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Funny Games [Il contenuto del testo accenna alla trama del film ] La visione di questo film, in attesa del remake, mi ha portato a rileggere alcune lezioni sul rapporto fra televisione e inconscio secondo l'ottica psicanalitica di Musatti [1961], figura di spicco della psicanalisi italiana. Negli appunti veniva posto l'accento riguardo l'effetto sul mondo interno della televisione e le conseguenze sul comportamento in relazione all'età ed ad alcune caratteristiche temperamentali. Mi interessano principalmente le prime in quanto mi sembra che il regista, Michael Haneke, volontariamente o meno abbia sfruttato questi effetti, portandoli forse all'eccesso, in un film dal carattere meta-teatrale. Infatti il protagonista, il deus ex machina , rivolgendosi direttamente allo spettatore, sconvolge le regole della normale finzione televisiva, pone un termine al film, scommette con l'osservatore in modo irriverente fino a farlo sentire in balia del suo volere