torTa abali,
c'hagghju di ca sé' tu cunniscimentu;
Torr'ogghj chi cunnoscu cantu 'ali,
chi pruarè tutt'altu trattamentu.
Ah! D'haetti trattatu tantu mali,
no possu ditti cantu mi ni pentu!
Cunniscimentu, a cantu si' taldatu!
A passi troppu lenti sé' inutu!
No timì, tempu meu, d'impriatti
in bassi e falsi immagghjnazioni,
in fa' teli di ragni, o in chiddhi fatti
cuntrari a lu bon sensu, a la rasgioni,
in chimeri, in dillirii, in disbaratti,
muttìi di la me' paldizloni.
N'haggi cumpassioni, tempu amatu,
d'un cori afflittu, confusu e pintutu.
Di dugna stanti toiu apprufittà
voddhu, senza passacci ora oziosa:
nè pensu più palditti in cilibrà
li grazii, li primori d'una rosa,
ch'in brei in brei a cunnisci si dà
cantu è vana, caduca, e ispinosa.
Dulurosa mimoria, ch'ispu:ddhatu
m'hai di gusti, e di peni 'istutu!
Si cuminiciàa di nou a viì,
dia usà diffarenti ecunumia:
nè palticula mancu di la dì,
senza imprialla bè', passacci dia:
chi ben pruistu, innanzi di muri,
pa l'ultimu 'iagghju mi saria.
Oh alligria! Oh tre volti biatu,
tempu, candu da te fussi attindutu!


per  chi non capisce , anche  se  secondo molti miei amici\che    del  continente    della penisola ,  i il  gallurese \  sardo  Corso  una delle  varianti del sardo   è la più semplice   in quanto vicino all'italiano  ,  trova  qui  la  traduzione  . Poesia    rese  in musica   in modo  
 magistrale  dal trio  Roberto Diana (  chitarra )  , Giulia Cartasegna (  violino )  Marco Muntoni ( voce  )  e  contenuta    nell'album   Ispiriendi  ( il concerto  \ presentazione  da me   recensito  e  fotografato  in questo precedente  post  ) e  disponibile   sulla piattaforma    https://store.cdbaby.com/cd/ispiriendi2

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