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17.4.17

non sono buonista . Islamico o non chi è violento con la moglie e con i figli va punito .....

..... idem anche  se    si commette  qualunque   tipo  di reato .
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 A  chi mi dice  che  sono buonista   solo perchè invito al rispetto ,  perchè smonto le bufale  , l'odio   verso  gli immigrati   che vengono  in europa , ecc   . 
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Sappia   ,  spero  una volta per tutte   , che   concordo  con  quanto dice  in questo  articolo    di ferdinando.camon preso  da    La  Nuova  Sardegna  e  presente  sui  Quotidiani locali del Gruppo "Espresso-Repubblica", più "Nuova Sardegna" e "Alto Adige" 11 aprile 2017


Ennesimo caso: ieri un marito islamico ha picchiato la moglie perché usciva di casa senza il burqa. A Napoli. In Italia stiamo tutti ragionando su questo tema: gli islamici che puniscono la moglie o le figlie perché non si comportano islamicamente, commettono un reato? O dobbiamo tollerarli, in nome del multiculturalismo? Ho sostenuto più volte che è un reato, e va punito. Tanti lettori mi domandano: “E chi lo dice?”. Rispondo: la nostra Costituzione. E se chi viene qui non la conosce? Coloro che vengono a vivere qui devono conoscerla. Domanda maligna ma un po’ sciocca: “E quanti italiani conoscono la nostra Costituzione?”. Risposta, che può sconcertare ma poi la spiego: “Tutti”. Non nel senso scolastico, sapere gli articoli a memoria, ma nel senso pratico, conoscere i diritti e i doveri. Ogni italiano sa che l’uomo non vale più della donna, che il cattolico non vale più del non cattolico, che la teocrazia non vale più della democrazia. Perché gli italiani “sono prodotti” dalla nostra Costituzione, mentre gli islamici sono prodotti da un’altra Costituzione, e su quei punti la pensano in maniera opposta. Osservazione: ma loro credono che la loro sia la maniera giusta. In nome del multiculturalismo dobbiamo permettere che si comportino come la loro civiltà li ha educati?
Vedo che un giurista interviene su questo punto delicatissimo e risponde che “c’è reato solo quando c’è dolo”, cioè quando chi commette un’azione è cosciente che è illecita. Vecchia questione. Ebbene, è un’inaccettabile. Tu hai una figlia di 14-15 anni e la obblighi a sposare un uomo di 40 anni che lei non ha mai visto: nel tuo paese è un’usanza, tu sei cresciuto con questa usanza, la segui e ti senti a posto, se non la segui ti senti in colpa. Si può punire questo comportamento? Sì. Perché ogni padre e ogni madre sanno che obbligare una figlia a rapporti sessuali da bambina è innaturale, obbligarla con uno sconosciuto è violenza sessuale, aggravata dalla tua parentela e dalla sua piccola età. Una figlia d’islamici a 14 anni è piccola come una figlia nostra, non è che matura prima, e se tu la obblighi a fare sesso, sai di andare contro natura. Non è che lo sai solo se sei cristiano, lo sai in quanto uomo e padre. Una figlia d’islamici deve uscire di casa vestita secondo i dettami islamici, perché nei paesi islamici tutte vestono così. Ma se vive qui, vorrà uscire vestita come le compagne. Il caso estremo ha portato un padre a sgozzare una figlia, mentre il fratello la teneva ferma e la madre guardava. Può darsi che in qualche sperduto villaggio dell’Islam questo avvenga e la Giustizia non si muova. Ma qui si muove, qui è un crimine. Si può ammettere o perdonare, perché i genitori son cresciuti con questa idea? No. È un crimine orrendo. Va punito? Massimamente. Perché “non possono non sapere che tagliare la gola a una figlia è un omicidio aggravatissimo”. Il problema di giudicare secondo il nostro Diritto gente cresciuta in un altro Diritto è stato affrontato col processo di Norimberga. Gli imputati dicevano: “Obbedivamo agli ordini”, ma l’accusa ribatteva: “Non potevate non sapere che erano ordini criminali”. E molti furono condannati all’impiccagione. Non per le loro idee, ma per le loro azioni. Il problema di processare secondo un Diritto un imputato cresciuto in un altro Diritto è noto come “processare il nemico”. C’è un libro, pubblicato in Italia da Einaudi, con questo titolo. Anche Cristo fu processato da nemico: lo processava l’Impero Romano, in quanto lui predicava insegnamenti contrari a quelli dell’Impero. L’Impero lo condannò, ma senza trovare colpa alcuna, lavandosene le mani. Ma in coloro che picchiano la moglie mandandola all’ospedale, sgozzano le figlie con i coltelli da cucina, sposano con la forza le figlie piccole a sconosciuti, le colpe ci sono. E loro non possono non saperle.
PS. Le email di consenso o dissenso (indirizzate a fercamon@alice.it) vengono pubblicate nella sezione "Dialoghi con i lettori". Chi non vuole la pubblicazione è pregato di dichiararlo.

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